Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 June 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Maria Del Zompo, esclusa dal ballottaggio: «Esperienza esaltante, la rifarei subito» 
«Non mi schiero con nessuno dei due candidati» 
«Gavino Faa e Giovanni Melis dovranno conquistarsi le preferenze del mio elettorato» 
«I concorrenti dovranno inserire elementi aggiuntivi nei loro programmi elettorali» 
ROBERTO PARACCHINI 
 
 CAGLIARI. «Per me è stata una bellissima impresa e ho imparato un sacco di cose... Ma ora non mi pronuncio per nessuno dei due contendenti rimasti. Sarebbe irriguardoso verso chi mi ha votato», Maria Del Zompo, farmacologa clinica, ricercatrice illustre allieva di Gian Luigi Gessa, rompe il silenzio che si era imposta subito dopo la sconfitta, forse per amarezza o per necessità di riflettere, nell’elezione del nuovo rettore dell’università.
 Nelle prime votazioni (del 21 maggio) Del Zompo aveva riportato 349 voti (risultando al primo posto), ma le ottanta preferenze in più prese giovedì scorso (429 in tutto) non le anno permesso di arrivare al ballottaggio. Partiti in cinque alla conquista della poltrona del Magnifico, due partecipanti alla gara (gli economisti Raffaele Paci e Antonio Sassu) si erano ritirati perchè risultati i meno votati, 240 il primo e 81 il secondo. E così alla seconda consultazione, oltre alla Del Zompo, erano rimasti in pista l’anatomo patologo Gavino Faa (entrato al ballottaggio con 452 voti) e l’economista Giovanni Melis (436, al secondo posto).
 L’elezione del nuovo rettore è una svolta storica anche perchè avviene dopo diciotto anni di regno dell’ingegnere-urbanista Pasquale Mistretta, preceduto da un altro record, quello del medico del lavoro Duilio Casula (dodici anni). In questi ultimi anni il mondo è cambiato e si richiedono nuove sfide, anche dagli atenei.
 - Professoressa Del Zompo, lei è partita con uno sprint che ha lasciato tutti sorpresi, ma giovedì è stata esclusa: che cos’è capitato?
 «I numeri dicono che un terzo dell’ateneo si è riconosciuto nel mio programma e nella mia figura. Ma fa parte delle regole del gioco democratico perdere anche per pochi voti. E il risultato va rispettato. Direi, però, che inizialmente sembrava che nessuno mi desse credito, invece...».
 -... ha ottenuto un risultato di tutto rispetto: chi sono i suoi elettori?
 «Espressione di un voto libero, diffuso orizzontalmente in varie facoltà, ma anche studenti e amministrativi. Tutti hanno visto in me una candidata in grado di cambiare e di rinnovare profondamente l’ateneo».
 - Poi la sconfitta: che cosa si rimprovera?
 «Beh, io non ero preparata a una competizione come questa e molte cose mi sono sfuggite. Nei giochi elettorali basta che un collega parta o che un altro abbia un impegno imprevisto e il risultato sfuma».
 - Come capita nei confronti democratici, possono esserci anche delle sfilacciature: in quest’ultima settimana lo scontro tra i tre contendenti è stato anche molto duro...»
 «Questa domanda non la deve fare a me. Da parte mia posso dire che la campagna elettorale si è basata sul confronto delle prospettive e dei progetti, e sugli impegni che si possono prendere coi dipartimenti per un’ipotesi di rilancio. Che poi nell’ultima parte della campagna ci siano state interazioni di altro tipo, può darsi, così come - forse - queste possono avermi danneggiata».
 - Quali interazioni?
 «Io ne sono fuori, non lo chieda a me».
 - Circa un terzo dell’elettorato ha scelto Del Zompo puntando, come lei afferma, al cambiamento: pensa che questo fatto debba avere un peso nel prossimo rettorato, chiunque dei due candidati vinca?
 «Certamente. E credo che i colleghi che mi han dato la loro preferenza, lo richiedano».
 - Pensa di fare qualche alleanza prima del ballottaggio di giovedì prossimo?
 «La novità del mio voto è che è stato libero e individuale. Quello che succederà nella prossima tornata non lo so proprio. Penso che i due concorrenti cercheranno di trovare dei punti di contatto col mio programma per intercettare le preferenze, in precedenza date a me».
 - E lei chi dei due candidati rimasti preferirebbe fosse eletto?
 «Non mi esprimo: per rispetto verso i due colleghi, da un lato, e verso chi mi ha dato il voto, dall’altro. Credo che dovranno essere i due candidati a doversi meritare le preferenze del mio elettorato con elementi aggiuntivi ai loro programmi. Poi ci sarà anche qualcuno che sceglierà di non votare».
 - Per conquistare i suoi elettori, Faa e Melis che cosa dovranno prendere dalla sua piattaforma?
 «Io parlo molto di università generalista, di ricerca al primo posto, di didattica di qualità ma non scollegata dalla ricerca e di molti servizi comuni».
 - Lei andrà a votare?
 «Certamente, ma non le dico che cosa farò».
 - La sua è stata l’ultima candidatura al rettorato: che cosa le ha fatto decidere di impegnarsi?
 «La mia decisione è nata nel momento di forte crisi economica, quando si profilavano anche tagli ai fondi per gli atenei e per Cagliari un declassamento. Da qui è nata la volontà di impegnarmi, per non lasciare niente di intentato ed evitare di finire, come ateneo, agli ultimi posti. Ho cercato di dare il mio contributo».
 
 

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