Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 September 2008
Rassegna quotidiani locali

 
 

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 18
Università. Matematica e fisica gli scogli maggiori. Solo a Sassari hanno fatto peggio
Medicina, studenti sempre somari
Test disastrosi: Cagliari si piazza al 34° posto su 38 facoltà
Risultati pessimi nonostante i corsi di preparazione organizzati da più parti. Le lacune maggiori registrate in matematica, fisica e chimica
 
La scusa, “ i nostri ragazzi non sono abituati al metodo di valutazione del test ”, non sta più in piedi. Ancora una volta gli studenti diplomati nelle scuole superiori sarde mostrano le immense lacune in chimica, matematica e fisica ottenendo, al test d’ammissione alla facoltà di Medicina, risultati disastrosi: Cagliari, nel confronto con le altre 38 facoltà dove si sono svolte le prove con le stesse e identiche domande, si è piazzata al 34° posto. Sta peggio Sassari, fanalino di coda insieme all’Università del Molise.
Non solo. Cagliari si scopre terra di conquista: dei 165 posti a disposizione, 14 sono andati a studenti siciliani, due a ragazzi lombardi e uno a un giovane arrivato dalla Puglia per il test d’ammissione. Il dieci per cento dei futuri medici formati dalla facoltà cagliaritana quindi non sarà sardo.
SCONFITTA Insomma la prova andata in scena lo scorso 3 settembre alla cittadella universitaria di Monserrato, con la partecipazione di 1.153 studenti, si è trasformata in un’ecatombe che mette ancora una volta a nudo l’insufficiente preparazione dei diplomati sardi nel confronto con quelli della Penisola. Se venisse applicata la graduatoria nazionale sarebbero soltanto 98 i ragazzi che hanno svolto il test a Cagliari ad accedere alla facoltà di Medicina. Inevitabile il piazzamento agli ultimi posti, il quintultimo. Anche la media ottenuta dai diplomati è da piena zona retrocessione, oltre che gravemente insufficiente. E ancora: il primo degli ammessi nel test cagliaritano si è piazzato al 661° posto con un punteggio distante anni luce da città come Catania, Bologna, Ferrara, Padova, Pisa, Bari e Palermo.
SASSARI ULTIMA Peggio, molto peggio, sono riusciti a fare gli studenti che si sono ritrovati a Sassari: sarebbero passati in 36. Ultimo posto, così come nella media dei punteggi ottenuti dagli 871 ragazzi.
PICCOLO PASSO AVANTI Dunque, nonostante le lezioni apposite nelle scuole superiori, i corsi d’approfondimento durante l’estate e lo studio matto e disperatissimo degli ultimi giorni per colmare qualche lacuna, il verdetto non cambia: i ragazzi che si diplomano nelle superiori della Sardegna zoppicano vistosamente. Qualche piccolo passo avanti è stato fatto: nel confronto con le prove del 2006 e del 2007 la media finale è cresciuta di due punti. Ancora troppo poco per lasciare le ultime posizioni. I problemi maggiori si incontrano nelle domande di fisica e matematica: Cagliari, nell’esame dei risultati dei primi 165 compiti, è all’ultimo posto con una media (5,59 contro quella nazionale di 6,99) da bocciatura senza appello. Nel chiudere la triste graduatoria è in compagnia. Di Sassari. Gravi carenze anche in chimica: i cagliaritani sono quartultimi. Qualcosa di meglio, ma sempre abbondantemente sotto la sufficienza, nei quesiti di logica-cultura generale e di biologia.
L’ALLARME E se le scuole superiori dell’Isola non cercheranno di invertire la rotta le facoltà sarde di Medicina potrebbero diventare delle colonie di ragazzi provenienti dalla Penisola. È già capitato quest’anno a Cagliari: tra i 165 potenziali futuri medici ci sono 14 siciliani (erano in 105 gli studenti della Sicilia ha hanno affrontato la prova alla cittadella universitaria di Monserrato).
LE SCUOLE Il maggior numero di diplomati è arrivato dai licei. Ma le medie dei ragazzi che sono stati ammessi non permettono sorrisi. Il dato migliore è quello del classico Dettori che ha piazzato 13 studenti su 64 partecipanti (20%). Subito dietro ci sono il Michelangelo (10 su 53, 19%), il Siotto (17%), l’Alberti (13%) e il Pacinotti (12%). Tra gli istituti bene il D’Arborea (17%) e il De Sanctis (12%).
MATTEO VERCELLI 
2 – L’Unione Sarda
Prima Pagina
«Most dangerous cheese». Ma gli esperti dell’Isola contestano
Guinness dei primati: casu marzu il formaggio più nocivo del pianeta
 
Una sorta di arma biologica dagli effetti devastanti: così il Guinness dei primati descrive su casu marzu sardo, definendolo il “formaggio più pericoloso del pianeta” (most dangerous cheese). Antonio Farris, docente di Microbiologia agro alimentare all’Università di Sassari contesta l’affermazione dell’almanacco inglese e spiega come stanno le cose. Il gastronomo Giovanni Fancello esalta il gusto e le virti digestive del formaggio con i vermi.
 
Pagina 6 - Cultura
Per il Guinness dei Primati 2009 sarebbe il formaggio più pericoloso al mondo
Valutazione priva di senso secondo il microbiologo Antonio Farris
Il gastronomo Antonio Fancello ne esalta il gusto e i benefici effetti sulla digestione Casu marzu arma biologica
   
Una specie di arma biologica dagli effetti devastanti. Più o meno così, i redattori dell’edizione 2009 del Guinness dei Primati immaginano su casu marzu , definendolo il formaggio più pericoloso del pianeta ( most dangerous cheese) . Da ieri nelle librerie della Gran Bretagna, il celebre almanacco rischia di dover presto citare se stesso come primatista della disinformazione, vista la baggianata inserita nella raccolta di curiosità, fenomeni da baraccone e stramberie di varia umanità. Se non altro perché the most dangerous cheese rientra tra i prodotti che lo Stato italiano considera di particolare pregio, cioè quelli agro alimentari tradizionali che possono essere prodotti derogando alle normative standard. Dalla Sicilia alla Valle d’Aosta sono 4255 (l’elenco è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20 luglio 2006) di cui 156 sardi e tra questi anche il formaggio più pericoloso del pianeta .
Al Guinness devono avere consulenti scientifici poco affidabili. Oppure non li hanno proprio e inventano di sana pianta per suscitare un po’ di clamore. «Non capisco come si possa considerare pericoloso il nostro formaggio marcio che, se fatto come si deve, non ha mai fatto male a nessuno», commenta Antonio Farris, docente di Microbiologia agro alimentare alla facoltà di Veterinaria dell’Università di Sassari. «In Inghilterra forse credono - osserva - che le larve contenute nelle forme siano di mosche comuni. Non è così. Derivano dalle uova depositate dalla mosca del formaggio, la Piophila casei che non possono sopravvivere nello stomaco perché l’acidità le uccide. Teoricamente, il rischio di contaminazione batterica può esserci se le uova vengono depositate da un insetto che precedentemente è entrato in contatto con prodotti contaminati. In questo caso, però, il formaggio assume una colorazione particolare e i nostri pastori sanno riconoscere quello buono da quello andato a male». Il professor Farris lavora a una ricerca che punta ad eliminare il rischio di contaminazione. «Il nostro obiettivo è far si che la Piophila casei venga confinata in un ambiente sterile dal punto di vista batterico prima della deposizione delle uova».
In difesa de su casu marzu si schiera anche Giovanni Fancello, archeo gastronomo, come ama definirsi, e qualificatissimo degustatore formato alla scuola Slow Food e non solo. «Questa idiozia mi fa incavolare, diciamo così, e sorridere. Anche se, a pensarci bene, chi se ne frega. Se stiamo appresso a queste follie rischiamo di perdere il meglio della nostra storia alimentare. Io non sono uno scienziato e, quindi, valuto fidandomi del gusto. Non conosco altri formaggi che mi emozionino come su casu marzu , da quello ottenuto dal Fiore Sardo , un grande pecorino, a quello del casizzolu , le perette prodotte con latte di mucca. Quando ancora non sapevano che il risultato finale derivava dalla deposizione delle uova della Piophila casei , i pastori credevano che si trattasse di una magia. Questo anche per le virtù benefiche del formaggio marcio che non mancava mai in occasione delle feste e veniva consumato alla fine dei pasti più abbondanti come digestivo. Provare per credere: basta spalmarne pochissimo su un pezzetto di pane e in poco tempo ci si sente alleggeriti». Non finirà nelle farmacie come prodotto da banco, ma su casu marzu non è certo the most dangerous cheese . A meno che non sia marzu ma guasto, avariato. Allora sì, fa male. Né più né meno di tutti i cibi del pianeta. Con buona pace del Guinness delle scemenze.
STEFANO LENZA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 18
Congresso
I sardi bersagliati dalle malattie della tiroide
 
In Sardegna le patologie della tiroide sono particolarmente diffuse e comportano un elevato costo sociale. Recenti indagini epidemiologiche, condotte dalle università di Cagliari e Sassari, hanno rivelato che oltre il cinquanta per cento della popolazione di età superiore ai 50 anni, residente sia in aree urbane che extraurbane, è affetta da gozzo multinodulare. Fra le cause principali di questa malattia, ha un ruolo fondamentale la mancanza di iodio, legata a un carente uso di sale iodato, come raccomandato da tutte le organizzazioni nazionali e internazionali. Inoltre, sebbene meno del 5 per cento dei noduli tiroidei sia di natura maligna, il numero dei casi di carcinomi tiroidei diagnosticati ogni anno è rilevante e apparentemente in crescita. I problemi sanitari derivanti da questa situazione sono rappresentati dal notevole sforzo diagnostico che deve essere dedicato alla identificazione dei tumori maligni della tiroide e dalla frequente evoluzione tossica del gozzo nell’età avanzata, con ipertiroidismo spesso associato a complicanze cardiovascolari.
Questi temi saranno al centro del Congresso nazionale della Siec (Società italiana di endocrinochirurgia, che si terrà stasera, domani e sabato presso l’Aula Rossa del complesso universitario di Monserrato. Ai lavori del congresso, organizzato dal professor Angelo Nicolosi, capo del dipartimento di Chirurgia dello stesso Policlinico, prenderanno parte specialisti della materia provenienti da tutte le regioni d’Italia.
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 20
Master in comunicazione
 
Master in Comunicazione della scienza è stato organizzato dalla facoltà di Scienze dell’Università in collaborazione con Ordine dei giornalisti, Crs4 e Osservatorio astronomico. Informazione sul sito internet http://mcs.sc.unica.it.
Da ottobre il master consentirà la formazione di professionisti capaci di tradurre in un linguaggio accessibile i concetti della scienza. Iscrizioni entro lunedì 29 settembre. (p. l.)

 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Sardegna
Sassari. Il lavoro dell’università e del Centro nazionale delle ricerche 
«Così monitoriamo tutta la regione per evitare i disastri più gravi» 
GLI SPECIALISTI In campo due gruppi di esperti 
 
SASSARI. Due staff scientifici monitorano il fronte sardo dell’anticendio. Si occupano soprattutto di pericolosità e rischio nei roghi boschivi. Anche loro fanno bilanci. E anche loro concordano sul rilievo degli elementi climatici nel calo del fenomeno. Indicano poi nuove armi per una battaglia che, sottolineano, sta dando risultati grazie a maggiore prevenzione e più efficaci assetti organizzativi. Una proposta è sensibilizzare a breve termine le popolazioni con volontari che girino di paese in paese. Una seconda, il coinvolgimento di tutti nella vigilanza, dalle istituzioni ai turisti. Una terza, l’estensione della campagna ai rappresentanti di qualsiasi corpo, come i barracelli, già all’opera in campagna. Un’altra ancora, l’anticipo di manutenzioni e pulizie molto prima dell’estate.
 Un gruppo di lavoro fa capo alla facoltà di agraria e al dipartimento di Economia-sistemi arborei (Desa). Lo coordina Donatella Spano, fra l’altro docente nel corso di pianificazione per la prevenzione degli incendi boschivi in Scienze forestali. «Le piogge di giugno hanno rifornito d’acqua il suolo sardo creando migliori condizioni di reazione da parte delle piante», sottolinea uno dei ricercatori di quest’équipe, Costantino Sirca. E il suo collega Michele Salis precisa ancora: «Nei nostri studi parliamo in genere di combustibile, cioè di materiale infiammabile. In questi casi, la bio-massa: cioè gli arbusti sempreverdi, gli alberi, la vetegetazione. E la necro-massa, ossia i rami secchi, le foglie morte e così via. Bene: l’incremento dei valori d’umidità quest’anno ha diminuito la loro infiammabilità contribuendo a creare un processo estremamente favorevole».
 L’altro staff, sempre nel nord dell’isola, opera per il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e l’Istituto di biometeorologia (Ibimet). Lo guida un altro docente sassarese, Pierpaolo Duce. Ne fanno parte come ricercatori Bachisio Arca e Grazia Pellizzaro. Anche in Sardegna, secondo questi esperti, il rischio incendi (in inglese, fire risk) è il risultato della combinazione di due componenti: la probabilità che un rogo si verifichi, o pericolosità (fire danger) e l’impatto potenziale sul territorio interessato, o vulnerabilità.
 In questo senso, rimarca Bachisio Arca, il bilancio di metà settembre per l’isola è stato così positivo proprio per via della «freschezza» mantenuta dalla vegetazione e dalla conseguente «minor capacità d’innesco e sviluppo del fuoco». «Ma evidentemente, al di là delle questioni connesse con la nostra attività di ricercatori, ha funzionato come deterrente l’azione della polizia giudiziaria nel prevenire certi reati», aggiunge il ricercatore. Che ritorna poi sulle condizioni meteo. Evidenziando come gli approfondimenti in corso si fondino soprattutto su analisi specifiche. «Il nostro angolo visuale è centrato sui cambiamenti climatici di largo raggio - chiarisce - Dobbiamo valutare quanto incida la frequenza di eventi estremi come i prolungati periodi di siccità-temperature elevate e di quanto cresca di conseguenza la pericolosità legata agli incendi».
 L’esame degli specialisti tocca le «condizioni topografiche» dei roghi. Ovvero aspetti come quelli legati al fatto che i focolai si sviluppino su più versanti, in ambienti pianeggianti o collinari, in aree vicino a centri urbani o caratterizzati da altri elementi ancora. «Dall’intera analisi delle osservazioni, in un monitoraggio di lungo periodo, in Sardegna emerge un 15% in più del contenuto d’acqua registrato al suolo rispetto all’anno scorso - fa rilevare Costantino Sirca - E nel cosiddetto combustibile morto un 5%, sempre in più: il che significa che il materiale sul terreno non era mai completamente secco». Prevenzione massiccia, capillarità nella diffusione delle informazioni per contenere i danni, migliore organizzazione dell’apparato sardo di lotta agli incendi: sono questi gli elementi che, a detta dei ricercatori, hanno contribuito all’inversione di rotta. Non più vittime e disastri ma un netto calo dei roghi, dunque. «Un processo positivo non limitato a quest’estate, ma che comincia già dieci anni fa», spiegano in ultima analisi professori e gruppi di studio.
 Le mappe degli indici di pericolo, sotto questo riguardo, parlano chiaro. Un esempio per tutti. Il 7 agosto scorso, durante una delle giornate più problematiche dell’intera estate che sta per concludersi, i contorni rossi che indicano l’allarme maggiore sono stati limitati a poche aree della Gallura, della Baronia e del Sarrabus. Nelle migliaia di altri chilometri quadrati di superficie la situzione è apparsa invece controllabile. Mappe ancora più positive negli altri giorni. E la stessa «classe di pericolo» dei roghi, dal 2000 a oggi, ha visto diminuire progressivamente gli incendi più deleteri. (pgp)
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Sassari
UNIVERSITÀ 
Il farmaco veterinario, esperti a convegno domani e sabato 
 
SASSARI. «Il farmaco veterinario, aspetti deontologici e medico-legali» è il titolo del convegno in programma domani e sabato nell’aula Manunta della facoltà di Medicina Veterinaria, in via Vienna 2. L’appuntamento è organizzato dall’Ordine dei medici veterinari della provincia di Sassari, in collaborazione con l’Istituto di Clinica medica veterinaria della facoltà e con la Fe.Me.S.P.Rum.
 I lavori inizieranno domani pomeriggio, tra le 15.30 e le 16, con la registrazione dei partecipanti. Dopo il saluto delle autorità, il primo intervento è affidato ad Annamaria Passantino: «La legislazione sul farmaco veterinario in medicina veterinaria». Sabato mattina si riprende alle 9. Ecco l’elenco dei relatori: Giovanni Cubeddu (Università di Sassari), Arrigo Filigheddu (presidente Ordine forense Sardegna), Marzio Panichi (Università di Torino), Annamaria Passantino (Università di Messina), Gaetano Penocchio (presidente Fnovi), Giancarlo Ruffo (Università Milano), Andrea Sarria (presidente Ordine medici veterinari di Sassari).
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
Sassari, tre giorni di dibattito su biodiversità e qualità della vita 
Ambiente e diritti, messaggio al G8 
 
SASSARI. Ci saranno anche il fisico indiano Vandana Shiva e l’ex ministro brasiliano Marina Silva al convegno di tre giorni su Biodiversità, cibo e diritti umani che si aprirà questa mattina alla facoltà di Agraria dell’università di Sassari. L’incontro si propone di predisporre un manifesto sui temi strategici della vita del pianeta (dal cibo all’acqua) che verrà presentato al vertice G8 in programma alla Maddalena il prossimo anno.
 
Pagina 6 - Sardegna
Biodiversità, qualità della vita e democrazia: tre giorni di dibattito 
Ambiente e diritti, sintonia necessaria 
Presenti anche il fisico Vandana Shiva e l’ex ministro Marina Silva 
In discussione i temi strategici per la vita nell’intero pianeta: dal cibo alla desertificazione 
 
SASSARI. Il G8 non è solo il salotto buono dei grandi della terra, un momento strategico per definire politiche economiche e linee commerciali globali. Oppure per riequilibrare sfere di influenza e, quindi, spartizione di potere. Il summit dei rappresentanti dei sette paesi più industrializzati della terra più la Russia non è e non può essere solo questo. Si fonda su questo assunto il convegno internazionale promosso dalla Regione, che comincerà oggi a Sassari, nelle sale della facoltà di Agraria dell’università. Sarà una tre giorni nella quale istituzioni, associazioni, il mondo della scienza e del diritto e i cittadini si confronteranno su problemi globali che definiscono le prospettive e le speranze sulla qualità della vita, dell’ambiente e della democrazia sostanziale. Si parlerà così di biodiversità, di desertificazione, di acqua, di cibo, di diritti umani e dei diritti dei popoli.
 Il convegno darà quindi anima e voce a un mondo che cerca di dare spazio e peso a emergenze e temi ai quali le convenzioni internazionali non hanno dato finora risposte adeguate. In questo incontro internazionale si parlerà dunque delle implicazioni sociali che nascono dalla drammatica riduzione delle biodiversità, dagli accentuati processi di desertificazione e “tropicalizzazione” dovuti alle mutazioni del clima, dalle invasioni biologiche e delle minacce alle specie autoctone. Poi, ci si confronterà sul problema, diventato emergenza, dell’acqua, ma anche della sicurezza alimentare e dei diritti civili negati in molte parti del mondo.
 Alla fine dei lavori sarà presentato un documento, la Carta di Sassari, con la speranza che possa sensibilizzare i governi che hanno la responsabilità di dare risposte su questi temi globali. Un documento che sarà presentato al vertice del G8, programmato alla Maddalena nel luglio del prossimo anno.
 Tra i nomi più noti che parteciperanno alla tre giorni di studio e di confronto ci sono Vandana Shiva, studiosa di fama internazionale e fondatrice di Navdanya, la “banca dei semi”, che rappresenta un tentativo di cooperativismo e di sostenibilità agricola a livello locale, ma anche di propaganda ed educazione internazionale. Non a caso Navdanya è sorta nel 1984, l’anno in cui a Bhopal, nello stato indiano del Madhya Pradesh, a causa del rilascio accidentale di 40 tonnellate di isocianato di metile prodotto dalla multinazionale americana di pesticidi Union Carbide, migliaia di persone morirono intossicate (1754 secondo le stime ufficiali e più di 10.000 per le fonti non ufficiali).
 Tra gli ospiti ci sarà anche l’ex ministro brasialiano dell’Ambiente Marina Silva de Souza. Nata nell’Acre amazzonico, in una famiglia povera di estrattori di caucciù, è stata fino a qualche mese fa il volto più conosciuto dell’ambientalismo del governo brasiliano. Si è dimessa dall’incarico per aiutare le misure coercitive contro il disboscamento illegale dell’Amazzonia adottate dal governo quest’anno. Il cosiddetto “Piano Amazzonia Sostenibile”.
 L’incontro internazionale si aprirà stamane con il saluto delle autorità: il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau, il presidente della Provincia di Sassari Alessandra Giudici, il rettore dell’università di Sassari Alessandro Maida e il presidente della Regione Renato Soru.
 I lavori cominceranno alle dieci, nella sala A di Agraria in viale Italia, con la tavola rotonda sul tema “Biodiversità ed ecosistemi: un patrimonio globale da proteggere” con l’introduzione del professor Ignazio Camarda dell’università di Sassari e con Mike Manfredo come presidente e moderatore. Gli interventi offriranno un vero e proprio sguardo sul mondo e sul futuro, indagando il rapporto tra l’azione umana e la natura. Si va dal centro Europa alla Taiga siberiana sino ai diversi scenari dell’Africa, per concludere con il Brasile e la relazione di Marina Silva sulla foresta pluviale dell’Amazzonia, risorsa strategica per l’umanità. Tra i relatori l’Accademico dei Lincei Sandro Pignatti e il fondatore del Premio The Right Livelihood Award, Jakob von Uexkull.
 Nella stessa Sala A si ricomincerà alle 15.30, questa volta per discutere di “Diversità: vita e colture a rischio”. Cambiamenti climatici e invasioni biologiche, con la tavola rotonda moderata da Phil Hulme. Il taglio resterà internazionale, spaziando dal Cile alla Romania, ma con approfondimenti anche sul paesaggio e le colture della Sardegna, valutando i danni causati dall’arrivo di insetti esotici. La discussione tratterà anche degli strumenti politici per affrontare correttamente i problemi e del rapporto tra globalizzazione e invasioni biologiche, considerando l’impatto sulle biodiversità autoctone.
 Contemporaneamente, la Sala B, dalle 15.30, ospiterà gli incontri sul tema “Diversità: vita e colture sotto attacco. Cambiamento climatico e desertificazione”, con la presidenza di Bruno Dettori. Al centro, le problematiche legate al cambiamento climatico, considerando il rapporto tra scienza e politica, alla luce delle differenti azioni dei governi. Tra gli esperti che interverranno, il direttore del Centro Europeo per i Cambiamenti climatici Antonio Navarra, segretario esecutivo della Convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta contro la desertificazione Luc Gnacadja, il suo predecessore Hama Arbo Diallo e il presidente dell’Istituto Europeo per la ricerca sulla politica dell’acqua Riccardo Petrella, autore di “Il manifesto dell’acqua”.
 Il giorno dopo, venerdì 19 settembre, i lavori si apriranno alle 9.30 nella sala A. Tema: “Conoscenza biologica, brevetti e diritti umani”, con la presidenza di Pietro Luciano. Grande protagonista della giornata sarà Vandana Shiva, Fondatrice di Navdanya, studiosa, attivista e autrice, considerata tra i massimi esperti della materia in campo internazionale. La studiosa indiana farà il punto su “Condividere il dono della Terra. Il sentiero dell’umanità verso pace e giustizia”, seguita da una serie di relazioni che affronteranno i problemi legati al cibo e alle minacce per la sicurezza alimentare e per L’uso di piante e spezie. Il tema dell Agricoltura Industriale, una minaccia per la sicurezza alimentare, sarà esplorato dalla relazione di Debi Barker, Co-Direttore forum Internazionale sulla globalizzazione. A Marina Silva le conclusioni su biodiversità e sostenibilità, intese come chiavi di volta per la vita.
 La discussione riprenderà alle 15.30, ancora nella sala A, proprio con la presidenza di Marina Silva, per soffermarsi sui beni comuni dell’umanità e i diritti sovrani. Sarà la studiosa olandese Janice Jiggins a portare l’attenzione sugli affari a tutti i costi e le scelte di chi prende le decisioni, e si soffermeranno sul tema dell’acqua l’accademico cinese Qiu Sun e Vandana Shiva, che concluderà la tavola rotonda con un approfondimento sulla privatizzazione dei beni e il recupero dei beni comuni.
 La giornata di sabato 20 settembre sarà dedicata dalle 9.30, sempre nella sala A, alla presentazione del “Manifesto sul cambiamento climatico e il futuro della sicurezza alimentare”, con la presidenza di Maria Grazia Mammuccini, amministratore del’Arsia della Regione Toscana. Sarà affiancata da Vandana Shiva, in qualità di presidente della Commissione internazionale sul futuro del cibo e dell’agricoltura, dai membri della stessa Commissione Marcello Buratti e Debi Barker, insieme all’Assessore dell’Agricoltura della Regione Sardegna Francesco Foddis. Conclusione su “Cambiamento climatico e beni comuni: il futuro della sicurezza di cibo e acqua” con Vandana Shiva come moderatore. I lavori si chiuderanno con l’incontro per la presentazione della bozza del documento della conferenza: la Carta di Sassari.
Piero Mannironi

 
 
8 - Il Sardegna
Grande Cagliari, pagina 22
Sardegna e Canada, ricerca sui suicidi
 
Accordo di collaborazione scientifica tra l’Università di Cagliari e di Halifax -Nova Scotia, Canada - per studiare le cause e i possibili rimedi per prevenire il suicidio, in molti Paesi principale causa di morte tra le persone sotto i 35 anni. Obiettivo dei ricercatori sardi e canadesi è scoprire le basi biologiche del comportamento suicidario. L’intesa verrà firmata domani in Rettorato da Maria Del Zompo, del Dipartimento di Neuroscienze “B.B.. Brodie”, e da Martin Alda, del Dipartimento di psichiatria della Dalhousie University. Presenti il rettore dell’ateneo Pasquale Mistretta e l’ambasciatore canadese in Italia, Alex Himelfarb. L’accordo si basa su un progetto di ricerca intitolato «Alla scoperta di nuovi potenziali target farmaceutici - il ruolo del sistema poliaminergico nel comportamento suicidario e nel meccanismo d’azione del litio». Secondo Del Zompo «comprendere il meccanismo biologico attraverso cui i sali di litio esercitano il loro effetto benefico risulta di importanza notevole, poichè aprirebbe le porte alla scoperta e lo sviluppo di nuovi farmaci efficaci, e con minori effetti collaterali rispetto al litio».■  

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie