Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
21 June 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
L'UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA

1 – L’Unione Sarda
Cronaca regionale – pagina 7
Guerre d'un geografo di Dio
Emilio Biagini e la crociata contro gli eretici in cattedra  
di GIORGIO PISANO
 
I nonni dei serial killer, storicamente parlando, sono protestanti. Dunque non gli piacciono: per questo ma anche per altro. Non gli piacciono, figuriamoci, nemmeno gli islamici. E a seguire: le femministe più accese, la musica rock, i Beatles (hanno generato i Black block), Lutero, Giordano Bruno. Positivo invece il ruolo svolto dalla Santa Inquisizione. Quanto a Isaac Newton, quello che ha scoperto la legge di gravità, era solo un povero finocchio preoccupato di non piacere abbastanza al suo amante svizzero. In sintesi: tutto quello che è fuori dal Cristianesimo puzza di demonio o puzza soltanto, fate voi.
Avete appena letto un'antologia-lampo dei giudizi che il professor Emilio Biagini ha inserito nei libri di testo per l'esame di Geografia nella facoltà di Lingue, università di Cagliari. Dice che per scriverli ha impiegato ventitré anni e non intende tornare indietro. Rifiuta di proporre ai suoi studenti un programma alternativo («se non vanno bene i miei volumi, rinuncino a dare Geografia») e marcia felice verso il martirio d'una polemica che da molte settimane scuote l'ateneo. «Non mi possono fare nulla, l'articolo 33 della Costituzione mi protegge».
Stuzzicati dalla scandalizzata protesta di una ragazza stufa di studiare pagine che sembrano scritte da un crociato a un passo dal Santo Sepolcro, i Consigli di corso e quello di Facoltà hanno tentato inutilmente di convincere Biagini a proporre testi alternativi ai suoi. Il preside di Lingue, Massimo Arcangeli, ha abbandonato la diplomazia per lo scontro aperto. Il rettore dell'università parla invece di «testi inadeguati» e si domanda se non sia stato valicato il limite della libertà d'insegnamento. Da Roma, il responsabile cultura dell'Arcigay boccia clamorosamente i libri di Biagini: «Sono omofobi e razzisti».
Genovese di 68 anni, niente figli, l'imputato se la ride. Ha deciso di non partecipare più alle convocazioni ufficiali «perché sono stufo di essere insultato». Affiderà la difesa a un suo allievo, professor Luciano Cau, il quale naturalmente «condivide riga per riga quello che ho scritto anche perché le mie non sono opinioni ma fatti». Compresa quella che definisce il preservativo una specie di inaffidabile colabrodo se adoperato per difendersi dall'Aids.
Occhiali squadrati su un fisico che denuncia l'opulenza dell'Occidente, Biagini è uno studioso di conflitti. In Irlanda del Nord l'hanno arrestato alla fine degli anni '80 mentre fotografava una caserma di polizia. A chi lo accusa d'essere razzista risponde invitandolo alla lettura d'un suo saggio sul Sudafrica. Ha seguito, sempre per curiosità di ricerca, anche il G8 del 2001 a Genova rilevando un eccesso di tolleranza da parte delle forze dell'ordine.
È iscritto a Forza Italia («Berlusconi è il meno peggio») e vanta un curriculum che sembra l'elenco telefonico. Ha tre lauree, sa dialogare in cinque lingue e ha pubblicato una quindicina di romanzi. Quando parla, mostrando un'erudizione enciclopedica, ricorda da vicino un professore interpretato al cinema da Carlo Verdone in Viaggi di nozze . Gesticola per dare forza al concetto, sgrana gli occhi di stupore, ridacchia di compatimento malamente represso e butta giù acqua gasata per dare carburante a una orazione lucidamente folle. O follemente lucida.
Professore, è un complotto contro di lei?
«Non lo so. Sta accadendo qualcosa di inaudito. Quei testi, che costano 40 euro tutt'e tre insieme e che ho personalmente finanziato perché il prezzo di copertina non lievitasse, sono il frutto di una vita di studio. Vogliono per caso bruciarli in piazza?».
