Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 July 2008
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 5 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 - Gli atenei sardi arrancano nella classifica annuale del Sole 24ore (L’Unione - La Nuova)
1 – L’Unione Sarda
Pagina 14 – Cronaca di Cagliari
Università. Lo studio del Sole 24 ore: assieme al capoluogo arranca anche Sassari, solo due gradini più in alto
Classifica degli atenei, Cagliari piange
Ricerca e docenti nel mirino: la città al 49° posto su 60  
 
L’università di Cagliari è ultima in Italia per l’attrattività: solo l’1 per cento degli iscritti è residente fuori dai confini dell’Isola.
Gli unici capoluoghi di regione che riusciamo a tener dietro sono Bari (cinquantaduesimo posto) e Palermo (al cinquantanovesimo).
Una consolazione magrissima, perché nella classifica pubblicata ieri dal Sole 24 ore l’università di Cagliari è impantanata nelle ultime posizioni. Quarantanovesimo posto: davanti ci sono gli atenei di mezza (anzi, quasi tutta) Italia.
Di gran lunga migliori nei 9 criteri scelti dal quotidiano economico per valutare un sistema che vede la nostra città arrancare un po’ in tutte le graduatorie: nelle singole specialità, andiamo dal 23° posto (per la dispersione) al 60° (cioè l’ultimo, per l’attrattività).
In una classifica che vede il podio occupato dal Politecnico di Milano, Trieste e Modena-Reggio Emilia, anche Sassari ottiene un punteggio complessivo superiore, piazzandosi due gradini più in alto (47°) rispetto a Cagliari.
I CRITERI Ecco le voci su cui si basa il giudizio del Sole : valutazione dei docenti, fondi disponibili per la ricerca scientifica, attrattività, finanziamenti esterni, matricole con voti alti alla maturità, dispersione degli studenti (no iscrizione al II anno), inattività (nessun esame in 12 mesi), laureati in corso e affollamento (rapporto tra studenti e docenti).
Le graduatorie dipingono l’ateneo del capoluogo come una struttura dove l’89% dei frequentanti non riesce a laurearsi nei tempi previsti, dove solo il 32 % dei docenti è valutato positivamente e l’1 % degli iscritti viene da un’altra regione d’Italia o da un altro stato.
ULTIMI IN ATTRAZIONE È il dato peggiore: l’università di Cagliari non esercita nessuna attrattiva fuori dai confini della Sardegna. A differenza di Trento (100% di “stranieri”), Perugia (72 %) e dell’ateneo calabrese di Arcavacata (60 %).
L’unico punto dove l’insegnamento nell’Isola sfiora l’eccellenza è il rapporto tra studenti e docenti di ruolo: Sassari è prima, Cagliari settima. Uno scarso affollamento che solleva la media, affossata però dalle classifiche relative ai fondi dedicati alla ricerca (Sassari è al 41° posto, Cagliari al 52°) e dall’alto tasso di inattività: nell’ateneo cagliaritano il 18 per cento degli iscritti non riesce a dare esami nell’arco di un anno. Non va meglio in quello sassarese, dove la percentuale sale a 26 (ultimo posto in Italia).
BOCCIATI Il quotidiano economico boccia così la qualità dell’università sarda, dopo che il Rettore di Cagliari Pasquale Mistretta (che ha preferito non commentare la classifica del Sole ), qualche giorno fa, ha lanciato l’allarme per il taglio dei finanziamenti che l’ateneo potrebbe perdere a partire dal prossimo anno. Si parla di un taglio da dodici milioni di euro, che si trasformerebbe inevitabilmente in uno sfoltimento degli organici e in una cancellazione di molti corsi di laurea. La salvezza potrebbe essere la conversione dell’università in una fondazione di diritto privato.
Altrimenti l’unica alternativa sarebbe l’ennesimo aumento delle tasse annuali, già lievitate (in alcuni casi addirittura triplicate) negli ultimi anni.
A dispetto delle classifiche di qualità.
MICHELE RUFFI
 
Le reazioni. Deiana critica il parametro sull’attrattività: «Forse si dimentica che siamo in un’Isola»
I presidi: «Una valutazione troppo severa»
Faa (Medicina): eccesso di pessimismo, non emergono i punti di forza  
 
Una classifica forse eccessivamente severa che non tiene conto di molte punte d’eccellenza, ma che accentua le mediocrità. È questa, in estrema sintesi, la valutazione data da vari presidi delle facoltà cittadine alla posizione (49° posto su 60) assegnata dal Sole 24 Ore all’Università di Cagliari. «È una classifica che non rispecchia il reale stato delle cose», commenta Gavino Faa, preside di Medicina e candidato in pectore alla carica di rettore: «I veri punti di forza della nostra università non emergono: la presenza di tantissimi cervelli di altissimo livello, ma anche l’attività di ottimi centri d’eccellenza». Ma le ombre ci sono e rischiano di coprire le luci. «La politica deve promuovere la ricerca stanziando fondi per assumere nuovi ricercatori che diano nuova linfa all’attività. Abbiamo giovani brillanti e pieni di entusiasmo e capacità, ben inseriti nel panorama scientifico internazionale. La verità è che la vivacità della realtà culturale cagliaritana è difficile da trovare anche in molte università italiane». Ma allora come si motiva la posizione di fondo classica? «I parametri su cui vengono costruiti questi studi sono molto rigorosi», spiega Massimo Deiana, preside di Giurisprudenza. «In particolare vengono considerate le capacità attrattive delle università nei confronti dell’esterno, ovvero degli studenti esteri o di altre regioni. È ovvio che le università sarde scontano il problema dell’insularità che penalizza la capacità di attrarre altri studenti, anzi avviene spesso il contrario con molti sardi che vanno a studiare fuori». Ma non è solo questo. «Noi veniamo puniti anche per la scarsa produttività, ovvero il rapporto tra studenti iscritti e laureati», commenta Deiana. «È vero - prosegue - che abbiamo una forte mortalità. Siamo un’università media, con quasi 36 mila iscritti. Servirebbero servizi adeguati, ma le risorse sono limitate e negli ultimi cinque anni abbiamo avuto un’ulteriore contrazione. Ma abbiamo anche un’ottima qualità dei docenti e delle attività, certificata ogni anno dagli stessi studenti con questionari e rilevazioni». Insularità penalizza, così come i pochi investimenti, ma all’orizzonte sembrano esserci anche nuove opportunità. «I nostri clienti sono gli studenti», dice Roberto Crnjar, preside di Scienze. «Ovviamente noi abbiamo un bacino ristretto che rischia di incidere anche sull’offerta formativa. L’informatica e la comunicazione via internet consentono di combattere l’insularità, almeno per le facoltà scientifiche: la ricerca nell’Isola ha trovato un terreno fertile, con punte di eccellenza a livello mondiale. Se solo “Sardegna Ricerche” potesse lavorare in sinergia con l’università, potremmo incrementare l’offerta e le potenzialità. Purtroppo, come molto spesso accade in questo tipo di classifiche, a fare media c’è anche l’elevata mediocrità».
FRANCESCO PINNA
 
sindacati
Assemblea sui tagli della Finanziaria
   
Da università pubbliche a fondazioni private: un’ipotesi che mette paura a buona parte delle sigle sindacali dell’ateneo di Cagliari.
Ecco perché Cgil, Cisl, Uil e Csa di Cisal hanno convocato per giovedì 17 luglio un’assemblea (dalle 11 alle 14) dove si tratterà proprio questo argomento. La riunione, alla quale sono stati invitati gli studenti, il personale docente e quello tecnico-amministrativo, è prevista nell’aula magna del corpo aggiunto della facoltà di Lettere. Si parlerà del Decreto Legge 112 del 25/06/2008, un provvedimento definito «vessatorio» per l’università dai rappresentanti dei lavoratori, che porterebbe alla «distruzione del sistema pubblico di formazione e ricerca».
Una settimana fa l’allarme per un taglio che raggiungerà probabilmente i 12 milioni di euro, venne lanciato dal Rettore Pasquale Mistretta.
 
l’opinione
La morte del vecchio modello e la controriforma
   
Il 50° posto in classifica è occupato da “La Sapienza” di Roma. Non è poi così incredibile: le università di una volta, caotiche, dispersive, affollate, non pagano più. Le fondazioni, annunciate dal decreto legge 25/06/08, sono dietro l’angolo. Comporteranno una riforma della riforma. Ma i cambiamenti che ultimamente hanno investito l’università sono stati ben altri. Uno dei parametri fissati dalla graduatoria è il conseguimento della laurea nei tempi previsti. La CRUI ha consigliato di lasciar passare pochi mesi fra l’ultimo esame e la discussione della tesi. Un tempo, per un lavoro dignitoso, quei pochi mesi non sarebbero bastati nemmeno per mettere su uno straccio di bibliografia. L’università è sempre più preda dei folgorati sulla via della riforma. Si comportano da diligenti insegnanti di scuola; guai a ricordar loro gli obblighi del lavoro di scavo intellettuale, del dialogo con la comunità scientifica, dell’aggiornamento permanente. La cosa più giusta l’ha scritta Cristiano Dell’Oste sul Sole 24 Ore di ieri, ricordando il motto "pubblica o muori. Ben vengano le fondazioni, purché premino la ricerca e rimettano mano ad uno sciagurato ordinamento con una sana “controriforma”.
MASSIMO ARCANGELI (Fac. Lingue)
2 – L’Unione Sarda
Pagina 33 - Sassari
Porto Torres. La proposta presentata ieri assieme al piano di sviluppo socioeconomico del Parco
Le isole carcere si gemellano
Nuova collaborazione tra l’Asinara e Alcatraz  
 
Il progetto elaborato dalla Facoltà di Economia dell’Università di Sassari e dalla Demos disegna un futuro fatto di natura, cultura e turismo a braccetto, con buona pace di ambientalisti e operatori. L’ipotesi di unione tra l’Asinara e Alcatraz è suggestiva.
L’ex Cajenna più famosa d’Italia gemella della fortezza a stelle e strisce. Per ora è solo un’ipotesi, ma è stata messa nero su bianco dai tecnici che hanno redatto il Piano socio economico del Parco nazionale dell’Asinara: l’isola è pronta per gemellarsi con l’inviolabile e leggendaria Alcatraz. Il progetto elaborato dalla Facoltà di Economia dell’Università di Sassari e dalla Demos disegna un futuro fatto di natura, cultura e turismo a braccetto, con buona pace di ambientalisti e operatori. L’ipotesi di unione tra l’Asinara e Alcatraz è suggestiva. A rimanere maggiormente impressionata è stata la presidente della Provincia, Alessandra Giudici. Ieri mattina, durante la presentazione nell’aula consiliare del Comune (presenti anche il sindaco di Porto Torres, Luciano Mura, e l’assessore regionale all’Ambiente, Cicito Morittu), la Giudici ha accolto favorevolmente l’idea degli autori del Piano. «Mi piace l’ipotesi di un’unione fra parchi con le stesse caratteristiche ed è molto stimolante quella con Alcatraz». Le carte prevedono la creazione di una rete tra cinque enti naturali europei, americani e africani con simili caratteristiche storiche e paesaggistiche per favorire attività di promozione congiunta. I luoghi simbolo della prigionia tendono le mani ai vacanzieri e la dannazione diventa traghettatrice di sapere per gli appassionati di storia e ambiente. Ma il piano socio economico è tanto altro. Mira a inserire l’isola nei percorsi che dovrebbero portare al riconoscimento internazionale per il patrimonio culturale, come l’Unesco, e integra natura e turismo attraverso l’organizzazione di ecovacanze in barca con corsi di vela e di marineria, attività di educazione ambientale e "kit del turista responsabile" distribuiti nelle biglietterie degli imbarchi, con informazioni sulla flora e la fauna, indicazioni sul comportamento da tenere nell’isola parco, orari e prezzi dei traghetti e delle corse autobus, riferimenti delle guide turistiche. Previsti poi i corsi di aggiornamento per gli operatori e l’introduzione di nuovi criteri per il rilascio delle concessioni, forse per sbarrare la strada a chi cerca di entrare nel sistema Asinara con la voglia di infrangere le regole.
Anche per questo motivo, secondo Alessandra Giudici, «è arrivata l’ora di creare un organismo di monitoraggio dei servizi sull’isola per evitare lo scollamento tra i servizi e di conseguenza ritorni d’immagine negativi per il territorio». Per il sindaco Mura «il Piano elenca le attività che si possono svolgere realisticamente», mentre l’assessore Morittu promuove con riserva il documento. «Non risolve tutti i problemi, ma offre buoni spunti. Tra un parco "teca" e un immenso villaggio vacanze da sogno si è scelto di creare un modello integrato ed è apprezzabile lo sforzo dei tecnici. Resta da sciogliere il nodo del governo dell’isola. Spetta alla Comunità del parco o all’Ente ministeriale?». La palla passa ora alla politica: il progetto sarà esaminato da tutti gli amministratori locali.
SAMUELE SCHIRRA

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
«Il decreto affossa l’ateneo» 
UNIVERSITÀ. I SINDACATI: GIOVEDÌ ASSEMBLEA IN RETTORATO 
 
CAGLIARI. La manovra finanziaria ha messo a soqquadro l’università. Dopo la presa di posizione del rettore Pasquale Mistretta, che ha evidenziato i danni che deriverebbero dall’applicazione del decreto governativo, ora si mobilita anche il sindacato. Cgil, Cisl, Uil e Csa di Cisal hanno convocato per giovedì alle 11 (nel corpo aggiunto della facoltà di Lettere) un’assemblea dei docenti e dei tecnici amministrativi, a cui sono stati invati anche gli studenti.
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
MONTEVECCHIO 
Tesi di laurea sulla Laveria Brassey 
 
 MONTEVECCHIO. «Riqualificazione della Laveria Brassey tra opportunità e rischi» è la tesi di laurea della neo ingegnere Simona Saba: lo studio sulla maggiore testimonianza di archeologia mineraria di Ingurtosu sarà il tema di un dibattito che, organizzato dal Parco geominerario, si terrà domani alle 18 nella sala della ex mensa impiegati a Montevecchio. La tesi propone la riqualificazione a fini turistici della laveria Brassey, risalente al 1899. (l.on)
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Sardegna
Sassari ancora più su di Cagliari È prima nel rapporto prof-studenti 
Università. Ma secondo «Il Sole 24 Ore» in altri settori deve cedere il passo 
PIER GIORGIO PINNA 
 
SASSARI. Decisi passi avanti, come in una marcia trionfale. Molte giravolte: tra corse, sorpassi, rallentamenti. E qualche ritirata: né strategica né inattesa, semplicemente subita. Sull’università italiana, finita in un valzer vorticoso di riforme e controriforme, piomba una nuova indagine statistica. Promossa dal quotidiano Il Sole 24 Ore, riserva sorprese e contiene parecchi dati di sicuro interesse. Sassari si conferma nel suo complesso in una posizione migliore di Cagliari.
 Tutti e due gli atenei sardi si collocano nella fascia intermedia, più verso il basso che verso l’alto della classifica. Una graduatoria nella quale il Capo di sopra dell’isola può vantare un primato addirittura su scala nazionale: sono sassaresi gli studenti italiani seguiti dal maggior numero di docenti.
 Ma ecco i dati salienti dell’inchiesta. Con una premessa: Il Sole prende in considerazione 73 atenei - statali e non - misurando alcuni parametri di riferimento. Più esattamente, questi indicatori sono nove. Qualità dell’offerta didattica. Organizzazione interna. Impegno speso nelle iniziative per la ricerca. Capacità di far affluire finanziamenti. Successo dei docenti nei programmi ufficiali d’indagine scientifica. Potenziali attrattive nei confronti degli studenti provenienti da regioni lontane. Rapporto tra giovani in corso e docenti di ruolo. Quota d’iscritti che finiscono nei tempi prescritti. E percentuale di universitari che invece, prima della tesi conclusiva, si perdono per strada.
 I ragazzi e le ragazze d’Italia più puntuali all’appuntamento con la laurea frequentano la Bocconi. Benevento custodisce la più ricca dote di fondi per la ricerca in rapporto all’organico dei prof. Più in generale dalla ricognizione del quotidiano economico, che segue quella del Censis-Repubblica e di altre basate su raffronti in parte diversi, emerge un quadro a due velocità. I mega-atenei ottengono risultati opachi. La Sapienza è 50esima su 60 statali. La Statale si ferma al 35esimo posto. I poli del Meridione affollano le zone basse delle graduatorie. Con qualche eccezione, come Reggio Calabria.
 Per finanziare le loro attività, le università private e no sono sempre più attive nella caccia a stanziamenti esterni, in particolare da parte delle imprese. In due atenei su tre percorrono questa strada più del 50% dei fondi a disposizione. Ambiti in cui eccellono il Politecnico di Milano e l’università di Modena e Reggio Emilia. Riuscendoci, per la verità, non a caso. Se i finanziamenti pubblici sono colpiti da devastanti e continui tagli (l’ultimo nella manovra d’estate in discussione alle Camere), per comprendere quali chance possano coltivare questi due atenei rispetto al Centro-sud basta valutare il potentissimo tessuto industriale che le circonda.
 Ma ecco la situazione riferita all’università sarda. Nella pagella finale del Sole i voti complessivi ottenuti con gli indicatori di qualità raggiungono un massimo di 900 (peraltro non toccati da nessuno). Nella classifica Sassari è al numero 47 tra i 60 atenei statali con 348 punti, Cagliari al 49º con 340. Percentuale sul totale sui docenti di ruolo che hanno ottenuto giudizi positivi per Prin d’ateneo: Cagliari al n. 43 con il 32,2%, Sassari al n. 45 con il 31,9. Ricerca fondi per prof di ruolo: Sassari al n. 41, Cagliari al 52. Caccia a fonti esterne di finanziamento: Sassari in posizione 22, Cagliari al ventottesimo posto. Talenti: Cagliari al n. 33, Sassari al 38. Attrattività: Sassari al 57esimo posto, Cagliari all’ultimo. Dispersione (o mancata iscrizione al secondo anno): Cagliari 23esima con una percentuale pari a 16, Sassari 42esima con il 21%. Inattività (iscritti che non ottengono crediti in un anno): Cagliari è al n. 47 con un tasso del 18%, Sassari penultima in graduatoria con il 26%. Laurea nei tempi prefissati: Sassari è al n. 42 col 15%, Cagliari al n. 55 con l’11%. Se Sassari infine è al primo posto assoluto circa il minor affollamento, Cagliari conquista un buon settimo posto nello stesso rapporto tra il numero dei docenti e quello degli studenti.
 Immediati i commenti di esperti e politici. «In Sardegna c’è ormai un problema di formazione universitaria: il quadro del Sole non è confortante», ha dichiarato il deputato di An-Pdl, Bruno Murgia, membro della commissione Cultura e istruzione alla Camera. «I risultati sono davvero poco lusinghieri - ha proseguito il parlamentare - Confermano del resto il classico divario tra nord e sud del Paese, con le università del Mezzogiorno perennemente indietro: e quelle dell’isola sarde non si distaccano da un livello medio-basso». Secondo Murgia, d’ora in poi l’offerta formativa dovrebbe perciò riflettere le esigenze economiche del territorio: «Servono corsi di laurea specifici, in grado di proporre soluzioni vincenti per lo sviluppo e combattere la disoccupazione».
 
 

Questionnaire and social

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