Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 January 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa

L’UNIONE SARDA
1 - L’ateneo cagliaritano tarda a rinnovarsi, un commento di Paolo Pani
 
LA NUOVA SARDEGNA

1 – L’Unione Sarda
Commenti Pagina 7
L’ateneo cagliaritano tarda a rinnovarsi
L’ora accademica della modernità
di Paolo Pani*
 
È stato presentato nello scorso mese di dicembre un saggio urbanistico del docente universitario Antonio Tramontin e dei suoi collaboratori sull’Università di Cagliari: Antonio Tramontin - Università di Cagliari dalla scatola nera, 3 guide e una sfida per costruire una moderna città universitaria-CUEC, 2008 . Un primo commento è sulla scelta del luogo della presentazione del libro, gli "Amici del libro" del Largo Carlo Felice, un tentativo d’uscire dalle chiudende dell’Accademia universitaria per proiettarsi nel territorio cittadino, opportunamente. È progetto ambizioso, che riprende forse un discorso interrotto sulla città di Cagliari e sul suo sviluppo urbanistico dagli anni Cinquanta del dopoguerra, il periodo della sua ricostruzione. Fu in quegli anni il tentativo di costruire "l’idea per una città". Non successe, a Cagliari non erano forse i tempi della modernità. Fu invece, quasi esclusivamente, imprenditoria immobiliare privata per le abitazioni dei cagliaritani reduci da una città distrutta dalla guerra. Fu evento necessario, ma scarsa fu invece l’attenzione per l’organicità di una città "pubblica", per tutti i cittadini. Fu grigiore urbanistico d’occupazione delle aree, senza costrutto organico, ma per esclusivo profitto, anche politico, dei proprietari di terreni e per l’imprenditoria immobiliare d’immigrazione.
In questi termini, il saggio urbanistico di Tramontin può essere considerato evento cittadino di discontinuità, riprende l’idea di città, non "città ideale", ma con le sue contraddizioni e paradossi, la "scatola nera" del titolo. Per l’ateneo cagliaritano è stata, con la scelta del campus di Monserrato, fuga dalla città verso il Campidano, ha segnato una discontinuità urbanistica, una scelta alle origini non unanimemente condivisa, ma oramai un fatto acquisito da cui non si può prescindere, è un atto dovuto. Tramontin fa invece il percorso inverso, parte dal "campus naturale", viale San Vincenzo e viale Buoncammino da un lato, via Università, via Corte d’Appello e via Ospedale dall’altro, l’università delle origini. La tendenza è evidente: "rivitalizzare e riqualificare il Centro Storico di Cagliari con l’insediamento di residenza e servizi Universitari diffusi". Questa tendenza è giustificata da Tramontin con la progressiva decadenza dell’autosufficienza funzionale del campus universitario d’origine anglosassone e dall’affermazione di una "cittadella universitaria", non "rinchiusa in un recinto elitario", ma struttura integrata e diffusa organicamente nel connettivo del tessuto urbano. Vi è una coincidenza di obiettivi urbanistici fra sviluppo dell’università e quello della città, del tutto legittimi i riferimenti istituzionali, il sindaco di Cagliari e il rettore dell’ateneo, che scrivono la prefazione per il saggio.
Tramontin promuove, a pieno titolo, Cagliari futura "Città universitaria" (su 160.000 abitanti, 40.000 sono studenti universitari, uno su quattro), un "sistema" di continue interazioni e trasmissioni di conoscenze fra lo stesso sistema e il territorio, "il Campus della conoscenza e dell’interculturalità". È una sfida al Governo regionale, alle sue ambizioni "per una nuova strategia di collaborazione fra Regione ed Università per una Sardegna più competitiva" non solo al suo interno, per i suoi laureati, ma anche come polo d’attrazione per studenti extra-regionali e, atto necessario, per il reclutamento di una docenza che non sia esclusivamente locale, non solamente associata, in modo contingente, ai visiting professor .
È un commento necessario, anche se non esplicitamente dichiarato da Tramontin, la capacità dell’ateneo cagliaritano di rinnovarsi, perché prenda forma quanto da lui auspicato, l’università professionalizzante, il Politecnico e i centri di eccellenza. Conosciamo le difficoltà. Architettura insegna, lo sa bene Tramontin. La Facoltà di più recente istituzione ha il corpo docente più anziano, è evidente l’incapacità d’attirare giovani ricercatori. Ne dobbiamo tener conto. Sarebbe, tuttavia, poco generoso cercare una risposta nel saggio di Tramontin, che rimane, a livelli d’eccellenza, nei limiti delle sue competenze professionali e di ricerca. Valga per tutti l’argomento dell’insediamento residenziale degli studenti universitari, dai diversi luoghi del centro storico (Castello, Stampace alto, Marina) ai nuovi insediamenti di La Playa, una condizione forse irripetibile, non solo per l’ateneo, ma anche per il rinnovamento urbanistico della città.
Le conclusioni di Tramontin costituiscono una sfida per l’ateneo, per i candidati alla carica rettorale. È ritorno alle origini: l’ottimismo della volontà di un progetto urbanistico fra università e città, il pessimismo della ragione, di un ateneo che fatica a rinnovarsi.
*Università di Cagliari 
 
