Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 June 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
L’UNIONE SARDA
1 - La libertà di insegnamento, editoriale di Giuseppe Marci
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
ALTRAVOCE.NET
 

1 – L’Unione Sarda
Prima Pagina
La libertà d’insegnamento
Quando all’Università manca il buonsenso
di Giuseppe Marci
 
Piace anche a me, nel venticinquesimo anniversario della morte, ricordare Enrico Berlinguer. Alle idee che professava riservavo un’attenzione cauta, lui vivo: ora (come altri della sua generazione) mi appare un gigante.
Lo ricordo incalzato, in un dibattito televisivo, da chi sosteneva che il diritto di sciopero dovesse essere regolato per legge. Se proprio è necessario, replicava, si faccia un solo articolo che dica: «Il diritto di sciopero è libero». Punto.
Ai suoi tempi la sinistra era ancora, in gran parte, progressista; ma già si vedevano i segni dell’involuzione che l’ha portata a farsi sostenitrice di idee restrittive, dell’introduzione di norme, di lacci e lacciuoli intesi a limitare la libertà degli individui e l’incoercibile volontà d’intrapresa; a favorire la conservazione, quindi.
Ne ho avuto conferma nel difficile e doloroso caso che ha segnato la vita della Facoltà in cui insegno. Come è noto, gli studenti hanno espresso forti critiche nei confronti delle idee contenute in un libro scritto e adottato da un professore, segnalando il caso alla presidenza. Si è così messo in moto un processo di riflessione che ha coinvolto i docenti, consapevoli della delicatezza di una questione nella quale molteplici aspetti si fondono, tutti importantissimi: il rispetto delle opinioni, i diritti dei discenti, il ruolo e la funzione degli organismi cui spetta il compito della programmazione didattica, la finalità dell’insegnamento universitario volto a formare lo spirito critico, la libertà di ricerca e d’insegnamento. Da far tremar le vene e i polsi.
Raramente mi è capitato di assistere a un confronto altrettanto intenso. Ma ciò che soprattutto colpiva è stato il reciproco rispetto, la volontà di capire le sfumature del pensiero che docenti e studenti esprimevano, la volontà, insolita nel nostro Paese, di tendere a una soluzione condivisa che offrisse a tutti - senza escludere neppure chi con l’adozione del libro aveva dato il via alla questione - la possibilità di sottoscriverla in piena coscienza. Una manifestazione di buon senso che spostava l’obiettivo, superando il caso contingente e mirando a soluzioni avanzate.
Se un limite c’è stato, è rappresentato dalla volontà punitiva che qualcuno ha espresso, da un’istanza che si può definire "giustizialista", qui e subito, a dispetto delle norme e dei regolamenti dei quali è stato detto che erano pochi e imbelli: un vuoto legislativo da colmare invocando l’intervento del Parlamento.
Ecco: un’altra legge per normare quel che non deve essere in alcun modo normato. Enrico Berlinguer avrebbe detto: se proprio deve essere fatta, si componga di un solo articolo: la libertà d’insegnamento è intangibile. Punto.
Pochi danni e molti vantaggi sono derivati, nella millenaria storia dell’Università, dall’obbedienza a tale principio.
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 10
Gli studenti contro il testo di Emilio Biagini
Il docente di Geografia dell’ateneo cagliaritano è contestato per le sue teorie considerate estreme
Rappresentano buona parte degli studenti iscritti alla facoltà di lingue e letterature straniere dell’Università di Cagliari
 
