Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 February 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa

L'UNIONE SARDA
1 - L'Isola da rilanciare, ora serve un progetto, editoriale di Giuseppe Marci
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
ePOLIS - IL SARDEGNA

 
1 – L’Unione Sarda
Prima pagina
Un'occasione da non sprecare
L'Isola da rilanciare, ora serve un progetto
di Giuseppe Marci  
 
C'è stato nei giorni scorsi un confronto, riguardo all'università, fra il presidente della Repubblica e il ministro della Pubblica istruzione. Napolitano ha espresso l'auspicio «che stiano maturando le condizioni per riesaminare decisioni di bilancio ancorate alla logica di tagli indiscriminati» ed ha aggiunto: «tutte le forze responsabili del Paese devono proporsi di salvaguardare, potenziare, valorizzare le risorse di capitale umano e di sapere, di cui disponiamo, evitando la dispersione di talenti e di risultati». Il ministro Gelmini ha risposto sostenendo che «in questa fase di difficoltà economica internazionale è necessario investire il denaro pubblico con grande attenzione» e che «il principale problema del nostro sistema non è quanto si spende ma come vengono spese le risorse pubbliche».
In teoria non c'è contraddizione fra i due punti di vista ed evitando gli sprechi si possono recuperare risorse da investire con oculatezza. Nella pratica le cose sono diverse e, se può valere una testimonianza personale, devo dire che nei quaranta anni trascorsi nell'università ho visto talvolta disperdere il danaro pubblico, ma soprattutto ho assistito allo spreco dell'intelligenza, alla vanificazione della speranza, al progressivo annientamento della buonafede di troppi giovani che all'istituzione si sono affidati con un carico di aspettative poi vanificate. Se volessi prendere ad esempio il settore umanistico, dovrei dire che c'è poco e niente da sprecare perché non ci sono risorse e stiamo per varcare un limite oltre il quale non sarà più possibile affrontare i compiti istituzionali.
È giusto dirlo con chiarezza, per informare l'opinione pubblica e per chiamare tutti a riflettere e a dare il proprio contributo in un momento che è drammatico ma può anche favorire l'introduzione di riforme attese da tempo: prima fra tutte quella di un legame intelligente e non strumentale fra le università e i territori in cui operano.
In Sardegna c'è un'occasione offerta dalle circostanze: abbiamo appena eletto il presidente della Regione e i due Atenei di Cagliari e Sassari stanno per scegliere i nuovi Rettori. Potrebbe essere lo stimolo per elaborare - con il concorso di tutti e nell'interesse della collettività - un progetto capace di valutare lo stato dell'economia isolana, le prospettive dell'occupazione, le esigenze di qualificazione e di riqualificazione, le risorse formative delle quali disponiamo, gli investimenti necessari per costruire le professionalità delle quali avremo bisogno nel prossimo futuro.
So che sarà difficile e che mille particolari interessi si frapporranno; ma sarebbe colpa non dirlo, in una Regione che non ha mai fatto un piano strategico, organico e condiviso, capace di affrontare insieme i nodi dell'economia e della cultura. Non dobbiamo perdere questa occasione.
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 19
Politiche giovanili
Nuove tecnologie, seminario in Municipio
 
“La frontiera delle nuove tecnologie”. È il titolo del seminario organizzato per domani nel sottopiano del Palazzo civico, alle 9,15. Organizzano l'assessorato alle politiche giovanili, con il patrocinio dell'Università degli studi di Cagliari e dell'ufficio scolastico regionale.
“La frontiera delle nuove tecnologie”, rientra nell'ambito del ciclo di seminari organizzati dall'assessorato alle Politiche giovanili del Comune, che riguardano tematiche quali la formazione “on the job”, l'attività motoria come miglioramento della vita dei giovani, il lavoro e l'impresa, la new technology, viste in una prospettiva che sia innovativa e rappresenti una cultura del cambiamento. I lavori saranno introdotti dall'assessore Daniela Noli e coordinati dalla giornalista Leyla Manunza. 
 
