Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 November 2008
Rassegna quotidiani locali
A cura dell'Ufficio Stampa
L'UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
IL SARDEGNA

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 21
Mozione e raccolta di firme
Enti e Fondazioni possono salvare l'Università pubblica
 
L'università di Cagliari può rimanere pubblica se i tagli programmati dal Governo saranno compensati da fondazioni private ed enti pubblici. Lo sostengono i rappresentanti del gruppo studentesco Università per gli studenti, che ieri sera hanno presentato una mozione che si augurano possa essere deliberata in senato accademico. Già iniziata una raccolta di firme in tutto l'ateneo.
«Il bilancio generale della nostra università - spiega Lorenzo Espa, rappresentante - di previsione per il 2009 - è composto da quattro voci principali: fondo di finanziamento ordinario (Ffo, erogato dal ministero) 85 per cento, tasse degli studenti 9,6 per cento, trasferimenti della Regione 3,7 per cento, finanziamenti privati (Fondazione Banco di Sardegna e altri) 1,64 per cento». Da qui «un taglio del Ministero spingerebbe l'università ad aumentare le entrate, o sollevando le tasse universitarie o permettendo l'ingresso ai provati o altri enti pubblici mediante la trasformazione in Fondazione universitaria».
Ecco perché: «noi riteniamo che l'Università di Cagliari non possa diventare una Fondazione privata. Inoltre un ulteriore aumento delle tasse sarebbe improponibile in un tessuto socio-economico come quello sardo e impedirebbe l'accesso all'università agli studenti meno abbienti. Per queste ragioni chiediamo agli organi collegiali, ovvero Senato accademico e Consiglio di amministrazione, di impegnarsi attraverso una delibera a non trasformare la nostra in una fondazione di diritto privato».
In sostanza: «partendo dal presupposto che la nostra università non dovrebbe subire grossi tagli, proponiamo che ci si attivi presso la Regione, la Confindustria e la Fondazione Banco di Sardegna per compensare i tagli dei trasferimenti ministeriali e per potenziare gli attuali servizi agli studenti. Dovrà prendere il via una razionalizzazione delle uscite, per ridurre le spese che in questi anni si sono moltiplicate a dismisura. Ci sono sprechi che possiamo evitare. Chiediamo - continua Espa - che il Rettore si impegni a distribuire in modo equo i posti organico che verranno banditi nei prossimi anni, al fine di garantire un'offerta formativa equilibrata».
Per sottoscrivere la mozione è stato attivato anche un sito internet all'indirizzo: unitiperluniversitapubblica.blogspot.com. (st. co.)
 
2 – L’Unione Sarda
Primo Piano Pagina 5
oggi la protesta
L'Università in piazza, i sindacati divisi
 
 ROMA Clima sempre più teso nei rapporti tra le organizzazioni sindacali, che vedono ogni ora di più allargarsi la frattura tra Cgil da una parte e Cisl e Uil dall'altra.
Ier la confederazione guidata da Guglielmo Epifani ha radunato i pensionati Cgil per illustrare loro la piattaforma anti-crisi, per la tutela dei redditi degli anziani e del loro potere d'acquisto, in attesa delle mobilitazioni di oggi degli universitari e dei dipendenti pubblici del Sud, e di quella di domani dei lavoratori del commercio. Tutte iniziative che non vedono la partecipazioni delle altre due organizzazioni sindacali, fatta salva quella degli universitari a cui aderisce anche la Uil.
E, dopo l'incontro “segreto” del governo con Cisl, Uil e Confindustria, non si placano ancora le polemiche per un episodio che, lo stesso segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, ammette di «non aver mandato giù ». E che, invece, il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, continua a smentire («si scambia un incontro che non c'è mai stato con una telefonata») o a giustificare («non c'è stata nessuna trattativa ma se fossi stato invitato sarei andato, almeno un sindacalista fa così. Quando le persone si cercano - dice - se c'è l'esigenza di risolvere i problemi, si trovano»).
Polemiche, queste, che il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, definisce una «caciara inutile». Un po' come il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che taglia corto («polemica inutile») sostenendo che «gli incontri informali sono continui: io stessa - dice - mi sono incontrata con Epifani più volte informalmente», e ricordando che «il problema vero è che il tavolo sui contratti è ancora aperto».
Sullo “sgarbo” del governo, tuttavia, Epifani incassa la solidarietà dell'ex segretario Cgil, Sergio Cofferati: «Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Dalla pessima abitudine di provare a dividere i sindacati il premier non riesce ad affrancarsi», dice. Ma riceve anche un nuovo atto di accusa da parte del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, sul «potere di veto» che la Cgil opporrebbe «a tutti gli altri». 
 
