Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 November 2008
Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio Stampa

L'UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA
 

1 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 51
Www.retidelparco.it, porta sul mondo
Un convegno promosso dal Consorzio Parco geominerario a Cagliari, Carbonia e Iglesias ha portato in Sardegna i massimi specialisti
 
In pieno Medioevo tecnici ed esperti partivano dalle miniere del Sulcis Iglesiente verso quelle della Catalogna, portando con sé le loro competenze. E il loro ruolo era così importante che la Catalogna aveva adottato il Codice del Breve di Villa di Chiesa in materia di gestione delle risorse minerarie. Una vicenda di storia economica e giuridica sconosciuta ai più, anche qui in Sardegna, ma nota a livello internazionale: a raccontarla proprio ad Iglesias, nell'aula magna dell'Istituto Minerario Giorgio Asproni, è stato giorni fa Eusebi Casanelles, che presiede The International Committee for the Conservation of the Industrial Heritage, il Comitato Internazionale per la Conservazione del Patrimonio Industriale.
L'occasione era speciale: la presentazione del portale www.retidelparco.it, nel corso di tre giornate di incontri, fra Cagliari, Carbonia, Iglesias, che hanno visto la partecipazione dei massimi specialisti in materia di gestione di geositi e geoparchi, e in generale di siti di archeologia industriale, provenienti da tutto il mondo, Europa, Africa, USA e America Latina. Il portale, già attivo, è il primo del genere perché consente l'accesso a oltre trecento siti Internet di altrettanti geositi, geoparchi e parchi di archeologia industriale, sparsi in tutti i continenti. Un universo e particolare a cui si accede con un semplice clic da una porta anch'essa speciale: quella ricca di fascino dell'impianto di carico di Porto Flavia, che simbolicamente configura la home page. Qui si raccoglievano i minerali estratti dal sottosuolo del Sulcis Iglesiente, per imbarcarli direttamente sui bastimenti destinati alle industrie di trasformazione di tutto il mondo. Da qui si apre una prospettiva di dialogo e collaborazione inedita fra realtà molto diverse fra di loro.
Il portale è stato voluto dal Consorzio del Parco Geominerario della Sardegna: a realizzarlo in un anno un gruppo di esperti che fa capo all'Università di Cagliari e al rettore Pasquale Mistretta: Francesco Calzolaio, docente di architettura nell'Università del Minnesota, Felice di Gregorio, docente di Geologia Ambientale a Cagliari, l'architetto Enrico Chirigu e uno staff di tecnici tutti sardi. Una collaborazione a livello internazionale che passa attraverso le "Reti Internazionali dei geositi e dell'archeologia industriale" ed è stata sottolineata dai partecipanti alla tre giorni. Patrick Martin, della Michigan Technological University, ha definito affascinante e ricco di sviluppi il progetto del Parco Geominerario, perché apre una prospettiva assolutamente inedita anche per gli Stati Uniti. Dove esiste un patrimonio di circa cinquemila miniere abbandonate, di cui soltanto 2000 censite e accessibili, gestite da diversi soggetti, pubblici e privati, per le quali non esiste a tutt'oggi una rete di connessione simile a quella realizzata dal Parco Geominerario. Il portale www.retidelparco.it dunque può rappresentare il punto di confluenza di una rete di collaborazione su scala globale che consentirà una più efficace integrazione tra i diversi geositi e geoparchi di tutto il mondo: lo ha sottolineato Giampiero Pinna, commissario straordinario del Parco, all'apertura dei lavori, che si è svolta in un altro luogo-simbolo, la Grande Miniera di Serbariu a Carbonia. Un processo virtuoso già in fieri, come hanno testimoniato le tante voci che hanno portato in Sardegna le esperienze e le realtà di luoghi carichi di storia naturale e di memoria industriale.
Riconosciuto (per primo) dall'Unesco ormai dieci anni fa nell'elenco dei geositi e geoparchi del mondo (sessanta): oggi curiosamente, come settecento anni fa all'epoca delle norme contenute del Breve di Villa di Chiesa, svolge un ruolo di "apripista", di guida nel complesso sistema della comunicazione globale, quella che passa attraverso i fili invisibili della rete telematica. 
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 25
Dibattito al Cis
Malattie umane e animali, così cambiano i farmaci
 
