Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 September 2008

Rassegna a cura dell'Ufficio stampa e web
Segnalati 5 articoli delle testate L'Unione Sarde e La Nuova Sardegna



Commenti Pagina 16

Da Matarrese alla Carfagna
Uomini (e ministri) giusti al posto giusto


di Maurizio Crippa
L'ultimo in ordine di tempo - a meno che ci sfugga qualche notizia dell'ultimissima ora: ormai l'Italia è un Paese che va a razzo, Alitalia permettendo - è stato il presidente della Lega Calcio, Antonio Matarrese. Il Campionato è appena ripartito, e già siamo un'altra volta alle prese con le violenze degli ultras? Non c'è problema, ha detto lui, «possiamo predisporre celle negli stadi per mettere subito al sicuro chi delinque». Oplà. Si potrebbe obiettare che, se fosse la soluzione giusta, qualcuno l'avrebbe già adottata da un pezzo. Ma non è questo il punto. La vera novità è che pure un vetero-democristiano di lungo corso come Matarrese, non proprio quel che si dice un decisionista, sembra essere stato contagiato dal nuovo clima efficientista che va per la maggiore in questo inizio di settembre. Uno stile rivoluzionario, che potremmo definire: "Tranquilli, abbiamo già risolto tutto". Non è nemmeno il caso di dubitare che l'emanatore ufficiale e brevettato dell'aria nuova sia il Cavaliere, che da quando è tornato al governo non si è più tolto la sua tuta da lavoro da Uomo Risolutore. Giovedì scorso, comparendo con l'ormai immancabile camicia scura alla festa dei giovani di An, ha detto: «Abbiamo un consenso imbarazzante». E in effetti, dalla monnezza napoletana al lodo Alfano, al risarcimento per la Libia, Berlusconi procede come un carrarmato. È il nuovo stile: più i dossier sono complicati, disastrati, urgenti e impossibili, più la soluzione arriva rapida e decisa, come un colpo di lama a spaccare la mela in due. Non è più come ai vecchi tempi, quando a chi aveva responsabilità decisionali era richiesta soltanto la capacità di spaccare il capello in quattro.
Il più recente debutto nell'arte del "tranquilli, ci penso io" è quello del ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna. Parliamo di prostituzione, of course . È dal tempo della legge Merlin che tutti i viali della notte conducono alla perdizione. Ma, ultimamente, anche di giorno le strade sono diventate un bordello a cielo aperto. Un degrado impossibile da cambiare. E la bella Mara che ti fa? Un disegno di legge di quattro articoli quattro su "Misure contro la prostituzione", approvato in un batter d'occhio dal Consiglio dei ministri, senza manco convocare la solita trentina di tavoli tecnici ed esperti universitari. D'ora in poi, multe e arresto per prostitute e clienti, vietato "lavorare" e "comprare" per strada. Oplà.
Non per fomentare rivalità tra ministre belle e brave, ma la superstar della categoria è Mariastella Gelmini, titolare della Pubblica Istruzione. Riformare la scuola italiana, come dire la più grande azienda statale del mondo, un milione di dipendenti, più dell'esercito americano, è, come tutti sanno, un'impresa disperata. In più le scuole sono infestate dai bulli, ci sono troppi insegnanti troppo poco pagati, troppo poco efficienti e strutture che vanno a pezzi. Uno normale taglierebbe la corda, e tanti saluti. La Gemini, invece, il primo di settembre, spara a raffica un decreto legge di pochi articoli, dal titolo perentorio: "Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università". E rivolta, o almeno ci prova, la scuola italiana come fosse un guanto. I tre maestri elementari, una riforma che era costata un decennio di lacrime e sangue? Aboliti. Il voto in condotta, la più illustre vittima di quarant'anni di '68 mai finito? Rieccolo più cattivo che mai. E tutti con il grembiulino, per favore, che la ricreazione è finita.
Un altro ministro che non si fa prendere dall'ansia è Roberto Calderoli - non a caso è il ministro della Semplificazione - Vent'anni fa il federalismo non si sapeva neanche cosa fosse; anni di lavoro per la riforma costituzionale diventarono carta straccia con un referendum. Niente paura. Lui ci si è messo al lavoro quest'estate, e il decreto legge sul federalismo fiscale è pronto per essere sventolato oggi (domenica) sulla Laguna di Venezia, quando la Lega di Umberto Bossi celebrerà i suoi riti dei "popoli padani". E se anche la partita più complicata di tutte - quella di Alitalia - non riuscirà a decollare, nessuno potrà dare la colpa al commissario straordinario Augusto Fantozzi, uno che prende in mano la patata più bollente del mondo il lunedì, e dice: «Entro giovedì bisogna chiudere». Comunque vada, è un altro eroe della nuova stagione italiana. Difficile credere che sia tutto vero, e che d'ora in poi alle parole seguiranno i fatti. Ma per adesso, godiamoci almeno questo inebriante effetto da "miracolo italiano".



