Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
24 June 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

L’UNIONE SARDA
1 - Lezioni di civiltà (anche) dagli studenti, un commento del preside di Lingue  
 
LA NUOVA SARDEGNA
 

1 – L’Unione Sarda
Commenti Pagina 37
Lezioni di civiltà (anche) dagli studenti
UNIVERSITA’: TESTI SOTTO ACCUSA
di Massimo Arcangeli*
 
Cos’è il giustizialismo? Ecco una possibile definizione del significato più ricorrente del termine, tratta da uno qualunque fra i tanti dizionari italiani in commercio: "Tendenza ad assumere in campo giudiziario posizioni improntate a colpevolismo". Fatta la tara dell’ambito di applicazione, nella Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’ateneo cagliaritano aleggerebbero così, secondo Giuseppe Marci, i vecchi fantasmi di una volontà "persecutoria" dagli inconfondibili, storicissimi tratti; vittima predestinata Emilio Biagini, ordinario di Geografia non lontano dal pensionamento. È questo l’involontario senso profondo, il silente valore "aggregato" che si ricava dall’editoriale dell’amico Marci di due giorni fa. Fantasmi comunisti, naturalmente. Magari risvegliati dal Preside, che li telecomanda a suo piacimento; come telecomanda gli studenti, sempre più numerosi, che protestano per vedere legittimamente tutelato il loro diritto allo studio.
È la prima volta che faccio sentire pubblicamente la mia voce su quel che è diventato ormai un caso nazionale. Avrei potuto dire la mia fin dal primo momento, in risposta alle tante offese saettate dal prof. Biagini al mio indirizzo: dal laureato alla "Sapienza", conseguentemente anticlericale - il laicismo, con il seguito dei tanti "cattivi maestri", è risaputo che alberghi volentieri nell’ateneo romano - al micidiale mix di dottor Jekyll e mister Hyde che incarnerei. Un docente, si badi, non solo perseguitato dal suo Preside (che sarei poi io) ma anche redarguito ingiustamente dal suo Rettore (che ha giudicato didatticamente "incongrui", con nota ufficiale, i suoi tre tomi di geografia), giudicato severamente da molti dei suoi colleghi, contestato illegittimamente dai suoi studenti. Sorvolo. E mi attengo ai fatti.
I fatti mi riportano al giorno in cui una studentessa della Facoltà mi manda una lunga lettera. Lamenta, in quella lettera, l’adozione di un testo in cui la materia geografica pare giocata come un alibi per discorsi "altri". Il testo, com’è noto, è farina del sacco dello stesso prof. Biagini. Decido di leggere integralmente l’opera; ne esco sconcertato. Nel frattempo a quella studentessa si aggiungono altri studenti e la protesta monta. Il resto è cosa nota.
Ora, è adottabile o no, in un corso universitario di una Facoltà della Repubblica italiana, l’opera "incriminata"? No, non è adottabile. Tutti, per primo il prof. Biagini, meritano rispetto e non sarò certo io a negarglielo. Non gliel’ho negato finora e non mi smentirò certo adesso. Voglio dirgli però che, per quanto è nelle mie competenze, non mi fermerò in quella che non intende essere una guerra alla persona ma una decisa presa di posizione contro un testo che, in un’aula universitaria, non dovrebbe nemmeno potersi affacciare. Il professore è in diritto di difendere la sua libertà di pensiero, tutelata dalla nostra Costituzione. L’università è in diritto di sottolineare che quella libertà è soggetta a vincoli precisi. Non può essere spesa per dividere brutalmente le coscienze; deve invece essere strumento formativo per unirle, alimentare il confronto fra le diverse idee, gestire democraticamente il dissenso.
Giustizialismo è una brutta parola. Non l’ho mai sentita pronunciare nella Facoltà di Lingue, non l’ho mai avvertita nei comportamenti di studenti e colleghi, non appartiene né al mio lessico familiare né a quello istituzionale. Le mie più assidue frequentazioni vanno a dignità e rispetto, trasparenza e legalità, vigilanza e controllo. Ma la lezione di vocabolario più incisiva, da quando sono Preside, me l’hanno data i miei studenti. Una lezione di civiltà che non è mai venuta meno e grazie alla quale la libertà, anziché patirne, ne ha guadagnato in solidità e spessore. La civiltà i miei studenti non l’hanno mai depennata, in questi mesi, dal loro lessico; e finché continueranno a farla propria io starò al loro fianco, per quanto mi è consentito dal ruolo, in nome di una giusta, sacrosanta causa. Alimentata da un bisogno etico, senza dubbio, ma soprattutto dalla percezione di un compito formativo che educhi al bene comune e non istighi invece alla discriminazione religiosa o sessuale. Non c’è libertà di insegnamento che tenga in mancanza di quell’elementare deontologia che ci impone di non venir mai meno alla nostra "missione" di educatori e al senso di una ricerca che si carica di valore scientifico solo se fa tesoro delle diverse posizioni, teorie, interpretazioni su cui edifichiamo, quotidianamente, il nostro sapere e le sue innumerevoli applicazioni.
*Preside facoltà di Lingue
Università di Cagliari  
2 – L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia Pagina 15
«Un codice etico sull’insegnamento»
Università. Richiesta del docente di Storia contemporanea Marco Pignotti sul caso Biagini
 