Quali controlli vengono effettuati e come funziona la sanità per gli animali? Esiste un nesso tra le malattie dell'uomo e gli alimenti di origine animale? Se ne parlerà stasera, a partire dalle 17, nell'auditorium del Cis.
In programma un incontro-dibattito dal titolo «Una sanità migliore per gli animali è una sanità migliore per l'uomo». Al meeting (quarto appuntamento della rassegna “I giovedì della salute”) interverranno Vittorio Domenico Anania (Dipartimento di biologia animale dell'università di Sassari) e Giuseppe Sedda (responsabile del Servizio di igiene degli allevamenti della Asl 8). Come spiegano gli organizzatori, negli ultimi anni è cresciuto l'interesse nei confronti degli animali e, di conseguenza, il miglioramento della loro qualità di vita. «Gli animali, e in particolare quelli domestici hanno sempre più spesso patologie presenti nell'uomo (diabete, epilessia, insufficienza cardiaca, renale). Tutto questo ha determinato una maggiore attenzione per il benessere degli animali, e di conseguenza un maggior controllo nei confronti dell'uomo, quale consumatore dei prodotti di origine animale. In particolare viene sollecitata l'istituzione di una normativa per la produzione di specifici preparati medicinali veterinari relativi alle malattie croniche». ( p. l ) 
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale Pagina 4
La Sardegna col mal di testa
Emicrania, ne soffre una persona su otto
 
 Nell'Isola circa 200 mila persone fanno i conti con una patologia che gli specialisti si affrettano a bollare come «sottovalutata» e che per questo motivo non sempre viene curata con le terapie adeguate.
Quasi un'epidemia: un sardo su otto (bambini compresi) soffre di emicrania. E viene sorpreso, ogni giorno e solitamente senza preavviso, da un dolore violento e pulsante che limita lavoro, affetti, tempo libero, passioni. In una parola: la vita. Nell'Isola circa 200 mila persone fanno i conti in maniera più o meno regolare con una patologia che gli specialisti si affrettano a bollare come «sottovalutata» e che per questo motivo non sempre viene curata con le terapie adeguate. È questo il quadro che emerge da una indagine (su scala nazionale), presentata ieri a Cagliari nella sala Marte dell'hotel Mediterraneo, realizzata dall'istituto Gfk Eurisko.
EMICRANIA, QUESTA SCONOSCIUTA Il risultato della ricerca? Disarmante: il 45 per cento degli italiani non conosce la differenza tra il mal di testa e l'emicrania. Che è più o meno la stessa differenza che passa tra l'influenza (definizione generica e un po' superficiale) e le varie Asiatica, Australiana, Spagnola . Altro dato: il 71 per cento della popolazione non sa che esiste un trattamento di profilassi in grado di prevenire gli attacchi. Percentuali che non si discostano da quelle riscontrate in Sardegna dove il 39% della popolazione non distingue l'emicrania dalle altre forme di mal di testa e il 68% non ha mai sentito parlare di terapie di prevenzione. Nonostante sia una delle malattie più diffuse da Adamo ed Eva a oggi, (il primo a classificare l'emicrania, chiamandola però “eterocrania”, fu Areteo di Cappadocia, primo secolo dopo Cristo) le cause rimangono ancora semi-sconosciute. Ovvero: alla voce eziopatogenesi (cioè il processo di insorgenza e sviluppo del male) c'è un capitolo bianco. O quasi.
Dalla ricerca Eurisko emerge che solo il 16% di chi è affetto da emicrania si rivolge allo specialista di riferimento (il neurologo) e solo il 3% ad un Centro cefalee.
TUTTI AL PRONTO SOCCORSO In compenso, ingolfa i pronto soccorso dell'Isola: il 6 per cento delle persone che fanno la fila nei reparti d'urgenza degli ospedali sardi è lì per il mal di testa. Una fetta che si allarga al 20 per cento se si considerano le visite del servizio di guardia dei dipartimenti di neurologia.
«Molte persone affette da emicrania», ha spiegato Annico Ganga, responsabile dell'unità operativa del Centro cefalee dell'Azienda integrata ospedaliera universitaria di Sassari, «decidono di sottoporsi ad una visita specialistica o di recarsi al Centro specializzato solo dopo che la frequenza e l'intensità degli attacchi sono diventati intollerabili. Eppure l'emicrania è fortemente invalidante, condiziona la vita di chi ne soffre, la sua carriera lavorativa. C'è chi perde l'autostima». Nel polo sassarese vengono visitate ogni anno 1500 persone: cefalee unilaterali, bilaterali, pulsanti, a grappolo. Si va dalla sensazione di pesantezza al dolore lancinante. Con attacchi che in media durano 3-4 ore, ma possono accompagnare un individuo per giorni. Alcuni (circa il 15 per cento) sono preceduti dall' aura . E sono i peggiori: prima dell'esplosione del mal di testa, arrivano disturbi e allucinazioni visive, immagini distorte, luci. Per un tempo che varia da cinque a venti minuti. E, a differenza dell'emicrania senz'aura, è più diffuso tra gli uomini. Per il resto, il mal di testa è donna.
L'errore più diffuso, secondo gli specialisti, consiste nell'imbottirsi di moment e aspirine, e qualsiasi pillola anti-dolorifica. Tanto è «solo un mal di testa». Ottenendo così l'effetto contrario: «Un atteggiamento piuttosto ricorrente fra gli emicranici è quello di minimizzare la propria condizione e ricorrere a terapie fai-da-te che non solo non risolvono il problema ma possono addirittura complicarlo, perché l'abuso di farmaci contribuisce alla trasformazione dell'emicrania da forma episodica a forma cronica», ha spiegato ieri Mariangela Vacca, dirigente della Clinica neurologica al Policlinico di Monserrato.
Molti non sanno che per l'emicrania è stata messa a punto anche una prevenzione: «Tra le classi di farmaci che svolgono un ruolo fondamentale nella profilassi», ha aggiunto la dottoressa Vacca, «si distinguono gli antiepilettici come il topiramato, un neuromodulatore che impedisce alle cellule nervose di ipereccitarsi scatenando l'attacco e consente quindi di combattere l'emicrania prima che si manifesti, prevenendola».
LO STUDIO DEI GENI Il futuro? Secondo Ganga è, come per buona parte dell'universo-medicina, nei geni: «Anche se per il momento la mappatura è andata a buon fine solo per un tipo di emicrania: quella emiplegica familiare, poco diffusa. Si sa per certo che la responsabilità è determinata da un'anomalia al “cromosoma 19”. Per le altre patologie più diffuse però ci vorrà ancora parecchio tempo».
MICHELE RUFFI
 
Cronaca Regionale Pagina 4
La docente Maria Del Zompo
«Le più colpite sono le donne»
 
Le crisi di mal di testa colpiscono più le donne che gli uomini e si presentano in media due-tre volte alla settimana. «Un incubo - chiarisce Maria Del Zompo, direttrice del Centro per lo studio delle cefalee dell'Università di Cagliari - da cui ci si può liberare modificando il proprio stile di vita o sottoponendosi ad una terapia farmacologia personalizzata». L'emicrania, pur non essendo una patologia che mette in pericolo la vita del paziente è una condizione che può essere invalidante perché riduce la percezione della qualità di vita. «La fascia più colpita - riprende l'esperta - è quella tra i 25 e 55 anni. Il mal di testa così come il dolore addominale o quello alla schiena può avere moltissime cause. Può rappresentare un sintomo di accompagnamento di un'altra patologia o può essere la malattia stessa. In questo secondo caso parliamo di emicrania». Prima del 1988 non esisteva una classificazione delle cefalee e ciò creava confusione, anche tra gli specialisti. Poi è stata stilata una classificazione che ha permesso di avere una terminologia comune. L'emicrania rientra nel gruppo delle cefalee primitive e sono 300 milioni, nel mondo, le persone che ne soffrono. «Le cause scatenanti sono innumerevoli. La crisi può essere dovuta a fattori ambientali, a stress psico-fisico, a variazioni ormonali e a cambiamenti meteorologici».
Spesso la causa è lo stile di vita. «La mancanza di sonno e l'alimentazione possono provocare mal di testa. Gli alimenti a rischio sono il cioccolato, il vino, i super alcolici, i formaggi, la frutta secca e gli insaccati». In altri casi l'emicrania è dovuta all'abuso di farmaci, primi tra tutti gli analgesici. «L'emicrania è una malattia parossistica perché la crisi si ripete periodicamente. L'obiettivo del medico è prevenire l'insorgenza della crisi e limitarne la frequenza. Di solito il problema si risolve con un percorso terapeutico, ma a volte si presentano casi di soggetti che non rispondono al trattamento». In Sardegna sono migliaia i malati che si rivolgono ogni anno al Centro per la cura delle cefalee di Cagliari. L'attività si svolge attraverso le visite ambulatoriali e il ricovero in day hospital. Quest'ultimo è finalizzata alla diagnosi delle cefalee complesse, alla terapia di emicranie intrattabili con le comuni terapie, alle terapie delle cefalee da abuso di analgesici e alle terapie della cefalea a grappolo. All'ambulatorio e al day hospital si accede previa prenotazione e con l'impegnativa del proprio medico curante.
PAOLO LOCHE 
 
4 – L’Unione Sarda
Cultura – pagina 51
Appuntamenti
Tra diritti dell'uomo e tutela dei minori
   
Stasera alle 16,30 al cinema Odissea di via Trieste 84 a Cagliari si tiene il convegno I diritti dell'uomo e la tutela dei minori , organizzato da Solidarietà e diritti-Fondazione Luca Raggio con la facoltà di Scienze politiche, il patrocinio di Unric (United Nations Regional Information Centre) e la collaborazione di Limes Diritti & Gilgamesh, Articolo 21, Amnesty International, Amicizia Sardegna-Palestina, Associazione Sardegna-Algeria; Arcoiris, Cosas, Associazione Deggo, Ada Sardegna. Relatore l'avvocato Marco Scarpati, president dell'Ecpat (End child prostitution, pornography and trafficking). Intervengono Ignazio Chessa (Tribunale minori), Aide Esu e Marco Zurru (docenti), Angela Quaquero (assessore provinciale politiche sociali), Filippo Peretti (presidente Ordine giornalisti), Giuseppe Zoccheddu, direttore Istituto dei minori di Quartucciu. Coordina Anna Maria Baldussi.
IN PINACOTECA Il patrimonio storico artistico può o deve essere restituito ai siti di provenienza? Stasera alle 17, nella Pinacoteca nazionale di Cagliari, tavola rotonda su un argomento di grande attualità. Ne parlano Roberto Coroneo, preside della facoltà di Lettere , Lucia Arbace, soprintendente Beni storici della Sardegna, Fulvia Lo Schiavo, soprintendente per i Beni archeologici della Sardegna, Maria Paola Meloni, facoltà di Ingegneria. L'iniziativa sostituisce la conferenza di Gabriele Borghini, rinviata al 18 dicembre.
ACCARDO NELL'AICI Lo storico Aldo Accardo, presidente della Fondazione “Giuseppe Siotto”, è il primo sardo eletto a far parte della direzione nazionale dell'Aici, l'associazione italiana degli Istituti di alta cultura che conta prestigiose fondazioni come Agnelli, Spadolini, Sturzo, Einaudi, Feltrinelli, Gramsci, Brodolini, La Malfa.

