Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 April 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

L’UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA

1 – L’Unione Sarda
Cagliari – pagina 19
La corsa al rettorato. Il docente di Economia: serve un progetto condiviso da tutti
Un capitano d’azienda per l’Università
Melis: per gli studenti subito il campus di viale La Playa  
I programmi del candidato del polo economico giuridico in corsa per la seconda volta
 
Ha rimesso a posto i conti di molte aziende sarde e dice di avere le carte in regola per mettere ordine anche nella “sua” Università. Così ci prova, anzi ci riprova: già nel 2005, l’ex presidente del Cis, Giovanni Melis, ha vestito i panni del candidato-rettore sfidando l’onnipotente Pasquale Mistretta. Allora, proprio lui, l’aziendalista, non riuscì nell’impresa ma questa volta è diverso: si chiude un ventennio e l’Ateneo cagliaritano, che avrà sicuramente un nuovo capo, volta pagina.
D’altra parte la sfida con i due colleghi del polo economico-giuridico e i due “rivali” di Medicina non spaventa il docente di Economia aziendale di 63 anni: a fargli forza, confessa, è il sostegno di tanti colleghi che gli dà «il necessario entusiasmo» sufficiente per affrontare e, perché no - aggiunge lui - «vincere la sfida» per i prossimi 4 anni. Se diventerà rettore, si darà da fare per migliorare i risultati sul fronte della ricerca, della didattica e dei servizi (alla città). «Così possiamo competere», dice Melis. Che, da buon prof abituato a stare in cattedra, spiega meglio il concetto: «Vuol dire che così ci arrivano i soldini: ecco perché ci vuole un manager», ossia uno come lui, con esperienza manageriale alle spalle.
PROGETTO ALTERNATIVO «Continuo a pensare che l’Ateneo debba essere gestito meglio, con una nuova cultura basata non più sulla sommatoria di interessi personali ma su un progetto pluriennale condiviso e gestito in modo trasparente. In tutti questi anni non c’è stato il ricambio fisiologico della dirigenza, progressivamente sempre più attenta al solo consenso: serve un rilancio». Che servirà, ricorda Melis, a migliorare la reputazione dell’Università, il cui compito è di trasferire tutte le sue conoscenze al mondo produttivo e del lavoro. E a proposito dei ricercatori, «uno dei punti di forza del nostro Ateneo», hanno bisogno subito di un buon contratto di lavoro («l’ultimo risale all’80») e di un buon stipendio, assieme a uno status giuridico che riconosca il loro ruolo sia nella ricerca che nella didattica. Ma bisogna valorizzare «tutte le professionalità e competenze», anche del personale tecnico e amministrativo.
FINANZIAMENTI Naturalmente la politica del futuro rettore dovrà fare i conti con i tagli dei fondi statali. «È vero che i soldi sono pochi ma spesso li gestiamo male perché manca un progetto comune: le risorse per il funzionamento degli atenei verranno erogate in funzione dei risultati ottenuti nella ricerca e nella didattica. A partire dalle potenzialità della nuova legge regionale per la ricerca, occorre dunque costruire con la Regione un progetto organico per rafforzare i due atenei, che sono il centro di alta formazione e di ricerca più importante in Sardegna: non possiamo accettare che il taglio negli organici penalizzi la valorizzazione dei meriti acquisiti da tanti giovani». Un altro aspetto del programma riguarda la governance: «È necessario mettere ordine: bisogna spogliare il Senato accademico di tutti quei compiti che riguardano la didattica e che sono meglio gestiti dalle facoltà e dai corsi di laurea. Bisogna potenziare il decentramento e dare voce ai dipartimenti, tutto con più trasparenza e coinvolgimento».
STUDENTI E CAMPUS Passato per l’Ersu (è stato il primo presidente) Melis dice di conoscere il mondo dei ragazzi: i problemi dei fuoricorso, degli studenti lavoratori, dei pendolari (più posti letto e borse di studio). «Talvolta si ha la sensazione che gli studenti siano ospiti poco graditi: Cagliari è una città che non ha saputo utilizzare le potenzialità dei 15 mila fuorisede. Io dico: subito il campus in viale La Playa. Sono mille posti letto che concorrono ad abbattere il pendolarismo che penalizza il rendimento degli studenti. È un’occasione unica che va vista anche come un’attrazione culturale e turistica della città».
CARLA RAGGIO
 
Dalla presidenza dell’Ersu alla Banca Cis
Il curriculum. Ordinario di Economia aziendale, già preside di facoltà
   
Giovanni Melis nasce a Cagliari il 12 dicembre 1945. Ha sviluppato la sua carriera nella facoltà di Economia di Cagliari, una delle due (l’altra è Scienze politiche) del polo economico-giuridico che partecipa all’elezione del 21 maggio prossimo.
Dal 1990 è ordinario di Economia aziendale, disciplina che studia il funzionamento delle organizzazioni aziendali pubbliche e private. È presidente del corso di laurea in Economia manageriale, è stato preside della facoltà e direttore del dipartimento di ricerche aziendali. È stato il primo presidente dell’Ersu (Ente regionale per il diritto allo studio) rilevando, nel ’90, l’Opera universitaria.
Melis ha coordinato diversi progetti di ricerca d’interesse nazionale e pubblicato numerose monografie e articoli su riviste nazionali e internazionali. Nel ’96, fino al Duemila, ha ricorperto l’incarico di presidente di Banca Cis.
È componente della direzione nazionale della Società italiana di storia della Ragioneria e dirige una collana monografica di studi aziendali. Ha ricoperto diversi incarichi professionali come consigliere e consulente di diverse società ed enti pubblici, tra cui Insar e Carbosulcis. (c.ra.)
 