Un codice etico per bilanciare libertà d’insegnamento e dignità degli studenti. È la richiesta avanzata ieri mattina da Marco Pignotti, docente di Storia contemporanea, e da una nutrita rappresentanza di suoi colleghi e di studenti della facoltà di Lingue e letterature straniere di Cagliari. L’accorato appello («da privati cittadini») è rivolto a Pasquale Mistretta, rettore fino a ottobre quando lascerà l’incarico a Giovanni Melis, appena eletto, e si inserisce nel rovente dibattito sviluppatosi a proposito del testo adottato da Emilio Biagini, docente di geografia economica e politica nella facoltà di Lingue.
«Invitiamo il rettore», afferma Pignotti, «ad adottare gli strumenti necessari a garantire il diritto degli studenti a non sentirsi discriminati da eventuali abusi didattici, che offendano religioni, etnie o orientamenti sessuali. La libertà di insegnamento non deve diventare dispotismo». Il richiamo è ad alcuni concetti espressi in alcuni testi di Biagini: «il preservativo è inutile perché coi virus ha l’efficacia di un colabrodo» o «i protestanti hanno portato al divorzio, all’aborto e ai serial killer», sono solo alcune asserzioni del docente.
LA PROTESTA Circa un mese fa, dopo quattro anni, gli studenti hanno reagito all’obbligo di studiare su questo volume. In una lettera indirizzata al preside di Facoltà, Massimo Arcangeli, il libro viene definito «discriminatorio, sommario e dogmatico». Il preside ne ha preso atto. Ora dovrà tenere conto anche dell’intervento di Pignotti: «Il testo è un corposo pamphlet di opinioni su razze e religioni con la volontà di classificare ed esprimere sentenze». L’attacco del docente di Storia è rivolto, soprattutto, al metodo: «Decontestualizza e generalizza, fa assurgere un singolo fatto a massima».
CODICE ETICO In Italia non esiste un codice etico e, neppure, un protocollo didattico delle singole discipline. Perciò ogni docente sceglie il volume per gli studenti. Nel resto d’Europa e negli Stati Uniti, invece, c’è un regolamento. «Adottare un testo eticamente e politicamente corretto», conclude Pignotti, «non è riduzione della libertà d’insegnamento, ma un modo per evitare che questa libertà sfoci in abuso. Servono strumenti che bilancino le libertà». (m. s.) 
3 – L’Unione Sarda
Prov Sulcis Pagina 27
iglesias
Il Senato accademico decide domani il futuro dell’Università di Monteponi
 
