Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 August 2008
Rassegna quotidiani locali
 

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 11
elezioni La partita per il dopo Mistretta
Francesco Sitzia si ritira dalla corsa al rettorato
 
 Francesco Sitzia è uscito di scena: l’ex preside di Giurisprudenza è il primo candidato al dopo Mistretta a ritirarsi. Non si tratta di un colpo di scena: Sitzia faceva parte di una terna di nomi del polo economico-giuridico e, dopo la prima ondata di consultazioni, i candidati ancora in corsa tra le facoltà di viale Sant’Ignazio sono Raffaele Paci e Giovannino Melis. Con loro sono ancora in lizza Gavino Faa, Antonio Sassu, Giuseppe Santa Cruz e Maria Del Zompo.
La campagna elettorale è iniziata da tempo e sarà molto lunga perché si arriverà al voto entro la fine del 2009. Dopo l’uscita di scena di Sitzia nel polo economico-giuridico resta aperto il confronto tra Paci e Melis che arriverà a una conclusione entro settembre. Secondo quanto hanno fatto sapere i tre “saggi” che hanno svolto le consultazioni (Camillo Buccellato Massimo Deiana Francesco Pigliaru) i due candidati «hanno ricevuto ampi consensi. Un risultato che non ci consente di richiedere il ritiro dalla competizione di uno dei due». Paci e Melis hanno assicurato che lavoreranno con impegno per arrivare a una soluzione condivisa entro settembre.
Chi dovrebbe andare avanti per la sua strada, senza partecipare a delle consultazioni ribattezzate “primarie”, sono gli altri candidati. Restano quindi in corsa Maria Del Zompo, docente di Farmacologia e neuroscienziato
di fama mondiale, Antonio Sassu economista, ordinario di Politica economica, ex presidente del Banco di
Sardegna, Gavino Faa, preside uscente della facoltà di Medicina e Giuseppe Santa Cruz, ordinario di Anatomia patologica.
I prossimi mesi saranno quelli decisivi per altri eventuali ritiri o per possibili nuovi ingressi nella storica competizione che dopo diciannove anni non vedrà al via Pasquale Mistretta. Il rettore uscente potrebbe comunque avere un suo peso nell’appoggiare, pubblicamente o no, uno dei candidati. Una cosa sembra certa: dopo diciannove anni il rettore non sarà espresso dalla facoltà di Ingegneria. (m. v.) 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 11
Università. Si inizia con i quiz per Medicina il 3 settembre, chiude Scienze della comunicazione il 19
Vacanze finite, studenti a lavoro per i test
Corsi di laurea: sono quattromila gli iscritti alle prove d’ammissione
Scade alle 12 di oggi il termine ultimo per iscriversi alle prove dei corsi di laurea dell’Università di Cagliari
 
Per i quattromila diplomati sardi alla ricerca di un posto nei corsi di laurea a numero chiuso dell’Università di Cagliari le vacanze sono praticamente finite. Mare, spiaggia e notti in discoteca da oggi lasceranno spazio allo studio e al ripasso per cercate di arrivare pronti all’appuntamento con test e prove d’ammissione programmati dalle undici facoltà.
Si partirà il 3 settembre con Medicina e Chirurgia e si andrà avanti, quasi ogni giorno, fino al 19 settembre quando si svolgerà la selezione per Scienze della comunicazione. Ma da quest’anno accademico tutte le matricole, anche quelle che hanno scelto un corso di laurea libero, dovranno vedersela con una prova di valutazione della preparazione: non si tratta di uno scherzo perché chi non li passerà sarà costretto a frequentare dei corsi di recupero. Intanto per iscriversi alle prove c’è tempo fino alle 12 di oggi. Le immatricolazioni scadranno invece il 26 settembre.
A LAVORO Per evitare di perdere il treno molti ragazzi si sono organizzati in gruppi di studio. Altri si sono iscritti ai pre-corsi organizzati dalle associazioni studentesche. Oggi esordisce il gruppo Ichnusa con un ciclo di cinque giorni che cercherà di fornire alle matricole che si sono iscritte le basi per superare indenni lo scoglio dei test d’ammissione. C’è chi si è seduto su un libro da tempo, partecipando ai corsi organizzati dall’associazione Dictatum discere attivati da alcuni mesi.
SI FA SUL SERIO I giorni per rimediare a qualche lacuna, per prendere confidenza con una tecnica di valutazione a molti sconosciuta (le débâcle degli studenti sardi nei confronti con i loro coetanei della Penisola sono stati spesso giustificati con la scarsa attitudine ai test) e per approfondire alcune materie trascurate nell’ultimo anno scolastico sono oramai pochi. Il 3 settembre si inizierà con una delle prove più difficili: quella per conquistare uno dei 172 posti a disposizione per Medicina e Chirurgia. All’inizio di agosto gli iscritti erano 672. Saranno in molti quindi a restare tagliati fuori. Anche in Odontoiatria (il test d’ammissione si svolgerà il 4 settembre) la concorrenza è notevole: 21 i posti, 244 i candidati.
IL CALENDARIO Le selezioni per i corsi di laurea a numero chiuso andranno avanti a ritmo incalzante. Il 4 settembre ci saranno i test nella facoltà di Lingue e letterature straniere (cinque i corsi a disposizione) mentre il 5 sarà la volta delle facoltà di Economia e Farmacia. La settimana dopo toccherà a Scienze dell’architettura (8 settembre), ai corsi infermieristici (9 settembre), mentre il 10 ci saranno le prove per Scienze della formazione, per Servizi sociale, per Biologia e per Informatica. L’11 settembre si svolgeranno le selezioni per Architettura (Conservazione beni architettonici), il 12 quelle per Lettere e Filosofia. La terza settimana il gran finale con Scienze psicologiche (15 settembre), Scienze motorie e Scienze dell’educazione (il 18) per finire con Scienze della comunicazione (il 19).
LE VERIFICHE Sempre a settembre partirà la vera novità dell’anno accademico 2008/2009: le prove di valutazione. Un esame che non mette a rischio l’iscrizione. Ma gli studenti che non riusciranno a superare un certo livello di preparazione dovranno frequentare un ciclo di lezioni integrative prima della partenza dei corsi. Un’ulteriore prova concluderà il periodo di recupero. Ma alcune facoltà hanno messo dei limiti. Nella facoltà di Scienze matematiche, fisiche e biologiche lo studente avrà a disposizione soltanto tre possibilità. Se non raggiungerà i livelli minimi di conoscenza verrà iscritto ma non potrà sostenere esami fino a quando non dimostrerà di aver recuperato.
IL PERICOLO Ma sul nuovo anno accademico pende la spada di Damocle dei tagli previsti dalla legge Finanziaria. L’Università di Cagliari, come annunciato dal rettore Pasquale Mistretta, perderà 12 milioni di euro. Il consiglio d’amministrazione dell’Ateneo, nell’ultima seduta di luglio, aveva lanciato l’allarme: se la manovra non dovesse cambiare sarà difficile garantire il normale funzionamento della macchina universitaria e mantenere gli attuali servizi, compresi i corsi di laurea già programmati.
MATTEO VERCELLI

 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Sardegna
GianPietro Sechi, docente di Neurologia, coordina uno studio internazionale 
«Attenti, di farmaci si muore» 
Un libro sugli esiti del cattivo uso dei medicinali 
CHIARAMARIA PINNA 
 
