Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
02 April 2008
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 7 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

4 - Beni culturali e turismo: master dell’ateneo cagliaritano
5 - Polemiche su Master & Back, lettera all’Unione Sarda
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 24
Iniziata la corsa per il dopo Mistretta
Circolano i primi nomi in lizza per la poltrona di rettore
 In lizza cinque docenti, quattro del polo economico giuridico, uno di Medicina
Università. Nel polo economico giuridico potrebbero svolgersi delle elezioni primarie
 
Il dopo Pasquale Mistretta è un pezzo di storia ancora lontano dall’essere scritto, ma gli aspiranti al trono di rettore dell’Università di Cagliari hanno già iniziato a scaldare i motori in vista delle elezioni in programma a maggio del prossimo anno. Cinque i nomi che circolano con insistenza nelle facoltà cagliaritane.
ALLO SCOPERTO A un anno e un mese dalle elezioni (che si dovrebbero svolgere nel maggio 2009, anche se chi le vincerà prenderà il posto di Mistretta soltanto alla scadenza del mandato del magnifico che guida l’Università da diciotto anni) la campagna elettorale è già iniziata. Per ora resta confinata negli uffici dei presidi, dei docenti colleghi e dei capi dipartimento oppure si svolge nell’atrio delle facoltà o con una semplice telefonata. Cinque le personalità dell’Ateneo cagliaritano che sembrano aver sciolto le riserve: Raffaele Paci (preside di Scienze politiche e docente di Economia applicata), Francesco Sitzia (ordinario di Diritto romano, ex preside di Giurisprudenza, componente del Senato accademico e del cda del Banco di Sardegna), Giovannino Melis (docente di Economia aziendale, ex preside della facoltà di Economia, avvezzo alle competizioni elettorali essendo stato avversario di Mistretta per due volte), Antonio Sassu (anche lui economista, ordinario di Politica economica, è stato presidente del Banco di Sardegna) e Gavino Faa (attuale preside della facoltà di Medicina).
LE PRIMARIE La battaglia principale si gioca nel polo economico giuridico. Per evitare la dispersione di voti tre candidati hanno affidato ad altrettanti loro uomini fidati di effettuare un sondaggio per capire chi può essere l’uomo preferito dai colleghi docenti, dai componenti del cda e del Senato accademico, dai sindacati e dagli studenti. Paci si è affidato a Francesco Pigliaru, Sitzia all’attuale preside di Giurisprudenza, Massimo Deiana, e Melis al collega Armando Buccellato. I tre "saggi", dopo una serie di incontri, dovrebbero arrivare a scegliere un solo candidato. Difficile però che gli interlocutori (docenti, sindacati e studenti) si possano sbilanciare in questa primissima fase, anche perché non ci sono ancora in campo veri e propri programmi di governo dell’Università. Si ipotizzano anche delle primarie con voto segreto da svolgere nel polo economico e giuridico.
DA SOLI Non rientra in questo discorso Sassu e che sta sondando il terreno per un’eventuale candidatura senza un primo confronto. Dalla sua ha gli ottimi contatti con altre facoltà, fuori da viale Sant’Ignazio, come Ingegneria e Scienza grazie ai trascorsi alla guida del Banco di Sardegna. Si è messo a disposizione della sua facoltà, intervenendo in uno degli ultimi consigli di Medicina, anche Gavino Faa: se dovesse avere un buon appoggio potrebbe diventare uno degli uomini da battere per l’elevato numero di votanti in Medicina.
LE VOCI Nell’ambiente universitario circolano altri cinque nomi: Francesco Ginesu (preside di Ingegneria, anche se è improbabile un nuovo rettorato in mano a Ingegneria dopo il regno di Mistretta), Giovanna Ledda (pro rettore all’Internazionalizzazione e docente della facoltà di Farmacia), Maria Del Zompo (ordinario di Farmacologia clinica nella facoltà di Medicina), Gaetano Di Chiara (ex preside di Farmacia) e Gianfranco Bottazzi (docente ed ex preside di Scienze politiche). Qualcuno è in forse, altri sono ipotesi in attesa di conferme o smentite.
GLI INCROCI Una partita (al voto andranno in 1.400 circa, 1.100 docenti, 180 studenti e 120 del personale non docente) che si incrocerà con le elezioni politiche regionali dell’anno prossimo e con il sostegno che il rettore uscente, Pasquale Mistretta, potrebbe riservare al suo "delfino". (m. v.) 
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari Pagina 43
Monserrato
Sestu, rinviata a oggi la chiusura della strada
 
