Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 September 2008
Rassegna quotidiani locali
 
L’UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
IL SARDEGNA



1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - pagina 17
Università. Folla alla cittadella di Monserrato tra giovani agitati e genitori apprensivi
Medicina, solo uno su otto ce la farà
Ieri il test d’ammissione alla facoltà: in 1.500 per 172 posti  
 
Sono arrivati da tutta la Sardegna per giocarsi le loro chance provando a rispondere alle ottanta domande del quiz.
Aspiranti medici: 1.490. Posti a disposizione: 172. Numeri alla mano soltanto uno su otto riuscirà nell’impresa di entrare alla facoltà di Medicina e provare così a realizzare il sogno di diventare medico.
LA CALCA Ieri mattina l’esercito di studenti diplomati, ma anche candidati un po’ più attempati, si sono ritrovati alla cittadella universitaria di Monserrato per affrontare la selezione. C’è chi, accompagnato dai genitori, agitati e apprensivi, si è presentato alle 9, due ore prima dell’inizio della prova. Qualcuno ha invece deciso di arrivare qualche minuto prima delle 11, forse per scacciare fino all’ultimo istante l’ansia. Davanti alle diciassette aule, sedi dell’esame,
IL VIAGGIO C’è chi è arrivato da lontano per giocarsi le sue chance davanti alle ottanta domande del quiz. «Sono partito presto da Bosa», dice Gianluca Ardu, diplomato al liceo scientifico, «dopo aver passato anche l’ultima giornata a rispondere ai test. Come mi sono esercitato? Con i quiz di prova che ho trovato su Internet. So che alcune associazioni hanno organizzato dei pre-corsi ma io ho preferito prepararmi da solo». Ovviamente, vista la folla di concorrenti, è già pronta l’alternativa: «Mi sono iscritto anche al corso di Matematica», conferma Ardu. Anche Laura Concu ha fatto parecchi chilometri: «Sono arrivata da Scano di Montiferro», racconta la neo diplomata al liceo scientifico, «insieme ad alcune amiche anche se mio padre lavora a Cagliari e mi possono appoggiare a lui». Non nasconde di essere tesa: «Sono un po’ agitata anche perché durante i cinque anni delle superiori non abbiamo mai affrontato dei test. Mi sono allenata con i quiz trovati su Internet e comprando alcuni testi specifici». Le alternative, se non dovesse andare bene, sono già pronte: «Domani (oggi, ndr) tenterò con Odontoiatria, poi mi sono iscritta anche alla prova di Scienze infermieristiche e di Farmacia». Sabrina Abis è di Sanluri ed è già abituata agli spostamenti: «Mi sono diplomata al liceo classico di Villacidro», spiega. L’ha accompagnata la sorella: «Sono tesa. Iscrivermi in Medicina è sempre stato un obiettivo. Se non dovessi riuscirci proverò con Lingue e infine con Giurisprudenza».
I GENITORI Alle 11 le aule (divise per anno di nascita dei candidati) sono piene. A terra, ammassati, zaini e borse. Sulle cattedre delle commissioni prendono posto i telefoni cellulari. Qualcuno si è munito di bottiglietta di acqua, portandosi dietro anche qualcosa da mangiare. Fuori, seduti sulle panchine, tanti genitori. Alcuni chiacchierano tra loro. Altri sfogliano il giornale o si cimentano con i cruciverba. Anche il banchetto delle informazioni, allestito dall’associazione Università per gli studenti, dopo aver distribuito piantine della Cittadella e materiale informativo, inizia a smobilitare quando i commissari danno il via alla prova. Inizia così l’assalto ai 172 posti e al sogno di diventare medico.
MATTEO VERCELLI
 
in italia
Candidati indagati, a Bari è polemica
   
In tutta Italia ieri è stato il giorno dei test d’ammissione a Medicina. A Bari polemiche per la presenza degli studenti indagati per le prove truffa del 2007. Ad Ancona aule blindate e controlli severissimi nella facoltà rimasta coinvolta nello scandalo dell’anno scorso. Oggi si replica con la prova per Odontoiatria.

