Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
17 February 2009
Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio Stampa
1 – L’Unione Sarda
Cultura pagina 54
L’Isola proiettata nel Moderno e il fotografo dimenticato
Cagliari riscopre l’obiettivo di Tet Arnold von Borsig
Ritrasse i caratteri della nostra terra negli anni ’50
 
L’immagine di copertina è il prospetto frontale della Santa Trinità di Saccargia. Col possente campanile ingentilito da bifore ed esili colonne che domina l’ondulata campagna tra Codrongianus e Ploaghe; l’elegante portico e le arcate della facciata; i conci squadrati bianchi e neri. Un’immagine che riassume come un’icona i caratteri essenziali di una terra, la Sardegna, dove i segni di una storia millenaria sono parte essenziale del paesaggio. Tet Arnold von Borsig, fotografo tedesco, attento viaggiatore dell’Isola negli anni Cinquanta e Sessanta, si è sottratto agli stereotipi dell’ovvio evitando di illustrare il frontespizio del suo libro sulla Sardegna con un’immagine dei temi che, all’epoca, sbattevano l’Isola sulle prime pagine.
Quelli, erano gli anni dei Piani di Rinascita, varati col dichiarato intento di cambiare l’economia, la società e il volto stesso della regione. E l’Isola, che faceva parlare di sè anche per i sussulti violenti del mondo pastorale e il nascente impero turistico di un principe ismaelita, attirò l’interesse di numerosi fotografi che volevano essere testimoni di questa fase di transizione tra l’antico e il moderno. Von Borsig fu uno di questi. Girò la Sardegna più volte, in quegli anni, su un pullmino bianco stipato di attrezzatura fotografica; pianificando accuratamente i suoi viaggi con la geografa Dora Fisher e contattando sul posto uomini di cultura e profondi conoscitori di questa terra. Il suo sguardo sull’Isola divenne un libro, "Sardinien", uscito postumo in Germania nel 1977 con testi di Giovanni Lilliu. Ma di quest’opera e del suo autore è rimasto solo uno sbiadito ricordo.
Sfogliando quelle pagine, emerge una Sardegna senza tempo, dei grandi silenzi e della natura che incombe sulle architetture create dall’uomo. Neppure un’auto compare nei panorami di von Borsig, dove il rigore della composizione grafica si sposa con un bianco e nero ricco di sfumature. Uomini e donne ripresi nella quotidianità di una vita di lavoro e, unica concessione al colore, nella sontuosità dei costumi tradizionali. Poi i monumenti, dai bronzetti ai betili antropomorfi e i nuraghi. Con un inserto che vuole essere un segno di fiducia per il futuro e un omaggio a un amico: la foto di Caterina, 4 anni, figlia di Giovanni Lilliu, ripresa col suo lindo vestitino sullo sfondo del muro di un nuraghe. E, ancora, le chiese campestri; dai filari di calcare e trachite del romanico pisano di Saccargia alle cupole del tempio di San Giovanni in Sinis che evoca religiosità arcaiche.
Di Tet Arnold von Borsig si è parlato a Cagliari nel corso di una conferenza tenuta nella Sala Settecentesca della Biblioteca universitaria da Titus Heydenreich, ordinario di letteratura romanza dell’Università di Erlangen-Norimberga, che ebbe modo di conoscerlo cinquant’anni fa a Berlino. Un appuntamento importante, voluto per far conoscere ai sardi, ma anche agli stessi tedeschi, quello che Ë stato definito "il fotografo dimenticato". In effetti, di quest’uomo di cultura interessato a cogliere le specificità di una società antica, più che le immagini di una modernità globalizzante non si sa praticamente nulla. E a questa scomparsa ha contribuito anche il fatto che, come ha sottolineato con una punta di rammarico Ester Gessa, direttrice della Biblioteca universitaria, in Sardegna esistono solo poche copie del libro che oggi è reperibile soltanto nel mercato antiquario. E neppure internet, come ha puntualizzato Bert Kramer, dell’Associazione culturale italo-tedesca di Cagliari, offre qualche aiuto a chi voglia saperne di più.
Rampollo di una dinastia di industriali dell’acciaio, Tet Arnold von Borsig nacque a Berlino nel 1899. Giovanissimo ufficiale, partecipò alla Grande Guerra dove rimase ferito; poi riprese gli studi in ingegneria. La crisi portò al fallimento dell’azienda di famiglia che, nel 1931, venne rilevata dallo Stato e, riconvertita alla produzione bellica, contribuÏ massicciamente al riarmo della Germania nazista. Tet Arnold prese le distanze dal regime e frequentò gli ambienti dell’opposizione, dove ebbe modo di incontrare il poeta Albrecht Haushofer che, arrestato con tutta la famiglia dopo il fallito attentato a Hitler del 20 luglio 1944, verrà ucciso in carcere. Un’amicizia che lo costrinse a lasciare la Germania per trovare rifugio in Italia. Si stabili’ in Toscana ed entrò in contatto con numerosi esponenti dell’antifascismo, tra i quali lo storico dell’arte Ranuccio Bianchi Bandinelli e Roberto Salvini.
Fu qui, seguendo gli interessi dei nuovi compagni, che approfondi’ la sua formazione umanistica. L’interesse attivo per la fotografia fu conseguente alla necessità di documentare i risultati delle "spedizioni" nelle campagne toscane alla ricerca di chiesette dimenticate. Ne nacque un libro, "Toskana", pubblicato nel 1939, che riscosse notevole interesse anche negli Stati Uniti dove von Borsig si era intanto rifugiato. Seguirono numerosi altri volumi di arte, paesaggi e ritratti dedicati soprattutto all’Italia.
Nel dopoguerra ritornò assai di frequente in Europa e, nel 1957, venne per la prima volta in Sardegna. ´L’isola - ha raccontatoTitus Heydenreich - non si svelò di colpo all’occhio del fotografo. Molti avevano reagito con riservatezza a questo ennesimo straniero. Da qui un senso di insicurezza. Un cespuglio di peonie in fiore nell’alta montagna fu l’elemento che gli apri’ questo mondo’. E i fiori, visti nella loro pacata bellezza come forme recondite dell’arte, trovano molto spazio nell’opera di von Borsig che ritornò più volte nell’Isola, fino al 1967. Mori’ a New York nel 1972, per le complicazioni di un malore seguito a una travagliata traversata dell’oceano. Ora, per lui (che Titus Heydenreich ha definito ´un ecologista ante litteram perchè immortalò con la fotografia una cultura pericolante’), parlano le sue immagini impresse sui libri. Recuperarlo significa inserirlo nella storia della fotografia, nella cultura della Sardegna.
ANGELO PANI
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 41 - Sassari
Gli studenti diventano cronisti scientifici
Airc, domani la premiazione dell’iniziativa per la ricerca sul cancro
 