Non le pare ogni tanto di aver divagato?
«Nient'affatto. Ho inserito alcune circostanze non direttamente legate alla Geografia per colmare le lacune degli studenti. Ne hanno tantissime, di lacune, gli studenti».
Dicono abbia la querela facile, stile Ghedini insomma.
«L'unica volta che mi sono rivolto alla magistratura è stato per un ricorso. Che ho vinto. Si trattava di un concorso universitario che avevo ingiustamente perso».
Era truccato?
«Certo. Tutti i concorsi universitari sono truccati. Alla fine l'ho spuntata grazie ai miei avvocati e a loro ho voluto dedicare proprio i libri su cui studiano i ragazzi per l'esame».
Si sente un soldato di Dio?
«Mi considero cattolico senza se e senza ma. Soldato di Dio lo sono diventato con la Cresima».
E magari simpatizzante dell'integralismo di Lefebvre.
«Non nego che preferisco la Messa in latino ma gli scismi non mi entusiasmano».
Neanche il Concilio Vaticano II, vero?
«Più che il Concilio vero e proprio, il seguito. Come dice papa Ratzinger, non ha cambiato nulla dal punto di vista dogmatico ma dal punto di vista pastorale ha banalizzato la liturgia».
Quando gli chiesero di che razza fosse, Albert Einstein disse: umana.
«Risposta intelligente e data pure al momento giusto visto che in quel periodo cresceva il delirio del super-uomo nazista».
A proposito: lei è negazionista?
«Per carità. Considero l'Olocausto una mostruosità dell'uomo e ho duramente criticato gli Alleati: quando hanno invaso l'Europa non hanno fatto abbastanza per ridurre il numero delle vittime del nazismo. Premeva molto di più distruggere la Germania per ragioni puramente imperialiste».
Assolutista e contro il relativismo, giusto?
«Il relativismo è malafede. Cristo è risorto, questo è un fatto. Era Dio. Era la Verità. Niente è relativo».
La Verità è quella della Chiesa di Roma?
«La Verità è il Vangelo. La Chiesa di Roma annuncia il Vangelo, quindi è portatrice di Verità».
Per questo ha ridicolizzato islam e protestantesimo.
«Il protestantesimo nasce bene ma poi si perde. Lutero ha buttato via il bambino e l'acqua sporca. Si è rifatto soltanto alla Bibbia, e per di più una Bibbia manipolata da lui, per scivolare pian piano verso il deismo. Ovvero: Dio c'è ma non si occupa di noi. Il che è l'anticamera dell'ateismo».
L'allarma l'islamizzazione dell'Italia?
«Prima o poi tutto il nostro Paese sarà islamizzato. È un fatto matematico legato alla prolificità: noi non facciamo figli, loro sì. Le nostre radici andranno pian piano a farsi friggere».
Ha sbagliato il cardinale di Milano ad accettare la preghiera islamica davanti al Duomo?
«Dovunque un islamico metta il tappeto per pregare, quella diventa automaticamente terra islamica. Il vescovo di Smirne, che se ne intende, ci ha vanamente invitato a non dare loro spazi per le chiese altrimenti dilagano...eppoi c'è un altro fatto».
Quale?
«Per loro dove non c'è islam è terreno di guerra. Per chiudere, ricordo che Tettamanzi è stato a lungo vescovo di Genova e non ha lasciato certo un buon ricordo. Risponderà a Dio del suo comportamento».
Come si fa a liquidare Giordano Bruno come spia?
«Questo era. Ho uno studio che lo dimostra. Era un negromante, puntava a schiavizzare le menti altrui. Ci voleva provare anche col Papa. Ha spedito al boia molti cattolici e noi gli facciamo monumenti».
E pure notevoli, ha visto quello di Campo de' Fiori a Roma?
«Appunto. Era una formichina e lo spacciamo per un gigante. Chi era in fondo, cosa ha scoperto?»
Stesso discorso per Newton. Con l'aggravante d'essere gay.
«Documentato. Tutto documentato».
