Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 September 2008
Rassegna quotidiani locali

 
L'UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA

1 – L’Unione Sarda
Lettere & Opinioni Pagina 19
Universitaria denuncia: «Per la camera singola 230 euro al mese»
Spennare gli studenti fuori sede: un business redditizio (e in nero)
 
In vista del nuovo anno accademico, ha cercato una camera in affitto a Cagliari. Su circa una quindicina di appartamenti che ho visitato, solamente tre proprietari si son dichiarati disposti a registrare un regolare contratto di locazione... Tutti pretendevano nel caso un aumento del prezzo d'affitto. Ora, io mi domando: perché chiedono in media 230 euro per una camera singola, spesso fatiscente, e vogliono avere i soldi in "nero"? Ho trovato, sui giornali e su Internet, numerosi annunci in cui c'era espressamente scritto che non avrebbero fatto il contratto e sicuramente non son stata la sola a leggerli. Perché nessuno interviene?
DEBORA
 
Spennare gli studenti fuori sede è un lucroso business, a Cagliari come in qualsiasi altra città universitaria. Il giro d'affari (in nero) è talmente alto che incide sul mercato immobiliare: l'appartamento locato a studenti rende molto a costo zero, quindi non viene posto in vendita se non a cifre tali da compensare il mancato guadagno. «Abbiamo chiesto invano al Comune di Cagliari una riduzione dell'Ici per chi affitta con contratti regolari», spiega Paolo Salis, il direttore generale dell'Ersu. Cioè l'ente che dovrebbe aiutare voi universitari a sfuggire agli strozzini. In realtà, con 935 posti letto (a fronte di circa 2200 richieste) l'Ersu può fare ben poco per calmierare il mercato. «Almeno sino a quando - osserva Salis - non sarà approvato il progetto del Campus da mille posti letto nell'ex Semoleria».
Prima di prendere un impegno capestro, ti consiglio di consultare il sito http://www.ersucagliari.it. Va precisato che per un posto nella Casa dello studente occorre avere un reddito familiare massimo di 14 mila euro secondo il calcolo Iseeu (che corrispondono a circa 20 mila euro effettivi) ed una media più che onorevole. Gli studenti meritevoli che affittano una camera in appartamento possono ottenere borse di entità variabile: dai 3000 euro destinati a chi esibisce un contratto di locazione per dieci mesi, ai 1800 euro dei pendolari (ovvero: inquilini in nero). Da quest'anno, spiega il dottor Salis, c'è anche un'altra possibilità: «L'operazione Fitto Casa della Regione Sardegna offre agli studenti in corso contributi sino a 2.500 euro. Il limite di reddito, più realistico, è di 34 mila euro». Ma anche in questo caso serve un contratto ufficiale di locazione. Quindi, diffidate degli evasori.
DANIELA PINNA 

 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Oggi in Rettorato 
Contro il suicidio accordo scientifico con il Canada 
 
CAGLIARI. Accordo di collaborazione scientifica tra l’Università di Cagliari e di Halifax (Nova Scotia, Canada) per studiare le cause e i possibili rimedi per prevenire il suicidio, in molti Paesi principale causa di morte tra le persone sotto i 35 anni. Obiettivo dei ricercatori sardi e canadesi è quello di scoprire le basi biologiche del comportamento suicidario. L’intesa verrà firmata oggi alle 11.30 in Rettorato dalla professoressa Maria Del Zompo, del Dipartimento di Neuroscienze «B.B.. Brodie», e dal professor Martin Alda, del Dipartimento di psichiatria della Dalhousie University. Presenti il rettore dell’ateneo cagliaritano Pasquale Mistretta e l’ambasciatore canadese in Italia, Alex Himelfarb. L’accordo di cooperazione si basa su un progetto di ricerca intitolato «Alla scoperta di nuovi potenziali target farmaceutici: il ruolo del sistema poliaminergico nel comportamento suicidario e nel meccanismo d’azione del litio».
 Secondo la prof.ssa Del Zompo «comprendere il meccanismo biologico attraverso cui i sali di litio esercitano il loro effetto benefico risulta di importanza notevole, poichè aprirebbe le porte alla scoperta e lo sviluppo di nuovi farmaci efficaci, e con minori effetti collaterali rispetto al litio».
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Cagliari
La proposta sull’istituzione del corso nel territorio avanzata dal consigliere provinciale Roberto Olla 
Una laurea triennale per infermieri 
«Un vantaggio per l’occupazione e per l’Asl che perde 40 posti all’anno» 
 
IGLESIAS. Un corso di laurea triennale in infermieristica nella provincia Carbonia Iglesias. È la proposta che il consigliere provinciale Roberto Olla porta all’esame del presidente e del consiglio, da cui dovrebbe scaturire l’inziativa di avviare un confronto nel territorio. Leggi e finanziamenti ci sono, a cominciare, dice Olla, dalla Finanziaria regionale che li stanzia a favore dei consorzi di comuni.
 A causa dei pensionamenti, trasferimenti, limitazioni funzioanli ogni anno la Asl del Sulcis Iglesiente perde ogni anno circa 40 infermieri. E le disponiblità professionali sul mercato sono decisamente poche. Ecco la ragione principale che dovrebbe spiengere il consiglio provinciale di Carbonia Iglesias a promuovere le iniziative necessarie all’istituzione del corso di laurea. «È perciò assolutamente necessario mettere la sanità della nostra Provincia in una condizione tale da poter attingere, da nuovi corsi universitari, personale infermieristico laureato», spiega Roberto Olla.
 «La normativa nazionale nell’ambito di una profonda riforma delle professioni sanitarie attribuendo loro formazione di profilo universitario, ha di fatto sottratto alle aziende sanitarie locali la possibilità di tenere aperte le scuole per infermieri professionali, consegnando tale funzione esclusivamente agli atenei». In questo scenario - spiega Olla - con l’istituzione dei corsi di laurea nelle sole sedi universitarie, per gli studenti del nostro territorio, si è ridotta non solo la possibilità di avere la sede vicina al proprio comune di residenza, ma anche la reale possibilità di accedere al corso di studi dell’università di Cagliari, in quanto i corsi sono ormai quasi tutti a numero chiuso». A questo va aggiunto lo sforzo economico estremamente oneroso che le famiglie devono sostenere per consentire la frequenza al corso di studi ai propri figli.
 «Per la nostra asl - ossetva ancora Roberto Olla - potrebbero prospettarsi scenari sempre più incerti e la ricerca di soluzioni adeguate alla sempre maggiore complessità organizzativa dell’assistenza infermieristica diventa una necessità improcrastinabile».
 Un’opportunità in più per il territorio, dice il consigliere provinciale, che risponderebbe alle esigenze del sistema sanitario. «Le prospettive e opportunità che conseguirebbero dall’istituzione del corso di laurea in infermieristica si tradurrebbero positivamente sia in termini occupazionali che sociali; in particolare, la sua attivazione darebbe una concreta risposta al problema occupazionale nel territorio della nostra Provincia, introdurrebbe nuovi elementi di motivazione, contribuirebbe al ringiovanimento della popolazione infermieristica, e grazie all’attività di tirocinio degli studenti durante il corso di studio, favorirebbe il miglioramento del servizio ai pazienti».
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
Aperto il confronto su Biodiversità, desertificazione, acqua, cibo e diritti 
Un ambiente sempre più fragile 
Oggi sarà la volta di Vandana Shiva, fisico quantistico ed ecologista 
Meeting voluto dalla Regione per preparare la Carta di Sassari da inviare ai grandi della Terra 
PIERO MANNIRONI 
 
 SASSARI. L’obiettivo è ambizioso: costruire un documento etico-politico da sottoporre ai grandi della Terra che si riunirano alla Maddalena nel luglio del prossimo anno. Il convegno “Biodiversità, desertificazione, acqua, cibo e diritti umani”, cominciato ieri nella facoltà di Agraria dell’Università di Sassari, è dunque una fase di confronto di esperienze, di sensibilità morali e di sapienze scientifiche in preparazione della cosiddetta Carta di Sassari. E’ un tentativo di introdurre nei lavori del G8 temi e problemi spesso ignorati in un salotto nel quale si parla soprattutto di economica, di sistemi finanziari e di aree di influenza politica. La filosofia che anima questo tentativo può essere sintetizzata nell’ormai celebre frase pronunciata da uno dei protagonisti del meeting di Sassari, quel Jakob von Uexkull creatore nel 1980 del Right Livelihood Award (Premio al corretto sostentamento): «Aiutare il nord a trovare una saggezza che corrisponda alla scienza che possiede, e il Sud a trovare una scienza che corrisponda all’antica saggezza che ha». Al centro del dibattito, quindi, i rischi per un ambiente sempre più fragile e le conseguenze drammatiche per le popolazioni più vulnerabili.
 I lavori di questo convegno, fortemente voluto dal presidente della Regione Renato Soru, sono stati aperti dai saluti del preside di Agraria Pietro Luciano, dal sindaco di Sassari Ganau, dalla presidente della Provincia Giudici, dall’assessore regionale all’Ambiente Morittu, dal prorettore Mastino e dal professor Ignazio Camarda, motore organizzativo del convegno.
 E’ stato proprio Jakob von Uexkull ad aprire i lavori guardando al futuro, cioé alla qualità della vita delle prossime generazioni. Per von Uexkull la riduzione del «caos climatico» non può non passare che attraverso una revisione dei sistemi di produzione di energia: «Con la crisi dei combustibili fossili e la fine dell’utopia del nucleare non possiamo permetterci di non usare il solare». «Chiederemo di identificare i crimini verso le generazioni future - ha detto ancora Uexkull - e ai giovani di tutto il mondo chiederemo di mandare messaggi ai politici del G8. Abbiamo tentato di farlo in Germania e in Giappone e speriamo che in Sardegna i politici ci diano risposte».
 Per Uexkull è la politica che deve essere richiamata alle proprie responsabilità «perché non possiamo negoziare con il ghiacciaio che si scioglie, ma possiamo negoziare con i governi per chiedere di affrontare i problemi dando soluzioni, con leggi rivolte alla tutela e alla reciprocità». E ha concluso: «Ci sono momenti nella storia nei quali osare è la più alta saggezza».
 Mike Manfredo, capo del Dipartimento per le Risorse naturali dell’Università del Colorado, focalizzato l’attenzione sui modelli di pensiero e i valori che orientano i comportamenti verso la natura e l’ambiente. Manfredo ha parlato del modello di dominio adottato dalla maggior parte dei paesi (tra quelli del G8 ha salvato solo l’Italia), ricordando la famosa frase di George W.Bush: «Aderire al protocollo di Kyoto potrebbe avere effetti negativi sull’economia americana». «Si pensa - ha detto ancora - che si possa sfruttare l’ambiente indefinitamente, credendo di non far parte dell’ambiente stesso, pensando di poter sfruttare l’ambiente per sempre, nell’errata convinzione che si possa vivere separatamente dall’ambiente che si è contribuito a far ammalare».
 Secondo Manfredo è fondamentale favorire una maturazione della conoscenza nell’educazione e nell’opinione pubblica, ma «è la politica che può fare molto, adottando le scelte per il cambiamento».
 Ancora responsabilità dell’uomo nei processi di erosione ecologica. Ne ha parlato l’accademico dei Lincei Sandro Pignatti, che ha disegnato una mappa dell’erosione delle aree del bacino del Mediterraneo. Evidente la relazione tra la scomparsa di numerose specie animali e vegetali con lo sfruttamento aggressivo del territorio da parte dell’uomo.
 Wolfgang Schumacher, dell’università di Bonn, ha parlato della promozione della «biodiversità nei paesaggi colturali del centro Europa». Citando come esempio la regione tedesca dell’Eifel (definita nature conservation by utilisation), Shumacher ha spiegato come esistano strategie per il ripristino e la tutela della natura integrate all’uso del suolo.
 La prima testimonianza dal continente africano è stata di Mohamed Rejdali, dell’Istituto di Agricoltura di Rabat. Lo studioso ha parlato delle biodiversità nel Nord Africa e ha detto che tra le popolazioni dell’Africa settentrionale le piante siano la maggior risorsa medicinale e terapeutica, oltre a fornire energia e tutti gli utensili della vita quotidiana. In quest’area la salvaguardia ambientale è insomma sopravvivenza.
 La relazione di Nobert Jurgens, dell’Università di Amburgo, ha spiegato il ruolo delle comunità locali nell’ambito di ecosistemi e biodiversità, mentre l’emergenza cibo è stata al centro dell’intervento di Samuel Muhunyu, (Network per le Ecofattorie in Africa, Kenya). «Scherzare sul cibo è una sentenza di morte per milioni di persone in Africa» ha detto Muhunyu che ha raccontato l’impegno del Network kenyota nella promozione di un’agricoltura sostenibile che rispetti la cultura delle popolazioni locali, tenendo sempre ben presenti i concetti di dignità sociale e personale.
 Nella sessione pomeridiana, dopo l’intervento di Mark Davis, biologo del Macalester College del Minnesota, che ha parlato dell’impatto sulle biodiversità autoctone provocato dalle invasioni di specie biologiche “aliene”, è stata la volta Carlos Ramirez dell’università australe del Cile. Ramirez ha parlato della misteriosa morte delle foreste di pinus radiata in Cile e ha ipotizzato due risposte: le radiazioni solari (sempre meno filtrate dall’atmosfera) o l’elettromagnetismo sviluppato dalle antenne per le comunicazioni radio. Estremamente interessante la relazione di Roberto Pantaleoni dell’università di Sassari, che ha parlato dell’impatto in Sardegna provocato dall’arrivo di insetti e parassiti “esotici”. Uno dei canali d’arrivo dagli Usa potrebbero essere gli aerei militari statunitensi. L’ipotesi è fondata sul fatto che in Italia la propagazione di questi insetti parte quasi sempre dal Veneto, dove c’è una forte concentrazione di basi militari americane. I lavori sono stati conclusi da Eladio Fernandes-Galiano, capo dell’unità per la diversità biologica dell’Unione europea.
 Si riprende stamane. E’ annunciato l’arrivo della fisica quantistica indiana Vandana Shiva. Ci sarà anche il presidente Soru.
 
 

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