Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 December 2008
Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio Stampa

L’UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 23
politica
Statuto sardo, oggi un convegno
   
“Proposte per un progetto di Statuto speciale”. È questo il titolo del convegno che si terrà questa mattina alle 10.30 nel Teatro ex Istituto ciechi (Facoltà di Scienze Politiche) in via Nicolodi 104. Al convegno parteciperanno, tra gli altri, Andrea Deffenu, Paolo Fois, Andrea Raggio. Invitati anche il governatore Renato Soru e il presidente del Consiglio Giacomo Spissu.
 
Studenti-Regione, incontro all’Ersu
   
“Costruiamo il nostro futuro”. È il tema del dibattito in programma questo pomeriggio alle 18 al teatro Nanni Loy dell’Ersu di Cagliari in via Trentino. L’iniziativa sarà articolata in un botta e risposta tra il presidente della Regione e gli studenti, i ricercatori e il corpo docente dell’Università di Cagliari sui temi della cultura, delle politiche giovanili e universitarie.
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 25
Proposta dagli universitari
Domani al Magistero una notte bianca tra musica e teatro
   
Aprire gli spazi dell’università ai cittadini e trasformarli in luoghi di incontro e di dibattito sulle problematiche dell’istruzione. Questo uno degli obiettivi della prima “Notte bianca studentesca” di Cagliari che si terrà sabato al Magistero, dalle 17.30 alle 2.30 del mattino.
L’IMPEGNO «L’iniziativa rappresenta una delle tappe della mobilitazione portata avanti dal movimento “Unicamente” - raccontano Enrico Puddu (Scienze politiche), Enrico Lallai (Lettere) e Matteo Quarantiello (Ingegneria) - il nostro proposito è quello di tenere accesa la luce critica e difendere la libertà culturale di cui l’istruzione pubblica è espressione, contro ogni minaccia alla sua sopravvivenza». La manifestazione è stata organizzata in autonomia dagli studenti, attraverso un autofinanziamento. «In programma - annunciano gli organizzatori Giorgio Bellinzas (Scienze politiche) e Valeria Lallai (Biologia) - ci sono concerti, spettacoli, momenti dedicati al cinema e al teatro, reading, laboratori artistici e mostre fotografiche». La serata sarà animata da un’ideale comune agli studenti di tutte le facoltà: «Difendere l’università e la scuola da disegni politici atti a minarne i fondamenti».
IL PROGRAMMA Si parte alle 17.30 con la conferenza “L’economia vista da un fisico” e seguirà un concerto dei Blue Souls e il reading “Buscando la luz” di Marcos Yanez. Alle 19 esibizione di capoeira con il gruppo Soluna Oxossi e momenti dedicati al teatro (“Patria potestà” di Coco Leonardi e “Brevis lectio… speriamo che si muova”, della compagnia Is Mascareddas). Alle 19.50 è previsto un gioco a quiz a cura della facoltà di Lingue, poi un omaggio a Garcia Lorca e ancora cinema e teatro con “Degenerazioni artificiali” (tratto da un dialogo di Voltaire) e “L’occhio tagliato”, a cura di Antioco Floris e David Bruni. Alle 21.30 il reading “Musica e parole” e poi “Corti in loop” con Andrea Contu. Infine musica sperimentale (“La camera nel deserto” di Mario Massa), teatro (“Bestie feroci”) e gli immancabili concerti (Contrabbanda, Vitamina Circo, Fabio Concu, Asma, My Nerd Pride, Dr Drer e Crc Posse).
LO SCIOPERO In occasione della presentazione della Notte bianca gli studenti hanno annunciato la loro adesione allo sciopero generale di oggi. «Parteciperemo sia al corteo organizzato dai Cobas, Cub e Sdl, che a quello promosso dalla Cgil. Non vogliamo essere al centro dei dissapori tra i sindacati e non vogliamo essere strumentalizzati: rivendichiamo la nostra piena autonomia».
PAOLO LOCHE

 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Attualità
Rapporto sull’Università. Solo uno studente su tre si laurea in tempo 
I fuori corso sono oltre il 40% 
E proliferano gli indirizzi di studio: siamo a quota 5.374 
Molti insegnamenti hanno meno di dieci iscritti. Boom delle sedi decentrate 
 
ROMA. Ben 5.734 corsi di studio, tra cui non mancano quelli con meno di 10 immatricolati, studenti «fuori corso» al 40,7%, matricole in picchiata. Sono alcune delle note dolenti che emergono dal nono Rapporto sullo stato del sistema universitario presentato ieri, alla presenza del ministro dell’Istruzione Gelmini, dal presidente del Comitato di valutazione del sistema universitario Luigi Biggeri.
 Il rapporto passa in rassegna vari aspetti della realtà universitaria italiana a sei anni dall’introduzione generalizzata di nuovi corsi di studio. Per quanto riguarda l’«offerta formativa» emerge, ad esempio, che c’è stato un aumento rilevante dei corsi di studio passati, dall’avvio della riforma, nel 2001-2002, da 3.234 a 5.734 (+77,3%). Si registra quindi una consistente «polverizzazione territoriale» con il fenomeno, da un lato, della presenza di corsi di studio con meno di dieci immatricolati (pari al 10,1%), dall’altro lato, dell’incremento dei comuni sede di corso universitario saliti a quota 246.
 Sul fronte invece della «domanda formativa», il sistema risulta in «frenata» in quanto a fronte di un numero totale degli iscritti stabilizzato da circa quattro anni sul milione e 800 mila unità, si riduce il numero degli immatricolati, che si attesta nel 2007 sulle 308 mila unità. In particolare, la proporzione dei «maturi» della scuola superiore che si iscrive all’università si comprime al 68,5%, attestandosi ai livelli pre-riforma. Altro elemento negativo è la scarsa mobilità: 8 matricole su 10 restano nella regione di residenza. Spiccano anche le percentuali degli «abbandoni» (attestata al 20%) e degli studenti inattivi, che cioè non hanno sostenuto esami nell’ultimo anno (a quota 22,3%). E se il gettito di laureati è di oltre 300 mila unità all’anno, meno di uno su tre si laurea nei tempi regolari, il 30% con un anno di ritardo, uno su sei con due anni di ritardo e aumenta all’11% la percentuale di coloro che si laureano con tre anni di ritardo.
 Passando poi alla «reputazione degli atenei italiani»: prendendo a riferimento le 600 università migliori al mondo è emerso che quasi nessuna università italiana si trova ai primi posti della graduatoria, ma tra le prime 600 università al mondo, 22 sono italiane. Infine il capitolo «risorse finanziarie»: nel 2006 le entrate complessive del sistema universitario sono state pari a 12,2 miliardi di euro con un incremento del 3% rispetto all’anno precedente. In presenza di una diminuzione dei finanziamenti ministeriali è cresciuta la capacità imprenditoriale degli atenei di attrarre risorse dall’esterno. Le entrate contributive sono aumentate del 5,6%, ma sono cresciuti anche i costi del personale del 10% rispetto all’anno precedente, e questo ha provocato una riduzione del 6% delle spese per l’acquisizione dei beni durevoli e per la prima volta anche una lieve riduzione degli interventi a favore degli studenti.
 Tra gli elementi di novità incoraggianti c’è invece il conseguimento del titolo di dottore di ricerca da parte di 10.188 studenti nel 2006; l’accresciuta partecipazione degli studenti ai programmi di mobilità internazionale (+10,2% sull’anno precedente) e ancora il più alto tasso di successo nei corsi di laurea di primo livello (57%).
 Accanto ad una eccessiva frammentazione dei corsi di dottorato, c’è poi da registrare che gli iscritti a questi corsi sono oltre 40mila, con un aumento di quasi 5mila unità rispetto al 2003/2004. Infine, per la prima volta dopo dieci anni, i professori di ruolo risultano in calo di 1.100 unità, mentre aumentano di 900 unità i ricercatori. Tuttavia, dal 1998 ad oggi, il costo dei professori ordinari risultato aumentato di circa l’80%.
(m.v.)
 
Pagina 9 - Attualità
L’OPINIONE 
UNA MEZZA RITIRATA EFFETTO ANCHE DELL’ONDA 
VITTORIO EMILIANI 
 
Il maestro elementare sarà unico soltanto se lo vorranno le famiglie (alle quali spettano anche le scelte sull’orario) e il tempo pieno, dove c’è, verrà garantito da due maestri. Ma i regolamenti relativi per la scuola primaria verranno approntati subito, in gennaio, per poter partire nel 2009-2010. Mentre per le scuole superiori viene tutto rinviato all’anno successivo. E’ sostanzialmente una ritirata per il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini? In generale, sì. Per la scuola primaria si può dire che si tratta di una mezza ritirata, per ora. Certamente il responsabile del più difficile, forse, dei Ministeri, che inizialmente aveva definito opera di «frange» le proteste di studenti, docenti e famiglie, ha dovuto subire il contraccolpo dell’«onda» diventata, al contrario, una marea nel Paese. Tuttavia l’apertura sul maestro unico e sul tempo pieno non soddisfa ancora del tutto né la Cgil, alla vigilia di uno sciopero generale, né il Pd.
 Soprattutto anche un osservatore imparziale non comprende perché il ministro Gelmini rinvii di un anno le misure previste per le scuole superiori, oggettivamente meno competitive in Europa, e proceda invece in tutta urgenza a «riformare» la scuola primaria che è la sola a godere di un solido credito nel mondo.
 Mi sono occupato, come giornalista, del tempo pieno, ormai quarant’anni fa, a Bologna, dove lo stesso veniva promosso e sperimentato da un assessore comunale lungimirante, Ettore Tarozzi, e da alcuni maestri e maestre di buona volontà, e potei coglierne subito lo straordinario arricchimento didattico per gli allievi. La ricordo ancora come una esperienza entusiasmante. Era la prima fase del superamento del maestro unico di lontana memoria, ormai del tutto inadatto ad assicurare agli alunni quel ventaglio di conoscenze, linguistiche, scientifiche, musicali e creative, divenute indispensabili. Erano anche gli anni della «demolizione» delle scuole speciali per handicappati gravi, autentici ghetti scolastici, e delle classi differenziali per diversamente abili (o soltanto per diversi, e basta) che oggi la Lega Nord riaffaccia col nome riverniciato di classi-ponte per i figli degli immigrati, senza tener conto del fatto che, ormai, sono tali 20% dei nuovi nati in numerose province del Centro-Nord.
 Tutti coloro che hanno figli o nipoti in età scolare hanno potuto toccare con mano la buona riuscita dell’esperienza del maestro plurimo che all’inizio veniva vista, superficialmente, come un modo per dare lavoro a maestre e maestri altrimenti inoccupati. Non è stato così. La nostra scuola primaria ha mantenuto - a differenza di quella media e superiore e, purtroppo, dell’università - una eccellente classifica internazionale. Perché tagliarle i fondi in modo così drastico (mentre quelli per le scuole private restano intoccabili dopo la fulminea protesta della Chiesa)? Perché indebolirne con tanta burocratica fretta la struttura?
 E’ sui bambini, è sui ragazzini che questo Paese deve investire se vuole risorgere dal pantano in cui è sprofondato. Tocca alle famiglie italiane far sentire, anche per conto di quei bambini, la loro voce.
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Dopo i dinosauri arrivano i mammut 
Al museo di Sa Corona Arrubia una mostra sugli elefanti del grande freddo 
 
VILLANOVAFORRU. Sale del Museo “Sa Corona Arrubia” come specchio del tempo profondo nelle cui spirali si riflette la stupefacente storia biologica del pianeta. Così, dopo i dinosauri dei deserti della Mongolia a sbirciare la Giara di Siddi sono ora gli altri mastodonti che da sempre hanno stimolato la fantasia e l’immaginario dell’uomo: i mammut, gli enormi e lanosi elefanti che nove mila anni fa dominarono le terre del grande freddo. “Al tempo dei Mammut, il tesoro paleontologico della Russia”, questo il titolo della mostra il cui nastro inaugurale sarà tagliato domani pomeriggio alle 17 e che lascerà i battenti aperti fino a tutto il 10 giugno 2009. Una mostra che per il suo spessore culturale, scientifico e divulgativo ha tutte le carte in regola per caratterizzarsi come uno dei maggiori eventi dell’isola e non solo. La mostra, presentata ieri mattina nella sede della Provincia del Medio Campidano a Sanluri, si compone di ben 84 “pezzi” provenienti dall’ Accademia delle Scienze di Mosca mentre altri reperti sono stati prestati da musei ed istituzioni universitarie, quali il Museo civico di Pordenone (un Mammut ricostruito in grandezza naturale) e dal Museo sardo di Geologia e palentologia “Domenico Lovisato”, annesso al Dipartimento di scienza della terra dell’Università di Cagliari. Organizzata in collaborazione col Paleontological Institute of Russian Accademy of sciences e con l’international Accademic Agency “Nauka” di Mosca, la mostra si articola in quattro padiglioni, due riservati ai dinosauri, dove a farla da padrone sarà un gigantesco tarbosauro, e due ai Mammut, il cui allestimento è stato appositamente studiato dagli esperti del Museum of history di Seul dove era in esposizione prima d’arrivare a Sa Corona Arrubia. «Si tratta di un evento “nazional-popolare con il quale la Sardegna si ricollega al passato», ha detto il presidente del Consorzio Alessandro Merici. Per poi aggiungere: «Un passato che ci fa scoprire come i mammut siano stati presenti anche da noi, con la specie “Mammut lamarmorae” un cui dente fu ritrovato nel Sinis». Valore scientifico dal forte impatto estetico-emotivo che dà respiro internazionale alla mostra, a detta di Daniele Mascia, presidente della Spa che gestisce il museo. La necessità di riportare al centro dell’attenzione la cultura è stato il tema dell’intervento del direttore dell’Accademia russa delle scienze Alexey Rozanov mentre Nikolay Parin, direttore della “Nauka”, ha ripercorso le tappe internazionali che dal’97 hanno percorso i Mammut siberiani. Quindi Galena Efimenko che ha tessuto le lodi del museo per il suo essere al pari con gli standard internazionali ed infine Andrey Kurkin, direttore della mostra, il quale ha delineato lo spazio temporale che abbraccia l’esposizione: da un miliardo di anni fa agli ultimi millenni.
Tigellio Sebis 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
QUESTA MATTINA 
Studenti in piazza con i lavoratori 
In marcia sia con la Cgil che con i Cobas e poi tutti uniti a parlare con la gente 
 
 CAGLIARI. A fianco dei lavoratori, per sostenere le ragioni della loro protesta, ma al tempo stesso equidistanti dai sindacati che per lo sciopero generale di oggi, in città hanno organizzato due manifestazioni distinte. Davanti all’imbarazzo creato dalla spaccatura tra le sigle rappresentative dei lavoratori, gli studenti universitari, riuniti sotto la sigla “Unicamente contro la legge 133”, hanno scelto una via d’uscita quasi simbolica: una parte di loro oggi marcerà con il corteo di Cobas, Cub, Sdl, un’altra parte sarà in mezzo a quello della Cgil. Alla fine si riuniranno per parlare alla gente di temi sociali.
 “Unicamente per l’unità di studenti e lavoratori”: è questa la scritta scelta dagli universitari per il grande striscione che li distinguerà stamattina. Ma dietro al grande lenzuolo non ci saranno solo loro: sfileranno anche gli studenti medi del neonato gruppo Studenti attivi, e i dottorandi precari della sigla Doctor precari. Spiega Enrico Puddu, tra i portavoce del gruppo Unicamente contro la legge 133: “Dopo mesi in trincea a protestare contro i tagli all’università, il nostro movimento è diventato più maturo, ampliando i suoi orizzonti anche ad altri temi di rilevanza sociale. Lo sciopero generale è uno di questi”. Tuttavia la spaccatura tra i sindacati ha messo i ragazzi, restii a qualsiasi etichetta, in grande imbarazzo. Anche perché, spiega Enrico Lallai, altro esponente del gruppo per la facoltà di Lettere e filosofia, ‹‹in questo modo, piuttosto che fare fronte unico contro il governo, si fa il suo gioco››. Una situazione, aggiunge Lallai, che ‹‹non volevamo›› e che ‹‹ci ha spinti a pensare di partecipare a entrambi i cortei››. Così oggi, una delegazione di studenti si darà appuntamento in piazza Garibaldi, da dove partirà la manifestazione organizzata da Cobas, Cub, Sdl, un’altra partirà, più tardi, da piazza Giovanni XXIII, col corteo della Cgil. Le due delegazioni si riuniranno, poi, all’incrocio tra via XX Settembre e via Roma per un sit-in di protesta che, accanto alle doglianze dei lavoratori, metta sul piatto anche i crucci del mondo dell’istruzione. ‹‹Vogliamo far capire alla gente - dice Matteo Guarantiello, della facoltà di Ingegneria - che lo smantellamento dell’istruzione pubblica è solo parte di un progetto più ampio, con cui il governo punta a sottrarre risorse a chi ne ha più bisogno per recuperare un sistema economico in crisi››. Dello stesso avviso gli studenti medi, ‹‹molto meno manovrabili - avverte il loro rappresentante, Luca Lixi - di quel che qualcuno pensa››. E dato che si tratta di uno sciopero per i diritti dei lavoratori, si faranno sentire anche i dottorandi di ricerca dell’università: un esercito oberato di lavoro, dice la loro portavoce Claudia Ortu, ma che opera con contratti precari. E quindi, senza alcuna garanzia per il futuro.
Sabrina Zedda 
 
Pagina 1 - Cagliari
DOMANI 
Reading, spettacoli e musica una notte bianca a Sa Duchessa 
 
  CAGLIARI. Reading letterari, spettacoli di burattini per più piccoli, musica dal vivo. Dopo la partecipazione allo sciopero generale di oggi, domani gli studenti universitari del gruppo Unicamente contro la legge 133 si faranno sentire ancora, ma stavolta con una notte bianca, interamente autofinanziata e possibile grazie anche “a chi ha voluto credere in noi”.
 L’appuntamento è nel polo umanistico di Sa Duchessa, a partire dalle 17.30, per una miriade di iniziative che si intersecheranno e si accavalleranno, anche grazie all’utilizzo degli spazi della facoltà di Psicologia, andando avanti sino a notte fonda.
 Sono previsti, tra l’altro, spettacoli di danza, incontri, dedicati ai bambini, con i burattini della compagnia Is Mascareddas, installazioni multimediali, mostre e proiezioni.
 Obiettivo è mettere in contatto gli studenti con il mondo esterno, famiglie comprese, per far capire che l’Università non è un mondo a sé. L’ingresso è gratuito. (s.z.)
 

Questionnaire and social

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