Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
17 January 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa

 L'UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 43 - Commenti
Nell'università creativa la perversa connessione tra merito e privilegio
   
Sono sostanzialmente d'accordo con ciò che il collega Gaetano Di Chiara ha scritto a proposito dell'Università su L'Unione Sarda di lunedì scorso. Uno dei nodi fondamentali in questo campo è la meritocrazia. Ci fu un tempo (circa mezzo secolo fa) in cui invocare il merito significava infrangere un vero e proprio tabù. È vero che la Costituzione parla di "capaci e meritevoli", ma sembrava a molti che fra "merito" e "privilegio" sussistesse una perversa connessione e che fra democrazia e meritocrazia ci fossero contrasto e contrapposizione. Si pensava che l'idea di merito si associasse a una spietata competitività che portava in alto i migliori e abbatteva o mortificava quanti per motivi di estrazione sociale o di deprivazione culturale erano destinati, senza peccato e senza colpa, all'insuccesso e all'emarginazione. Successivamente ci si è resi conto che il merito è un valore che merita (si passi il voluto bisticcio) riconoscimento. Parlando dello specifico universitario, potremmo riferirci a situazioni in cui il merito non viene riconosciuto, in cui mancano seri controlli e verifiche sia "in entrata" che in itinere e in cui la progressione in carriera è determinata, troppe volte, da fattori che ben poco hanno a vedere con l'impegno e la produttività scientifica.
Due cose debbono però essere tenute presenti: le responsabilità del dissesto e del degrado non possono essere attribuite che parzialmente all'Istituzione tanto - e giustamente - criticata. Se l'Università italiana è quello che è, lo si deve anche - direi prevalentemente - agli atti di decretazione e di "legiferazione" che vanno, quanto meno, dalla gestione Gui (anni '70 dello scorso secolo) ai giorni nostri; in secondo luogo, le giuste critiche e i "correttivi" ora decisi per porre rimedio alle numerose patologie del sistema universitario non devono essere pretesto per delegittimare l'"Accademia"(si può ancora chiamarla così?) e per screditarla. L'Università è sempre stata, malgrado tutto, un presidio di creatività e divergenza, di una cultura "scomoda" da non considerarsi, comunque, come "laboratorio" del consenso. Qualche cosa di simile, mutatis mutandis, vale per la scolarità pre-universitaria. A questo livello non si può forse parlare di cultura "comoda" o "scomoda", che orienti al consenso o propizi il dissenso motivato e critico. Qui il problema è se si vogliano cambiamenti che corrispondano a quanto la pedagogia moderno-contemporanea ha teorizzato nel corso dei decenni e dei secoli, o se si preferiscano misure di adattamento passivo a realtà sociali mutate, a cui la scuola deve pur corrispondere, ma a cui non deve semplicemente adeguarsi e che in alcuni casi deve fermamente contrastare; non si deve soltanto pensare a una scuola "adeguata" all'esistente o a ciò che si prospetta e si preannuncia, spesso nel segno di uno sviluppo "non-compatibile". Se è giusto pensare a una scuola all'altezza di una società quale dovrebbe essere, è altrettanto giusto pensare a una società all'altezza di una scuola quale dovrebbe essere, non sospettabile, innanzitutto, di far passare come "buona pedagogia" (ha parlato di questo pubblicamente Licio Gelli, plaudendo alla "riforma" prospettata dalla ministra in carica) ciò che ragioni di bilancio o preoccupazioni connesse alla "contaminazione etnica" fanno apparire, agli occhi di alcuni, opportuno e inevitabile.
Potrebbe essere che atti di decretazioni e di "legiferazione" volti opportunamente a correggere i difetti dell'Università facciano parte di un disegno culturale inquietante che tende a mortificare la cultura divergente e a propiziare lo sviluppo della cultura convergente: quella dei media strapotenti e del mercato "creativo" anarchico e spregiudicato, la cui irrazionalità e le cui perversioni stanno sotto gli occhi di tutti. La cultura universitaria della libera ricerca, anche "di base" e non immediatamente finalizzata, deve essere per molti versi, se ci si intende sul termine, "autoreferenziale"; cioè deve rendere conto in primo luogo a se stessa, e parallelamente rendere conto (al sistema produttivo, all'economia e alla società in genere, come anche deve chiedere conto al sistema produttivo, all'organizzazione economico produttiva ecc.), esercitando la critica e stimolando i soggetti responsabili delle decisioni assunte a livello politico (decretazione e "legiferazione").
Sarebbe ingiusto, esagerato e ingeneroso dire che con queste "manovre di governo" si voglia potenziare una cultura "di regime", ma qui vale il noto slogan andreottiano: "A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca".
ALBERTO GRANESE
(Università di Cagliari)
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 45 - Cultura
Si apre il 13 febbraio a Cagliari il XV corso promosso dall'organizzazione
L'Unicef per i bambini invisibili
A lezione di civiltà con Zanotelli, Masto, Albanese  
 
