Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 May 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
L’UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
IL SARDEGNA (ePOLIS)
 

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 16
Spuntano le prime alleanze sull’asse economico-giuridico dopo la conta dei voti
Rettore, Paci si ritira: «Voterò Melis»
Il 4 giugno tre sfidanti in campo. Resta l’incognita Sassu
Si profila una sfida a tre nella competizione del 4 giugno per la poltrona del rettore. Il polo economico-giuridico definisce le ultime mosse
 
Ormai è ufficiale: Raffaele Paci si ritira dalla corsa per il rettorato dell’ateneo cagliaritano. Il docente di Economia applicata di Scienze politiche, che il 21 maggio ha ottenuto 240 voti aggiudicandosi il penultimo posto nella competizione elettorale a cinque, è il primo a gettare la spugna e ad annunciare che non si presenterà al prossimo turno elettorale del 4 giugno. Resterà però “fedele” al suo polo economico-giuridico sostenendo il collega di Economia Giovanni Melis, il più votato (266 preferenze) fra i tre candidati di viale Fra Ignazio.
LA LETTERA «In democrazia ciò che conta sono i voti, scrive Paci nella lettera agli elettori ed elettrici, «e non gli attestati di stima: prendo atto che il risultato, pur lusinghiero, è certamente inferiore alle aspettative e tale da non offrire prospettive utili in vista del ballottaggio. Credo che ciascuno debba sempre essere pronto a fare un passo indietro per favorire soluzioni che possano comunque essere di beneficio per l’ateneo. Pertanto d’intesa con i colleghi con i quali ho condiviso questo progetto - aggiunge Paci - ritengo che l’unica scelta coerente che posso fare per facilitare il processo di selezione dei candidati sia quello di ritirarmi e adoperarmi affinché il prossimo rettore possa in qualche misura portare avanti il progetto di rinnovamento rigoroso e innovativo dell’ateneo. Informo - conclude - che nel prossimo turno darò il mio voto a Giovanni Melis». Del suo ritiro si è parlato in un incontro di ieri con i tre presidi del polo, Deiana (Giurisprudenza), Piras (Scienze politiche) e Pavan (Economia): c’era Paci, Melis e, sorpresa, anche Maria Del Zompo. Presenza che ha fatto correre la fantasia di molti.
CONTATTI E MOSSE Salvo contrordini, Melis sarà il terzo sfidante della seconda tornata elettorale e dovrà vedersela con i primi due più votati, Del Zompo e Gavino Faa, entrambi candidati di Medicina. Ufficialmente è ancora in corsa anche l’economista Antonio Sassu che, sino a ieri, non aveva ancora fatto comunicazioni. Che fine faranno i suoi 81 consensi? Per ora il diretto interessato non ha sciolto le riserve: «Non ho ancora deciso - precisa Sassu - né sono stato contattato dagli altri candidati del polo».
IN CORSA Dal canto suo il docente di Economia aziendale, Giovanni Melis, affila le armi e, fatti salvi i voti di Paci, si prepara a rappresentare il polo economico-giuridico. «Dovrei essere io a restare in gioco - spiega Melis - a differenza dei due avversari di Medicina, noi del polo rappresentiamo la coscienza critica e il segnale di discontinuità rispetto alla gestione precedente, nella quale gli altri due candidati hanno rivestito ruoli di prorettori e delegati. L’essere innovativi è uno dei motivi che ci spinge ad andare avanti». A meno di un ripensamento dell’ultim’ora. Si vedrà.
CARLA RAGGIO 

 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
UNIVERSITA’ 
Paci si ritira: «Voterò per Melis» 
Tre candidati ufficiali al nuovo turno del prossimo 4 giugno 
 
