Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 October 2008
Rassegna dei quotidiani locali
L’UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 - Il maestro unico è un errore, un intervento di Filippo Dettori, docente di Didattica a Sassari

1 – L’Unione Sarda
Primo Piano Pagina 2
Davanti al Senato sit in anti Gelmini
Cortei dal Nord al Sud, la dura protesta riscalda lo sciopero
 
ROMA Un voto scontato al Senato e uno sciopero generale che promette di portare in piazza migliaia e migliaia di persone e, intanto, scalda gli animi: in vista di questi due appuntamenti (oggi il primo, domani il secondo) il mondo della scuola e dell’università, in una saldatura ormai collaudata, ieri non ha risparmiato energie nel protestare.
Palazzo Madama, dove è ripreso il dibattito sul contestato decreto Gelmini- con toni accesi e l’Italia dei Valori che ha esposto cartelli di scherno contro la riforma - è stato preso d’assedio dagli studenti sin dal mattino - una protesta a tratti rumorosa, con qualche scaramuccia tra sigle di opposti schieramenti ma tutto sommato pacifica - e cortei e manifestazioni hanno attraversato il Paese come un ideale serpentone di dissenso. E nel pomeriggio mentre il ministro Maristella Gelmini ha ricevuto alcune associazioni di genitori, il sindacato ha diffuso uno studio dal quale emerge che i tagli al tempo pieno danneggeranno non solo la qualità dell’istruzione, ma anche le mamme-lavoratrici.
SCUOLE E ATENEI IN PRIMA LINEA Un corteo itinerante tra le facoltà occupate a Torino, dove ieri era in programma una fiaccolata; banchi e lavagne in strada a Napoli; una breve ma simbolica occupazione dei binari della stazione ferroviaria a Viareggio; un lungo corteo spontaneo di studenti a Bari, in testa anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. E poi ancora migliaia di universitari e studenti delle superiori scesi in piazza a Perugia, bimbi travestiti da fantasmini in piazza Maggiore a Bologna in difesa della scuola pubblica, assemblea partecipatissima all’università di Ancona, lezioni in piazza davanti al Colosseo (nonostante la pioggia) e a piazza San Marco a Venezia, maxischermi a Roma Tre per consentire a tutti gli studenti di seguire l’affollatissima assemblea, presente il rettore, in corso nell’aula magna. Almeno sette cortei a Roma, autogestioni e occupazioni da Bolzano a Caltanissetta. La vigilia del voto al contestato decreto Gelmini è stata contrassegnata da una miriade di iniziative, compreso lo sciopero della fame annunciato da un papà romano (M.S.,funzionario del ministero dell’Ambiente) preoccupato per il futuro dei suoi tre figli in età scolare.
SENATO SOTTO ASSEDIO Diecimila, quarantamila: oscillano le cifre sui manifestanti davanti al Senato, come sempre in questi casi. Ma è certo che gli studenti non intendono mollare la postazione. «Né rossi, né neri, solo liberi pensieri», è stato il grido che si è levato dalla folla degli studenti. In migliaia hanno dato vita a tanti cortei spontanei che hanno bloccato la città fino a sera con gravi disagi al traffico, nonostante la pioggia battente. Con loro anche genitori, sotto il Ministero della Pubblica Istruzione, addirittura travestiti da Re Magi per portare in «dono» alla Gelmini 15 mila firme anti decreto. E poi anche i docenti. Alcuni di loro hanno dato vita ad una serie di lezioni all’aperto che si sono svolte a piazza Farnese, Colosseo e piazza Vittorio. Gli studenti erano arrivati davanti al Senato a piccoli gruppi ieri mattina e c’è stato pure qualche screzio: l’Unione degli studenti ha preso le distanze dalle formazioni di destra pure presenti in piazza accusandole di violenza gratuita. Le dichiarazioni di voto sono andate avanti fino alle 22, ma i ragazzi - ci sono anche gli universitari di Roma Tre e de La Sapienza - sono rimasti lì e ci saranno anche questa mattina. Stringono palloncini gialli tra le mani e gridano «Polizia arrestaci tutti» e «Chi non salta la Gelmini è».
SCIOPERO PROSSIMA TAPPA La lunga marcia di avvicinamento allo sciopero generale della scuola è quasi finita: domani il mondo della scuola (ma anche quello dell’università) scenderà in piazza a Roma. La macchina organizzativa si è messa in moto: 9 treni speciali, 1.000 pullman, e tanti, tantissimi manifestanti fai da te. I sindacati promotori (Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda) contano su grandi numeri e parlano di «data che resterà nella memoria». Sul palco anche i tre big di Cgil, Cisl e Uil: Epifani, Bonanni e Angeletti. 
 
Primo Piano Pagina 3
Il Terrapieno diventa aula di Medicina
Lezione all’aperto dei futuri dottori: «Sì alle riforme, no ai tagli»
 