 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
«Il Comune sta affossando il campus» 
Mongiu: rinvii continui e pretestuosi
Tavolacci: cubature eccessive e pochi servizi 
di Roberto Paracchini 
 
 CAGLIARI. «Si tratta di una situazione paradossale», afferma Maria Antonietta Mongiu, assessore regionale alla Cultura e pubblica istruzione. «Non esiste che il Comune trascuri in questo modo la possibilità di fornire agli studenti un campus universitario di mille posti letto. Eppure sembra che sia così. I lavori sarebbero potuti iniziare da un mese, ma per il Municipio vi sono sempre questioni che non vanno». L’assessore si riferisce al progetto di campus da realizzare in viale La Plaia nell’ex semoleria, «il cui progetto è pronto da un anno e anche l’impresa che lo deve realizzare».
 «L’amministrazione municipale sta dimostrando di non avere a cuore le sorti degli studenti e crea continuamente dei problemi - rincara l’assessore Mongiu - prima c’era la questione dei parcheggi e noi, tramite l’Ersu (l’ente regionale per il diritto allo studio, titolare dell’intervento - ndr), abbiamo risposto. Poi c’è stata quella dei silos che dovevano esser ceduti, allora abbiamo proposto la permuta con delle aree in viale Poetto, ma loro han detto che valevano di meno... Insomma: così non si va avanti».
 Il campus universitario non può essere realizzato perchè mancano le concessioni edilizie da parte del Comune. «Va anche detto che se le questioni non si sbloccano - lamenta l’assessore - a fine anno perderemo quindici milioni di euro, quelli stanziati per il Campus dal Cipe». L’opera nel suo complesso costa circa 105 milioni ed è stata riprogettata dall’architetto brasiliano Paulo Mendes da Rocha (premio Pritzker, il Nobel dell’architettura). Secondo Mendes il campus non dovrà essere un semplice dormitorio per studenti, ma un luogo culturale e sociale attivo per l’intera città. Un po’ come la struttura universitaria che ha realizzato a Madrid. «La cosa che mi attrae di più del progetto - ha anche affermato - è che questa struttura sorgerà proprio nel cuore di Cagliari. L’edificio in sè non è molto difficile da immaginare, più importante è la sua disposizione nel resto del territorio».
 La volumetria attuale prevista è di 136mila metri cubi. Prima dell’intervento di Mendes i metri cubi erano 96mila. Aspetto, questo, che secondo il Comune si sta dimostrando di difficile soluzione. «Già col primo progetto - spiega Massimiliano Tavolacci, Udc e presidente della commissione consiliare all’Urbanistica - avevamo rilevato un eccesso di cubatura e chiesto che una parte venisse riassorbita, e auspicato più spazi verdi. Invece l’ipotesi dell’architetto Mendes ha aumentato le volumetrie. Da qui la nostra richiesta di far sì che una serie di terreni delle Ferrovie, che dovrebbero passare alla Regione, vengano utilizzate per i servizi della struttura. Ma questo non è stato fatto. Noi non possiamo accettare un campus senza servizi per mille persone, sarebbe simile a un lager». Ma c’è il rischio di perdere i finanziamenti... «Si sta pensando di fare un accordo di programma specifico proprio per evitare questa eventualità - continua Tavolacci - magari iniziando il progetto dei 96mila metri cubi».
 L’assessore Mongiu, però, non ha dubbi e precisa che si tratta di una «vergogna: «Le amministrazioni pubbliche hanno il compito di risolvere i problemi, non di complicarli. Ora, poi, dopo che l’Ersu ha mandato l’ultimo progetto con tutte le modifiche richieste, al Comune dicono che non lo trovano: l’hanno perso, incredibile. Da parte sua la Regione sta investendo ingenti risorse nel diritto allo studio, ma il Municipio non si muove». Secondo l’assessore Mongiu, che ricorda che a suo tempo l’amministrazione municipale tentò di bloccare la trasformazione dell’hotel Cannas di via Roma in casa dello studente, «Cagliari è una città universitaria e lo dimostrano i circa 38mila iscritti, di cui più di diecimila pendolari. Ma il Comune non capisce che bloccare il campus vuol dire prolungare l’indecenza di centinaia di studenti vittime del mercato nero delle case. Questa amministrazione sembra non aver capito l’importanza dell’università per la città».
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Nuoro
UNIVERSITÀ 
«Scienze ambientali, serve un rilancio» 
 
 NUORO. Al dibattito sulla Università nuorese guardano con interesse le associazioni di Scienze ambientali e quella professionale di categoria, che manifestano il loro compiacimento per le interessanti evoluzioni del confronto, con l’auspicio che si arrivi alla formulazione di progetti operativi che tengano conto del rilancio del corso di laurea in Scienze ambientali.
 Il settore presenta enormi punti di forza: elevata qualità paesaggistica e forti identità storico-culturali, insieme a grandi potenzialità di sviluppo delle energie alternative. Oltre a un ingente patrimonio naturale inserito in un sistema di aree protette, con una superficie forestale tra le più estese d’Italia.
 Il corso di Scienze ambientali, secondo l’associazione, è in grado di formare esperti che possono ottimizzare le opportunità offerte dal settore, in quanto crea figure interdisciplinari con la capacità di organizzare l’analisi e la gestione di realtà ambientali complesse. Ciò anche perchè ha le basi di una cultura d’ambiente, con incluse le interazioni con il sistema socio-economico. Oltre alla capacità di affrontare i problemi legati al controllo e alla gestione del territorio, insieme alla professionalità e responsabilità del coordinamento.
 L’Aisa che a Nuoro, viste le caratteristiche del settore ambientale della Sardegna, debba strutturarsi un corso di laurea in Scienze ambientali basato su i seguenti temi: gestione, conservazione e valorizzazione della natura e della biodiversità; sostenibilità dei sistemi energetici; gestione dei rifiuti e bonifica dei siti contaminati; difesa del suolo, gestione delle risorse idriche e tutela delle acque dall’inquinamento.
 L’associazione italiana delle Scienze ambientali ritiene infatti che sia indispensabile sviluppare valide attività di ricerca, offrendo l’opportunità di specializzazioni post laurea, quali master e dottorati di ricerca. L’istituzione di un dipartimento universitario garantirà la realizzazione di importanti progetti di ricerca, contribuendo ad affrontare le criticità ambientali della regione. (a.b.)
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Oristano
Domani al Chiostro del Carmine seminario sulle patologie della vite 
 
 ORISTANO. Si terrà domani alle 9,30 nell’Aula 1E del Chiostro del Carmine il seminario sul tema “Attualità sanitarie in viticoltura: il legno nero”.
 L’evento rappresenta il primo appuntamento della quarta edizione del ciclo di seminari sui temi della viticoltura e dell’enologia organizzati dal Consorzio Uno-Promozione studi universitari, dal corso di laurea in viticoltura ed enologia della Facoltà di Agraria dell’Università degli studi di Sassari e dalla Sezione Sardegna dell’Assoenologi.
 L’incontro, incentrato su una analisi panoramica delle nuove patologie della vite con particolare riferimento all’attuale tema del cosiddetto “legno nero”, è rivolto a studenti, enologi, produttori, viticoltori e tecnici del settore. Il seminario sarà introdotto da Raimondo Garau, dell’Università degli studi di Sassari, e da Gigi Picciau, presidente dell’Assoenologi Sardegna. I relatori, di livello nazionale, saranno Assunta Bertaccini, dell’Università degli studi di Bologna; Ruggero Osler e Francesco Pavan, dell’Università degli studi di Udine, e Gianfranco Romanazzi dell’Università Politecnica delle Marche.
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
«Asinara», un libro spiegato dai botanici 
 