2 – L’Unione Sarda
Cagliari – pagina 19
Ateneo. Dati provvisori
Eletti i 120 tecnici e amministrativi «Ha votato l’80%»
   
Anche il personale tecnico e amministrativo ha votato giovedì scorso i 120 rappresentanti chiamati a partecipare all’elezione del rettore. I risultati sono ancora provvisori (consultabili sul sito Internet dell’Università di Cagliari) e per conoscere i nomi dei Grandi elettori si dovrà attendere sino a lunedì. Soltanto allora si potrà avere il quadro completo sull’elettorato attivo (gli studenti hanno già votato agli inizi di aprile e premiato, nell’ordine, Unica 2.0, Uxs e Ichnusa) che dovrà scegliere il Magnifico. Alle elezioni del personale Ata l’affluenza è stata alta: hanno votato in 948 su 1.164 aventi diritto, ossia l’81,27 per cento.
SINDACATI In attesa dei risultati definitivi anche i sindacati sono in fermento. Nei prossimi giorni la Uil riunirà i suoi iscritti per fare il punto sul voto e tastare gli umori degli elettori, in vista di una posizione unitaria da concordare con tutti i rappresentanti. «Martedì ci riuniremo per decidere e valutare insieme a loro quale candidato rettore sostenere», spiega il segretario della Uil-Università Ivana Locci. «Dai sondaggi risultano tendenze diverse anche all’interno della stessa facoltà: così una parte di Medicina è per la Del Zompo, l’altra per Fa. Anche Ingegneria è divisa anche se c’è una parte più schierata per il polo economico-giuridico: la verità è che in questa fase, con 5 candidati, è presto per dire chi vincerà. Penso che si andrà al ballottaggio». La segretaria della Uil vede comunque un elettorato molto motivato. «Gli amministrativi vorrebbero cambiare alcune cose - dice Ivana Locci - e ho paura che dovremo riprendere la lotta, visti i tempi che ci aspettano: noi della Uil eravamo abbastanza soddisfatti della gestione Mistretta».
LE STRATEGIE Dalla Cgil, invece, non arriveranno indicazioni sul candidato rettore da votare. «I sindacati non sono un partito politico - dice Pino Calledda, segretario Cgil per l’università e la ricerca - ci confronteremo sui programmi ma non faremo alcun nome: c’è ancora un mese di tempo e le differenze tra i candidati cominciano ad affiorare. Siamo certi che i grandi elettori avranno la maturità giusta per scegliere autonomamente il rettore. Dopo il confronto sui programmi, nell’incontro di qualche giorno fa, le idee sono più chiare per tutti: noi chiediamo che ci sia una maggiore capacità di fare sistema tra tutte le categorie». Per la Cgil l’elezione cade in un momento di lutto: un dirigente dell’Università, Paolo Deidda, impegnato in prima linea in queste elezioni, è stato stroncato da un infarto.
 
3 – L’Unione Sarda
Cagliari – pagina 20
Università, borse di studio
   
Duemila euro per ricerche in Italia, 5 mila all’estero. Giovedì scade il termine per la presentazione delle domande di partecipazione al concorso per il conferimento di borse di studio in favore di studenti universitari che svolgano tesi di laurea sui problemi della cooperazione allo sviluppo e della collaborazione internazionale. Le domande di partecipazione devono essere presentate all’Ufficio diritto allo studio, in via Sassari 85, a Cagliari. Il bando integrale del concorso è pubblicato nella "guida ai servizi a. a. 2008/09", in distribuzione allo sportello per il diritto allo studio, ed è anche consultabile nel sito internet dell’Ersu www.ersucagliari.it.

 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
«Il metrò conviene e vi spiego perché» 
Il presidente del Ctm ribatte all’Università «L’utenza c’è, improbabili i dati sui tram» 
di Mauro Lissia 
 
 CAGLIARI. Continua la battaglia a distanza sul sistema di trasporto per la città del futuro. Dopo la bocciatura secca del progetto-metrò da parte di cinque docenti del Crimm, del dipartimento di ingegneria del territorio («non c’è utenza sufficiente per un impianto da 520 milioni») a ribattere all’ondata di osservazioni critiche arriva il Ctm, che nell’utilità dell’underground crede sino in fondo: «Quella sulla metropolitana sotterranea è stata una contrapposizione di carattere prettamente ideologico da parte della precedente amministrazione regionale» avverte il presidente Giovanni Corona.
 La Regione pensava al progetto di una rete tramviaria il cui costo complessivo è stato stimato in 320 milioni di euro. Ma per Corona sono in numeri a dimostrare la convenienza dell’undeground: «Premesso che la metropolitana sotterranea è un’opera che si fa per il presente e per i prossimi cinquant’anni, noi siamo certi che sia possibile arrivare al pareggio nei conti della gestione già alla condizioni attuali, con gli attuali volumi di traffico passeggeri». Il servizio sarebbe infatti rivolto a un bacino di 402 mila abitanti, che con l’incremento previsto da qui al 2012 porterebbero a un totale di 508 mila. Da qui il conto è presto fatto: «Considerato che il traffico medio in ingresso e in uscita dalla città è di circa 120 mila veicoli al giorno, cui vanno aggiunti i 40 mila del traffico interno ai comuni dell’hinterland - avverte il presidente del Ctm - possiamo dire che ogni giorno si muovono 160 mila veicoli cui corrispondono 190 mila utenti». Ancora: a questi vanno aggiunti i 43 mila passeggeri delle linee 1, M, 30 e 31. Come dire che all’avvio del metrò Ctm potrebbe contare su 81 mila passaggeri al giorno. Secondo Corona «il pareggio di bilancio si otterrebbe con 40 mila passeggeri al giorno, con una contributizione pari a tre euro e mezzo al chilometro, il resto andrebbe a coprire una quota importante degli ammortamenti dell’opera».
 Questi per il Ctm sono i dati reali, calcolati sul campo. Quelli su cui si possono confrontare le due proposte: una, quella del Cirem - sostenuta dall’Università - consiste in 40 chilometri di metrotramvia a scartamento ridotto, quindi - secondo i tecnici del Ctm - senza alcuna possibilità di integrazione con la rete delle Fs, costerebbe 320 milioni. L’altra, quella del Ctm, mette sul tavolo 13 chilometri di linea metropolitana integrabile con la prima linea metrotranviaria realizzata da Fds e con la rete Rfi. Cui si aggiunge - a leggere la relazione tecnica elaborata dal Ctm - una linea filoviaria veloce di 14 chilometri per collegare le zone a sud della città con un sistema di trasporto a inquinamento zero. Qui il costo salirebbe a 540 milioni per 27 chilometri di rete: «A noi sembrano elementi piuttosto chiari per affermare la validità del progetto metrò, come ci è stato confermato dai tecnici spagnoli che l’hanno esaminato e migliorato». Peraltro Ctm si candida a gestire il progetto-metrò partendo da una realtà sotto gli occhi di tutti: «Il nostro servizio funziona e l’azienda ha bilanci in ordine, mentre il progetto delle linee di superficie è portato avanti da società che non hanno mai gestito in modo positivo le proprie realtà aziendali o da persone che non hanno specifica e comprovata esperienza nel settore». Una rivendicazione della serie: esperienza e risultati contano.
 Ma non finisce qui. Ctm attacca il progetto Cirem anche sui dati: «Secondo le tabelle disponibili - avverte il direttore generale Ezio Castagna - nelle varie linee ipotizzate i tram dovrebbero garantire una velocità media di 25 chilometri all’ora. Dovrebbero spiegarci come fanno, quando a Milano e Torino la media va da 8 a 12 chilometri all’ora...». Non solo: «Forse non si sono accorti che sul percorso esistono complessivamente 47 incroci, qualcuno sa di quanti metri ha bisogno per fermarsi un tram lanciato a 25 chilometri all’ora?».
 Restando alle cifre ufficiali, i tram del progetto Cirem costerebbero quasi 37 milioni di euro all’anno su ricavi complessivi previsti di 33,3 milioni. Il metrò promosso dal Ctm andrebbe sui 19,1 milioni l’anno, con ricavi di 28,2 milioni. Quindi - stando ai calcoli elaborati dai tecnici del Ctm - il metrò converrebbe anche sul piano strettamente economico, malgrado l’investimento di partenza sia superiore di 220 milioni rispetto al progetto alternativo.
 Resta un problema tutt’altro che secondario: l’invasività dei lavori di realizzazione e la possibilità, tutt’altro che teorica, di trovare resti archeologici importanti nelle viscere della città. Ma neppure questo sembra spaventare i vertici del Ctm: «Gli spagnoli sostengono che un impianto come quello progettato si può realizzare in quattro anni, mentre il rischio di imbatterci in reperti storici è inesistente perchè gli scavi andrebbero a venti metri sotto il livello attuale del suolo». Dove, secondo Corona, non c’è altro che sabbia.
 Possibilità di realizzare il progetto? «Siamo in una fase di attesa, i soldi arriverebbero da fondi Fas e Fers, per la qualità di vita dei cagliaritani il metrò sarebbe un grande passo avanti».
 
 

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