Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
02 December 2008
Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio Stampa

L’UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA

1 – L’Unione Sarda
Pagina 5 – Cronaca regionale
Sieropositivi a settant’anni
Cagliari, meno morti ma crescono i casi di Hiv  
Migliorano i medicinali e migliora la qualità della vita. Però diminuiscono le precauzioni. E i farmaci salvavita fanno illudere qualcuno che la grande paura dell’Aids sia passata. Ma non è vero.
di LORENZO PAOLINI
 
Il nonno ha la tosse stizzosa di chi ha fumato tanto, bruciori di stomaco ma nella norma, doloretti d’artrosi. E ha l’Aids. Eppure conta di sopravvivere gagliardamente. Facendo i conti con i suoi settantasette anni, s’intende. Rispetta rigorosamente le consegne, prende i medicinali, fa i controlli, le visite dall’infettivologo e il counseling con lo psicologo casomai ce ne sia bisogno. È incappato nel virus durante un rapporto sessuale non protetto, quando glielo hanno detto sembrava più incredulo che disperato, più perplesso che sconvolto. Poi ha deciso di farsene una ragione e di provare a conviverci. Non è un ragazzino ma gli hanno detto che si può fare.
INVECCHIARE Si cresce con l’Aids, appunto. Oggi ce lo si porta dietro, come un ingombrantissimo bagaglio a mano, per un numero di anni su cui si possono fare previsioni, corrette finora sempre al rialzo. Ieri al THotel - nel convegno organizzato dalla Divisione malattie infettive del SS. Trinità di Cagliari, dall’Istituto di malattie infettive dell’Università di Sassari e dall’Associazione dei medici ospedalieri sardi - di parlava di questo. Nuovi medicinali, qualità della vita, dati. Nella giornata mondiale contro l’Aids, un gruppo di medici provava a spiegarlo: chi si infettasse oggi ha in media un’attesa di vita superiore ai trent’anni. E non un’esistenza residuale e teterrima, di quelle che obbligano a riflettere se sia meglio andare o restare. Una vita decorosa, appunto, con una buona qualità e taluni precetti inderogabili da mandare a memoria. «La terapia antiretrovirale - dice Giuseppe Angioni, capo della Divisione cagliaritana - è molto efficace, nascono ogni giorno nuovi farmaci, meno tossici di quelli che vanno a sostituire. Persone sieropositive da più di vent’anni campano e bene». Il timore dei medici è di cavalcare l’onda dell’ottimismo, in sala due genitori di un ragazzino contagiato prendono attentamente appunti. È già successo d’altronde e le statistiche hanno registrato il cambio di atteggiamento. Non si muore più? Crescono i rapporti promiscui e non protetti. Peccato che l’infezione riparta. Francesca Atzeni è un giovane medico di Is Mirrionis. Con un gruppo di colleghi, ha costruito uno studio sul malato tipo di Campidano e dintorni, un identikit aspro e disarmante come sa esserlo la statistica quand’è applicata alla medicina. «Il dramma è che la maggior parte continua a utilizzare il criterio più sciocco per scegliere i partner: se uno, o una, ha l’hiv, me ne accorgo . Oppure ma figurati se questa è ammalata di Aids .E invece magari ce l’ha. Oggi sei infetto e spesso non lo sai. Se hai fatto il test e sei informato, ti stai curando, stai bene, sei in forma. E sei un serbatoio virale. Spesso con la coscienza di te e degli altri. Talvolta no».
LA RICONOSCIBILITÀ Democratico e trasversale. Angioni pensa ai palazzi della politica per dare l’idea di un virus che in trent’anni ha messo radici in ogni salotto, buono o no. «Ho pazienti in Consiglio regionale, in Consiglio comunale, qualcuno famoso, professionisti che fanno le visite quando non c’è nessuno perché temono l’identificazione». L’argomento riservatezza, spiegano gli infettivologi, è di quelli che possono mettere in discussione tutto. Per ragioni di famiglia e lavoro, condominio e circolo sportivo. «I test sono gratuiti e anonimi, i dati codici criptati. Quando qualcuno risulta sieropositivo, cerchiamo di convincerlo a parlarne a casa, a far venire i familiari con lui per una visita. Spesso ci riusciamo, talvolta no. E allora che fare? Bisogna dirlo oppure no al coniuge? I genitori devono sapere dei figli?». Il terrore del marchio, oggi come trent’anni fa, fa sì che ci si faccia chiamare anonimo dall’infermiere dell’accettazione. E che in tanti scelgano la via della chirurgia estetica per liberarsi dei segni che paiono più visibili. «Uno degli effetti secondari dei farmaci antiretrovirali è la lipodistrofia - dice Angioni - che asciuga il volto fino a dargli quel senso di smunto così tipico e fa spuntare una sorta di gobba sulla schiena e un salvagente intorno alla pancia». In tanti da Cagliari nell’ultimo periodo sono partiti per Modena (centro all’avanguardia) dove hanno prenotato un folto carnet di interventi: si fanno riempire le rughe scavate nel viso, il grasso aspirato dall’addome viene iniettato nella fronte, i fianchi si assottigliano.
LE ONDATE Paolo Emilio Manconi, immunologo di fama e direttore di Medicina interna II al Policlinico di Monserrato, ha una sua esemplificazione quasi grafica e plastica della malattia. «Anni ’80, i tossici. Anni ’90, le fidanzate dei tossici. Oggi, tutti quelli che hanno rapporti promiscui non protetti». L’argomento del preservativo resta uno snodo. «Etero o gay, giovanissimi o di mezza età, in troppi volano alto, sottovalutano, dimenticano. Non lo si dice abbastanza: i retrovirali non sono rose e fiori, oggi si sopravvive ma questi medicinali non sono propriamente un sorso d’acqua fresca. E non c’è nulla, ma proprio nulla, che ti tolga l’Aids». Eppure la corda della sorveglianza talora si allenta, le difese traballano. «Tempo fa avevo lanciato un vero e proprio allarme, andavano di moda orge di sesso e droga di ragazzi della Cagliari bene, tutto rigorosamente senza preservativo. Sapete quante di quelle persone oggi sono sieropositive, ammalate? E i giovinotti e le giovinotte che dimenticano farebbero bene a ricordare». Un sospetto che ha anche Angioni: «Temo che a Cagliari in questo momento, specie fra i gay, ci sia qualcuno che sta facendo un gioco sporco. Uno che sa di essere infetto ma non usa precauzioni». Lo dicono i numeri, piccoli ma significativi: i sieropositivi aumentano. E pazienza se il virus indossa giacca di buon taglio e scarpe a tiratura limitata: infetta lo stesso.
2 – L’Unione Sarda
Olbia e Gallura – pagina 36
tempio Dopo anni di incertezze
Nessuna matricola: il polo universitario costretto a chiudere
   
