Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 July 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Prima pagina
Libertà e censura in Italia
Gli intolleranti? Sono sempre gli altri
di Giuseppe Marci  
 
Un giovane e promettente storico, Nicola Gabriele, ha scritto un libro che ricostruisce la politica culturale sabauda e studia le normative riguardanti la censura sulla stampa nel periodo compreso fra il 1720 e il 1852. Anni importanti che pongono le basi e progressivamente realizzano il processo unitario dal quale è nato lo Stato italiano. Inevitabile, quindi, osservare quel periodo come la scaturigine del mondo nel quale viviamo.
Certo, la prudenza degli storici invita a distinguere le specificità dell'oggi, particolarmente quando ci riferiamo a un tema - quello della libertà, e, in specie, della libertà di stampa - che ha avuto notevole sviluppo nel mondo contemporaneo. Ma il senso comune ci porta a sottolineare l'attualità di una questione che è all'ordine del giorno in uno scenario vasto: dall'Iran alla Cina, per citare due fra gli esempi possibili.
Ci sono poi le vicende di casa nostra dalle quali siamo indotti a considerare il ricorrente pericolo derivante da norme che limitano la libertà di stampa (e le altre possibilità di espressione di cui oggi disponiamo) e possono essere giudicate manifestazioni moderne dell'antica idea di censura.
Tutto vero e tutto giusto. Eppure in tali riflessioni avverto una sorta di limite, se non un vero e proprio pericolo rappresentato dal fatto che l'allarme lanciato riguarda sempre gli altri: paesi diversi dall'Italia e meno avanzati nel campo della democrazia. Se d'Italia si tratta, la minaccia viene dalla parte politica nella quale noi non militiamo e che, riteniamo, mette in discussione le libertà irrinunciabili sancite dalla Costituzione.
Siamo proprio sicuri che sia così? Possiamo assicurare che in noi stessi, in nessun momento, è sorto il desiderio di impedire a qualcuno di esprimere un'opinione diversa dalla nostra?
Qui sta il punto che ci chiama in causa come individui, prima ancora che come appartenenti a uno schieramento politico. La libertà non è solo un diritto civile; è una conquista interiore, un modo di essere, una pratica di vita che per esprimersi ha bisogno di un habitat delicatissimo in cui non può esistere traccia di inquinamento. Gli atteggiamenti intimidatori e violenti con i quali fronteggiamo le opinioni differenti dalle nostre, l'istintivo bisogno di costituirci in gruppo per contrastare le idee espresse da minoranze o da singoli individui, il continuo invocare nuove norme e più precisi dispositivi di legge per impedire a qualcuno di manifestare il suo pensiero, tutto questo temo rappresenti il terreno fecondo nel quale si radica, trova giustificazione e alimento il principio della censura.
Bisogna cercarlo ed estirparlo in noi stessi, questo germe maligno, prima di imputare agli altri la responsabilità di quella che ci appare come una insopportabile diminuzione di diritti inalienabili.
 
 

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