CAGLIARI. E’ ufficiale, Raffaele Paci non si presenterà alle elezioni per il rettore nella tornata del 4 giugno. Lo ha annunciato nel suo blog con un congedo dalla competizione e un impegno: restare in pista «per migliorare il nostro ateneo». Il 4 giugno Paci dichiara che voterà per Giovanni Melis: «Sempre mantenendo la linea di trasparenza che ho seguito in questa campagna, informo che nel prossimo turno darò il mio voto a Giovanni Melis, rispettando così gli accordi presi all’inizio della campagna elettorale». Con garbo, non manda a dire che il risultato elettorale «pur lusinghiero, è certamente inferiore alle aspettative». In apertura della sua lettera: «Desidero innanzitutto ringraziare quanti mi hanno voluto dare la loro fiducia con il voto e anche le numerose persone che in questi mesi mi hanno manifestato stima e apprezzamento per il programma ma che hanno poi preferito fare differenti scelte di voto».
 «Sono stati mesi di grande impegno - continua Paci - che mi hanno permesso di conoscere a fondo le diverse realtà del nostro ateneo durante una campagna elettorale nella quale ho sempre cercato di essere coerente e chiaro nelle facoltà e dipartimenti, con il personale tecnico amministrativo e con gli studenti. In democrazia - sottolinea il docente - ciò che conta sono i voti, e non gli attestati di stima, e prendo atto che il risultato... è tale da non offrire prospettive utili in vista del ballottaggio. Io credo che ciascuno di noi debba sempre essere pronto a fare un passo indietro per favorire soluzioni (anche diverse da quelle sperate inizialmente) che possano comunque essere di beneficio per l’ateneo. Pertanto, d’intesa con i colleghi con i quali ho condiviso questo progetto, ritengo che l’unica scelta coerente che osso fare per facilitare il processo di selezione dei candidati sia quello di ritirarmi e adoperarmi affinché il prossimo rettore possa in qualche misura portare avanti il progetto di rinnovamento rigoroso e innovativo dell’ateneo che è stato alla base della mia candidatura».
 Insomma Paci chiude il suo capitolo personale e punta sul collega di polo: cosa faranno gli altri 239 colleghi, studenti, personale non docente che lo hanno votato? Tutti disciplinati su Melis oppure punteranno su uno dei due «medici»? Nell’analisi del voto è risultato che il polo giuridico-economico si sia espresso con una certa compatezza sui propri candidati.
 La domanda è: Melis resta un concorrente per vincere? I voti sommati fanno quasi il numero necessario per passare il 4 giugno (ci vuole la maggioranza assoluta dei votanti, che il 21 maggio sono stati l’87 per cento degli aventi diritto al voto e il conto è fatto su queste percentuali). Medicina si è divisa in due, Ingegneria non è più un catalizzatore di voti, sono andati in ordine sparso, anche Scienze e Lettere non hanno puntato su un solo candidato, di queste elezioni è autentico un rilievo fatto da tutti i candidati: sono state elezioni dei singoli aventi diritto, neppure in modo informale si sono avuti i pronunciamenti dei dipartimenti a favore di un candidato come avveniva in passato. I voti, in altre parole, rispecchiano le convinzioni di ciascuno. Forse, ora, il lavoro di ricerca del voto deve puntare su chi non ha votato: 300 persone, abbastanza per assegnare una vittoria a ciascuno dei tre candidati.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
RICERCA SULLA POVERTÀ 
Giovani e donne, la fragilità dell’isola 
I risultati di uno studio sull’emergenza economica della sociologa Aide Esu 
 