3 – L’Unione Sarda
Prov Gallura Pagina 37
Olbia. Economia turistica
Trasporti marittimi: il primo master del polo universitario
 
Un master per studiare a fondo i trasporti marittimi. Il polo universitario di Olbia diretto da Carlo Marcetti, e l'Autorità Portuale del Nord Sardegna hanno deciso di collaborare per avviare il primo master universitario pianificato dal corso di economia del turismo. Un evento storico per i laureati, che avranno la possibilità di specializzarsi rimanendo nel territorio piuttosto che trasferirsi in continente. Il master dovrebbe partire a gennaio e sarà a numero chiuso, vi potranno accedere solo venti studenti. È mirato a fornire una conoscenza approfondita del sistema di trasporto marittimo e della logistica nelle sue componenti economiche, politiche e giuridiche. Marcetti ha coinvolto la Confitarma, ovvero la confederazione degli armatori italiani, che saprà rendersi utile attraverso pareri e, più concretamente, con l'insegnamento didattico di alcune materie. Manager ed esperti delle maggiori compagnie navali dispenseranno il loro sapere ai venti studenti. Il corso di specializzazione rappresenta una novità molto importante per il polo universitario di Olbia, che ha raggiunto i 700 iscritti e che ha introdotto un test d'ammissione facoltativo, ma ugualmente rilevante ai fini della valutazione iniziale degli studenti. Un provvedimento utile per scoraggiare coloro che hanno carenze insuperabili in determinate materie e allo stesso tempo per alzare il livello di preparazione degli iscritti. Secondo Marcetti il corso ha i numeri per operare un minimo di selezione. In questi sei anni la crescita è stata possibile soprattutto grazie ai sostanziosi contributi del Comune: quest'anno sono stati dirottati 450 mila euro nelle casse dell'università. «Senza questi fondi non potremmo assolutamente sopravvivere. La Regione ci ha assegnato una inezia e il Governo centrale, come è risaputo, sta cercando di tagliare le sedi periferiche delle università» ha commentato Marcetti. I fondi comunali hanno reso economicamente indipendente il corso olbiese, e questa condizione permette ad amministratori, studenti e dirigenti di non essere condizionato dal decreto Gelmini. Infatti il ministro incentiva le università centrali, attraverso dei premi, a sbarazzarsi delle sedi periferiche se esse rappresentano dei costi. Ma ad Olbia il problema non sussiste e il polo universitario può permettersi il lusso di ignorare la legge tanto contestata.
CLAUDIO CHISU 
 
4 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale Pagina 6
I Quattro Mori sull'Everest
L'avventuroso master di una cardiologa sarda
Tiziana Setzu, dottoressa cagliaritana con radici a Lunamatrona, ha raggiunto con una missione internazionale di studio delle reazioni umane all'alta quota la Piramide del Cnr alle falde dell'Everest
DI GIANCARLO GHIRRA
 