Si chiude baracca, il polo universitario tempiese è in smobilitazione. Già cancellato da tempo il corso di tossicologia degli inquinanti ambientali, ora anche tecniche erboristiche resta in piedi solo per il completamento degli studi dei vecchi iscritti. Non ci sono matricole e soprattutto mancano le condizioni per proseguire l’attività della sede gemmata della facoltà di Farmacia dell’Università di Sassari.
Perde tutto l’amministrazione comunale tempiese che ha investito nell’operazione oltre 2 milioni di euro, tra interventi di riqualificazione dell’ex scuola media di via Angioy, e le spese per i macchinari. «Non spenderemo più neanche un centesimo nella sede gemmata - conferma subito il sindaco Antonello Pintus - abbiamo già comunicato all’Università di Sassari che il contratto per due ricercatori, inizialmente a carico del Comune sino al 2010, ora è un problema che non ci riguarda più».
Venerdì prossimo sono previste le lauree, ma ormai si tratta delle ultime sessioni inserite nel calendario della dismissione. Sette anni fa, quando il Comune di Tempio firmò una convenzione con l’ateneo turritano, l’accordo prevedeva la sostituzione di tossicologia degli inquinanti ambientali e tecniche erboristiche con altri corsi, dopo una verifica su tre anni di iscrizioni. «Invece - dice Pintus - ci hanno chiuso tutto. Non ha fatto bene al polo universitario la situazione d’incertezza che ha allontanato molti potenziali iscritti».
L’aspetto singolare della vicenda è la disperata necessità della facoltà di Farmacia di laboratori e macchinari, utilizzati dagli studenti a Tempio. Anzi da Sassari, professori, ricercatori e iscritti di Farmacia, chiedono di poter sostituire macchine vecchie e obsolete, magari anche guaste, con quelle nuove comprate dal Comune di Tempio. «Il patrimonio di attrezzature - conclude Antonello Pintus - messo insieme nel corso degli anni, resta qui. Tra le ipotesi di utilizzo dei laboratori, c’è anche quella di un’assegnazione alla sede gallurese dell’Arpa, l’Agenzia regionale dell’ambiente, una volta attivata in questo territorio».
Il primo anno accademico della sede universitaria dell’alta Gallura venne finanziato con 700mila euro. I contributi si sono ridotti progressivamente sino ad arrivare agli 80mila del 2005. Non si può fare ancora il bilancio definitivo dei laureati, perché ci sono studenti che devono ancora discutere la tesi. Di certo il polo universitario tempiese non esiste più.
ANDREA BUSIA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 20
università
Studenti, arriva il prestito d’onore: pronti 55 assegni da 5 a 15 mila euro
   
