Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 June 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Sardegna
«Sono il primo a volere il rinnovamento» 
Attilio Mastino replica a Pietro Luciano
Faccia a faccia nella corsa per il rettorato 
di Pier Giorgio Pinna 
 
SASSARI. «Attacchi e veleni non mi toccano: sono il primo a volere il rinnovamento dell’università, possiedo le energie e l’esperienza per realizzarlo e, una volta eletto, lo garantirò di certo». È ormai un duello alla luce del sole: a pochi giorni dal voto di giovedì per il rinnovo della carica di rettore, Attilio Mastino rilancia i tratti salienti del suo programma e replica al diretto avversario, Pietro Luciano. Il quale, in un’intervista con «La Nuova», aveva rivolto rilievi e accuse ai criteri di gestione dell’ateneo nel quale Mastino è stato prorettore per oltre undici anni.
 Professore di Storia romana, 59 anni, di Bosa, esperienze di scavi archeologici in Tunisia e Marocco, con incarichi internazionali, prima che a Sassari (dove oggi è docente ordinario) Attilio Mastino ha insegnato all’università di Cagliari, dal 1972 al 1981.
 - Ispezioni ministeriali, 52 milioni di tesoretto bloccati, piani di programmazione pluriennali fermi al palo: come replica alle contestazioni nei confronti della precedente gestione?
 «C’era da aspettarsi che le polemiche s’inasprissero negli ultimi giorni. Sono però sorpreso che il professor Pietro Luciano - evidentemente in difficoltà - non esiti a offendere l’università di cui è autorevole componente affastellando sospetti. Come quando, per esempio, presenta un’ispezione ministeriale di routine come una minaccia per l’ateneo».
 - Ma il suo avversario segnala problemi reali.
 «In verità è difficile cogliere il senso di tutto questo: è come se un ministro attaccasse il governo di cui ha fatto parte per anni, condividendo politiche e strategie. Luciano ha partecipato senza alcuna opposizione a tutte le delibere del Senato accademico. Ha condiviso una gestione che oggi sconfessa: fino a qualche giorno fa non c’era una sola delibera su cui in 4 anni ci sia stato il suo voto contrario».
 - A che cosa si riferisce, con esattezza?
 «Luciano scopre solo ora che i colleghi medici pretendono di ottenere le indennità di equiparazione (e personalmente ritengo sia giusto le abbiano). Poi si stupisce di un avanzo di bilancio certificato da tempo, in gran parte impegnato, che in realtà è indice di sana amministrazione. Un tesoretto di dimensioni ridottissime, peraltro: non più di 20 milioni. Che ci consentirà di affrontare senza patemi la riduzione imminente del fondo ordinario».
 - Sono però in tanti a sollecitare un cambiamento...
 «C’è da rinnovare la macchina amministrativa. Occorrono comportamenti che consentano di difendere il nostro prestigio internazionale e di migliorare la produttività nella didattica. Negli anni spesi al servizio dell’ateneo come prorettore ho avuto la possibilità di conoscere i complicati meccanismi che governano la vita universitaria. La provenienza da una facoltà umanistica mi ha consentito di avere una visione generale, ma non impedito di apprezzare le tante attività di trasferimento tecnologico a favore del territorio che i dipartimenti svolgono da tempo».
 - Sì, ma come fare, in concreto?
 «Il documento programmatico che ho distribuito in questi giorni indica principi, traguardi, metodi, strumenti. E, dove possibile, le risorse. Dobbiamo mettere a frutto opportunità di crescita e valorizzare al meglio il “capitale umano”, che deve diventare sempre più aperto, di qualità, proiettato su scala internazionale e con radici salde in Sardegna».
 - Quali gli obiettivi?
 «Dare agli studenti effettive possibilità di accesso. Garantire libertà d’insegnamento e ricerca. Migliorare gli ambienti di lavoro. Riconoscere l’impegno e la produttività nei dipartimenti, nei corsi di laurea, nelle prestazioni in conto terzi per il territorio, con forme di premialità».
 - E sul piano dei doveri?
 «Dobbiamo rafforzare le presenze in sede, le responsabilità personali, la disponibilità a sottoporsi a valutazione. Intendo riaffermare infatti alcuni principi: trasparenza, rigore, serietà professionale, passione civile, imparzialità dell’azione amministrativa, merito, lotta al clientelismo, al nepotismo, alle pressioni corporative o di appartenenza. E ancora: sussidiarietà tra dipartimenti, facoltà, uffici. Semplificazione amministrativa. Promozione culturale e sociale per tutti i meritevoli. Rinnovamento generazionale, Rilancio internazionale partendo dall’identità plurale dell’Europa e del Mediterraneo».
 - Progetti ambiziosi: riuscirà a realizzarli tutti?
 «Il mio programma è articolato. Indica le urgenze, le priorità, la scala dei valori. Ma certo ci si deve innanzitutto concentrare sulla riforma dell’attività formativa per garantire la qualità dei processi. Poi, sulle politiche reali di promozione e sostegno della ricerca, sulle problematiche dell’Azienda ospedaliera universitaria, sulle strategie funzionali agli obiettivi della facoltà di medicina. Infine, sui servizi riservati agli studenti, oltre che sull’organizzazione amministrativa della didattica».
 - E sul piano più complessivo della trasformazione?
 «Credo in una nuova metodologia di governo fondata su progetti e programmi di ampio respiro».
 - Già, ma nel frattempo ha buon gioco chi sostiene, come Luciano, che finora c’è stata la mancanza di piani pluriennali: che ne pensa?
 «Personalmente ho pubblicato una relazione al bilancio annuale con prospettive allargate ai periodi successivi. Ma di sicuro dobbiamo istituire un ufficio di programmazione e introdurre una contabilità economico-patrimoniale, così come dovrà fare ciascuna università italiana per la difesa dell’insegnamento pubblico».
 - Altre idee?
 «È indispensabile riorganizzare il modello gestionale con la totale revisione dello statuto dell’autonomia. Un particolare impegno va dedicato alla lotta al precariato dei ricercatori. Ulteriori priorità saranno la definitiva collocazione della sede di Economia e la messa a norma di Veterinaria ai fini dell’accreditamento europeo. È necessario infine un forte investimento per le strutture informatiche, per incrementare le competenze linguistiche e matematiche degli studenti, per la rete di relazioni con le altre università, per sostenere l’innovazione».
 - E i rapporti con la Regione?
 «Non esistono più i finanziamenti ministeriali per l’edilizia: l’amministrazione sarda dovrà allora colmare questo vuoto finanziando il completamento delle grandi incompiute».
 - Quali sono?
 «Il palazzo centrale dell’università, il complesso bio-naturalistico di Piandanna, l’Istituto dei ciechi e la stessa nuova sede di Economia».
 
2 – La Nuova Sardegna
 
3 – La Nuova Sardegna
 
 

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