 

 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 18 - Fatto del giorno
Attività didattica e sicurezza pubblica, eccessi ai comizi di Silvio Berlusconi 
Durante il discorso del premier a Cagliari rilevazione statistica trasformata in un momento di ingiustificata tensione 
di Aide Esu * 
 
Oggi ad urne chiuse posso raccontare due sgradevoli episodi accaduti nel corso della campagna elettorale regionale. Scrivo questa nota a mio nome ed a nome degli studenti che partecipano al seminario di osservazione della campagna elettorale.
 Come nel 2004 anche quest’anno con un gruppo di studenti ho osservato la campagna elettorale per l’elezione del consiglio regionale e la scelta del nuovo presidente della giunta, i comizi di coalizione, gli incontri con i candidati, lo studio dei media (carta stampata, radio e televisione, i new media), del voto e degli elettori.
 Quest’anno lo studio è stato condotto in forma seminariale con un gruppo di studenti. Questi hanno partecipato alla rilevazione sul campo dell’opinione degli elettori. Abbiamo replicato le interviste agli elettori partecipanti agli eventi elettorali con l’ausilio di un questionario strutturato che tocca diversi aspetti, la formazione, gli agenti che influenzano il voto, l’opinione politica, l’informazione, i valori, la partecipazione politica. E’ un’intervista impegnativa che richiede circa venti minuti di tempo. Abbiamo sperimentato che raccogliere le interviste nell’attesa che precede l’arrivo del leader è un ottimo espediente, per molti un riempitivo dell’attesa.
 Quest’anno il mio gruppo di studenti ed io abbiamo scoperto che raccogliere l’opinione degli elettori del centrodestra è considerato un atto di pubblico pericolo. Il 9 gennaio 2009 ci siamo dati appuntamento con due ore di anticipo rispetto all’orario dell’arrivo previsto del predidente del Consiglio Silvio Berlusconi. In attesa dell’apertura dei cancelli della Fiera Campionaria a Cagliari abbiamo iniziato le interviste. Appena concludo la prima vengo avvicinata da un funzionario della Digos che con garbo mi informa che siamo «stati segnalati come un gruppo di pericolosi» (espressione testuale usata dal funzionario).
 Mi qualifico, spiego le finalità della nostra presenza, e sottolineo che tutti noi abbiamo il cartellino identificativo appuntato per evitare fraintendimenti. Mi viene richiesto di garantire per gli studenti, che si attengano a fare le interviste e null’altro. L’incidente sembra essere chiarito, il funzionario della Digos ci accompagna dentro la fiera e noi ci accingiamo a svolgere il nostro lavoro.
 Entro nel padiglione per iniziare l’osservazione delle fasi che precedono il comizio, i ragazzi si disperdono per fare altre interviste. Quindici minuti dopo mi avvertono di essere stati allontanati di malo modo dalla security. Tutta l’area della Fiera dove si dovrà svolgere il comizio è attentamente sorvegliata da un dispiegamento imponente di forze dell’ordine (polizia-carabinieri-guardia di finanza-unità antisommossa) e da una security privata. Cerco di chiarire quanto sta accadendo con il funzionario della Digos. Il quale cortesemente propone di «schedarci» (espressione testuale) per evitare altre incomprensioni. Diamo le nostre generalità. Si avvicinano un agente in borghese con distintivo ed un ufficiale dei carabinieri. Quest’ultimo si rivolge, con un tono alterato, ad una delle studentesse, afferma di conoscerla bene perché la notte di capodanno ha fatto parte del gruppo degli studenti dell’Onda che ha tentato di mettere uno striscione di protesta durante il concerto di Marco Carta (vincitore della passata edizione della trasmissione «Amici» di Maria De Filippi).
 La tensione sale. Tutto mi sembra eccessivo e inappropriato. Ricordo agli ufficiali polizia che siamo liberi cittadini e che partecipare agli eventi elettorali è un nostro inviolabile diritto costituzionale, ma che in quella circostanza sono anche un funzionario pubblico nell’esercizio delle sue funzioni. Sto svolgendo una ricerca con i miei studenti, pertanto chiedo l’autorizzazione formale ad entrare nel padiglione e proseguire la rilevazione.
 A quel punto ottengo l’autorizzazione ad entrare e registrare il discorso di apertura, ma agli studenti è fatto divieto di entrare nel padiglione. Da quel momento verrò «osservata attentamente» fino alla conclusione della comizio di apertura, ogni mio movimento dentro il padiglione sarà attentamente sorvegliato e documentato fotograficamente.
 Venerdì 13 febbraio al Palazzetto dello sport è programmato il comizio di chiusura. Siamo andati alla spicciolata, per non attirare l’attenzione. Non è bastato. Alcuni studenti sono stati identificati, hanno scannerizzato i loro documenti ed impedito l’ingresso. Io sono stata «osservata» a strettissima distanza. Avrei potuto raccontare l’episodio la sera del 9 gennaio, ho preferito non farlo per due ragioni: la prima era il rischio di strumentalizzazioni - sono ben consapevole che questo rischio sia ancora presente - la seconda, quella che mi sta più a cuore, è che la ricerca non avrebbe potuto svolgersi nelle stesse condizioni.
 Tengo a precisare che nessuno intervistato è stato forzato, molti hanno rifiutato l’intervista, altri si sono lamentati per la lunghezza, altri ancora sono stati molto disponibili e per questo li ringrazio per aver contribuito alla conoscenza di una parte importante dell’opinione pubblica.
 Quanto è accaduto è gravissimo. E’ gravissimo per la violazione libertà di espressione e per la libertà della ricerca. Ciò che ci spaventa è l’inquietante accanimento securitario di cui siamo stati oggetto, è l’assoluta irrilevanza delle motivazioni. Ci preoccupano le ragioni che lo muovono, ci spaventa il linguaggio che adotta - una ricercatrice ed un gruppo di studenti rappresentano un gruppo di «pericolosi» - le forme di intimidazione che adotta, la forte tensione di cui siamo stati oggetto per oltre tre ore. Ci fa orrore che il denaro pubblico venga sottratto alla ricerca e speso per identificare pericoli inesistenti. Non è questa la democrazia che vogliamo. La democrazia che vogliamo è quella che si preoccupa dell’istruzione e che investe nelle future generazioni e che tutela la loro crescita di cittadinanza attiva.
* Docente Università di Cagliari
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
Sostenibilità urbana, lunedì tavola rotonda 
Organizzata dal dottorato in Scienze sociali 
 
SASSARI. Lunedì 2 marzo alle 16, nell’aula rossa della facoltà di Scienze politiche in viale Mancini 5, nell’ambito degli appuntamenti del Centro Studi Urbani si terrà una tavola rotonda organizzata all’interno della Scuola di dottorato in Scienze sociali, indirizzo in Scienze della Governance e dei sistemi complessi, sul tema “Perché in Italia é difficile applicare modelli di sostenibilitá urbana?”. Alla tavola rotonda parteciperanno Alfredo Mela del Politecnico di Torino, Michela Morello dell’università di Palermo, Roberto Segatori dell’università di Perugia, Camillo Tidore dell’università di Sassari e Francesca Zajczyk dell’università di Milano-Bicocca. I giornalisti Karl Hoffman e Giacomo Mameli modereranno la tavola rotonda; mentre i lavori saranno introdotti da Antonietta Mazzette, coordinatrice del Centro Studi Urbani dell’Università di Sassari.
 Precederà la tavola rotonda la lezione di Wulf Daseking, city manager di Friburgo, su “Sustainable urban planning policies and citizen participation in Freiburg”. La scelta di parlare di Friburgo nasce dal fatto che questa città in Europa rappresenta uno dei più importanti modelli di pianificazione sostenibile e costituisce un esempio di buone pratiche di governance grazie, anzitutto, al coinvolgimento attivo dei cittadini. Le prime politiche di rigenerazione urbana risalgono fin dai primi anni ’90, quando, con la riqualificazione del quartiere Rieselfeld, a ovest della città, e con il recupero di una caserma francese situata nel quartiere di Vauban, a pochi passi dal centro storico della città, venne avviato un processo di riqualificazione ambientale che negli anni successivi si estese prima al resto del quartiere (Vauban) e poi anche alla città. Un elemento centrale di questo processo sostenibile è dato dal ripensamento della mobilità urbana, ridimensionando la prospettiva “auto-centrica”, tipica invece delle città italiane, e consentendo così ai cittadini di riappropriarsi degli spazi di attraversamento grazie all’istituzione di percorsi pedonali e ciclabili in buona parte della città. La presenza di Daseking rappresenta, dunque, un contributo importante per comprendere quali siano le potenzialità e gli aspetti positivi insiti in un’idea di governo del territorio all’insegna dei principi di sostenibilità.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
LA REPLICA 
Nomine all’Ersu, «un atto dovuto» 
 
 CAGLIARI. «Il 24 febbraio scorso la giunta ha nominato commissario straordinario dell’Ersu di Sassari Antonio Mattone, già presidente dello stesso Ente, per la durata di 23 giorni, essendo scaduto il Consiglio di amministrazione lo scorso 17 febbraio». Lo ha reso noto il vicepresidente della giunta Carlo Mannoni, replicando a Mario Floris che aveva richiamato l’esecutivo al rispetto dei poteri in regime di «prorogatio». «La nuova giunta avrà modo di decidere altrimenti, scadendo la nomina del commissario il 19 marzo 2009. Questa Giunta ha adottato un atto dovuto, assicurando all’Ersu - ha detto Mannoni - la rappresentanza legale per la gestione degli affari correnti».
 