Slitta a questa mattina la chiusura al traffico della Provinciale che dalla 554 porta al Polo universitario. Era previsto per ieri alle 17, invece il divieto di transito scatterà oggi. La ditta che da mesi sta lavorando al progetto del ponte strallato, dovrà avere il tempo per cambiare la segnaletica orizzontale sulla Statale. Solo dopo si potrà chiudere la strada.
I semafori che regolano l’incrocio saranno eliminati, visto che non serviranno più fino alla conclusione dei lavori. Da oggi, proprio verso l’ora di punta, gli automobilisti potranno svoltare verso il polo universitario soltanto provenendo da Quartu e quindi imboccando una bretella di collegamento tra la Statale e l’Università. Il traffico in arrivo da Cagliari e diretto al policlinico dovrà invece deviare in via Decio Mure, e quindi fare il cambio di direzione sulla Statale passando dalla strada del cimitero cittadino. Un bel problema, che sovraccaricherà di traffico le vie interne della città e manderà il tilt gli automobilisti della 554. (s. se.)
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 24
Nuove frontiere per combattere la sordità
Venerdì e sabato prossimi seminario al T Hotel: esperti a confronto
 
«L’otologia in Sardegna: protesi acustiche, impianti uditivi e cocleari per la cura della sordità e degli acufeni».
Questo il tema del meeting internazionale promosso dall’Università di Cagliari e dalla Società italiana di audiologia che si terrà venerdì e sabato al T Hotel. Il corso di aggiornamento rappresenterà un importante momento di studio, verifica e approfondimento per gli specialisti. Interverranno Ernesto Proto (direttore della Scuola di specializzazione in otorinolaringoiatria) ed Enzo D’Auria (ordinario di Audiologia). Di grande rilievo i contributi di prestigiose realtà, tra cui l’House ear institute di Los Angeles e la scuola tedesca di Friburgo. Ospite d’onore del convegno sarà il luminare americano Antonio De La Cruz (South California University), considerato la massima autorità mondiale. «Sordità e acufeni - afferma il presidente del corso Francesco Achena - sono un tema chiave per varie figure professionali quali otoiatri, audiologi, audioprotesisti, psicologi, logopedisti, audiometristi, medici di base e pediatri. È opinione condivisa che un approccio multidisciplinare rappresenti il modo migliore per ottenere una buona riabilitazione sia con una corretta protesizzazione acustica convenzionale, sia con i moderni presidi impiantabili». ( p. l. )  
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 21
Visita in redazione
Beni culturali e turismo, master universitario
 
 Il turismo culturale rappresenta un’importante realtà nel quadro del sistema economico italiano ed europeo. Per questo servono sempre più figure professionali in grado di operare nel settore dei beni culturali ai vari livelli, dal settore pubblico (musei, siti, enti del turismo) a quello privato che va dalle coop di servizio alle agenzie di viaggio, dalle guide agli organizzatori di eventi. L’Università di Cagliari ha allargato la sua offerta proponendo alcuni corsi post laurea triennale, tra cui il master "in metodi e materiali per il turismo culturale", proposto dalla facoltà di Lettere e diretto dal professor Roberto Coroneo. Nell’ambito del corso, accompagnate dal tutor Franco Cerniglia, le nove specializzande (Maria Ledda, Silvia Mastinu, Micaela Caschili, Francesca Zucca, Francesca Muroni, Laura Marcis, Maria Luisa Porcella, Luisa Piu e Alessandra Pinna) hanno visitato la sede del nostro giornale e il centro stampa di Viale Elmas acquisendo conoscenze sulla comunicazione.
5 – L’Unione Sarda
Lettere & Opinioni Pagina 17
Master & Back 2006
Un dottorato pagato a metà
 
Il primo bando Master and Back del 2006 presenta contraddizioni che si ripercuotono sui vincitori: i forti ritardi nei pagamenti e l’erogazione della borsa di studio tramite anticipazioni semestrali non permettono il completo finanziamento dei corsi di studio triennali, in particolare dei Dottorati di ricerca. Tuttavia il bando si impegna a finanziare, tra i percorsi di alta formazione, proprio i Dottorati triennali fino al completamento e al conseguimento del titolo.
Accade dunque che coloro, come me, che hanno vinto (con il primo bando del 2006) una borsa di studio M&B per intraprendere un Dottorato di ricerca dal 2006 in poi, non vedrà finanziato l’intero percorso di studi in quanto i finanziamenti sono erogabili per il triennio 2006-2008. Questo problema non si verifica invece per i successivi bandi del 2007 e 2008: infatti, per ovviare ai limiti della prima versione, si è previsto un anticipo dell’intera borsa di studio rispettivamente del 75 e 90 per cento con l’erogazione della prima rata.
Pertanto si dovrebbero introdurre tali condizioni anche per i vincitori del primo bando del 2006.
ANTONELLA MELONI
Dipartimento di Psicologia - Università La Sapienza-Roma

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 16 - Cagliari
Senza docenti chiude ingegneria ambientale 
Non è rispettata la quota di insegnanti prevista dal decreto Mussi per le facoltà gemmate 
In alternativa Monteponi punterà all’istituzione di master nelle due città capoluogo 
  
IGLESIAS. Perderà una facoltà l’Università del Sulcis Iglesiente che dovrà uniformarsi alle direttive del ministero (decreto Mussi) sugli organici dei docenti. Dal prossimo anno accademico 2008-09 la segreteria di Monteponi e di Cagliari per Ingegneria ambientale, non riceverà iscrizioni per consentire alle matricole di frequentare le lezioni nelle aule di Villa Bellavista. I corsi proseguiranno, ad esaurimento, fino alla laurea degli iscritti al secondo e terzo anno.
 I motivi nascono dalla mancanza del numero congruo di docenti “residenti” imposto dal ministero per contrastare la creazione di facoltà gemmate. Proprio nell’anno in cui a Monteponi si annunciavano le prime lauree in ingegneria ambientale (due nelle prossime settimane, altre 6 a luglio), arriva la mazzata dal ministro che chiude un’ esperienza didattica e di ricerca decisamente importante.
 A Monteponi il presidente del consorzio Ausi, il professore Giorgio Piccaluga, tuttavia non disarma: perchè nei programmi Villa Bellavista è destinata a diventare polo di eccellenza di ricerca avanzata. «Si chiude con Ingegneria ambientale - spiega Giorgio Piccaluga - perchè mancano i docenti titolari nonostante gli insegnanti impegnati a Monteponi fossero quelli che tengono analoghe lezioni a Cagliari. A Monteponi continueranno a frequentare gli studenti di Informatica e Scienza dei materiali».
 I tempi cambiano ma con la cancellazione di Ingegneria ambientale si fa di necessità virtù puntando così ancora verso l’alto. «Si organizzeranno master, lauree specialistiche - aggiunge Giorgio Piccaluga -. Su questa linea è stata siglata un’intesa istituzionale Università-Provincia che ha come obiettivo di dare impulso all’attività di ricerca. Per dare corpo a questi progetti però occorrono le risorse finanziarie sopratutto da parte della Regione che fino ad oggi si è dichiara disponibile a garantire la creazione del polo di ricerca del Sulcis Iglesiente. Siamo convinti che per dare risposte di qualità occorre investire e questo significa attrezzare laboratori ad alta tecnologia, attrarre docenti di fama internazionale e ciò significa disporre di adeguate risorse finanziarie. E’ stato annunciato che sono disponibili 200 milioni di euro per tutte le province e quindi una parte consistente di questo tesoro potrebbe essere destinato anche al consorzio Ausi».
 Con la chiusura della facoltà di ingegneria ambientale l’Ausi non smobilita e già si parla di decentramento delle competenze: Monteponi si occuperà di ambiente e scienza dei materiali mentre a Serbariu si lavorerà sulle georisorse ed energia. «I docenti - conclude Giorgio Piccaluga - sono disponibili ad affrontare questa nuova sfida ma occorrono le risorse finanziarie».
 Ancora una volta è il soldo che fa da spartiacque tra la mediocrità o il nulla e il fare eccellente. I responsabili del consorzio Ausi auspicano che le iniziative programmate non vengano mortificate da decisioni che dovranno essere strappate con le pinze. Del resto si tratta di una prospettiva nata e maturata in stretta relazione con le specificità territoriali e sulla quale molti avevano sperato, convinti, come si è sempre detto negli ambienti che hanno voluto la nascita di questo polo dell’istruzione, che gli investimenti tecnologici e le iniziative di livello accademico non possono essere affidate agli slanci e agli umori dei politici del momento ma devono realizzarsi in ambiti certi e senza etichette politiche.
 Ora la scelta di chiudere le iscrizioni per Ingnegneria ambientale è irrevocabile, determinata dalle scelte di politica universitaria applicate dal governo nazionale, resta l’aspettativa di dare corpo all’alternativa dei master e dei corsi di specializzazione come strada per valorizzare ulteriormente l’iniziativa.
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Nuoro
I sindaci disertano la seduta sulla Fondazione 
Alla riunione indetta da Deriu (Provincia) mancava anche il nuorese Zidda 
La proposta slitta a dopo le elezioni politiche di aprile 
di Nino Bandinu 
 
 NUORO. Università nuorese, ora è proprio il caso di dirlo: il vecchio stenta a morire e il nuovo non si decide a nascere. Il consorzio tra Comune e Provincia, infatti, resta tutto in piedi mentre la proposta di una Fondazione avanzata dal presidente Roberto Deriu non riesce a decollare. Ieri mattina nell’aula del consiglio provinciale, all’appuntamento che avrebbe dovuto sancire la svolta orgamnizzativa, mancavano quasi tutti i 52 sindaci del territorio e con essi mancavano anche diversi soggetti istituzionali, culturali e sociali, molto importanti. Tra questi, il sindaco di Nuoro, Mario Zidda.
 Segno questo, che il «dualismo» personale e istituzionale tra Zidda e Deriu continua nel tempo e nonostante tutto. Pertanto al presidente della Provincia, alla fine, non è rimasto che rinviare l’iniziativa a dopo le elezioni.
 I lavori sono stati aperti dallo stesso presidente Deriu che, nell’illustrare presentare ai presenti (oltre ai consiglieri, anche Romolo Pisano della Camera di commercio, Michele Ladu per la fondazione del Banco di sardegna, e Sergio Russo per il consorzio universitario) lo schema giuridico della Fondazione, ha fatto una lunga premessa sulle ragioni della svolta.
 E al primo punto ci ha messo subito lo stato di salute del consorzio «colpito» dalla legge Finanziaria, che non ne permette più di uno in città. Al secondo invece, la pressione esercitata dalla commissione Cultura, che ha chiesto una «presenza più diretta» della Provincia nell’Università, anche ricorrendo a un aumento della quota consortile.
 Al terzo punto poi Deriu ci ha messo «l’interesse degli Enti locali» per un radicamento dell’ateneo a Nuoro e l’inizio di una «nuova fase». Quindi, l’adesione già manifestata dalla Provincia dell’Ogliastra, che darebbe più forza al progetto.
 Infine, la disponibilità già dimostrata per la Fondazione dal Banco di sardegna, Camera di commercio, Asl e forse anche dall’Istituto etnografico (che però era assente).
 Detto questo il presidente della Provinciau è passato ad analizzare la posizione e le direttive impartite dalla Regione sarda: che vorrebbe «semplificare e caratterizzare» meglio l’ateneo nuorese «superando l’università diffusa» per andare poi a tre poli in tutta la Sadegna, quello di Cagliari e Sassari, e poi quello di Nuoro, previsto però come un «centro inter-ateneo». Le direttive regionali inoltre riguardano anche il punto delle risorse finaziarie: tutte da razionalizzare.
 Tracciato questo quadro Deriu ha poi fatto leva sulla «grave crisi» che investe la provincia di Nuoro («che ha perso altri tremila abitanti») per sollecitare tempi di intervento immediati, ma «senza sacrificare la discussione sulla scelta, che ancora non è stata fatta». E che pure bisogna fare prima della «Conferenza serivizi» alla quale occorre andare con «indirizzi e proposte definite», entrando anche i merito ai corsi universitari: «quali e quanti?» per l’ateneo nuorese, ormai passato nel tempo, da cinque corsi sicuri a uno soltanto: quello ambientale unificato. E, conseguentemente, da oltre mille studenti che frequentavano a Nuoro (circa due anni fa) a solo qualche centinaio oggi.
 Giunto a questo punto, Deriu ha aperto il dibattito «senza alzare steccati». E dibattito è stato, anche se non ricco e condizionato dalle numerose assenze.
 Il primo intervento è stato del presidente della provincia Ogliastra, Piero Carta, che ha rinnovato la sua adesione alla proposta Deriu. Poi Romolo Pisano che ha puntato tutto sulla realizzazione di una «vera università». Mentre il consigliere Caterina Loi ha ripreso il tema del «tutti i soggetti dentro» e quello delle «facoltà esclusive». Invece il presidente del consiglio comunale Leonardo Moro ha sostenuti tre indirizzi: «tempestività, autonomia e risorse». Denuncia pubblica, invece, per l’assenza del sindaco Zidda da parte di Alessandro Bianchi che ha detto: «Spero in una sua disattenzione, recuperabile». Sono interventi anche Tore Fenu, Pietro Corrias, Tonirosa Brotzu, Peppino Paffi, Luigi Muroni e un rappresentante del Comune di Siniscola.
 
