Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 October 2008
Rassegna quotidiani locali
1 - I problemi dell’Università, editoriale di Gaetano Di Chiara
 
 

1 – L’Unione Sarda
Prima Pagina
I problemi dell’Università
Tra tagli e sprechi ora serve una riforma
di Gaetano Di Chiara
 
Gli studenti occupano le facoltà ma non si tratta di un nuovo Sessantotto. Questa volta gli studenti sono dalla stessa parte dei rettori, presidi e docenti , tutti uniti contro il governo, "colpevole" di voler affondare la barca su cui si trovano. Gli studenti non contestano l’università ma il taglio dei fondi statali.
Al di là del fatto che i tagli all’università fanno parte di misure generali volte al contenimento della spesa pubblica, il problema di fondo è che non serve iniettare ulteriori risorse senza una riforma che introduca meccanismi capaci di renderle fruttuose; non solo non migliorerebbe l’università ma potrebbe stabilizzarne il degrado, rendendolo irreversibile. L’università italiana è infatti agli ultimi posti delle classifiche mondiali non per insufficenza di finanziamenti ma, ci duole dirlo, per la combinazione di una malintesa autonomia gestionale e della mancanza di contrappesi statali.
Questa combinazione ha avuto modo di esercitare tutta la sua perversa influenza a cavallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000, quando furono introdotte due riforme: la riforma Berlinguer, cioè il reclutamento dei docenti attraverso concorsi locali, e la riforma del 3+2, l’introduzione delle lauree triennali e specialistiche. Le due riforme hanno aumentato l’influenza di interessi di potere locale nel reclutamento di nuovi docenti e nell’offerta didattica, riducendo il peso del merito e delle reali esigenze della ricerca e del mercato, cioè di quei fattori da cui dipende l’efficienza sociale della spesa universitaria.
Eventualmente qualcuno potrebbe chiedersi cosa facevano in quegli anni i rappresentanti degli studenti, presenti in gran numero nei vari organismi di autogoverno dell’università. La risposta è che anche loro si davano da fare per ritagliarsi la loro fetta di potere. Chi ha fatto parte di quegli organi di autogoverno sa infatti che i rappresentanti degli studenti non solo non si sono opposti ma hanno contribuito con il loro voto a quella politica autoreferenziale che costituisce il vero tarlo della nostra università.
Quanto agli studenti che ora scendono in piazza, la sensazione è che, al contrario dei loro rappresentanti istituzionali, abbiano una conoscenza piuttosto superficiale dei meccanismi di governo dell’università e che per questo finiscano per limitarsi a una protesta semplicistica e poco produttiva perché non propositiva.
Infatti, se è vero che i tagli sono una misura finanziaria irrinunciabile, non si tratta di dire ottusamente no ai tagli ma di proporre una loro razionalizzazione. Per esempio: eliminare i corsi di laurea con pochi iscritti e privi di una consistente ricaduta occupazionale; restringere l’attivazione dei corsi di laurea a quelli per i quali esistono specifiche competenze di sede, rinunziando a un’offerta didattica onnicomprensiva ma a scapito della qualità; premiare le facoltà e le università più efficenti; calcolare il turnover del personale docente sulla base del costo pro-capite (tre ricercatori per un professore ordinario), così da facilitare il reclutamento dei giovani e correggere un paradosso della gerachia universitaria, la sua struttura cilindrica, anziché piramidale, secondo il cosidetto rapporto 1/1/1, tanti ricercatori quanti professori associati, quanti ordinari.
Come si vede , compatibilmente con i tagli, c’è ampio spazio per una profonda riforma dell’università.
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 18
Università, la protesta espugna la Cittadella
Gli studenti occupano il polo scientifico. Anche oggi lezioni per strada
Sulle scale del Bastione Saint Remy i ragazzi si fingono morti, «accoltellati alle spalle dalla legge 133»
Proseguono le manifestazioni di protesta contro i tagli ai fondi universitari. Da ieri occupata un’ala della Cittadella universitaria di Monserrato
 
E tre: dopo Scienze politiche e Psicologia, anche il Polo scientifico sceglie la strada dell’occupazione. Da ieri notte, nell’asse didattico dell’aula C della Cittadella universitaria di Monserrato si dorme nei sacchi a pelo e, al mattino, si comincia a lavorare (anche qui divisi in gruppi) per pianificare le manifestazioni di protesta.
La decisione è stata assunta ieri pomeriggio dopo una lunga e affollata assemblea, cui hanno partecipato in centinaia (secondo gli organizzatori, seicento) fra studenti, ricercatori, docenti e personale amministrativo. Rappresentate tutte le Facoltà della Cittadella: Farmacia, Medicina e chirurgia, Scienze matematiche, fisiche e naturali. Oltre all’occupazione, seguendo la linea che sembra connotare l’ondata di proteste in tutta Italia, si è deciso anche di riqualificare l’attività didattica: quindi lezioni in Facoltà dedicate agli approfondimenti sul decreto legge 133 (quello che stabilisce i tagli per il sistema universitario e ipotizza la trasformazione degli atenei in fondazioni di diritto privato) e ad altri temi di rilevanza sociale, ma soprattutto lezioni all’aperto.
GLI EVENTI DI OGGI La prima questa mattina alle 10 di fronte alla sede di questo giornale: si parlerà di Medicina. Un’ora dopo, nell’aula C occupata, lezione di geologia su un tema quanto mai attuale: “Alluvioni: catastrofi mandate dal cielo o disastri annunciati?”
I due appuntamenti vanno a inserirsi nel già fitto calendario di iniziative promosse per oggi dalle varie Facoltà in occupazione e/o autogestione. Si comincia alle 9 nell’aula magna di Lettere con “Idee e letteratura”, un seminario a cura di Maurizio Virdis. Un’ora dopo, nell’aula magna del corpo aggiunto, assemblea indetta dal preside Roberto Coroneo (in prima linea nell’organizzazione delle manifestazioni) per fare il punto sulle azioni di protesta. In contemporanea, nell’aula magna di Economia è previsto un incontro dibattito sugli effetti della legge 133. A mezzogiorno, di nuovo in strada: partirà dal Bastione Santa Caterina il laboratorio cartografico itinerante tenuto da Isabella Zedda e intitolato “Per le vie della città di Cagliari”.
Nel calendario di eventi, la pausa pranzo non esiste. Già alle 14, nella gradinata d’ingresso di Lettere, ci sarà una lezione di Patrizia Mureddu con lettura teatrale a cura di Gaetano Marino dedicate a “In viaggio con Erodoto”. Alle 16, assemblea nella Facoltà di Lingue, mentre alle 17,30 si va al Libarium, caffè sul Bastione Santa Croce, per una lezione d’ingegneria-architettura su “Città vecchia e città nuova”.
Alle 20,30, infine, cinema: nella sala Cosseddu, in Facoltà di Lettere, si proietta il film Essere e avere , di Nicolas Philibert. Domattina si ricomincia in via Roma con una lezione in camice davanti alla sede del Consiglio regionale: protagonisti docenti e studenti di Farmacia.
PUGNALATI ALLE SPALLE Non meno intensa la giornata di ieri, con ben tre lezioni tenute ai piedi del Bastione di Saint Remy: armati di megafono, Claudio Natoli, Annamaria Loche e Cristina Lavinio hanno parlato di, rispettivamente, “Costituzione, antifascismo e cittadinanza democratica”, “Pace e diritti umani” ed “Educazione linguistica. Ad ascoltarli, decine di ragazzi assiepati sulle scale: non semplici uditori ma attivi promotori delle ragioni della protesta.
Ancora una volta, il gruppo di lavoro di Lettere che si occupa di gestire l’immagine della protesta ha tirato fuori un’idea d’impatto: stavolta erano una quindicina di figuranti che, indossando magliette tagliuzzate e insanguinate, si sono stesi sugli scalini fingendo di essere morti, «accoltellati alle spalle» da un Governo che, a loro giudizio, sta uccidendo l’istruzione pubblica italiana (donde i cartelli con le necrologie e i mazzi di fiori da camposanto). Diverse le reazioni: per molti curiosi che si sono fermati ad ascoltare i docenti e hanno accettato di buon grado i volantini e le informazioni dei manifestanti, qualcuno si è spazientito. Come il conducente di una Mercedes che, dopo aver rallentato per leggere il cartello retto da una studentessa («Basta ai tagli all’università, tagliate i costi della casta politica») l’ha apostrofata: «Ma va’ a studiare». Pronta la reazione della ragazza: «Se sono qui è proprio perché voglio continuare a studiare».
MARCO NOCE
 
Cronaca di Cagliari Pagina 18
Sul web
Ecco “UnicaMente”, il sito internet antitagli
 
 “Unica” come Università di Cagliari. “Unicamente” come via telematica alla protesta. Per essere aggiornati sugli eventi anti-legge 133, basta andare su internet e digitare “www.unicamente.org”. È il sito creato dal coordinamento fra le Facoltà coinvolte nella protesta. Si può essere informati di ciò che accade Facoltà per Facoltà, ma anche navigare nel comodo calendario in cui vengono elencati, giorno per giorno, seminari, assemblee, dibattiti, lezioni all’aperto.
IL CANNOCCHIALE Nel sito c’è quasi tutto. Ieri, per esempio, mancava all’appello la Cittadella, dove la protesta ha un altro indirizzo internet: “csunica.ilcannocchiale.it”, un blog in cui si dà notizia di tutte le manifestazioni intraprese da un mese a questa parte. Il primo post risale al 6 ottobre scorso ed è un invito a partecipare alla prima assemblea pubblica indetta a Cagliari per discutere non solo della legge 133 ma dei suoi antefatti, a partire dal decreto legge 112 approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 25 giugno. Erano i primi passi di una protesta che, nel tempo, è cresciuta di tono ed è riuscita a coinvolgere sempre più studenti e docenti, trovando con le lezioni tenute per strada, ai Bastioni come al mercatino domenicale, un contatto diretto con la società.
VERSO IL CORTEO Ora tutti gli sforzi sono concentrati su giovedì prossimo, quando anche in città studenti e docenti delle scuole (dalle elementari alle superiori) e delle università daranno vita a un corteo: la partenza è prevista in piazza Garibaldi alle 9,30. Ma già domani ci sarà una manifestazione imponente, con l’assemblea generale di tutte le Facoltà in piazza del Carmine dalle 15 alle 18,30.
DISSENSO Intanto cominciano a emergere anche le voci di dissenso nei confronti della protesta. Almeno quelle non anonime. Se finora i volantini anti-occupazione e anti-autogestione circolati non erano firmati, ieri gli “Studenti per le Libert@” (sigla il cui simbolo ricorda evidentemente quello del Popolo delle libertà) hanno divulgato un comunicato stampa a firma del loro presidente Pierpaolo Cassoni, in cui le lezioni tenute ai piedi del Bastione di Saint Remy vengono definite una «ennesima aggressione al diritto allo studio» messa in atto da «poche decine di studenti e qualche docente militante» per «impedire il regolare svolgimento dell’anno accademico a danno della stragrande maggioranza dei ragazzi che invece vogliono proseguire a frequentare». Non è tutto: da ieri, prosegue il comunicato, sul sito “www.forzaitaliagiovanisardegna.it” è disponibile il testo di una petizione a favore della ripresa delle normali attività didattiche e «della possibilità di vivere un percorso di studi sereno e libere scelte politiche». Nei prossimi giorni, gli “Studenti per le Libert@” raccoglieranno firme. (m. n.)
 
Cronaca di Cagliari Pagina 18
elezioni
E tra un mese vengono scelti i rappresentanti
 
Sulla riforma universitaria si gioca gran parte dell’esito della competizione elettorale dei rappresentanti degli studenti. Il 26 e 27 novembre saranno aperte le urne per eleggere i cinque studenti nel cda, i cinque nel senato accademico, i cinque nel senato accademico allargato e i due nel comitato per lo sport universitario. Verranno eletti anche i rappresentanti nei consigli di facoltà. Alle elezioni si potrà partecipare con la presentazione delle liste dei candidati all’ufficio elettorale del rettorato entro e non oltre le ore 13 del 6 novembre.
Nell’ultima tornata del dicembre 2005 le liste Ichnusa e Università per gli studenti avevano piazzato due rappresentanti in cda, senato accademico e senato allargato. Un eletto, nei tre organismi centrali dell’Università, anche per Sinistra universitaria. Al Cus i due rappresentanti degli studenti erano stati ancora una volta Ichnusa e Università per gli studenti. Le elezioni aveva visto la vittoria di Ichnusa (lista di centrodestra) che aveva distanziato di circa trecento preferenze Università per gli studenti. (m. v.) 
3 – L’Unione Sarda
 Nuoro e Provincia Pagina 17
Gli amministratori provinciali replicano alle critiche denunciate dagli studenti dell’associazione “Ochlos”
«Nessuna privatizzazione con la Fondazione»
L’assessore all’Università Carroni pronta a un chiarimento con i giovani
 
«Il confronto tra la Fondazione e il decreto Gelmini è un modo di confondere le idee». Il presidente della Provincia Roberto Deriu e l’assessore all’università Franca Carroni liquidano così le presunte contraddittorietà denunciate dall’associazione degli studenti “Ochlos” che ritengono il progetto della Fondazione in linea con la privatizzazione che ispira il decreto Gelmini, tanto contestato in questi giorni.
«La Fondazione non sarà proprietaria dell’università, ma uno strumento per potenziare la presenza a Nuoro degli atenei di Cagliari e Sassari», precisa Deriu spiegando che vengono coinvolte tutte le banche del territorio, di cui le categorie produttive, favorevoli alla Fondazione, sono clienti. Franca Carroni annuncia la disponibilità a incontrare gli studenti per chiarire i dubbi sulla natura della Fondazione che erediterà dall’attuale consorzio le competenze su servizi e patrimonio. E spiega: «La didattica resta alle università e le amministrazioni pubbliche continueranno a fare la loro parte: le Province di Nuoro e Ogliastra garantiscono le finalità degli studi». La Fondazione - sottolineano Deriu e Carroni - consente di recuperare risorse per rilanciare l’università a Nuoro e triplicare il numero di iscritti. Sulla vicenda interviene anche Caterina Loi, presidente della commissione Cultura della Provincia.
A nome della maggioranza dice: «Dispiace che ciò che vuol fare la Provincia non è stato ben compreso. La Fondazione di partecipazione come soggetto gestore della promozione degli studi universitari non vuole sostituirsi alle università (questa è invece la proposta della Gelmini), ma sostenere le università di Cagliari e Sassari nella loro presenza a Nuoro. Nessuna ingerenza nell’amministrazione delle università, ma solo ed esclusivamente appoggio concreto perché le stesse possano eliminare qualsiasi precarietà nel loro radicarsi a Nuoro. La Fondazione di partecipazione vuole invece sostituirsi integralmente al consorzio che ha dal territorio 50 mila euro l’anno. Una risposta forte può essere data, invece, da una Fondazione che ha un fondo di gestione di un milione e mezzo di euro, tutti di provenienza territoriale (500 mila dalla Provincia, altri 500 mila dai Comuni e altrettanti dalle banche». Caterina Loi sottolinea anche che la decisione di sciogliere il consorzio è legata alla scelta di mantenere l’ente di gestione della “Satta” visto che - secondo l’interpretazione della Provincia - uno sarebbe di troppo. «Se ciò non fosse stato fatto si sarebbe caduti nell’illegalità», conclude.
Rifondazione, intanto, rinnova il suo no. Dice Tonirosa Brotzu rivolta alla maggioranza guidata da Deriu: «Continueremo a starvi con il fiato sul collo per l’università e per quanto riguarda la fondazione, se riuscirete a farla, vigileremo sullo statuto e sull’ingresso di eventuali soci». L’esponente di Rc attacca duramente l’ex presidente del consorzio Sergio Russo. «Con lui - conclude - i corsi e il consorzio sono andati allo sfascio».
4 – L’Unione Sarda
Speciale Pagina 41
Sassari. Parla Corrado Rubino, direttore della Scuola di specializzazione dell’Università
«Vere operazioni da non sottovalutare»
 
SASSARI A lanciare l’allarme sono stati i chirurghi inglesi. Un anno fa, la loro associazione (Bapras) ha lamentato la «diffusione di rimedi falsi o praticati troppo allegramente», denunciando sulla stampa «quanti si improvvisano chirurghi estetici, intervenendo anche quando non ce n’è bisogno». Dal 1998 direttore della Scuola di specializzazione in chirurgia plastica e ricostruttiva dell’Università di Sassari, il professor Corrado Rubino è d’accordo con i colleghi britannici su un punto cruciale: la competenza «Nel nostro paese, per legge, un medico può fare tutto, tranne l’anestesia e la radiologia. Quindi, può praticare anche la chirurgia plastica, pur non avendo una adeguata, e certificata, formazione».
Il mercato tira e la confusione cresce.
Per fare chiarezza va fatta un prima fondamentale distinzione tra chirurgia ricostruttiva ed estetica. In un caso si tratta di una prestazione pagata dal Servizio sanitario nazionale per rimediare a malformazioni, conseguenze di traumi, ustioni o postumi di patologie tumorali. Nell’altro, paga il paziente che vuole correggere difetti estetici»
Paziente o cliente?
Comunque paziente, visto che ritiene di avere un difetto e ne patisce un disagio. Per curare il secondo bisogna intervenire sul primo. Ci sono invece casi in cui un disagio profondo si focalizza su una caratteristica fisica. Allora l’intervento non serve a nulla. Te ne accorgi subito perché il soggetto indica un non difetto. Se così non è, diventa più difficile capire che il problema è psicologico e non estetico. Ecco perché, prima di operare, bisogna avere più colloqui, analizzare a fondo la motivazione. Tutto ciò rientra nella professionalità ed è una caratteristica inscindibile da quelle strettamente tecniche. Altrimenti, l’operazione si rivela un fallimento. Farla sempre e comunque non paga, è un boomerang in tutti i sensi».
Chi decide quando è il caso e quando no?
«Il chirurgo. Per questo è fondamentale rivolgersi a chi ha la specializzazione, unica garanzia dal punto di vista della formazione professionale. Per quanto riguarda, invece, la medicina estetica non esiste un percorso universitario ma solo delle scuole interne al settore e, comunque, piuttosto serie».
La cronaca racconta di morti improvvise durante interventi in ambulatorio. Meglio evitarli?
«Bisogna operare in strutture adeguate. Sono sempre interventi chirurgici, i più diffusi oggi nel mondo occidentale. L’aumento del benessere ha spostato l’interesse sanitario dall’essenziale al meno essenziale, condizionato da fattori culturali di esaltazione dell’immagine, che le condizioni economiche consentono di affrontare».
S. L. 

 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
UNIVERSITA’ 
Occupazione alla Cittadella 
Ancora lezioni in strada e manifestazioni di studenti 
 
CAGLIARI. Una didattica alternativa, con lezioni a cielo aperto, proiezione di film e spettacoli? Sì, ma non solo: in vista del grande sciopero dell’istruzione di giovedì, nell’ateneo la tensione sale e con essa il livello di protesta. Da ieri nella cittadella universitaria di Monserrato è occupazione: stop a qualsiasi attività didattica e riunione permanente del comitato organizzatore della lotta. Nel polo giuridico-economico oggi dovrebbe tenersi una nuova assemblea. Mentre per dare più forza al secondo appuntamento importante, la manifestazione a favore dell’università del 14 novembre, ora pensa a lezioni in piazza anche la facoltà di ingegneria.
 Lo scatto in avanti del polo scientifico di Monserrato è stato fatto nel primissimo pomeriggio di ieri, quando dopo un’assemblea con più di seicento persone tra studenti, insegnanti, ricercatori e personale amministrativo, sono stati decisi all’unanimità l’occupazione e l’interruzione dell’attività didattica: «Protestiamo contro gli articoli 16 e 66 della legge 133» si legge in una nota del Comitato studentesco Unica, ora riunito in assemblea permanente nell’aula C- assi didattici. Contro i tagli all’università e la sua possibile privatizzazione, anche alla cittadella universitaria hanno poi deciso di scendere in piazza per fare lezione: la prima si terrà questa mattina alle 9 davanti alla sede del quotidiando L’Unione Sarda, organizzata dalla facoltà di Medicina. Mentre alle 11, ma nell’aula C- assi didattici del polo scientifico, si parlerà di “Alluvioni: catastrofi mandate dal cielo o disastri annunciati?”.
 Un altro appuntamento forte il comitato studentesco Unica lo organizza per domattina sotto i portici di via Roma, con una lezione di scienze. Le attività didattiche in piazza continuano anche per il polo umanistico che ieri ha ancora una volta catalizzato l’attenzione con tre lezioni svoltesi, una dopo l’altra, sulle scalinate del Bastione. Stessa rabbia e passione politica, ma qualche novità nella coreografia: per la prima volta alcuni studenti hanno indossato magliette insanguinate, stendendosi sulle scale come fossero morti. Un modo originale accompagnato a un certo punto dalla distribuzione di mazzi di crisantemi per richiamare l’attenzione sull’università.
 Le lezioni in piazza organizzate dal polo umanistico proseguono oggi con “In viaggio con Erodoto”, lezione che la docente Patrizia Mureddu terrà nella gradinata d’ingresso del corpo centrale, mentre alle 16 nell’aula 15 di lettere c’è la tavola rotonda “La funzione critica della ragione”. Mentre dall’ateneo cagliaritano il coro del dissenso passa anche attraverso email a firma degli “studenti sardi”, s’uniscono alla protesta anche i lavoratori del liceo scientifico Pacinotti che ieri, dopo essersi riuniti in assemblea, hanno diffuso un documento in cui dichiarano di voler partecipare alla grande manifestazione di giovedì. Poi si passerà al presidio della scuola.
Sabrina Zedda 
 
Pagina 22 - Sassari
Contestazioni: ieri il primo incontro «alternativo» nel cortile della facoltà di Medicina 
Studenti e professori a lezione sotto il cielo 
Oggi l’attività didattica di Lettere si svolgerà in piazza S. Caterina 
«Vogliamo portare i nostri problemi fra i cittadini» 
GABRIELLA GRIMALDI 
 
 SASSARI. In circa duecento hanno ascoltato il professore di microbiologia ma invece di sedersi sui banchi delle aule, hanno preso posto sul selciato del cortile davanti alla clinica di Odontoiatria. Si è inaugurata anche a Sassari, ieri mattina, la serie di lezioni all’aperto.
 Si tratta di una delle tante forme di contestazione contro la legge 133 che interviene in modo radicale sul sistema universitario. Ieri, dunque, ha rotto il ghiaccio il docente Ciriaco Carru, di seguito hanno tenuto lezioni anche il professori Rubino e Rapelli fino al pomeriggio. Lo svolgimento degli incontri è stato preceduto da un quarto d’ora dedicato ai temi della protesta e all’analisi dei punti principali che toccano il futuro degli atenei italiani. «Insieme agli studenti - ha detto Ciriaco Carru -, abbiamo voluto creare l’occasione di comunicare alla cittadinanza i termini del nostro disagio. Soprattutto i tagli della finanziaria produrranno veri e propri disastri».
 Incontri che, dicono gli organizzatori, rappresentano una risposta civile alle «provocazioni di certi esponenti del Governo». «Ci dicono che siamo fannulloni e facinorosi - hanno affermato gli studenti dell’associazione “Non solo numeri di matricola” - e noi ribattiamo senza interrompere la didattica ma portandola fuori dalle aule».
 E i primi effetti di un coinvolgimento dei cittadini che magari non sono direttamente interessati alle trasformazioni della scuola si è visto già ieri. Diverse persone che passavano nel cortile di Medicina per motivi sanitari si sono fermate incuriosite dall’assembramento insolito e si sono informate di ciò che stava accadendo.
 «Non potremo mai essere d’accordo con un’impostazione che svilisce totalmente il valore della formazione e dell’educazione - ha detto Antonella Puggioni, rappresentante degli studenti di Medicina -. Noi pensiamo invece che l’università sia il rapporto di insegnamento, di confronto e di crescita tra docenti e studenti».
 La serie di contestazioni prosegue nel cortile di Medicina per tutta la settimana mentre oggi si terranno lezioni in piazza Santa Caterina. Protagonisti saranno i docenti e gli studenti della facoltà di Lettere e Filosofia. Dalle 11 alle 13, faranno lezione Aldo Morace, Giuseppina Fois, Giuliana Altea, Filippo Dettori, Giuseppe Mele e Sebastiano Ghisu. Stesso discorso ad Alghero dove si terranno all’aperto le lezioni di Architettura.
 
Pagina 2 - Fatto del giorno
Sono 37 i corsi con un solo allievo 
Tanti prof e pochi ragazzi, nel mirino molti piccoli atenei E 327 facoltà universitarie non superano i 15 iscritti 
Qualche ateneo ha già cominciato di sua iniziativa ad accorpare le cattedre 
 
ROMA. Razionalizzare, ridurre gli sprechi, i doppioni e i corsi inutili. È un percorso obbligato, secondo il governo, per risanare e rilanciare l’università italiana. Spigolando tra gli atenei emerge una realtà dalle tante sfaccettature. In Italia, secondo dati del ministero, ci sono 37 corsi di laurea con un solo studente, 327 facoltà che non superano i 15 iscritti e ben 5.500 corsi di laurea (la metà in Europa).
 Se alla Kore, la libera università degli studi di Enna (nel 2006-2007 gli studenti iscritti ai 24 corsi di laurea erano 7.000) il rettore prevede un aumento del 20% degli iscritti per l’attuale anno accademico, l’Università di Udine ha già ridotto del 10% il numero delle lauree triennali, nell’ambito di un piano di razionalizzazione avviato da alcuni anni. E interventi di razionalizzazione sono in fase di studio anche nell’Università di Trieste, anche se non si registrano corsi «vuoti» nei due atenei del Friuli Venezia Giulia.
 Un caso «controcorrente» riguarda la laurea in Economia aziendale, attivata sia nella sede di Udine sia in quella distaccata a Pordenone: è stato aumentato il numero di studenti ammessi - da 110 a 150 - visto l’alto afflusso di richieste. L’università di Pavia procederà sicuramente a un accorpamento di corsi nell’anno accademico 2009-2010.
 Già quest’anno, comunque, sono stati cancellati due corsi triennali che, l’anno scorso, avevano riscosso scarse adesioni: «informazione scientifica del farmaco» e «scienze erboristiche». Il corso che ha registrato quest’anno il minor numero di iscritti (soltanto 7) è quello di “scienze del fiore e del verde”.
 La Statale di Milano ha già snellito l’offerta: ad Agraria il corso di laurea in “Produzione e protezione delle piante e dei sistemi del verde” ha accorpato “Produzione vegetale” e “Protezione delle piante”; a Scienze matematiche, fisiche e naturali il corso di laurea magistrale in “Scienze della natura” ha accorpato “Analisi e gestione degli ambienti naturali” e “Paleobiologia e storia della vita”; a Scienze politiche il corso di laurea magistrale in “Scienze politiche e di governo” ha accorpato “Istituzioni e sistemi di governo delle autonomie territoriali“ e “Politica e istituzioni comparate”.
 Lezioni per pochi intimi, invece, all’università Magna Grecia di Catanzaro: ci sono due corsi frequentati, rispettivamente, da 26 e 12 studenti.
 
Pagina 3 - Fatto del giorno
Notti bianche, autogestioni, cortei e sit-in 
Giovedì manifestazione anche a Cagliari Lezioni all’aperto nelle due università 
Proteste ad Alghero per l’intervento di polizia e carabinieri 
 
 SASSARI. Scuola e università sarde marciano verso la mobilitazione generale. Nell’isola le forme di lotta contro il governo si moltiplicano e giovedì a Cagliari, in contemporanea con la manifestazione nazionale, si terrà un corteo che attraverserà le vie della città. Il raduno è previsto per le 9,30 davanti alla scuola «Riva». L’Onda degli studenti è continua. Spazza via le ultime incertezze di chi ancora non si era schierato. Chiama in causa e coinvolge anche movimenti giovanili della destra. Uno stato di agitazione permanente. Con notti bianche, autogestioni, cortei, sit in negli istituti superiori. E con gli atenei che promuovono altre lezioni all’aperto a Sassari e a Cagliari. Tutto in vista del voto finale sul decreto Gelmini domani al Senato e dello sciopero di giovedì.
 Gli enti locali. Nell’isola le Province concorderanno interventi comuni. Obiettivo: una maggiore flessibilità nell’applicazione della riforma in Sardegna, visto che «il criterio delle piccole isole o delle situazioni particolari fissato dalle norme è presente nella quasi totalità del territorio». L’impegno per un’azione coordinata è stato assunto dagli assessori alla Pubblica istruzione in una riunione tenuta a Oristano. L’incontro è stato indetto dal vicepresidente dell’Ups e capogruppo di Fi nel consiglio provinciale di Cagliari, Mauro Contini. La simulazione dei dati e i parametri imposti dal regolamento di attuazione della riforma prospettano, secondo l’Ups, può causare «effetti devastanti sul sistema dell’istruzione» nell’isola. Una griglia delle situazioni più sensibili presenti in ogni area sarà esaminata fin dal prossimo tavolo interistituzionale convocato dalla Regione per domani.
 La direzione. Il responsabile dell’ufficio scolastico sardo, Armando Pietrella, rende intanto noto che si dà attuazione all’intesa del 19 marzo fra ministero e Regione. L’accordo riguarda «l’ampliamento dell’offerta calibrata sulle esigenze formative del contesto territoriale e pensata per favorire la realizzazione di percorsi sperimentali e il successo dei giovani». Il piano fissa investimenti per 12.410.129 euro: 5.032.000 assegnati dal ministero dell’Istruzione, 7.378.129 da quello del Lavoro. Prevede misure differenti su innovative strade professionali, azioni antidispersione, corsi incentrati sulla didattica nei laboratori e sul recupero degli apprendimenti. Verrà realizzato da «scuole polo» che si appoggeranno ad altri istituti «sedi di erogazione del servizio finale».
 In piazza. «I tagli del governo provocheranno caos e degrado nell’università». È il monito con cui Claudio Natoli, professore di Storia contemporanea dell’università di Cagliari, ha aperto di fronte a circa 300 persone sul Bastione Saint Remy la prima delle tre «lezioni in piazza» previste ieri mattina da docenti e studenti di Lettere e filosofia. Altre iniziative analoghe in piazza del Carmine, viale Regina Margherita, via Roma. «Andremo avanti a oltranza con l’occupazione», spiegano gli studenti di Scienze politiche. Mentre a Psicologia procede la protesta iniziata la settimana scorsa. Per informare sulle manifestazioni è stato attivato il sito www.unicamente.org.
 I corsi. Ieri a Sassari 200 iscritti di Medicina hanno seguito lezioni nei cortili della facoltà. Stamane in piazza Santa Caterina sarà il turno dei loro colleghi di Scienze politiche, Lingue, Lettere. Autogestione in molti istituti superiori. Assemblee in altre scuole. Grandi preparativi anche nel Sassarese e in Gallura per le manifestazioni di giovedì. In molti, tra studenti e insegnanti, parteciperanno alla grande adunata di Roma, fissata sempre il 30.
 Il blitz. Proteste ad Alghero per l’intervento di polizia e carabinieri nella notte bianca di sabato. Alle 22.30 le forze dell’ordine hanno interrotto concerti e rappresentazioni in due piazze su tre nonostante gli organizzatori avessero ottenuto in via preliminare l’autorizzazione del commissariato. «Ci hanno detto che facevamo chiasso, ma francamente noi e i bimbi siamo rimasti di sasso», hanno commentato con disappunto gli insegnanti.
 La lotta. Non cessa la mobilitazione neppure in altre zone dell’isola: dal Sulcis Iglesiente all’Ogliastra, dalla provincia di Nuoro alla Gallura. E a Oristano le manifestazioni si sono estese a quesi tutte le scuole della città. (pgp) 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Nuoro
«Fondazione? È un bene» 
Caterina Loi (Provincia) replica agli universitari 
 
 NUORO. «La Fondazione non vuole sostituirsi all’Università, gli studenti non hanno ben compreso»: il presidente della commissione cultura del consiglio provinciale, Caterina Loi, a nome di tutto il Consiglio, risponde così all’attacco fatto qualche giorno fa dagli universitari nuoresi riuniti nell’associazione Ochlos. In un documento piuttosto dettagliato, gli studenti, avevano in sostanza attaccato l’idea stessa della Fondazione e ne avevano spiegato i motivi. «Dispiace - scrive la Loi - leggere quanto hanno scritto alcuni rappresentanti degli studenti universitari nuoresi riguardo la volontà della Provincia di istituire una fondazione di partecipazione per la gestione della promozione degli studi universitari a Nuoro. Dispiace perché gli studenti sono stati presenti a tutte le assemblea pubbliche nelle quali si è parlato della necessità di istituire un nuovo soggetto gestore e mai si opposero a questa decisione». «Dispiace, inoltre rendersi conto che ciò che vuol fare la Provincia, con la Fondazione di partecipazione non è stato ben compreso: la fondazione di partecipazione come soggetto gestore non vuole sostituirsi alle Università, ma vuole sostenere le Università di Cagliari e Sassari nella loro presenza a Nuoro».
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 16 - Cagliari
Avrà sede nei locali del padiglione delle ex officine 
Il museo paleontologico Martel si sposta nella Grande Miniera 
 
CARBONIA. Il museo paleontologico E.A. Martel di Carbonia, allestito grazie alla donazione in comodato della collezione del Gruppo Ricerche Speleologiche Martel di Carbonia, e sino ad oggi ospitato negli spazi di via Campania, troverà sede nei locali, appositamente strutturati, del padiglione ex officine della Grande Miniera di Serbariu. Il nuovo Museo, di prossima inaugurazione, acquisterà una identità che lo renderà unico nel suo genere per i reperti, originali e in replica scientifica, risalenti ai primi periodi del Paleozoico sino al Quaternario, ritrovati in diverse località del Sulcis-Iglesiente.
 L’amministrazione comunale provvederà a valorizzare i reperti della collezione E.A. Martel che non troveranno spazio nel nuovo percorso museale, installando quelli provenienti dalle aree geografiche differenti, negli spazi del ballatoio della nuova struttura.
 Questi reperti diventeranno un deposito-archivio-attivo su tematiche riguardanti le biodiversità organizzato sotto la direzione scientifica di prof Gian Luigi Pillola, docente dell’Università di Cagliari, Dipartimento Scienze della Terra, e potranno essere utilizzati e valorizzati per mostre tematiche e temporanee.
 Il museo, sarà denominato di Paleo-Ambienti Sulcitani, e conserverà l’intitolazione a Martel, quale riconoscimento storico e di continuità culturale. Con la valorizzazione della importante donazione ricevuta dal Gruppo Martel, l’amministrazione ne riconosce l’importanza inserendola a pieno titolo in un contesto culturale di livello regionale e nazionale.
G.F.N. 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - Cagliari
Il territorio reagisce all’ipotesi non smentita di trasferimento dei corsi di Monteponi alla sede di Cagliari 
«La nostra università non si chiude» 
Il sindaco di Carbonia: taglio alla cultura. I Riformatori: un confronto 
 
