Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 October 2008
Rassegna quotidiani locali

L'UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 21
La protesta. In 300 seguono la relazione di Roberto Coroneo sui Beni culturali
Università, la lezione si fa al Bastione
Studenti e docenti sulla scalinata di piazza Costituzione  
 
Non c'è tensione, ma passione. E gli slogan restano sugli striscioni affissi alla facciata del Bastione di Saint Remy.
Non c'è tensione, ma passione. E gli slogan non vengono urlati ma restano sugli striscioni affissi alla facciata del Bastione di Saint Remy e sui piccoli cartelli sui quali una parte dei circa 300 studenti ha scritto la propria porzione di protesta. «Ci state svendendo». «Basta con i tagli all'università, tagliate i costi della politica». «No all'università per soli ricchi». Protesta di velluto.
Lo spirito della contestazione studentesca contro l'ennesima riforma universitaria, contro «l'ennesimo attentato alla formazione» è tutto in questa lezione all'aperto, la prima di un ciclo che si concluderà mercoledì, vigilia della manifestazione nazionale contro la legge 133, che dentro «disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica» stabilisce tagli a una parte consistente dei fondi e, all'articolo 16, dispone che «le Università pubbliche possono deliberare la propria trasformazione in fondazioni di diritto privato».
PROTESTA UNITARIA Sulle ricadute della legge sugli atenei, in particolare su quello cagliaritano, ci sono stati (venerdì pomeriggio) e ci saranno approfondimenti. Certo è che raramente un provvedimento legislativo ha unito così profondamente presidi, docenti, ricercatori e studenti. E perfino, nonostante un doveroso distacco istituzionale, il rettore, che nei giorni scorsi ha manifestato «non poche preoccupazioni per il bilancio preventivo del 2009, anche perché il ministero non ha ancora trasmesso le “procedure” con le assegnazioni del Fondo di finanziamento necessarie per elaborare le proiezioni di spesa e la dimensione del reclutamento del personale docente e tecnico amministrativo». Forme diverse, stessa sostanza.
«SENSIBILIZZARE LA GENTE» Anche con una lezione all'aperto si può raggiungere l'obiettivo di «sensibilizzare l'opinione pubblica» e «mandare un forte segnale politico al Governo». Soprattutto se la lezione si tiene sulla scalinata del Bastione, luogo-simbolo della città, centrale, dunque di passaggio. E nello stesso tempo Bene culturale, dunque quinta perfetta per la relazione di Roberto Coroneo su “Per la difesa del patrimonio culturale e artistico in Italia”. Sotto la pioggia, finissima ma insistente, circa 300 studenti. Il docente di Storia dell'arte premette che «la 133 ci porta in piazza ma anche a fare questa lezione». E insiste sul Codice urbani, sui concetti di proprietà e detenzione dei beni culturali, sino ad approdare, inevitabilmente, alla necropoli fenicio-punica di Tuvixeddu (oggi al centro di un'altra lezione di Alfonso Stiglitz in piazza Sorcinelli) e all'Anfiteatro romano. «Vincere la battaglia di Tuvixeddu significa reimpostare tutta la gestione dei beni culturali a Cagliari». Nell'ottica del Codice Urbani: non serve vincolare un bene se non si vincola il paesaggio circostante. Suscita l'applauso, Coroneo, quando ricorda che «non si trovano i fondi per sostenere i beni culturali mentre si trovano per salvare società calcistiche dal fallimento». Sulla lezione si affaccia fisicamente anche la politica, che ha il volto di Maria Antonietta Mongiu. L'assessore regionale ai Beni culturali scalda i ragazzi quando informa che «abbiamo presentato un ricorso alla Corte costituzionale contro il decreto Gelmini» e annuncia incontri con gli studenti per la prossima settimana.
PROSEGUONO LE OCCUPAZIONI Prosegue, intanto, l'occupazione a Scienze politiche e Psicologia dove sono stati formati gruppi di lavoro su comunicazione (rapporti con la stampa, con altri centri di mobilitazione al di fuori dell'ateneo cagliaritano, monitoraggio dell'informazione cartacea e telematica, postazione internet, blog e forum), analisi (analisi giuridica-politica-economica-sociale della legge 133/2008 e dei suoi effetti, elaborazioni di documenti, e organizzazione (pianificazione della diffusione del materiale prodotto, organizzazione iniziative, relazione con il movimento di contestazione degli studenti medi). Nemmeno in queste due facoltà l'attività didattica è stata interrotta ma «ricalibrata» in strade e piazze. In aula dibattiti, approfondimenti, seminari.
IL CALENDARIO DI LUNEDÌ Lunedì mattina alle 10 si parlerà di “Costituzione, antifascismo e cittadinanza democratica” di Claudio Natoli. Alle 10,30 Annamaria Loche parlerà di “Pace e diritti umani”, alle 11 Cristina Lavinio di “Educazione linguistica democratica”. Alle 14 si tornerà in Facoltà: sulla gradinata d'ingresso al corpo centrale, lo scultore Pinuccio Sciola farà ascoltare agli studenti “La musica delle pietre”, cioè delle sue celebri sculture sonore. Alle 16,30, in aula magna, il seminario di Maurizio Virdis dedicato alle “Idee di letteratura”, che prevede un secondo incontro per martedì alle 9. Spazio anche al cinema con la proiezione, alle 20,30, nella sala Cosseddu dell'Ersu, del film di François Truffaut Fahreneit 451 con la famosa scena del rogo dei libri. (f. ma.)
2 – L’Unione Sarda
Pagina 52 – Provincia di Sassari
Sassari Avvocatura dello Stato
Querelle in facoltà: per la dirigente niente arretrati
   
L'Avvocatura dello Stato ha chiuso la querelle fra l'Università di Sassari e la dirigente dell'ufficio legale dell'Ente Rosanna Ruiu esprimendo un parere netto: alla dirigente non è dovuto nulla di più di quanto prevede il suo contratto di lavoro.
Il consiglio d'amministrazione ne ha preso atto nella riunione di mercoledì decidendo contestualmente di richiedere alla dirigente la restituzione dei quasi 50 mila euro che aveva ottenuto alcuni mesi fa.
L'avvocato Ruiu, dal canto suo, aveva fatto pervenire all'amministrazione dell'Ateneo un decreto ingiuntivo con il quale chiedeva le somme che le erano state decurtate dai 50 mila euro sotto forma di trattenute.
Ormai è guerra aperta fra la dirigente e l'Università e questo comincia a porre qualche problema di compatibilità di cui si parlerà in una prossima riunione del Cda.
La vicenda aveva preso il via diversi mesi fa quando all'ordine del giorno del consiglio d'amministrazione era stato iscritto l'esame del «regolamento per il riconoscimento e la liquidazione dei diritti e degli onorari agli avvocati dipendenti». Questo documento, firmato dal Rettore, Alessandro Maida, se approvato avrebbe regalato all'avvocato Rosanna Ruiu qualcosa come 640 mila euro o giù di lì.
Prevedeva infatti la corresponsione dei diritti di procuratore e gli onorari professionali di avvocato dovuti per l'esercizio dell'attività professionale in caso di sentenze favorevoli all'Ente. E questo non dall'eventuale momento di approvazione del regolamento ma, come recita l'ultimo articolo, «per tutte le controversie già concluse».
I sindacati si erano fatti subito i conti, quelli che in realtà avrebbe dovuto fare prima l'amministrazione dell'Ateneo. «Se per il periodo 2000-2002 la dirigente ha ottenuto 50 mila euro, dal 2003 al 2008 arriverebbe a percepirne in totale circa 640 mila. Una cifra insostenibile per le casse dell'Ateneo». Qualcuno all'interno del consiglio d'amministrazione non era comunque di questo avviso e voleva a tutti i costi dare questa generosa gratificazione all'avvocato. Il primo stop era però giunto nella seduta del 4 agosto. Anzi, prima, durante la riunione del collegio dei revisori conclusa con un parere negativo. La discussione venne sospesa e si decise di chiedere un parere all'Avvocatura dello Stato. Quel parere ora è arrivato.
GIBI PUGGIONI

 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
Lezioni all’aperto e nuove occupazioni 
Cagliari: il Bastione diventa aula universitaria
Domani replica a Sassari. Autogestioni e sit in 
Mobilitazione nei due atenei e negli istituti sardi. Cortei a Olbia, Carbonia e in altri centri Timori in Ogliastra 
 
 CAGLIARI. Gli studenti sardi non si fermano. L’Onda anti-Gelmini è inarrestabile. Il movimento chiude il fine settimana in attivo. A Cagliari il Bastione Saint Remy, nel cuore della città, ieri si è trasformato in un’aula d’ateneo a cielo aperto. Domani mattina a Sassari iniziativa analoga, sulla scia di tante manifestazioni simili promosse in tutt’Italia. I ragazzi dell’università faranno lezione in piazza Santa Caterina. Luogo in qualche modo simbolico. E non soltanto perché si trova in un’area del centro storico chiusa al traffico. È infatti a due passi dal Comune, dal Duomo e dalla stessa sede centrale dell’ateneo turritano. Sempre ieri, mobilitati docenti e ragazzi della scuola, con cortei e sit-in in Gallura, in Ogliastra, nell’Oristanese, nel Sulcis Iglesiente.
 A Sassari gli universitari hanno deciso inoltre di ritrovarsi alle 12 di ogni giorno davanti alla sede della prefettura, in piazza d’Italia: un segno di dissociazione dai provvedimenti voluti dal governo. Sotto accusa, la riforma Gelmini e la legge «133». I due testi sono considerati dai contestatori fonti di gravi difficoltà perché ridimensionano gli organici dei professori e tagliano consistenti fondi alla scuola come alla ricerca. Sul fronte delle polemiche innescate dal premier su un possibile intervento delle forze dell’ordine contro le occupazioni, in Sardegna la fantasia dei manifestanti si è sbizzarrita con striscioni, slogan, scritte su lenzuoli e drappi bianchi.
 Palloncini, bandiere, suoni assordanti di sirene e fischietti nel corteo di Carbonia. Un migliaio i ragazzi scesi in piazza per dire no a Berlusconi e alla Gelmini. È stata una manifestazione sempre ordinata e pacifica, ma ferma nel rifiuto degli ultimi interventi varati a Roma. Preoccupazione nella vicina Carloforte. Si teme un ridimensionamento drastico dell’istruzione pubblica. Assemblea affollatissima. In campo insegnanti della scuola dell’infanzia, elementare, media, liceo e nautico, sindacalisti.
 Tortolì mobilitata per difendere la scuola: gli iscritti ai sette istituti del centro ogliastrino hanno aderito alla protesta al grido di «Le scuole non sono prigioni: rispettate le nostre opinioni». Collettivi uniti nel Marghine. Da Macomer arriva la conferma: il 30 ottobre partiranno a centinaia per Roma. Obiettivo: partecipare alla manifestazione nazionale promossa dai confederali.
 Imponente manifestazione a Olbia: centinaia di no al decreto legge del ministro. Un lungo corteo ha attraversato tutto il centro. E nessuna bandiera: gli studenti non hanno voluto dare un colore politico alla protesta. «Siamo solo dalla parte della scuola», non si sono stancati di ripetere in parecchi.
 «Gelmini, è arrivata la bufera»: nel segno di questo slogan a Oristano sono cominciate le occupazioni alle Industriali Othoca, alle Magistrali e allo Scientifico. Ma la didattica non subisce costrizioni: chi vuole entrare in aula è libero di farlo senza che i compagni glielo impediscano. Le autorità scolastiche provinciali hanno informato della pacifica rivolta questura e direzione regionale. Domani nuove manifestazioni potrebbero interessare tutti gli altri superiori oristanesi.
 Oltre un migliaio di ragazzi delle superiori di Cagliari e altri centri dell’hinterland ha manifestato ieri mattina per le vie del capoluogo di regione. Tra i giovani, che scandivano cori contro il ministro e il governo, numerosi universitari. Hanno distribuito volantini per spiegare i motivi della loro protesta, culminata nell’occupazione aperta di alcune facoltà, e invitato i cittadini alla manifestazione che si svolgerà giovedì dalle 9.30 in piazza Garibaldi. Tutto contro «la privatizzazione dell’università, la distruzione della scuola, il colpo di grazia al diritto allo studio».
 Da lunedì alcune scuole cagliaritane terranno un’assemblea permanente al bastione Saint Remy. Sempre qui, lungo la scalinata che si affaccia su piazza Costituzione, nel primo pomeriggio di ieri, la lezione all’aperto. L’ha tenuta il preside di Lettere, Roberto Coroneo. Un mezz’ora di relazione che neppure la pioggia ha bloccato. Tra gli studenti-spettatori, assieme agli studenti e a tanti curiosi, l’assessore regionale alla Pubblica istruzione, Maria Antonietta Mongiu (pgp)
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Università. Prima lezione in piazza dopo le occupazioni 
Scalinate della protesta 
Al Bastione tutti presenti: professori e studenti 
Il preside di Lettere ha parlato del rischio che corrono i beni culturali 
SABRINA ZEDDA 
 
 CAGLIARI. Per la grande prima sulle scale del Bastione non è voluto mancare nessuno: c’erano gli studenti, un po’ di tutte le facoltà, e insieme a loro i presidi, i docenti, i ricercatori, e pure qualche impiegato degli uffici amministrativi. Ognuno uguale all’altro, senza distinzione di ruoli o di potere, nella grande lotta contro le strane idee del governo sull’università, a cui ieri è stato detto “no” con la prima lezione di protesta in piazza.
 ‹‹Non ho mai fatto né so come si fa una lezione in strada - ha esordito, forse sorpreso lui stesso, il protagonista del primo appuntamento con quest’esperienza, Roberto Coroneo, preside della facoltà di Lettere (nella foto in alto a destra) - Avrei preferito magari una stagione diversa, ma le motivazioni che ci spingono a far questo le conoscete tutti e non ho potuto tirarmi indietro››. Che le scalinate del Bastione fossero colme in molti se lo auguravano, ma per altrettanti non era affatto scontato dopo che, già da metà mattina, il cielo aveva cominciato a divenire sempre più scuro per farsi plumbeo e mandar giù qualche goccia proprio negli stessi minuti in cui Coroneo cominciava a parlare della difesa del patrimonio culturale e artistico in Italia.
 ‹‹Non vi preoccupate, non parlerò come in una lezione accademica - ha aggiunto il preside - Cercherò invece di essere semplice, proponendo spunti che travalichino l’ambito strettamente tecnico e essere così accessibile a tutti››. Esame superato? Sì, perché nella mezz’ora di spiegazione Coroneo non ha solo spiegato che cos’è un bene culturale, partendo dal codice Urbani, ma ha anche applicato la teoria alla pratica, con esempi alla portata di tutti. ‹‹Bene culturale è anche il canto a tenores››, ha spiegato ricordando come solo poco tempo fa questo sia stato riconosciuto dall’Unesco patrimonio dell’umanità. E ancora, scivolando nel paludoso terreno politico, Coroneo ha citato la spinosa questione di Tuvixeddu (‹‹da come sarà risolta si capirà come si vorrà impostare il discorso sulla tutela di questo tipo di patrimonio››), quella sull’opportunità di trasformare l’Anfiteatro romano in un luogo per i concerti, quella, più generale, dei costi per il mantenimento dei beni culturali: ‹‹Lo Stato taglia e dice ai Beni culturali di reggersi con le proprie forze. E questo fa venire in mente la stessa situazione universitaria››. Poi l’affondo: ‹‹Mi chiedo: perché per lo Stato dovrebbe essere così sconveniente intervenire per proteggere i beni culturali, quando invece lo fa con molta naturalezza per Alitalia e qualche anno fa pensava di farlo persino per qualche squadra di calcio?››. Lezione conclusa e applauso strappato, ma a dire qualcosa arriva anche l’assessore alla Cultura, Maria Antonietta Mongiu che, invitando gli studenti di Storia dell’arte, Lettere, Archeologia a non disperare ‹‹perché il nostro sviluppo si fonda sui beni culturali››, ha ricordato che la Regione ha ricorso alla Corte Costituzionale contro la riforma Gelmini.
Oggi nuova lezione all’aperto: alle 10, in piazza Sorcinelli, Alfonso Stiglitz parlerà del “Caso Tuvixeddu”.
 

Questionnaire and social

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