Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 February 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa

L'UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA

 
1 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro Pagina 19
Indagine degli studiosi per ricostruire l'albero genealogico dei centenari dei due paesi: al vaglio i registri parrocchiali a partire dal 1500
Longevità, Tiana e Ovodda ai raggi X
 
 Nei prossimi giorni a Ovodda e Tiana è in programma un incontro con i sindaci Cristina Sedda e Cesarina Marcello, demografi e studiosi di genetica. Sarà presente anche il professor Luca Deiana, direttore della scuola di specializzazione di Biochimica clinica dell'Università di Sassari e coordinatore del progetto Akea che studia e analizza il fenomeno dell'alta densità dei centenari in Sardegna, in particolare in centri come Ovodda e Tiana. «Sarà un incontro di lavoro - informa lo studioso sassarese - indispensabile per portare avanti la ricerca sui centenari della zona e fare il punto sul programma delle indagini già avviate. Ci aspetta un lavoro capillare poiché vogliamo sapere come si trasmette geneticamente l'ereditarietà per quanto concerne la longevità. Si tratta di un lavoro di grande portata che, finora, nessun gruppo di studio ha affrontato nel modo che noi intendiamo realizzare. Con questo lavoro - aggiunge Deiana - stiamo facendo scoperte molto interessanti. Ci sono anche Comuni con famiglie addirittura più longeve di quelle di Tiana e Ovodda. Oltre a studiare le popolazioni di Tiana e Ovodda, in questo momento siamo impegnati anche a Perfugas e ad Erula, due centri di longevi del nord Sardegna».
Nei quattro centri il gruppo di studiosi di Akea è intenzionato a ricostruire l'albero genealogico di tutte quelle famiglie dove siano presenti i centenari. L'obiettivo è quello di andare indietro con la ricerca fino al 1500-1600. L'indagine si presenta a dir poco complicata dal momento che la registrazione anagrafica in Italia è stata resa obbligatoria solo a partire dal 1871. Da qui la necessità di ricorrere agli archivi parrocchiali dove è possibile consultare i registri di battesimo introdotti a partire dal 1545-1563, epoca del concilio di Trento, quando ai parroci venne imposto di registrare i nomi dei neo battezzati, dei genitori e padrini.
A Ovodda, che ha una popolazione di circa 1.700 abitanti, attualmente vivono in buona salute ben cinque centenari tra i quali zia Rosa Frau che, ad agosto, varcherà la soglia dei 108 anni e zia Maria Giuseppa Vacca, la nonnina di Gianfranco Matteoli, che a giugno festeggerà le106 primavere. Appena qualche mese fa i centenari viventi erano addirittura sette poiché comprendevano anche Antonietta Sedda, scomparsa a 103 anni, e Mastru Lai , che di anni ne aveva 102.
Lunedì scorso l'emittente satellitare Sky ha mandato in onda un documentario dal titolo “La rivincita degli ultracentenari” sulla famiglia Vacca di Ovodda. Nel documentario, citando le ricerche del professor Luca Deiana, veniva messa in evidenza quella che, per il momento, è da considerare una semplice ipotesi e cioè che la chiave della longevità sia da ricercare in un gene difettoso, il cosiddetto cromosoma X, incapace di produrre l'enzima G6pd che, negativo per la salute (difetta nei fabici), pare abbia effetti positivi in alcuni ceppi familiari.
«Siccome non conoscono a fondo il problema - osserva Deiana - gli autori del documentario sono andati a esaltare cose non vere sulle quali bisogna andare con i piedi di piombo. In pratica Sky ha attinto a piene mani da un documentario più circostanziato che la Bbc inglese sta passando a tutte le tv più importanti del mondo. Di positivo c'è che della eccezionale longevità dei nostri centenari se ne sta parlando in tutti i continenti del pianeta e non è un caso che a contendere alla Sardegna il primato di avere ben 22 centenari per ogni 100.000 abitanti si siano fatti avanti anche i giapponesi dell'isola di Okinawa».
ATTILIO LOCHE
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 21
Lavoro, convegno per universitari
 
Informare gli studenti universitari e i neolaureati sulle opportunità formative e lavorative. Questo l'obiettivo del convegno "Formazione lavoro ed Europa", in programma oggi e domani, dalle 9,30, nell'aula "A" della facoltà di Economia (in viale Fra Ignazio). (p.l.)

 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Sassari
Sono 238 gli interventi di chirurgia eseguiti per la sostituzione di organi 
Vent’anni fa il primo trapianto di rene 
Sabato un convegno per celebrare un momento storico della medicina 
 
 SASSARI. Una giornata per celebrare i vent’anni dal primo trapianto di rene realizzato al “SS. Annunziata”, che segnò un momento importante nella storia delle medicina sassarese, un appuntamento che potrà servire anche a rilanciare nel territorio la cultura della donazione e dei trapianti. L’appuntamento è in programma sabato, all’hotel Carlo Felice, con il il convegno «Attualità cliniche nel trapianto renale». L’iniziativa avrà inizio alle 9,30 e vedrà la partecipazione di tutte le realtà che concorrono all’evento della donazione del trapianto di organi.
 L’importante appuntamento è stato organizzato dalla Struttura complessa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto del “SS. Annunziata”, diretta da Maria Cossu, in collaborazione con il reparto di Chirurgia d’Urgenza, diretto da Nicola D’Ovidio, con la Chirurgia dei trapianti, diretta da Pierpaolo Manca, con la Rianimazione diretta da Demetrio Vidili e con il coordinatore locale dei trapianti Giampiero Bo. Dal 1989, anno del primo trapianto al Centro di Sassari, l’attività ha avuto un costante incremento. In soli 4 anni, dal 1989 al 1992, sono stati 19 quelli effettuati nell’ospedale sassarese. Nel 1992 l’attività è stata interrotta per la realizzazione delle nuove sale sterili e l’attività è ripresa a un ritmo elevato nel novembre 1995 e, ad oggi, continua ad essere sempre intensa. Lo testimonia il numero dei trapianti effettuati che finora sono 238.
 Il convegno di sabato si divide in due sessioni: la prima consentirà di sviluppare i temi relativi alle nuove prospettive nel trapianto di rene da donatore vivente e il trapianto renale nell’anziano; la seconda sessione invece sarà l’occasione per parlare del coordinamento clinico nel sistema dei trapianti, della diagnostica morfologica del rigetto nel trapianto di rene e della terapia dialitica ottimale per il candidato al trapianto renale. Tra i relatori è prevista la partecipazione di Pasquale Berloco, direttore II clinica chirurgica Università La Sapienza Roma (Policlinico Umberto I) e direttore della scuola di specializzazione in chirurgia; Giuseppe Segoloni, direttore dell’Unità operativa di Nefrologia dialisi e Trapianto dell’Ospedale Le Molinette di Torino e direttore scuola di specializzazione di Nefrologia. Quindi ancora Alba Vangelista, docente associato della scuola di Nefrologia dell’Università di Bologna (Policlinico Sant’Orsola), Antonio Santoro, direttore dell’Unità operativa di Nefrologia e dialisi del Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna, e infine Lucia Rizzato, coordinatrice del Centro nazionale trapianti.
 Da segnalare che il reparto della Struttura complessa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto del “SS. Annunziata”, al quarto piano del Padiglione Rosso, oltre alla sezione di degenza, svolge una intensa attività dialitica. Sono infatti oltre 160 i pazienti sottoposti a trattamento dialitico (emodialisi e dialisi peritoneale) nelle strutture di Sassari (ospedale civile e San Camillo), di Porto Torres (Centro dialisi) e di Thiesi (Centro dialisi). Il reparto svolge inoltre una importante attività ambulatoriale, di densitometria ossea, oltre che di prevenzione delle patologie renali, con particolare riferimento negli ultimi anni ai pazienti affetti da patologie cardiovascolari e diabete.
 Per quanto riguarda l’attività dei trapianti, questi hanno raggiunto quota 238 (16 trapianti effettuati nel 2007 e 10 nel 2008, uno al momento nel 2009 e realizzato il 28 gennaio scorso, grazie alla donazione di un sassarese, su un paziente in dialisi presso il centro del “SS. Annunziata”). Sono oltre 260 i pazienti portatori di trapianto renale e/o rene-pancreas, di fegato e anche di cuore seguiti dalla Struttura sassarese per il follow up nefrologico e per il controllo della terapia immuno-soppressiva.
 La struttura dell’ospedale sassarese è impegnata anche in un progetto per la prevenzione e il rallentamento dell’evoluzione della nefropatia diabetica. Si tratta di un programma che vede la stretta collaborazione dei centri di diabetologia della Asl e dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari e dei medici di medicina generale. Il convegno e la Giornata mondiale del rene, saranno anche l’occasione per ricordare la figura del dottor Giovanni Battista Sorba, primario della struttura sassarese scomparso il 24 febbraio di quattro anni fa.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Sassari
Azienda mista, incontro con i medici di base 
 
SASSARI. Ieri mattina i vertici dell’Azienda mista ospedaliero-universitaria di Sassari hanno incontrato i rappresentanti territoriali della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale). Il direttore sanitario, Nicolò Licheri ha voluto fare il punto della situazione e valutare in modo approfondito le problematiche assistenziali. Nel corso dell’incontro sono stati affrontati aspetti relativi alla presa in carico del paziente e alla sua centralità, come previsto dal Servizio sanitario regionale. Inoltre, il direttore sanitario, in accordo con i rappresentanti della categoria dei medici di base, ha affrontato tutti gli aspetti relativi ai rapporti fra medici delle strutture ospedaliere dell’Azienza mista e medici di medicina generale.
 Al fine di stabilire un rapporto di collaborazione e nell’ottica di assicurare sempre la migliore assistenza sanitaria possibile ai pazienti, al termine della riunione è stato concordato un programma di incontri periodici, che verrà allargato anche agli operatori sanitari delle singole strutture dell’Azienda mista ospedaliero-universitari, per consentire l’individuazione di percorsi diagnostici-terapeutici e di procedure di accesso e erogazione delle prestazioni sanitarie.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Oristano
OROTELLI 
Thurpos in scena protagonisti di un convegno 
FEDERICO SEDDA 
 
OROTELLI. Un convegno per ricordare il trentennale della riscoperta della maschera dei thurpos: simbolo di Orotelli e del carnevale di Barbagia. Si terrà sabato prossimo con inizio alle 9.30, nella sala convegni del centro polivalente”Franco Pintus”. Un convegno voluto e organizzato dall’amministrazione comunale per rinsaldare ancora di più il legame che unisce la storia e la tradizione del paese con la sua maschera più antica, conosciuta anche oltre i confini dell’isola. Una simbiosi di mistero e magia, di tragedia e speranza, che affonda le radici nel lavoro dei campi, dove i riti propiziatori erano invocazioni di vita. I thurpos sono questo e altro: dietro il gabbano di lana ruvida e rigida si nasconde la storia di tutta la comunità di Orotelli. Ora, quelle maschere, riscoperte nel 1979 dall’etnologo Raffaello Marchi con la collaborazione del gruppo culturale “Salvatore Cambosu”, ricompaiono a carnevale, con il gabbano di orbace nero e il cappuccio calato sugli occhi. «Maschere la cui allegria consiste nella tristezza” - scriveva Salvatore Cambosu in “una stagione a Orolai”. E, in realtà, il volto delle maschere annerito dalla fuliggine del sughero bruciato non sembra promettere niente di buono: «Lo stesso pubblico - scriveva ancora Cambosu - assisteva al loro passaggio come a quello di un funerale». Una teatralità tragica, quella dei thurpos: letteralmente gli orbi: i ciechi, che, con i loro riti propiziatori, cercano di attirarsi i favori della natura-matrigna, nella lotta simbolica (”sa tenta”) del contadino-bue per sopravvivere contro gli elementi del tempo. Elementi etnici che, nel convegno di sabato, saranno rievocati a fondo. Si comincerà alle 9.30 con i saluti del sindaco Marteddu e dell’assessore alla Cultura, Luisa Carta. Le relazioni ufficiali saranno tenute da Giulio Angioni dell’università di Cagliari, da Tomasino Piga, dell’ università di Sassari, dall’etnomusicologo Marcello Marras e dallo scrittore orotellese Lorenzo Pusceddu. Le testimonianze sulla riscoperta dei thurpos saranno di Giovannina Pala Sirca, che promosse la riscoperta della maschera, di Toni Bosu, per l’associazione culturale e di Chicca Pittalis, che, sui thurpos ha fatto la tesi di laurea. Come contorno la mostra fotografica di Riccardo Campanelli, Gianni Deledda e Franco Stefano. Sfilata delle maschere il primo marzo alle 15.
 
 
 
 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie