Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 October 2008
Rassegna quotidiani locali

L'UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
1 – L’Unione Sarda
Prima pagina
Cagliari. Corteo di studenti in centro mentre si estende la protesta
Università, occupate Psicologia e Scienze politiche
   
Occupazioni a Scienze politiche (Aula magna) e a Psicologia (aula 4/B), seminari sulla legge 133 e incontri artistici a Lettere, ma anche lezioni per le strade: questo pomeriggio la prima, sul Bastione di Saint Remy, dedicata alla tutela del patrimonio artistico italiano. L'università, a Cagliari, continua la sua mobilitazione. Ma la protesta coinvolge anche le scuole superiori: ieri oltre 700 studenti hanno improvvisato un corteo nel centro. Arrivati davanti al liceo classico Siotto, alcuni hanno sfondato un cancello. Si sono vissuti momenti di tensione.
 
Università. Oggi pomeriggio al Bastione di Saint Remy il preside di Lettere spiega come si tutela il patrimonio artistico
Facoltà occupate e lezioni per strada
Scienze politiche e Psicologia, si dorme in aula magna  
Ragazzi in sacco a pelo da mercoledì a Scienze politiche, occupata anche Psicologia.
E da oggi si fa lezione per strada. Il calendario degli eventi in vista del grande corteo di giovedì prossimo
 
Ne hanno discusso con la preside Paola Piras e i prof, poi hanno deciso: occupazione. A Scienze politiche, da mercoledì notte, circa trenta studenti dormono, imbacuccati nei loro sacchi a pelo, in aula magna. La stessa dove di giorno, divisi in gruppi di lavoro e armati di computer, stampanti, fax, telefoni, pianificano le azioni di protesta da mettere in campo da qui alla grande manifestazione di giovedì, quando anche a Cagliari, come in tutta italia, sfilerà la protesta delle scuole e delle università contro il decreto Gelmini e la famigerata legge 133. La stessa dove ogni sera, dopo le 20, si riuniscono le rappresentanze delle verie Facoltà e in cui un cartello avvisa: «L'aula magna è occupata e autogestita. Perciò va curata e rispettata».
Idem, ma su scala ridotta, a Psicologia, dove l'aula occupata è la 4/B. In entrambi i casi, occupazione non significa non fare lezione: l'attività didattica prosegue, anche se ricalibrata, con le lezioni che si spostano fuori dalla Facoltà, in strade e piazze, e la Facoltà che si apre invece a dibattiti, approfondimenti, seminari. Come a Lettere, dove ieri il preside Roberto Coroneo e due rappresentanti degli studenti, Gianvito di Stefano e Federico Serra, hanno convocato i giornalisti per rendere noto il calendario della didattica rivoluzionata.
Primo appuntamento ieri pomeriggio nelle aule 15, 16 e 17 con un seminario su “La legge 133 e le sue ricadute sull'Università di Cagliari”. Alle 17,30, invece, nell'aula magna delle lauree (secondo piano del vecchio stabile: l'altra aula magna, quella del corpo aggiunto, è rimasta allagata mercoledì scorso, il giorno del nubifragio) Cristina Lavinio e Franco Mannoni presenteranno il libro Chiamalo pure amore , di Maria Giacobbe.
Si continua, sempre in Facoltà, questa mattina con una tavola rotonda dedicata a temi di stretta attualità, dopo l'alluvione dei giorni scorsi: “Ambiente, paesaggio, territorio: concetti geopolitici?” A discuterne, Antonio Loi, Fabio Parascandolo, Marcello Tanca.
Alle 16,30, invece, la prima delle annunciate lezioni all'aperto. L'appuntamento è al Bastione di Saint Remy, dove il preside Roberto Coroneo, che è docente di Storia dell'arte, parlerà “Per la difesa del patrimonio culturale e artistico in Italia”.
Domani, alle 10, altra lezione per strada. Alfonso Stigliz affronterà “Il caso Tuvixeddu” in piazza Sorcinelli (il parcheggio fra viale Trento e viale Trieste).
Tre le lezioni previste al Bastione di Saint Remy per lunedì mattina. Alle 10 Claudio Natoli parlerà di “Costituzione, antifascismo e cittadinanza democratica”, alle 10,30 Annamaria Loche di “Pace e diritti umani”, alle 11 Cristina Lavinio di “Educazione linguistica democratica”.
Alle 14 si torna in Facoltà ma per un evento artistico: sulla gradinata d'ingresso al corpo centrale, lo scultore Pinuccio Sciola farà ascoltare agli studenti “La musica delle pietre”, cioè delle sue celebri sculture sonore. Alle 16,30, invece, prenderà il via in aula magna il seminario di Maurizio Virdis dedicato alle “Idee di letteratura”, che prevede un secondo incontro per martedì alle 9.
Spazio anche al cinema con la proiezione, lunedì alle 20,30, nella sala Cosseddu dell'Ersu, del film di François Truffaut Fahreneit 451 , con la famosa scena del rogo dei libri. Proiezione e dibattito sono curati da David Bruni e Antioco Floris, che cureranno anche il secondo incontro cinematografico, martedì alla stessa ora nella stessa sala, con il film di Nicolas Philibert Essere e avere .
Martedì alle 12 si terrà un laboratorio itinerante di cartografia a cura di Isabella Zedda “Per le vie di Cagliari”: partenza dal Bastione di Santa Caterina.
Alle 14 di nuovo sulla scalinata d'ingresso di Lettere per una lezione di Patrizia Mureddu con lettura teatrale di Gaetano Marino su “In viaggio con Erodoto”. Alle 16, in aula 15, una lezione di Giulio Paulis su “Forme e modalità del discorso persuasivo”, cui seguirà una tavola rotonda con Maria Teresa Marcialis, Pierluigi Lecis e Francesca Crasta su “La funzione critica della ragione”.
Mercoledì, di nuovo all'aperto: in piazza del Carmine, a discutere de “Il futuro dell'università italiana: istituzioni pubbliche o fondazioni private” . Il calendario finisce lì, nella piazza in cui nel pomeriggio si terrà l'incontro organizzato dalle scuole e da cui, l'indomani, prenderà il via il corteo. «Ma andremo avanti anche in novembre», promette Coroneo.
MARCO NOCE
 