Pagina 5 - Nuoro
Ecco la bozza presentata oggi dal presidente 
«Questo nuovo modello innovativo e atipico» 
 
NUORO. «La Fondazione è innovativa e atipica» ha precisato il presidente Deriu nell’illustrare lo schema giridico del nuovo modello che dovrà sostituire il consorzio universitario. Quindi è passato a descrivere i punti salienti della proposta.
 La «caratteristica principale» del modello giuridico intanto risiede, oltre che nel diritto privato, nella idoneità di realizzare una «equilibrata sintesi» dell’elemento personale «proprio delle associazioni», con l’elemento patrimoniale «tipico delle fondazioni».
 Un misto, insomma, anche se l’istituto è previsto dall’articolo 1322 del codice civile.
 Tale soggetto giuridico è stato pensato come «centro di elaborazione e di sviluppo delle esperienze, delle idee, delle strategie, aperto all’apporto e alla collaborazione di soggetti diversi e ulteriori rispetto ai fondatori». E l’elemento caratterizzante risiede sempre nella destinazione di un «patrimonio al conseguimento di uno scopo».
 Le fondazioni di partecipazione assumono direttamente lo scopo di promuovere, indirizzare e gestire le attività «in base a un modello che permette, da una parte, di esercitare entro dati limiti un’attività di impresa in autonomia, e dall’altra, di ricevere talora ingenti risorse pubbliche dirette e indirette che si pongono al di fuori dei contratti di servizio e del controllo dei revisori dell’ente locale e senza l’estensione della rimanente disciplina in materia di enti pubblici».
 Tale istituto rappresenta uno strumento di «diritto privato a servizio dell’interesse pubblico». Sarà comunque lo «statuto» a definire «la composizione, le competenze e i poteri degli organi, i soggetti pubblici e privati che vi parteciperanno ed i criteri in base ai quali altri soggetti, pubblici o privati, potranno intervenire».
 All’interno della fondazione si possono distinguere le seguenti figure: «1. I fondatori, (all’interno dei quali si può ulteriormente distinguere tra Fondatori Promotori e Fondatori) che provvedono a dotare la fondazione dei mezzi necessari; 2. Gli aderenti e i sostenitori (o partecipanti) che possono fornire contributi diversi, quali il versamento di somme di denaro, l’effettuazione di donazioni di beni o lo svolgimento di attività lavorativa.
 Tali soggetti parteciperanno alle scelte facendo parte o eleggendo i seguenti organi: il Consiglio di indirizzo costituito dai rappresentanti dei Fondatori e dai rappresentanti dei Partecipanti Istituzionali; e l’organo di gestione che ha mansioni esclusivamente gestorie e può essere monocratico o collegiale; e il presidente che presiede tutti gli organi ed è nominato con il placet del Fondatore; infine il collegio dei Partecipanti e il comitato scientifico. E non è tutto, perchè, secondo lo schema presentato: «La fondazione si presta inoltre ad assumere anche una struttura complessa fino a comprendere la partecipazione della stessa a società di capitali per l’esercizio di attività commerciali di tipo “collaterale”, oltre all’affidamento ad imprese od enti partecipanti, tramite accordi, convenzioni o concessioni, di parte della propria attività».
 Tutto qui per il momento. Se ne riparlerà dopo le elezioni politiche.  

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie