Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 November 2008
Rassegna quotidiani locali
a cura dell'Ufficio Stampa

L'UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA
 

1 – L’Unione Sarda
Cultura – pagina 43
Convegni Curato da Luisa Mulas
Ubaldo Floris rivive in un volume di saggi per lo più inediti
   
L'uscita di un volume postumo di studi, una tavola rotonda ad esso dedicata, un seminario sul Teatro nell'Europa di Antico Regime : tre eventi promossi dal Dipartimento di Filologie e Letterature Moderne dell'ateneo di Cagliari per onorare la memoria di Ubaldo Floris, professore di letteratura francese dell'Università, scomparso a 64 anni nel giugno 2005. Dalle 16 di domani, nell'aula magna della Facoltà di Lettere e Filosofia di via Is Mirrionis, e poi dalle 9.15 per l'intera giornata di venerdì nella Facoltà di Lingue e Letterature Straniere in via San Giorgio 12, amici, colleghi e allievi potranno ricordare la figura di un intellettuale capace di coniugare, nell'impegno accademico, una sentita vocazione didattica con una spiccata sensibilità per i valori etico-politici della letteratura.
Potranno in primo luogo riascoltarne la parola viva, secondo l'ordito di Teorici, teologi e istrioni. Per e contro il teatro nella Francia del Cinque-Seicento , la corposa raccolta di saggi per lo più inediti dello studioso, meritoriamente allestita e curata da Luisa Mulas, dopo una puntuale ricognizione nelle carte affastellate nella biblioteca di Ubaldo Floris e nei fondali del suo computer; lavori che vedono la luce con una preziosa prefazione-testimonianza di Giancarlo Fasano, che di Floris fu il maestro. Il volume compendia gli interessi di ricerca prioritari dello studioso scomparso, tra le due sponde del Teatro negato e del Teatro possibile, come recitano le due sezioni del libro: sono i percorsi speculari di una penetrante indagine critica sulla pratica drammatica nella cultura transalpina dei secoli XVI e XVII, un campo di battaglia dove le spinte censorie e il controllo politico-ecclesiastico fecero da contrappunto alla vigorosa ascesa del teatro moderno francese, al suo impatto sociale, al costituirsi del pubblico omogeneo dell'honnête société, che guarderà alla scena come scuola di bienséances, di codificazione unitaria di valori morali, intellettuali ed artistici. Una scena il cui rilievo innerverà una stagione straordinaria della civiltà teatrale europea. La notevole messe di documenti riportati nel volume avvalora il rigore metodologico dello studioso e accresce l'efficacia dei riverberi critici liberati dai saggi ora dati alle stampe. Dell'opera si discuterà nell'evento inaugurale delle due giornate, una Tavola rotonda in cui si confronteranno autorevoli studiosi del teatro e delle letterature europee, provenienti da diversi atenei italiani, quali Silvia Carandini, Mario Domenichelli, Rosa Galli Pellegrini, Amedeo Quondam, Romana Zacchi, in un dibattito coordinato da Laura Sannia.
Il giorno successivo, nella Facoltà di Lingue, in cui Ubaldo Floris ha tenuto gli ultimi anni della sua attività didattica, si svolgerà invece il seminario in due sessioni, presiedute da Sandro Maxia e Elena Sala Di Felice, dedicato alla cultura teatrale dell'Europa moderna, con una nutrita partecipazione di specialisti di diversa formazione, nell'intreccio delle prospettive scientifiche difformi ma convergenti della teatrologia, della letteratura drammatica, dell'antropologia, della grecistica, della storia sociale.
ROBERTO PUGGIONI
Dipartimento Filologie e Letterature moderne facoltà di Lingue e Letterature straniere
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 21
Una matricola di Filosofia ha documentato le occupazioni e raccolto testimonianze
L'Onda studentesca ora è un film
“Non è un paese per giovani”: così spieghiamo la protesta
 