 
 

2 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Nuoro
Il presidente della Provincia punta a superare il consorzio 
Università, Deriu lancia l’ultimatum 
«Il tempo sta per scadere e dobbiamo pensare allo sviluppo» 
 
NUORO. Università nuorese, il tempo sta per scadere. Così il presidente della Provincia di Nuoro, Roberto Deriu, prende il toro per le corna, e lancia ai suoi interlocutori, politici e istituzionali, quest’ultimo messaggio: ci si sieda subito intorno a un tavolo per decidere una volta per tutte la chiusura del consorzio e per definire la forma di un nuovo soggetto. Stavolta Deriu non la chiama Fondazione, e forse volutamente. Ma sembra questa, comunque, la stella polare da seguire.
 «È arrivato il momento di mettersi intorno a un tavolo per far nascere il nuovo soggetto che dovrà occuparsi della promozione degli studi universitari a Nuoro». Queste le parole che usa il presidente della Provincia di Nuoro, Roberto Deriu, per ricominciare a parlare di università nuorese.
 «Le tante riunioni fatte nei mesi scorsi a seguito dell’iniziativa messa in campo dalle Province di Nuoro ed Ogliastra - continua Deriu - hanno evidenziato il fatto che enti, associazioni di categoria, sindacati, istituzioni, la stessa Camera di Commercio, ma anche i privati, hanno raccolto l’invito a mobilitarsi concretamente perché Nuoro abbia un’Università vera, grande, forte: che si poi traduce in un’Università che aumenta i propri studenti, i propri docenti ed i propri corsi. E in una Università che parla a Cagliari e Sassari dicendosi pronta a diventare il terzo luogo universitario della Sardegna».
 Le linee sono tutte indicate in questi passaggi, ma soprattutto in quel “terzo luogo” universitario, che non è terzo polo, ma poco di manca.
 «Gli incontri - sottolinmea ancora il presidente della Provincia - sono stati fatti, e il partenariato socio economico ed istituzionale della provincia ha risposto positivamente, e dunque è tutto pronto per chiudere il Consorzio Studi Universitari e far nascere il nuovo soggetto di promozione». L’obiettivo è quindi molto chiaro: far nascere un nuovo soggetto. Che Deriu evita, forse volutamente, di chiamare Fondazione. Ma questo non vuol dire rinuncia alla formula, bensì prudenza e apertura, ma a termine. «Ora - spieda infatti il presidente - non resta che definirne la forma, aderirvi, e conferire le risorse necessarie, perché quanto detto, venga realizzato nel più breve tempo possibile». Per Deriu insomma la «Provincia è pronta» per marciare in questa direzione. E si impegnerà anche direttamente con «risorse proprie».
 E pure «altri enti» e altre associazioni ed istituzioni hanno assicurato il loro impegno. Manca all’appello soltanto il Comune di Nuoro. E forse è proprio a questo che il presidente della Provincia di Nuoro lancia l’ultimo messaggio, prima che scada il tempo utile.
 «Se altri vogliono aspettare ancora - conclude infatti Roberto Deriu con un pizzico di polemica - facciano pure. Ma io penso che la città ed il territorio non debbano però attendere oltre per vedere l’Università diventare uno dei principali fattori di sviluppo».
 Il sasso nello stagno estivo è stato lanciato. Ora vedremo dove arriveranno che onde che ha sollevato.(n.b.)
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Fatto del giorno
Sassari: 1059 concorrenti al palazzetto per accedere a 105 posti della facoltà 
Un esercito armato di Bic sognando il camice 
Esame blindato, impossibile per zii, genitori, fidanzati, suggerire sulle 80 domande  
 
 SASSARI. Alle sentinelle all’ingresso qualcuno deve avere ordinato di non sorridere. Dalle facce incolore capisci subito che quest’anno tira una brutta aria. Il test per aspiranti camici bianchi non è quel giochetto facile facile descritto in mille lettere di denuncia. Genitori, zii e amici con laurea in tasca si presentano all’appello ma della loro sapienza non sanno che farsene. Come nel resto d’Italia, anche in città l’esame è blindato. Le nuove regole imposte dal ministero aggirano tutti i possibili trucchi: niente aiutini, di fronte alle 80 domande sei solo con il tuo cervello e una penna Bic nera avuta in prestito. All’uscita le sentinelle la chiedono indietro: con imbarazzo la restituisci tutta mordicchiata, ma le facce stirate non fanno una piega.
 Alle 8,15 in piazzale Segni c’è una folla come neanche al mercatino ambulante del lunedì. Fauna abbronzata e occhialuta, ragazzine in shorts e ballerine, ragazzi con filo di barbetta e jeans che più a vita bassa non si può. Pochissimi hanno dato buca. Dal chiacchiericcio dei 1059 si capisce che molti sono arrivati da lontano. Un gruppetto si presenta con valigie al seguito: dopo il test subito in nave, vada come vada si ritorna in Sicilia. Una ragazza fiorentina è pronta a mettere su casa a Sassari, dopo avere tentato quattro volte il test in Toscana. E poi ci sono i napoletani, che ridono, ridono sempre. Osservano con sorrisetto da presa in giro una bella fetta di colleghi con la faccia da panico: libro sottobraccio, tartagliano formulette chimiche e si rigirano tra le mani la carta d’identità sudatissima. E poi c’è chi se la tira un po’. «Io lavoro, faccio l’infermiera. La selezione l’ho superata senza problemi. Certo fare il medico mi piacerebbe molto. Sai, avrei maggiori gratificazioni. E studiare per altri sei anni non mi spaventa, l’idea mi piace». Il barlume di sicurezza vacilla di fronte ai tre cartelli appesi al cancello del palazzetto dello sport. In fondo si sapeva già, nel bando c’era scritto che a discrezione della commissione i candidati sarebbero stati distribuiti in base all’età. Detto e fatto. Il nipote ventenne quasi sviene quando scopre che lo zio cinquantenne lo vedrà, forse, con il cannocchiale. La sua enciclopedia umana entrerà dall’ingresso blu, che accoglierà i nati nel 1987 e anni precedenti. Per lui la freccia è gialla: 1988-1989. Per gli altri, i diciottenni o quelli che hanno fatto la primina, c’è una sentinella davanti alla porta rossa.
 Alle 8,30 suona la campanella, il cancello si spalanca. Fuori restano i genitori, con le lacrime agli occhi: da un momento all’altro ti aspetti di vedere un fazzoletto che sventola.
 L’ingresso blu è il secondo che incontri. La squadra degli attempati del quiz è bella folta. Sulla porta c’è una signorina di viola vestita con un elenco in mano. Nome e cognome, prego si accomodi. Sembra quasi di stare a un posto di blocco: «Documento e tagliando per favore». Quello che dimostra che sei in regola, perchè hai pagato la tassa d’iscrizione di 20 euro. Altro passo e altra sentinella. «Se ha con sè il telefono cellulare è pregata di spegnerlo e di depositare la borsa qui». Alle 9,20 ti affacci nel tempio del basket con una cartelletta scura e triste e la Bic nera. Neanche un pacchetto di kleenex a farti compagnia, pazienza se hai il raffreddore e il naso ti gocciola: potresti usarli per suggerire le risposte, non si sa mai. E abbandoni pure quel pacchetto di biscotti che sognavi di sgranocchiare verso le 11, quando la colazione è già un lontano ricordo. Niente da fare, potresti essere un mago a scarabocchiare numeretti sulla plastica. Ti rassegni quando ti accomodi nella seggiolina dietro il canestro. È scomoda: dopo un po’ la schiena inizia a curvarsi pericolosamente in avanti. Ma non è il male peggiore. Si sente un boato quando a regolare il traffico spunta un’altra delle tante sentinelle: «Quella la conosco, è una professoressa. È un cane, all’esame non perdona. E qui ci terrà il fiato sul collo». Alle 9.40 è (quasi) tutto da rifare. Il mastino scopre che giù c’è tanto posto libero. Così a file alterne inizia il trasferimento: tra un candidato e l’altro, ora ci sono due seggioline di mezzo. In giro regna la disperazione, si parte con la contromossa. «Scusi, posso andare in bagno?». Il bisognino collettivo fa capolino all’improvviso, inarrestabile. Le sentinelle, che finalmente stanno tutte insieme così le puoi contare (tra insegnanti e specializzandi sono 8 per settore), fanno come a scuola. «Due alla volta, un maschio e una femmina». Basta per provare a giocarsi l’ultima carta. «Senti scusa, se non devi comunicare con qualcuno potresti fare sedere la mia amica al tuo posto? Vai in bagno così vi potete scambiare». Non è difficile, la mossa rapida sfugge allo sguardo vigile dei controllori, distratti ad ascoltare il coordinatore che tiene banco al centro del campo. Alle 10.30 annuncia l’imminente consegna dei plichi e chiama sei volontari (due per settore) per verificarne l’integrità. Poi ripete più volte, tipo cantilena, il lungo elenco di raccomandazioni. E ce n’è anche una divertente: «Ricordo che è vietato passeggiare sul linoleum». Ma a basket non si gioca sul parquet?
 Alle 11 inizia il conto alla rovescia. Un ragazzo scorre veloce le prime domande e alza la mano: «Posso andare? Tanto è inutile che resti qui». Non può confessare ad alta voce che lui, studente vicino alla laurea, è lì solo per aiutare un’amica. Ma lei, più giovane di un paio d’anni, è seduta lontano. Niente da fare, comunque: almeno sino alle 12.30 dal palazzetto non si esce neanche con le bombe. Di buono per lui (pessima cosa per quasi tutti gli altri), c’è che il tempo vola. Solo una mezzora per leggere tutti i quesiti, 80 tra cultura generale e ragionamento logico, biologia, matematica e chimica. Cellule e particelle mischiate al De Bello Gallico e all’Infinito di Leopardi, passando attraverso il terrorismo e la Costituzione. Per chi è fresco di diploma la sfida non sembra impossibile. Ogni risposta esatta vale un punto, quella sbagliata -1, quella non data -0,25. Copiare è un’impresa. La vigilanza è a prova di occhio bionico: il collo che si allunga due seggioline a destra o avanti è immediatamente incenerito dallo sguardo severo. E i tacchetti che passeggiano insistenti dietro la tua testa china sul foglio, ti ricordano che i recidivi, cioè quelli scoperti due volte a parlare con il vicino, verranno immediatamente espulsi. Cartellino rosso e fuori dalla porta.
 Quando manca mezzora alla scadenza (le 13), i giochi sono fatti. «Scusi, avrei finito, posso uscire?». Anche l’infermiera ha fatto alla svelta. È tra le prime a riassaporare la libertà. E non se la tira più: «Ma sì, chi se ne frega, io tanto ho già un lavoro. Ma chi ha voglia di rimettersi a studiare?». Nelle mani delle sentinelle, che stranamente sorridono, finiscono i plichi sigillati. Una allunga la mano, chiede indietro la penna. La Bic con il tappo abbondamente rosicchiato nelle due ore di attesa finisce in una scatola, pronta a essere rispolverata. Arrivederci e grazie, la purga è finita, ora non resta che aspettare. Tra 10 giorni i 105 eletti grideranno di gioia, per gli altri 900 e più la storia ricomincerà. Un altro test, forse, o il camice bianco mai indossato e già appeso al chiodo.
 
Pagina 2 - Fatto del giorno
E all’esame si è iscritto anche uno studente di 73 anni 
 
 ROMA. Per anni i genitori, non tutti, hanno denunciato i brogli alla prova del test e tanti giovani hanno rinunciato al sogno di diventare medico. Ognuno con le certezze del caso. In tanti hanno sostenuto che superavano il test solo i figli d’arte che avevano già tracciato la strada per i loro rampolli che poi avrebbero fatto la carriera dei padri. Certezze identiche in tutta l’Italia. Cambiavano solo i cognomi, il copione era identico.
 Quest’anno gli studenti le hanno pensate proprio tutte per evitare irregolarità, tanto che negli atenei di Roma, Napoli, Genova, le associazioni studentesche hanno distribuito volantini che avvertono sulle possibilità di brogli e ricordano che si può ricorrere al Tar.
 Vigili anche i presidi delle facoltà di Medicina, così a Catanzaro un addetto alle pulizie è stato arrestato proprio in coincidenza con la fine dell’esame: secondo gli inquirenti, Walter Mancuso, aveva accesso alla stanza dove erano conservati i plichi trovati manomessi che contenevano i test.
 Ma per uno che è finito in cella, ce n’è uno che è uscito dalla galera almeno per una mattinata: un giovane di 20 anni che è stato accompagnato a sostenere la prova sotto lo scorta della polizia penitenziaria.
 Il giovane aspirante medico ha risposto alle 80 domande in una stanza appartata, lontano dagli sguardi degli altri concorrenti, sotto la sorveglianza delle forze dell’ordine.
 Ma tra gli aspiranti alla laurea in Medicina non ci sono solo giovani: molti i signori e le signore mature. A Torino si è presentato persino un uomo di 73 anni. Forse il più anziano in assoluto. Più che aspirare a diventare medico, probabilmente, desiderava essere d’aiuto a un nipote o a un pronipote con i suoi suggerimenti.
 Ma sicuramente gli è stato impossibile, anzi forse non ha scambiato nemmeno una parola con qualcuno dal momento che gli studenti, divisi per fasce di età, lo hanno lasciato irrimediabilmente solo.



4 - Il Sardegna
Grande Cagliari - pagina 21
Università. Tra gli aspiranti studenti c’è voglia di camice bianco: record di domande per Medicina: 4.492
Ateneo, 17mila ai test d’ingresso
Selezione anche per Economia
Corso di recupero obbligatorio per chi non ce l’ha fatta.Ma con un’altra prova finale
 La marcia dei diciassette mila. Al via i test d’ingresso per le facoltà dell’Ateneo cagliaritano
La procedura della prova di ammissione ormai si avvia a diventare sempre più severa e selettiva. Ingegneria è già partita,
domani per la prima volta, esame anche per gli aspiranti studenti di Economia e Commercio, mentre ieri la cittadella universitaria di Monserrato è stata presa d’assalto. E torna il dibattito sulla regolarità e la sicurezza dei quiz. Nella speranza che non si ripeta il pasticcio che creò scompiglio al test per la facoltà di Medicina le professioni sanitarie hanno livelli di disoccupazione prossimi allo 0). In quel caso, il primo esito fu pubblicato e poi ritirato dal sito mettendo in allarme i candidati.
I NUMERI. Ingegneria è partita martedì con 1266 domande di ammissione. Ieri è stato il turno di Medicina con 4492 candidati,
oggi odontoiatria e il 9 settembre le professioni sanitarie. Questa mattina si affollano anche le aule di Lingue e letterature straniere (468), domani invece sarà il turno di Farmacia (666 candidati) ed Economia e Commercio. Per la prima volta 1368 candidati affideranno ad una prova selettiva le speranze di accedere alla facoltà di viale Sant’Ignazio.
L’8 settembre si svolgerà il test per Architettura (642) e infine il 10 settembre inizia la trafila per Scienze Infermieristiche (2004 candidati). Via via tutti gli altri. In alcune facoltà non superare il test può creare qualche problema. In Economia ad esempio «nel caso in cui la verifica della preparazione iniziale non sia positiva, gli studenti dovranno adempiere a un obbligo formativo aggiuntivo e seguire quindi, dall’8 settembre, lo specifico corso di recupero organizzato dalla Facoltà». Nel regolamento si legge anche che il corso «si concluderà con una prova il cui superamento è propedeutico al sostenimento degli esami. Chi non si presenta sarà considerato bocciato». Intanto c’è chi si organizza. L’associazione Università per gli studenti ha ideato un servizio di prima accoglienza, (depliant e informazioni) per tutte le matricole che si affacciano al mondo universitario.
Ennio Neri
 
Mondo del lavoro
■ ■ Per i laureati che devono affrontare il duro impatto con il mondo del lavoro, l’Università di Cagliari ha organizzato seminari di orientamento. Grazie al Programma Operativo Nazionale (PON) - Azione Orientamento per lo sviluppo dell’alta formazione e del capitale umano di eccellenza - e alla collaborazione dell’Agenzia Regionale del Lavoro e del Bic/Città dell’Impresa, a settembre si terranno le ultime due edizioni dei "Seminari di Orientamento al lavoro" riservate ai laureati dell’Ateneo cagliaritano.
Venti ore totali distribuite su cinque giorni di corso, il primo dal 22 al 26 settembre, e il secondo dal 29 settembre al 3 ottobre 2008. I dottori torneranno di nuovo sui banchi per studiare la normativa sul lavoro dipendente, autonomo e i nuovi contratti (legge Biagi), ma anche per imparare a stilare un curriculum e affrontare un colloquio di lavoro.
 

Questionnaire and social

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