2 – L’Unione Sarda
Attualita Pagina 7
Tanti mondi diversi, una religione
La studiosa Manduchi: marocchini e senegalesi le comunità più rappresentate
 
«L’Islam è la seconda religione in Sardegna, vi aderisce un terzo degli immigrati. Una percentuale ben più alta che nel resto d’Italia». Patrizia Manduchi è docente di Storia e Istituzioni del mondo musulmano all’Università di Cagliari. La sua specializzazione, e il suo ruolo nel Dipartimento storico-politico-internazionale di Scienze politiche, la orientano verso lo studio dell’universo musulmano esterno . "Dalla penna al mouse. Gli strumenti di diffusione del concetto di gihad" è il titolo di un lavoro a più mani che ha recentemente curato per FrancoAngeli. Ma più cresce il fenomeno dell’immigrazione in Sardegna, più è risucchiata negli studi che i colleghi del vicino Dipartimento di ricerche economiche e sociali compiono sul fronte interno .
È difficile, spiega, ingabbiare in cifre esatte l’Islam di Sardegna. Un po’ perché non ci sono autorità riconosciute che tengano registri ufficiali, come si fa nelle parrocchie. Un po’ perché tanti sono gli immigrati irregolari.
I dati Istat, rielaborati dall’Osservatorio delle Politiche sociali della Provincia di Cagliari, parlano di 25.106 stranieri residenti in Sardegna al primo gennaio 2008. Di questi, circa 7 mila provengono da Paesi a maggioranza musulmana. Spiccano 3.515 marocchini e 1.967 senegalesi; seguiti dai tunisini (487) dai pakistani (472) e da 422 albanesi. «Certo, sarebbe semplicistico dire che tutti siano musulmani. Dal Nord Africa arrivano anche cristiani, dal Pakistan i Sikh. E considerata la storia recente di quella nazione, è difficile pensare che gli albanesi siano effettivamente musulmani praticanti».
Sommando la nebulosa degli irregolari, l’imam di Sassari azzarda una cifra complessiva di 13-15 mila fedeli. Manduchi propende per la stima più conservativa. E comunque avverte: «Vengono da aree geografiche diverse, parlano lingue diverse, sono portatori di valori culturali spesso divergenti. È riduttivo accomunarli in base alla sola religione, come se questa fosse un blocco unico». Eppure segna ancora il passo lo studio delle singole comunità. Manduchi si è occupata di quella marocchina in un saggio dedicato al "Lungo percorso di un’integrazione possibile" per la raccolta "Etnie in transito" curata da Marco Zurru per FrancoAngeli. I dati risalgono al 2004 e mostrano uno spiccato aumento della presenza femminile: le famiglie si riuniscono perché la comunità diventa stabile, mette radici. Piccoli gruppi crescono. Nei capoluoghi, ma anche a Villasor-Uta (dove c’era un centro religioso), a Sorgono, a Sadali, dove la tesi di laurea di Claudia Depau ha tracciato la storia di una trentina di marocchini, tutti provenienti dalla stessa zona. E tutti bene integrati, coi figli inseriti a scuola. Un’eccezione inquietante: due famiglie hanno tenuto (o rimandato) in Marocco le sole figlie femmine. Gli immigrati coltivano le tradizioni: «L’88 per cento digiuna nel Ramadan, il 75 per cento celebra le feste più importanti ’Id al-adha, ’Id al-fitr e ’Id al-mawlid». Ma la religione resta un fatto privatissimo. Poco più della metà degli intervistati fa le cinque preghiere rituali e appena il 17 per cento frequenta la moschea. Segno di laicità? «No, segno che non ci sono abbastanza moschee».
D. P. 
 
