Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 March 2008
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 6 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

 
1 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 58
Se la democrazia scansa le donne
 “Nel segno dell'empowerment femminile”: dal convegno al libro (Aipsa) curato da Cecilia Novelli, alla presentazione oggi a Montecitorio
 
 Arriverà direttamente a Montecitorio la voce delle donne sarde e della loro forte volontà di «partecipazione alle diverse istanze della politica» in una occasione straordinaria: questo pomeriggio alle ore 17.30, nella Sala Refettorio della Biblioteca della Camera dei Deputati, verranno presentati gli atti del Convegno, a carattere internazionale Nel segno dell'empowerment femminile: donne e democrazia in Italia e nel mondo , che si è svolto a Cagliari, il 7- 8- 9 novembre 2006, promosso da Cecilia Dau Novelli, docente di Storia Contemporanea della Facoltà di Scienze Politiche, con la collaborazione dell'Ufficio della consigliera regionale di parità e il contributo dell'assessorato Affari Generali della Regione. Alla presentazione del volume, curato da Cecilia Dau Novelli, ed edito dalla cagliaritana Aipsa col contributo di Regione, Università, Ministero del Lavoro, interverranno il presidente della Camera Bertinotti, le parlamentari Rosy Bindi, Silvia Costa, Anna Serafini e l'ex consigliera nazionale di Parità Isabella Rauti. L'appuntamento di Montecitorio assume un valore emblematico - ha dichiarato la consigliera regionale di Parità Luisa Marilotti - per molteplici ragioni: il volume, curato dalla stessa Dau Novelli, vede la luce proprio nell'anno in cui si celebra nel mondo il centenario della istituzione della Giornata Internazionale della Donna, e viene presentato nella massima istituzione della democrazia rappresentativa del nostro Paese. «Come consigliera regionale di parità ho fortemente sostenuto l'iniziativa del convegno Nel segno dell'Empowerment femminile: donne e democrazia in Italia e nel mondo , che purtroppo ha confermato, attraverso studi, analisi e relazioni di grande spessore, come le donne svolgano tutt'ora ruoli marginali nella vita politico-istituzionale nel nostro Paese, fatte salve alcune rare eccezioni, eccezioni, appunto. Siamo in Italia e in Sardegna in posizioni decisamente arretrate rispetto a tante altre realtà nel mondo, nonostante il peso crescente assunto dalle donne in tutti i campi della società e dell'economia».
«Sono illuminanti», ha sottolineato la professoressa Dau Novelli, «le analisi approfondite riportate nel volume sui comportamenti dell'elettorato femminile e sui cambiamenti della politica in relazione alla presenza femminile. Ma di grandissimo interesse è ciò che emerge dagli studi e dalle relazioni che “guardano” anche oltre l'Italia con una prima ricognizione sul mondo occidentale: Francia, Inghilterra, Stati Uniti, ma anche con una serie di analisi sull'Africa, Asia con interventi su Turchia, Iran, Egitto, Mozambico, Uganda, Sudafrica, e poi India, Cina, Indocina e Taiwan. Tutte le relazioni sono state di notevole spessore scientifico e di grande originalità».
La presentazione del volume alla Camera dei Deputati vuole essere un richiamo delle istituzioni ad un impegno coerente a combattere affinché vengano sconfitte tutte le discriminazioni contro le donne, in tutti i livelli della vita sociale e civile. «Sarà per noi anche l'occasione per lanciare un appello contro la discriminazione più umiliante per le donne», ha detto Luisa Marilotti, «quella politico-istituzionale: chiediamo ai partiti politici una presenza paritaria delle donne nelle liste elettorali, “senza se e senza ma”, così come in tanti altri Paesi europei. C'è il rischio, che nonostante tante affermazioni di principio e tanti proclami, anche questa volta, i partiti non abbiano il pieno coraggio di destinare il 50 per cento dei posti in lista alle donne, ma continuano a soppesare e a centellinare il numero dei posti da assegnare alle donne in lista, chi il 30, chi il 40 per cento o altro. Bisognerà vedere quante di queste donne saranno elette. Da anni, insieme a tutte le istanze delle donne in Sardegna, istituzioni di parità, rappresentanze istituzionali, associazionismo, volontariato, e la stessa Università, ci battiamo per il pieno riconoscimento del valore delle donne nelle istituzioni. Questo è un banco di prova decisivo e ineludibile». 
 