Commenti Pagina 16



Aspettative di rinnovamento
Verso un'Università meno gattopardista




I buoi sono fuggiti. Erano in pochi, anzi pochissimi, quelli che denunciarono che si stavano aprendo i recinti. Non è "il senno del poi", ma la ricostruzione dei fatti. L'argomento è l'Università, il tentativo è di individuare le ragioni delle sue grandi difficoltà e, possibilmente, la ricerca d'eventuali rimedi. È una presa d'atto: l'istituzione universitaria non è stata capace di rinnovarsi al suo interno né, tanto meno, ha recepito in modo corretto i deboli segni riformatori dei vari Governi che si sono succeduti nel tempo (Berlinguer, Moratti, Mussi fra quelli più significativi). Il carattere che forse meglio definisce il sistema universitario nazionale è stato e continua ad essere il suo "gattopardismo", la capacità d'adattamento a una situazione data. È successo negli anni Sessanta, nel passaggio dall'epoca dei "baroni" a quella dei "colonnelli". Cambiarono i protagonisti, non la situazione. Furono, infatti, grandi le aspettative per un rinnovamento riformatore verso un'Università "democratica", ma sono state invece demagogia per la difesa dell'accademia, nei recinti del corporativismo sindacale, in modo diffuso, dai docenti al personale tecnico-amministrativo.
Un altro tentativo di riforma ha riguardato il sistema dei concorsi per i ruoli della docenza. In linea generale furono introdotte norme condivisibili: era previsto un commissario interno nominato dalle Facoltà a tutela degli interessi locali, i commissari esterni di nomina elettiva (democraticamente) per salvaguardare i titoli di merito dei candidati; sappiamo com'è andata a finire. Un ruolo per il candidato locale (spesso oltre i meriti), due ruoli per le principali cordate accademiche nazionali: mercato di scambio fra le famiglie universitarie così come le nomine elettive dei commissari, di stretta indicazione accademica. L'ultimo dei misfatti: le lauree brevi, altro tentativo riformatore per un necessario adeguamento dell'Università alle esigenze del mercato. È stata nuovamente accademia, le lauree brevi per le carriere dei docenti, altro rispetto ai suoi motivi originari. Nel lungo processo, dagli anni Sessanta dei colonnelli alle lauree brevi, è stato un continuo decadimento della funzione universitaria, agli ultimi posti nelle classifiche internazionali: invecchiamento progressivo dei docenti, nessun ricambio, carriere associate alle amicizie accademiche più che al merito, provincialismo rispetto a un'istituzione che dovrebbe avere un respiro internazionale.
Oggi sono molte le critiche, anche su fronti contrapposti. È l'attuale stato dell'arte, il "gattopardismo" è all'angolo, anche da parte di chi dichiara la sua appartenenza al fronte dei riformatori: ne dobbiamo essere avvertiti per la stessa sopravvivenza dei nostri Atenei.
PAOLO PANI
Università di Cagliari


Cultura Estate Pagina 9



Cagliari
Alla Cittadella dei Musei la mostra e una tavola rotonda sul progetto



La mostra di Antonello Dessì dedicata ad “Ermes nel canto di Ulisse” e ospitata fino al 25 nella Cittadella dei Musei di Cagliari, sarà inaugurata martedì alle 18 dall'assessore alla cultura Maria Antonietta Mongiu, che la patrocina. A curarla la storica dell'arte Simona Campus. Tre giorni più tardi, stessa ora, una tavola rotonda sulle opere e sul saggio. Introdotta e coordinata da Marisa Frongia, ordinario di Storia dell'arte contemporanea nell'Università di Cagliari, vedrà la partecipazione di Maria Teresa Marcialis, ordinario di Storia della filosofia, Stefano Mecatti, già direttore della Fondazione Primo Conti, Franco Meloni, ordinario di Fisica della Materia, Nanni Pirodda, professore ordinario emerito di Letteratura Italiana e Luisa Mulas, ordinario di Letteratura italiana, oltre che autrice della bella prefazione a questo libro così indissolubilmente legato alle opere in esposizione. «Enigmatiche, perché ricorrono ai simboli», scrive Simona Campus. «E audaci, perché racchiudono congiunte filosofia e scienza, letteratura e arti visive, determinate a “seguir virtute e canoscenza”». Laureato in Filosofia con una tesi su Kandinsky, Dessì ha approfondito le sue intuizioni pittoriche sulle fenomenologie percettive e sulla comunicazione segnico-simbolica. Artista e performer, ha partecipato a Plexus International e ha collaborato con la Carnegie Mellon University di Pittsburg.

Ulisse che nacque dal seme d'Ermes
Il Canto di Dante tra testi e immagini: la prova d'artista di Antonello Dessì


In Ermes nel Canto d'Ulisse. Prova d'artista Antonello Dessì rilegge il Canto XXVI dell'Inferno dantesco attraverso una serie di immagini sostenute da testi densi e articolati. Proprio nella connessione di testo e immagini consiste l'originalità di un lavoro che è insieme presentazione di opere pittoriche e interpretazione di un'opera letteraria: originale non tanto per l'accostamento parola-pittura, quanto per le modalità di questo accostamento e per i molteplici significati che veicola. Esso è intreccio inscindibile, simbiosi, mutua dipendenza per cui testo e immagini si implicano a vicenda, in modo tale che non avrebbe alcun senso distinguerli nella loro individualità o analizzarli nella loro autonomia.
Antonello Dessì è un pittore che ha al suo attivo molte mostre personali e partecipazioni a mostre collettive di livello nazionale e internazionale; la qualità delle immagini di questa Prova d'artista, del resto, rivela subito, anche a un lettore disattento, il "mestiere" del loro autore e la sua vocazione a rendere artisticamente, attraverso i disegni e i colori e le "installazioni", le sue intuizioni visive. Questo però non significa che queste immagini raffigurino a posteriori una lettura già compiuta del canto XXVI, e men che meno ne illustrino la poesia (la poesia, come la musica e l'arte in genere, non può essere illustrata).
Al contrario: sono le immagini a rendere possibile la lettura; come dice Luisa Mulas nella bella Prefazione al volumetto, la «lettura critica […] consolida con la dottrina un'ipotesi sorta probabilmente in virtù di un'intuizione artistica», sì che è dalle immagini visive che si origina la riflessione teorica, è il "vedere", nella molteplicità dei suoi significati, che guida il processo interpretativo. Antonello Dessì lo dice esplicitamente: «Ritengo che ri-vedendo ciò che Dante ha visto si possa accedere ad una interpretazione del canto», ed è proprio questo sforzo visivo - più che la partecipazione intellettuale ed emotiva - a venir sollecitata nel lettore; di fatto nella intera trattazione, è la "visione" che viene chiamata in causa, non il procedimento logico o l'argomentazione letteraria.
La realizzazione di questo "vedere" è strettamente legata ad un approccio al Canto d'Ulisse consapevole del carattere composito di quest'ultimo e della compattezza con cui motivi differenti provenienti da diverse culture (il mondo classico, l'ebraismo, il cristianesimo) e da diverse ottiche (quella mitologica e quella religiosa, quella astrologica e quella astronomica e l'astrologica ecc.) convivono, sono fusi e si trasfigurano in poesia.
Assumere lo sguardo di Dante significa allora penetrare in quella commistione, in qualche modo decostruirla, mettendo in luce ciò che si cela dietro i simboli e le analogie che caratterizzano la cultura medioevale. Il discorso di Ermes nel canto di Ulisse si snoda allora secondo un progressivo disvelamento di ciò che è nascosto nel testo, sulla linea di una crescente astrazione che dal mito giunge alla religione, dalla astrologia alla astronomia. Ermes costituisce la figura chiave di questo processo: incarnato in Ulisse abile nel dire, multiforme e versatile come il dio pagano, con il blasfemo "folle volo" dell'eroe omerico e la sua morte per annegamento perde i propri attributi mitologici per diventare, oltre le colonne d'Ercole, il pianeta Mercurio che, nel manifestarsi dello Zodiaco, riguadagna la propria "casa".
Parallelo a questo è il processo seguito da Dante: la sua vicenda si identifica fino a un certo punto con quella di Ulisse, suo primo alter ego, ma, con la morte di quest'ultimo e quindi con la liberazione dagli orpelli mitologici e pagani, può compiersi felicemente e raggiungere l'Itaca celeste; Mercurio allora si rivela "l'alter ego reale e velato di Dante": entrambi superano il loro esilio e riconquistano la propria 'casa'.
Momento centrale di questa vicenda è il superamento delle colonne d'Ercole: in questa dimensione si compie il passaggio dalla tradizione pagana a quella cristiana, si abbandona la caotica molteplicità pagana per l'unità cristiana, si assiste alla rotazione di spazio e tempo e al loro sovvertimento, e soprattutto Dante - e attraverso i suoi occhi Antonello Dessì - "vede" lo Zodiaco e può cogliere la precessione degli equinozi, passa cioè dalla mitologia alla astronomia.
Naturalmente le argomentazioni di Ermes nel Canto di Ulisse sono molto più articolate rispetto a questa mia semplificazione; le corrispondenze individuate, le analogie messe in luce, le simbologie destrutturate sono molte in un discorso complesso che si dipana per approfondimenti successivi in una rete di rimandi che sembra inesauribile.
Antonello Dessì fa riferimento all'ultimo De Santillana de Il Mulino di Amleto, a Lotman, a Graves, a Hillmann, a Saxl, e certo dietro la sua interpretazione ci sono le letture iconografiche di Aby Warburg e quelle di José Burucua, filtrate dall'occhio del pittore. Non questo tuttavia mi importa rilevare se non per mettere in luce il sostegno bibliografico che regge la lettura fine e, per quanto io ne so, originale di Dessì. Piuttosto, dall'ottica di chi, come me non ha specifiche competenze letterarie e pittoriche ma è solo una modesta storica della filosofia, sono interessanti almeno due cose: l'ipotesi di fondo per la quale è dall'intuizione estetica che sorge la riflessione teorica; il quadro storico-culturale emergente dall'intera lettura: un quadro ricco e compatto che tiene conto della convivenza di visioni diverse della realtà, del loro scontrarsi, del loro contaminarsi sì che è dal mito che scaturisce la scienza, è nei simboli che è contenuta la "realtà", e dall'analisi delle analogie che si giunge alla comprensione di un momento storico e di un autore. Sono, queste, questioni complesse che ovviamente non possono essere considerate in questa sede; basti qui averle segnalate almeno per sottolineare la ricchezza di spunti, oltre che l'interesse della tesi e la pregnanza estetica delle immagini, presenti in Ermes nel canto di Ulisse .
MARIA TERESA MARCIALIS




Pagina 2 - Gallura

OLBIA. La città diventa capitale del design con la Scuola estiva internazionale

ALESSANDRO PIRINA

OLBIA. Capitale del design per una settimana. Da ieri Olbia ospita la terza edizione della Scuola estiva internazionale «Design e Ambiente», organizzata dalle facoltà di Architettura di Alghero e del Design del Politecnico di Milano. L’appuntamento, che finora si era svolto a Bosa, sbarca per la prima volta in Gallura. Il tema di questa terza edizione, a cui prendono parte una trentina di allievi (di cui un nutrito gruppo di spagnoli e una studentessa turca), è l’identità del luogo, intesa nella sua accezione ambiente-territorio. Lo scopo della scuola è, infatti, quello di trovare nuovi approcci per elaborare la moltitudine di valori che il territorio esprime, basandosi sul design di piccoli manufatti e prodotti di comunicazione, attraverso nuovi linguaggi, tecnologie, modalità e canali di comunicazione. Elemento comune ai sei laboratori progettuali tematici è il design leggero. I workshop spaziano dalla progettazione di barche all’animazione, dal design dei beni culturali a quello della luce e del colore fino alla videoarte. Ma oggetto di un laboratorio sarà anche la città di Olbia, per la quale verrà studiato un piano di riqualificazione percettiva. Accanto a queste attività per i soli allievi, vi saranno anche alcuni momenti di approfondimento aperti al pubblico. I primi si sono svolti ieri sera con Alberto Seassaro, preside della Facoltà del Design di Milano, ed Eugenia Tognotti, docente della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Sassari, che ha tenuto una lezione (foto) su «Olbia: una città antica e nuova». Il programma proseguirà con interventi sulla geometria di Gaudì a cura di Joan Font, dell’Universitat Politècnica de Catalunya (martedì alle 18.30), e sui quindici anni dalla nascita dei web browsers con l’art director Attilio Baghino (mercoledì alla stessa ora). Tutte le conferenze si svolgeranno all’Expo, mentre la Scuola estiva è ospitata dal Circolo Nautico, dove sabato alle 16 calerà il sipario sul master con la critica finale dei lavori. Ieri l’iniziativa, che vede Olbia sempre più volta verso il mondo universitario, è stata presentata dal docente Nicolò Ceccarelli alla presenza di Gianni Giovannelli, Uccio Iodice, Giorgio Spano (in veste di vicepresidente del Circolo Nautico) e Vanni Maciocco, preside della facoltà di Alghero. Fino a questa mattina sarà possibile iscriversi al corso (Info: 329.0045888).