Ha seguito e filmato per dieci giorni consecutivi le proteste dei colleghi universitari, rimbalzando da una facoltà all'altra.
Ha seguito per dieci giorni consecutivi le proteste dei colleghi universitari, rimbalzando da una facoltà all'altra. Ha filmato le assemblee, manifestazioni e lezioni all'aperto, intervistato docenti e studenti, raccolto documenti sulla legge 133.
Giovanni Piras, studente ventunenne al primo anno di Filosofia, anziché parlare attraverso un megafono o promuovere incontri ha preferito esprimersi alla sua maniera, con la realizzazione di un documentario. «Sono una matricola e mi sono ritrovato fin dall'inizio dell'anno accademico nel contesto della mobilitazione. Non potevo non dare il mio contributo. Così, visto che ho studiato per due anni all'Accademia nazionale di arte cinematografica di Bologna, ho deciso di darmi da fare». Il risultato del suo impegno è un excursus tutto cagliaritano, intitolato “Non è un paese per giovani”, della durata di tre quarti d'ora, che racconta le varie fasi della protesta, dalla mobilitazione al Bastione all'interruzione del traffico in piazza d'Armi ma, soprattutto, approfondisce i punti salienti della legge. «Il titolo è un richiamo al film “Non è un paese per vecchi” dei fratelli Coen e vuole essere un messaggio contro la politica di oggi che dovrebbe avere protagonisti decisamente più giovani».
Il documentario è stato proiettato ieri nella sala Cosseddu dell'Ersu della casa dello studente di via Trentino, davanti a una platea di studenti. All'appuntamento ha preso parte anche il preside della facoltà di Lettere e Filosofia Roberto Coroneo, che ha dato il suo contributo al lavoro con un intervento davanti alle telecamere.
La parte iniziale dà voce agli studenti, ai ricercatori e al Rettore Pasquale Mistretta, la seconda ripercorre i momenti della mobilitazione, fino al 30 ottobre. «Le iniziative promosse a novembre verranno raccontate nella seconda parte del documentario, che è ancora da realizzare». Le riprese e il montaggio saranno curate anche in questo caso da Giovanni Piras, che ha potuto contare anche sul supporto di alcuni colleghi. «Il mio obiettivo, però, è soprattutto quello di riflettere sulla legge e far conoscere, per quanto possibile, i contenuti». Attraverso la telecamera e le voci di chi sta animando la protesta: «La realtà, che non ci dobbiamo stancare di riferire, è fatta di tagli che, dal 2009 al 2013, raggiungeranno quota 1.445 milioni di euro. L'articolo 16 prevede inoltre che le università pubbliche possano trasformarsi in fondazioni di diritto privato e, per questo, ho voluto dare voce ai ricercatori. Tutti dobbiamo conoscere la legge 133».
MARIANGELA LAMPIS

 
3 – La Nuova Sardegna
Prima pagina  - Oristano
Archeologia subacquea all’ultima spiaggia 
Oristano, la valutazione della Conferenza dei rettori per salvare il corso 
Verrà analizzato il curriculum della laurea unica in Italia 
 
 ORISTANO. Ancora un’iniziativa per mantenere in vita il corso universitario di archeologia subacquea. Questa volta l’Ateneo oristanese si è rivolto addirittura alla Conferenza dei rettori delle università italiane, con lo scopo di ottenere una valutazione della qualità del curriculum, unico in Italia e dal quale, ad oggi, sono usciti diciotto laureati ed altri cinquanta se ne aggiungeranno entro l’anno accademico 2009/2010. Un vero e proprio marchio di qualità che serve ad attestare la validità dell’attività accademica di ricerca e studio fino ad oggi prodotta nella facoltà oristanese, messa seriamente in forse in conseguenza dei pesanti tagli sui finanziamenti delle università gemmate.
 