Fino al 31 dicembre gli studenti dell’Ateneo cagliaritano potranno richiedere la concessione di un prestito d’onore. Lo stabilisce il decreto firmato dal rettore Mistretta il 26 novembre scorso in base ad un progetto sperimentale attuato con la Regione e con l’Ersu.
Un’apposita convenzione con il Banco di Sardegna permette quest’anno di erogare 55 prestiti personali a condizioni particolarmente agevolate. Sono disponibili 22 prestiti d’onore per gli iscritti ai corsi triennali, 14 per chi frequenta un corso di laurea specialistica e otto sono riservati agli studenti dei corsi di laurea a ciclo unico. Ulteriori 11 prestiti andranno a laureati iscritti a scuole di specializzazione o master dell’università cagliaritana. I finanziamenti potranno durare da uno a tre anni e ammonteranno da 5mila a 15mila euro sotto forma di credito in conto corrente.
Ad ogni studente beneficiario il Banco di Sardegna assegnerà semestralmente uno “scoperto” di 2.500 euro, fino al raggiungimento dell’importo massimo. Per master e scuole di specializzazione la disponibilità dei 15mila euro sarà invece totale e immediata.
La restituzione del debito potrà iniziare due anni dopo la fine o l’interruzione degli studi (o trasferimento in altro ateneo), secondo un piano di ammortamento in otto anni, con rate costanti e possibilità di estinzione anticipata.

4 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - Cagliari
Proteste dopo la delibera del Consiglio del corso di laurea in scienza dei materiali 
Monteponi, l’Università pronta a traslocare 
La rabbia degli studenti: «Ci sentiamo presi in giro, reagiremo con forza» 
«Ignorati anni di lavoro e risultati ampiamente positivi» 
 
 IGLESIAS. “L’onda anomala” potrebbe invadere, questa mattina, le aule dell’Ausi di Monteponi. La decisione della Regione di smantellare i due corsi universitari (scienza di materiali ed informatica, ingegneria ambientale è stata traslocata con un anno di anticipino) per trasferire gli insegnamenti a Cagliari, ha innescato una reazione a catena tra studenti e politici del territorio, che non sono più disposti ad accettare quello che potrebbe configurarsi come uno scippo. La recente delibera approvata dal consiglio di corso di laurea in scienza dei materiali per il trasferimento del corso nel capoluogo sardo, ho sorpreso e indignato studenti, docenti e gli amministratori provinciali e comunali dei centri limitrofi.
 Il rischio è che attraverso la formazione universitaria si creino disparità nella didattica a vantaggio delle famiglie più abbienti e quindi in grado di affrontare spese più impegnative.
 Senza alcuna riserva il consiglio del corso di laurea ha scaricato le responsabilità delle grave decisione sul presidente della giunta regionale.
 «Preso atto della volontà del presidente Soru, che nel corso di un recente incontro ha ribadito il chiaro intendimento di esonerare la Regione da qualsiasi impegno e sostegno nei confronti delle sedi universitarie decentrate e considerando che i fondi erogati dalla Regione sono andati calando negli anni e/o sono stati erogati con ritardi che impediscono la funzionalità della sede e in aggiunta accertata che la debolezza del sostegno del polo universitario è dimostrato dall’inerzia dei soci dell’Ausi - si legge nella delibera del consiglio di corso di laurea - pertanto si delibera di trasferire il corso individuando la cittadella universitaria di Monserrato capace di predisporre il piano dell’offerta formativa per il prossimo anno accademico».
 Monteponi smobilita, quindi, per questioni che gli studenti definiscono “ragionieristiche”.
 Domani l’argomento Ausi sarà affrontato anche in consiglio comunale ad Iglesias. Non è esclusa la partecipazione della stessa assessore alla pubblica istruzione della Regione Maria Antonietta Mongiu. Questa volta maggioranza ed opposizione non dovrebbero trovare difficoltà a fare fronte unico per tentare, se non si è ormai fuori tempo massimo, per rigettare un disegno che cancella quasi 15 anni di attività didattica a Monteponi.
 Villa Bellavista, dopo un recupero costato fior di milioni di euro, rischia di ricadere in mano ai vandali e ai devastatori. Tra gli studenti c’è rabbia e si preparano a reagire pesantemente. «Stiamo caricando la nostra macchina bellica - hanno detto alcuni giovani - per far recedere la Regione da questa scelta; la decisione di Soru ci offende e contrasta peraltro con altre iniziative che lui stesso aveva promosso a favore dei giovani laureati. Altro che fuga di cervelli, dei laureati che vanno all’estero perché qui non trovano lavoro; ora ci impediscono di studiare. Dove si può trovare a Cagliari un laboratorio così vasto e così variegato come quello offerto da Monteponi?»
 Il movimento studentesco non ha lasciato filtrare indiscrezioni ma da questa mattina il caso Ausi potrebbe esplodere provocando un’onda d’urto che potrebbe farsi sentire anche a Cagliari.
 Secondo gli studenti non sono stati considerati come avrebbero dovuto i dati statistici sul numero dei laureati, l’altissima percentuale dei diplomati in scienza dei materiali che vengono assunti nelle industrie del territorio. Per questo motivo, dopo le proteste delle scorse settimane non è esclusa una nuova manifestazione pubblica, che potrebbe avere dirette ricadute anche sulla stessa attività didattica e formativa a Monteponi.
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 18 - Fatto del giorno
Orgosolo, per capire serve più attenzione alle dinamiche sociali 
di Aide Esu * 
 
Con un rituale periodicamente ripetuto la stampa propone un’immagine stigmatizzante di Orgosolo. La stampa, sempre più frequentemente, usa le notizie di cronaca per rappresentare «stati di allarme sociale». E’ un fenomeno che riguarda i media in generale. L’informazione gioca sempre più un ruolo determinante nella costruzione sociale dell’insicurezza e della paura. Paura del crimine, dell’altro minacciante - clandestino, esule politico, immigrato - una galassia di minacce che prendono forma nella quotidianità e ne minano le routine. Si mettono insieme una serie di informazioni che tendono a costruire immagini che modellano lo stigma, per costituire ciò che Goffmann, definisce «quel tipo particolare di relazione tra attributo e stereotipo». Il linguaggio è uno degli strumenti attraverso il quale si fabbricano e si trasmettono queste forme di rappresentazione. Il giornalismo gioca un ruolo sempre più importante in quel meccanismo che David Altheide, uno degli studiosi americani più attenti al ruolo dei media nella società contemporanea, definisce di «intrattenimento della paura», utilizzata per finalità personali o per strategie politiche.
 La paura è utilizzata sempre più come una modalità per attrarre l’audience. Si presenta con la doppia veste di un costrutto del potere mediatico e di una emozione vissuta. Le forme costruite della paura, attraverso messaggi persuasivi, aspettative di rischi e pericoli che investono la vita quotidiana, mirano a circoscrivere le minacce dentro confini precisi componendo una geografia della paura che orienta la pubblica opinione.
 Terrorismo-terrorizzare sono termini altamente redditivi sul piano comunicativo, contribuiscono a costituire il corpus della retorica della paura. In questi ultimi anni la stampa quotidiana italiana ci ha offerto numerosi esempi. Prendiamo il caso della strage di Erba: il Corriere della Sera del 12 dicembre 2006 titolava «Strage in famiglia: era fuori per indulto. Sotto accusa un immigrato»; il Giornale, «Cinque sgozzati in casa: giallo a Erba, ricercato maghrebino uscito per indulto».
 Alcuni atti vandalici, certamente gravi e da condannare con fermezza, costituiscono una forma di terrore? Che ad Orgosolo ci sia da molti anni un serio problema di devianza giovanile è un fatto innegabile che va affrontato con una attenta e mirata politica sociale, sulla quale peraltro l’amministrazione si sta impegnando da tempo. Ma etichette come «festival del vandalismo», che pure si sono viste sulla stampa, non contribuiscono alla comprensione del problema.
 I dati del Sistema Informativo Territoriale della Giustizia, (2006 ultimo dato disponibile) ci dicono che la provincia di Nuoro è quarta dopo l’Ogliastra, Olbia-Tempio e Sassari per quozienti di criminalità minorile (delitti di minorenni denunciati per 100.000 residenti in età 10-17). Ciò che questi dati segnalano è che nella provincia di Nuoro l’evidenza più preoccupante riguarda la violenza sessuale (67,8), che presenta un valore doppio rispetto al dato regionale. E’ un fatto che dovrebbe farci riflettere poiché sappiamo quanto i reati legati alla sfera sessuale siano ampiamente sottostimati per la consolidata reticenza a denunciare. Se a questo associamo i dati particolarmente elevati relativi alle lesioni dolorose, alla violenza privata ed alla minaccia (135,6) si comprende quanto questi rappresentino una spia preoccupante delle relazioni sociali di una parte della popolazione giovanile dell’area.
 Perché non porsi interrogativi sul perché si minaccino ancora gli amministratori. Sono «balenteddos» o piuttosto una sparuta frangia di cittadini adulti che ancora agiscono seguendo vecchi codici e che come vent’anni fa considerano le scelta dell’amministrazione non il frutto di una decisione politica dei rappresentanti eletti ma un atto riconducibile alla volontà di una persona? O ancora perché per alcuni i beni pubblici - illuminazione, campi sportivi etc. - non sono considerati beni di tutti? Ci sarebbe piaciuto leggere della complessità di amministrare una comunità che deve conciliare tutte queste cose. Ci sarebbe piaciuto leggere delle cose belle che i cittadini orgolesi fanno, dell’impegno delle associazioni, dell’orgoglio di avere una squadra nel campionato femminile A2 di softball, del festival della scienze, quest’anno alla sua terza edizione. Ma questa Orgosolo è un’altra storia, fuori dallo stereotipo.
* Docente di Sociologia della devianza Università di Cagliari
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
Al centro spazi verdi e negozi di nicchia 
La proposta: per gli studenti locali «sotto terra» in piazza Università 
Il piano strategico dell’architetto Cenami per il cuore della città 
 
 SASSARI. Gli obiettivi sono due: rivitalizzare il commercio in crisi e potenziare l’offerta abitativa. Il piano strategico del centro storico fa una radiografia del cuore della città e indica le soluzioni possibili per valorizzarne i punti di forza. Si punta sul commercio di nicchia ma anche sui percorsi culturali e museali all’interno della città monumentale. In cantiere il recupero di alcuni spazi verdi e l’eliminazione di una buona fetta di parcheggi. Tra le proposte, ce n’è una particolarmente originale che difficilmente verrà realizzata: per garantire uno spazio agli studenti, il piano propone di creare una struttura ipogeica sotto piazza Università, con ingressi da via Arborea e Porta Nuova.
 
Pagina 21 - Sassari
Spazi verdi e negozi di nicchia, così cambia il centro storico 
La proposta curiosa: studenti “sotto terra” in piazza Università 
SILVIA SANNA 
 
 SASSARI. Di sicuro è originale, ed è certo che farà discutere. La strana proposta suona più o meno così: visto che gli spazi sono insufficienti, gli studenti mandiamoli sotto terra. L’idea è contenuta nel piano strategico del centro storico, a illustrarla in commissione Urbanistica è stato l’architetto Elena Cenami. Che ha tracciato il nuovo volto immaginato per piazza Università. Addio ai parcheggi in superficie e stalli banditi anche nelle viscere, dove invece potrebbe trovare posto una struttura ipogeica a disposizione degli studenti, con ingressi da via Arborea e Porta Nuova. Dove bisognerebbe rimettere in moto le ruspe per scavare i tunnel. Stessa storia a San Donato, dove a finire sottoterra dovrebbe essere la palestra della scuola. Al suo posto, una bella piazza a disposizione del quartiere. Per ora, i componenti della commissione presieduta da Giampaolo Mameli (Ds) non hanno battuto ciglio. Si sono limitati ad ascoltare e a prendere qualche appunto. Per le osservazioni e le discussioni c’è ancora tempo. E gli spunti non mancheranno. Sono tante, infatti, le proposte d’intervento contenute nel piano, che si intreccia a doppio filo con i piani particolareggiati e si connette con il Puc. Due gli assi principali intorno ai quali si sviluppa il progetto: dare risposte ai commercianti in crisi profonda e fornire soluzioni abitative. Rendere appetibile, cioè, una buona fetta di centro storico dove ancora il degrado regna sovrano.
Le tre macroaree. Il piano strategico individua tre zone omogenee all’interno del centro storico: la città dei mercati, la città monumentale e la città dei vicinati. La prima si sviluppa tra piazza Tola, piazza Mercato, via Università e via Turritana. La seconda è formata dagli edifici di pregio come l’Università, Palazzo Ducale, l’Arcivescovado, il Canopoleno, Palazzo di città, la scuola media n. 7 in via Satta e il palazzo della Frumentaria. La terza è la città con funzione prevalentemente residenziale e ingloba piazza Quadrato Frasso e il quartiere di San Donato, dove l’obiettivo è valorizzare le corti attraverso il recupero delle abitazioni al piano terra, oggi quasi tutte occupate da magazzini sfitti.
La mappa del commercio. Si parte da porta Utzeri. Da qui il commercio si sviluppa lungo due direttrici principali. In alto, in direzione di via Turritana incentivando l’apertura di nuove attività in via Maddalena, e verso l’interno: per le vie Santa Elisabetta e Sant’Apollinare, «le più belle di Sassari», l’architetto Cenami immagina uno sviluppo in chiave artigianale: in cantiere botteghe di orafi e attività di nicchia che non hanno spazio altrove.
Proposte d’intervento. Nel centro storico mancano le zone di ricucitura, cerniere naturali che facciano da collante tra i vari spazi vitali che compongono il microcosmo. Il piano strategico punta sulla riqualificazione degli spazi verdi attualmente inutilizzati. Come il giardino del collegio Marianum in piazza Duomo: un fazzoletto verde di circa 400 metri quadri che si affaccia su via Frigaglia. Ma anche quello di San Sebastiano, appartenente a privati: il piano suggerisce al Comune di acquisirlo per creare all’interno un percorso che colleghi viale Umberto a via Mercato. Una proposta che si lega anche ai progetti intorno al teatro Verdi: secondo gli esperti può diventare un grande centro di aggregazione culturale.
Il censimento. I dati sono sorprendenti, considerate le lamentele praticamente quotidiane per i lavori in corso e per la crisi galoppante. Il censimento dell’amministrazione dice che solo il 30 per cento dei commercianti vorrebbe fare le valigie dal centro storico. Ma non per traslocare a Predda Niedda, ma nella zona ottocentesca o in viale Italia. Molte le nuove attività, aperte grazie ai contributi de minimis, gestite da commercianti giovani (30-40 anni). Come premio per tanto attaccamento i negozianti chiedono però una rete di supporto, cioè i famosi centri commerciali naturali. Che si nutrono di parcheggi e strade larghe e mandano via le auto. Ci penserà la Stu (società di trasformazione urbana) a individuare le migliori soluzioni. Ma sarà possibile solo quando, tutt’intorno, saranno disponibili i parcheggi dell’Emiciclo Garibaldi e del Mercato Civico, più un’altra quota di stalli da ricavare in piazza Mazzotti o in porta Sant’Antonio.
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - sassari
«Le persecuzioni, muri difficili da abbattere» 
A Scienze politiche incontro promosso dal Dipartimento economia 
 
 SASSARI. Giovedì alle ore 16, nell’«aula rossa» della facoltà di Scienze politiche, incontro dal titolo «Le persecuzioni di ieri e di oggi. Muri invisibili difficili da abbattere». Si tratta di un evento organizzato dal «Centro studi urbani» del Dipartimento di Economia, istituzioni e società. Quello in programma giovedì pomeriggio è il secondo incontro che rientra nell’attività didattica del corso di Sociologia urbana della facoltà di Scienze politiche e della Scuola di dottorato in Scienze sociali (indirizzo in Scienze della governance e dei sistemi complessi).
 Occasione e pretesto per questa iniziativa è la presentazione del romanzo di Elisabetta Chicco Vitzizzai «Dio ride» (Cairo Editore). All’incontro parteciperà l’autrice del libro, la docente di Storia contemporanea della facoltà di Scienze politiche, Albertina Vittoria; e i giornalisti Costantino Cossu e Giacomo Mameli.
 L’apertura dell’incontro sarà affidata agli studenti del corso specialistico di Analisi delle politiche urbane che offriranno - con musica, immagini e parole - una loro lettura del romanzo. Questo al fine di costruire un percorso di riflessione sulle persecuzioni di oggi e sui muri invisibili che attraversano la nostra quotidianità.
 L’incontro sarà presentato da Antonietta Mazzette, docente universitaria e coordinatrice del Centro Studi Urbani.
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 35 - Cultura e Spettacoli
I labirinti della memoria
Due giorni di convegno 
Domani e dopodomani all’Università di Sassari 
 
SASSARI. Due giornate di incontro, fra domani e dopodomani, sono state organizzate dal Comitato pari opportunità dell’Università sul tema della memoria, a conclusione del ciclo di proiezioni dei video di Rai Educational intitolata «Vuoti di memoria», ideata da Loredana Rotondo, che si è svolto nel corso dei mesi di ottobre e novembre.
 Come funziona la nostra memoria, personale e collettiva, come si attiva, quando e perché si oscura, chi e che cosa la controlla, la potenzia, la censura, la traumatizza, come si incrociano i cosiddetti fatti storici e gli eventi che segnano la vita di ogni essere umano sono alcune delle domande da cui partiranno le riflessioni di studiose e studiosi (di filosofia, storia, economia, letteratura, medicina, biologia, urbanistica, etnografia, cinema, televisione) di fama internazionale che si riuniranno a Sassari nelle giornate previste.
 Si comincia domani nelalle 15.30 nell’aula Lessing della facoltà di Lingue e letterature straniere (in via Roma). Introduce e coordina Monica Farnetti (Presidente CPO Università di Sassari). Relazioni di: Annarosa Buttarelli (Far passare il passato. Controversia sulla nominazione del male); Silvia Amati (Memoria e psicoanalisi); Nerina Milletti (Fuori dalla norma, fuori dalla storia).
 Dopodomani, a partire dalle 9.30, il convegno si sposta nell’aula Eleonora di Arborea, in piazza Università. Coordina Massimo Dell’Utri (CPO - Università di Sassari). Relazioni di Michela Pereira (Sul “viale degli archetipi”: pensieri del passato, idee per il presente); Kaha Mohamed Aden (Scegliere di dimenticare); Pierfrancesco Fiorato (Conoscenza del conosciuto? Considerazioni sulla memoria a partire da una classica definizione della filologia); Lidia De Candia (Matrica); Liliana Rampello (Oblio figura segreta della memoria). Nella sessione del pomeriggio (dalle 15.30) interverranno Giovanni Cesareo (Costruire, comunicare la memoria); Sandra Lischi (Frammenti di memoria fra cinema e video); Ivan Della Mea (L’officina della memoria). Seguirà una tavola rotonda su «Etica delle immagini», con Loredana Rotondo (dirigente Rai), Paolo Piquereddu (Isre, Nuoro), Elisabetta Cioni, Maria Grazia Giannichedda, Massimo Ragnedda (Università di Sassari). Coordina, Lucia Cardone (Università di Sassari).
 La giornata si concluderà alle 20,30 al Teatro Civico con un concerto di Ivan della Mea.
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
UNIVERSITÀ
Prestiti studenti
 
CAGLIARI. Fino al 31 dicembre gli studenti dell’Ateneo potranno richiedere la concessione di un prestito d’onore. La convenzione con il Banco di Sardegna permetterà quest’anno di erogare 55 prestiti personali a condizioni particolarmente agevolate. I finanziamenti potranno durare da uno a tre anni e ammonteranno da 5mila a 15mila euro.
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - sassari
BREVI
CONCORSO ALL’UNIVERSITÀ
Un contratto per l’ufficio statistica
 
 L’Università deve attribuire un contratto di collaborazione coordinata e continuativa per l’Ufficio valutazione e statistica nell’ambito del progetto “Coordinamento delle attività di supporto alla pubblicizzazione e alla pubblicazione on line dei risultati relativi alla rilevazione annuale opinione studenti frequentanti sulle attività didattiche”. Per la partecipazione al concorso è necessaria la laurea. I termini scadono il 10 dicembre. Informazioni all’ufficio concorsi in via Macao 32 o sul sito dell’università.
 

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