 IGLESIAS. Fanno quadrato gli amministratori comunali e le industrie del territorio per salvare il consorzio Ausi e la scomparsa delle facoltà di Scienza dei materiali e Informatica, a Monteponi. I venti distruttivi diretti sulle due facoltà di Monteponi stanno aggregando quanti, in questi anni, hanno fatto sforzi, anche finanziari, per tenere alto il livello di questi due corsi universitari ed ora, senza che arrivino smentite dalla Regione, si profila, dal prossimo anno accademico, il trasferimento a Cagliari delle due facoltà superstiti (Ingegneria ambientale è stata trasferita).
 «Si parla di chiusura - esordisce il sindaco di Carbonia, Tore Cherchi - e questa posizione è inaccettabile perchè, in questo modo, s’impedisce la crescita culturale e formativa del nostro territorio. Se è lecito razionalizzare è bene allora che s’investano somme considerevoli per portare questo centro a livelli di eccellenza. Nei territori in difficoltà si investe in ricerca e non solo nella didattica. Monteponi, in questi anni, ha dimostrato di avere raggiunto livelli apprezzabili e su questa base occorre riconoscere i meriti e i risultati conseguiti».
Il disegno del governo nazionale di cancellare le facoltà gemmate, sorte in ogni dove per aggiungere il blasone ad alcuni centri, non dovrebbe valere per Monteponi che in questi primi 12 anni di attività si è fatto conoscere in campo internazionale.
 Il merito più appariscente, anche se non il più importante, è che tutti i laureati in Scienza dei materiali hanno trovato occupazione, e quasi sempre nelle aziende dove gli studenti hanno svolto il tirocinio.
 «Si devono aprire nuove prospettive nel campo della ricerca - aggiunge Tore Cherchi - nei materiali e nel campo energetico. Investire in ricerca significa dare speranza ai giovani ma anche trovare soluzioni in settori innovativi; quindi bisogna realizzare laboratori e dotarli di strumenti tecnologicamente avanzati. Gli studi sul carbone, plastica, sulle biotecnologie e sui materiali e gli investimenti vanno selezionati per ottenere risultati di spessore. Spesso come amministratori veniamo accusati di occupare spazi non di nostra competenza e di indossare abiti che non ci sono adatti. Bene, allora sia la Regione a farsi carico di questa scommessa e i Comuni rientreranno nei loro ranghi. Quanto ad una possibile chiusura ci opporremo ad un disegno che aggraverebbe la situazione culturale e farebbe scomparirebbe la ricerca».
 Anche in città si solleva la protesta. I consiglieri comunali Claudio Rosina, Mario Diana, Sergio Matzuzzi, Paolo Fogu, Roberto Caddeo, Giorgio Perseu, Gianmarco Eltrudis e Andrea Pilurzu hanno presentato qualche giorno fa al presidente del consiglio comunale, la richiesta di convocazione dell’assemblea civica per discutere la situazione economica e il futuro del consorzio Ausi.
 «L’Ausi - si legge nella lettere inviata al presidente del consiglio comunale - ha svolto e svolge un ruolo decisivo per il futuro del territorio; pertanto i reiterati tentativi di sopprimerlo, manifestati dal governatore Soru rappresentano un incomprensibile disimpegno della Regione. Altrettanto incomprensibile appare il silenzio del sindaco di Iglesias».

9 – Il Sardegna
Grande Cagliari – pagina 26
Università. In piazza Costituzione la protesta degli studenti e dei professori universitari
Lezione di protesta al Bastione
“Feriti dai tagli della Gelmini”
L’ultima sfida al Governo: una maglietta bianca con il segno di una coltellata alle spalle
Ennio Neri
 
Accoltellati alle spalle. Il colpevole? Il decreto 133 della Gelmini. Tagli a Ricerca e Università, prima della trasformazione di queste ultime in fondazioni private. Piazza Costituzione, ore 10. Lezione di Storia Contemporanea  “Costituzione, antifascismo e cittadinanza democratica”, del professor Claudio Natoli. Sotto un sole cocente mentre il prof spiega circondato da studenti e docenti, con crisantemi e cartelli al collo, una dozzina di giovani giacciono sulla scalinata del bastione di Saint Remy. Mostrando sul dorso t shirt squarciate che riproducono ferite di armi da taglio. Sono le coltellate mortali inflitte dalla riforma. Quella che ha spinto i docenti ad andare a fare le lezioni nelle piazze «in un momento in cui è a rischio in Italia l’esistenza stessa di una scuola pubblica, di un’Università pubblica, di una ricerca pubblica corrispondente agli standard di un paese civile», spiega Natoli. Un prof col megafono per denunciare i tagli «che provocheranno caos e degrado in tutto il sistema di istruzione primaria e secondaria, dell’Università e degli enti di Ricerca- già oggi», prosegue, «si prevede di mandare a casa 87.000 insegnanti, di sostituire nelle Università solo una persona su cinque che lasceranno il lavoro, e fin da adesso di rescindere il contratto a migliaia di giovani ricercatori che lavorano da anni negli enti di ricerca». Secondo i docenti le borse per i dottorati saranno ridotte del 20 %. Mortificando ambizioni e prospettive di tanti neolaureati. Dopo Natoli il turno di Annamaria Loche “Filosofia politica” con la lezione “Pace e diritti umani”. Poi Cristina Lavinio “Linguistica italiana e linguistica educativa” “Educazione di linguistica democratica”. Nel pomeriggio la performance musicale di Pinuccio Sciola “La musica delle pietre”.
E in serata all’Ersu proiezione di “Fahrenheit 451” di Truffaut.
Oggi alle 9 Idee di Letteratura, Seminario a cura di Maurizio Virdis. Alle 12 dal bastione di santa Caterina, “Per la vie della città di Cagliari”, Laboratorio cartografico itinerante a cura di Isabella Zedda. Alle 17 “In viaggio con Erodoto”, lezione di Patrizia Mureddu con lettura teatrale di Gaetano Marino, un’ora dopo “Forme e modalità del discorso persuasivo”, lezione di Giulio Paulis e alle 18 tavola rotonda con Maria Teresa Marcialis, Pierluigi Lecis e Francesca Crasta. La funzione critica della Regione”. Alle 20, 30 nella sala Cosseddu dell’Ersu, “Essere e avere”, film di Nicholas Philibert. A cura di David Bruni e Antioco Floris. Prosegue l’agitazione a Scienze politiche. Turni da 10-25 studenti a notte per l’occupazione dell’aula magna.
 
 

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