SASSARI. Mentre una ricerca firmata da due neurologi di Sassari su una malattia provocata dalla carenza di vitamina B1, (l’encefalopatia di Wernicke che può portare anche alla morte e di cui possono soffrire quanti si sottopongono a diete bizzare e alla moda), è ancora una delle più lette sui siti internet di medicina, l’istituto di Neurologia dell’Università di Sassari ritorna alla ribalta per un nuovo studio. Questa volta è legato all’ abuso di medicinali e al loro uso scorretto. Scorretto al punto da non provocare un malore passegero ma gravi malattie del cervello e portare alla morte.
 Ora nella ricerca, firmata ancora da GianPietro Sechi, c’è di più, perchè mette in evidenza come sull’esito delle cure neurolgiche ha sicuramente un peso rilevante il fattore genetico mixato alle sostanze chimiche. Su questo il docente della facoltà di Medicina di Sassari ha lavorato dagli anni Ottanta, fin dall’inizio della carriera. E proprio perchè è stato uno degli antesignani di queste teorie, ha coordinato altri studiosi di mezzo mondo che sono arrivati alle sue stesse conclusioni nella stesura di un libro, “Drug Related Encephalopathies” sul rapporto tra l’uso di una miriade di medicinali e la possibile comparsa di malattie del cervello
 Il docente sassarese è riuscito a coinvolgere scienziati americani, canadesi, australiani ed europei e oggi parte del lavoro sinergico è anche su internet. Un progetto coltivato per 25 anni, da quando, giovane medico arrivò alla Clinica neurologica di viale San Pietro a Sassari e iniziò a valutare il possibile rapporto tra i farmaci e la comparsa di malattie del cervello. Per Sechi la diagnostica non è mai stata routine, e focalizzò i casi più difficili fin dai primi mesi in cui indossò il camice quando la sua attenzione si soffermò in particolare su due decessi.
 «Era proprio lo scorso millennio - spiega sorridendo - e da pochi giorni avevo terminato gli esami di specializzazione quando presi un fascio di cartelle cliniche. Volevo studiarle. Due pazienti ricoverati in clinica erano morti in maniera misteriosa. Le ipotesi di routine suggerivano una possibile infezione virale. Ma non ero convinto. L’iter clinico e quello farmacologico erano identici. Ad entrambi era stato tolto improvvisamente lo stesso medicinale per la cura della malattia di Parkinson, una sostanza che come la dopamina prodotta naturalmente aiuta a veicolare le informazioni tra cellule componenti il sistema nervoso. Era stata sospesa la levodopa, che somministrata in dosi eccessive aveva provocato ipercinesie in entrambi i pazienti. Di colpo i malati si bloccarono, divennero rigidi, la febbre continuava a salire». Dopo due settimane morirono. GianPietro Sechi ipotizzò che a provocare il decesso fosse stata proprio l’improvvisa sottrazione di quella sostanza.
 «Ho azzardato che poteva esistere una nuova sindrome legata alla sospensione dei farmaci anti Parkinson», spiega. E dopo aver riflettuto molto ha preso coraggio e inviato alla rivista scientifica Neurology la sua ipotesi che venne pubblicata. Pochi mesi dopo studiosi americani diedero notizia di casi analoghi su un altro giornale di settore, Jama. Un caso simile, ma con decorso clinico non fatale era stato precedentemente riportato da medici giapponesi. Negli anni seguenti la nuova entità clinica venne descritta ovunque nel mondo.
 Appena è stato possibile comunicare via internet, GianPietro Sechi ha cominciato a coinvolgere cliniche e studiosi che confortassero le sue tesi con nuovi elementi. Ed è riuscito nell’impresa. «Lo scopo di questo lavoro è quello di fornire in maniera esaustiva e critica studi su gran parte delle encefalopatie correlate a farmaci che hanno rilevanza nella pratica clinica sia da terapie convenzionali che non convenzionali». Così si è arrivati al libro, «necessario - spiega - quando si arriva ad una massa critica di dati scientifici tali che una sintesi è d’obbligo al fine di confrontare risultati e conclusioni e focalizzare gli obiettivi futuri».
 Ma quali sono i farmaci che possono scatenare le malattie del cervello? Moltissimi: dagli antiepilettici ai chemioterapici, dagli antidepressivi di uso comune agli agenti immunosoppresori, «ma gran parte delle encefalopatie correlate ai farmaci devono ancora essere messe a fuoco», sottolinea il neurologo.
 Il libro è composto da dodici capitoli. Descrive i farmaci in uso nella pratica clinica e le forme di encefalopatie indotte. «E’ evidente - spiega il coordinatore del lavoro - che insieme alla scoperta di nuovi farmaci cresce il numero delle patologie che i farmaci stessi possono indurre. Gli studi neurologici fatti fino ad ora lo dimostrano, e questo libro vuole essere uno strumento per l’insegnamento e la ricerca ma anche un contributo per tutti i medici che devono aiutare un paziente con problemi neurologici».
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
Designer, ricercatori o chef: i sardi allargano gli orizzonti 
Andrea Loi, dai bozzetti di auto prima a scuola, poi all’Honda e alla Lancia: «Ho vinto un concorso ed ecco nasce X1/99 Fiat» 
di Giacomo Mameli
 
Per una pizza ai formaggi piccanti dell’Ogliastra “da Berni” a Tertenia, metti una sera quelli del Back estivo in paese, visto che in autunno-inverno-primavera il Master lo fanno lavorando o studiando all’estero, lontano dalla Sardegna.
 Vi ritrovate d’acchitto con un concentrato di competenze e simpatia. Parlano inglese e tedesco, spagnolo e francese, ma sempre sardi sono, 110 e lode, informatici e matematici, botanici e umanisti, formidabili i maschi se giocano alla morra, eleganti le donne in su ballu tundu alla festa dei vecchi rioni (“Su biginàu antìgu”).
 Nel gruppo riemerge un geniaccio, Alessandro Cannas, ingegnere meccanico con laurea a Cagliari, ex portiere del Tertenia, legni imbattuti per 1112 minuti nel campionato di calcio di prima categoria nei primi anni duemila. Lo avevamo lasciato meno di due anni fa giovane ingegnere aerospaziale a Bristol dove - con festa grande davanti a mamma e papà - ha concluso il Ph D in Strutture e materiali compositi e poi casa a Sheffield con coreani, cinesi e libici. Ora lo ritroviamo ad appena 33 anni-trentatré Senior Production Engineer per la Cobham (materiali compositi) di Stevenage distretto di Hertfordshire, lavora per l’aeronautica civile e militare, clienti che si chiamano Selex Avionics di Finmeccanica, ha collaborato - per dare solo due referenze - col centro ricerche della British Aerospace e la Roll Royce.
 
Paese che vai intelligenze che scovi. Trovando una Sardegna cresciuta nei livelli di istruzione superiore. Sempre bassi rispetto alla media nazionale ed europea. Ma comunque cresciuti. Col segno di una terra che ha sete di mondo e investe di più nel sapere. Dal Sulcis alla Gallura passando nei Campidani, dalla Nurra al Sarrabus attraversando la Barbagia.
 Giovani intelligenze, spalmate nell’Isola più di quanto si pensi. Le trovate anche a Tertenia - prima villaggio di soli pastori transumanti e di viticoltori fai-da-te, oggi di imprenditori shelf life per i culurgionis e di universitari sparsi nei cinque Continenti. Ex-eccezioni che stanno diventando regola. Non solo e non più ragionieri e maestri, medici e avvocati.
 Emergono tassi elevati di creatività. A Tertenia, poi, l’amore per l’arte e la cultura viene da lontano: è il paese dello scultore Albino Manca ammirato da John Fitzgerald Kenneky e del francescano archeologo Vincenzo Cannas fondatore dei “Quaderni ogliastrini”.
 
Bravi e modesti. Ragazzi che se ne stanno nell’ombra. Per stanarli occorre insistere. Succede così con Andrea Loi, 28 anni, oggi designer della Lancia dopo esserlo stato per la giapponese Honda. È presente con suoi modelli già da tre anni al Salone dell’auto di Ginevra, prossimo appuntamento alla maggior rassegna automobilistica del mondo anche la primavera ventura. Con altri due suoi colleghi (José Maria Alonso Garcia e Carlo Palazzani), tutor come lui a un master di Transportation Design, si è classificato secondo al Concorso internazionale Stile Italiano Giovani. Tremila i partecipanti, quindici selezionati per le finali con tanto di innovativi progetti in mostra. Quattro i premiati. “Avevo la pressione a mille quando ho sentito chiamare il quarto classificato e non ero io, poi il terzo, ed ecco il mio nome per il prototipo della X1/99 Fiat. Ho ricevuto il premio, tremila euro, dalle mani di Lorenza Pininfarina, figlia dell’ex presidente della Confindustria e sorella di Andrea” (il manager scomparso recentemente in un tragico incidente stradale, ndr). Dopo il premio i complimenti del direttore del design Pininfarina, Lowie Vermeersch. E infine la pubblicazione su Auto&Design, rivista fra le più apprezzate al mondo. E per il Salone del 2009? Modello pronto, per ora coperto da segreto, di sicuro c’è la firma Andrea Loi. Anche lui ormai Senior Designer, titolo che si conquista almeno dopo dieci anni di professione e di pratica. Andrea da Tertenia ha bruciato le tappe. È Senior prima di aver compiuto trent’anni. Collega del più senior Cannas aerospaziale.
 
Qualche dettaglio da Internet, sito Fiat. “La X1/99 è una concept car progettata dall’Istituto europeo di design di Torino: progetto realizzato in collaborazione con Fiat Auto e Webasto. Significativo il nome che rievoca volutamente la Fiat Bertone X1/9 degli anni ’70/’80, le cui caratteristiche sono state riprese e considerate il punto di partenza nello sviluppo del progetto. La proposta è un’auto coupè-cabrio, 2+2 posti, sportiva, versatile, pensata per un target dinamico, adatta a un utilizzo quotidiano urbano ed extraurbano. Veicolo polifunzionale che fonde caratteristiche del segmento B e del segmento H: praticità, prezzo accessibile, un particolare appeal, divertimento, giocosità. Un’auto in grado di far nascere nel potenziale acquirente il desiderio di possederla. Propone inoltre un’innovativa soluzione di tetto apribile polifunzionale”.
 Come si arriva a questi traguardi? “Nulla di eccezionale”, disarma Andrea. Che nasce gemello eterozigote di Michela - ultimo di quattro figli - in una famiglia con papà Antonino ex operaio alla cartiera di Arbatax e da mamma Marinella Deiana, commerciante. Disegna già alle elementari, diversi zii sono pittori, tratteggia macchine e moto, i nuraghi Nastàsi e Alèri, la torre costiera di San Giovanni, legge le avventure galanti dell’investigatore Dylan Dog, frequenta a Lanusei l’Istituto statale d’arte (“ottima scuola, una insegnante di Progettazione, Luciana Carboni di Nuoro, mi ha motivato molto, le devo tutto”). Comincia a leggere Auto Oggi e Quattroruote. Da Lanusei a Torino, Istituto europeo di design, tre anni del corso Transportation Design. Un’altra scuola buona. Studia prospettiva, geometria descrittiva, modellazione. Finisce con una tesi presentando (col collega francese Hubert Tassin) un modello in scala, veicolo sportivo con motore centrale a due posti. I commissari sono esterni, hanno la griffe della Jaguar di Browns Lane di Coventry. Il voto è 97 su cento. Andrea è un po’ stakanovista (anche a Tertenia è stato operaio, venditore di mobili, vignaiolo, “tutto, pur di guadagnare qualche euro”). Mentre lavora alla tesi frequenta uno stage all’I.De.A di Moncalieri. Altro successo. Partecipa a vari concorsi, compreso quello organizzato dall’Anfia. E abbiamo visto che si classifica secondo su tremila partecipanti. I Saloni a Ginevra. Non basta. È la stessa scuola che lo diploma, a proporgli la cattedra in un master dove la Fiat è presente con Mike Robinson, il papà della Lancia Thesis. Lo adocchiano quelli della Honda. Accetta. E poi torna all’auto italiana, Lancia, che lo assume - come detto - con la qualifica di Senior Designer. Continua a insegnare, la sua materia è lo Sketching, fare bozzetti. Li fa anche nella pizzeria dove incontra gli amici. Li fa tra una partita e l’altra di morra dove troneggiano Sandro Depau capraro e Daniele Uda ingegnere. E dopo le ferie che stanno per finire? “Torno in Piemonte, alla Lancia, al mio lavoro”. E in Sardegna? “Magari. Qualche buona prospettiva si sta aprendo ad Arbatax col polo nautico, è stata un’idea geniale”. Dalle auto alle barche? “Per ora le auto, poi si vedrà”.
 
Al tavolo della pizzeria “da Berni”, con Andrea designer e Alessandro aerospaziale, c’è anche Attilio Vargiu, 31 anni, assegnista di ricerca Cybersar al Dipartimento di Fisica della Cittadella universitaria di Monserrato. Laurea con 110 e lode, è rientrato in Sardegna dopo cinque anni passati a Trieste dove ha cominciato il Ph D in Fisica statistica e Biologia presso quella Scuola internazionale di studi avanzati (Sissa-Isas). A Trieste si è occupato del “riconoscimento molecolare di farmaci anticancro leganti il Dna: un approccio computazionale”. Si è laureato a Cagliari con Paolo Carloni e Paolo Ruggerone. Poi il salto sotto le Alpi, qualche cattedra al Tecnico di Tortolì e all’Isfoa di Cagliari. E adesso definitivo a Cagliari? “Mi trovo bene. Continuo sulla linea di ricerca dei farmaci anticancro e ho iniziato a occuparmi dell’interazione fra gli antibiotici e le efflux pumps, vere e proprie pompe situate nelle membrane dei batteri, espellono i farmaci all’esterno permettendo al batterio di sopravvivere all’interno del corpo umano”. Per le sue ricerche, a Cagliari come a Trieste, usa programmi di modellizzazione come il microscopio virtuale “per andare a vedere come le molecole biologiche interagiscono fra loro a un livello di dettaglio atomico”. E adesso, in questi giorni di vacanza a Tertenia? Lunghe passeggiate in campagna e tanta lettura, da “L’uomo a rovescio” di Fred Vargas, al “Processo dell’Islam alla civiltà occidentale” di Guido Piovene o “La scelta di Reuven” di Chaim Potok”. Come giudica oggi la facoltà di Fisica a Cagliari? “Medio-alta, è ben piazzata in Italia”. Si trasferirà all’estero? “Mai dire mai, ma in Sardegna è bello”. Studenti negli atenei sardi e sparsi per quelli italiani. Valentina Sanna è al sesto anno di Medicina a Firenze. “Volevo cambiare aria, non volevo restare in Sardegna, avevo necessità di altri orizzonti, seguo molto i concerti, da poco ho sentito i Carmina Burana e La Traviata”. E la qualità della facoltà? “Sta migliorando solo adesso dopo anni di disorganizzazione totale, tutto il mondo universitario è paese”. Dopo la laurea tornerà a lavorare in Sardegna? “Starò dove c’è il lavoro, se lo trovo sotto casa ovviamente è meglio”.
 
Federica Deiana sta ultimando il dottorato in Antropologia Sociale all’università autonoma di Madrid. Ha 27 anni, tesi sul rito della cresima, discussa a Cagliari con Felice Tiragallo. È la prima dei cinque figli di papà Giovanni macellaio e di mamma Giovanna Biolchini. Studia e lavora, al Cchs, Centro de Siencias humanas y sociales. Ieri, a Madrid, era impegnata in un congresso internazionale di antropologi.
 Mangiando la pizza si parla di altri giovani impegnati all’estero: Luca Lai fa l’archeologo negli Stati Uniti e in questi giorni è con la moglie in SudAfrica impegnata in ricerche scientifiche. Un altro biologo lavora nel Regno Unito. Studenti universitari? Centotrenta su 3720 abitanti, l’85 per cento a Cagliari, gli altri divisi fra Sassari, Siena, Pisa, Modena e Venezia. I più informati raccontano del capitano azzurro Fabio Cannavaro prestato al Real Madrid perché “la figlia prende lezioni di spagnolo da una nostra amica di Tertenia”. Il suo nome? “Lei non gradisce”. Di questa tavolata di cervelli nostrani si accorge il titolare del ristorante, Berni, nome bonsai per Bernardo, Depau all’anagrafe, 47 anni, ex collega di squadra di Cannas l’aerospaziale, giocava come tornante di movimento, sedici goal all’attivo. Berni non ha mai lasciato Tertenia, nessuna scuola né da Vissani né Sergio Mei al Four Seasons di Milano: “Le mie stagioni le ho sempre passate qui, prima nei pascoli di Baccu’e Pardu e Sarrala, ora qui al ristorante, da 27 anni. Ho visto cucinare mamma e ho copiato, ho visto mio padre preparare l’arrosto e ho copiato pure. Il pesce? Fuoco e sale, come per la carne, niente salsette frega-palati”. Tertenia con eccellenze scientifiche e semplicità gastronomica. Dicono che il turismo sia in crisi. “Crisi? Io non me ne sono accorto, guardate il locale, è pieno. Per me va bene. Non navigo nell’oro, ma mi so accontentare”. E di questi giovani affermati Oltretirreno? “Ne sono strafelice, sono il segno della Sardegna che cambia pelle”.

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