La lettera. Settanta prof spiegano le ragioni della protesta ai genitori degli iscritti
«Danno alle banche i soldi destinati ai vostri figli»
Il preside e dodici docenti della facoltà di Lettere e Filosofia di Cagliari hanno scritto una lettera ai genitori degli iscritti. Il testo è stato sottoscritto da altri 61 docenti di altre Facoltà. Eccone un estratto.
 
Cari genitori,
(...) Voi inviate i vostri figli, spesso con duri sacrifici economici, a continuare gli studi superiori, nella speranza di garantire loro una prospettiva di lavoro qualificato e dignitoso. Ma oggi sentite vacillare la certezza che questo vostro sforzo venga coronato da successo. (...) Come dimostrano i risultati relativi al successo dei nostri giovani nella ricerca internazionale, la nostra Università è composta in grandissima parte di docenti di valore, che si dedicano con passione alla ricerca e all'insegnamento. I risultati spesso straordinari che professori italiani raggiungono sia nella ricerca sia nell'insegnamento sono tanto più degni di nota quanto più ottenuti in un contesto di sempre più drammatica precarietà di risorse e di servizi.
Negli ultimi anni le nostre Facoltà hanno dovuto far fronte a una crescita straordinaria di domanda di istruzione che è un segno di vitalità dell'Università italiana. Migliaia di giovani che prima entravano precocemente nel mondo del lavoro, oggi continuano gli studi migliorando la loro preparazione e formazione. Ma ad essi non sono assicurate spesso aule dignitose, biblioteche, spazi per gli studi. La verità è che da alcuni anni i governi della Repubblica vanno sottraendo sempre più risorse ai bilanci già drammaticamente inadeguati dell'Università.
La nuova legge 133 e i provvedimenti collegati prevedono un ulteriore taglio di ben 1500 milioni di euro per i prossimi 5 anni, la riduzione del turn-over al 20%, e cioè l'avvicendamento di 1:5 per il personale docente e tecnico-amministrativo, il mancato rinnovo di migliaia di contratti dei giovani ricercatori attivi presso gli Enti pubblici di ricerca.
Come se ciò non bastasse, nel recentissimo DL 2008 n. 155, varato dal governo per garantire la stabilità del sistema creditizio, le ingenti risorse messe a disposizione delle banche in gravi difficoltà a seguito di operazioni finanziarie a mero carattere speculativo vengono sottratte, oltre che alle dotazioni dei ministeri e ai trasferimenti alle regioni e agli enti territoriali, al “fondo ordinario delle università e alle risorse destinate alla ricerca”.
È evidente la volontà politica di emarginare l'Università pubblica...
 
Strategie
Pronti a tutto pur di non essere strumentalizzati
   
Centri sociali? E quali, poi? A guardarli in faccia, i ragazzi in assemblea permanente a Lettere, non hanno proprio l'aria dei facinorosi. Si sentono in (s)vendita, più che altro: così, visto che era stata convocata una conferenza stampa, si sono appesi al collo i cartelli con i prezzi. Minimo un centesimo, massimo 99. L'idea è del gruppo di lavoro che sta programmando la manifestazione di giovedì 30. Sigle di partiti o movimenti collegati, qui come nelle aule occupate a Scienze politiche e Psicologia, non se ne vedono. Molta voglia di non essere strumentalizzati, invece. Tanto che parte dei manifestanti, ieri, è andata a spalare fango per la protezione civile a Pirri. Ma premurandosi di avvisare la stampa via e-mail: «È un'azione meritoria per chiunque la compia, nulla a che vedere con la contestazione in atto». (m. n.)
 
Pagina 19 – Cronaca italiana
Scuola, in cattedra i deputati Pdl
La Gelmini incontra gli studenti: «Ma il decreto non cambia»  
Ancora polemiche sulla scuola tra governo e opposizione. Manifestazioni di studenti in tutte le città
 
ROMA Deputati e senatori nelle classi per spiegare la riforma della scuola. Nel giorno che precede la manifestazione in piazza del centrosinistra «inattendibile», con il quale «non esiste possibilità di dialogo», da Pechino Silvio Berlusconi lancia la sua contromobilitazione per rispondere alle «falsità» della sinistra e difendere il piano di riforma di Mariastella Gelmini.
Mercoledì scorso, dal quartiere generale di Forza Italia, è stata inviata una mail a tutti i parlamentari del Popolo della Libertà. Contenuto, due allegati: un pieghevole di otto pagine in cui si elencano punti salienti e ragioni della riforma e un volantino fronte retro in cui si critica l'atteggiamento disfattista dell'opposizione. Sarà questo il materiale che deputati e senatori utilizzeranno, ciascuno nel proprio territorio di competenza elettorale, per contrastare la campagna di «disinformazione» della sinistra sulla scuola.
Nel primo si leggono le parole d'ordine della controffensiva mediatica del Cavaliere: serietà, educazione, merito. La prima pagina, dall'eloquente titolo «La scuola italiana: o cambia o muore». Nel pieghevole si sostiene che «la spesa pubblica per la scuola è esplosa, senza che vi sia stato un miglioramento della qualità». Con la riforma, si legge, «non si vuole spendere meno, ma si vuole spendere meglio» per evitare «il tracollo» del sistema. Si nega quindi il licenziamento di 100mila insegnanti, sostenendo che i tagli deriveranno esclusivamente dal blocco delle nuove assunzioni. I risparmi così ottenuti saranno inoltre «reinvestiti nella scuola per i docenti più meritevoli, con premi individuali fino a 7mila euro».
E mentre la Gelmini incontra gli studenti ma annuncia che il decreto non cambia «perchè la scuola deve cambiare», Silvio Berlusconi denuncia la presenza di «facinorosi» nelle proteste contro la riforma che hanno «l'appoggio della sinistra estrema e dei centri sociali» ed «il supporto dei giornali».
Parole che riaccendono la polemica e che seguono l'annuncio del premier di voler tutelare a tutti i costi, ma non con l'intervento della polizia, il diritto di chi non è d'accordo con la protesta.
Veltroni da Roma sostiene che è inutile replicare, tanto il premier smentirà. E Berlusconi affonda: «Non rispondo neppure. Non è il caso. Ho la pelle dura e spessa e sono abituato a ricevere insulti e calunnie. Metto tutto in un unico fascio. Affermano che sono un dittatore. E allora, perché dovrei dialogare? Dò ordini e mi impongo».
Intanto in tutta Italia la protesta degli studenti va assumendo le forme più varie: cortei, manifestazioni, volantinaggi, lezioni all'aria aperta, fiaccolate, occupazioni.
Il presidente del Consiglio dalla Cina ha parlato anche del piano del governo per fronteggiare la crisi finanziaria. Non ci sarà la rottamazione che «non è mai stata prevista», precisa il premier. Il governo - ha chiarito Berlusconi - sta studiando «misure di sostegno all'economia reale» ma non saranno incentivi intesi in senso tradizionale, come per esempio la rottamazione. Ipotesi che era stata ventilata nei giorni scorsi da esponenti dello stesso governo, dal ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola a quello per l'Ambiente Stefania Prestigiacomo.
Aiuti sì ma di tipo diverso dunque sarebbero quelli sui quali si sta lavorando. Il governo opterebbe innanzitutto per misure che favoriscono l'innovazione tecnologica e la tutela dell'ambiente.
Da una parte ricerca e alta tecnologia e dall'altra un sostegno per aiutare l'accesso al credito delle piccole e medie aziende, le più esposte alla turbolenza finanziaria di queste settimane. Resterebbe dunque come ipotesi al vaglio dei tecnici del governo la costituzione di un fondo pubblico di garanzia sui prestiti chiesti dalle aziende in difficoltà
2 – L’Unione Sarda
Pagina 24 – Cronaca di Cagliari
Convegno. Presentate tutte le novità del settore
Esperti di tutto il mondo disegnano le auto del futuro
   
Per combattere l'inquinamento e liberarsi dalla schiavitù del petrolio, sono stati proposti tanti motori alternativi, da quelli che utilizzano biocarburanti a quelli a benzina accoppiati agli elettrici.
Schiavi del petrolio ma non in eterno. Motori alternativi che utilizzano biocarburanti, propulsori a benzina accoppiati a motori elettrici che un giorno limiteranno l'utilizzo dei carburanti tradizionali: il congresso Ata Motori 2008 che si è tenuto all'hotel Baia di Nora, ha aperto una porta sul futuro, mostrando le diverse soluzioni ingegneristiche che permetteranno alle automobili di ridurre le emissioni inquinanti. Presenti al Congresso internazionale, le principali case automobilistiche provenienti da tutto il mondo come General Motors Fiat, Ford, Nissan, Toyota, e le principali aziende della componentistica dell'auto.
Durante i lavori è stata sottolineata l'importanza del risparmio energetico, e la necessità di ricercare una cooperazione fra le organizzazioni aziendali della filiera automobilistica e le compagnie petrolifere, in modo da superare progressivamente l'attuale stato di dipendenza dai combustibili tradizionali. «Il futuro dell'ingegneria automobilistica è legato a filo doppio al rispetto dell'ambiente - spiega Luca Carboni, segretario regionale dell'Ata - per questo è necessario individuare sistemi propulsivi che limitino l'uso dei combustibili derivati dal petrolio. Motori che sfruttano l'energia alternative permetteranno di rispettare le sempre più stringenti norme antinquinamento e le crescenti esigenze di risparmio energetico«. La duegiorni sarda è stata l'occasione per capire quanto ancora si dovrà seguire con preoccupazione il continuo aumento del prezzo del petrolio e come cambieranno le macchine che gli automobilisti utilizzano. «L'industria automobilistica dovrà trovare per il futuro nuove forme ingegneristiche che rispettino il pianeta: per questo è necessaria la piena collaborazione di tutti i soggetti impegnati a realizzare automobili».
Durante Ata Motori è stata presentata la monoposto realizzata dagli studenti della facoltà di Ingegneria Meccanica di Cagliari che ha recentemente partecipato alla Formula Sae sulla pista di Fiorano della Ferrari, ottenendo un lusinghiero risultato in considerazione dell'altissimo livello dei team partecipanti provenienti dalle più prestigiose università europee. Il telaio altri non è che un traliccio di tubi, il motore invece è quello di una Honda 600: non per forza bisogna ricorrere a progetti avveniristici per raggiungere importanti risultati.
IVAN MURGANA

 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Questo pomeriggio la prima giornata di studio per dire no al decreto Gelmini-Berlusconi 
Lezioni a cielo aperto sulle scalinate del Bastione 
Il preside di Lettere Roberto Coroneo parlerà di difesa del patrimonio artistico 
SABRINA ZEDDA 
 
CAGLIARI. Studenti tra i banchi e professori in cattedra per protestare contro i tagli all’università? Scontato: molto meglio una scenografia più suggestiva, come la scalinata del Bastione, e un tema, caro a molti, come la difesa del patrimonio artistico. Dopo gli annunci dei giorni scorsi, l’ateneo passa ai fatti: lezioni sospese per lasciar posto a quelle simboliche in piazza. Sarà così almeno sino a mercoledì.
 L’annuncio della nuova fase di rivolta contro le politiche da macellaio del governo Berlusconi è arrivato ieri dal preside della facoltà di Lettere e filosofia Roberto Coroneo. Era stato proprio lui, mercoledì durante l’affollata assemblea di studenti, docenti, ricercatori e non delle diverse facoltà, riuniti nel polo di Sa Duchessa, a lanciare la proposta. E a poco più di 24 ore dall’invito quasi tutti hanno deciso di raccoglierlo, tanto che ora è già pronto il calendario. Che, per essere precisi, i primi appuntamenti li ha fissati ieri sera: alle 15.30 nelle aule 15, 16 e 17 della facoltà di Lettere, per la prima lezione, tenuta da docenti esperti di diritto ed economia, dal titolo “La legge numero 133 e le sue ricadute sull’università di Cagliari”, e alle 17.30, nell’aula magna, per la presentazione, curata dai docenti Cristina Lavinio e Franco Mannoni, del libro della scrittrice Maria Giacobbe, “Chiamalo pure amore”.
 Il bello arriverà oggi con la prima lezione fuori dalle canoniche aule: alle 16.30 nelle scalinate del Bastione sarà proprio il preside di Lettere a solleticare la curiosità di studenti e cittadini con una lezione dal titolo “Per la difesa del patrimonio culturale e artistico in Italia”, dopo che, stamattina alle 10, ma nella facoltà di Lettere, si terrà una tavola rotonda sul tema “Ambiente, paesaggio, territorio: concetti geopolitici?”. Lezioni all’aria aperta anche domani: alle 10 l’appuntamento è in piazza Sorcinelli (angolo viale Trieste, dove si tiene il mercatino della domenica) per sentire qualcosa sul “caso Tuvixeddu” dalla voce del professor Alfonso Stiglitz. Da lunedì le lezioni saranno una appresso all’altra: si partirà la mattina al Bastione, per parlare di “Costituzione e antifascismo prima, con lo storico Claudio Natoli, per toccare poi la questione della “Pace e diritti umani”, con Annamaria Loche, sino ad affrontare con Cristina Lavinio il tema “Educazione linguistica democratica”. Ritrovo poi sulle scalinate del corpo centrale di Sa Duchessa per una performance di Pinuccio Sciola, che farà sentire a tutti la musica delle sue pietre. Tra gli altri appuntamenti da segnalare, sempre lunedì, la proiezione, ‹‹fortemente voluta dagli studenti››, dice Coroneo, del film di Francois Truffaut “Farhrenheit 451”.
 Martedì, carte geografiche alla mano, professori e studenti andranno alla scoperta della città, in un “laboratorio cartografico itinerante” a cura di Isabella Zedda, mentre mercoledì in piazza Del Carmine laboratorio di approfondimento su “Il futuro dell’università italiana: istituzioni pubbliche o fondazioni private?”.
 ‹‹L’intento di queste iniziative - dice Roberto Coroneo, a nome anche delle diverse anime delle tante facoltà che hanno scelto questa forma di protesta - è portare docenti, ricercatori e studenti fuori dalla facoltà, per esprimere la protesta e dichiarare l’importanza della formazione universitaria, e coinvolgere allo stesso tempo la cittadinanza››.
 Nell’organizzare la protesta, è stato fondamentale l’apporto degli studenti, organizzati sin nel minimo dettaglio. Divisi per gruppi, quelli del fronte del no curano ormai tutto: dai rapporti con le scuole a quelli con le altre facoltà, senza tralasciare la programmazione culturale di questi giorni.
 ‹‹Andremo avanti sino a mercoledì - dice Coroneo - Dal 3 novembre riprenderanno le lezioni normali che saranno affiancate da altre iniziative››.
Nel frattempo il fronte della protesta s’allarga ancora: mentre gli studenti di Piscologia del gruppo Psico-Logica-Mente annunciano di aver occupato la facoltà, sostegno alla protesa arriva dai Giovani Verdi, che si augurano che i movimenti di lotta ‹‹possano coinvolgere un numero sempre maggiore di persone, ma non siano strumentalizzati da alcuna parte politica››.
 
Pagina 1 - Cagliari
Settantaquattro professori ai genitori degli studenti: «Protestiamo tutti insieme» 
È evidente la volontà politica di emarginare l’università pubblica e di rendere più oscuro il futuro delle nuove generazioni 
 
 CAGLIARI. Settantaquattro professori dell’università hanno scritto una lettera aperta i genitori degli studenti, per spiegare i motivi di una protesta che “non va letta come la difesa dell’esistente, ma la voglia di evitare che l’università pubblica sia martorita, svuotata e trasformata in un privilegio per pochi”. Tutte le facoltà e tutti i corsi di laurea sono rappresentati nel documento dei settantaquattro: Lettere e filosofia, Scienze della formazione, Ingegneria, Chimica, Fisica, Medicina, Neuroscienze, Matematica, Enconomia, Lingue straniere e Scienze politiche. Questo il testo della lettera.
 Cari genitori,
noi docenti dell’università di Cagliari, unendoci ai colleghi di molte università, desideriamo avere un contatto con voi, con i genitori che hanno figlie e figli studenti nelle nostre facoltà.
 Le ragioni di questo invito sono molteplici. Voi inviate i vostri figli, spesso con duri sacrifici economici, a continuare gli studi superiori, nella speranza di garantire loro una prospettiva di lavoro qualificato e dignitoso. Ma oggi sentite vacillare la certezza che questo vostro sforzo sia coronato da successo.
 La stampa e i media denunciano casi intollerabili di nepotismo, o fenomeni gravi di illegalità nei concorsi e nelle assunzioni che hanno macchiato gravemente l’immagine dell’università. Siamo fermamente convinti che questi fenomeni debbano essere radicalmente combattuti ed eliminati. Ma questa denuncia, per alcuni aspetti giustificata, rischia di creare una grave distorsione della realtà.
 Come dimostrano i risultati relativi al successo dei nostri giovani nella ricerca internazionale, la nostra università è composta in grandissima parte da docenti di valore, che si dedicano con passione alla ricerca e all’insegnamento. I risultati spesso straordinari sono tanto più degni di nota, perché ottenuti in un contesto di sempre più drammatica precarietà di risorse e di servizi.
 Negli ultimi anni le nostre facoltà hanno dovuto far fronte a una crescita straordinaria di domanda di istruzione che è un segno di vitalità dell’università italiana. Migliaia di giovani che prima entravano precocemente nel mondo del lavoro, oggi continuano gli studi migliorando la loro preparazione e formazione. Ma ad essi non sono assicurate spesso aule dignitose, biblioteche, spazi per gli studi. La verità è che da alcuni anni i governi vanno sottraendo sempre più risorse ai bilanci già drammaticamente inadeguati dell’Università.
 La nuova legge 133 e i provvedimenti collegati prevedono un ulteriore taglio di ben 1500 milioni di euro per i prossimi 5 anni, la riduzione del turn-over al 20 per cento, il mancato rinnovo di migliaia di contratti dei giovani ricercatori attivi presso gli enti pubblici di ricerca.
 Come se ciò non bastasse, nel recentissimo decreto legge 155/2008 varato dal governo per garantire la stabilità del sistema creditizio, le ingenti risorse messe a disposizione delle banche in gravi difficoltà a seguito di operazioni finanziarie a mero carattere speculativo sono sottratte, oltre che alle dotazioni dei ministeri e ai trasferimenti alle regioni e agli enti territoriali, al “fondo ordinario delle università e alle risorse destinate alla ricerca”.
 È evidente la volontà politica di emarginare l’università pubblica, di costringere le facoltà a innalzare severamente le tasse di iscrizione e di selezionare gli accessi degli studenti sulla base del loro reddito familiare. D’altra parte, la possibilità che la legge offre ai rettori di trasformare le università in fondazioni private conferma questa volontà da parte del governo.
 Nello stesso tempo, le decurtazioni dei fondi per la scuola previste dalla Legge Gelmini comporteranno lo sfascio della scuola elementare, che ancora oggi si segnala in Europa per il suo carattere di eccellenza mentre avverrà la riduzione di 87 mila docenti, la chiusura di migliaia di istituti, il sovraffollamento delle classi, la decurtazione del tempo pieno e delle attività di sostegno.
 Crediamo che questi problemi non siano solo affare dei docenti: riguardano, in prima istanza, anche gli studenti e le famiglie. Sono problemi che pesano sulle nuove generazioni e dunque l’avvenire del nostro paese, che sempre meno investe in cultura e ricerca rispetto a gran parte dei paesi d’Europa e del mondo.
 Noi vogliamo affrontare realisticamente i nodi, pensare anche a soluzioni ragionevoli da proporre alla controparte governativa. Per questo riteniamo molto importante che il rettore, in conformità con i documenti già approvati dal Senato Accademico, dalle facoltà, dai consigli di corso di laurea e dai dipartimenti, indica al più presto una giornata di informazione, di discussione, di ferma protesta dell’università di Cagliari, aperta ai rappresentanti delle istituzioni e alla cittadinanza, nella quale si sospendano completamente tutte le attività di didattica e ricerca.
 Per parte nostra, infine, invitiamo voi genitori nella nostra università a discutere e confrontarvi insieme a docenti e studenti. Nei prossimi giorni organizzeremo manifestazioni aperte alle famiglie e a tutte le forze sociali e sindacali.
 
Pagina 24 - Sassari
Lezioni universitarie per strada 
Da lunedì piazza Santa Caterina sarà un’aula a cielo aperto 
La decisione definitiva presa nell’assemblea di ieri ad Agraria 
GABRIELLA GRIMALDI 
 
SASSARI. Docenti e studenti universitari si ritroveranno ogni giorno alle 12 davanti al palazzo della Prefettura in piazza d’Italia. Sarà un modo, da sommare alle manifestazioni e ai cortei di questi giorni, per far arrivare al Governo il dissenso sulla riforma della scuola. Ieri, intanto, si è svolta un’assemblea nella quale sono state prese decisioni sulle strategie da adottare nei prossimi giorni.
 Organizzato dai docenti alla facoltà di Agraria l’incontro era aperto a tutti e ha visto una discreta partecipazione di studenti universitari. Forse per la prima volta è venuta fuori la necessità di marciare uniti nella contestazione. «È indispensabile che lottiamo accanto ai professori - ha detto una studentessa di veterinaria -. Noi stiamo combattendo per il nostro futuro e loro per il loro presente: le due cose non possono essere disgiunte».
 Il docente Manlio Fadda ha comunicato ai presenti, fra cui anche il rettore Alessandro Maida, l’entità dei tagli all’università che entro il 2011 vedrà quasi dimezzati i fondi. «I tagli economici sono rilevantissimi e derivano dalla legge sull’Ici che, per consentire l’annullamento della tassa, va a pescare dai contributi per le facoltà. Ma le riduzioni economiche - ha detto Fadda - non sono l’unico aspetto di questa grave vicenda. Ci sono notevoli ripercussioni sulla funzionalità del sistema dell’istruzione».
 A questo proposito si è parlato della mannaia sul turn over. Per quanto riguarda Sassari, infatti, nei prossimi 4-5 anni andranno in pensione dai 200 ai 250 docenti. Secondo la legge 133 firmata dal ministro Giulio Tremonti questo personale non verrà sostituito. A sottolinearlo è stato il professor Luciano, preside della facoltà di Agraria, che ha spiegato come la manovra del Governo avrà pesantissime ripercussioni sull’attività degli atenei e che sarà praticamente impossibile dare spazio ai ricercatori.
 Nel corso dell’assemblea sono intervenuti anche diversi studenti che in questi giorni sono in prima fila nella lotta alla 133, seppure con posizioni diverse. Alla proposta di seguire le lezioni fuori dalle aule (succederà da lunedì in piazza Santa Caterina) per non turbare l’attività didattica, si è contrapposta la necessità manifestata da altri studenti di dare vita a manifestazioni che creino disagio «perchè quando si lotta per una giusta causa bisogna fare tutti dei sacrifici».
 Non sono mancati interventi, da parte di amministrativi dell’università e di studenti, che hanno fatto riferimento all’opportunità di riflettere sugli sprechi all’interno dell’organizzazione universitaria. Di questo e di altro, comunque, parleranno docenti e studenti da lunedì in piazza d’Italia. Appuntamento alle 12 in punto con chiunque voglia partecipare.
 
Pagina 9 - Attualità
Ma anche nei due atenei sardi cominciano le lezioni in piazza 
STUDENTI SARDI S’intensifica la protesta 
PIER GIORGIO PINNA 
 
SASSARI. Non cessa la protesta. Anzi. Nei due atenei sardi e in molte scuole continua la rivolta. Nel mirino della contestazione i tagli di organici e di risorse. Da oggi via alle lezioni pubbliche in piazza. E, ancora, slogan, striscioni, assemblee, mobilitazioni in tanti centri dell’isola. Da Sassari a Cagliari, dall’Ogliastra al Sulcis Iglesiente. Stamane sit-in promossi dagli allievi delle superiori a Olbia. Nelle stesse ore, a Carbonia, analoghi cortei anti-Gelmini: ottenuta dal commissariato di polizia l’autorizzazione a sfilare, dalle 8.30 gli studenti sciopereranno per un’istruzione pubblica sempre più di qualità.
 Ieri sera, nel capoluogo del nord ovest sardo, nuova assemblea di universitari nell’aula magna di Agraria. Alla fine, gli studenti e i docenti sassaresi che aderiscono alle iniziative di lotta hanno deciso di promuovere esercitazioni e lezioni en plein air. Si comincia da lunedì in piazza Santa Caterina, una suggestiva area del centro storico che si presta alla simbolica forma di protesta perché chiusa al traffico. Gli universitari, a partire dallo stesso giorno, si sono impegnati a ritrovarsi alle 12 in punto davanti alla sede della prefettura, in piazza d’Italia, come segno di dissenso rispetto alle scelte di Berlusconi e del ministro Gelmini. Un malessere che i rappresentanti locali del ministero dell’Interno, nelle intenzioni dei manifestanti, dovrebbero poi trasferire nei palazzi romani.
 A Tortolì la Cgil, la Cisl, la Uil, lo Snals e la Gilda si schierano con decisione contro la riforma. Chiamano alla mobilitazione generale i lavoratori della scuola. Denunciano i pericoli per gli istituti di tutta l’Ogliastra. «Da noi - dicono - rischia di sparire oltre la metà delle classi». Di qui la decisa, massiccia adesione allo sciopero nazionale di giovedì prossimo.
 Con un improvviso tam tam rilanciato grazie agli sms, ieri mattina oltre 500 ragazzi cagliaritani e dell’hinterland che frequentano le 11 facoltà del capoluogo di regione si sono dati appuntamento per un’altra assemblea. A Scienze politiche prosegue l’occupazione dell’aula magna della facoltà, senza blocchi della didattica. Universitari e professori di Lettere e Filosofia si preparano già da stamane a invadere pacificamente la città con incontri a tema: lezioni in piazza contro la legge 133 sui tagli. Da Lettere programmano una lezione all’aperto «Per la difesa del patrimonio culturale e artistico in Itali». La terrà il preside, Roberto Coroneo, alle 16.30, nel Bastione Saint Remy. Domani alle 10, sempre a Cagliari, in piazza Sorcinelli, sarà il professor Alfonso Stiglitz a parlare del caso Tuvixeddu. Analoghi appuntamenti sono previsti sino a mercoledì, vigilia della manifestazione a Roma. Una manifestazione che il 30 ottobre porterà nella capitale tantissimi rappresentanti del mondo sardo di scuola e università contro i provvedimenti del governo.
 
Pagina 9 - Attualità
Gelmini chiude la porta: non cambio niente 
Gli studenti avevano chiesto di ritirare il decreto. E il confronto salta subito 
 
ROMA. «Il decreto rimane». È finito senza neanche iniziare il dialogo tra il ministro Gelmini e gli studenti. «Abbiamo consegnato la nostra lettera al ministro, ma non ci siamo seduti al tavolo per la trattativa. Ci ha convocati troppo tardi e non si è detta disposta a modificare il decreto, quindi non c’è spazio per il dialogo». Valeria Cardilli dell’Unione degli Studenti Medi, è la prima ad uscire dall’incontro con Mariastella Gelmini ed è subito assediata dalle telecamere. Roberto Jovino, coordinatore nazionale dell’organizzazione, dichiara: «Non vogliamo scontri né manganelli, ma un confronto vero. Sarebbe stato possibile se ci avessero dato udienza all’inizio del mandato. L’avevamo chiesto, ma ci hanno risposto solo oggi. Quando, secondo le stesse parole del ministro, è troppo tardi per fermare il decreto». Nella lunga giornata di ieri alla Pubblica Istruzione sfilano di fronte al ministro le delegazioni delle associazioni degli studenti.
 Convocate, secondo quanto ha spiegato il sottosegretario Valentina Aprea, per rispondere all’invito al dialogo del presidente Napolitano. Ma il problema è: quali associazioni? E in nome di quali studenti? Dopo i ragazzi dell’Uds sono entrati i giovani di Alternativa Studentesca (Forza Italia), in giacca e cravatta e cartella di Louis Vuitton, Azione Giovani (un componente di Azione Giovani era anche presente nella sala della trattativa come consulente del ministro), Azione Cattolica.
 Voci non esattamente in linea con la grande protesta trasversale di quest’autunno. Alle domande dei giornalisti dichiarano che sosterranno il decreto e lanciano pesanti accuse agli studenti che si stanno mobilitando in tutto il paese: «Sono stipendiati dalla Cgil, sono solo burattini manovrati dall’opposizione». Lo stesso ministro, alla delegazione di studenti di Roma Tre, che ci tiene a non essere etichettata sotto nessuna sigla, ripete: «Riconosco nelle vostre parole le frasi pronunciate da Veltroni a Anno Zero».
 Lo spazio per il dialogo non sembra molto. Del resto le poche delegazioni realmente legate alle proteste di questi giorni ponevano come condizione per iniziare una trattativa il ritiro del decreto. Richiesta respinta al mittente. Il ministro spiega ancora che è troppo tardi, la decisione è nelle mani del Parlamento, e aggiunge: «In Italia per la scuola non si spende poco, ma si spende male». Domanda a tutti se questa università li soddisfi. Lo chiede in particolare ai ricercatori dell’Adi. I quali i sfogano cosi: «E’ evidente che non ci soddisfano le condizioni in cui siamo costretti a lavorare. - afferma un ricercatore di fisica teorica di Pisa - Da noi può capitare che una borsa di studio da mille euro al mese venga divisa in quattro borse da 250 euro. E c’è chi fa ricerca senza essere neppure pagato. Ma non capiamo come tagliare i fondi possa risolvere questa situazione».
Valentina Della Seta 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Sassari
Maciocco confermato al timone della facoltà di Architettura 
 
 ALGHERO. Per la terza volta alla guida della Facoltà di Architettura di Alghero. Giovanni Maciocco, architetto e ingegnere, mercoledì 22 è stato confermato al terzo mandato con l’unanimità dei voti. Primo preside della Facoltà catalana, ha svolto attività didattica in diverse università italiane e straniere. I suoi progetti e le sue ricerche sono pubblicati in volumi e riviste internazionali e sono stati esposti in diverse mostre sia in Italia che all’estero. Sotto la sua direzione il polo algherese è nato, si è sviluppato ed è cresciuto in qualità, numeri e varietà dell’offerta formativa. Da 2 corsi nel 2002 ai 5 attuali distribuiti nei tre principali ambiti disciplinari: architettura, urbanistica e, dallo scorso anno, design.
 La facoltà è divenuta con il tempo nodo strategico, luogo di incontro e scambio tra stimati studiosi e professionisti - tra cui diversi stranieri - scelti per fare parte del corpo docente, e giovani talentuosi che sognano un giorno di affermarsi. Un nodo su cui converge anche l’attenzione di professionalità di fama internazionale, chiamate ad Alghero per tenere conferenze, convegni, seminari, o in veste di visiting professor. Una politica, questa, da sempre sostenuta e perseguita dall’intera facoltà. Giovanni Maciocco inaugura il suo terzo mandato sotto il segno della continuità, seguendo il percorso tracciato in questi anni e con lo sguardo rivolto al futuro.
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 42 - Cultura e Spettacoli
Coast day, il Mediterraneo visto dalla Sardegna 
Una settimana di appuntamenti Al centro la tutela dell’ambiente 
Tra gli ospiti Marcello Fois, Francesco Pigliaru, Giorgio Todde.
Confronto tra Soru e Salzano, chiusura con Cannavacciuolo 
ANDREA MASSIDDA 
 
 CAGLIARI. Lo scopo sarà comunicare al mondo che in Sardegna un turismo sostenibile può esistere anche in bassa stagione. Il mezzo, almeno per ora, sarà sfruttare la risonanza internazionale che un appuntamento come il «Coast day», la giornata delle coste, ha nei Paesi del Mediterraneo. Per questo la Regione, che nel 2007 organizzò l’evento principale della manifestazione celebrata in quindici nazioni (Marocco, Algeria, Cipro, Croazia, Egitto, Francia, Grecia, Giordania, Libano, Montenegro, Spagna, Siria, Tunisia e Turchia), quest’anno ha deciso di dedicare alla causa ambientale e paesaggistica nove giorni di seminari scientifici, interviste pubbliche, spettacoli teatrali, concerti, un concorso cinematografico, ma anche escursioni di birdwatching, passeggiate a piedi, in bicicletta e persino in carrozza in luoghi particolarmente suggestivi come il Parco di Molentargius, a Cagliari. Si parte stamattina e si va avanti sino a domenica 2 novembre. Tutto grazie al ordinamento della Conservatoria delle coste e dell’agenzia Sardegna Promozione e all’ausilio delle università di Cagliari e di Sassari, degli enti gestori dei parchi naturali sardi e di una trentina di operatori turistici. Il programma dettagliato con tutte le date è consultabile sul sito www.sardegnaambiente.it.
 «Tema centrale di questa seconda edizione del Coast day sarà la gestione sostenibile delle spiagge - spiega Alessio Satta, direttore della Conservatoria delle coste - e ci piace l’idea che tutto si svolga in un’area simbolo della gestione integrata tra ambiente ed economia». Epicentro degli appuntamenti, infatti, saranno il palazzo dei Sali Scelti e il Teatro delle Saline, a Cagliari, spazi recentemente passati dal ministero delle Finanze alla Regione Sardegna.
 Per quanto riguarda l’aspetto politico e scientifico si parte stamattina alle 9,30 con un convegno dal titolo «Strategie di conservazione della biodiversità: Molentargius e Otonga due realtà a confronto». Poi, lunedì pomeriggio, una tavola rotonda tra Centri provinciali Rete Infea e Centri Educazione ambientale costieri, e giovedì il convegno «Le Saline, stato di conservazione ed esigenze di equilibrio tra aspetti naturalistici e produzione del sale» (coordinano il presidente di Legambiente Sardegna Vincenzo Tiana ed Helmar Schenk, per l’Associazione del Parco del Molentargius). E ancora, il seminario dal titolo «I processi di avanzamento, arretramento e degrado delle spiagge della Sardegna. Cause naturali o antropiche? Il punto di vista dei ricercatori e dei geologi» (coordina Sandro Demuro, docente di Geologia all’Università di Cagliari) e un altro sul tema «La biodiversità della fascia costiera come bene ambientale strategico» (coordina Ignazio Camarda, del Comitato scientifico della Conservatoria delle coste). Sempre per quanto riguarda i seminari, da segnalare quello dal titolo «Le aree protette della zona costiera sarda: buone pratiche di gestione integrata delle coste della Sardegna» (coordina Bruno Paliaga, esperto nella gestione e nella valorizzazione delle aree costiere) e quello sull’argomento «Partecipazione e pratiche di governance. Prerequisiti per la tutela dei territori costieri sardi», coordinato da Antonietta Mazzette (Università di Sassari).
 Tra gli appuntamenti che affiancheranno i seminari, anche una serie di incontri, come ad esempio quello introdotto da Alessio Satta, direttore della Conservatoria delle Coste, dal titolo «Dove va il turismo in Sardegna?», con gli scrittori Marcello Fois, Giorgio Todde e Michela Murgia e l’economista Francesco Pigliaru sul tema: «Dove va il turismo in Sardegna?». Oppure l’intervista sulle politiche regionali sull’ambiente con Renato Soru e Edoardo Salzano che rispondono alle domande dei giornalisti Giancarlo Ghirra e Costantino Cossu. A fare da cornice al Coast day sarà un concorso di cortometraggi e fotografia diretto dal regista Gianfranco Cabiddu con il titolo «Visioni sulla Costa».
 Chiusura sabato 1º novembre con la cerimonia di premiazione del concorso e con il concerto di Lino Canavacciuolo che avrà come ospite Elena Ledda.
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
GASLINI. PER LA RICERCA SULLA SINDROME 
Premio per il team Crisponi 
 
 CAGLIARI. Laura Crisponi, ricercatrice dell’Istituto di Neurogenetica e Nuerofarmacologia del sezione cagliaritana del Cnr, ha vinto il premio “Fondazione Gaslini” per il miglior lavoro scientifico pubblicato su un tema di interesse pediatrico. In questo caso, si tratta della relazione sulla scoperta del gene implicato nella Sindrome di Crisponi, pubblicato dalla rivista internazionale American Journal of Human Genetics. «Il prestigioso premio ottenuto dalla ricercatrice Laura Crisponi - si legge in un comunicato dell’associazione Sindrome di Crisponi - è la conferma della splendida collaborazione tra il team di ricerca del Cnr e la nostra associazione».

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