Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 November 2008
Rassegna quotidiani locali

 L'UNIONE SARDA
1 - Il futuro dell'Università, un commento di Maurizio Crippa
 
LA NUOVA SARDEGNA

 
1 – L’Unione Sarda
Commenti – pagina 43
Il futuro dell'università
Mai più baroni da nascondere nell'armadio
di Maurizio Crippa  
 
Ce n'est qu'un debut , non è che l'inizio. Era il più famoso slogan del Maggio francese. Il paradosso italiano di quarant'anni dopo è che ora tocca al ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini farsi coraggio e pronunciarlo forte e chiaro. Non era facile prevedere che il suo decreto legge d'urgenza di fine estate, ora trasformato in legge da un Senato "assediato" dalla protesta degli studenti, finisse per scatenare un tale putiferio nazionale, bloccasse scuole, università e strade: in fondo, si trattava di corposi ma sostanzialmente giustificati provvedimenti di razionalizzazione per evitare un disastro annunciato. Bisogna anche dire, del resto lo hanno ammesso anche autorevoli esponenti della maggioranza, da Ignazio La Russa a Valentina Aprea, presidente della Commissione Cultura della Camera, che qualche difetto di comunicazione e di eccesso di urgenza da parte del Governo c'è stato: per muoversi in un campo minato come quello della scuola, occorrono mille precauzioni. Ma proprio per questo, da domani il ministro Gelmini è decisa a voltare pagina, e passare senza indugio ai veri progetti di riforma che, assicura lei e confermano i bene informati, sono già quasi pronti sul suo tavolo. Non è che l'inizio, appunto.
Ma quali saranno le prossime mosse destinate davvero a cambiare faccia alla scuola e all'università? Il fronte più caldo e urgente, al momento, è proprio quello degli atenei. «Entro una settimana - ha detto la Gelmini mercoledì scorso in Senato - presenterò il piano per l'università». La prima urgenza da risolvere dovrebbe essere quella di bloccare i concorsi già indetti, per un totale di circa 7.000 posti, che "saturerebbero" completamente le possibilità di nuove assunzioni, in attesa di fissare nuovi criteri, più trasparenti e meritocratici degli attuali, per gli accessi alla docenza universitaria. La seconda mossa sarà quella di ridurre le sedi staccate degli atenei, attualmente 320, decisamente troppe e troppo costose anche per un Paese che vanta ben 94 università: più di quattro a regione. Bisognerà poi rivedere i corsi di laurea, oggi sono la follia di 5.500, per razionalizzare anche qui. La causa di questa esplosione di indirizzi è stata senza dubbio la riforma che ha introdotto le cosiddette "lauree brevi": doveva servire a sfornare più laureati e più in fretta (l'Italia è indietro rispetto alle medie europee) e invece è servita a moltiplicare le cattedre. Dagli uffici del ministro filtra l'intenzione di procedere a un rapido riesame, confrontandosi con serietà anche con la Conferenza dei rettori. O almeno con quelli che non hanno "baroni nell'armadio" da nascondere. Solo così si potranno liberare le risorse necessarie a potenziare le università migliori.
Dopo i tagli e il ritorno al maestro prevalente, grande è la sfida che attende il ministro anche sulla scuola. La vera rivoluzione, in realtà, è già in gestazione alla Camera, ed è contenuta in una proposta di legge, la 953 sulle "Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti". A presentarla è stata proprio Valentina Aprea (Pdl), nome indicato da molti come il più influente per le future politiche scolastiche della maggioranza. Nel progetto, questo sì di portata formidabile se andrà in porto, sono previste misure come l'autonomia degli istituti scolastici, che permetterebbe di affidare le scuole a consigli d'amministrazione responsabili della loro gestione, a partire dalla scelta del personale insegnante e dall'uso delle risorse.
L'altro punto chiave è la questione delle carriere degli insegnanti. Che non sono solo troppi o fannulloni, ma anche sottovalutati e sottopagati a fronte dello splendido lavoro che la maggior parte di loro fa. Come premiarli? Innanzitutto riconoscendo il merito. Un meccanismo innovativo potrebbe essere quello di inserire tre livelli diversi - iniziale, docente ordinario e docente esperto - per la qualifica e le retribuzioni. Poi serve un sistema più diretto di reclutamento, che ponga anche fine all'insensato viavai da una regione all'altra dei docenti. Non è una questione di "leghismo", ma di efficienza. Anche perché, oggi, il sistema dei trasferimenti è una delle cause che impediscono di avere cattedre - e dunque anche sedi di lavoro - stabili; aumentando costi e disagi non solo per gli studenti ma anche per gli eterni precari chiamati a riempire i buchi qua e là. Domani è un altro giorno, queste sono le prime scelte che attendono Mariastella Gelmini.
 