L’INIZIATIVA In sei, tutti giovanissimi, hanno deciso di dare battaglia al libro di Geografia economico-politica scritto dal professor Emilio Biagini. Da mesi condannano alcune delle teorie scritte dal loro docente e lo hanno fatto anche nei due Consigli di facoltà a cui hanno partecipato, uno a maggio e l’altro a giugno. «Siamo i promotori dell’indagine sul testo - scrivono Alessio Mattana, Lorenzo Carrogu, Mattia Abis, Alice Angioni, Stefano Aranginu e Paolo Orrù - veicolo di oltre cento studenti che hanno sottoscritto l’intenzione di denunciare questo libro». Per il momento, l’ultima battaglia risale al 17 giugno, quando in Consiglio sono tornati sull’argomento. «Ci chiediamo per quale motivo - dicono - un docente ordinario con un’esperienza pluridecennale di insegnamento e di ricerca non riesca a concepire un programma differente da quello adottato negli ultimi sette anni, basato solamente su un testo del quale troppo è già stato detto».
LA DISCUSSIONE Divampata all’interno della facoltà di Lingue, la polemica sul testo scritto dal professor Biagini, docente di Geografia, sta facendo discutere ormai in tutta Italia. Un libro (Ambiente, conflitto e sviluppo: le isole britanniche nel contesto globale) che il docente sostiene essere frutto di decenni di studio, ma che contiene passaggi su omosessuali (si dice che i presunti “omosessualismo” e femminismo porteranno all’estinzione della popolazione dell’Europa Occidentale), Aids (colpisce solo gay e drogati, e poi il profilattico non servirebbe a nulla perché nel lattice ci sono pori almeno 50 volte più grandi del virus) che hanno provocato la dura reazione di studenti e di parte della comunità gay. «Quello che non va bene nel testo - sottolinea Alessio Mattana - è la quantità enorme di valutazioni. In pratica, un libro universitario scritto da un docente pagato dallo Stato non può permettersi di fare propaganda, catalogando buoni e cattivi con questa facilità disarmante».
LA DENUNCIA Tutto è scattato con la denuncia di un’anonima studentessa al preside Massimo Arcangeli, ma già da tempo sembra che le lamentele circolassero tra i ragazzi. «Gli studenti sono i destinatari della didattica - prosegue Mattana - per questa ragione è incomprensibile la chiusura al dialogo da parte del docente, nonostante sia stato sollecitato diverse volte». Ora chiedono la sostituzione del testo, mentre la giovane che ha fatto esplodere la polemica, dopo aver chiesto di poter sostenere l’esame con un altro libro o in un’altra facoltà, ha poi deciso di togliere Geografia dal piano di studi. Come notano gli studenti, infatti, l’esame non è obbligatorio.
FRANCESCO PINNA
 

 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Sassari
Vietnam, aperto un centro dell’Università 
Dedicato a Carlo Urbani, si occuperà di infezioni respiratorie 
di Tonino Meloni
 
 SASSARI. È sorto in Vietnan, per iniziativa dell’Università di Sassari, un centro di formazione e ricerca sulle infezioni respiratorie dedicato a Carlo Urbani, il compianto medico italiano che lavorava in Vietnam per l’Organizzazione mondiale della sanità, morto a Bangkok di Sars, l’infezione che egli aveva identificato per primo.
 Diventa così sempre più stretta la cooperazione tra il nostro Ateneo e l’Università degli studi di Huè, grazie soprattutto all’opera del microbiologo Piero Cappuccinelli che fin dal 2001 ha avviato, insieme ad altri colleghi della Facoltà di Medicina di Sassari, inizialmente col sostegno della Regione sarda, una serie di programmi che hanno portato, appunto, all’apertura del Centro Urbani, con il concorso del San Raffaele di Milano, dell’Ong Aispo, dell’associazione Carlo Urbani e dell’azienda ospedaliera San Salvatore di Pesaro.
 Il progetto, finanziato dal ministero degli Affari esteri, si articola in varie fasi. La prima ha riguardato l’organizzazione di un laboratorio di microbiologia a contenimento biologico (Bsl 3) per la diagnosi e la ricerca sulle infezioni respiratorie. Le fasi successive riguarderanno la creazione di un’Unità clinica di terapia intensiva per il trattamento di infezioni contagiose in condizioni di stretto isolamento; il rafforzamento del sistema di vigilanza epidemiologica e di intervento rapido per il controllo delle infezioni acute (comprese la Sars e l’Aviaria) e della tubercolosi; il rafforzamento della formazione e della ricerca sulle malattie dell’apparato respiratorio sia al Medical college di Huè, sia nelle province vietnamite. Ovviamente, sono state assicurate l’assistenza tecnico-scientifica e la fornitura di moduli di formazione specialistica per lo sviluppo delle attività comprese nel progetto.
 «Il laboratorio inaugurato a Huè - racconta il professor Cappuccinelli - è a un livello di biosicurezza 3, per cui si può lavorare tranquillamente anche in presenza di virus come quelli della Sars e dell’Aviaria e dei micobatteri della Tbc resistenti ai farmaci. Un riferimento importante che conferma la portata dell’iniziativa avviata dall’Università di Sassari».
 Il rafforzamento del sistema di vigilanza epidemiologica delle infezioni respiratorie in tutto il Vietnam centrale è cruciale per la lotta alle epidemie. “Individuando precocemente i casi sospetti - spiega Piero Cappuccinelli - sarà possibile limitare la diffusione su larga scala delle infezioni.
 Partecipano al progetto due dottoresse e un’infermiera vietnamite, ora impegnate in una fase di formazione a Sassari, con il professor Cappuccinelli per la microbiologia e col professor Susini per la terapia intensiva. Esse si aggiungono ai medici e paramedici, in tutto una decina, che si sono formati nella facoltà di Medicina di Sassari e presso altre strutture che partecipano al progetto, a partire dall’ottobre 2007. Tutti insieme costituiranno un team che opererà nelle varie province vietnamite.
 Un impegno di rilevanza mondiale che mette insieme ricerca e prevenzione e che è destinato a produrre risultati significativi e utili per salvare vite umane.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 13 - Fatto del giorno
LA POLEMICA 
Con la laurea a Gheddafi perdiamo tutti 
 