Pagina 5 - Sardegna
«Archeologia subacquea da salvare» 
Oristano. L’ateneo ha chiesto un «marchio di qualità» sul corso a rischio di tagli 
MICHELA CUCCU 
 
ORISTANO. Ancora una iniziativa per garantire la presenza del corso universitario di archeologia subacquea. Questa volta l’Ateneo oristanese si è rivolto addirittura alla Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane, con lo scopo di ottenere una valutazione della qualità del curriculum, unico in Italia e dal quale, ad oggi, sono usciti diciotto laureati ed altri 50 se ne aggiungeranno, in previsione, entro l’anno accademico 2009/2010.
 Un vero e proprio marchio di qualità che serve ad attestare la validità dell’attività accademica di ricerca e studio fino ad oggi prodotta nella facoltà oristanese, messa come è noto, seriamente in forse come conseguenza dei pesanti tagli sui finanziamenti delle università gemmate. Lunedì a Oristano, una seduta fiume, durata dalle otto di mattina e conclusasi soltanto a metà pomeriggio, ha visto i due ispettori (arrivati dagli atenei di Messina e Perugia) ascoltare le relazioni dei rappresentanti delle varie istituzioni interessate, dal Consorzio Uno, alla Soprintendenza ai Beni archeologici, passando ovviamente per l’Università di Sassari (era presente, oltre al preside della facoltà di Lettere, Aldo Maria Morace, anche il responsabile del corso di archeologia subacquea, Raimondo Zucca), passando per i rappresentanti delle forze dell’ordine e dell’imprenditoria del settore. Bisognerà attendere non meno di 40 o 50 giorni, prima di conoscere l’esito del processo di valutazione, che potrebbe essere determinante in futuro per asdsicurare la permanenza del curriculum a Oristano.
 «È un passaggio importante - ha spiegato il professor Raimondo Zucca - soprattutto in vista del varo dei nuovi sistemi di valutazione che verranno introdotti dal Ministero. In altre parole, è possibile che una valutazione di questo tipo a breve non sarà più volontaria, ma obbligatoria. E alla luce della necessità di garantire la permanenza del curriculum, l’esito avrà una funzione quasi determinante». Zucca precisa come molto dipenderà comunque dalle scelte che la giunta regionale attuerà nella nuova legge Finanziaria. «A suo tempo - spiega - la Regione indicò la necessità di una valutazione dei corsi per il loro finanziamento».
 Nel corso dell’audizione, il curriculum è stato messo letteralmente ai raggi x, esaminando punti di forza e di debolezza, ma anche valutando con attenzione le prospettive di un corso che, pur di rececentissima istituzione, assume un ruolo fondamentale anche per la formazione delle forze dell’ordine (Capitaneria e Corpo Forestale, solo per fare due esempi) direttamente impegnate nella tutela del patrimonio archeologico.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 38 - Cultura e Spettacoli
Il libro di Giacomo Mameli al centro del dibattito organizzato da Scienze politiche e dal Centro studi urbani 
La Sardegna fra tradizione e innovazione 
L’esempio di piccole aziende produttive sorte nel cuore della regione 
MARTA VIRDIS 
 
SASSARI. Tradizione, innovazione, economia. Sono alcuni dei temi che l’altra sera sono stati al centro del dibattito «Un’isola che si sta aprendo al mondo. Percorsi individuali e sfide sociali», organizzato nella Facoltà di Scienze Politiche dal Centro studi urbani e coordinato dalla docente Antonietta Mazzette. A dare spunto all’incontro, accompagnato dalle musiche del clarinettista Alessandro Vargiu, è stato il libro del giornalista Giacomo Mameli «La Sardegna di dentro. La Sardegna di fuori». Un’opera che racconta una terra lontana dai luoghi comuni, i cui protagonisti sono personaggi laboriosi e ingegnosi, capaci di aprire la strada a interessanti forme di sviluppo. Ci sono i sardi che vivono e lavorano in giro per il mondo, dove hanno studiato e appreso con profitto. E ci sono i piccoli e medi imprenditori che hanno trasformato le idee in realtà, nonostante i limiti del sistema economico regionale. I casi più interessanti riguardano le zone interne dell’isola, dove spesso sono nate aziende efficienti in cui lavorano centinaia di persone. Sono storie poco note a molti, come dimostrano le parole di Irene Rais, del Centro Studi urbani, che ha analizzato il volume attraverso alcune cartine geografiche digitali: «Grazie alle testimonianze di Mameli, ho scoperto una Sardegna diversa e ho capito che la produttività non riguarda soltanto i capoluoghi industriali, ma anche i piccoli centri: a Guspini, ad esempio, c’è la Cermed, dove si producono mattonelle che si vendono in tutto il mondo.
 A Villacidro c’è «L’atelier di Veronica», che lavora materiali tessili provenienti da Nule. E nell’elenco degli imprenditori virtuosi ci sono, tra gli altri, Luciano Chiai che ha commercializzato il cas’agedu in tutta l’isola e Don Salvatore Benizzi di Carbonia, creatore di una casa di recupero per tossicodipendenti e disoccupati. Esempi di produttività, commercializzazione e occupazione sui quali è intervenuta Maria Letizia Pruna, docente di Sociologia economica dell’Università di Cagliari: «Attualmente l’isola attraversa una fase di cambiamento tramite la quale è possibile connotare una Sardegna di fuori e una Sardegna di dentro. La prima è quella dei sardi che emigrano e talvolta ritornano con bagagli ricchi di competenze, e l’altra appartiene a coloro che restano per migliorare la situazione locale. Esperimenti che centrano l’obiettivo quando subentra la cooperazione tra imprese e si perseguono obiettivi collettivi».
 Sono lontani, dunque, i tempi in cui i sardi venivano accusati di essere pigri e poco produttivi. E la situazione isolana odierna è cambiata in meglio, soprattutto nelle zone interne dove, secondo Raffaella Sau, docente di Filosofia politica «nonostante lo spopolamento sono localizzate importanti risorse». Ma, «affinché l’economia giri - precisa - occorre che le aziende si uniscano e facciano sistema, privilegiando l’innovazione rispetto alla tradizione». «C’è necessità di buone politiche di governance» - continua Antonietta Mazzette -, secondo la quale «per mettere in pratica con successo i progetti interessanti, occorre lavorare di più su professionalità e formazione». Perché per valorizzare il territorio in cui si vive è utile comprenderlo anche dal punto di vista geografico. A sostenere tale tesi è l’architetto Sandro Roggio che ha parlato del rapporto tra i sardi e il mare, visto come simbolo sia delle partenze (e conoscenze provenienti dall’esterno) sia degli arrivi. «Negli ultimi anni - dice - sono aumentate le esperienze “migratorie transitorie”, ovvero gli esodi segnati dai ritorni nell’isola». E la tendenza di restare piuttosto che emigrare si deve anche a ciò che sostiene Giacomo Mameli: «La Sardegna di oggi è migliore rispetto a un tempo perché non si piange più addosso. È una regione molto più giovane, istruita e ricca di risorse femminili. È un covo di interessanti imprenditori: cita Chiai, Argiolas, i fratelli Pinna e Antonio Murru, simbolo del sistema del “vai (fuori) e torna (dentro)”».
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
ISTRUZIONE 
I giovani ricercatori potranno lavorare anche negli ospedali 
 
 CAGLIARI. La scuola è uno dei punti fermi della politica regionale. Verrà finanziato il tempo prolungato per il cento per cento della popolazione studentesca, e verranno inseriti bonus da mille euro per l’acquisto di testi e computer per gli studenti universitari (8 milioni di euro). Ancora, verrà incrementato di 5 milioni lo stanziamento per l’assegno di merito (da 10 a 15 mln) ed arriveranno fondi straordinari per la ricerca: 15 milioni per le Borse di ricerca (massimo 40 mila euro a testa per le materie scientifiche e 30 mila euro per quelle umanistiche) la cui attività potrà essere svolta all’interno di Università, enti pubblici ma anche - ed è qui la novità - presidi ospedalieri e imprese private.
 
 

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