Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 January 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa

1 – L’Unione Sarda
Pagina 18 – Cronaca di Cagliari
Blitz dei Nas alla prova di abilitazione
Sospetti di brogli, ma per i carabinieri è tutto in regola  
Controlli ieri mattina durante i test per l'accesso alla scuola di Ortognatodonzia
Circa 60 candidati stavano tenendo la prova scritta per l'ingresso alla scuola di specializzazione in Ortognatodonzia dell'Università di Cagliari, una delle più prestigiose d'Italia
 
È stata una segnalazione anonima arrivata in Procura a far scattare, ieri mattina, un'ispezione a sorpresa dei carabinieri del Nas nell'aula d'esame dove circa 60 candidati stavano tenendo la prova scritta per l'ingresso alla scuola di specializzazione in Ortognatodonzia dell'Università di Cagliari.
Arrivati verso le undici nel complesso di via Binaghi, che ospita l'istituto, otto militari hanno così atteso che finisse la prova prima di entrare in azione: perquisite borse e controllati tutti i fogli, identificati uno ad uno di tutti i candidati.
L'ESPOSTO L'esposto, stando alle poche notizie trapelate, sembra riguardasse la possibilità che qualche candidato conoscesse già le domande contenute nel test: 70 quesiti a risposta multipla, ciascuno con cinque opzioni. E nell'ispezione qualche foglio con domande sarebbe anche saltato fuori, ma si sarebbe trattato solo di vecchi quesiti del passato: nessuno, insomma, concordante con quelli che erano contenuti nel test d'accesso di una delle più prestigiose scuole nazionali di specializzazione in ortognatodonzia (la disciplina dell'ortodonzia che si occupa di raddrizzare i denti intervenendo anche sulle ossa).
L'INCHIESTA Ovviamente, come accade sempre in questi casi, la Procura della Repubblica ha deciso di non prendere sottogamba l'esposto, seppure anonimo, affidando l'accertamento al sostituto Marco Cocco che avrebbe disposto l'invio dei carabinieri del Ministero della Salute nel giorno previsto per la preselezione che stabilisce chi accede al corso triennale.
LA PROVA Una prova che si tiene ogni anno e aperta a diciotto laureati in odontoiatria, ma che ogni anno vede piovere a Cagliari un mare di richieste da tutta Italia. Esattamente quanto accaduto ieri: su una sessantina di iscritti, solo nove erano sardi. Alle dieci in punto, lo staff guidato dal professor Vincenzo Piras (direttore della scuola di specializzazione) ha consegnato i quesiti segreti agli studenti, ma la prova vera e propria è iniziata un quarto d'ora dopo.
BLITZ ALLE 11 Il colpo di scena verso le undici, quando i militari del Nas sono entrati in azione, ma facendo scattare le perquisizioni solo quando il test era concluso. I carabinieri avrebbero fotocopiato tutte le domande, verificando anche il contenuto delle borse con il consenso di tutti i candidati (che ovviamente sono stati identificati). Gli uomini del nucleo antisofisticazione avrebbero anche preso alcuni fogli con quesiti in possesso di qualche studente, ma confrontati con quelli del test non sarebbero state segnalate coincidenze. Ma l'indagine non si sarebbe comunque conclusa col blitz, anche perché la Procura, se non dovesse emergere nulla, dovrà comunque capire chi aveva l'interesse a gettare fumi e sospetti sulla preselezione di ieri mattina.
SOLO IPOTESI Per il momento, dunque, solo ipotesi: che qualcuno abbia voluto interferire sulla prova. Oppure addirittura il tentativo di gettare discredito su una delle scuole di specializzazione più prestigiose d'Italia. Un punto di riferimento per l'odontoiatria nazionale che, ogni mese, costringe decine di specializzandi che vivono in altre regioni a prendere l'aereo per frequentare le lezioni a Cagliari. Per il momento, dunque, tutto proseguirà regolarmente anche se sul blitz di ieri i carabinieri del Comando del Nas tengono il più stretto riserbo, così come nulla trapela né dalla Procura né dalla scuola. L'impressione è che l'esposto fosse più che altro una bufala. Ma con quali fini?
FRANCESCO PINNA
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 36 - Sulcis
Iglesias. Giovedì la delibera sul trasferimento di Scienza dei materiali. Il presidente: «Ci batteremo per evitarlo»
Università in bilico, decide Cagliari
Il futuro dell'Ausi nelle mani del Senato accademico  
Fra quattro giorni si conoscerà il destino dell'Università del Sulcis Iglesiente. Il Senato accademico deciderà sul trasferimento a Cagliari del corso di Scienza dei materiali: sarebbe la fine dell'Ausi
 