Che c'entra con la Geografia?
«Serve a colmare lacune, ad abbracciare il contesto storico».
Secondo lei, il valore di un uomo si misura dall'orientamento sessuale?
«Che m'importa di questo? Dico solo che Newton era una nullità».
Accetterebbe un gay in cattedra?
«Mah...purché non sia come quella preside lesbica inglese che ha vietato ai suoi alunni di vedere il film su Romeo e Giulietta».
Una femminista prof ce la vede?
«A patto che non sia estremista, cattiva, cioè di quelle che odiano gli uomini. Se è una femminista che si batte per valorizzare le donne, benissimo».
L'Arcigay definisce i suoi testi omofobi e razzisti.
«Chi? Mia moglie è contenta così. E il giudizio di mia moglie è l'unico che davvero mi interessi».
Ce l'ha coi preti che si affidano a santa sociologia : che vuol dire?
«Vuol dire che i preti devono fare i preti, cioé annunciare il Vangelo e non travestirsi da sociologi».
Peccato non ci sia più l'Inquisizione.
«Ci fosse stata nel Novecento, forse Hitler non avrebbe potuto massacrare tanta gente. L'Inquisizione poi non era affatto quello che si dice: ha inventato il processo in senso moderno e offerto la possibilità di pentirsi. Novantacinque per cento di assoluzioni».
Le ricorda niente Galileo Galilei?
«Lo hanno condannato a recitare un pater ave gloria e agli arresti domiciliari. Era anziano: stare a casa non gli ha fatto male. Possibile però che nessuno parli invece dei 45 milioni di cristiani uccisi nel ventesimo secolo?».
Che giornali legge?
«Manco uno, non sono mica scemo. Non ho tempo eppoi non voglio farmi un fegato così. Per me li legge mia moglie e poi mi riferisce».
Cosa legge sua moglie?
«Il Giornale, Libero e periodici religiosi. Abbiamo anche un sito www.itrigotti.it. Roba interessante. Io non vedo neppure tivù italiana, seguo solo il primo canale pubblico della Germania: mi serve per affinare il tedesco».
E poi?
«Che vuol sapere ancora? Fumo la pipa, non vado allo stadio, non mi piace la musica leggera, adoro Schubert, ho una biblioteca imponente e un'invidiabile collezione di cd e dvd».
Ha sentito parlare di respingimenti?
«Sì. Bisogna creare posti di lavoro a casa loro, non qui. Qui lavoro non ce n'è. Non dimentichiamo che un tempo anche il Medio Oriente era cristiano: ha ceduto prima un tanto, poi un altro tanto e adesso guardate cosa è diventato».
Ha fatto bene il governo a invitare Gheddafi?
«Non me ne occupo. Vuol sapere se Gheddafi mi piace? Non l'ho mai assaggiato».
I suoi amici le hanno mai detto Emilio sei completamente pazzo.
«No, mai. E ne ho di grande qualità culturale. Ho il sospetto che forse sono più matti di me. Quindi ci si intende».
Curiosità: come fa a mettere insieme Beatles e Black block?
«Questa è una semplificazione giornalistica. Io ho scritto del rock, dei Beatles e dei Black block. E ora spiego: il rock è esoterico, inneggia al diavolo, alla droga e al sesso...».
Sta sempre parlando dei Beatles?
«Esatto. Non sono forse andati in Oriente a meditare? Gradino dopo gradino si scende sempre più giù, è una scala che porta al precipizio».
Altra curiosità: che c'entrano i serial killer col protestantesimo?
«Beh, Jack lo Squartatore non l'ho inventato io. Nasce nell'800, Inghilterra protestante. O sbaglio? Guarda caso, il suicidio, che era scomparso durante il Medio Evo, torna proprio con la secolarizzazione».
Ha scritto che la presenza del padre rafforza la virilità nei maschi: dove l'ha letto?
«La figura del padre è un modello. Se il modello è presente ed è quello giusto, un figlio non può che avvantaggiarsene anche sotto il profilo della crescita virile».