Si giocherà domani, nell’aula del Senato accademico dell’Università di Cagliari, una delle partite cruciali per il futuro dell’Università del Sulcis Iglesiente. Gli studenti di Monteponi sono già da diverse settimane mobilitati per evitare che il Senato ratifichi la decisione presa dal Consiglio della facoltà di Scienze di spostare il corso in Scienze dei Materiali a Monserrato, decretando così la fine della sede decentrata di Iglesias.
«In campo - ha dichiarato Sandro Palmieri, presidente dell’associazione che riunisce gli studenti di Monteponi - non c’è solo lo spostamento di un corso di laurea, ma 13 anni di fruttuosa attività universitaria, che rischiano di venire cancellati senza una motivazione convincente». Gli studenti stanno organizzando per domani un presidio davanti al Senato, decisi a portare avanti una lotta «in difesa tanto del Polo di Monteponi, quanto di tutte le altre realtà decentrate dell’Università isolana, che come Monteponi hanno dimostrato di costituire un reale valore aggiunto per l’offerta formativa degli atenei». Dalla loro parte hanno preso posizione anche le istituzioni e le realtà produttive del territorio. Il presidente dell’Ausi (il Consorzio che gestisce la sede universitaria sulcitana) e della Provincia Pierfranco Gaviano si è detto deciso a «chiamare a raccolta tutti i soggetti, istituzionali e non, che hanno creduto e investito sull’università del Sulcis Iglesiente, per evitare a qualsiasi costo che il territorio venga privato di una risorsa dalla straordinaria valenza strategica». Anche i sindaci sulcitani hanno di recente manifestato la propria solidarietà agli studenti, sottolinenado a più riprese l’importanza dell’università per un territorio falcidiato dalla crisi e bisognoso di un rilancio economico; e la positività dell’esperienza di Monteponi, che in tredici anni ha prodotto risultati prestigiosi. Il problema alla base dell’ipotesi di spostamento del corso sarebbe di carattere economico e gestionale oltre che legato all’incertezza sulle risorse e sulle prospettive che si intendono dare alla sede decentrata sulcitana.
PAOLO MOCCI 
4 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale Pagina 5
Dieci milioni per gli studenti
Pronti 9.996 assegni di merito per i bandi del 2007 e del 2008
 
Sono 9.996 (su 12.952 domande) gli studenti sardi che stanno per ricevere dalla Regione gli assegni di merito relativi ai bandi 2007 e 2008, per un totale di 10 milioni di euro. Lo ha annunciato l’assessore alla Pubblica istruzione Maria Lucia Baire chiarendo che è stata pubblicata sul sito della Regione una prima graduatoria definitiva per gli studenti iscritti al primo anno di un corso di laurea.
Altre due graduatorie saranno pubblicate entro il 30 giugno, mentre un secondo bando da 6 milioni di euro sarà pubblicato nei primi quindici giorni di luglio. Intanto, nella Finanziaria 2009 è già previsto un ulteriore stanziamento di 15 milioni per il terzo bando. Tutti gli assegni di merito (ne hanno beneficiato gli studenti che si sono maturati con una media ponderata di 80/100 e quelli iscritti all’Università che hanno una media di 27/30) saranno liquidati in un’unica tranche: 3 mila euro a studente per quelli in sede e 6 mila per quelli fuori sede. «Rivedremo le procedure dei bandi e le modalità di erogazione», ha detto l’assessore Baire, «perché finora è stato tutto molto farraginoso, gli assegni è bene che vadano agli studenti mentre l’anno è ancora in corso». Gli assegni di merito della Regione sono finalizzati al superamento di carenze e competenze nelle materie tecnico-scientifiche e alla formazione di capitale umano di eccellenza.
Al primo bando del 2008 potevano partecipare gli studenti suddivisi in tre categorie: studenti iscritti al primo anno di un corso di laurea, di laurea magistrale o specialistica a ciclo unico; studenti iscritti al primo anno di un corso di laurea magistrale o specialistica, studenti iscritti ad annualità successiva di un corso di laurea, di laurea magistrale o specialistica. La graduatoria definitiva è stata pubblicata solo per la prima categoria per la quale sono state presentate 3.539 domande, mentre gli studenti richiedenti sono stati 2.747 (1.060 dell’area scientifica). Gli idonei sono 725 (361 nelle facoltà scientifiche), gli esclusi 681, mentre i ricorsi sono stati 164. Per la seconda categoria su 2.059 domande (1.616 studenti richiedenti) gli idonei sono risultati essere 750 (561 materie scientifiche), gli esclusi 327 e i ricorsi sono stati 154. Nella terza categoria le domande presentate sono 7.354 con 5.533 studenti richiedenti. 
5 – L’Unione Sarda
Estate Pagina 8
Da Oristano un ponte con l’Egitto
 
Sulle orme dell’antico popolo Shardana nascerà una rete di scambi culturali ed economici. Un ponte tra Egitto e Sardegna «nel nome della pace». È proprio la concordia tra i popoli il legame tra i due paesi: il primo trattato di pace della storia fu stipulato dopo la battaglia di Kadesh nel 1275 tra gli egizi e gli ittiti. Le guardie personali del faraone Ramses II erano «gli Sherden o Shardana, popoli del mare che favorirono lo sviluppo di tante città tra cui Tharros».
Ecco il trait d’union che, nei giorni scorsi, è stato consacrato e attualizzato: la Regione, le città di Oristano e Cabras e il governatorato e la città di Luxor hanno siglato un protocollo d’intesa per mettere le basi di una collaborazione. Un’équipe è già al lavoro per la realizzazione di un’opera teatrale ispirata alla battaglia di Kadesh e al trattato di pace, che sarà rappresentata l’anno prossimo. Il governatore di Luxor Samir Farag ha sottolineato che si è «all’inizio di una serie di sinergie che potranno favorire i rapporti nel Mediterraneo». Il vice presidente del Consiglio regionale Michele Cossa ha evidenziato che «si tratta di un’opportunità ancor più rilevante se si guarda all’appuntamento del 2010 con la creazione del libero mercato nel Mediterraneo». In questa direzione va l’interesse degli assessori regionali al Turismo e alla Cultura Sebastiano Sannitu e Lucia Baire. È stata chiesta la disponibilità dell’Egitto per iniziative di partnership sui progetti Enpi per le politiche europee di vicinato del bacino del Mediterraneo. Per il sindaco Angela Nonnis, l’assessore Francesco Pinna, il sindaco di Cabras Cristiano Carrus, l’assessore Antonello Manca si tratta di una grande opportunità. «Sono state messe le basi per collaborazioni tra le istituzioni scientifiche locali e il corso di archeologia subacquea dell’Università oristanese per attività di ricerca nel Nilo e nel porto di Alessandria», ha precisato Attilio Dedoni, presidente della commissione regionale Cultura. Tarcisio Agus, vice presidente della commissione regionale Autonomia ha ipotizzato il coinvolgimento dei centri che si affacciano sul Golfo di Oristano per iniziative di carattere culturale e commerciale.
VALERIA PINNA 

 
6 – La Nuova Sardegna
Prima pagina - Cagliari
Un codice etico contro gli abusi dei professori 
Appello di un gruppo di docenti universitari dopo il caso del geografo contestato dagli studenti 
«Tutelare libertà d’insegnamento e dignità dei cittadini» 
 
CAGLIARI. Un codice etico che contenga un chiaro riconoscimento della libertà d’insegnamento tutelata dalla Costituzione italiana, ma che tuteli soprattutto la dignità di ogni cittadino. A chiederlo, dopo le vicende legate ai testi del geografo Emilio Biagini, è il docente di storia contemporanea Marco Pignotti con un appello rivolto al neorettore Giovanni Melis e al magnifico uscente Pasquale Mistretta, firmato per ora da una dozzina di colleghi e appoggiato con un documento da sei rappresentanti degli studenti nel consiglio di facoltà di Lingue e letterature straniere.
 
Pagina 1 - Cagliari
Caso Biagini a una svolta: «Subito un codice etico contro gli abusi didattici» 
Appello di un gruppo di docenti al nuovo rettore mentre si parla di ricorso alla Procura della Repubblica 
di Mauro Lissia
 
CAGLIARI. Un codice etico che contenga un chiaro riconoscimento della libertà d’insegnamento tutelata dalla Costituzione italiana, ma che tuteli soprattutto la dignità di ogni cittadino.
 A chiederlo è il docente di storia contemporanea Marco Pignotti con un appello rivolto al neorettore Giovanni Melis e al magnifico uscente Pasquale Mistretta, firmato per ora da una dozzina di colleghi e appoggiato con un documento (che riportiamo quasi integralmente) da sei rappresentanti degli studenti nel consiglio di facoltà a Lingue e letterature straniere.
 Dietro l’iniziativa, la battaglia ormai vicinissima al campo giudiziario scatenata dai testi e dalle interviste di Emilio Biagini, geografo cattolico che ce l’ha con gay, marxisti, atei, islamici, protestanti, musicisti rock e con chiunque appaia anche incidentalmente fuori dalla linea di Santa Romana Chiesa. Riunite al Bastione quelle che forse il docente genovese definirebbe le forze del male - una cinquantina fra professori, studenti e cronisti - Pignotti ha chiarito la propria posizione personale attaccando il metodo usato da Biagini per elaborare i suoi volumi: «Più che un testo di geografia da utilizzare in un corso di studi - ha sostenuto Pignotti - siamo davanti a un corposo pamphlet che riporta opinioni molto chiare in merito al concetto di razza e religione, esprimendo in alcuni passaggi una chiara volontà di classificare religioni e razze in base a una soggettiva scala di valori e ad affermazioni categoriche».
 Per Pignotti il collega genovese «decontestualizza e generalizza» utilizzando un «artificio metodologico poco ortodosso». In sostanza fa passare la propria opinione attraverso singoli fatti, episodi, momenti della storia da cui trae e propone conclusioni universali, dividendo il mondo tra seguaci della verità promossa dalla fede cattolica e gli altri, i mistificatori, a suo dire origine di una decadenza etica e culturale ormai inarrestabile. A leggere l’appello di Pignotti il collega geografo si sarebbe macchiato di «abusi didattici» protetti da «una libertà d’insegnamento assoluta e intangibile» che però dovrebbe incontrare i propri limiti quando qualcuno, in questo caso «anche un solo studente», si sente discriminato. Ma la libertà d’insegnamento, ha insistito il docente di storia, non può «mai essere sinonimo di dispotismo didattico» così come ogni diritto dell’individuo - religione, genere, orientamento sessuale, coscienza e convinzioni personali, lingua, origini etniche e sociali - non può essere disconosciuto.
 Fin qui la posizione di Pignotti, che a giudicare dagli applausi ma soprattutto dagli inviti lanciati dai consigli di corso sembrerebbe largamente condivisa. Manca però una risposta per vie ufficiali di Emilio Biagini, che finora si è limitato a chiedere e ottenere copia dei verbali del consiglio di facoltà affidando ai giornali una sequenza di repliche piuttosto categoriche: nessun passo indietro. Presto Biagini riceverà una nota ufficiale del preside Massimo Arcangeli, che su mandato del consiglio gli chiederà se intende accogliere l’invito dei colleghi a suggerire agli studenti un testo alternativo al suo. In base alla risposta, se ci sarà, del geografo il consiglio di facoltà deciderà il da farsi. Nessuno esclude un ricorso alla magistratura, cui potrebbero rivolgersi anche gli studenti con un semplice esposto.
 
Pagina 1 - Cagliari
Il documento degli studenti: «Quel testo, una deriva inquietante» 
 
Piacerebbe anche a noi pensare che tutto nell’Università funzioni e che tutto si possa regolare col “buon senso”, ma ci sono casi limite nei quali il buon senso viene violentato. E’ pura follia pensare che un tema così delicato e così discusso possa essere liquidato nascondendosi dietro un articolo della Costituzione. Sarebbe ingenuo cadere nella trappola di un dibattito potenzialmente stagnante e sterile, non giustificabile dall’illusione che un tale abuso possa essere inquadrato come il prezzo da pagare per godere della libertà d’insegnamento. Non aspettiamoci che il necessario rinnovamento sia prerogativa di forze esterne: sprigioniamo l’energia potenziale accumulata e racchiusa in questo clima di dialogo trasversale che vede protagonisti docenti e studenti assieme.
 Il caso ci obbliga a intervenire rapidamente per rispondere in maniera doverosa alle istanze che da mesi veicoliamo, che nonostante le prese di posizione del rettore, del preside della facoltà e dei tre corsi di laurea non sono state ancora soddisfatte. In sostanza la discussione prosegue, il testo rimane unico e obbligatorio e gli studenti continuano a dover sostenere l’esame.
 Dobbiamo avere la capacità, il coraggio e l’integrità di ammettere che se la libertà assoluta di insegnamento ha generato una deriva così inquietante è possibile pensare che l’incontrollabilità del materiale didattico e l’impossibilità di modificarlo se giudicato inadeguato e fazioso possano portare a casi simili e addirittura peggiori. Dove finisce la libertà del docente e dove inizia quella del discente? E’ giusto sentirsi offesi dalle idee contenute in un libro obbligatorio? E’ giusto che una libertà intangibile ne possa ledere un’altra? Sono questi interrogativi che ci forniscono l’occasione di riunire tutte le componenti universitarie per chiedere un impegno globale atto a colmare l’imbarazzante vuoto normativo causa di simili derive.
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
L’assessore Baire: in arrivo assegni di merito per diecimila studenti 
 
CAGLIARI. Sono 9996 (su 12952 domande) gli studenti sardi che stanno per ricevere dall’assessorato regionale della Pubblica istruzione gli assegni di merito relativi ai bandi 2007 e 2008, per complessivi 10 milioni di euro. Lo ha annunciato l’assessore Maria Lucia Baire chiarendo che è stata pubblicata sul sito della Regione una prima graduatoria definitiva per gli studenti iscritti al primo anno di un corso di laurea. Altre due graduatorie saranno pubblicate entro il 30 giugno, mentre un secondo bando da sei milioni di euro sarà pubblicato nelle prima quindicina di luglio. Intanto nella Finanziaria 2009 è già previsto un ulteriore stanziamento di 15 milioni per il terzo bando. Tutti gli assegni di merito (agli studenti maturati con una media ponderata di 80/100 e a quelli iscritti all’Università con una media di 27/30) verranno liquidati in un’unica tranche: 3000 euro a studente per quelli in sede e 6000 per i fuori sede. «Rivedremo le procedure dei bandi e le modalità di erogazione - ha detto l’assessore Baire -: gli assegni è bene che vadano agli studenti mentre l’anno è ancora in corso».
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Oristano
Dal gemellaggio con Luxor si aprono nuove opportunità di sviluppo anche per il corso universitario del Consorzio Uno 
Archeologi subacquei in missione nel Nilo 
Dedoni: «Gettate le basi per collaborazioni con le istituzioni scientifiche locali» 
Soddisfazione anche del sindaco Angela Nonnis 
 
ORISTANO. Note a margine del viaggio a Luxor degli amministratori comunali, con in testa il sindaco Angela Nonnis, che sembra aprire interessanti prospettive anche per la provincia in termini di sviluppo economico, cultura, turismo.
 Durante gli incontri, infatti, è stata chiesta la disponibilità dell’Egitto ad avviare iniziative di partnership in particolare sui progetti Enpi (scadenza a settembre) per le politiche europee di vicinato del bacino del Mediterraneo.
 Per il primo cittadino di Oristano e per l’assessore al turismo del Comune di Cabras, Antonello Manca, “i progetti Enpi ben si conciliano con lo spirito del gemellaggio, fissando tra le priorità la promozione dello sviluppo socio economico e la creazione di sinergie per la pianificazione territoriale dei territori del Mediterraneo, della sostenibilità ambientale attraverso la salvaguardia della comune eredità culturale, delle migliori condizioni di mobilità delle persone, delle merci e dei capitali anche attraverso i beni culturali, sfruttando l’occasione fornita dall’apertura dei mercati delle nazioni del Mediterraneo del 2010”.
 “Un altro terreno di collaborazione sarà quello della ricerca archeologica - ha dichiarato il presidente della Commissione cultura del Consiglio regionale Attilio Dedoni -. Abbiamo avuto incontri durante i quali si sono gettate le basi per collaborazioni tra le istituzioni scientifiche locali e il corso di archeologia subacquea dell’Università oristanese, unico in Europa, per attività di ricerca nel Nilo e nel porto di Alessandria”.
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Sassari
Giuristi dell’ambiente a confronto 
Due giorni di studio sullo sviluppo sostenibile nelle aree protette nella sede del Parco di Porto Conte e in quello dell’Asinara 
 
ALGHERO. Giuristi dell’Ambiente a raccolta per due giorni a Porto Conte e all’Asinara nel corso di un convegno studio ospitato a Casa Gioiosa, sede del Parco a Tramariglio.
 L’evento dal titolo “Lo sviluppo sostenibile nelle aree protette del Mediterraneo”, organizzato dalla facoltà di Agraria dell’Università di Sassari e dal club Giuristi dell’Ambiente, ha goduto del patrocinio dei parchi di Porto Conte e dell’Asinara. Diversi i temi trattati molti dei quali sui principi e sistemi di gestione sostenibili delle aree protette. Nella prima sessione di Casa Gioiosa dopo i rituali saluti del pro rettore Attilio Mastino, oggi Magnifico dell’Università di Sassari, del vice sindaco di Alghero Conoci e del presidente del Parco Antonello Usai, Tullio Scorazzi dell’Università Bicocca di Milano ha inquadrato l’oggetto del convegno partendo dal protocollo di Barcellona del 1995. Successivamente è intervenuta Susanna Quadri dell’Università Parthenope di Napoli che ha argomentato sulle energie rinnovabili che dovrebbero essere applicate nei parchi. Sulle gestioni si sono alternati Vittorio Gazale direttore del Parco e Gianfranco Russino direttore dell’Area Marina. A chiudere i lavori Maddy Cancemi capo del Dipartimento dell’Office dell’Environnement de Corse che ha riferito delle attività del Parco marino delle Bocche di Bonifacio. La giornata all’Asinara ha registrato interventi dei professori Fois e Guttierrez dell’Università di Sassari, del direttore Carlo Forteleoni e di Valerio Calzolaio. (s.o.)
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Oristano
Uno sguardo nel passato 
A Cuglieri un libro sull’archeologia 
 
CUGLIERI. Verrà presentato venerdì nel paese del Montiferru il volume dello scanese Pietro Pes “Archeologia tra Planargia e Montiferru.” La manifestazione, promossa dal Comune e curata dagli studiosi Alessandro Usai e Tatiana Cossu, si terrà dalle 18.30 nella sala consiliare dell’ex convento dei Cappuccini. Saranno presenti anche il consigliere provinciale Gianfranco Attene, la parlamentare Caterina Pes, il Rettore dell’Ateneo sassarese Attilio Mastino, i docenti universitari Raimondo Zucca, Pier Giorgio Spanu, Elisabetta Garau e Consuelo Cossu. (al.fa.)
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
Sclerosi, la Sardegna è prima 
Il dato allarmante emerso dal progetto «Dottore amico» 
L’argomento al centro di una tavola rotonda venerdì a Cargeghe 
 
SASSARI. Primato poco invidiabile per la Sardegna: è la regione del mondo che registra l’incidenza più alta di sclerosi multipla. Un dato allarmante emerso nell’ambito del progetto “Dottore Amico”. A promuoverlo è la Biblioteca di Sardegna che, per la direzione scientifica delle biologhe Donatella Bacciu e Franca Campesi dell’Università di Sassari, ha battezzato un gruppo di lavoro e una collana libraria per dare risposta alle domande dei pazienti e delle loro famiglie sullo stato attuale della scienza e sulle sue emergenze cliniche attraverso il contributo e l’intervento di studiosi e ricercatori di chiara fama nazionale e internazionale.
Un check up completo e aggiornato sullo stato della scienza che, per il suo esordio, ha puntato i riflettori su una patologia che registra in Sardegna la sua più alta incidenza su scala nazionale ed internazionale, come la sclerosi multipla. Dai sintomi agli strumenti di diagnosi, dalle terapie alle nuove frontiere della ricerca. A darne risposta è un rapporto che Donatella Bacciu e Franca Campesi hanno curato, raccogliendo in un lavoro di ricerca durato oltre sei mesi i più frequenti dubbi e quesiti sul tema anche in prospettiva delle più recenti acquisizioni in materia, e sottoponendolo all’attenzione clinica di un esperto, sardo ma con esperienza a livello internazionale, come il professor Stefano Sotgiu, docente di neurologia presso l’ateneo sassarese, che si è avvalso anche della collaborazione della dottoressa Ica Manca, dirigente medico di neuropsichiatria infantile all’Azienda Usl di Sassari. E diversi sono gli spunti di dibattito e i motivi di riflessione che emergono, anche assolutamente inediti. Come spiega Stefano Sotgiu, che dalle pagine di questo studio anticipa: «I nostri nuovi dati ancora non pubblicati indicano che la Sardegna ha il più alto rischio di sclerosi multipla al mondo». Ancora: «La Sardegna è l’unica regione europea dove la malattia presenta un inarrestabile incremento di incidenza nel tempo». Ma forti sono anche le speranze oggi riposte nella ricerca. «Pur non conoscendone le cause remote - prosegue Stefano Sotgiu - siamo in grado di migliorare, e di gran lunga rispetto al recente passato, le condizioni dei malati di sclerosi multipla. I risultati preliminari sono così promettenti da rendere tutti ottimisti sul fatto che non solo avremo potenti mezzi per arrestare l’aggressione della malattia ma anche per riparare i danni che tale processo ha arrecato arrivando alla minimizzazione degli effetti disabilitanti».
 Se ne parlerà venerdì 26 giugno alle 18.30 presso il centro culturale di Cargeghe nell’ambito di una tavola rotonda promossa in collaborazione con le sezioni di Sassari dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla e di Sardegna Sclerosi Multipla, che dopo la relazione introduttiva del direttore della Biblioteca di Sardegna Corrado Piana, vedrà la partecipazione delle ricercatrici Donatella Bacciu e Franca Campesi e dei neurologi Stefano Sotgiu e Ica Manca intorno al tema “Io e la sclerosi multipla”.
 

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