Sono giorni cruciali per il futuro del Polo universitario di Monteponi. Giovedì prossimo si riunirà il Senato accademico dell'Università di Cagliari, per decidere se ratificare o meno la deliberazione del Consiglio di facoltà di Scienze naturali, che vorrebbe riportare la sede del corso di Scienza dei materiali a Cagliari. Una decisione che, se confermata, significherebbe la definitiva chiusura della sede universitaria sulcitana, attiva dal 1996.
Un'eventualità che priverebbe il Sulcis Iglesiente di una risorsa strategica di importanza fondamentale per il suo rilancio economico e produttivo, e su cui istituzioni, enti e imprese del territorio puntano con investimenti significativi già dalla sua nascita.
TRASLOCO Anche per questo motivo, il fronte che si oppone al trasferimento del corso a Monserrato è estremamente ampio. In prima fila gli studenti, riuniti nell'Auci (associazione universitari Carbonia Iglesias), e il Consorzio che gestisce la sede di Villa Bellavista, guidato dal presidente della Provincia Pierfranco Gaviano, di cui fanno parte anche i Comuni di Iglesias e Carbonia, il Parco Geominerario e l'Asvisi, associazione che riunisce le principali imprese e industrie del territorio.
La volontà espressa dai docenti nella deliberazione è stata motivata con il clima di costante incertezza con il quale si è da anni costretti a gestire il Polo universitario. La causa principale, a detta del corpo docente, sarebbe da addebitare ai sistematici tagli ai fondi che la Regione destina annualmente alle sedi universitarie decentrate, e i ritardi con cui vengono erogati. «Una simile situazione - afferma l'ex presidente dell'Ausi Giorgio Piccaluga, che insegna chimica e fisica a Monteponi - ha portato a difficoltà gestionali oltre che alla mancanza di concrete prospettive di consolidamento e sviluppo del Polo. La nostra deliberazione scaturisce dal fatto che continuiamo a non riscontrare alcuna concreta volontà politica di appoggio alle esigenze di sviluppo della sede universitaria iglesiente».
LE RISORSE Di diverso avviso sono sia il consorzio gestore che gli studenti. «Anche per quest'anno - dichiara Pierfranco Gaviano - possiamo contare sugli stanziamenti della Regione, circa 350 mila euro, e su quelli dei soci del consorzio, che ammontano ad altri 250 mila». Fondi sufficienti per proseguire nell'attività formativa per un altro anno, mentre per una maggiore sicurezza sul futuro del Polo, sarà necessario attendere che vengano investiti i 30 milioni di euro che il governatore uscente Renato Soru ha recentemente dichiarato essere stati destinati all'Università a e ai centri di ricerca che vi avranno sede, nell'ambito dei finanziamenti per il Masterplan di Monteponi. «Ci batteremo con ogni mezzo - ha affermato Gaviano - perché il nostro territorio non perda questa enorme risorsa. Appoggiamo le iniziative prese dagli studenti (che presenteranno al Senato accademico le 2.500 firme raccolte nelle piazze del Sulcis contro il trasferimento di Scienza dei materiali, ndr) e siamo pronti a chiamare gli enti locali, le imprese e i cittadini ad uno sforzo collettivo per scongiurare la prospettiva di perdere un Polo che ormai vanta una storia prestigiosa e ricca di risultati».
MOBILITAZIONE Anche secondo il presidente dell'Auci Sandro Palmieri, «oggi più che mai esistono le condizioni per rilanciare le attività dell'Università del Sulcis Iglesiente. Siamo convinti che l'offerta formativa di Monteponi difficilmente potrà esserci garantita a Monserrato».
PAOLO MOCCI
 
Carbonia
Energia e Architettura nella Grande miniera
   
Il master di Architettura è salvo, il Centro di restauro è invece appeso a un filo. Le sorti dello sviluppo dell'Università a Carbonia in parte dipendono, infatti, dal futuro incerto dell'Università di Iglesias. Come nel gioco del domino, se cade Monteponi, rischia di restare a terra anche una delle iniziative proposte dal Comune di Carbonia d'intesa con la Regione e con il Dipartimento di Architettura della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Cagliari: l'apertura, cioè, di un Centro di restauro dei Beni architettonici del Novecento. Sarebbe il fiore all'occhiello del ritrovato polo culturale e scientifico della Grande Miniera di Serbariu, ma rischia in realtà di restare un progetto sulla carta «qualora - sostiene il sindaco Tore Cherchi - dovesse uscire indebolito il contesto universitario del Sulcis Iglesiente». Nonostante non esistano legami diretti con il paventato smantellamento del corso di Scienza dei Materiali a Monteponi, per il sindaco occorre «evitare che in un ambito universitario ridimensionato ne facciano le spese anche attività parallele».
È per questo motivo che Carbonia deve tenersi ben stretto il secondo master in Architettura moderna. Dopo il successo del primo, tre anni fa, il secondo è rimasto al palo l'anno scorso per carenza di iscrizioni. Un semplice incidente di percorso perché «il prossimo scatterà dopo l'indizione del bando e ne sono previsti altri due», aggiunge Cherchi. Il master dovrebbe trovare ospitalità in uno degli edifici della Grande miniera di Serbariu (un caseggiato accanto al museo Paleontologico) che il Comune sta finendo di attrezzare. È un investimento affrontato «con lo spirito di radicare in città non il grande Ateneo ma segmenti specializzati dei corsi universitari».
Anzi, è in quest'ottica che il Comune è pronto a rilanciare scommettendo su altre discipline: non solo l'architettura ma anche l'energia. «La presenza del Centro ricerche della Sotacarbo - conclude Cherchi - deve essere valorizzata anche a fini universitari, è una battaglia che siamo pronti a combattere». (a. s.)
 
Anche gli atenei a distanza caduti sotto i tagli
Bologna ha soppresso i corsi di Calasetta, resistono quelli di Sant'Anna Arresi
   
Ne è rimasta soltanto una e, per lo più, con docenti sempre più virtuali. Dall'esperimento delle università “a distanza” nel Sulcis solo la sede di Sant'Anna Arresi è sopravvissuta a tagli, disimpegni e riforme. A Calasetta, l'altro centro in cui la facoltà di Economia di Bologna aveva aperto nel 2000, iscrizioni e corsi sono chiusi da quasi due anni. Gli ultimi studenti, iscritti al corso di Economia aziendale, hanno dovuto spostarsi a Sant'Anna Arresi per concludere il percorso triennale di studi. Tra i motivi della chiusura, «il non aver mai formalizzato la convenzione che dava vita all'esperimento universitario tra il Comune e l'università di Bologna e, poi, - ha spiegato il sindaco Remigio Scopelliti - il disimpegno della facoltà felsinea per via dei tagli ai fondi». Una perdita di non poco conto per Calasetta. «Ma non è un discorso completamente chiuso. Se ci saranno i presupposti - ha aggiunto Scopelliti - il discorso università si potrebbe riprendere». Diverso scenario a Sant'Anna Arresi. Attivata nove anni fa, l'università online sopravvive grazie alla convenzione stipulata dal Comune con l'Università telematica internazionale Uninettuno di Roma, la stessa che forniva piattaforma telematica e digitale alla facoltà di Bologna. «Abbiamo garantito i corsi triennali e, oltre al corso in Economia e gestione delle aziende turistiche, - ha spiegato Fabio Diana, assessore con delega all'Università - ne è stato attivato un altro in Economia e gestione delle imprese».
MAURIZIO LOCCI
 
 

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