Che il preservativo non serve contro l'Aids chi glielo ha detto?
«Un amico medico. Vuole che le spieghi cos'è il lattice? Sono biochimico, posso farlo. Comunque: quando si dilata, il lattice apre buchi che sono cinquanta volte più grandi di un virus. Il preservativo ferma certamente gli spermatozoi, altrettanto certamente non i virus».
Anche lei, come il vecchio cardinale Siri, ritiene che l'Aids sia una punizione di Dio?
«È vero, l'aveva detto proprio quel sant'uomo di Siri. Potrebbe essere. Nel dubbio, meglio avere timore di Dio che un atteggiamento di distacco. Mi rendo conto che a dire queste cose si passa per retrogradi. Ma io così la penso».
E ai suoi studenti un testo alternativo non lo da.
«No. Chi vuole può cambiare esame. Geografia non si sostiene per prescrizione medica».
L'università italiana è in mano ai comunisti?
«Non tutta. Quasi. A Cagliari, finché non è arrivato il preside Massimo Arcangeli, ci si poteva convivere. Anche se alcuni sono proprio insopportabili».
Fantasmi di Marx.
«Quelli di cui parlo io non sono comunisti qualunque, ma ultra ultra ultra. Gente che crede che il Muro non sia mai crollato. Siccome poi temono la competizione e il confronto, s'attaccano alla cattedra e non la mollano. Diventano statalisti. Che è come dire marxisti... o no?»
 
2 – L’Unione Sarda
Cagliari – pagina 18
Orto botanico, letture animate per bambini
Da luglio cinque incontri organizzati dall'associazione Libriforas
   
Letture animate per i più piccoli all'Orto botanico. Nel mese di luglio il giardino di viale Fra Ignazio ospiterà 5 incontri - dedicati espressamente ai bambini dai 4 ai 10 anni - che si terranno il mercoledì dalle 17,30 alle 19.
L'iniziativa si deve all'associazione di promozione sociale “Libriforas” in collaborazione con l'Orto botanico e il Dipartimento di Scienze botaniche dell'Università di Cagliari. Il progetto - denominato “Letture ad alta voce nell'orto dei libralberi” - si basa sull'idea di portare i libri all'aria aperta, fuori dai soliti luoghi chiusi quali biblioteche e librerie, per arrivare a leggere in ambienti e spazi inconsueti, come appunto i giardini o le piazze.
Ciascun incontro prevede una serie di letture animate che spaziano tra i diversi generi (filastrocche, favole, racconti brevi, poesie) accompagnate da laboratori di creatività. Per partecipare è sufficiente un contributo di 5 euro a incontro, inclusivo del biglietto di ingresso per un accompagnatore adulto. Per informazioni inviare una mail all'indirizzo libriforas@gmail.com. In alternativa sono a disposizione i numeri di telefono: 349/7205171 (Stefania Zaccheddu), 328/8339360 (Nadia Paddeu) o 392/3842783 (Angela Caddeo). (p.l.)
 
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari – pagina 47
Architettura, la più bella in Italia
Il Censis incorona la Facoltà nata in Riviera  
Alghero. Indagine sugli Atenei italiani: il corso algherese supera le storiche Ferrara e Trieste
La maggior parte degli studenti proviene dall'Isola, ma la facoltà è frequentata anche da tantissimi stranieri. Il progetto formativo è organizzato in bimestri, un modello inedito in Italia, ma non all'estero dove i più prestigiosi politecnici lo adottano già da tempo
 
Prima nella classifica stilata dal Censis sulle migliori facoltà d'Italia. Architettura di Alghero sale sul podio e sbaraglia le concorrenti della penisola presenti da diverso tempo nel panorama dell'offerta universitaria.
Il corso specialistico della durata di cinque anni è l'ultimo nato dell'Ateneo sassarese, eppure si è subito distinto, tanto da guadagnarsi la leadership nel ranking delle facoltà scientifiche. Seicento iscritti e un'offerta didattica originale che si compone anche di due corsi di laurea triennali. Soddisfatto il preside Vanni Maccioco: «il merito è dell'alta qualità dei docenti, tra cui diversi professionisti di fama internazionale - spiega - ma un grosso aiuto lo hanno dato anche le nuove tecnologie applicate alla progettazione, i tutor che seguono i ragazzi e gli scambi con le altre facoltà all'estero, grazie al progetto Erasmus. Un ruolo l'ha giocato anche la location: Alghero è bella e accogliente, una città aperta al mondo».
Queste le principali ragioni del primo posto ottenuto all'interno della graduatoria Censis. La maggior parte degli studenti proviene dall'Isola, ma la facoltà è frequentata anche da tantissimi stranieri.
Il progetto formativo è organizzato in bimestri, un modello inedito in Italia, ma non all'estero dove i più prestigiosi politecnici lo adottano già da tempo.
«La Facoltà di Architettura è nata per dare risposte alle esigenze del territorio - commenta l'ex rettore Alessandro Maida - puntando sull'alto valore dei docenti e investendo fortemente sulla qualità dei corsi. I risultati non potevano non arrivare». L'offerta formativa si arricchirà ulteriormente. Nei giorni scorsi è stato presentato il nuovo Master internazionale universitario di secondo livello, in architettura del paesaggio, che partirà nell'anno accademico 2009/2010.
Millecinquecento ore, per una durata complessiva di sedici mesi, tra lezioni e attività di laboratorio. E adesso si guarda al futuro.
Presto le aule lasceranno l'edificio del lungomare per essere trasferite nei locali del vecchio ospedale sui bastioni, tuttora interessato da un radicale intervento di restyling progettato dallo stesso preside della facoltà. Quasi nove milioni di euro spesi per restituire decoro ai tremila metri quadrati risalenti al 1600. La chiesa di Santa Chiara e il dormitorio delle monache Isabelline saranno adibiti a biblioteca e mediateca nazionale con sale di lettura vista mare. Mentre gli ampi spazi dell'ospedale, in pietra di arenaria, con i soffitti di legno, ospiteranno la facoltà. È un restauro conservativo, portato avanti con la supervisione degli archeologi della Soprintendenza. Gli operai si muovono con prudenza, non prendono iniziative prima di consultarsi con gli architetti dei beni culturali. I tecnici hanno già valutato l'opportunità di riaprire la vecchia porta a mare che dal cortile dell'ospedale permette di raggiungere il porto turistico. I lavori sono iniziati con lo sbancamento di un corpo di fabbrica realizzato in epoca successiva al resto del complesso, confinante con le mura sul porto, dove si presume si possa potare alla luce l'antica porta a mare che collegava l'area del complesso alla zona portuale. Per vent'anni monumento al degrado, il vecchio ospedale diventerà entro il 2010 una delle sedi accademiche più belle d'Italia.
CATERINA FIORI

 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Sardegna
Architettura, la facoltà di Alghero è la migliore d’Italia 
Lo dice il rapporto Censis pubblicato da «La Repubblica» 
di Pasquale Porcu 
 
 ALGHERO. Prima Alghero, seconda Ferrara, terza Trieste. E’ quanto emerge dalla inchiesta del Censis sulle facoltà italiane di Architettura pubblicata ieri dalla Repubblica che premia l’uso di nuove tecnologie e l’internazionalità della facoltà turritano/catalana.
 Il risultato potrebbe apparire clamoroso per quanti non seguono la vita di questa facoltà dell’università degli studi di Sassari decentrata ad Alghero. Nessuna meraviglia, invece, da parte di chi sa come si lavora dentro le aule dell’Asilo Sella, dell’ex Orfanotrofio di via Principe Umberto e nell’ex caserma dei carabinieri in via Simon, sedi della facoltà. A traghettare Alghero nella zona dell’eccellenza universitaria è l’impegno quotidiano dei docenti e degli studenti catalani. A colpire è soprattutto il metodo di lavoro adottato, all’avanguardia in Italia, ma presente in molti atenei stranieri. A guardare bene il funzionamento di quei laboratori didattici si scorgono elementi che non differiscono molto da quelli che hanno portato al successo molte aziende del made in Italy: passione, competenza, intenso lavoro quotidiano,e uso delle nuove tecnologie e perchè no?, un briciolo di genio. Fatte le debite proporzioni è, in parte, quanto succedeva nelle botteghe artigiane rinascimentali (nel rapporto diretto tra maestro e allievo) ma col supporto di internet e coi continui stimoli che possono venire dagli scambi a livello internazionale. «Il nostro progetto formativo - dice il preside di Architettura, Giovanni Maciocco - è fortemente centrato sul progetto. Il baricentro della formazione degli studenti, insomma, è nei laboratori progettuali che per noi rappresentano le unità di riferimento didattico. Gli studenti lavorano moltissimo all’interno dei laboratori, stabilendo un rapporto forte sia con i colleghi di corso che, soprattutto con i tutor (laureati specializzati ai quali è affidato un ruolo di co-docenza). Di ciascun allievo, in ogni momento, sappiamo chi è, che cosa fa, se ha difficoltà o se possiede caratteristiche che hanno bisogno di essere indirizzate nel miglior modo possibile». La prima impressione che si ha osservando le attività nei laboratori è quella del forte impegno e della serietà del progetto didattico che alimenta i progetti formativi. Un altro punto di forza è la capacità di inserire gli studenti in un ambiente complesso e cosmopolita: molti docenti sono stranieri e grazie al progetto Erasmus, molti allievi della facoltà vanno a studiare all’estero e molti quelli che dall’estero vengono ad Alghero. E questo, oltre a dare la possibilità di apprendere le lingue straniere, dà agli studenti la possibilità di confrontarsi con un ambiente culturale più vasto e più stimolante. «La facoltà ha sempre creduto molto nelle potenzialità didattiche e di ricerca offerte dalle nuove tecnologie - ribadisce Maciocco -. Per questo i docenti della facoltà incoraggiano l’uso della rete web. Anzi tendiamo a costruire comunità di apprendimento sia attraverso la presenza in facoltà di docenti stranieri che con le potenzialità della rete web. Il nostro obbiettivo è fare in modo che i nostri studenti si trovino a proprio agio anche all’estero. Per i nostri studenti tendiamo a costruire delle comunità di apprendimento sia attraverso i docenti internazionali presenti ad Alghero che con l’ausilio delle moderne tecnologie informatiche. I continui viaggi di istruzione, poi, vengono considerati momenti di autentica formazione didattica. Formazione che conta molto sull’alto valore dei docenti». A rendere molto ambita la sede universitaria di Alghero contribuisce anche la città: bella e accogliente e resa particolarmente attrattiva dal Comune che ha messo a disposizione strutture adeguate alla didattica e alla ricerca. Uno sforzo ampiamente corrisposto dalla facoltà, come dimostra il riconoscimento del Censis. Un riconoscimento che premia anche l’ateneo sassarese, l’unico del centro sud nella quasi totalità di università del centro nord. A dimostrazione del fatto che l’impegno e l’intelligenza possono proiettare nell’Olimpo della formazione anche la Sardegna.