CAGLIARI. Una società fragile e vulnerabile. E’ la fotografia della Sardegna quando non si inquadrano esclusivamente villaggi turistici e alberghi a cinque stelle, ma si zoomma sulla borsa della spesa delle persone, sulla funzionalità delle case, dei servizi sociali, soprattutto sulla storia di diplomati e laureati senza lavoro, di padri di famiglia “rottamati” a 50 anni d’età, sulle acrobazie familiari per sbarcare la terza settimana del mese. La povertà lascia il segno e non può essere diversamente, giacchè ormai - dicono le statistiche ufficiali - nell’isola la quota di famiglie povere e a rischio povertà si attesta al 26,5% per un totale di 154.500 nuclei familiari. Numeri ricavati puntando l’obiettivo su reddito e consumi, ma anche sul deficit monetario e sulla distanza delle famiglie sarde dalla linea di povertà. E’ stato calcolato che nel 2002 quasi il 50% delle famiglie povere isolane aveva bisogno ogni mese di almeno 200 euro per raggiungere la soglia della povertà. Una percentuale probabilmente cresciuta di pari passo con i numeri del malessere: incidenza della povertà relativa a quota 22,9%, disoccupazione pari al 12,2%, tassi di irregolarità nel mercato del lavoro vicini al 21%; ammortizzatori sociali schizzati a livelli altissimi (ore di Cig ordinaria aumentate del 500%).
Le cause della povertà individuali e poi familiari non sono deterministicamente prodotte dalla storia e dalla geografia e neppure si ritrovano nel Dna individuale. “Reddito insufficiente e periodo di disoccupazione sono i fattori che esercitano il peso più rilevante - scrive Aide Esu docente di Sociologia Politica nel nostro Ateneo, autrice di uno studio sulle dimensioni della povertà nell’isola, che sarà presentato dopodomani a “Scienze Politiche (ore 17) - anche se in misura differente tra maschi e femmine. Per queste ultime, infatti, il motivo principale delle difficoltà economiche permane il reddito insufficiente, segno della accentuata vulnerabilità femminile, per i maschi è invece la perdita del lavoro a costituire la discriminante primaria”. Tra 15 e 29 anni la causa principale della crisi è la disoccupazione (63,7%). Scende a 36, 4% tra 30 e 44 anni, ma comunque rimane oltre il 20% anche con l’avanzare dell’età: del lavoro, dunque, non si può fare a meno neppure quando la carta d’identità punta in alto. A star peggio come sempre sono le persone meno attrezzate culturalmente: oltre il 70 per cento dei senza titolo o solamente con la licenza elementare. L’emergenza economica ha coinvolto - secondo l’Indagine multiscopo Istat del 2002 - il 10,%% dei laureati e il 10,2% dei diplomati. Problemi economici non passeggeri destabilizzano un terzo della popolazione isolana, media borghesia compresa”. La frequenza delle difficoltà testimonia - dice Aide Esu - dei vincoli strutturali del mercato del lavoro isolano e la permanenza dello stato di disoccupazione associato a un’elevata frequenza di reddito insufficiente”. Malattia, morte, separazioni e divorzi, quindi spese in più, non solo accentuano ma ripetono le emergenze economiche.
La ricerca scientifica conferma, dunque, le ripetute diagnosi sindacali: “Quella sarda è una società fragile per un problema di occupazione giovanile e femminile. Purtroppo - aggiunge Aide Esu - la vulnerabilità cresce anche perché non si vede una politica organica di lotta all’esclusione sociale”. Bisogna intervenire. Ma come? “Con un atto programmatorio - spiega la docente - che tenga conto di tutte le vulnerabilità e individui per ogni tipologia interventi e politiche specifici. Non fermiamoci al singolo dato. E’ importante rimuovere le ragioni profonde della povertà, lavorando sul potenziamento delle possibilità e delle capacità delle persone. Dove c’è analfabetismo si porti cultura; dove manca professionalità si introducano arti e mestieri specialistici; dove la povertà è grande ma la voglia di fare è tanta si arrivi col microcredito e l’incentivo all’impresa”. L’Unione europea ha proclamato il 2010 anno della lotta alla povertà - in Europa sono 75 milioni i “sans argents” - e si prevedono interventi comunitari a largo raggio. Un’occasione da non perdere.
Mario Girau 
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 16 - Cagliari
«Ogliastramente» a Tortolì con un convegno sull’economia 
 
TORTOLI. Si è presentata all’Ogliastra con il riuscito convegno “Angoli di crisi. Il crollo del capitalismo puro, punti di vista su una crisi economica annunciata”. La nuova associazione politico-culturale “Ogliastramente”, con sede a Tortolì e presieduta da Stefano Pisano ha fatto centro. «Si è parlato con grande attenzione - spiega il giovane presidente - anche degli angoli della crisi, dei diversi riflessi del fenomeno del secolo sull’Italia e sulla Sardegna; le risposte dei governi e le nuove politiche economiche. Oltre a questo, degli effetti sociali di una contrazione che investe tutti i settori dell’economia; della crisi del consumismo sfrenato e l’impatto sul mondo del lavoro». I lavori sono stati coordinati da Ermanno Onnis (Pd). Oltre al presidente di “Ogliastramente”, hanno tenuto interventi Francesco Pigliaru, professore ordinario di Economia nella facoltà di giurisprudenza dell’Università di Cagliari; il deputato Andrea Martella (responsabile nazionale del Pd per il Dipartimento infrastrutture): il vice presidente della commissione Esteri del Senato, Antonello Cabras. «La prima finalità della nostra associazione politico-culturale “Ogliastramente” - precisa Pisano - è quella di riportare la politica in Ogliastra, proponendo tematiche locali, ma anche nazionali e internazionali, e stimolando attorno a esse un confronto continuo e profondo». (l.cu.)
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Allarme. Mappatura delle zone a rischio attorno a via Peschiera, sprofondata di colpo il 7 agosto 2008 
Crolli nelle strade, una mappa dei rischi 
Incaricato Gaetano Ranieri, ordinario di Geofisica applicata 
Il piano urbanistico non tiene conto della natura dei terreni: sotto esame piazza D’Armi che fu tutta una cava 
 
CAGLIARI. A caccia dei vuoti sotto la città. Il 7 agosto 2008 in via Peschiera si apriva un buco nella strada e il Comune, dopo un studio attorno a quella cavità, ha deciso di estendere la ricerca con la tecnica non invasiva (non si scava) utilizzata da Gaetano Ranieri ordinario di geofisica applicata nella facoltà di Ingegneria. Servirà per sapere cosa si deve temere tra piazza D’Armi e via Is Mirrionis. E’ noto che il capoluogo riposa su un reticolo di vuoti e pieni, il servizio di Protezione civile del Comune ha deciso di studiare, capire, risolvere.
 Venti giorni fa Ranieri ha firmato la convenzione col Comune. Nel giro di un mese consegnerà una sorta di mappa delle cavità nelle strade tra piazza D’Armi e via Peschiera, dietro la via Marengo su cui si affaccia la facoltà di Ingegneria. Il docente non farà carotaggi: si servirà di tecniche microgravimetriche e di metodi di tomografia sismica. Vuol dire che girerà con apparecchiature da appoggiare sul terreno e basta: niente cantieri, transenne, deviazioni di traffico. Il metodo gravimetrico in parole povere rileva i contrasti di densità tra i vari tipi di roccia e tra la roccia e le eventuali cavità. Dopo il cedimento di via Peschiera il Comune ha fatto qualche foro, c’è la conferma di quel che si sapeva, vale a dire che Cagliari è appoggiata su strutture minerarie, reperti archeologici, detriti e il suo sottosuolo ha molti vuoti. Con le tecniche della geofisica applicata, la materia insegnata da Ranieri, si può arrivare a una mappatura in modo abbastanza veloce e scientificamente apprezzabile a costi non elevati. Naturalmente, studiare non basterà, una volta fissato su carta il reticolo di vuoti e pieni bisognerà valutare la pericolosità della situazione. Secondo Ranieri conoscere la situazione del sottosuolo serve anche a intervenire con maggiore puntualità in caso di cedimenti: in via Peschiera il buco non è stato studiato subito, lo si è riempito di pietrame che sarà difficile rimuovere se si dovesse decidere di esplorare in profondità. «E’ sempre meglio valutare subito cosa c’è nel terreno», suggerisce per il futuro il docente. Il Comune, insomma, con lo studio appena richiesto, intende attrezzarsi.
 Quel che Ranieri troverà in parte è noto: piazza D’Armi si sa che è appoggiata su un grande vuoto. «Era la miniera da cui sono state cavate le pietre per costruire Cagliari, dai Romani in poi», spiega il docente. Ma sono anche altre le cause dei buchi sotto la città: «Qui c’è molta storia e quindi molta archeologia, poi ci sono dilavamenti di tipo carsico. L’acqua, a Cagliari, produce instabilità del terreno: scava e lascia i vuoti. L’abbiamo visto anche a Villanova e a Stampace. Probabilmente in sede di studio del piano urbanistico bisognerebbe tenere conto di valori oggettivi, come il risultato di una microzonazione fisica - spiega il professor Ranieri -: è una tecnica che si applica da una decina d’anni e che serve per valutare la tenuta di un terreno». Ranieri racconta di un caso che farà scuola: a L’Aquila c’erano due palazzi gemelli, uno costruito sulla sommità della collina, l’altro a valle, collegati da una strada. Col terremoto, quello a monte ha tenuto, l’altro in basso ha fatto 26 morti. «Un grave errore degli ingegneri - commenta Ranieri - è non indagare abbastanza sulla natura dei terreni sui quali poggeranno gli edifici. La distruzione del palazzo dell’Aquila a valle della collina è stata causata da un fenomeno che purtroppo ho constatato non sempre i progettisti conoscono a fondo: l’onda sismica arriva a raddoppiare la sua forza se il terreno è sedimentato. E c’è una relazione esatta tra lo spessore dello strato del terreno e l’altezza di un edificio per restare in sicurezza. La microzonazione è quella che stiamo applicando a Cagliari per studiare il terreno dopo il crollo della strada». Il futuro, secondo Ranieri, è fatto anche di un migliore rapporto tra geologi e ingegneri, e quindi di un approfondimento, da parte dei geologi, delle materie che servono per studiare un terreno sul quale un ingegnere dovrà progettare un edificio: «Il distacco tra le due figure professionali esiste - afferma il docente - e non li aiutano le rispettive formazioni. Geofisica applicata è stata tolta da vari corsi di laurea in Ingegneria, nella scuola di Geologia le materie dell’indirizzo applicativo sono in minoranza e la questione fondamentale della portanza di un terreno non viene approfondita». E’ il grande tema della prevenzione per esempio dei terremoti: una volta che la previsione del momento in cui si scatenerà un sisma non può essere precisa sul luogo esatto, ecco che è più facile concentrare gli sforzi sulla costruzione di edifici sicuri. Un aiuto potrebbe arrivare da una modifica alla legge sulle gare d’appalto per i progetti: se per l’indagine geologica si fissa una cifra e questa è al ribasso, non si potrà sperare di affidare tale delicato incarico a chi può condurre l’indagine più approfondita.
 
6 – La Nuova Sardegna
Prima Pagina
«Newton era gay», rivolta antiprof 
Cagliari, testo universitario di geografia diventa un caso 
 
CAGLIARI. È bufera sul testo di geografia in tre tomi del professor Emilio Biagini, 69 anni, genovese, materia d’esame per gli studenti di Lingue e letterature straniere. Singolari giudizi - che spaziano dall’Aids all’aborto, dal darwinismo a Newton alchimista gay - hanno indispettito gli studenti che si sono rivolti al preside per chiedere l’abolizione del testo. Il caso è al vaglio del consiglio di facoltà e dell’ufficio legale dell’ateneo.
 
Pagina 4 - Sardegna
«Black Bloc colpa dei Beatles», guerra al prof 
Cagliari, dopo l’attacco degli studenti il preside invita il docente a ritirare i suoi libri 
Dall’Aids all’aborto, da Newton al Titanic, contestati i testi di geografia: «Sono faziosi» 
MAURO LISSIA 
 
 CAGLIARI. L’Aids? Non è un’epidemia, non fa paura, riguarda soltanto omosessuali e tossicodipendenti, comunque esiste da sempre e usare il profilattico non servirebbe a difendersene «perchè coi virus ha l’efficacia di un colabrodo». La teoria darwiniana dell’evoluzione? «Non dimostra nulla» ma convince i marxisti, che «finalmente non devono preoccuparsi di un dio creatore».
 Giordano Bruno? «Solo una spia eretica che tradiva i fedeli della chiesa cattolica per consegnarli al boia». E Newton, un poveraccio: «Gli intrugli alchemici che preparava gli servivano per tentare di mantenersi giovane in una relazione omosessuale con un matematico svizzero». Storicamente pericolosissimi i protestanti: «Dopo la loro invasione e in conseguenza di essa sono arrivati il divorzio, l’aborto, l’eutanasia e i serial killer».
 Per non parlare degli illuministi: loro sono semplicemente «sciagurati». Tempi e dottrine lontani, ai tempi nostri i danni li ha fatti il rock: sono stati «fracassatimpani come Beatles e Rolling Stones» a dare il via libera «allo sballo e al consumo di droghe, poi ai Black Bloc».
 Non lesina giudizi lapidari Emilio Biagini, genovese di 69 anni, docente di geografia alla facoltà cagliaritana di lingue e letterature straniere. Nei testi di cui è autore e che consiglia senza alternative agli studenti - ‘Ambiente, consumo e sviluppo, le isole Britanniche nel contesto globale’, edizioni Ecig, tre tomi, 40 euro l’uno - passa con disinvoltura dal racconto di quella signora venezuelana costretta a farla in una borsa perchè a Caracas trova tutti i cessi otturati - il che per il docente dimostra che «si è investito sui grattacieli senza pensare ai servizi igienici» - alla «segmentazione sociale» provocata da Sigmund Freud con la «demolizione della figura paterna» fino al problema attualissimo dell’immigrazione, che liquida con una certezza: «L’immigrato musulmano non si urbanizza ma tende a islamizzare la città in cui si inserisce».
 Quei testi esistono dal 2004, per quattro anni gli studenti si sono limitati a mugugnare. Poi, due mesi fa, una ragazza è arrivata a pagina 221 del terzo tomo e ha letto che per Biagini «la crisi della famiglia raggiunge la sua manifestazione estrema con l’aborto volontario, il genocidio del ventesimo secolo». Incerta se ricorrervi o no, la studentessa ha potuto verificare alla stessa pagina che solo in Gran Bretagna le vittime dell’interruzione volontaria della gravidanza «sono già non meno di cinque milioni» quindi «molto più del milione registrate complessivamente nelle due guerre mondiali».