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro Pagina 21
Il progetto di Provincia e Università riguarda gli oltre mille ettari distrutti dagli incendi
Piano straordinario per le sugherete
Boschi a rischio a Nuoro, Orani, Orotelli, Oniferi e Orune
 
In sette anni sono andati perduti 1253 ettari su 8200 di alberi da sughero. Proposta la costituzione di un consorzio pubblico-privato.
Gli esperti lanciano l'allarme: se non si interviene subito nelle aree della provincia interessate nel 2007 dal vasto incendio di luglio e dall'eccezionale nevicata di fine anno, le conseguenze per l'ambiente e l'economia del territorio potrebbero essere devastanti. E l'attenzione deve essere rivolta in modo particolare alle querce da sughero, considerate fondamentali per l'ecosistema e allo stesso tempo potenziale fonte di reddito.
L'OBIETTIVO Quello principale, rilanciato ieri dall'assessore provinciale all'Ambiente Rocco Celentano, è quello di procedere al recupero dei boschi andati distrutti nell'incendio dello scorso luglio, in particolare nei territori di Nuoro (il più colpito, con 6567 ettari distrutti), Orani, Orotelli, Oniferi e Orune. Ma non solo. Secondo uno studio condotto dalla facoltà di Agraria di Sassari, infatti, dal 1998 al 2005 su 8200 ettari di superficie percorsa dal fuoco in provincia di Nuoro, 2343 erano di sugherete che dopo gli interventi di rimboschimento si sono ridotti a 1090, con un saldo negativo di 1253 ettari andati perduti. Un patrimonio che secondo Celentano va recuperato «puntando a costituire un consorzio pubblico-privato composto da Provincia, Comuni e allevatori, in modo da predisporre progetti che consentano di ottenere anche finanziamenti comunitari».
I PASTORI Proprio gli allevatori, nei giorni scorsi, hanno espresso perplessità sull'intervento, temendo la costituzione di nuovi vincoli ambientali che andrebbero ad aggravare la già precaria situazione. «Nessun nuovo vincolo - garantisce Celentano - anzi vogliamo lavorare con il settore agropastorale e creare nuove opportunità di reddito. In ogni caso non faremo nulla che non sia stato prima concordato». Ma perché puntare su settore come quello del sughero che gli indicatori economici giudicano in crisi? «È vero che il settore è in crisi - conferma il docente della facoltà di Agraria sassarese Pietro Luciano - ma non è detto che non si possano conquistare nicchie di mercato. In ogni caso il bosco non va guardato solo come una risorsa economica, ma anche ambientale, importante com'è dal punto di vista idrogeologico, paesaggistico, perché dove ci sono alberi piove di più».
L'INVESTIMENTO Secondo l'assessore Celentano oltre che per i tappi (che rappresentano il prodotto principale) le sugherete possono essere sfruttate attraverso l'utilizzo delle biomasse legnose per produrre energia elettrica nella centrale Clivati di Ottana. Se il recupero delle sugherete rappresenta l'obiettivo primario, il problema da risolvere nell'immediato futuro è però quello relativo alla pulitura del sottobosco dai rami caduti a causa della nevicata di metà dicembre. «Secondo una stima - spiega infatti Sandro Dettori, anch'egli ordinario alla facoltà di Agraria - a terra ce ne sono 180 quintali per ettaro. Se non vengono rimossi rappresentano un pericoloso innesco per gli incendi a causa dell'elevata infiammabilità. Inoltre ostacolano il pascolo, contribuendo alla crescita dell'erba».
L'URGENZA Un intervento che secondo gli esperti deve essere compiuto entro il mese di maggio e che, per essere realizzato, così come quello che riguarda il rimboschimento, potrebbe usufruire di una recente delibera regionale che consente l'utilizzo del personale dell'Ente foreste in attività di Protezione civile anche al di fuori delle terre demaniali ammortizzando così i costi, valutati fra i 1500 e i 4000 euro per ettaro. Infine Dettori e Luciano auspicano che al più presto venga fatta un'operazione di potatura e disinfezione delle piante danneggiate, che in caso contrario sarebbero a forte rischio per la formazione di funghi e l'attacco di parassiti.
Francesco Cabras

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
Maria Falcone parla di mafia 
L’incontro domani nell’aula magna dell’università 
 
SASSARI. Domani 7 marzo, organizzato dalla Facoltà di Lettere e Filosofia, si terrà nell’aula magna dell’Università centrale alle 10,30 un incontro-dibattito con la professoressa Maria Falcone, presidente della Fondazione “Giovanni e Francesca Falcone”. Tema dell’iniziativa, che si svolge non per caso alla vigilia dell’8 marzo-festa della donna: “Donne contro la mafia”. Maria Falcone è sorella del magistrato vittima con la moglie e la scorta nell’attentato di Capaci.
 Da tempo è impegnata con la sua Fondazione in una intensa e coraggiosa attività di sensibilizzazione e di denuncia sui temi della mafia e della legalità in Sicilia e più in generale in Italia. Nel 1995 ha ricevuto la laurea honoris causa nell’università degli studi di San Paolo per il suo impegno sociale e culturale nel combattere la mafia. Nel 1997 ha pubblicato assieme a Giovanni Marchese un libro, destinato specialmente agli insegnanti, dal titolo “Educazione alla legalità. Dal rispetto della legge alla convivenza democratica”. Una nuova edizione del libro è poi uscita nel 2004 per Carocci col titolo “Io e tu: la società - educazione alla legalità e alla convivenza civile”.
 La Fondazione, nata nel dicembre 1992, pochi mesi dopo la strage e l’assassinio di Paolo Borsellino, lavora particolarmente tra i giovani, organizzando incontri, manifestazioni, ricerche e studi e istituendo borse di studio sui temi dell’educazione alla legalità. Nel 2006 ha inoltre organizzato la prima “nave della legalità”, che, partendo da Civitavecchia, ha portato a Palermo centinaia di ragazzi provenienti da tutta Italia.
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 13 - Oristano
«La nonnina dell’isola vive nel Marghine» 
A Birori rivendicano il primato di Giuseppina Deidda: 108 anni 
di Tore Cossu
 
 BIRORI. «Facciamo i migliori auguri alla signora Anna Cabras di Baunei, però lo scettro della longevità è nelle nostre mani».
 La precisazione arriva da alcuni cittadini del Marghine che, dopo aver letto la notizia che attribuisce alla signora Anna Cabras il titolo di donna più anziana dell’isola, hanno voluto puntualizzare per riportare il tutto sui canali della verità. Nel Marghine infatti risiede Giuseppina Deidda che lo scorso 25 gennaio ha compiuto 108 anni e ha ricevuto la visita di Luca Deiana, il docente universitario che con la sua equipe sta seguendo il progetto Akea (acronimo di a chent’annos).
 La leggiadra nonnina ha quindi un anno in più della sua collega di Baunei ed è una delle donne più anziane d’Italia e del mondo.
 «Questo per una questione di chiarezza e per dare a Cesare quel che è di Cesare - dicono gli abitanti del comprensorio - naturalmente non c’è alcuna competizione in campo però è giusto che la gente sappia come stanno le cose».
 In effetti non si può dare torto a chi ha fatto la segnalazione. Giuseppina Deidda, che è nata all’alba del secolo scorso, ovvero il 25 gennaio del 1900, da diversi mesi siede sul trono della longevità sarda.
 La donna più anziana dell’isola si trova in discrete condizioni di salute e viene assistita amorevolmente dalla figlia Maria Pala.
 La nonnina non fa altro che confermare la longevità delle genti del Marghine dove si trova in lieta compagnia. Un primato che non ha mancato di attirare l’attenzione degli studiosi e di prestigiose riviste naturalistiche.
 A Silanus Teresa Morittu si avvia verso i 106 anni, mentre Narcisa Virde di Lei ha spento qualche giorno fa le 104 candeline.
 Nel comprensorio ci sono anche tanti altri centenari che fanno del territorio uno dei posti dove si vive più a lungo. Naturalmente l’Ogliastra non è da meno visto che anche lì ci sono numerose persone che viaggiano con le tre cifre sulle spalle. Però attualmente la nonnina della Sardegna si trova da queste parti. Chiarito il dubbio e respinto il tentativo di “scippo” (naturalmente tutti ci scherzano, visto che l’errore è dettato dalla buona fede) non resta che fare gli auguri a tutti i centenari del Marghine, del’Ogliastra e di qualunque altra località.
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Sardegna
Avviato uno scambio di informazioni con la comunità scientifica della Sardegna 
Segreti dei centenari ai raggi X 
Coreani nell’isola per studiare la longevità dei sardi 
L’INCONTRO Studiosi a confronto per capire l’elisir di lunga vita 
 
CAGLIARI. La richiesta era arrivata nell’agosto scorso: in Corea la comunità scientifica che studiava la longevità delle donne nella contea di Sunchang voleva stabilire un contatto con la Provincia di Cagliari, famosa nel mondo degli studiosi di genetica e antropologia per la piccola folla di ultracentenari.
 Ieri il desiderio dei coreani del Sud si è avverato: di mattina sono andati a visitare Orroli e la coppia di centenari, marito e moglie, lui 101 anni compiuti, lei 100, «una situazione sconosciuta per noi» spiegavano ieri gli studiosi asiatici mai incappati addirittura in un matrimonio prossimo o quasi al secolo. Di sera al palazzo Viceregio hanno incontrato esponenti della comunità scientifica sarda che studiano la longevità ed è cominciato uno scambio di informazioni che ha uno scopo dichiarato: avviare un network scientifico-istituzionale per studiare ogni aspetto della longevità ed elaborare informazioni da travasare nel sistema di assistenza destinato alle persone anziane.
 La Corea del Sud è stata travolta dal tema longevità: la delegazione intervenuta al Viceregio ha spiegato che soltanto nel 1960 l’età media in un cittadino coreano era di 50 anni, adesso ha raggiunto i 78: 68 anni per gli uomini e 82 per le donne. In Corea ci sono 2mila centenari, il più alto numero di questo è concentrato nella regione di Sunchang e non da oggi biologi, medici, antropologi studiano cos’è che da queste parti allunga tanto la vita, delle donne in particolare. L’incontro di ieri è stato organizzato dal presidente del consiglio provinciale Roberto Pili, con lui gli assessori alla Cultura (Luciano Marrocu) e alle Politiche sociali (Angela Quaquero) che hanno deciso di promuovere la venuta in Italia della delegazione e quindi di impegnare la Provincia nel network di relazioni scientifiche e amministrative sul tema della longevità. Sang Chul Park è il professore di Biochimica e Biologia molecolare della scuola nazionale universitaria di Medicina di Seul che ha spiegato del grande interesse maturato sulla Sardegna dal team multidisciplinare nato 8 anni fa per studiare l’invecchiamento. Pili aveva dato qualche numero: in Sardegna ci sono 135 ultracentenari per milione di abitanti, tra Orroli e Nurri il numero è più alto, perché ci sono 240 centenari (per milione di abitanti). «Noi abbiamo concentrato le ricerche nel Sunchang per comprendere i fattori locali, di genere e le variabili culturali che possono giocare un ruolo nella longevità. In questa visita sono rimasto colpito dal livello delle ricerche qui condotte e dal livello di supporto dato dal governo regionale. Noi siamo interessati a collaborare per studiare i meccanismi dell’invecchiamento e per affrontare le tematiche sulla qualità della vita, del welfare e sulle spese di tipo sociale. Sono convinto che il confronto fra la longevità sarda e quella coreana possa aiutarci a svelate i segreti dell’invecchiamento».
 Kyung Soo Chun è un antropologo: «Perché studiamo oggi i centenari? Perché abbiamo la responsabilità di studiare la società e dare risposte sulle ragioni della crescita della longevità. La domanda è chi si assumerà il compito di occuparsi delle esigenze della popolazione invecchiata. Anni fa andai in Finlandia e in Svezia e vidi quale livello di assistenza veniva erogato grazie alle sole entrate fiscali. Ma là la tassazione è del 60 per cento sul reddito: in Corea la nostra economia non ci consentirebbe una tale pressione». Angela Quaquero ha illustrato agli ospiti il cambio della politica per gli anziani: «Si comincia a capire quanto sia utile investire in qualità di vita nel luogo in cui l’anziano vive, non c’è dubbio che la nostra Provincia e la vostra comunità possano davvero lavorare assieme per la costruzione di un network delle buone pratiche». Elisabetta Marini docente di Ecologia umana a Cagliari ha ragionato sulle varie modalità per inserire nel network ogni spunto possibile. Gianni Pes, medico docente alla scuola di specializzazione di Scienza dell’alimentazione a Sassari, ha anticipato i contenuti di una pubblicazione sull’effetto di alcuni cibi tradizionali sulla salute con la dimostrazione che l’antico pane sardo a fermentazione acida è in grado di migliorare il metabolismo. Andrea Loviselli direttore del centro sull’obesità del policlinico ha spiegato quale sia una minaccia alla longevità in Sardegna: l’aumento del diabete nei giovani, causato dall’obesità. La Sardegna e la Finlandia hanno il più alto numero al mondo di diabetici di tipo A.
Alessandra Sallemi
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 18 - Fatto del giorno
Più intelligenti e più insicuri 
Adolescenti messi alla prova da un mondo pieno di insidie 
Alcol, sesso e droga, a 11 anni in Inghilterra l’infanzia è già finita 
di Franco Enna 
 
“Cresce il Quoziente, siamo più intelligenti”, titolavano trionfanti i giornali quattro giorni fa. Poi leggi l’articolo e scopri che i due punti in più di Q.I.(quoziente intellettivo) si riferiscono ai ragazzini d’oggi, per via degli stimoli a go-go, della Tv generalista, della playstation e di internet. Ma è solo un anticipo sui tempi, perché l’onda evolutiva del nostro cervello rimane ancorata all’epoca di Tutankamon. Con questi due punti in più rispetto ai nostri tempi perduti, cresce invece non solo la voglia di capire degli adolescenti fino a che punto noi siamo in grado di capire che intenzioni hanno, ma anche l’età in cui possono dichiararsi anch’essi fuori dall’infanzia. E così scoprono, grazie alle fonti d’informazione sempre più preoccupate, che «A 11 anni l’infanzia è finita». Ma forse solo in Inghilterra. Infatti, secondo i loro studiosi, i bambini inglesi di oggi saltano a piè pari la preadolescenza e s’infilano subito nell’età di mezzo: bevono birra a 12 anni, si fanno di crack a 13, fanno sesso già a quindici e vanno in discoteca. Quello che non sanno è che il 45% di bambini italiani di 11 anni si fa il primo drink, mentre in Sardegna, secondo uno studio della facoltà di Psicologia di Cagliari, incominciano a ciucciare il Vermentino alla stessa età e qualcuno fuma erba; inoltre fanno sesso a 14 anni anche senza andare in discoteca.
 Resta sempre il problema dell’altro 55% che non beve, non fuma, non fa sesso anche se gli piacerebbe da morire, e non sa nemmeno che cosa sia la marijuana. Insomma, esiste ancora una maggioranza coatta che vive la sua adolescenza se non proprio con serenità, almeno con la consapevolezza che è forse meglio aspettare per certe esperienze. Esiste, in buona sostanza, una parte purtroppo sostanziosa di adolescenti che vive in un ambiente pieno di stimolazioni ambigue, apparentemente libero ma in realtà fortemente controllato da interessi senza scrupoli, che approfittano della naturale tendenza dei ragazzi alla trasgressione per incoraggiarli a vivere da subito una vita spericolata; e ce n’è un’altra, per fortuna ancora più abbondante, che trascorre il suo tempo in un ambiente pieno di stimoli, che significa libero, ma con sempre addosso due o tre paia d’occhi grandi così. Perché quei due punti in più di quoziente intellettivo non fanno i nostri ragazzi più geniali, ma solo più inquieti e forse anche più fragili.
 La cosa più buffa è la facilità di noi adulti di dimenticare proprio le nostre inquietudini adolescenziali, le pulsioni, i primi amori tremuli, il “coso” che si tira su e sembra che tutti lo sappiano e tu te ne vergogni da morire. E poi i bulli. Quei ragazzoni che ti passano accanto con l’aria di chi le ha già provate tutte e se non ti scansi ti rompo la faccia. Ricordo con trepidazione il mio primo bullo della scuola di Santu Juseppi. Eravamo in seconda media: io, Tonuccio, Pasqualino e Gavino.
 Il bullo era alto almeno una spanna più di Tonuccio, mentre Pasqualino gli arrivava al torace. Arrivati ai giardini incomincia a sfottere proprio Pasqualino, che lo affronta senza pensarci troppo, perché lui vive a Monte Lepre e sa che in questi casi o scappi o giochi d’anticipo. Un “pappammuccu” al mento e il tizio cadde disteso come un sacco vuoto.
 Non si fece vedere più, e noi imparammo a crescere al fianco di Pasqualino.
 
 
 

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