 La protesta universitaria contro la riforma imposta dalla legge Gelmini assume effetti dirompenti. Ieri mattina a Cagliari studenti e docenti di Medicina hanno seguito la linea tracciata dai colleghi di altre facoltà: lezioni in piazza. Con un banchetto improvvisato e megafoni nuovi di zecca gli aspiranti camici bianchi si sono dati appuntamento in viale Regina Elena, di fronte all’Unione Sarda. Puntuali e più motivati che mai, alle 8,45, i ragazzi seduti sul pavimento del terrapieno hanno ascoltato le lezioni.
TERRAPIENO A margine delle lezioni gli studenti distribuivano volantini e spiegavamo ai passanti i motivi della protesta. «Siamo qui perché vogliamo manifestare contro la legge 133 che porterà alla demolizione dell’apparato universitario», spiega Emanuele Cabiddu, 23 anni, rappresentante degli studenti. «Non ci sembra giusto pestare i piedi, dobbiamo dare un segnale forte all’opinione pubblica: l’università è fatta di docenti che insegnano e ragazzi che imparano». Il rappresentante degli studenti dà la sua opinione sui mali dell’istruzione e, per rimanere in campo medico, stila la sua diagnosi. «L’università è malata, ma la sua cura non deve essere l’eutanasia. Vanno bene le riforme, purché non si distrugga tutto quello creato sino a oggi: c’è il rischio concreto che le facoltà cadano a picco». Che risultato vi aspettate di ottenere con questa manifestazione? «È una goccia che si unisce al getto. Ma una cosa deve essere chiara - conclude Cabiddu - siamo contrari al blocco delle lezioni in Medicina». Il dissenso unisce studenti e professori. «Non siamo facinorosi. Non si dica che i presenti non vogliono studiare. Questa non è una riforma, è solo una riduzione delle spese. I tagli che finalità hanno?», si chiede il professor Atzori introducendo la lezione. Barbara Batteta è più esplicita e pungente: «Rappresentiamo l’alternativa. L’università che lavora, non quella dei baroni».
Tante le iniziative di protesta promosse nelle altre facoltà cagliaritane. Ieri mattina, a Scienze della formazione, il preside Antonio Cadeddu ha promosso un’assemblea nell’aula magna alla quale hanno partecipato oltre 200 tra studenti e professori. «Il 50 per cento dell’attività didattica è bloccato, ma riguarda solo quella aggiuntiva , non dovuta dai docenti. Dobbiamo studiare qualcosa di propositivo e fare sana autocritica. Tra un anno ci saranno le elezioni per la nomina del rettore e ho proposto che i cinque candidati ci illustrino il programma che attueranno per il governo dell’università».
NO AL BLOCCO DELLE LEZIONI Andrea Marrone è un rappresentante degli studenti (lista Ichnusa) che, tra l’altro, fa parte del Consiglio di amministrazione dell’ateneo cagliaritano. «Siamo contro il blocco delle lezioni e per questo abbiamo avviato una raccolta di firme. Siamo a quota 600. Condividiamo la protesta. Ma non dimentichiamoci che la legge è già passata. Serve un dialogo per non fermare la didattica e, di contro, razionalizzare i costi per evitare gli sprechi».
DIMISSIONI IN MASSA Il malcontento serpeggia anche tra i rettori. Quello del Politecnico di Torino Francesco Profumo dice, anche a nome dei colleghi, di essere pronto a lasciare. «Se il governo non cambierà strada, convocando i rettori, ritirando tagli insostenibili e aprendo la via a una seria riforma delle università, non potrò che dimettermi insieme agli altri rettori italiani. Ne abbiamo parlato tutti, siamo tutti d’accordo». Secondo Profumo, a livello nazionale i tagli ammontano a «un miliardo e 450 milioni nel 2013». Il magnifico Pasquale Mistretta tiene le distanze dalla proposta di Profumo. «La realtà di Torino è diversa da quella di Cagliari. Entrando nel merito il Politecnico ha solo due facoltà, qui ne abbiamo 11 con 10 mila studenti. I finanziamenti per l’università devo trovarli sul territorio, il Politecnico ha alle spalle la Fiat. Mica poco».
LA CONTESTAZIONE CONTINUA Oggi, alle 8,30, dalla Cittadella di Monserrato docenti e studenti della facoltà di Farmacia - tutti in camice bianco - raggiungeranno la sede del Consiglio regionale. Qui, sotto i portici di via Roma, i professori terranno le loro lezioni. Alle 10 passerrano il testimone ai docenti della facoltà di Scienze per una serie di lezioni alle quali parteciperà anche l’astronauta Umberto Guidoni. Nella stessa ora si riuniranno invece in assemblea, nella Cittadella di Monserrato, gli studenti della facoltà di Medicina. Alle 15 il clou della protesta si sposterà in piazza del Carmine per l’assemblea generale di tutte le facoltà del capoluogo isolano. Lezioni all’aperto anche per Scienze Politiche con appuntamenti in piazza del Carmine, a Terrapieno e in via Roma. E domani, alle 9,30, il raduno in piazza Garibaldi per lo sciopero generale.
ANDREA ARTIZZU 
 
Primo Piano Pagina 3
Sassari. Domani grande mobilitazione in piazza Università
Lettere sotto i portici Crispo
 
A scuola sotto la pioggia per dire no alla riforma Gelmini e ai tagli della finanziaria. Lezioni all’aperto per gli universitari della Facolta di Lettere e Filosofia e per quelli del secondo anno di Architettura.
A Sassari, professori e studenti si sarebbero dovuti trovare in piazza santa Caterina, ma, causa maltempo, hanno dirottato la lezione sotto i portici Crispo. Ad Alghero, invece, i futuri architetti si sono sistemati nell’isola spartitraffico del lungomare Barcellona. Dopo le assemblee della scorsa settimana, ora gli studenti vogliono far capire l’importanza di un’università aperta a tutti. Così aperta, che può fare a mano di aule e banchi. È il primo passo concreto, in attesa della manifestazione prevista per domani alle nove in piazza Università a Sassari. Per strada scenderanno anche gli studenti delle scuole superiori, i genitori dei bimbi delle elementari e i professori. Un movimento unico per far sentire la loro voce. L’appuntamento sotto la sede centrale dell’ateneo turritano, non è un caso. Perché gli studenti si aspettano una presa di posizione dal rettore Alessandro Maida. Per questo andranno a chiederla proprio sotto la finestra del suo ufficio. Una protesta che si organizza e cresce. Da sabato molti istituti superiori cittadini sono in autogestione. Vale a dire che tutte le mattine si presentano puntuali al suono della campanella, ma anziché entrare in aula, si riuniscono in assemblea. Riunioni permanenti per informarsi e informare su come dovrebbe cambiare la scuola. Per fare il punto della situazione sulla riforma Gelmini e sulla legge finanziaria che taglierà i fondi all’università già dal prossimo anno. Una protesta che sembra mettere tutti d’accordo: maestri, professori, genitori e studenti. A Sassari l’hanno già dimostrato. Due settimane fa, carichi di striscioni, fischietti e slogan contro la legge 133, si erano ritrovati in piazza santa Maria. Alle cinque del pomeriggio erano più di duemila a formare un serpentone che è risalito su per corso Vico, corso Vittorio Emanuele e si è fermato sotto il palazzo della provincia in Piazza d’Italia. Lenzuola bianche con scritte molto diverse tra loro, ma con un unico significato: dire no ai tagli.
MARIELLA CAREDDU 
2 – L’Unione Sarda
Primo Piano Pagina 3
facoltà di geologia
Puc sbagliati la causa dell’alluvione di Capoterra
 
In mezzo ai sacchi a pelo e alle lavagne trasformate in striscioni dell’aula C della Cittadella universitaria di Monserrato il tema è di quelli che fa piombare nel silenzio. “Catastrofe naturale o disastro annunciato?”. A rispondere sono i docenti della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali e il presidente regionale dell’Ordine dei geologi, Antonio Fadda. «Ci sono aree che devono essere riservate alle esondazioni. I lavori noi li facciamo in base alla previsione di eventi eccezionali e tutte le concessioni devono essere rilasciate in base a quello. Invece, a Capoterra, si è costruito sulla foce del rio San Girolamo». Antonio Pala, docente di Idrogeologia, non nasconde «un certo imbarazzo nel ripetere le stesse frasi ogni volta che si verificano eventi di questo genere. La causa è sempre la stessa: un cattivo uso del territorio». Se la prende con i Comuni della Sardegna Carlo Spano, che insegna Paleontologia: «Le amministrazioni, non sempre hanno adottato i Puc nei tempi e modi più idonei». La risposta finale alla domanda viene fornita agli studenti da Alessandra Seu, docente di Geomorfologia: «Spetta all’uomo pianificare adeguandosi alla natura e non il contrario».
MARIANGELA LAMPIS 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro Pagina 18
A undici anni dalla firma l’accordo di programma è rimasto ancora sulla carta
Università e caserma, appello a Fini
Il segretario della Cisl ha scritto al presidente della Camera
Giorgio Mustaro chiede un intervento per la realizzazione di due strutture utili allo sviluppo del territorio in un momento di crisi
 
L’accordo di programma che prevede la cessione dell’area dell’Artiglieria di viale Sardegna al Comune per la realizzazione del campus universitario e la contemporanea realizzazione, nella zona della ex polveriera di Pratosardo, di una nuova e moderna caserma dell’Esercito, è stato sottoscritto ormai undici anni fa, ma da allora di passi in avanti ne ha fatti davvero pochi, tanto che sulla vicenda il sentimento prevalente è lo scetticismo.
APPELLO A FINI Perciò il segretario della Cisl funzione pubblica Giorgio Mustaro ha deciso di rivolgersi direttamente al presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini a cui si rivolge direttamente dicendogli: «Presidente, mi rivolgo a Lei consapevole del suo costante interesse per il futuro delle nostre comunità. Ho avuto modo di seguirla tutte le volte che è venuto in città. I suoi interventi hanno fatto emergere, sempre, quanto le stia a cuore il destino di Nuoro e dei nuoresi. Proprio per questo mi permetto di investirla direttamente di questo problema che se risolto potrebbe dare uno spazio, non piccolo, di speranza ai tanti giovani che da diversi anni emigrano per trovare altrove occasioni di lavoro e di vita».
LA LETTERA L’appello di Mustaro è stato inviato, per conoscenza, al ministro della Difesa Ignazio La Russa, al sottosegretario alla Difesa Giuseppe Cossiga e all’unico Deputato nuorese eletto in città, Bruno Murgia. «Il Nuorese sta attraversando uno dei momenti più difficili degli ultimi 60 anni - scrive il sindacalista - è per questo che lo scorso 17 ottobre l’intera provincia si è fermata per lo sciopero generale. L’accordo di programma del 1997, finanziato con appositi fondi, avrebbe consentito di avere una presenza militare significativa nel centro Sardegna ed una struttura necessaria allo sviluppo del polo universitario nuorese. Fu una risposta dello Stato e della Regione al grave stato di malessere.
LE PROSPETTIVE «Sono passati oltre dieci anni ed a parte le questioni puramente politico-burocratiche, peraltro ancora non definite - scrive Mustaro - nulla si sa né della nuova caserma né del campus. Prima dell’estate il gabinetto del ministro della Difesa, da me interessato, ha fatto sapere che lo scorso aprile Regione e Comune hanno sottoscritto un’intesa che avrebbe dovuto modificare, entro il 30 giugno scorso, l’accordo di programma, mentre la Regione ha manifestato qualche difficoltà a sostenere oneri finanziari diversi da quelli previsti nel ’97. Siamo in autunno inoltrato e l’intera questione è ancora fortemente in fase interlocutoria». ( a. a. )

 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Scuola&Università. Grande mobilitazione alla vigilia della manifestazione organizzata dai sindacati 
Studenti e professori sempre in trincea 
Il blog ufficiale della protesta anti-Gelmini è www.unicamente.org 
Cortei spontanei al Siotto e al Dettori
Lezioni autogestite alle Magistrali 
di Sabrina Zedda
 
CAGLIARI. Un’altra giornata in trincea contro i tagli nella scuola e nell’università. Dopo l’occupazione delle facoltà di Psicologia, Scienze Politiche e della Cittadella di Monserrato, ieri è stata la volta della facoltà di Giurisprudenza. In viale Fra’ Ignazio poco dopo le 12, gli studenti hanno cominciato a trasferirsi nell’ingresso principale, portando anche qualche materasso in vista della lunga nottata in facoltà.
 ‹‹La nostra lotta non ha colori o bandiere, ma è la presa di coscienza dell’imminente declino dell’università e della sua anima pulsante: la ricerca››, si leggeva in uno dei tanti striscioni appesi all’ingresso. È stato l’ennesimo gesto forte nel bel mezzo di una mattina cominciata all’insegna della lotta sin dalle prime ore: alle 9 un folto gruppo di studenti di Medicina si è presentato in viale Regina Elena per una lezione all’aperto, la prima iniziativa del genere messa in campo dal polo scientifico di Monserrato, e firmata dal Comitato studentesco Unica. Comitato che oggi tornerà alla carica, ma sotto i portici di via Roma, per una lezione di Scienze.
 Ieri è stata, ancora una volta, anche la giornata di protesta delle scuole superiori, che per il momento hanno deciso di agire ognuna per conto proprio: a metà mattina i giovani del liceo classico Siotto, dopo aver bloccato il traffico davanti alla loro scuola, hanno urlato slogan contro il governo e contro il ministro dell’Istruzione Gelmini, mentre i giovani del classico Dettori hanno organizzato, nel cortile dell’istituto, un’assemblea non autorizzata, a cui ha partecipato anche Efisia Fronteddu, segretario territoriale per la scuola della Cgil-Funzione pubblica.
 Mobilitazione, inoltre, all’istituto magistrale Eleonora d’Arborea che resterà autogestito ancora per oggi.
 In vista della grande manifestazione sulla scuola organizzata domani dai sindacati gli istituti superiori dicono che si presenteranno uniti e nel frattempo organizzano a nome dell’Uds (l’Unione degli studenti) un’intera settimana di mobilitazione.
 Tornando all’università, sempre in vista della manifestazione di domani, lavorano sodo la facoltà di Scienze Politiche e quelle del polo umanistico. La prima va avanti al motto di “occupazione sì ma senza riununciare alla didattica”, tanto che oggi in tre punti strategici della città (piazza Garibaldi, piazza Del Carmine e Terrapieno) altrettanti docenti terranno le loro consuete lezioni, mentre il polo umanistico per il ciclo di lezioni all’aperto inaugurato sabato, propone oggi, alle 10, in piazza Del Carmine un laboratorio di approfondimento su “Il futuro dell’università italiana: istituzioni pubbliche o fondazioni private?”. Per dar modo a tutti di conoscere i motivi della protesta e le iniziative in campo, il fronte universitario, ora riunito sotto l’unica sigla “Unica-mente contro la legge 133”, ha allestito un sito internet (unicamente.org) e oggi alle 15 si riunirà in piazza Del Carmine per i preparativi del corteo di domani (partenza alle 9.30 da piazza Garibaldi).
 Appoggia la lotta anche il corso di laurea in Scienze della formazione che protesta contro l’intenzione del governo di reintrodurre il maestro unico, un fatto già condannato dalle associazioni pedagogiche Siped, Sir, Cirse e Siref. ‹‹Queste misure - si legge in una nota del corso - aggravate da un drastico taglio dei fondi, avranno conseguenze gravissime per la formazione della professione di insegante e per il funzionamneto di tutto il sistema scolastico pubblico in Italia››.
 Intanto, i giovani di Forza Italia riuniti sotto la sigla Studenti per le libertà hanno promosso una raccolta di firme per il diritto allo studio.
 
Pagina 24 - Sassari
Seduti per terra in piazza per ascoltare le lezioni 
E cresce anche la rabbia dei docenti: «La Legge 133 ci ha tolto ogni dignità» 
GABRIELLA GRIMALDI 
 
 SASSARI. Giuseppe Mele, cattedra di Storia Moderna a Lettere, ha parlato dell’incontro fra Martin Lutero e Carlo V. «Gli venne chiesto di ritrattare le sue teorie. Lui tenne la schiena dritta. E così dobbiamo fare noi, soprattutto i docenti universitari a cui la legge 133 ha tolto ogni dignità».
 Non sono mancate le polemiche nel giorno delle lezioni in piazza, rivolte alla maggior parte dei professori universitari che non hanno aderito a questa forma di protesta.
 Ieri mattina, tuttavia, gli studenti di Lettere si sono ritrovati sotto i portici Crispo per assistere a una serie di lezioni da 20 minuti ciascuna tenute dai pochi docenti che hanno dato la loro disponibilità. Tutti seduti a gambe incrociate sul marciapiedi davanti a una cattedra improvvisata circa un centinaio di ragazzi hanno sfidato la pioggia per tener fede a un impegno: quello di portare im mezzo alla gente i motivi della protesta.
 «Abbiamo fatto questa scelta d’accordo con gli insegnanti - ha detto Daniele del coordinamento di Lettere - perchè la scuola è e deve essere pubblica e non c’era luogo più pubblico di questo. La proposta Gelmini colpisce il sistema dell’istruzione nel suo insieme e sarà osteggiata con tutte le foze».
 Ma già da ieri sull’entusiasmo dei tanti manifestanti pesava l’ombra della discussione del decreto presentato dal ministro in Parlamento. Stamattina è prevista la votazione. «Purtroppo - conclude Daniele - non ho buoni presentimenti ma la lotta non si fermerà e siamo tutti pronti a scendere in piazza giovedì in contemporanea con le scuole e le università d’Italia».
 A margine delle lezioni di ieri lo sfogo dei docenti che si sono prestati a questa inusuale attività didattica. «Sono amareggiato per l’atteggiamento di moltissimi colleghi - ha detto Giuseppe Mele -. Non si può stare zitti e immobili davanti a un attacco sconsiderato all’università. C’è chi non ha ancora capito che se gli atenei sono ammalati non si curarli uccidendoli».
 «Ci hanno accusato di essere fannulloni - ha aggiunto Lucia Cardone, docente di Storia del Cinema - ma non si considera che gran parte dell’attività dei docenti è costituita da volontariato».
 Nel frattempo alla cattedra si sono avvicendate le professoresse Giuseppina Fois di Storia Contemporanea che ha parlato della vicenda della Brigata Sassari e Giuliana Altea, di Storia dell’Arte che ha affrontato il tema delle sculture urbane e del patriottismo.
 Alla fine studenti e docenti si sono dati appuntamento per la prossima settimana perchè, tempo permettendo, si terranno ancora lezioni in piazza Santa Caterina e in altri luoghi del centro storico.
 
Pagina 24 - Sassari
In Provincia un dibattito sul decreto 
Assemblee e incontri in attesa dello sciopero
Notte bianca a Lettere 
 
SASSARI. Ancora tante le iniziative di protesta contro il decreto Gelmini nonostante la votazione prevista per questa mattina in Senato, il cui esito potrebbe cambiare umori e programmi. Alle 11 il docente Antonello Mattone terrà una lezione pubblica all’ingresso della sede centrale dell’università, alla stessa ora un’assemblea in programma nella facoltà di Agraria interromperà l’attività didattica mentre nel pomeriggio (alle 16) si terrà un’assemblea a Medicina organizzata dal Forum Studentesco. Fra gli interventi quello del professor Giulio Rosati che parlerà dei riflessi della riforma sulla ricerca.
 Intanto fervono i preparativi per la manifestazione di domani, giovedì 30. In corteo sfilerà il Comitato dei genitori che è stato attivissimo protagonista della protesta fin dalla prima ora. Ma hanno dato la loro adesione i sindacati Cgil, Cisl e Uil. In programma, fra l’altro, una «notte bianca a Lettere»: la sera i manifestanti si trasferiranno nella facoltà dove trascorreranno la notte fra momenti di dibattito e intrattenimento per i bambini. La Uisp provinciale fa poi sapere che «in occasione dello sciopero generale della scuola sospenderà tutte le sue attività di pre e dopo scuola in quanto intende sostenere tutti gli insegnanti, gli alunni e i genitori. Oltre alla riduzione drastica dell’orario scolastico, la reintroduzione del maestro unico fa scomparire l’esperto di attività motoria che si occupa di una materia imprescindibile per lo sviluppo e la crescita del bambino».
 Da ricordare che ieri mattina in consiglio provinciale il gruppo del Pd ha presentato un ordine del giorno sulla riforma scolastica. Fra gli interventi più accorati quello di Daniele Cocco, sindaco di Bottidda. L’amara constatazione è che secondo i dati riusultanti dal decreto, in Goceano non rimarrebbe una sola scuola elementare aperta. (g.g.)
 
Pagina 3 - Fatto del giorno
Migliaia in arrivo dalla Sardegna 
Solo da Cagliari partiranno in mille tra studenti e docenti
Lo sciopero negli istituti scolastici sarà pressoché totale 
 
SASSARI. È già tutto pronto per il rush finale anti-Gelmini: domani, giornata-clou dei cortei contro il governo Berlusconi, la scuola e l’università della Sardegna saranno mobilitate in blocco. Da Cagliari sbarcheranno a Roma quasi mille persone. Centinaia di altre sono in partenza da Sassari, dalla Gallura e da altre zone. L’Onda degli studenti, in questo caso rafforzata da migliaia d’insegnanti delle elementari e delle medie e dai professori dei due atenei, toccherà la capitale perché qui è prevista la manifestazione nazionale. Ma il movimento di protesta coinvolgerà soprattutto tante città dell’isola: dal capoluogo di regione a Carbonia, da Oristano a Nuoro. Lo sciopero indetto su scala nazionale in Sardegna dovrebbe così interessare la maggior parte degli istituti, almeno stando alle dichiarazioni fatte nelle ultime ore dagli organizzatori. Sit-in e marce imponenti, dunque. Specie se si ricorda che nella regione gli studenti delle scuole sono 220mila e gli insegnanti 24mila, gli iscritti alle due università oltre 50mila e i loro docenti più di duemila.
 Nell’isola la protesta di domani avrà in ogni caso caratteristiche di due tipi. Ragioni che in parte richiamano le motivazioni di reazione suscitate in altre regioni. E altre ragioni del tutto autonome, legate alle particolari specificità del territorio. Sul fronte della scuola, i contestatori fanno infatti presente da giorni come le ripercussioni e i tagli si riveleranno nell’isola proporzionalmente più gravi. Non foss’altro per la cancellazione di decine d’istituti con meno di 500 iscritti. Sul fronte dell’università, poi, i rappresentanti degli atenei non si stancano di spiegare come l’ipotesi di trasformazione in fondazioni e la contrazione dei fondi per la ricerca avranno per la Sardegna conseguenze disastrose. Al contrario delle ricche università del Nord Italia, quali saranno le imprese e le industrie che contribuiranno a rendere attivi i bilanci accademici? Ancora: in un tessuto economico in difficoltà, da dove arriveranno le possibili fonti di sostentamento?
 Di qui la forza di un movimento che negli ultimi giorni ha visto ingrossare le sue file e che domani proverà a esprimere il livello più alto di dissenso. Sotto accusa, oltre alla riforma Gelmini, la legge «133» sul ridimensionamento degli organici e degli stanziamenti per gli atenei. A Cagliari giovedì il corteo partirà da piazza Garibaldi alle 9.30, diretto verso piazza Del Carmine. Qui ci saranno interventi di sindacalisti, lavoratori e studenti. Giovedì a Sassari sfilerà l’attivissimo Comitato dei genitori. Aderiscono Cgil, Cisl e Uil. In programma, una «notte bianca a Lettere»: i manifestanti trascorreranno le ore tra domani e dopodomani in dibattiti e intrattenimenti. Alghero: lezioni all’aperto nella facoltà di Architettura. Nuoro: «notte bianca di studio» allo Scientifico Fermi, occupazione e assemblee permanenti all’Itc Chironi e all’Artistico, autogestione in tutte le scuole. Pochi partiranno alla volta di Roma, per concentrare tutte le forze sulla riuscita della manifestazione in città. (pgp)
 