 
Pagina 7 - Sardegna
Seicento iscritti, 55 docenti
I segreti dei piani di studio che conquistano l’Europa 
 
ALGHERO. Seicento iscritti (480 nei corsi normali, più 120 telematici), 35 docenti di ruolo ai quali si aggiungono 20 a contratto, un corso quinquennale a ciclo unico, un corso triennale di urbaninistica e uno biennale specialistico a indirizzo internazionale insieme a Venezia, Barcellona (attivi), Girona e Lisbona (in fase di attivazione), un corso di laurea triennale in Design, uno in scienze dell’architettura telematico, una particolare competenza nell’e-learnig, una spiccata capacità ad attirare i migliori docenti e specialisti europei. E una grande capacità di creare gruppi di studio motivati e disposti a un duro lavoro di ricerca. Queste le caratteristiche della facoltà di Architettura dell’università di Sassari, decentrata ad Alghero. Sede centrale a Pou Salit e aule nell’Asilo Sella, l’Orfanotrofio di via principe Umberto e l’ex caserma dei carabinieri di via Simon. E presto il complesso dell’ex convento di Santa Chiara dove verranno sistemate la biblioteca la mediateca della facoltà.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 32 - Sassari
Villanova disegnata dagli studenti 
I progetti in undici temi di trenta allievi della facoltà di Architettura 
 
VILLANOVA MONTELEONE. E’ stato presentato, nello spazio per la fotografia di “Su Palatu”, il progetto degli studenti della facoltà di Architettura di Alghero realizzato da 30 studenti del Blocco “Progettazione del paesaggio”. La collaborazione tra la facoltà di Architettura e l’amministrazione comunale ha avuto inizio nel giugno del 2008 con una serie di lezioni all’aperto nel territorio dal titolo “Fuori Temo”. In una due giorni dello scorso gennaio, si gettarono le basi per lo studio, la preparazione e l’elaborazione del progetto per l’ambito comunale di Villanova Monteleone.
 Si misero al lavoro trenta studenti diretti dai docenti Joao Ferriera Nunes, con l’ausilio di Vinicio Bonometto e Massimo Faiferri e Samanta Bartocci, con la collaborazione di Salvatore Ligios e di Baldassarre Riu.
 Introducendo la presentazione il sindaco Bastianino Monti ha posto in risalto l’importanza della collaborazione del Comune con la facoltà di Architettura, ringraziando gli studenti e il preside Giovanni Maciocco per aver scelto questo paese e il proprio territorio per elaborare un proposta di sviluppo e chiedendo l’apertura di una sezione o l’istituzione di corsi a Villanova.
 Maciocco ha quindi elogiato gli studenti e i docenti per il lavoro svolto, che mette al centro tutto il territorio e non solo una porzione di esso. Si è detto d’accordo con la proposta del sindaco di istituire i corsi estivi internazionali, così da rafforzare queste collaborazioni.
 Subito dopo gli interventi del vice preside Arnaldo Cecchini e di Vinicio Bonometto, Joao Ferriera Nunes ha introdotto la presentazione dei lavori realizzati dagli studenti descrivendo come è stata l’idea e da che cosa si è partiti, cioè dalla domanda: cosa si può fare per ricostruire la dignità del paese e del proprio territorio. La risposta la si è cercata nel territorio e il risultato sta in questo progetto. Progetto che i 30 studenti hanno presentato in 11 temi: la creazione di un parco agricolo con il potenziamento dei vigneti già esistenti con altri impianti così da rafforzare le fasce territoriali che uniscono i Paesi del territorio al lago di Monteleone; I percorsi pedonali e ciclabili con l’incremento di percorsi tematici nella valle e nelle radure del lago, basati sul collegamento con i principali paesi vicini; I percorsi a cavallo con la realizzazione di una rete di tracciati che ingloba al suo interno il territorio di Villanova; Il parco delle sugherete, il sughero come elemento di trasformazione e sviluppo del paesaggio in tutta l’area di Villanova Monteleone; La nuova rete infrastrutturale dello sport con la costruzione di nuovi percorsi che si articolano nella valle del Temo e intorno a Monte Minerva; Il Parco urbano che prevede la realizzazione di un nuovo parco e riqualificazione del fronte urbano esistente; Il Centro sportivo: costruzione di un centro sportivo polivalente e la rivalorizzazine dell’attuale campo comunale; Gli interventi sugli spazi pubblici della paese con la riqualificazione degli stessi come collegamento tra gli edifici e il nuovo parco urbano. E ancora, il progetto di un centro termale sfruttando una canalizzazione di acqua calda vicino alla sorgente del fiume Temo nei pressi di “Sette Ortas” valorizzando o creando strutture ricettive, anche all’interno del paese, per questo tipo di attività. Infine, la presentazione del progetto di valorizzazione delle case cantoniere e il progetto agro-pastorale sulla produzione casearia. Il tutto è visibile sino al 30 giugno nella mostra allestita a “Su Palatu”.
 

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