Pagina 24 - Sassari

Il libro è un piacere da ascoltare
Settemila titoli a disposizione dei non vedenti in cd o mp3
Una postazione multimediale da martedì nella biblioteca universitaria


SILVIA SANNA


SASSARI. Saranno i “donatori di voce” a regalare il piacere virtuale di leggere un buon libro. Per non vedenti, ipovedenti e dislessici, ecco che sfogliare le pagine diventerà semplice come ascoltare una canzone. A casa, sul divano, o come una piacevole ninna nanna. La scelta è molto ampia, tra i circa 7mila titoli a disposizione c’è quasi da perdersi. Il libro da portare a casa verrà racchiuso in un’audiocassetta, in un cd o in un lettore mp3. Succederà da martedì, nella biblioteca universitaria.
La bella novità nasce da una convenzione del ministero per i Beni e le attività culturali con il Lions Club, che apre alla biblioteca la sua preziosa banca dati. Il progetto “Cultura per tutti” si basa sull’accordo siglato nel dicembre 2006 tra la Direzione generale per i beni librari, l’associazione Libro parlato e i Lions, che coinvolge 25 biblioteche statali.
Sarà sufficiente cliccare sul sito www.libroparlatolions.it per catapultarsi nel pianeta della lettura. Finalmente a disposizione anche di chi non ha la possibilità di usare i suoi occhi.
Disabili visivi e dislessici si accomoderanno in postazione e verranno guidati nella scelta da un gruppo di lavoro che garantirà l’accoglienza e l’assistenza nella consultazione del sito web. Per ora, i titoli sono 7mila, distribuiti in 9 categorie: religione, letteratura e poesia, narrativa, narrativa poliziesca, saggistica, umorismo, musica e teatro, varie e biblioteca ragazzi. 855 gli audio-libri scaricabili in formato Mp3, con due possibilità: ci si porta il lettore da casa oppure lo si chiede in prestito alla biblioteca (che fornisce anche il caricatore e un set di pile) per il tempo massimo di un mese.
Dice Giuseppina Uleri, direttrice della biblioteca: «È una novità di cui andiamo molto fieri perchè mette un patrimonio a disposizione di un’utenza che altrimenti rischia di essere tagliata fuori. Per il futuro, contiamo di potenziare il servizio, allestendo una postazione multimediale nella nuova sede della biblioteca».
Si parte martedì mattina. Per chi ha difficoltà a raggiungere piazza Università da solo, c’è la possibilità di prendere un appuntamento. All’ora stabilita un impiegato della biblioteca andrà a prendere il nuovo lettore all’ingresso dell’ateneo e lo accompagnerà sino alla biblioteca. C’è solo un altro passaggio obbligato: i non vedenti e gli ipovedenti devono portare un certificato che attesti la loro condizione. Sembra assurdo, ma è già capitato che qualcuno abbia finto di essere portatore di handicap per godersi un audiolibro.
Per informazioni e prenotazioni è possibile chiamare il numero 079.235179, fax 079.235787, o scrivere una mail all’indirizzo di posta elettronica bu-ss@beniculturali.it.

Questionnaire and social

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