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari – Pagina 34
Sassari Università e candidature
Mastino e Luciano: sfida a due per un rettorato
   
Sfida a due per conquistare la poltrona di rettore dell'Università di Sassari. Prima dell'estate il prorettore Attilio Mastino aveva prenotato la candidatura per sostituire, nella prossima primavera, il magnifico Alessandro Maida alla guida dell'ateneo sassarese. Nei giorni scorsi il guanto di sfida è stato raccolto da Pietro Luciano. Sarà lui, 56 anni, sassarese, preside di Agraria dal novembre 2005, a contendere al delfino di Maida la carica accademica più ambita. «Ho deciso di correre per il rettorato perché vorrei proporre un modello di gestione diverso da quello attuale», spiega Luciano, che entra subito nel vivo della campagna elettorale: «i punti fondamentali su cui punta il mio programma sono cinque», e via con l'elenco. Al primo punto c'è il freno ai mandati da rettore: «Proporrò che si ritorni al limite dei due mandati consecutivi, magari passando dal mandato triennale a quello quadriennale, come sta già avvenendo in molti atenei italiani». Poi un'altra novità amministrativa: «Punterò su una gestione più collegiale dell'università, con la creazione di una Giunta di ateneo», continua Luciano. Da preside di una facoltà scientifica, Pietro Luciano non dimentica la ricerca: «L'università si regge su due gambe, la didattica e la ricerca. Bisogna fare in modo che queste due gambe procedano di pari passo. Per questo proporrò una maggiore rappresentanza in Senato del settore della ricerca, oggi presente in un rapporto di uno a undici nei confronti dei settori didattici». L'altra svolta predicata dal preside di Agraria riguarda Medicina: «è indegno di un paese civile che la gran parte delle strutture sanitarie annesse alla facoltà di Medicina siano al di fuori dei requisiti di legge. Mi riferisco per esempio alla situazione del Materno infantile, dove servono finanziamenti immediati». Il duello con Attilio Mastino è aperto. Da una parte c'è il prorettore: parte con lo scomodo favore dei pronostici e rappresenta la continuità con i quattro mandati di Alessandro Maida. Dall'altra, Pietro Luciano prova a proporre un'alternativa. Un primo assaggio della sfida si avrà a fine mese, quando il Senato accademico sarà chiamato a votare le modifiche allo Statuto, avanzate dagli studenti e dal personale tecnico-amministrativo. Entrambe le componenti minoritarie chiedono proprio la modifica del sistema elettorale: chiedono di contare di più nella nomina del rettore. (v. g.)
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 21
Banche
Mediolanum incontra laureati e laureandi
   
La Direzione orientamento e comunicazione dell'Università di Cagliari ha organizzato una giornata di incontro tra i laureandi e laureati in Economia, Scienze Politiche e Giurisprudenza e Banca Mediolanum.
Nell'occasione la società presenterà ai laureandi e laureati dei corsi di laurea di primo e secondo livello, la propria organizzazione e le aree di business assieme ai ruoli professionali e alle competenze richieste in azienda.
L'incontro si terrà giovedì mattina dalle 9 alle 13 nell'Aula Magna di Via Ospedale, 121 a Cagliari. È necessario che i partecipanti si registrino all'indirizzo http://www.unica.it/orientamento/careerday/registra.php ed invio del curriculum vitae all'indirizzo e-mail gilberto.nicchiotti@bancamediolanum.it.
Al termine della presentazione aziendale, Banca Mediolanum avrà cura di acquisire i curriculum vitae dei partecipanti.
Gli aggiornamenti sono contenuti nella pagina internet www.unica.it/orientamento/careerday.htm.

 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
Docenti in piazza contro i tagli all’università 
Ieri manifestazione in piazza d’Italia: «Minano il futuro del nostro ateneo» 
Messaggi di solidarietà per la grande mobilitazione sono arrivati dal sindaco Gianfranco Ganau e anche dall’assessore provinciale Laura Paoni 
di Marco Deligia 
 
 SASSARI. Non c’erano le diecimila persone che giovedì scorso, nello sciopero della scuola contro il decreto Gelmini hanno sfidato la pioggia. Lo scenario di ieri mattina in piazza d’Italia, in occasione della manifestazione di docenti e tecnici e amministrativi dell’università di Sassari, è stato differente. A un sole primaverile ha fatto riscontro un numero di partecipanti inferiore alle aspettative nell’iniziativa sempre incentrata sulla protesta in materia di istruzione e ricerca. Ma la striminzita risposta all’appello ha avuto una spiegazione, dichiarata dai promotori dell’appuntamento.
 Un messaggio chiaro a quanti sono arrivati alla spicciolata nella piazza presidiata da uno schieramento rilevante - considerato persino esagerato - di esponenti delle forze dell’ordine. «Ai problemi dei tagli alle risorse per l’istruzione e l’università pubblica - ha osservato con tono polemico Manlio Fadda, docente della facoltà di Veterinaria -, in questa particolare occasione si è aggiunto quello del mancato permesso sindacale che il direttore amministrativo dell’ateneo non ha concesso ai dipendenti per recarsi all’incontro qui in piazza. Eppure la richiesta è stata presentata puntualmente, con lo stesso rettore informato e invitato all’iniziativa. Non comprendiamo queste difficoltà e il mancato permesso che sarebbe stato motivato con la considerazione che non si è tenuti a manifestare in sedi esterne all’università».
 Un incidente di percorso che ha suscitato notevole disappunto e critiche, anche se con il trascorrere dei minuti la sede dell’iniziativa è stata raggiunta da un discreto numero di docenti (tra questi alcuni presidi di facoltà) e di dipendenti tecnici-amministrativi. Minoritaria la componente degli studenti. In ambito istituzionale e politico, alla presenza del presidente del consiglio regionale, Giacomo Spissu, si sono affiancati due messaggi di sostegno alle istanze dell’università dal sindaco Gianfranco Ganau e dall’assessore provinciale alla Pubblica istruzione, Laura Paoni. Il veicolo per divulgare i contenuti della protesta e delle rivendicazioni è stato un documento unitario.
 «La serie di provvedimenti assunti dal governo rappresenta la peggiore minaccia sinora portata al sistema universitario pubblico del nostro Paese, minando alla radice le prospettive di un futuro migliore per i giovani e lo sviluppo culturale, scientifico, tecnologico e di conseguenza, economico dell’Italia - si legge nell’elaborato sottoscritto da Cisl università, Cnu, Flc Cgil, Rsu, Snals e Uil Pubblica amministrazione -. L’università è sottoposta a un serrato attacco condotto con tagli ai finanziamenti in grado di provocare in breve tempo anche il tracollo degli atenei più virtuosi sul piano funzionale, riducendo il turn-over di professori, ricercatori, personale tecnico-amministrativo e arrestando il possibile ingresso in ruolo del personale precario».
 Gli interventi che si sono succeduti nella manifestazione hanno messo il dito su una piaga individuata nella mistificazione a livello mediatico che verrebbe messa in atto dall’esecutivo nazionale sui dati relativi all’istruzione pubblica, distogliendo l’attenzione sulle reali misure che gravano sull’università.
 Si prospettano tagli indiscriminati che nel 2011 ammonterebbero a circa 835 milioni di euro sul fondo per il funzionamento degli atenei italiani. Per l’università di Sassari si prevede nel 2009 un taglio dei salari accessori di quasi cinquecentomila euro, da un milione e 284mila a 798mila euro.Ciriaco Carru, della Cisl, ha messo l’accento su una mobilitazione universitaria che avrebbe comunque ottenuto il risultato di stanare il governo per un confronto atteso già nei prossimi giorni.
 Gabriele Farina ha messo in campo osservazioni circa lo scarso coinvolgimento degli studenti. «Credo che qui a Sassari, la ritrosia a partecipare degli iscritti all’università sia dovuta al dubbio riguardante il fatto che questa battaglia possa essere anche la loro - ha detto l’esponente del Consiglio degli studenti -. Ci devono essere punti fermi: trasparenza, merito e premio al merito. E su questi punti si deve pensare a un patto e a un documento da far sottoscrivere, magari, a tutti i candidati alla carica di rettore».
 
Pagina 13 - Attualità
Politecnico: irruzioni e requisitorie 
Azione giovani blocca l’inaugurazione. Il rettore Ballio contro il ministro 
ROBERTA RIZZO 
 
MILANO. L’avevano annunciato e diligentemente l’hanno messo in pratica. Contro la riforma Gelmini le proteste a Milano non si fermano e gli studenti, pur nelle divisioni di appartenza politica, si ritrovano uniti agli stessi docenti, compreso il rettore. Insieme puntano il dito contro il governo minacciando addirittura di chiudere il Politecnico.
 Ieri è stato un susseguirsi di colpi di scena. Il primo l’ha provocato un gruppo di ragazzi di destra, appartenente ad Azione universitaria. I giovani hanno fatto irruzione durante l’inaugurazione del 146º anno accademico del Politecnico, nella sede della Bovisa. Mentre stava parlando il rettore, Giulio Ballio, hanno sventolato uno striscione: «Voi baroni preoccupati, noi studenti disoccupati».
 Le forze dell’ordine presenti li hanno identificati mentre fuori dall’aula, nel parcheggio, altri studenti hanno distribuito volantini, si sono esibiti in recite teatrali, in canti e hanno organizzato incontri e dibattiti. Ma un’altra parte di studenti, appartenenti alla lista Aperta, vicino a Cl, ha detto no ad occupazioni e blocco delle lezioni. L’interruzione della cerimonia ha creato però un po’ di scompiglio: «E’ stata una goliardata. In realtà non si è trattato di una vera e propria irruzione perché siamo tutti rapprsenntanti degli studenti», ha spiegato Fabio Mastroberardino, identificato come gli altri dalla poliza. Il vero colpo di scena non è stato dunque provocato dagli studenti ma dal rettore: il suo discorso per l’apertura dell’anno accademico è stato tutto contro il governo.
 Tant’è che seduti sugli scranni non vi era alcun rappresentante dell’attuale maggioranza: non si sono presentati né il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, né il sindaco Letizia Moratti e nemmeno il Presidente del Senato Renato Schifani, ufficialmente invitati.
 Il rettore Ballio ha criticato il “messaggio devastante” che sta dando il governo sull’università e ha invocato la meritocrazia nei tagli ricordando che solo il 2% dei fondi è dato in base ai risultati e soprattutto ha spiegato che «ridurre il finanziamento pubblico alle università significa far morire i nostri atenei». Insomma, se i tagli previsti per il 2010 saranno mantenuti, le cose non potranno rimanere così.
 «Quel che faremo dipenderà dalle decurtazioni» ha proseguito il rettore, «potremmo fare di tutto. Anche chiudere il Politecnico che è l’università più “sottofinanziata” ma anche una delle prime nelle classifiche mondiali della qualità».
 Studenti da una parte con striscioni contro il ministro dell’Economia: «Tremonti quando si pota un albero è per farlo crescere non per farlo morire», e dall’altra i docenti che con determinazione attaccano il governo. Anche il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, vicepresidente di Forza Italia, nel suo intervento al Politecnico ha confermato che bisogna “ripensare” e “rivedere” i tagli. Formigoni ha però voluto specificare che il suo non è un attacco alla maggioranza a cui appartiene ma un contributo per il cambiamento.
 
Pagina 13 - Attualità
Scuola, il governo cerca il dialogo 
Ma il Pd replica: «Cancellate i tagli» Il disegno legge soluzione probabile 
E i sindacati diffondono la loro proposta alternativa alla legge 133 
ANDREA PALOMBI 
 
 ROMA.Il governo ci ripensa. Dopo aver tirato dritto sulla scuola ignorando le proteste (che continuano in tutta Italia), ora frena sull’università e parla di dialogo e confronto. A convincere la maggioranza sarebbero soprattutto i sondaggi che, dopo lo scontro sulla scuola, per la prima volta segnalerebbero un brusco calo di consenso per il governo Berlusconi.
 A incrinare la linea del pugno duro e a chiedere di aprire il dialogo con l’opposizione è innanzitutto la Lega, preoccupata che un clima da muro contro muro possa ripercuotersi negativamente anche sul federalismo. «La prima persona che inviterei a confrontarsi sull’università - dice a sorpresa Roberto Calderoli in un’intervista a “Repubblica” - è Walter Veltroni». Il ministro leghista fa anche una autocritica esplicita, ammette di aver commesso «un errore» in passato, quando impose di cambiare la Costituzione «a colpi di maggioranza». Ma dagli errori si impara, aggiunge, e chiede ora un «discorso unitario» sull’università.
 Veltroni «prende atto» del cambio di rotta del governo, ma detta una condizione precisa (e probabilmente ormai impossibile) al centrodestra: «Il governo deve sospendere i tagli sia sulla scuola che sull’università. Solo a quel punto si può iniziare a discutere, le due cose sono legate».
 Quel che è certo, per ora, è che il governo non blinderà la riforma dell’università con un decreto, ma l’affiderà a un disegno di legge da discutere in Parlamento. A consigliare di muoversi con prudenza è stato del resto anche Berlusconi, preoccupato dal nuovo clima nel Paese e dal pericolo che la protesta universitaria si saldi e si aggiunga a quella delle scuole. Ieri del resto anche “Famiglia cristiana” ha sottolineato come «lo splendido isolamento e gli eccessi muscolari del governo» siano stati bocciati da Giorgio Napolitano.
 La scelta di un disegno di legge «è già un segnale di forte autocritica - commenta Veltroni - perché hanno sempre teorizzato il contrario ma, evidentemente, i dati dei sondaggi li portano a pensare che c’è stato un forte calo di consenso». Un confronto in Parlamento, aggiunge però, «sarà possibile solo a condizione che vengano sospesi o resi inefficaci i provvedimenti contenuti nella manovra finanziaria che impediscono, con tagli indiscriminati a scuola e università, ogni intervento necessario per il rilancio del nostro sistema formativo ed educativo». Se così sarà, assicura Veltroni, «saremo prontissimi a discutere in Parlamento per cercare soluzioni condivise».
 Non tutti nel centrodestra sono però disposti ad aprire alle opposizioni. Maurizio Gasparri avverte ad esempio di non condividere affatto le parole di Calderoli. «Non è possibile - sostiene - dialogare sulla base di menzogne, con chi mente. Non dobbiamo fare alcuna autocritica». Aggiunge che non è possibile «tener conto delle opinioni dei bugiardi» e che si può dialogare, ma solo «per ribadire al giustezza delle proprie posizioni».
 Intanti i sindacati della scuola Fnc Cgil, Cisl, Uil università, insieme con la Cisal, il comitato nazionale universitario (Cnu), il sindacato universitario nazionale (Sun) e con i docenti, dottorandi, ricercatori e studenti (Adu, Adi, Andu, Apu, Cnru, Rnrp, Udu) hanno presentato le loro idee in contrapposizione alla legge 133 e in vista dello sciopero generale del settore del 14 novembre.
 Tra le proposte dei sindacati figurano «una previsione pluriennale di crescita del finanziamento» che avvicini l’Italia alla media Ocse; un’operazione di reclutamento straordinario «per dare prospettiva all’abnorme area del precariato» e la ripresa di quello ordinario «evitando immissioni concentrate nel tempo e riavviando un processo di immissione di giovani».
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 36 - Cultura e Spettacoli
Sassari, le opere del celebre scrittore ispirano un lavoro di Botte e Cilindro 
Le visioni di Edgar Allan Poe 
L’allestimento è il frutto di un laboratorio sui testi 
MONICA DEMURTAS 
 
SASSARI. Un laboratorio teatrale che nasce da un lavoro sul testo insegnando a trasformare le parole in immagini, mimica e gestualità. Questi gli obiettivi dell’associazione culturale Materia Grigia che da 18 anni organizza progetti culturali incentrati sullo studio e la ricerca dei linguaggi teatrali. Anche quest’anno si rinnovano le iscrizioni ai laboratori realizzati dalla compagnia La Botte e Il Cilindro con la collaborazione dell’Università e dell’Ersu di Sassari. I corsi riprenderanno il prossimo gennaio ma al teatro Ferroviario si stanno già svolgendo gli incontri preliminari per decidere i temi e gli autori della nuova edizione, realizzata con la collaborazione della libreria Koinè, in cui i libri saranno ancora una volta protagonisti. L’ultimo laboratorio realizzato da Materia Grigia si è concluso recentemente con lo spettacolo «Circus Poe» un viaggio visionario attraverso l’opera di Edgar Allan Poe.
 Sul palco del Ferroviario donne sensuali e clown contorsionisti, maschere tenebrose e personaggi macabri e surreali, 17 allievi hanno portato in scena un intenso spettacolo di teatro immagine.
 «Alla base del saggio c’è uno studio approfondito su diverse opere di Poe. - dice il regista Pier Paolo Conconi - In particolare in questo lavoro emergono «Re Peste» e «La maschera della morte rossa» due testi in cui l’autore racconta storie di peste e di appestati».
 Filo conduttore del racconto sono Legs e Tarpaulini due marinai in fuga che trovano rifugio nel mondo di «Circus Poe» una sorta di universo parallelo abitato da entità grottesche, contaminate dai più svariati “morbi” contemporanei. Ogni quadro racconta una storia, un’atmosfera onirica, disegna paure nascoste che si trasformano in realtà.
 Una musica allegra, da festa di paese, accompagna l’esecuzione numeri circensi, danze tribali incitano orde antropofaghe che danno sfogo ai loro istinti primordiali.
 La storia scorre veloce grazie ad una regia incalzante, efficace che cattura e coinvolge lo spettatore e infonde energia agli attori che occupano lo spazio scenico con grande forza e sicurezza.
 Gli originali costumi e il trucco dello spettacolo sono stati curati da Progetto Palco, la fonica da Nadia Imperio.
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Intervento di Giorello al Festival della scienza 
Oggi il filosofo apre la kermesse scientifica 
 
 CAGLIARI. Oggi inizia il Festival della scienza. Il tema di quest’anno è dedicato al dialogo tra scienza e società. La manifestazione si aprirà con la relazione inaugurale di Giulio Giorello (filosofo della scienza alla Statale di Milano) sulla «scienza come dialogo tra le culture», alle ore 11 nell’ExMa (dove si terranno tutti gli incontri).
 Tra le conferenze anche una sulla musica «da Pitagora alle odierne neuroscienze» di Andrea Frova (della Sapienza di Roma), sempre oggi alle 17,30. Carlo Bernardini sarà presente domani alle ore 16,30, parlerà dei rapporti tra democrazia e competenze tecniche. Massimo Bucciantini, alle ore 18 dello stesso giorno, racconterà i rapporti tra Italo Calvino e le scienze. Il 7 alle 17,30 Daniele Gouthier discorrerà del fisico Feymnman e dell’immaginazione scientifica. Edoardo Boncinelli, l’8 alle 10,30, si soffermerà sul cammino dell’embrione e, alle 17,30, su come nascono le idee. Interessanti anche la tavola rotonda sulla donna e la ricerca (il 10 alle 17,30), e la relazione di Giorgio Pellegrini (l’11 alle 17,30) su arte e scienza nelle avanguardie del Novecento. Il 12 chiuderanno le relazioni quella di Gian Luigi Gessa (alle 16,30) sulle emozioni, e di Silverio Piro (alle 18) sulle epidemie.
 Numerosi anche gli spettacoli teatrali: sugli scienziati, sulle diverse dimensioni e sull’astrofisica (dal 7 all’11). Ampia pure la sezione di dibattiti e fumetti con Andrea Mameli, Andrea Frova, Roberto Crnjar, Giovanni Biggio, Bruno D’Aguanno e Franco Meloni. A tutto questo si aggiungono numerose mostre e laboratori. E spazi per l’animazione dei più piccini.
 
 

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