È’ la prima sarda ad aver portato la bandiera dei Quattro Mori a 5.050 metri, alle falde dell'Everest. Ma, soprattutto, Tiziana Setzu, cagliaritana, 32 anni, è uno dei cinque medici della montagna impegnati in Italia nello studio delle reazioni del corpo umano ad alta quota. Laureata a Cagliari, ha seguito a Padova per la specializzazione il professor Sabino Iliceto, e da lì si è spostata a Cortina, all'Istituto Codivilla Putti, dove si occupa di riabilitazione dei cardiopatici.
Come mai questa scelta di vita, questa passione per la montagna?
«Adoro il mare e la mia città, ma la montagna mi affascina. E mi piace moltissimo lavorare a Cortina. Il centro nel quale opero è il più alto d'Europa, 1.300 metri».
Ma l'Everest, la cima più alta della catena dell'Himalaya, è a 8.848. E lei ci è andata vicino qualche giorno fa. Che impressioni ha ricavato?
«Indicibili. Ma noi non siamo saliti a quella quota, dove non saremmo sopravvissuti. Mi sono fermata ai 5.050 metri della Piramide costruita dal Cnr vicino al campo base per l'Everest, nei pressi del Monte Pumori, 7.165 metri. Insieme ad altri ricercatori di tutto il mondo, ho partecipato dal 13 al 31 ottobre a un master di medicina della montagna che ci consentirà di scoprire nuove metodologie di cura. Il mal di montagna è molto diffuso ad alta quota».
Come si manifesta?
«Dai tremila metri in su la mancanza di ossigeno causa l'aumento della frequenza cardiaca e degli atti respiratori. Se il fisico non si adatta, si può arrivare all'edema cerebrale e a quello polmonare, che possono portare anche alla morte».
In che cosa consisteva il master?
«Intanto abbiamo studiato le reazioni di noi medici, degli sherpa e dei porter, i portatori delle attrezzature della spedizione. Siamo arrivati in aereo a Katmandu, e da lì un piccolo velivolo ci ha portato a Lukla. Una bella avventura, se si pensa che pochi giorni prima un aereo simile era caduto sulla pista, pericolosissima, facendo ben diciotto morti. A noi è andata bene».
Da Lukla, 2850 metri, alla Piramide, 5.050, è cominciato il viaggio a piedi, intrecciato di prelievi e monitoraggio costante. Era già cominciato lo studio?
«Sì. Ben quattro di noi sono dovuti tornare a valle perché non hanno retto all'altura. Durante il trekking dentro il Parco nazionale di Sagarmatha abbiamo soccorso una signora francese e due sherpa, colpiti da mal di montagna. Uno è riuscito a tornare giù a piedi, gli altri hanno dovuto ricorrere all'elicottero: stavano davvero male».
Lei come ha fatto a resistere senza problemi?
«Ho corso per mesi sulle Dolomiti sopra i duemila metri per allenarmi, e, soprattutto, ho seguito due regole decisive: fare tutto lentamente e bere continuamente. Chi è andato su troppo forte o si è allontanato troppo, magari per fare la pipì più riservatamente, ha pagato lo sforzo. Bere è il segreto fondamentale (il the è ottimo) per evitare il mal di montagna. Il cibo? Prevalentemente riso e patate. Per sei giorni siano andati su dormendo in capanni di legno e di pietra e convivendo con una scarsa igiene».
Si avvertono subito gli effetti dell'altitudine?
«C'è un test, 6 minutes walking che dice tutto: a Katmandu in 6 minuti si percorrono 900 metri, alla Piramide del Cnr 300, un terzo. Andando piano e bevendo molto si sopravvive sino a 5.500 metri, dove vive una popolazione nelle Ande. Ma sopra non c'è possibilità di adattamento. A 7.500 metri comincia la zona della morte , dove anche gli alpinisti più allenati hanno enormi difficoltà di sopravvivenza».
Che utilità hanno questi studi a Cortina e in Italia?
«Ci sono tanti alpinisti, e, purtroppo, tanti incidenti, per cui è necessario prepararci sempre più. Il corso sull'Everest ti consente di essere pronto ad affrontare situazioni di emergenza. E la piramide costruita nel 1990, molto simile a quella parigina del Louvre, è un fiore all'occhiello della ricerca italiana nel mondo. Durante il viaggio siamo stati monitorati dai ricercatori americani della Cleveland Clinic, dentro la piramide c'erano tre laboratori per le analisi e gli alloggi dove siamo stati per una settimana. Ogni movimento è faticoso, ma ci si abitua se si è allenati e cauti».
La vita nella Piramide è più comoda?
«Si fa fatica anche a inchinarsi per allacciarsi le scarpe, ma si sta più a proprio agio. Nei laboratori gli esami continuano: prelievi, test di respiro, ecografie, saliva, urine. Sapremo poi i risultati, ora ho la gioia di essere stata in questo gioiello della ricerca italiana superarredato dalle ditte che hanno lì una vetrina mondiale. Acqua corrente, potabile, Internet, servizi igienici, telefono, non manca niente. E lì abbiamo studiato i problemi cardiologici e neurologici relativi all'alta quota anche sui nostri sherpa e portatori».
È emersa la differenza?
«Fra noi e i nepalesi c'è un diverso adattamento all'alta quota per via del diverso corredo genetico. Loro, come gli andini, si sono adattati perché da generazioni vivono sopra i tremila metri: dunque reggono meglio la mancanza di ossigeno, che ai non allenati può causare addirittura l'edema polmonare e cerebrale. Solo chi l'ha provato può capire cosa succede quando scendi verso il basso: ti senti un leone, vai giù quasi di corsa».
In Italia c'è oggi un unico ambulatorio di medicina d'alta quota in Val d'Aosta, e presto potreste aprirne uno voi a Cortina. Ma una cagliaritana con radici a Lunamatrona, in Marmilla, che contributo professionale può dare in un'Isola priva di montagne?
«In Sardegna non ci sono le Alpi e le Dolomiti, ma i medici della montagna possono essere utili per quanti praticano arrampicata e trekking. A Cortina ci occupiamo anche di traumi successivi a cadute, e nella nostra Isola contiamo sul trekking più duro d'Italia, il Selvaggio blu , nel Golfo di Orosei». 

 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
Nella stessa mattinata di oggi, sempre nel capoluogo di regione, un altro corteo organizzato dai lavoratori del pubblico impiego 
Atenei: Uil e Cgil in piazza, la Cisl si sfila 
A Cagliari manifestazione promossa da sindacati e Onda degli studenti 
PIER GIORGIO PINNA 
 
 CAGLIARI. La Cisl si sfila, ma le sfilate si faranno: a Cagliari come a Roma. E la Cgil, la Uil, l’Onda degli studenti, i ricercatori sono convinti che si riveleranno un successo. Così, dalla tarda serata di ieri, nel capoluogo di regione e nella capitale tutto era pronto per la marce di stamane. Manifestazione che a Cagliari si unirà idealmente al secondo corteo in programma, quello del pubblico impiego.
 In altre città dell’isola sono state predisposte dal movimento studentesco diverse iniziative, sempre in occasione dello sciopero nazionale anti-Gelmini di oggi. Dice il segretario regionale Cgil per scuola e università, Peppino Loddo: «La decisione della Cisl non ci tocca. Il nostro sindacato ritiene del tutto insufficienti le proposte su atenei, ricerca e alta formazione». Da qui la conferma del raduno dei partecipanti alla nuova battaglia contro i provvedimenti governativi. Questa mattina alle 9.30 i dimostranti s’incontrano in piazza Garibaldi. Poi il corteo percorrerà via Sonnino, via XX Settembre, via Roma. Per concludersi in piazza del Carmine, dove parleranno i rappresentanti degli studenti e dei sindacati.
 Ma nell’isola si fanno sentire le ripercussioni della spaccatura che ha diviso i confederali. La Uil non si tira indietro di fronte al vento delle polemiche. E per voce di una delle sue dirigenti di settore, Ivana Locci, spiega: «Come si fa a rinunciare alla lotta di fronte alla mancanza di accordi sottoscritti? La Cisl sbaglia. Rischia il ritiro delle deleghe da parte di molti suoi iscritti. Vorrei dire di più: se il mio sindacato a livello nazionale avesse revocato lo sciopero, io sarei ugualmente scesa in piazza. I nostri vertici devono sentire, e ascoltare, la base prima di fare certe scelte. Mi brucia ancora un contratto firmato nel 2006, quando noi dell’università abbiamo preso la bellezza di 6 euro d’aumento mensili. In realtà, stavolta mi pare proprio non sia il caso di fidarsi delle promesse generiche di Berlusconi. I nostri iscritti, i precari, i docenti, gli universitari l’hanno capito bene: così scenderanno in piazza per dimostrare dissenso rispetto alle strategie del governo».
 La Cisl sarda è invece ferma nello stop. Forse qualche delegato della rappresentanza sindacale universitaria scenderà lo stesso in campo. Ma la dirigenza nell’isola si allinea con le posizioni romane. Nessuna adesione ufficiale, dunque, alla manifestazione odierna a Cagliari «Uniti per la scuola, gli atenei, la ricerca, l’alta formazione di tutti». Chiarisce Giuseppe Casanova, segretario regionale per l’università: «Così come la Cisl nazionale diamo un’apertura di credito al governo. Confidiamo in trattative serie. Il ministro dovrà dimostrare con i fatti di essere disponibile a un confronto costruttivo». «Finora - continua - la Gelmini si è impegnata su alcuni punti importanti: individuazione delle risorse contrattuali per il biennio 2008-2009, revisione dei tagli più pesanti sul fondo di finanziamento ordinario per gli atenei e del blocco del turn over, eliminazione di un metodo basato sui decreti legge. Per noi sarebbe stato più semplice aderire allo sciopero generale. Ma se ci accorgeremo che il governo si è limitato esporci sul piano sindacale, rivedremo presto le posizioni che ci hanno indotto a sospendere le manifestazioni».
 A Cagliari gli impiegati pubblici si riuniranno invece alle 9 in piazza Matteotti. Da qui partirà il corteo che si chiuderà in piazza Costituzione. Previsti gli interventi del dirigente regionale di settore della Cgil, Giovanni Pinna, del segretario generale, Giampaolo Diana, e di quello nazionale di categoria, Rosa Pavanelli.
 Per quanto riguarda ancora la protesta sull’università, la Cgil, la Uil e il coordinamento «Unicamente» hanno organizzato trasferte nella capitale. Posti in nave e in aereo sono stati riservati in vista della manifestazione a Roma: la Cgil ne ha confermati un centinaio.
 In questo campo i dimostranti sardi si battono per riaffermare una serie di obiettivi. Eccoli. Più risorse per il diritto allo studio. Garanzie per i conservatori musicali e per l’accademia di belle arti. Diritto a manifestare liberamente «contro ogni tentativo di criminalizzazione» delle proteste democratiche. No al «blocco del reclutamento» dei ricercatori e al taglio dei fondi agli atenei.
 «Le nostre motivazioni sono forti e di sicuro la nostra mobilitazione sarà all’altezza della gravità della situazione che stiamo vivendo», ribadisce il segretario regionale della Cgil, Peppino Loddo. Che poi conclude: «Con buona pace dei vertici nazionali della Cisl la manifestazione di oggi è destinata a registrare una grande partecipazione. Noi del sindacato siamo impegnati a fondo. Gli studenti sono motivati. Il governo dovrà ascoltare le nostre buone ragioni».
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
«La privatizzazione è un incubo» 
 “Uniti per gli studenti” presenterà la mozione contro la legge Gelmini 
di Sabrina Zedda 
 
CAGLIARI. Un impegno forte del Consiglio d’amministrazione e del Senato accademico perché l’università rimanga pubblica, senza alcuna possibilità di trasformarsi in fondazione. Con la protesta contro i tagli che non arretra di un millimetro, i giovani del gruppo “Uniti per gli studenti” hanno presentato la mozione che illustreranno nelle prossime sedute. Se il documento fosse accolto, l’ateneo cagliaritano sarebbe il primo in Italia a esprimersi contro i tagli in modo ancora più forte.
 ‹‹La legge 133 oltre ad aver previsto pesanti tagli all’università per il triennio 2009-2011 - è scritto nella mozione degli studenti - prevede che gli atenei possano cambiare il loro status giuridico in fondazione e per farlo è sufficiente una delibera presa a maggioranza assoluta del Senato accademico, ma noi riteniamo che l’Università di Cagliari non debba trasformarsi in fondazione e chideremo un impegno formale contro la privatizzazione».
 Il perché della mozione è presto detto: ‹‹L’ingresso dei privati - dice Lorenzo Espa, rappresentante degli studenti nel Consiglio d’amministrazione dell’ateneo - non solo aprirebbe le porte a ingerenze che dovrebbero star fuori dal mondo accademico ma dividerebbe le facoltà tra quelle di serie A e di serie B››.
 Quale privato o quale azienda, si domandano gli studenti, avrebbe interesse a investire nelle facoltà umanistiche? Chiaro che alla fine ad avvantaggiarsi, almeno dal punto di vista delle risorse finanziarie, sarebbero i corsi di laurea scientifici. Da qui l’idea del gruppo universitario, impegnato nella campagna elettorale per le elezioni studentesche di fine mese, di presentare un documento che impegni gli organismi dell’ateneo a mantenere pubblica l’università.
 Non è tutto: ‹‹Proponiamo- si legge ancora nel documento - che l’Università si attivi con Regione, Confindustria e Fondazione Banco di Sardegna per compensare i tagli dei trasferimenti ministeriali e potenziare i servizi agli universitari››.
 Insomma, il gruppo studentesco dice ‹‹no›› ai tagli, ma chiede anche all’ateneo un impegno a razionalizzare le risorse. Impegno peraltro già sollecitato all’inizio dell’anno quando, all’indomani dell’aumento delle tasse studentesche, gli universitari chiesero al rettore Pasquale Mistretta come contropartita, che i maggiori introiti fossero utilizzati per migliorare servizi sino a quel momento carenti, come l’allungamento dell’orario di apertura di alcune biblioteche di facoltà.
 ‹‹Chiediamo inoltre - dicono gli universitari - che il rettore si impegni a distribuire in modo equo i posti in organico che verranno banditi nei prossimi anni, al fine di garantire un’offerta formativa eqilibrata››. Alessandra Frau, rappresentante del Gruppo nel Senato Accademico ha sottolineato anche l’importanza di un maggior coinvolgimento degli studenti: ‹‹In un’istituzione pubblica importante come l’università - dice - è importante che ogni decisione sia preceduta da un dialogo aperto, in cui anche gli studenti abbiano la loro parte››.
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Oristano
ORIENTAMENTO 
Il salone fa il pieno
Alla ricerca della facoltà ideale 
Ieri la prima delle tre giornate promosse dal Gruppo giovani della Confindustria 
 
ORISTANO. Il Chiostro del Carmine affollato come non mai. Come per una grande festa, protagonisti i ragazzi alle prese con le scelte per il proprio futuro.
 In un clima di grande entusiasmo ieri mattina ha preso il via la prima edizione del ‘Salone dell’orientamento’. Una tre giorni, quella promossa dal Gruppo giovani della Confindustria oristanese, per offrire agli studenti in procinto di concludere le scuole superiori un’opportunità di conoscere le offerte in materia di proseguimento degli studi, ma anche di trovare lavoro.
 Ieri mattina il via alla full immersion di orientamento al lavoro, percorsi di formazione superiore e universitari. Non a caso il Consorzio Uno ha messo a disposizione i propri spazi, aprendo agli studenti il Chiostro, ma anche i laboratori di viale Diaz e Nuraxinieddu, facendo così conoscere le offerte dell’Università oristanese.
 Attraverso stand appositamente allestiti per ciascuno dei corsi di laurea presenti in città, ma anche in uno spazione gestito dall’Ersu di Cagliari, i ragazzi in procinto di sostenere l’esame di maturità hanno potuto conoscere direttamente programmi, corsi di studio, ma anche prospettive di lavoro e di specializzazione. Particolarmente affollato il laboratorio informatico con venti postazioni, dove è possibile partecipare a una simulazione dei test attitudinali di inglese, economia, matematica e informatica, permettendo così di verificare singolarmente il proprio livello di preparazione, in attesa di sostenere, una volta diplomati, i test di ammissione ai corsi.
 «Abbiamo accettato volentieri di partecipare all’iniziativa e dato il gradimento da parte degli studenti degli istituti superiori abbiamo già la conferma dell’importanza di questa iniziativa», dice Carlo Aymerich, della direzione generale del Consorzio Uno.
 Nel corso della tre giorni, organizzata anche in in collaborazione con Provincia, Camera di commercio, Comune e lo stesso Consorzio Uno, il calendario di appuntamenti, oltre alla presentazione guidata dei corsi universitari, ha in programma una serie di convegni. Il primo, tenuto ieri mattina al teatro Garau, con la partecipazione, fra gli altri, di Paolo Pradelli, del Gruppo giovani dell’Associazione industriali e numerosi amministratori comunali, provinciali e regionali.
 Stamane, sempre al Garau, ancora un convegno, questa volta sul tema “Giovani, scienze e tecnologia”, mentre domani l’aula consiliare del Comune ospiterà un workshop di lavoro, durante il quale si parlerà di un altro argomento fondamentale per chi è in cerca di occupazione: i colloqui e le selezioni con le imprese e i servizi pubblici per l’impiego.
 Frequentatissimo anche lo stand allestito dall’Esercito in piazza Eleonora. Studenti e studentesse già da ieri mattina hanno letteralmente preso d’assedio uomini e donne in divisa, per ricevere informazioni utili su come entrare a fare parte dell’Esercito. «Forniamo informazioni sia relativamente alle ferme brevi, ma anche alla possibilità di accedere alla Scuola sottufficiali e all’Accademia - spiega il capitano Salvatore Venuti, del Comando militare autonomo della Sardegna -. Gli studenti hanno mostrato particolare interesse, anche perchè entrare nell’Esercito offre a tanti giovani la possibilità di valorizzare al meglio il proprio talento».
 Spiega inoltre come sia possibile ottenere infomazioni anche oltre l’opportunità del ‘Salone dell’orientamento’. «Con risposte personalizzate - conclude il capitano - semplicemente inviando un messaggio di posta elettronica all’indirizzo comilitsardegna.comunicazione @gmail.com».
Michela Cuccu 
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Gallura
Allarme erosione per le spiagge: via al monitoraggio degli arenili 
Sotto osservazione i 500 chilometri delle coste galluresi 
ENRICO GAVIANO 
 