SASSARI. Saranno premiati domani mattina alle 11,30, nell’aula A della facoltà di Medicina, in viale San Pietro, i tre studenti della Seconda A del Liceo classico ´Canopoleno’ vincitori del concorso ´Futuri cronisti scentifici’ organizzato dall’Airc (associazione italiana ricerca sul cancro). ´Appassionare i giovani alla scienza, significa porre le basi del futuro della ricerca’, questo l’obiettivo dell’iniziativa che è nata nel 2004 e che in ogni edizione ha visto impegnati centinaia di studenti delle scuole superiori di tutta Italia. I vincitori sassaresi, Stefano Mandras, Ornella Mulas e Agostino Sole, hanno partecipato con un lavoro collettivo.
E proprio i lavori di gruppo sono stati la novità più bella di questa edizione del premio dell’Airc, visto che sono stati numerosi gli studenti che si sono riuniti per produrre testi che fossero in linea con i canoni del giornalismo di cronaca e, allo stesso, tempo, rispettosi delle indicazioni scientifiche da trasmettere ai lettori. Prima di realizzare i testi, gli studenti hanno partecipato agli ´Incontri con i ricercatori’ durante la ´Giornata di ricerca sul cancro’.
Per la consegna degli attestati ai vincitori è stata organizzata una cerimonia che oggi avrà inizio alle ore 11,30 nell’Aula A della facoltà di Medicina in viale San Pietro. L’obiettivo è quello di esaltare l’impegno dei ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa dell’Airc ed essere il primo piccolo passo verso una carriera dedicata alla ricerca.
Alla cerimonia saranno presenti la presidente del Comitato Sardegna dell’Airc, Daniela Daniele De Angelis con la consigliera Ivana Ezza, madrine della manifestazione alla quale parteciperanno il rettore Alessandro Maida, il preside della facoltà di Medicina Giulio Rosati, i ricercatori dell’università di Sassari Rosa Maria Pascale e Francesco Feo e Maria Francesca Cossu dirigente scolastica del Liceo classico Canopoleno, a cooordinare i lavori sarà il caporedattore de Nuova Sardegna Francesco Pinna.
Gli studenti Stefano Mandras, Ornella Mulas e Agostino Sole sono stati premiati per aver scritto ´la miglior cronaca sugli incontri con i ricercatori’. Secondo quanto stabilito dalla giuria che ha premiato il loro lavoro: ´il testo risponde ai parametri di un buon articolo di divulgazione scientifica e mette a fuoco i temi affrontati con un linguaggio chiaro e uno stile sintetico. I ragazzi hanno dimostrato di aver colto l’obiettivo degli Incontri con i ricercatori di stimolare l’interesse dei giovani verso la scienza perchè diventi sempre di più parte del lor mondo’.

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