3 – L’Unione Sarda
Prov Ogliastra Pagina 20
Tortolì
Docenti dagli Stati Uniti per parlare di usi civici
 
«Le terre civiche: opportunità di crescita e di sviluppo per l’Ogliastra». È fissato per questa mattina alle 9, 30 l’appuntamento con il comitato scientifico che coordina le azioni del progetto pilota sul riordino degli usi civici sul territorio ogliastrino finanziato con i fondi del Piano operativo regionale.
Alla giornata di studio ed approfondimento in programma nell’aula consiliare di via Mameli a Tortolì parteciperanno il professor Angelo Aru, già docente all’ Università di Cagliari, Angela Cacciarru, della Facoltà di Geografia dell’Università statunitense del Nord Carolina e Pietro Nervi,docente di Economia della proprietà all’Università di Trento. I lavori saranno coordinati da Paolo Tola, direttore del Formez di Cagliari. Per il pomeriggio si prevede invece una sessione di approfondimento e di confronto ulteriore fra le amministrazioni locali e tutti gli esperti del progetto.
All’incontro interverranno il presidente della Provincia, Piero Carta, e gli esperti del Laboratorio territoriale dell’Ogliastra che presenteranno il lavoro di studio finora svolto. Sono invitati a partecipare le istituzioni, le imprese, i cittadini e le associazioni di categoria.
GY. FE. 

 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
BREVI
UNIVERSITÀ
Tre assegni di ricerca
 
 L’Università deve attribuire tre assegni di ricerca di durata biennale, finanziati dalla Fondazione Banco di Sardegna, presso la facoltà di Farmacia per il progetto “Dealogenazione di inquinanti organici alogenati” e presso la facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali per i progetti “Il Mycobacterium avium subsp. paratuberculosis come agente eziologico del morbo di Crohn e del diabete mellito di tipo 1. Selezione di antigeni per la messa a punto di nuovi biomarkers nell’ambito delle due malattie”, e “Relazione tra livello differenziativo e suscettibilità all’induzione della morte cellulare programmata in linee cellulari neoplastiche”. Per partecipare ai tre concorsi è necessario avere requisiti contenuti nel bando sul sito www.uniss.it.ammin/concorsi.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - Cagliari
Un abbraccio tra due terre vicine 
Sino a sabato all’Electra Cafè l’expò di un artista marocchino che unisce nei suoi quadri le due sponde del Mediterraneo 
 
IGLESIAS. È stata inaugurata la mostra di pittura e fotografia denominata “Khalil Suggestioni”. L’esposizione, allestita all’Eletctra Café di piazza Pichi, sarà accessibile al pubblico fino a sabato. A promuovere l’iniziativa è l’associazione CultArch, della facoltà di architettura cagliaritana. L’expo è itinerante e oltre alla tappa cittadina, toccherà Carbonia e, infine, la sede della facoltà di Architettura dell’ateneo di Cagliari. Una ottima idea, quella di stabilire un calendario che porti l’esposizione in tre diversi capoluoghi di provincia, per fare circolare e diffondere l’espressività di Khalil Baouchi, giovane artista marocchino (è appena trentatreenne), che da circa quindici anni vive e studia in Sardegna. E proprio all’isola Baouchi dedica un grande attestato di amore: ‹‹Non so bene quando è nata la mia passione per l’arte. Ho avuto la fortuna di nascere in un paese dove il colore trionfa e tutto sembra tendere verso la creatività. La luce accecante del Mediterraneo, la spazialità degli ambienti, delle case, dei panorami e delle città. Forse, però, tutto questo sarebbe rimasto pura emozione, se una volta arrivato in Italia non avessi incontrato chi mi ha insegnato a tradurre tutto ciò in gesti e materia››, ha raccontato Khalil Baouchi, che attualmente frequenta il secondo anno proprio alla facoltà di Architettura e che insieme al Café Electra e l’associazione universitaria Carbonia Iglesias ha organizzato l’evento artistico che è allo stesso tempo multietnico. Una sorta di abbraccio e connubio tra due terre vicine: il Marocco e la Sardegna, e in particolare il sud dell’isola che è rappresentato dalla città. A questo riguardo, per una mostra che è stata appena inaugurata, un’altra è accessibile da qualche settimana e potrà essere visitata fino al 31 gennaio. Si tratta dell’expo fotografico curato da Stefano Silanus e Carlo Pateri: un racconto di viaggio in Giappone, Messico e Sudafrica. Anche in questo caso, come l’Electra Café, la locazione scelta per l’allestimento della mostra è un famoso locale (altro elemento comune è il taglio interculturale degli eventi. Un punto di incontro tra luoghi che, grazie all’arte, che seppure nel rispetto delle reciproche differenze e caratterizzazioni, ha il grande il dono di riuscire a unire) e punto di aggregazione cittadino: l’Alex Pub di via Valverde. Un modo per coniugare intrattenimento e arte e ampliare l’offerta delle attività produttive deputate per il divertimento al maggior numero di persone, di età e interessi differenti.
Monica Tola 
 

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