 OLBIA. L’adesione al progetto Oceans, votata all’unanimità dall’aula di via Nanni martedì, rappresenta un contributo importante che la Provincia vuol dare nella battaglia per la tutela delle spiagge e degli ambienti marini. Dall’osservatorio del faro di Punta Sardegna e dall’iniziale idea del comune di Palau, che già lavora da dieci anni su questo versante, l’iniziativa si allarga dunque agli oltre 500 chilometri di costa della Gallura.
 Sull’adesione al progetto scientifico, che viene curato dalle università di Cagliari e Trieste e che vede il comune di Palau prima amministrazione ad averne visto l’importanza strategica, hanno lavorato l’assessorato all’ambiente della Provincia oltre che le commissioni consiliari ambiente e statuto. Ora la Provincia si trova ad essere capofila del programma Gerer per la difesa degli arenili, di cui fanno parte anche Corsica, Liguria e Toscana, e di cui il comune di Palau e Oceans sono attori di primo piano. Progetto che godrà, ovviamente, dei finanziamenti provenienti dall’Unione europea.
 Con questa iniziativa, sarà possibile il monitoraggio e le azioni di difesa delle coste galluresi. A cominciare dai sistemi dunali per continuare con gli arenili stessi e per finire con gli ambienti marini e in particolare, la difesa delle praterie di posidonia.
 Non si tratta di un lavoro di poco conto, ma che diventa assolutamente necessario, visto che le spiagge galluresi sono diventate sempre più a rischio erosione. A parte i fenomeni naturali, a contribuire al pericolo di estinzione di alcuni arenili, contribuisce in misura enorme la pressione antropica. Un numero valga per tutto: le spiagge della provincia potrebbero accogliere circa 250mila persone, ma nel picco di mezza estate i turisti che ruotano sulla sabbia gallurese sono dieci volte tanto.
 Per questo motivo non si può più attendere. E la Provincia si è messa in azione sfruttando il lavoro avviato dall’osservatorio Oceans e amplificandone la portata. Gli scienziati del dipartimento scienze della terra dell’università di Cagliari e del dipartimento scienze geologiche e marine dell’università di Trieste in questi anni hanno lavorato molto bene, facendo diventare Palau un modello sperimentale di gestione delle spiagge. Il gruppo di lavoro guidato dal docente universitario Sandro De Muro ha operato interventi di grande impatto scientifico e culturale, come la diffusione di un decalogo dell’uso delle spiagge, il posizionamento di cartelli, la creazione di percorsi per preservare i sistemi dunali. Inoltre, è stata operata anche la scelta di non rimuovere la posidonia. Risultati ottenuti con l’Interreg III a, che ora verranno potenziati con l’intervento di nuove figure e nuovi finanziamenti nel piano operativo marittimo Italia-Francia.
 La Provincia, intanto, ha già dato un finanziamento di circa 10mila euro per la risistemazione dell’osservatorio del Faro di Punta Sardegna. Nel frattempo guarda con attenzione agli arenili a rischio, in particolare quelli definiti «pocket beach», piccole spiagge comprese fra due costoni di rocce, quelle più sensibili all’erosione. L’elenco degli arenili osservati speciali comprende le foci del Coghinas, Rena Majori, Lu Litarroni, il sistema dunale di Porto Pollo, diversi angoli dell’arcipelago come la spiaggia del Cavaliere, Santa Maria, Spargi, e ancora Pevero, Liscia Ruja, Pittulongu e Bados, San Teodoro e Budoni. Zone che vanno protette con l’ausilio della scienza ma anche delle iniziative divulgative. Far capire ai bagnanti che il bene prezioso della sabbia può essere fruibile solo con la massima attenzione.
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
RICONOSCIMENTI 
Congress geological premia Rosa Cidu 
 
CAGLIARI. Rosa Cidu, associato di geochimica all’università, è stata premiata dall’International geological congress per i risultati scientifici ottenuti nel campo della geochimica delle acque. La ricercatrice ha curato anche diverse pubblicazioni sulla geochimica ambientale in Sardegna, con particolare attenzione alle ex aree minerarie.
 
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
IL LIBRO DI PEROTTI
«L’università truccata»,
incontro alla facoltà di Scienze
Oggi alle ore 16, nell’aula magna di corso Angioy, palazzina facoltà di Scienze, il Dipartimento di economia e impresa, in collaborazione con la libreria Mondadori, presenta il libro: «L’università truccata», di Roberto Perotti.
 
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
OGGI CONVEGNO SUL TRENTENNALE 
Amministrazione digitale 
 
 CAGLIARI. Il trentennale delle ricerche sull’amministrazione digitale sarà celebrato oggi e domani nel convegno internazionale organnizato dall’università. Dalle 10, nell’aula B del polo giuridico di via sant’Ignazio, si confroteranno gli esperti sull’evoluzione della tecnologia al servizio dell’amministrazione pubblica. Il confronto sarà anche sulla necessità di una normativa europea comune per i procedimenti amministrativi telematici.
12 - Il Sardegna
Grande Cagliari – pagina 22
La mozione. Un gruppo di rappresentanza degli studenti sollecita l’intervento anche del Senato accademico
L’Onda chiede l’aiuto dell’Ateneo
“L’Università rimanga pubblica”
 
L’Ateneo di Cagliari non diventi una fondazione. E faccia il primo passo per chiederlo al Governo. È la richiesta del gruppo di rappresentanza studentesca “Università per gli studenti”. Firmatario di una mozione, presentata ieri, che chiede l’impegno esplicito del Senato accademico e del Consiglio di amministrazione, per la produzione di una delibera di contrarietà all’ipotesi di trasformazione dell’Università cagliaritana in Fondazione di diritto privato. Sarebbe il primo caso in Italia di no ufficiale da parte di un ateneo.
Gli studenti spiegano che il bilancio dell’Università cittadina è composto da 4 voci principali: fondo di finanziamento ordinario  - erogato dal ministero - che copre l’85% del totale, le tasse degli studenti (9,6%), i trasferimenti della Regione 3.7 e i finanziamenti dei privati (Banco di Sardegna e altri). Secondo “Università per gli studenti” i tagli ai fondi del ministero costringerebbero il rettore all’aumento delle tasse o alla “privatizzazione”. Questa è l’ipotesi che preoccupa gli studenti, consapevoli del fatto che soltanto l’Università pubblica sia in grado di assicurare una trasmissione del sapere garantita in modo imparziale. Inoltre, l’aumento delle tasse allontanerebbe dalle aule universitarie una buona fetta della popolazione giovanile isolana: quella proveniente dalla famiglie meno abbienti. Pronte dunque le alternative da parte del gruppo: «Proponiamo che l’Università si attivi presso la Regione, Confindustria e la Fondazione Banco di Sardegna per compensare i tagli ai trasferimenti ministeriali - chiedono in un documento Lorenzo Espa, Giuseppe Frau, Alessandra Frau e Maurizio Deiana - e per potenziare gli attuali servizi agli studenti. D’altraparte l’Università dovrà prendere la via della razionalizzazione delle spese, da portare avanti riducendo centri di spesa che in questi anni si sono moltiplicati a dismisura. Inoltre - aggiungono - chiediamo che il Rettore si impegni a distribuire in modo equo i posti organico che verranno banditi nei prossimi anni al fine di garantire un’offerta formativa equilibrata». Continuano intento le lezioni in piazza. Ieri Carmela Soru, docente di Storia contemporanea nella facoltà di Scienze della Formazione ha tenuto una lezione al bastione di Saint Remy “Istituzioni, Università e movimenti studenteschi nell’Italia del secondo dopoguerra”. Nella stessa facoltà si è svolto il secondo appuntamento con il laboratorio dell'azione politica” di Enrico Euli. Oggi intanto sciopero generale dell’Università, mondo della ricerca ed Afam. Appuntamento alle 9.30 in piazza Garibaldi, con la manifestazione Corteo degli studenti. ■    

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