6 – epolis/Il Sardegna
Prima pagina
Università
L’epoca Mistretta è agli sgoccioli, cinque pretendenti per il Rettorato
Rendimento, studenti bocciati sono terzultimi in Italia
 
Pagina 20 – Grande Cagliari
Ateneo. Il Magnifico lascia la massima carica dopo un “dominio” durato quasi quattro lustri. Voto a maggio
Università, fine dell’era Mistretta
In corsa cinque aspiranti rettori
Faa, Del Zompo, Paci, Sassu e Melis sono i possibili successori: ecco i loro programmi
Ennio Neri
 
Docenti alla carica per la successione alla poltrona che per più di tre lustri è stata del Magnifico Pasquale Mistretta. Il 21 maggio al via le consultazioni elettorali per il nuovo rettore dell’ateneo cagliaritano. Una svolta epocale dopo l’era del dominio a palazzo Belgrano dell’urbanista Mistretta. Una sfida impegnativa attende il nuovo Magnifico: fare i conti coi tagli del Governo e definire il ruolo dell’Ateneo in città. A pochi mesi dalle elezioni, dopo il ritiro di Francesco Sitzia (professore di Istituzioni di Diritto romano in Giurisprudenza) e Giuseppe Santa Cruz (Anatomia patologica) in corsa restano in cinque: due candidati arrivano dalla facoltà di Medicina e sono il preside della facoltà stessa Gavino Faa e Maria Del Zompo, ordinario di Farmacologia. Gli altri tre arrivano dal polo economico-giuridico di viale Fra' Ignazio: Raffaele Paci e Antonio Sassu della facoltà di Scienze politiche (docenti rispettivamente di Economia applicata e Politica economica europea) e Giovannino Melis, docente di Economia aziendale, della facoltà di Economia. Solo ad elezioni concluse si scoprirà se il polo economico- giuridico avrà sconfitto l’asse fino ad oggi vincente di Medicina e Ingegneria. Il 21 maggio i comizi elettorali saranno convocati al decano dei professori Giovanni Duni. I votanti saranno in tutto 1500 circa: 1200 tra docenti e ricercatori, 180 rappresentanti degli studenti e 120 delegati del personale tecnico e amministrativo. Molti i punti in comune tra i candidati. «Occorre rendere più efficiente la struttura», spiega Raffaele Paci, «attraverso il sistema della valutazione e degli incentivi, premiando la qualità». Paci mira a concludere i lavori al campus di Monserrato e punta sul centro storico. «Abbiamo il campus urbano più bello d’Italia», annuncia, «tra viale Fra Ignazio e l’ex clinica Aresu. Penso all’istituzione di un pro-rettore per la città per avviare un dialogo stabile con il Comune sulla presenza urbanistica Dell’Università nella città ». «Il taglio ai finanziamenti non è coerente con l’esigenza di rafforzare con l’innovazione e la cultura il sistema economico per fronteggiare la crisi in atto », accusa Giovannino Melis, che punta sulla relazione tra finanziamenti e risultati raggiunti da ricerca e didattica. Per quanto riguarda il rapporto con la città anche Melis sposa la proposta del campus urbano di Tramontin, «per un utilizzo coordinato ed integrato con la comunità degli spazi disponibili per l’Ateneo e per attività culturali, a partire dalla ex clinica Aresu fino a Sa Duchessa». “Tra Stampace, Marina e Stampace alto ci sono dai 3 a 4 mila appartamenti sfitti», spiega Gavino Faa, «il progetto mira a realizzare cooperative per assegnare a prezzi agevolati, attraverso un b&b diffuso, questi appartamenti dal 1 ottobre al 30 giugno agli studenti e ai turisti da luglio a settembre. Inoltre va valorizzato il vasto patrimonio universitario da Sa Duchessa all’ospedale Civile». Fissa quattro punti Antonio Sassu: «Sussidiarietà per decentrare le decisioni ai dipartimenti, la valutazione su ricerca e didattica come base per la premialità, l’allocazione del personale nei dipartimenti e il nuovo ruolo dello studente».■
 
Rettorato d'acciaio
Un regno lungo vent'anni “interrotto” solo da Floris
 
■ ■ Dopo 18 anni di dominio incontrastato Pasquale Mistretta lascia l’Ateneo. Intellettuale dalla battuta pronta e dalla marcata cadenza cagliaritana, Mistretta è Magnifico rettore in via Università dal 1991. Confermato per cinque mandati: possibilità offertagli da una clamorosa sequenza di modifiche ad hoc apportate allo statuto accademico che gli hanno consentito la gestione diretta dei progetti di Polaris, della cittadella di Monserrato e dell’Azienda mista. Laureato in Ingegneria Civile Edile all’università di Cagliari nel 1955, nel 1963 diventa assistente ordinario di Tecnica urbanistica. Ottiene la libera docenza nel ‘71 e dal ‘76 è professore ordinario di Urbanistica della facoltà di Ingegneria, fa capo al dipartimento di Geoingegneria e Tecnologie ambientali. Nel 2001 si candida a sindaco per l’Ulivo, ma viene sconfitto da Emilio Floris.  
En.ne.
 
La candidata
Ricetta anti-crisi
Maria Del Zompo: investire sul sapere
 
■ ■ Secondo il candidato Maria Del Zompo «tutti i paesi occidentali in piena crisi stanno investendo in modo pesante su istruzione e ricerca. Sanno benissimo che un euro investito in questi settori torna indietro quintuplicato in meno di 5 anni». La farmacologa punta «a rilanciare l’offerta culturale dell’Università in base al principio della «formazione permanente».
 
7  - epolis /Il Sardegna
Grande Cagliari – pagina 21
Istruzione. La media dei crediti formativi è migliore solo di quelle dell'Università di Palermo e della Basilicata
Studenti, bocciatura dal ministero
Il rendimento è tra i più bassi d'Italia
Sitzia: “Un giudizio quantitativo non basta, ma è un dato che deve indurre alla riflessione”
 
Rendimento: con le orecchie d'asino e in buona compagnia, gli studenti cagliaritani al terz’ultimo posto in Italia. Con una media di crediti medi per studente pari al 22,09. Peggio dei giovani dell’Ateneo cagliaritano soltanto Palermo (21,9) e la Basilicata (21,43). Davanti ad una media nazionale del 25,61. A dipingere il quadro non proprio incoraggiante per gli studenti cagliaritani il rapporto del Cnvsu (comitato nazionale valutazione sistema universitario) del 2008, redatto dal ministero per l’Università e la ricerca. Quello dei crediti medi acquisiti annualmente per studente è uno degli indicatori presi in considerazione. E la classifica va dalle eccellenze, con il 53, 5 dell’Università di Siena, ai dati meno come confortanti come il 21,4 della Basilicata in coda all’elenco. Al terz’ultimo posto c’è Cagliari. Va un po’ meglio, pur restando al di sotto della media nazionale, Sassari col 23,81. C’è da Preoccuparsi? La riforma ha Fallito? «Il discorso è molto più ampio e complesso», risponde l’ex preside di Giurisprudenza e membro del Senato accademico, dove il rapporto è stato già esaminato, Francesco Sitzia, «e deve indurci a profonde riflessioni. Perché quello del Cnsvu è un dato soltanto quantitativo e non tiene conto dei parametri qualitativi. In primis perché è evidente che è inutile avere una media di crediti alta quando si mantiene un basso livello di conoscenza. Sarebbe opportuno rilevare», aggiunge, «anche il livello qualitativo oltre a quello quantitativo». Secondo Sitzia Cagliari risentirebbe anche del delicato contesto socio economico in cui si trova: handicap comune a tutte le università meridionali rispetto a quelle centrosettentrionali. «È raro che nelle università del Nord Italia si trovino studenti lavoratori, iscritti per anni disertando gli esami», prosegue Sitzia, «a Milano o a Bologna chi si iscrive lo fa per studiare davvero. Al Sud e da noi capita troppo spesso di avere studenti universitari che si rivelano tali solo sulla carta. Questo fenomeno ci falsa le medie e le statistiche». Per il docente di Istituzioni di Diritto romano rispetto a qualche anno fa la situazione vede comunque miglioramenti concreti. Ma resta un dubbio a lacerare il mondo accademico: accelerare il percorso universitario o puntare sulla qualità, magari al rischio di tenere in facoltà gli studenti per qualche anno in più” «Trovare l’equilibrio è difficile», conclude Sitzia, «specie in una realtà come quella sarda. Non è una decisione da prendere a cuor leggero ». Dubbio che ora dovrà sciogliere il successore di Pasquale Mistretta. ■  
En. Ne.
 
Bassa percentuale di ragazzi stranieri
■ ■ Secondo la valutazione fornita dal ministero, facilmente reperibile anche su internet, l’Ateneo cagliaritano guidato da Pasquale Mistretta, si attesta al di sotto della media anche per la percentuale di iscritti di cittadinanza estera: solo lo 0,2 per cento contro il 2, 6% registrato dalla media nazionale italiana.  
 
 

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