Giunti a questo punto, il problema più importante per il capoluogo sassarese sembra essere uno solo: dove sistemare la mega tenda a cinque stelle - che Muammar Gheddafi - si porta sempre dietro, in occasione del ricevimento della laurea honoris causa conferita al presidente libico, con imprudenza, dall’Università degli studi di Sassari: non si sa bene se a causa di un generoso lascito in moneta sonante, presumibilmente detratto dai 4 mila miliardi di euro promessi dal nostro premier (come risarcimento, giustissimo, ai danni provocati dal colonialismo fascista), oppure per ringraziarlo d’aver accolto nelle sue poco confortevoli prigioni gli extracomunitari rispediti al mittente nei giorni scorsi dal nostro intransigente governo di etnia longobarda, con propaggini laziali avanguardiste e addirittura etrusche.
 In verità, già il fatto di appartenere, geograficamente e storicamente parlando, ad un’etnia mediterranea un po’ troppo autonoma e più antica di quella brianzolo-celtica, avrebbe dovuto mettere in guardia i nostri accademici sulla necessità di addottorare un ex barbaro di etnia libico-africana, i cui antenati infestarono le nostre coste con intendimenti di rapina e di tratta degli schiavi. Ovviamente ci rendiamo conto che in tempi attuali i riferimenti storici possono apparire ambivalenti, visto che la pirateria si è aggiornata, capovolgendo i ruoli dei protagonisti (vedi il colonialismo di cui sopra). Tuttavia, approfondendo, magari anche un po’ semplicisticamente, il ruolo attuale di Muammar, ad esempio proprio nei confronti dei suoi «fratelli» africani, esuli per fame o per puro e semplice spirito di sopravvivenza, non appare del tutto indirizzato allo studio della salvaguardia del diritto alla vita e alla felicità altrui.
 Comunque sia, visto che ormai il conferimento della laurea è quasi ufficiale, ci permettiamo a questo punto di suggerire alcuni spazi cittadini in cui posizionare la location del maxi tendone del presidente democratico a vita, visto che la trasferta alla Maddalena per il G8 (come previsto in origine) è letteralmente saltata via con il terremoto abruzzese. Escludendo Piazza d’Italia perché magari Vittorio Emanuele s’inquieta, si potrebbe pensare alla zona di San Giuseppe, tra il Museo Sanna e le scuole elementari, previo abbattimento del Tribunale e delle carceri di San Sebastiano (che, fra l’altro, sembra che siano frequentati soprattutto da esponenti di etnia barbaricina).
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Sardegna
Presalari, proteste su Facebook 
Dagli assegni di merito ai Master & back: migliaia in attesa da mesi 
di Pier Giorgio Pinna
 
 SASSARI. Università e Regione, si aprono nuove polemiche. Per gli assegni di merito non pagati molti studenti protestano persino su Facebook. Tanti loro colleghi già laureati fanno altrettanto per le lungaggini sui fondi dei Master & back, i progetti per specializzarsi e poi rientrare a lavorare in Sardegna. Consistenti gruppi animano il dibattito. Si ribellano. Denunciano, non solo sul web, i ritardi della Giunta. Al centro delle accuse, soprattutto le procedure: «Troppo lente, troppo farraginose», dicono in parecchi. Ma in questo quadro di quasi rivolta arriva una notizia positiva, l’unica dopo svariati mesi: sul sito della Regione viene annunciata l’ufficializzazione della prima delle tre graduatorie di ammessi agli assegni (dai 3 ai 6mila euro ogni 12 mesi). L’elenco riguarda gli iscritti al primo anno di un corso di laurea, di laurea magistrale o specialistica a ciclo unico.
 Intanto si accumulano nuove querelle. L’anno accademico è cominciato da 9 mesi. I soldi non si vedono. I problemi sì. Eccoli. La mancata pubblicazione degli altri due elenchi definitivi. Le insufficienti o inesistenti risposte da parte dell’amministrazione sulle posizioni dei giovani in attesa dei contributi. L’impossibilità per tantissimi di accedere ai finanziamenti. Le contestazioni sui criteri per la campionatura e la verifica dei requisiti individuali.
 Un passo indietro nel tempo consente di capire meglio il perché del malessere. Tra la fine del 2008 e l’inizio di quest’anno, la giunta di centrosinistra interviene per dare una mano all’università. Il sostegno economico integrativo è del peso di svariati milioni. I beneficiati? Migliaia di sardi con un buon rendimento negli studi. A fare richiesta per ottenere i finanziamenti oltre 15mila giovani. Nelle liste per accedere alle risorse figurano iscritti nei due atenei dell’isola, in università sul Continente o all’estero.
 Analogo e ovvio consenso ottiene l’iniziativa Master & back. Anche in questo caso sono migliaia i laureati che presentano domanda di contributi. Tuttavia molte centinaia di loro, già durante il precedente governo di centrosinistra alla Regione, devono denunciare scarsa informazione sui meccanismi e ritardi nel versamento delle rate. Situazione che, stando alle numerosissime lettere e telefonate che continuano ad arrivare nelle redazioni dei giornali, prosegue tutt’oggi, con una continuità negativa che evidentemente sul piano amministrativo non conosce caratterizzazioni politiche. Nel frattempo alla Giunta Soru è infatti subentrata la Giunta Cappellacci. Che ha confermato l’impegno dei predecessori in entrambi i settori (il primo fa capo all’assessorato alla Cultura e pubblica istruzione, il secondo al Lavoro).
 Ancora oggi è così possibile trovare riscontro alle proteste in diversi siti sulla Rete. E accedere a un gruppo di denuncia sul popolare social network: «Facciamoci sentire: avremo i nostri assegni di merito!», scrivono i promotori che rimandano al link www.facebook.com /group. php? gid= 210058145323.
 «Abbiamo aspettato con pazienza, consapevoli delle tempistiche burocratiche - è possibile leggere sul sito - Ma ci dicono che i ritardi dipendono da problemi di organico e che non si sa neppure esattamente quando saranno versati tutti gli assegni delle tre graduatorie. Ecco perché abbiamo deciso di aprire questo gruppo: è passato un anno e siamo ancora in attesa di risposte certe, chiare, definitive».
 E se parecchi genitori con la stessa Regione si lamentano spesso della mancanza di notizie dettagliate ed esaurienti da parte degli uffici, qualche altro studenti mette in risalto l’esiguità dei controlli sulle autocertificazioni per gli assegni di merito. Sul fronte Master & back, dopo una recente manifestazione di studenti a Cagliari, la giunta regionale ha dato assicurazioni sulla ripresa tempestiva dei versamenti. Per vedere come finirà non resta adesso che attendere.
 
Pagina 5 - Sardegna
Pubblicata la prima graduatoria 
Attesa per gli altri due elenchi di premiati 
 
CAGLIARI. Completata la prima graduatoria degli studenti che avranno diritto ai presalari regionali, le maggiori aspettative riguardano adesso le altre due liste legate agli assegni di merito. Ma in realtà c’è attesa di conoscere anche quella appena varata perché i nomi dei premiati non sono rintracciabili sul sito della Regione, così come in passato era stato fatto per le graduatorie provvisorie.
 Con ogni probabilità chi ha ottenuto i 3 o i 6mila euro (a seconda che studi nella propria città o fuori sede) dovrà aspettare la pubblicazione dell’elenco sul Buras o in altri bollettini interni della Regione.
 Nel frattempo arrivano altre informazioni. La prima notizia è che l’amministrazione sarda sta già procedendo al pagamento dell’assegno a ciascuno delle centinaia di studenti beneficiari inseriti nella prima lista. La seconda è che chi avesse cambiato conto corrente o residenza anagrafica deve darne «tempestiva comunicazione direttamente o mediante lettera raccomandata». Questo l’indirizzo: assessorato della Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport - Direzione generale - Servizio della formazione superiore e permanente, viale Trieste, 186, 09123 Cagliari.
 Un’altra notizia interessa la categoria numero 2. E cioè i ragazzi al primo anno di un corso di laurea magistrale o specialistica. Sono suddivisi per iscritti in facoltà scientifiche e non scientifiche. Tra breve, pochi giorni appena, dovrebbe essere pubblicata anche in questo caso la graduatoria definitiva.
 La categoria 3 comprende invece iscritti ad annualità successiva di un corso di laurea, di laurea magistrale o specialistica a ciclo unico o alla seconda annualità di laurea magistrale o specialistica, anche loro divisi per iscritti in facoltà scientifiche e non. Per tutti loro, informano ancora dalla Regione, «sono in corso di verifica le autocertificazioni di merito relative all’acquisizione del 100% dei crediti entro il 28 febbraio 2009».
 Infine, qualche altro dettaglio. Per il bando relativo a diplomati nell’anno scolastico 2007/2008 e iscritti all’università nell’anno accademico 2008/2009 è in corso di definizione la graduatoria provvisoria.
 Dal sito della Regione ulteriori avvisi. Le informazioni di carattere generale, e non informazioni sulla singola pratica, potranno essere richieste ai numeri telefonici 070.6064985 e 070.6064936, tutti i giorni, dal lunedì al venerdì dalle ore 11 alle 13 e, nei giorni di martedì e mercoledì, anche dalle ore 16 alle 17.
 
Pagina 5 - Sardegna
L’ASSESSORE LUCIA BAIRE 
«Daremo al più presto risposte a tutti» 
L’istruttoria riguarda quasi sedicimila domande Ma non c’è da preoccuparsi: ce la faremo 
 
CAGLIARI. L’assessore alla Pubblica istruzione, Lucia Baire (foto), getta acqua sul fuoco delle polemiche: «Non c’è da preoccuparsi - assicura - Tra pochi giorni renderemo noto anche il secondo elenco definitivo degli aventi diritto. I nostri servizi amministrativo, certo si sono assunti un impegno molto importante, significativo. Ma le procedure sono complesse, articolate, e le risposte in tempi brevi sino a oggi non state assicurabili esclusivamente per questo motivo».
 Nell’esecutivo di centrodestra guidato da Ugo Cappellacci l’assessore è subentrata a Maria Antonietta Mongiu, che negli ultimi tempi della Giunta Soru aveva seguito con particolare attenzione l’intera problematica legata ai presalari regionali. L’idea di fondo? Incoraggiare i ragazzi più bravi, a prescindere dai redditi della famiglia di provenienza, premiando la regolarità del percorso di studi soprattutto in ambito tecnico-scientifico.
 «L’istruttoria e il procedimento ha riguardato oltre quindicimila domande, forse in ultima analisi addirittura sedicimila - spiega adesso l’assessore Lucia Baire - Sapete quanto ci vuole per fare controlli e verifiche su ciascuna pratica? Beh, non è semplice. Non a caso adesso dovremo dedicarci rapidamente alla terza categoria di domande. E anche per quest’elenco sarà necessario portare a termine un delicato lavoro di campionatura e accertamento della veridicità delle dichiarazioni presentate. Tutti, comunque, si rassicurino: non prevediamo tempi lunghi». (pgp)
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 16 - Cronaca
Luogosanto, la cantina Mancini festeggia vent’anni di attività 
 
LUOGOSANTO. La cantina Mancini spegne le sue prime 20 candeline. Un importante anniversario che la casa vinicola celebrerà in due momenti. Il primo sarà giovedì a Cagliari, il secondo si svolgerà sabato per tutta la giornata a Luogosanto nelle tenute di Piero Mancini, a Balajana. Appuntamento alle 10 con la tavola rotonda, coordinata da Pasquale Porcu, «Le nuove frontiere della cosmesi: dall’uva un calice di bellezza». Relatori i docenti universitari Bianco (La Sapienza, Roma), Bonina (Catania), Nieddu (Sassari), Serafini (Efsa Parma), Tramontano (Studio Tf-Farm, Roma). Dopo un ricco buffet e la consegna di una borsa di studio alle 17 lo scrittore e giornalista Luca Goldoni presenterà, con Aldo Brigaglia, il suo ultimo libro, «Le mani sul fuoco». Al termine una degustazione di vini. Luca Goldoni presenterà la sua ultima fatica letteraria anche due giorni prima a Cagliari, alle 19 all’Orto Botanico dell’università. Seguirà alle 20 la presentazione degli ultimi nati della casa vinicola: Antiche Cussorgie, Mancini Primo, Falcale e Scalapetra. La degustazione, accompagnata dalle delizie di Arzana e del suo Gennargentu, sarà guidata da Angelo Concas.(al.pi.)

7 - altravoce.net
Il Campus dei desideri è integrato
Ma il Rettore punta su La Playa: «Io avrei già iniziato a scavare»
di Cinzia Isola
 
La storia infinita del Campus, come ogni telenovela, che si interrompe sempre sul più bello, può contare su un altro episodio. Ad aprire il confronto sulla nuova serie, puntando inconsapevolmente i riflettori sulla celebre incompiuta, l'incontro pubblico “La città degli studenti d'Europa. Cagliari futura”, forum organizzato dall'Urban center a Palazzo Siotto.
 
La presentazione dell'indagine condotta da tre studenti universitari iscritti al comitato di studi sulla città , inaugurato recentemente, è un ottimo pretesto per riavviare la discussione su un tema caro agli studenti. Caro, nel senso monetario del termine: ogni anno centinaia di studenti, si dice duemila, restano dentro le graduatorie degli aventi diritto, ma fuori dalle case dello studente. Sottodimensionate rispetto alle richieste e alle necessità di migliaia di studenti fuori sede. Costretti a pagare onerosi affitti, spesso in nero, per poter studiare in città.
 
Il titolo della mini inchiesta sul mondo universitario lasciava ben sperare: “Cagliari città universitaria europea: analogie e confronti, la società degli studenti”. Peccato che, nelle conclusioni, le riflessioni degli studenti abbiano voluto giocare col fuoco delle provocazioni, bruciandosi con ipotesi azzardate e fantasiose, ad essere clementi. Tutto parte dal confronto tra l'offerta universitaria dell'Ateneo cagliaritano e le università di Bristol e Valencia. Due modelli differenti, ma efficaci ed efficienti: la prima interprete dello studentato “diffuso”, la seconda utile ad introdurre l'ipotesi del campus “separato” in città.
 
Ed è proprio da qui che è scaturita l'ipotesi finale di un campus da realizzare a Sant'Elia: ma non, come anticipato nelle pagine del Sardegna, al posto del Betile. Bensì nei parcheggi dello stadio. Sembra uno scherzo ma, assicurano gli studenti, voleva essere solo una provocazione. Si capisce. Ma, al di là dell'improbabile location, il problema non è questo. Da anni si parla di studenti al centro della città e poi si vorrebbero trasferire in una delle aree più problematiche della città. Come se non bastasse l'incubo quotidiano di tanti studenti costretti alla periferica mensa di via Premuda, dove negli anni non sono mancati episodi di violenza gratuita, scaturita dalle gravi condizioni di degrado sociale del quartiere.
 
Non a caso il neo Rettore Giovanni Melis, alla prima uscita pubblica, ha manifestato palesi perplessità: «Ho capito la provocazione, ma l'idea del Campus a Sant'Elia mi ha un po' preoccupato». Un intervento breve ma incentrato sul vecchio progetto arenato nelle stanze del potere, dove si sono consumate in danno degli studenti, le beghe politiche di Comune e Regione. Fino a pochi mesi fa vestite di diverso colore. Il progetto dell'ex semoleria, quello disegnato dall'architetto brasiliano Paulo Mendes da Rocha e finanziato dall'Ersu. Lo stesso a cui la Regione, guidata dall'allora governo Soru, diede il via libera nell'aprile del 2007.
 
«Io lo dissi al presidente dell'Ersu - ricorda Giovanni Melis - “io al tuo posto avrei già scavato, poi si sarebbero fatte le varianti”». Da questo punto di vista il Rettore è categorico: «Sono assolutamente d'accordo con la realizzazione del Campus a La Playa - sottolinea Melis - non si può più dilazionare la realizzazione di mille posti letto, al di là delle cubature». Già, le cubature. Sono state proprio queste lo scoglio della versione ufficiale, quella tecnica. La giustificazione allo stallo tutto politico.
 
Ne ripercorriamo brevemente le tappe principali. L'idea di realizzare un campus risale al 1999, le risorse (17milioni di euro) furono recuperate. Un progettino da 220 posti letto da realizzare insieme al centro direzionale dell'Ersu nell'area dell'ex semoleria. In mezzo c'erano anche un albergo e dei parcheggi. Corollario mal visto dai più e rigettato dal consiglio d'amministrazione dell'Ersu. Nel 2006 l'idea allarga gli orizzonti. Nell'area dovrà sorgere un campus da mille posti letto con strutture e servizi interamente dedicati agli studenti: mensa, sale studio, auditorium, aree verdi e parcheggi interrati. Cresce il volume dell'affare e cresce quello delle cubature. Troppo, alla fine, per il Comune di Cagliari, che blocca il piano.
 
Il progetto, che porta la firma eccellente del premio Pritzker 2006, Paulo Mendes Da Rocha, viene bloccato. Il 2008 è l'anno chiave di tutta la vicenda. Che non riguarda solo il campus universitario, ma anche la riqualificazione del quartiere di Sant'Elia e la costruzione del museo regionale dell'arte nuragica Betile. Ovvero, l'Accordo di programma tra Regione e Comune che l'allora presidente Renato Soru e l'attuale sindaco Emilio Floris avevano sottoscritto a marzo del 2008. Ma le elezioni regionali, si avvicinano. Tanto basta a far sfumare un piano da 180milioni di euro per la città di Cagliari. Da qui, il colpo di scena: neanche un mese dopo, il 24 aprile, la maggioranza di centrodestra del Consiglio comunale boccia l'iniziativa del sindaco, boicottando la ratifica dell'Accordo.
 
Ritorniamo quindi ai giorni nostri. Con il Campus mai dimenticato dai diretti interessati, gli studenti. L'indagine degli studenti aderenti all'Urban center, come detto, è un pretesto. Ma è un ottimo pretesto per riaprire il confronto sul futuro della città universitaria che Cagliari vorrebbe incarnare. Stefano Gregorini, Andrea Deidda e Andrea De Guio - gli autori dell'indagine - servendosi di Facebook hanno raccolto 282 questionari compilati dagli studenti.
 
Domande semplici, che servono a misurare efficacemente il malcontento che serpeggia nel mondo accademico. “Sei soddisfatto delle strutture universitarie (mense, spazi sportivi)?Risposta: 219 no (78%), 63 sì (22%). Agli studenti si è chiesto poi di indicare i servizi più carenti dell'Università: in cima i trasporti (46%), a seguire gli spazi di aggregazione (28%), le agevolazioni fiscali (17,5%), la mensa (8,5%). Infine la domanda chiave: “Credi sia meglio un campus integrato oppure un complesso a se stante”?Le risposte non lasciano dubbi: il 78% opta per il campus integrato, il 22% sceglie il complesso a se stante. Gli studenti del piccolissimo campione preferirebbero il campus integrato, quello che dovrebbe coinvolgere i quartieri storici di Castello, Stampace e Marina.
 
Le riflessioni degli studenti hanno favorito l'intervento degli ospiti. Tra questi Gianfranco Carboni, presidente della circoscrizione centro storico: «Le due ipotesi, campus diffuso e campus separato, non si escludono, ma c'è un fatto che invece non va trascurato: circa duemila studenti aventi diritto non riescono ad accedere alle case dello studente». Decisamente sottotono politico l'intervento dell'assessore all'urbanistica del Comune, Nanni Campus. Non entra nel merito della querelle politica. Ma con la padronanza, che gli è consueta, dispensa pillole di saggezza. In particolare quando osserva che «l'Isola è stata penalizzata dalla storia, ma non dalla geografia». E che «la città deve essere consapevole degli studenti che ospita, ma soprattutto consapevole di essere una città». E ancor più quando sottolinea che «l'Università è un antidoto al sottosviluppo».
 
 
 
 
 
 

Questionnaire and social

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