 A quel punto è partita la prima lettera al consiglio di facoltà, poi la seconda - firmata da quasi tutti i nove rappresentanti degli studenti, sei indipendenti, due di centro-sinistra e uno di Cl - in cui il testo di Biagini viene definito «discriminatorio verso diverse categorie, sommario e al tempo stesso dogmatico nel suo giudicare» e ne viene richiesto il ritiro immediato perchè lo studente «non debba più studiare da un testo fazioso, che paralizza il pensiero critico e il contradditorio, che svilisce la dignità dello studente e dell’insegnamento universitario che dovrebbe ricevere». Irrintracciabile Biagini - neppure la segreteria della presidenza di facoltà è riuscita a metterlo in contatto con la Nuova Sardegna - è il preside Massimo Arcangeli a fare il punto su quello che sta assumendo i connotati del caso politico-culturale nell’ateneo cagliaritano, un caso che deflagra proprio mentre si decide chi sarà il successore al trono quasi ventennale del rettore Pasquale Mistretta.
 «Il consiglio di facoltà ha preso atto della lettera trasmessa dagli studenti e ha deciso di investire della questione i consigli di corso, i soli organismi deputati a valutare gli aspetti della didattica - spiega Arcangeli - io ho fatto verbalizzare che quei libri per me non sono congrui, in gran parte non c’entrano nulla con l’insegnamento della politica economica nè con quello della geografia, i rilievi degli studenti sono corretti». Quindi i testi andrebbero sostituiti «o almeno - aveva proposto il preside, come mediazione - bisognerebbe indicare un’alternativa». Soluzione che Biagini ha respinto.
 Provvedimenti? Interpellato l’ufficio legale dell’Ateneo e analizzati i regolamenti, il consiglio di facoltà sembra avere le mani legate: «E’ decisivo il parere dei consigli di corso - conferma Arcangeli - perchè senza un codice etico, che è stato elaborato dalla professoressa Maria Del Zompo ma non è stato ancora approvato, io devo essere garante sia della libertà del docente che del rispetto delle opinioni diverse, come quelle degli studenti». I quali sembrano tutt’altro che rassegnati: «Biagini insegna alla facoltà di lingue - avverte Lorenzo Carrogu, del consiglio di facoltà - dove studiano ragazzi di culture e fedi diverse da quella cattolica, oltre che atei. Noi crediamo che tutti meritino rispetto...».
 Forse lo meriterebbero anche gli ecologisti, che per l’estroso professore genovese «divinizzano la natura in una forma neopagana e considerano l’uomo alla stregua di un animale» e i massoni, bastonati senza tregua per quasi 1500 pagine.
 Biagini riesce a leggere in chiave cattolico-vendicatrice persino il naufragio del Titanic, perchè la nave è legata a Belfast «centro focale del conflitto etico-religioso che da secoli insanguina l’Irlanda». Cosa c’entra col disastro? Semplice: «E’ una vicenda emblematica di un’arrogante e blasfema concezione materialista miseramente fallita, le cui radici vanno ricercate nel furioso anti-cattolicesimo che permea una cospicua parte della cultura locale». Quindi non era un iceberg, ma Dio.
 
Pagina 4 - Sardegna
Alcune tra le frasi contestate 
Il Biagini-pensiero: femministe rovinose illuministi disonesti 
 
CAGLIARI. Ecco alcuni stralci dai testi di Emilio Biagini.
 Femminismo. «Il femminismo estremista, in particolare, si traduce non di rado in un rifiuto della maternità, vista come “ostacolo alla carriera”, ingiusta “sottomissione al maschio”, o semplicemente temuta per via delle doglie del parto. [...] La popolazione dell’Europa occidentale invecchia, ed è matematico che, se continueranno le tendenze attuali, si giungerà all’estinzione e alla sostituzione delle popolazioni europee da parte di immigrati, alieni dal femminismo e dall’omosessualismo, come ad esempio i musulmani».
 Aborigeni. «Se gli aborigeni vogliono inserirsi nello sviluppo moderno è indispensabile che rinuncino alla cultura paleolitica».
 Islam. «Società permeate dall’idea della sottomissione femminile, come quelle islamiche, sono lontane dall’apertura mentale necessaria ad un vero dinamismo sociale».
 Genova. «Aumenta l’immigrazione di poverissimi dal “terzo mondo” (soprattutto dall’Ecuador, ed occorre una bella dose di ottimismo per sperare che il paese dell’arbitro Moreno ne ricavi un qualche vantaggio) [...] Nella città dilagano bande di minorenni, per lo più nordafricani di recente immigrazione, che trovano facile preda nelle persone anziane che aggediscono per strada o dentro i negozi [...]. In compenso in consiglio comunale viene respinta la proposta di introdurre il Crocifisso nelle scuole e uffici pubblici».
 Contraccezione. «Non è che è un altro degli aspetti della congiura contro la vita».
 Medioevo. «Il Medioevo non piace ai nemici del Cristianesimo perché è l’età cristiana per eccellenza. E il seguito dello sviluppo, dal 1066 in poi, dimostra chiaramente quanto il logoro stereotipo illuminista e positivista anti-cristiano sia lontanissimo dall’onestà e dalla verità».
 
7 – Il Sardegna
Grande Cagliari – pagina 24
Università. L’ex preside di Scienze politiche rinuncia alla candidatura, nasce il “polo economico-giuridico”
Corsa al Rettorato, Paci esce di scena
Appoggio a Melis verso il ballottaggio
Ritorno alle urne il 4 giugno: “Passo indietro per favorire soluzioni positive per l’Ateneo”
Roberto Murgia
 
Una dice di voler evitare il declassamento dell’ateneo, l’altro taglia corto e già si immagina il «campus naturale al centro della città». Mentre Raffaele Paci si ritira ufficialmente dalla competizione, in vista del secondo turno per l’elezione del rettore, la domanda è: meglio appoggiare Del Zompo o Gavino Faa? Tradotto: chi tra i due dà più fastidio? Raffaele Paci, quarto con 240 voti alla prima tornata del 21 maggio, aggira la questione e annuncia, oltre al ritiro dalla gara, il suo voto a Giovanni Melis, terzo con 266 voti, e, soprattutto, rappresentante del polo giuridico economico di viale Fra’ Ignazio. L’obiettivo: fare in modo che arrivi al ballottaggio. Ma al posto di chi? Di Faa o di Maria Del Zompo? Considerando che l’ex preside di Scienze politiche appartiene all’area del Pd, mentre Faa - a sentire le indiscrezioni (e le idee sul campus diffuso che condivide con Floris) - sarebbe il candidato del centrodestra, è facile pensare che Paci si auguri un ballottaggio Melis-Del Zompo. Le sue motivazioni, in una lettera inviata a tutti i votanti per l’elezione del nuovo Rettore dell’Università di Cagliari: «Prendo atto che il risultato, pur lusinghiero, è certamente inferiore alle aspettative e tale da non offrire prospettive utili in vista del ballottaggio. Io credo che ciascuno di noi debba sempre essere pronto a fare un passo indietro per favorire soluzioni che possano comunque essere di beneficio per l’ateneo. Pertanto, d’intesa con i colleghi con i quali ho condiviso questo progetto, ritengo che l’unica scelta coerente che posso fare per facilitare il processo di selezione dei candidati, sia quello di ritirarmi e adoperarmi affinché il prossimo rettore possa in qualche misura portare avanti il progetto di rinnovamento rigoroso e innovativo che è stato alla base della mia candidatura ». Insomma, posto che è molto difficile immaginare Giovanni Melis, professore ordinario di Economia Applicata, vincitore al ballottaggio contro Faa o Del Zompo, intanto qualcuno - Paci- ha espresso la volontà di farcelo arrivare, al rush finale. Ma ai danni di chi? Della novità, dell’outsider che sembra piacere ai rappresentanti degli studenti, Maria Del Zompo, o del vincitore annunciato, il Gavino Faa vicino al centrodestra? Lo stesso che, già al primo turno del 22 maggio, veniva dato come il candidato più forte. E che, invece, anche solo per una manciata di voti (otto), è arrivato secondo.  

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