Pagina 3 - Fatto del giorno
Raffica di iniziative in tutta Italia. La Procura della capitale apre un’inchiesta sull’occupazione di un liceo 
Decine di cortei invadono Roma 
Cresce l’attesa per lo sciopero e la grande manifestazione di domani 
Uno studente fermato e poi rilasciato
Occupazioni a Trento e Bolzano 
 
ROMA. Ancora una giornata di proteste in tutta Italia per chiedere il ritiro del decreto Gelmini approdato ieri in Senato. Proteste che, a partire dall’assedio di Palazzo Madama durato fino a tarda ora, culmineranno nello sciopero generale e nella manifestazione nazionale di domani a Roma, per la quale sono pronti a partire nove treni speciali e quasi mille pullman. E intanto è scattata la prima inchiesta della magistratura su un’occupazione.
 Circa 10.000 giovani delle scuole superiori, dopo aver dato vita a sette cortei nel centro di Roma, si sono ritrovati ieri davanti a Palazzo Madama insieme agli studenti universitari di Roma 3 e della Sapienza. Si sono registrati anche momenti di tensione e un ragazzo che aveva cercato di scavalcare le transenne è stato prima fermato e poi rilasciato dalle forze dell’ordine. Intanto due studenti e un genitore, vestiti da Re Magi, si recavano al ministero dell’Istruzione per consegnare al ministro «Maria Stella cometa Gelmini» 15 mila firme di protesta. Da segnalare infine che la procura ha aperto un fascicolo dopo l’occupazione del liceo Classico «Giulio Cesare», uno dei più noti della capitale, in seguito alla denuncia del capo dell’istituto. L’ipotesi di reato è «invasione di edificio pubblico» ma si sta valutando anche quella di «interruzione di pubblico servizio».
 Nelle stesse ore le manifestazioni di protesta proseguivano anche nel resto d’Italia dove sono numerosi i licei e gli istituti che stanno predisponendo iniziative di protesta «alternative» come il blocco delle gite e la sospensione dell’adozione dei libri di testo. «Credevo che la mia università fosse una schifezza, ma quando ho visto che cosa si sta profilando ho capito che era un paradiso»: così il professor Gianni Vattimo ha iniziato ieri la sua lezione all’aperto a Torino dove nel pomeriggio gli universitari hanno sfilato per ore sotto la pioggia. A Milano maestre e bimbi hanno invece manifestato in centro e oggi toccherà al Premio Nobel Dario Fo parlare ai ragazzi dell’Università Statale. Proseguono poi le lezioni all’aperto a Bergamo, a Pavia e a Venezia dove piazza San Marco si è trasformata in una grande aula. A Bolzano sono state occupate tre scuole superiori e a Trento si è tenuta una manifestazione di quasi tremila studenti.
 «Gli studenti bloccano il sistema, Gelmini guarda e trema» e «riprendiamoci il nostro futuro»: sono alcuni degli striscioni della manifestazione che si è svolta ieri nel centro di Genova mentre a La Spezia si contano ormai tre istituti occupati, due autogestiti, e altri in agitazione. Saranno poi più di 15.000 i toscani che domani andranno a Roma per partecipare alla manifestazione nazionale, 40 pullman partiranno invece dall’Umbria e cinquemila tra insegnanti e dipendenti amministrativi arriveranno da Napoli dove anche ieri si sono susseguiti i cortei. A Palermo gli studenti hanno invece bloccato il traffico e anche a Cagliari in 1.400 hanno uccupato una strada.
 Agli studenti è arrivato il sostegno dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, perchè «stanno facendo quello che i nostri familiari hanno fatto sacrificando la propria vita: lottare per un concreto stato di diritto».
(m.v.)
 
Pagina 2 - Fatto del giorno
Il movimento sardo alla sfida decisiva 
Camici bianchi in corteo, occupazioni, traffico bloccato a Cagliari e a Nuoro 
Ancora lezioni in piazza, autogestioni e proteste Oggi altre manifestazioni 
 
SASSARI. Cortei in camice bianco, assemblee, nuove lezioni all’aperto, autogestioni: man mano che passano le ore cresce nell’isola la protesta degli studenti, degli insegnanti, dei genitori dei bambini delle elementari. In qualche caso, durante le dimostrazioni, è stato bloccato il traffico. È successo a Nuoro e a Cagliari. Dopo le giornate di mobilitazione di ieri e avantieri, oggi tante altre iniziative di lotta contro la riforma Gelmini e la riduzione dei fondi destinati all’università per la ricerca.
 Le idee. A Sassari universitari riuniti sotto i portici di piazza d’Italia per ascoltare la lezione di diversi professori. Giuseppe Mele, docente di Storia a Lettere, parla dell’incontro fra Martin Lutero e Carlo V: «Gli venne chiesto di ritrattare le sue teorie, lui tenne la schiena dritta. Così dobbiamo fare noi contro la legge 133 che ci toglie ogni dignità».
 Oggi alle 11 uno dei protagonisti del Sessantotto sassarese, lo storico Antonello Mattone, terrà un’altra lezione pubblica all’ingresso della sede centrale dell’ateneo, in piazza Università. Alla stessa ora assemblea ad Agraria. Nel pomeriggio riunione a Medicina organizzata dal Forum studentesco. Alle superiori continuano le forme di autogestione negli istituti.
 Le iniziative. Ieri nuovo corteo a Nuoro nel segno dello slogan: «Voi ci bloccate il futuro, noi vi blocchiamo la città». Centinaia gli studenti delle scuole secondarie che, sfilando per le vie del centro del capoluogo barbaricino, per qualche minuto hanno rallentato la circolazione.
 Autogestioni in tutte le superiori. Domani l’Agrario chiude per protesta. Altre iniziative riguardano Olbia e Tempio. A Iglesias stamane manifestazione promossa dai ragazzi delle superiori. Probabilmente coinvolgerà gli studenti che frequentano i corsi universitari a Monteponi.
 I presìdi Nelle scuole di Oristano continuano pacifiche occupazioni. A oltranza. Chi non condivide la protesta è libero di seguire le lezioni regolarmente. Oggi corteo lungo le principali strade della città. Striscioni e slogan per manifestare il dissenso verso un decreto che, secondo i promotori, soprattutto in una provincia come quella oristanese farebbe registrare effetti devastanti.
 La lotta. A Cagliari, dopo l’occupazione di Psicologia, Scienze politiche e della Cittadella di Monserrato, ieri è stata la volta di Giurisprudenza. «La nostra battaglia non ha colori o bandiere, ma è la presa di coscienza dell’imminente declino dell’università e della sua anima pulsante: la ricerca»: così a Cagliari come a Sassari continuano a pronunciarsi in tanti. Alle 9 un gruppo di iscritti a Medicina si è presentato in viale Regina Elena per una lezione all’aperto, la prima iniziativa del genere messa in campo dal polo scientifico, e firmata dal Comitato studentesco Unica. Oggi, sempre da Monserrato, corteo in camice bianco verso la sede del consiglio regionale, in via Roma, dei docenti e dei giovani della facoltà di farmacia. Il Comitato studentesco, sempre nella giornata odierna, sotto i portici di via Roma, ha promosso una lezione di Scienze. E alle 15 assemblea generale di tutti gli iscritti all’università che aderiscono alle iniziative di lotta.
 Continua infine lo stato di agitazione anche in molte scuole del capoluogo di regione. Ieri traffico bloccato davanti al Classico Siotto e assemblea non autorizzata degli studenti «cugini» nel cortile del Dettori. (pgp)
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Fatto del giorno
Il maestro unico, un errore 
Il modulo è molto più adatto alle esigenze dei bambini 
Sbagliato pensare di risolvere tutto con più disciplina e 5 in condotta 
di Filippo Dettori * 
 
Dopo anni di sperimentazioni, corsi di formazione e specializzazione, esperienze didattiche che pongono la scuola primaria italiana ai vertici dei paesi europei per la qualità delle sue proposte, con la riforma Gelmini i maestri italiani diventeranno di nuovo unici titolari della propria classe. Grazie all’organizzazione scolastica che si vorebbe smantellare, agli insegnanti è stato possibile studiare le personalità dei singoli allievi, ascoltando le loro richieste ed elaborando per loro percorsi personalizzati che tenessero conto dei bisogni di tutti e di ciascuno. Il team di tre insegnanti ha la possibilità di dividere il grande gruppo (le classi sono sempre più numerose) in gruppi più piccoli, che consentono agli alunni di stabilire un rapporto più stretto con l’insegnante e i compagni. Rispetto al maestro unico il team offre anche la possibilità si seguire più da vicino i bambini che incontrano maggiori difficoltà, non necessariamente perché sono meno dotati ma, per esempio, perché hanno perso le lezioni per malattia o sono stranieri che ancora non conoscono l’italiano.
 Vorrei lasciare da parte le motivazioni economiche del ministro per soffermarmi su quelle che la stessa Gelmini definisce pedagogiche: il bambino ha bisogno di una figura unica che rappresenti un punto di riferimento stabile e gli dia sicurezza. Personalmente credo che tre insegnanti (che lavorano insieme e programmano settimanalmente le attività concordando contenuti e metodologie) possano rappresentare per l’alunno dei riferimenti maggiori ai quali ricorrere per superare le difficoltà, per approfondire tematiche che destano maggiore interesse, per superare le insicurezze.
 I ragazzi di oggi non sono quelli della scuola di venti anni fa, hanno mille stimoli e sollecitazioni dal contesto familiare e culturale, portano ogni giorno a scuola infinite curiosità e richieste alle quali un solo insegnante non può più rispondere adeguatamente. Si pensi allo studio dell’inglese, dell’informatica, della musica: sono saperi complessi che richiedono competenze didattiche specialistiche per stimolare la curiosità dei bambini e diffondere in loro il gusto della scoperta.
 Il problema di fondo, che sembra non sia chiaro al ministro, è che la scuola di oggi non è più chiamata solo a trasferire nozioni e conoscenze, ma ha un compito molto più complesso: dare agli allievi competenze (logiche, linguistiche, comunicative) da utilizzare nel processo di scoperta e di conoscenza del mondo che li circonda. I bambini di oggi devono acquisire, in un percorso di studi che inizia dalla scuola dell’infanzia, la capacità di «imparare a imparare» che li guiderà nel processo di apprendimento che dura per tutta la vita.
 Sono del parere che un solo insegnante non sia in grado di rispondere alle richieste educative e didattiche dei bambini neppure (anzi tanto meno) se diventa più severo e intransigente e utilizza, per ristabilire l’ordine e la disciplina, la nuova arma introdotta nel decreto: il 5 in condotta. Temo, al contrario, che della bocciatura per cattiva condotta saranno vittime i bambini più difficili e quelli più problematici, che più degli altri hanno bisogno di essere compresi e aiutati, e non puniti con la retrocessione di una classe.
* Docente di Didattica generale Università di Sassari
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Sassari
Start Cup, in gara le idee d’impresa 
UNIVERSITA’ La sfida dell’innovazione 
SILVIA SANNA 
 
SASSARI. La competizione tra cervelli arriva alla fase finale. In gara ci sono i sette migliori progetti selezionati dalla Start Cup Sardegna, tre di loro voleranno a Milano, al premio nazionale dell’innovazione in programma a fine novembre. E nell’attesa intascheranno assegni da 10mila, 5mila e 2500 euro staccati dal Comitato tecnico scientifico. Venerdì (alle 15 alla Camera di Commercio), i sette finalisti (ricercatori, specializzandi, studenti universitari) racconteranno la loro idea, spiegheranno che cosa c’è di innovativo nei loro progetti. In lizza ci sono tre gruppi di Sassari e tre di Cagliari, il settimo invece è misto.
 Custcom è il nome del team guidato dall’ingegnere sassarese Roberto Pitzalis: presenta un progetto di Ict (information communication technology) applicato alla sanità e in particolare ai disabili autistici. Hydrogenera è il gruppo misto guidato da Gabriele Mulas: l’idea parte dalla produzione di idrogeno con tecniche innovative. C’è poi Lea Nanotech, con a capo la ricercatrice sassarese Stefania Mura, presenta un progetto per nuovi film protettivi per alimenti. Respect si concentra sulle energie alternative, in particolare sulla consulenza ingegneristica, mentre Eios crede alle potenzialità dell’energia elettronica applicata alle transazioni via web. Al mondo della rete pensa anche Forumalbergodiffuso.it, ma per realizzare nuove piattaforme per il settore turistico. Infine, ecco Interactive museum: tecnologie Ict per la fruizione interattiva dei musei.
 Il gran finale della Start Cup regionale, in programma venerdì, corona un anno di lavoro molto intenso per i Liason office dell’Ateneo, tra incontri formativi, workshop e presentazione delle idee d’impresa. Quelle dalle quali partire per fare decollare il business: è la terza missione dell’Università, il trasferimento tecnologico che porta le idee fuori dai laboratori di ricerca e le applica nella realtà. Per i tre gruppi che vinceranno, la partecipazione al Pni di Milano darà la possibilità di mettersi in vetrina e conquistare la fiducia di un investitore pronto a finanziare la loro idea innovativa.
 Partner dell’Università e soci della Start Cup sono il Comune di Sassari, il Bic sardegna, la Sfirs, l’Unione giovani dottori commercialisti, l’Associazione degli industriali del Nord Sardegna, la Camera di Commercio e la Vodafone Italia, che mette in palio i premi in denaro che saranno assegnati ai vincitori del Pni di Milano.
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 39 - Cronaca
LA CISL 
«Presidente Fini, salvi il campus universitario e la nuova caserma» 
 
NUORO. Dopo dieci anni sono ancora fermi al palo sia la Nuova caserma che il Campus universitario. Il rischio adesso, dopo le recenti assicurazioni fatte in piena campagna elettorale, è che si perdano anche i fondi regionali di 20 milioni di euro. Già persi e poi recuperati rocambolescamente.
 Allarmato per quanto avviene, anzi non avviene, il sindacalista della Cisl Giorgio Mustaro manda una lettera aperta, oltre che al presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini, anche al ministro della Difesa Ignazio La Russa, al suo sottosegretario Giuseppe Cossiga, e al parlamentare nuorese Bruno Murgia di An.
 Nella prima parte della missiva Mustaro illustrata a Fini la crisi di Nuoro e del suo territorio, «una delle più difficili» degli ultimi 60 anni. Tanto che lo scorso 17 ottobre «tutta la Provincia si è fermata» per lo sciopero generale. Ma subito dopo passa alla questione dell’Artiglieria e del Campus universitario e ricorda che nel 1997 fu firmato un «Accordo di programma» che prevedeva la realizzazione di una nuova caserma militare con la permuta di quella attualmente funzionante per costruire un Campus universitario, e che questo progetto venne finanziato con appositi fondi. «Tutto ciò avrebbe consentito una presenza militare significativa nel Centro Sardegna, ma anche lo sviluppo del Polo Universitario nuorese» commenta il sindacalista nella lettera. Che poi continua amareggiato con queste parole: «Sono passati oltre dieci anni e a parte le questioni puramente politico-burocratiche, peraltro ancora non definite, nulla si sa né della nuova Caserma né tantomeno del Campus per gli studenti».
 Fortemente preoccupato Mustaro precisa infatti che la situazione si è «ulteriormente aggravata» sul fronte socio-economico: soprattutto perché (secondo notizie non confermate ma nemmeno smentite) sembrerebbe «molto incerto sia il futuro della struttura dell’Esercito che quello complessivo dell’Università a Nuoro». Nella lettera si ricorda a Fini che il ministro della Difesa ha fatto sapere che lo scorso aprile Regione sarda e Comune di Nuoro avevano sottoscritto un’Intesa che avrebbe dovuto modificare, entro il 30 giugno, l’Accordo di programma. E che inoltre il vicecapo gabinetto Claudio Debertolis ha scritto che la Regione Sardegna ha manifestato «qualche difficoltà a sostenere oneri finanziari diversi da quelli previsti nel’97». Ora ad autunno inoltrato la questione è ancora in fase interlocutoria.
 «Onorevole Presidente - conclude il sindacalista - mi rivolgo a Lei consapevole del suo interesse per il futuro delle nostre comunità. Ho avuto modo di seguirla tutte le volte che è venuto in città. I suoi interventi hanno fatto emergere, sempre, quanto le stia a cuore il destino di Nuoro. Proprio per questo mi permetto di investirla di questo problema che se risolto potrebbe dare uno spazio, non piccolo, di speranza ai tanti giovani che da diversi anni emigrano per trovare occasioni di lavoro e di vita».(n.b.)
 
 
 

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