 SASSARI. Sarà presentato questo pomeriggio alle 17.30, nell’aula magna della facoltà di Agraria, il libro «Asinara», a cura di Carlo Forteleoni e di Vittorio Gazale.
 Dopo i saluti del preside Pietro Luciano, di Piero Deidda (presidente del parco nazionale dell’Asinara), di Cicito Morittu (assessore regionale dell’Ambiente) e di Alessandra Giudici (presidente della provincia di Sassari), presenteranno l’opera Rossella Filigheddu, docente di Botanica all’Università, Antonello Falqui, ricercatore presso il dipartimento di Economia e sistemi arborei, Pierpaolo Congiatu, responsabile servizio tecnico del parco nazionale dell’Asinara e Marco Vannini, docente di Economia politica e direttore del dipartimento di Economia, impresa e regolamentazione dell’Università di Sassari e Crema. All’appuntamento interverrno gli autori Forteleoni e Gazale e l’editore del volume Carlo Delfino.
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Sardegna
Emicrania: colpiti 200mila sardi 
A Cagliari un convegno sulla patologia spesso sottovalutata I medici: no a cure «fa dai te», ci sono farmaci per prevenirla 
PABLO SOLE 
 
 CAGLIARI. Sono oltre duecentomila le persone che in Sardegna soffrono di emicrania, una patologia spesso sottovalutata perché confusa con il più “banale” mal di testa. La differenza? Al contrario di quest’ultimo, che si presenta saltuariamente e con debole intensità, l’emicrania debilita la persona con un dolore violento, continuo e pulsante.
 Eppure, secondo l’indagine condotta dalla Eurisko e presentata ieri durante i lavori del convegno “Non un semplice mal di testa. La Sardegna e l’emicrania”, il 45 per cento degli italiani non conosce questa semplice differenza e ben due intervistati su tre sono all’oscuro del fatto che, in merito, esista una precisa profilassi. I risultati qualitativi dello screening evidenziano come «l’aspetto importante che accomuna gli emicranici è il dolore - si legge nello studio - definito come qualcosa che annienta e limita l’esistenza, interferisce sulla quotidianità e provoca un disagio caratterizzato da rabbia, frustrazione, passività e paura del prossimo attacco».
 Per quanto riguarda la cura e la profilassi, le persone afflitte dall’emicrania «spesso non hanno punti di riferimento e perciò si affidano a strategie terapeutiche di automedicazione - riporta ancora la ricerca - che non solo non sortiscono risultati soddisfacenti, ma in alcuni casi possono provocare effetti collaterali pericolosi».
 Un concetto ripreso da Mariangela Vacca, dirigente della clinica neurologica del policlinico universitario di Monserrato: «Un atteggiamento piuttosto ricorrente tra gli emicranici è quello di minimizzare la propria condizione e ricorrere a terapie fai da te che possono complicare il problema poiché l’abuso di farmaci contribuisce alla trasformazione dell’emicrania da episodica a cronica».
 Un altro aspetto importante riguarda la risposta dei pazienti agli attacchi di emicrania: nella maggior parte dei casi, si agisce esclusivamente sul sintomo nel tentativo di lenire il dolore, e non già sulla prevenzione, che prevede l’assunzione quotidiana di un principio attivo per un periodo variabile tra i tre e i sei mesi. Inoltre, la terapia andrebbe effettuata prima che l’emicrania diventi cronica e deve essere seguita da uno specialista. Come Annico Ganga, responsabile dell’unità operativa del centro diagnosi e cura delle cefalee dell’università di Sassari, che sottolinea come «molte persone decidono di sottoporsi a una visita o recarsi in un centro specializzato solo dopo che la frequenza e l’intensità degli attacchi sono diventati intollerabili». A quel punto, attaccare la patologia diventa più difficile, anche se non impossibile.
 Il punto di forza rimane comunque la prevenzione. «Tra le classi di farmaci che svolgono un ruolo fondamentale nella profilassi - ha aggiunto Mariangela Vacca - si distinguono gli antiepilettici come il topiramato, un neuro modulatore che impedisce alle cellule nervose di sovra eccitarsi e scatenare l’attacco emicranico. In questo modo, si combatte la patologia prima ancora che si manifesti».
 
 
 
 

Questionnaire and social

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