Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 May 2008
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 6 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  


1 – L’Unione Sarda
Cultura – pagina 19
Un antipasto anglo-sardo per il festival di Gavoi
   
“Mi raccomando, porti anche la signora”. Certo non avranno usato una formula così ingenua e fuori moda, quelli dell’Isola delle Storie, ma la sostanza è quella: quest’anno al festival letterio di Gavoi ci sarà una delle coppie più interessanti della letteratura britannica, il tandem Nick Laird-Zadie Smith.
È una delle prime anticipazioni sull’appuntamento culturale barbaricino che dal 4 al 6 luglio celebrerà la quinta edizione. Nei prossimi giorni sarà il presidente del festival, lo scrittore nuorese Marcello Fois, a comunicare l’elenco completo degli ospiti italiani e stranieri: lo farà in uno degli spazi del Festarch, il festival internazionale di architettura di Cagliari che l’anno scorso pestò i piedi a Gavoi, programmato da tempo in quelle stesse giornate, e questa volta invece fa da apripista all’appuntamento letterario e lancia una sorta di “alleanza tra eventi”. In attesa che Fois comunichi ufficialmente chi sarà a intrattenere i visitatori di quest’estate (lo scorso anno furono oltre 20 mila, accorsi per ascoltare autori come Nick Hornby e Dacia Maraini), ecco alcuni dei nomi in cartellone. La coppia ed’Oltremanica, innanzitutto: Laird è un 33enne nordirlandese che si è aggiundicato il Betty Trask Award con il suo romanzo d’esordio, “La banda delle casse da morto”, mentre sua moglie Zadie - londinese, coetanea di Nick e sua ex compagna di studi a Cambridge - ha firmato un bestseller come “Denti bianchi” e un secondo libro sempre di grande successo, “L’Uomo Autografo”. La coppia - informa l’enciclopedia online wikipedia - sta lavorando a un musical sulla vita di Franz Kafka.
Chissà se i due porteranno con sé a Gavoi manoscritti e appunti sul Grande Praghese, o se approfitteranno dell’occasione per farsi un’idea della narrativa contemporanea made in Italy. E perché no, made in Sardinia, visto che tra gli ospiti c’è anche Milena Agus, una delle penne sarde più conosciute non solo a livello nazionale, dato che in Francia il suo “Mal di pietre” ha avuto un successo più che significativo.
Pe restare sul filone delle autrici a Gavoi arriverà anche Melania Mazzucco, sceneggiatrice cinematografica, autrice teatrale e radiofonica scrittrice di romanzi come “Il bacio della Medusa” e “La camera di Baltus” ma soprattutto “La Vita”, premio Strega 2003, e dovrebbe essere confermata anmche la presenza di ia Levi, autrice di numerosi libri per ragazzi e adulti come ad esempio “Una bambina e basta” e “L‘albergo delle Magnolie” e sensibile interprete della cultura ebraica.
Tra gli ospiti spicca poi Stefano Giovanardi, docente universitario di letteratura italiana, critico letterario per per “La Repubblica” e “L’Espresso” e autore di numerose pubblicazioni e saggi come la “Storia della narrativa italiana del ’900”, firmata con Giovanna De Angelis per Felitrinelli.
Ospiti del Festival saranno anche il magistrato Ferdinando Imposimato - già giudice istruttore dei processi per il caso Moro, per l’attentato al papa Giovanni Paolo II e per l’omicidio del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Vittorio Bachelet - Sandro Provvisionato, noto giornalista e scrittore, autore di diversi libri fra cui l’ultimo scritto a quattro mani proprio con il giudice Imposimato: “Doveva morire - Chi ha ucciso Aldo Moro. Il racconto di un giudice”.
Dai casi giudiziari a quelli letterari, nel programma dell’Isola delle Storie 2008 figura anche Paolo Giordano, il giovane fisico torinese che si è fatto apprezzare con il suo “La solitudine dei numeri primi”.
Quanto alla sezione per ragazzi - recentemente insignita del premio Andersen - tra i protagonisti di questa edizione ci sono il pluripremiato scrittore Uri Orlev, Alberto Melis, insegnante e giornalista, Paola Pallottino, illustratrice, studiosa e direttrice del Museo dell’Illustrazione a Ferrara, Eros Miari - esperto nazionale di letteratura per l’infanzia - e le editrici Francesca Archinto, Patrizia Zerbi e Beatrice Masini (quest’ultima anche autrice e traduttrice). ( cel.ta )
2 – L’Unione Sarda
Cultura – pagina 19
Convegni. La figura di S. Giorgio di Suelli discussa alla Pontificia facoltà teologica
Il vescovo errante che amava i poveri
   
Torme di pellegrini, tra cui gli stessi sovrani del Giudicato di Cagliari, insieme a storpi e nobildonne vanitose, notai e mendicanti, nonché soldati e qualche giullare. Possiamo immaginarci così la multiforme folla che si assembrava nel Medio Evo presso la tomba di san Giorgio a Suelli, uno dei santuari più prestigiosi della Sardegna giudicale. Ma chi era questo santo così venerato, il cui culto abbracciava gran parte della Sardegna orientale, da sud a nord? Narra la sua Vita , trascritta in un codice dell’Archivio storico diocesano di Cagliari, che il nostro san Giorgio - da non confondere con san Giorgio martire, l’eroe del drago, e patrono della Corona d’Aragona - nacque a Cagliari da Lucifero e Vivenzia, servi della nobildonna Greca. Sin da fanciullo, studiò il latino e il greco, e diede precoci segni di santità. A ventidue anni fu nominato vescovo, ed errò tra le aspre regioni della sua diocesi “de Barbaria” che, attraverso l’Ogliastra, giungeva sino alla Baronia. La Vita , oltre a svariati miracoli, ricorda la sua infaticabile cura dei poveri e degli ammalati. Guarì anche il Giudice Torchitorio da una terribile calamità ( pestilentia ). Nel giugno 1215 la sfortunata giudicessa di Cagliari Benedetta di Lacon confermò ed incrementò le donazioni tributate al santo da tutti i suoi predecessori.
Sul presule di Suelli si é svolto di recente, alla Pontificia facoltà teologica della Sardegna a Cagliari il convegno “Ave Praesul Suellensis. San Giorgio di Suelli fra agiografia e tradizione”. Dopo un saluto di Maurizio Teani, preside della Facoltà, sono intervenuti Antioco Piseddu, vescovo di Lanusei, Carlo Pillai (già Soprintendente archivistico per la Sardegna) e Giampaolo Mele, moderatore Antonio Corda (Università di Cagliari). Il culto di san Giorgio si sussegue ininterrottamente dall’epoca giudicale sino ai nostri giorni. Oltre alla Vita , è documentato anche grazie alle celebri Carte Volgari , tra i più antichi documenti della Sardegna giudicale. Il suo prestigio risalta inoltre nella “rielaborazione” dell’inno eseguito nella Corona d’Aragona in onore di san Severo, patrono della diocesi di Barcellona: quel canto fu infatti adattato per il culto del santo sardo.

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 42 - Cultura e Spettacoli
Eutanasia, medici e giuristi a convegno 
Domani nell’aula magna confronto con Rodotà sui temi della vita e del diritto 
 
SASSARI. La fine della vita, l’eutanasia, l’accanimento terapeutico e il testamento biologico saranno al centro dell’incontro di studio «La vita e le regole. Tra diritto e non diritto», che si terrà domani alle 15.30 nell’aula magna dell’università.
 Convinti della necessità di un dialogo e di un lavoro congiunto su un tema difficile quanto attuale, l’Università di Sassari, la Facoltà di Giurisprudenza, il Dipartimento di Scienze Giuridiche, l’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri, l’Ordine Forense, la Scuola di Dottorato di Ricerca in Scienze Biomolecolari e Biotecnologiche, la Scuola di Dottorato di Ricerca in Diritto ed Economia dei Sistemi Produttivi, la Scuola di Notariato “Salvatore Satta”, hanno organizzato una discussione a tutto tondo per indagare i confini fra il sentimento e il diritto del paziente. Il convegno coinvolgerà infatti medici, giuristi, magistrati e bioeticisti del calibro di Stefano Rodotà, in un dibattito che intende non solo esplorare gli aspetti più squisitamente etici della questione, ma analizzare i risvolti legali, medici, scientifici delle regole di fine vita.
 La prima sessione dei lavori, dedicata al «Diritto e le Regole di Fine vita», vedrà impegnati Vincenzo Ricciuto, ordinario di Diritto Civile presso l’Università Tor Vergata di Roma, con una relazione su «Corpo umano e diritto civile»; Ernesto Bassi, componente del Consiglio nazionale del Notariato, a cui sarà affidato il compito di illustrare «I testamenti di vita»; Paolo Piras, sostituto procuratore presso il Tribunale di Sassari, magistrato particolarmente attento ai temi di sanità e bioetica che si occuperà di illustrare «Le terapie di sostegno vitale: il ruolo del magistrato»; Elena Mazzeo, ordinario di Medicina legale all’Università degli studi di Sassari, che spiegherà invece quali siano i compiti del «Medico legale tra clinica e diritto di fronte alla morte».
 La seconda parte dei lavori, la «Fine della Vita fra Sentimento, Medicina ed Etica», sarà aperta dal Presidente dell’Ordine dei Medici Agostino Sussarellu. «La vita e le regole: tra il diritto del paziente e l’autonomia e la responsabilità della professione» è il difficile nodo che il Presidente dell’Ordine proverà a sciogliere nel suo intervento, occupandosi di tracciare il quadro dei compiti, delle possibilità e dei limiti del medico di fronte al paziente, mentre Mario Oppes, Presidente del Comitato di Bioetica di Sassari, approfondirà le implicazioni etiche e filosofiche della scelta della morte con una relazione sul «Significato della sofferenza e richieste eutanasiche». La sintesi finale verrà affidata a Stefano Rodotà, ordinario di Diritto civile all’Università La Sapienza di Roma, al quale spetterà anche il compito di chiudere i lavori, con un’analisi del sottile confine tra il diritto e il non-diritto nel suo intervento «La vita e le regole».
 Al termine degli interventi, il convegno sarà aperto alle domande del pubblico, che potrà rivolgere i suoi quesiti agli esperti.
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - Oristano
ISTRUZIONE 
L’associazione Nino Carrus dice sì al polo professionale 
 
 MACOMER. L’Associazione culturale “Nino Carrus” sostiene la nascita di un polo tecnico per la formazione professionale a Macomer in quanto lo considera uno strumento in grado di contribuire allo sviluppo. Per approfondire questi temi ha invitato a un convegno, che si terrà venerdì alle ore 17,30 nell’aula magna del Liceo di Macomer, il professor Silvano Tagliagambe dell’Università di Sassari, la senatrice Mariangela Bastico (vice ministro dell’Istruzione del Governo Prodi) e l’assessore regionale all’Istruzione, Maria Antonietta Mongiu. Parteciperanno al convegno i dirigenti dell’Istituto Amaldi e dell’Itc Satta, professoressa Rosella Uda e professor Raffaele Franzese, e l’asessore provinciale all’Istruzione, Tonino Ladu.
 Nei convegni organizzati dall’Associazione Nino Carrus sono stati sempre affrontati i temi dello sviluppo del Marghine e della Sardegna Centrale, si sono analizzate le cause della grave crisi economica del territorio cercando nel contempo di individuare proposte e progetti per rilanciare il sistema produttivo. Il presidente dell’Associazione, Fausto Mura, ritiene che anche queste iniziative possano contribuire a far uscire il territorio dal tunnel della crisi. «All’interno del sistema formativo - dice - è maturata la proposta di costituire a Macomer un polo tecnico di alta formazione professionale per far coincidere l’offerta formativa con le nuove esigenze delle imprese sempre di più alla ricerca di nuove e più qualificate figure tecniche che in futuro possono essere la base per la creazione di una nuova classe imprenditoriale radicata nel territorio. C’è un progetto, ancora in fase embrionale, che va in questa direzione e che sta maturando attraverso una stretta collaborazione tra gli Istituti tecnici di Macomer, l’Università di Sassari, la Provincia e alcune importanti imprese della Sardegna Centrale. Per realizzare il polo tecnico superiore a Macomer è indispensabile il sostegno forte e convinto delle istituzioni locali, delle forze politiche, delle associazioni imprenditoriali e sindacali. Su questo problema si può costruire il futuro dei nostri giovani». (t.g.t.)
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 42 - Cultura e Spettacoli
«Il delitto perfetto? Non esiste» Lo dice la psicologia investigativa 
Parla David Canter, docente universitario a Liverpool e padre di una disciplina che aiuta a smascherare i grandi criminali 
 
 SASSARI. Per tutti coloro che si occupano di crimini, casi irrisolti e serial killer, David Canter non è soltanto il precursore della Psicologia investigativa, ma è anche una sorta di maestro. Uno studioso capace di formulare e proporre metodologie investigative sempre più efficaci e precise. Teorie innovative e poco adottate in Italia che Canter (docente universitario a Liverpool) illustra in questi giorni a Sassari, nel corso dell’iniziativa «Prevenire il crimine». Un’occasione ad hoc per parlare di quanto sia importante il contributo degli psicologi investigativi (nati in Inghilterra intorno alla metà degli anni Ottanta proprio ad opera di Canter) per analizzare scenari, metodologie e matrici dei casi di cronaca più contorti.
 «I miei studi - spiega il docente inglese - hanno l’obiettivo di sviluppare tutti gli aspetti della psicologia e di creare un supporto per qualsiasi forma di investigazione poliziesca. Il compito degli studiosi come me, infatti, consiste nel raccogliere informazioni e nello stabilire l’autenticità e la validità delle prove». Ma non basta. Per studiare un crimine bisogna conoscere anche il criminale. Motivo per cui David Canter ha dato alla luce il procedimento del “Profilo criminale”. Metodo che viene adottato da analisti e poliziotti per formulare un identikit psicologico dell’assassino, in base alle modalità del crimine commesso. Un criterio scientifico basato sulle informazioni raccolte sulla scena del reato, gli elementi di acquisizione autoptica, la ricostruzione delle modalità del delitto. La premessa di fondo è che, in generale, il comportamento di un individuo rifletta la sua personalità e, quindi, che anche dall’esecuzione di un reato trapelino le caratteristiche personali e psicologiche di chi lo ha prodotto.
 «Il metodo “criminal profiling” si basa sul fare delle ipotesi su come è stato commesso il crimine. Anche perché il modo in cui è avvenuto il fatto può aiutare a capire se il crimine è stato portato a termine da una o più persone, e potrebbe anche suggerire le prossime mosse e le eventuali altre vittime del criminale. Tutto ciò fornisce anche dei suggerimenti alla polizia, indicando dove e come è meglio cercare e indagare per giungere alla soluzione di un caso. In genere le indagini dei psicologi seguono due strade parallele: la prima è quella di cercare elementi utili alle indagini tra le informazioni già in possesso della polizia, l’altra è quella di focalizzare geograficamente il crimine. Ovvero scoprire una relazione tra il dove sono stati commessi i crimini e dove può abitare l’autore». Un sistema molto complesso e assai diverso da quello semplicistico che si vede nelle fiction televisive, o dal modello di “criminal profiling”, elaborato dall’Fbi. Ma forse migliore. «L’Fbi non ha un modello di ricerca - dice Canter - mentre gli psicologi investigativi sì». Motivo per cui i poliziotti inglesi vanno a studiare da lui, che si occupa di fornire loro un metodo e degli strumenti che la polizia deve poi adottare caso per caso. «Circa duecento persone che hanno seguito i miei corsi ora fanno i poliziotti», spiega lo studioso. Imparano la teoria e la mettono in pratica, consapevoli del fatto che «per prevenire il crimine bisogna conoscere gli altri crimini e coloro che li hanno firmati». Anche se ogni caso investigativo è un fatto a sé, così come ci sono diversi tipi di criminali, a seconda dei luoghi e del contesto sociale. «In Italia per esempio, gli studi di psicologia investigativa sono poco diffusi e troppo spesso si tenta di risolvere i casi attraverso l’improvvisazione». Va detto che per sviluppare studi così complessi bisogna avere accesso facile ai dati della polizia. Cosa difficile soprattutto tra le forze dell’ordine italiane, come spiega il docente: «Troppo spesso la lunghezza e la difficile soluzione dei casi è data dal fatto che i dati del crimine e del criminale sono separati, mentre per utilità andrebbero uniti». Comunque l’obiettivo primario dello psicologo investigativo fondamentalmente rimane sempre uno: studiare la tipologia dei crimini del passato per prevenire e capire i crimini del presente e del futuro.
Marta Virdis
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Sassari
Al via un master universitario per formare manager della sanità 
 
SASSARI. Sono cominciate nei giorni scorsi a Sassari le attività didattiche della prima edizione del Ma.Di.S.S., master universitario di secondo livello in direzione delle strutture sanitarie, organizzato dalle facoltà di Economia e di Medicina e Chirurgia dell’università di Sassari. Una iniziativa che mira a dare risposte concrete alla crescente domanda di alta formazione manageriale che proviene dalle strutture sanitarie, sia per migliorarne il funzionamento e la capacità, che per promuovere e tutelare in maniera sempre più efficace la salute dei cittadini. Il percorso formativo mira ad unire alla tradizionale e consolidata impostazione degli studi di management, le più avanzate metodologie direzionali specificamente pensate per il settore sanitario. Il master, diretto da Lucia Giovanelli, si svolgerà fino alla fine dell’anno nei locali della facoltà di Economia, in località Serra Secca, il venerdì e il sabato, con una pausa estiva, strutturato in diciannove moduli didattici, per un totale di millecinquecento ore. All’inizio del corso gli allievi conseguiranno le conoscenze generali sulle tematiche informativo-contabili e direzionali, alle quali poi si affiancheranno, nella seconda parte, quelle più specificatamente gestionali attinenti alle strutture sanitarie. Le materie esaminate vanno dall’economia e organizzazione dei sistemi sanitari alla direzione delle strutture ospedaliere. Nel suo ambito sono inoltre previsti seminari e workshop, focalizzati sulle tematiche di gestione manageriale delle strutture sanitarie, realizzati dai docenti di entrambe le facoltà con la collaborazione di docenti universitari italiani (dalle Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, Ferrara, Roma Tor Vergata, Pavia, Pisa, Politecnica della Marche, Siena, Udine e Verona) e stranieri, nonché di affermati professionisti e manager operanti in aziende del sistema sanitario nazionale e in imprese pubbliche e private. Al termine del corso, la cui partecipazione permette di conseguire sessanta crediti formativi universitari, previo il superamento delle prove di verifica e di gruppo, gli allievi dovranno sostenere un esame con discussione di un project work realizzato durante il periodo di svolgimento del master. Al corso, a numero chiuso, sono stati ammessi trenta laureati, molti dei quali in economia e medicina, ma diversi altri anche in giurisprudenza, scienze politiche, scienze dell’informazione e ingegneria.
Fabio Fresu 
 
 
 

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