Che i conti non tornino è evidente. Un esempio? Il quinto obiettivo del Millennio dell'Onu ci assicura che entro il 2015 sparirà del tutto nei paesi in via di sviluppo la mortalità infantile sotto i cinque anni, e che nessuna donna morirà più di parto. Ebbene, il Rapporto Unicef presentato l'altro ieri in Italia riporta un'arida contabilità dietro la quale si nasconde una tragedia mondiale: a tutt'oggi sono 500mila all'anno le donne che non sopravvivono a una gravidanza, diecimila i bambini che muoiono: cinquemila se ne vanno prima di aver compiuto 5 anni, gli altri sono falcidiati da infezioni e denutrizione entro i primi 28 giorni di vita.
Parlerà anche di questa matematica dell'assurdo, di ciò che si fa, di ciò che non si fa e di ciò che si può e si deve fare il corso multidisciplinare di “Educazione allo sviluppo” organizzato dall'Unicef provinciale di Cagliari in collaborazione con l'ateneo, protagonisti tra gli altri Vincenzo Spatafora, presidente nazionale Unicef, Alex Zanotelli, Raffaele Masto, Giulio Albanese. Dal 13 febbraio fino al 22 maggio (il venerdì dalle 18 alle 20) riempirà di studenti universitari l'aula magna del corpo aggiunto di Scienze della Formazione di Cagliari-Sa Duchessa, messa a disposizione dal preside Cadeddu. Ne parlerà attraverso le lezioni teoriche di accreditati docenti nazionali e internazionali e le esperienze sul campo dei protagonisti. «Sono stati i nostri tirocinanti a chiedercelo, li abbiamo accontentati»; spiega Rosella Onnis, una lunga militanza nel mondo della filosofia, dal 1996 presidente provinciale Unicef e promotrice dell'iniziativa, giunta ormai alla quindicesima edizione.
TEMI Quattro i grandi temi al centro degli incontri: “Un impegno visibile per i bambini invisibili”, “I diritti dei bambini e delle bambine”, “L'Unicef in azione in italia e nel mondo”, “Esperienze dirette dal mondo”. L'accesso al corso (gratuito) è libero per studenti e neolaureati di tutte le facoltà, operatori sociali ed educatori, fino a 250 partecipanti. Al termine verrà rilasciato un attestato di frequenza e sarà inoltrata la richiesta per il riconoscimento dei crediti.
ISCRIZIONI Ci si può iscrivere ad esaurimento dei posti da oggi al 6 febbraio, dal lunedì al venerdì nella sede provinciale Unicef (due stanze messe a disposizione da quest'anno dall'amministrazione provinciale nell'Istituto Grazia Deledda, via Sulcis), oppure online nella sezione cagliaritana del sito www.unicef.it.
FACOLTÀ Sono tutte quelle cagliaritane- spiegano la presidente provinciale ed Ester Mura, rappresentante settore cultura e scuola - ma soprattutto Scienze politiche, Economia, Scienze della formazione. «Abbiamo anche qualche richiesta dalla facoltà di ingegneria e di medicina ma i programmi del corso sono effettivamente più vicini a esami di scienze giuridiche e sociali, di psicologia, di scienze della formazione. Non dimentichiamo che questo corso dà anche importanti crediti a chi lo frequenta».
Il primo modulo sarà dedicato alla Convenzione dell'Onu del 1989. Elaborata in 54 articoli da un'équipe di esperti e firmata da 192 nazioni: mancano gli Stati Uniti, che ancora hanno la pena di morte per i minorenni, e la Somalia. Compito dell'Unicef (art.45) è di monitorarla, di vedere a che punto è, di certificare amaramente che la situazione è tragica e non risparmia neanche i paesi occidentali, dove i diritti infanzia sono spesso disattesi, dove resistono sacche di sfruttamento del lavoro minorile, o pedopornografia.
PROTAGONISTI Primo tra i molti protagonisti del corso sarà il nuovo, giovanissimo presidente Unicef Italia, Vincenzo Spatafora. Con lui, il 13 febbraio, Rosella Onnis, Sergio del Giacco, direttore del seminario, e i tre presidi coinvolti nell'iniziativa: il padrone di casa Antonio Cadeddu, Aldo Pavan (Economia), Paola Piras (Scienze politiche). Alcuni nomi: Alex Zanotelli, missionario comboniano, e il giornalista Raffaele Masto, Don Giulio Albanese e padre Salvatore Mura. Molti i docenti sardi coinvolti. Tra questi, compongono il comitato didattico scientifico Sergio De Giacco, Bianca Maria Carcangiu, Gavino Faa, Rita Fadda, Gianni Loy, Sergio Vacca, Laura Zedda. Cura il coordinamento Rosella Onnis. Illuminante il titolo dell'incontro di marzo con Eva Rizzin, minoranza Sinta dell'Università di Trieste. Ci dirà a proposito di impronte digitali richieste agli extracomunitari che le uniche accettabili sono «quelle lasciate dai bambini sui libri scolastici».
MARIA PAOLA MASALA
 
3 – L’Unione Sarda
Pagina 25 - Iglesias
La proposta del Comune per scongiurare la chiusura delle Facoltà di Monteponi
Borse di studio per salvare l'Università
Reginali: «Migliore offerta formativa e impianti sportivi»  
Il Comune pronto a scendere in campo per salvare l'Università di Monteponi. Le proposte dell'assessore Daniele Reginali
 
Il Comune di Iglesias scende in campo insieme agli studenti dell'Università del Sulcis Iglesiente per difendere il Polo di Monteponi dalla chiusura, e garantire agli universitari una migliore offerta formativa. La proposta è quella di istituire nuove borse di studio per i tirocini dei laureandi e permettere agli universitari che si iscriveranno a Monteponi l'accesso agevolato a diversi servizi, in particolare legati alle attività ricreative e allo sport.
LE BORSE DI STUDIO Secondo l'assessore alle Politiche giovanili e allo Sport Daniele Reginali, che ha seguito da vicino la mobilitazione studentesca delle ultime settimane, «il Comune, con gli altri soci del Consorzio gestore del Polo, potrebbero destinare una parte dei fondi che ogni anno stanziano a favore dell'Università, per aiutare quegli studenti che, al termine degli esami, devono sostenere i tirocini obbligatori presso le imprese del territorio prima di potersi laureare». In genere questi stage hanno carattere gratuito, e i soci dell'Ausi - propone Reginali - potrebbero dare una mano ai più meritevoli nei mesi precedenti la laurea, riconoscendo loro un piccolo ma utile contributo per il periodo di primo approccio al lavoro. Una proposta che certo costituirebbe un importante incentivo alle iscrizioni, viste anche le prospettive lavorative che - rimarcano anche gli studenti dell'Auci (associazione universitaria Carbonia-Iglesias) - il corso in Scienze dei Materiali ha finora garantito ai suoi laureati.
OFFERTA FORMATIVA La convinzione più volte espressa dagli studenti è che l'offerta formativa di Monteponi non sia paragonabile a quella di Monserrato, in particolare per ciò che riguarda l'utilizzo dei laboratori che degli spazi a disposizione esclusiva del corso di Scienza dei materiali. Un'offerta che punta decisamente a raggiungere l'eccellenza, se si considera, come sottolineato dal presidente e dai soci dell'Ausi, che il Sulcis Iglesiente è un laboratorio "naturale" di ricerca e sperimentazione in tutti gli ambiti ricompresi nella branca di Scienze della Terra.
IMPIANTI SPORTIVI Il Comune intende attivare nuovi servizi per gli studenti. Fra tutti, sarebbe certamente apprezzata dagli universitari, la proposta dell'assessore allo Sport, di incentivare le attività sportive, mettendo loro a disposizione di chi frequenta l'ateneo iglesiente, nel prossimo futuro, alcune infrastrutture e impianti comunali ancora da individuare.
PAOLO MOCCI
 

 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Cagliari
In pressing per l’Università 
Anche i sindaci vogliono il salvataggio dei corsi di laurea 
IL COMUNICATO «Il territorio ne ha bisogno» 
 
 IGLESIAS. «Unità del territorio per chiedere la conferma dei corsi di laurea a Monteponi»: con un comunicato congiunto i sindaci del Sulcis Iglesiente hanno garantito il loro impegno concreto per sostenere i corsi di laurea dell’Università di Monteponi e a questo punto vorrebbero un passo avanti anche nei confronti del consiglio di corso di laurea in scienza dei materiali e del Senato accademico. Ciò che chiedono i primi cittadini sulcitani - mercoledì al completo in città durante la marcia per il lavoro - è che il Senato accademico approvi una nuova delibera che annulli quella che era stata assunta alla fine di novembre, quando è stato decretato il trasferimento di Scienze dei materiali a Cagliari, a partire dall’anno accademico 2009/2010.
 Proprio ieri si sarebbe dovuta svolgere la seduta decisiva del Senato accademico ma è stata rimandata a fine mese, dunque gli amministratori comunali hanno ancora tempo per far pressione nei confronti dell’Ateneo cagliaritano e dimostrare la «buona volontà» delle istituzioni del territorio.
 «Oggi più che mai ci sono le condizioni perché a Monteponi proseguano tutti i corsi presenti - questo spiegano i sindaci - compreso il primo anno di Scienza dei materiali». L’elenco delle ragioni per cui l’Università del Sulcis Iglesiente non può chiudere dopo dodici anni di onorata carriera sono elencate di seguito sempre nel documento e sono tanto culturali quanto economiche e sociali. «L’università ha un ruolo strategico per il nostro territorio - si legge nel documento a firma dei sindaci - e può dare impulso a un’economia sostenibile, al risanamento ambientale, allo sviluppo umano e culturale. In più i corsi triennali a Bellavista sono certificati e giustificati dall’alta percentuale di laureati che trovano un lavoro».
 Dopo la presa di posizione unitaria del consiglio comunale cittadino, la proposta del gruppo di rappresentanti degli studenti «UxS-Università per gli studenti» in Senato accademico e Consiglio di amministrazione e la ricomposizione del consiglio dell’Ausi, dunque anche i sindaci fanno la loro parte e insistono sulla necessità dell’istituzione e sulla solidità degli impegni presi dalle istituzioni. Una delle ragioni per cui la sede rischia la chiusura è la difficoltà nella programmazione che dipende dai ritardi nell’erogazione dei fondi regionali, ma i sindaci ricordano che esiste «un’intesa istituzionale tra Regione Autonoma della Sardegna, provincia di Carbonia-Iglesias e i Comuni di Carbonia e Iglesias, che all’articolo 6 comma A garantisce il sostegno alle attività per la presenza dell’Università del Sulcis Iglesiente (specializzazione nel settore delle scienze ambientali, della terra e dei materiali). In particolare sono state messe a disposizione per i prossimi anni ingenti risorse da parte della Regione Sardegna per lo sviluppo della formazione e della ricerca anche nel territorio del Sulcis Iglesiente».
 Master, specializzazioni, alta formazione e ricerca, cooperazione internazionale: per il polo di Monteponi ci sono progetti importanti anche legati ai temi della riconversione e del risanamento ambientale, ma per arrivare alla formazione specialistica a Bellavista deve esserci anche il triennio iniziale, garantito e completo.
Laura Sanna 
 
 

Questionnaire and social

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