Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 February 2008
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 7 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

 
1 - Il Dipartimento di Scienza della Terra di Cagliari potrebbe essere trasferito a Monteponi (L'Unione - La Nuova)
2 - L'Università ostaggio della politica, un editoriale di Beniamino Moro
1 – L’Unione Sarda
Provincia Sulcis Pagina 23
Arriva Scienza della Terra
«L'intera facoltà traslocherà a Monteponi»
La proposta del sindaco di Iglesias accolta dal rettore Mistretta e dal presidente della Regione
 
 La proposta di trasferire nel polo universitario di Monteponi l'intera facoltà di Scienza della Terra fatta dal sindaco di Iglesias con l'appoggio della Provincia è stata accolta favorevolmente dal rettore dell'ateneo cagliaritano e dal presidente della Regione.
L'intero Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Cagliari, potrebbe essere trasferito a Monteponi. La proposta è stata avanzata dal Comune di Iglesias e dalla Provincia del Sulcis Iglesiente e ha incontrato il favore del rettore dell'ateneo cagliaritano e del presidente della Regione. «Ho avuto modo di sottoporre la nostra ipotesi - afferma il sindaco di Iglesias Pierluigi Carta - sia al rettore Mistretta che al presidente Soru, ed entrambi hanno accolto favorevolmente il progetto e si sono resi disponibili per un'attenta valutazione».
UN POLO DA POTENZIARE Lungi dal venire smantellato, come per qualche tempo si è ipotizzato, il Polo universitario di Monteponi sarebbe dunque destinato a un importante potenziamento. Lo confermano anche i nuovi dettagli messi a punto nel progetto di riqualificazione del compendio ex minerario alle porte di Iglesias che prevedono un sensibile ampliamento delle aree destinate all'Università. «La proposta del trasferimento a Iglesias del dipartimento di Scienze della Terra - sottolinea il presidente della Provincia Pierfranco Gaviano - si inquadra in un progetto complessivo con il quale intendiamo portare l'offerta dell'Università del Sulcis Iglesiente all'eccellenza».
L'IMPEGNO DELLA REGIONE Durante l'incontro di ieri con il Governatore per l'attuazione dell'intesa istituzionale Regione-Provincia-Comuni, i rappresentanti degli Enti locali hanno incassato da Soru la garanzia di un deciso impegno da parte della Regione, che sarebbe disponibile a supportare, anche finanziariamente, le iniziative per il potenziamento del Polo di Monteponi. «È importante - spiega Pierluigi Carta - considerare la nostra proposta nel contesto delle politiche complessive di rilancio economico del territorio, e di Monteponi in particolare». Secondo il sindaco di Iglesias, «il Sulcis Iglesiente è il terreno ideale per la ricerca e le sue applicazioni nel campo delle Scienze della Terra e dei materiali: abbiamo il problema di mettere a punto adeguate strategie di bonifica dei siti minerari e industriali, e inoltre vantiamo un patrimonio geologico e geominerario unico al mondo».
AULA A CIELO APERTO Una sorta di «aula a cielo aperto», come l'ha definita Pierfranco Gaviano, nella quale un ruolo rilevante verrà ricoperto dalle aziende del territorio, che agiranno in sinergia con i laboratori di ricerca. A rendere realistica l'ipotesi del trasferimento di un intero dipartimento da Cagliari a Iglesias, contribuiscono altri fattori. «Di qui a qualche anno - spiega Pierluigi Carta - il collegamento ferroviario fra Cagliari e Iglesias verrà potenziato, e si avrà una consistente diminuzione dei tempi di percorrenza che ci avvicinerà sensibilmente al capoluogo. Inoltre, per gli studenti fuori sede, il piano per la riqualificazione di Monteponi prevede già diversi edifici destinati a ospitarli». Il Consiglio d'amministrazione dell'ateneo cagliaritano, nella sua prossima seduta dovrà valutare la proposta, avanzata dal rettore Mistretta, di entrare nel Consorzio dell'Università sulcitana.
Paolo Mocci
 
2 – L’Unione Sarda
Prima Pagina
Le riforme mancate
L'Università italiana ostaggio della politica
di Beniamino Moro
 
L'UE, nelle sue anticipazioni sulle previsioni primaverili di crescita, ha ridotto dal 2,4 al 2% la crescita del Pil europeo per l'anno in corso e dal 2,2 all'1,8% quello dei 7 maggiori paesi di Eurolandia, tra cui l'Italia, la cui previsione è stata dimezzata dall'1,4% del mese di novembre allo 0,7% di oggi. La Confindustria ha ridimensionato ulteriormente il dato a un misero 0,3%, ma è molto elevata la probabilità che in corso d'anno si verifichi un'ulteriore caduta della crescita e si entri in una fase di vera e propria recessione. L'Italia resta il fanalino di coda, il paese più zoppicante nella crescita dell'intera UE. La causa di questo passo da lumaca è individuata dagli economisti nell'azzeramento della crescita della produttività, che in media a partire dalla metà degli anni '90 è aumentata solo di un misero 0,1% annuo, contro l'1-2% degli altri paesi europei.
Sulle ricette per rilanciare lo sviluppo il dibattito è aperto. A parte il problema centrale del Mezzogiorno, che non potrà essere facilmente eluso dal futuro governo, l'attenzione si concentra sui provvedimenti in grado di far riprendere la crescita della produttività e, tra questi, vengono individuati quelli (apparentemente condivisi da entrambi gli schieramenti politici) che riguardano l'innovazione e il merito. Occorre promuovere, sostengono da destra e da sinistra, un'economia dinamica, che premi l'iniziativa, la creatività e il merito individuali, promuova un vero processo di liberalizzazioni e di maggiore competitività, combatta i privilegi, i monopoli e riduca i settori protetti.
Ma, come al solito, dal dire al fare c'è di mezzo il mare. Quando infatti si cerca di passare dai buoni propositi ai provvedimenti di legge, le cose cambiano e questi ultimi spesso finiscono con l'essere in contraddizione coi primi. Da ultimo è successo col decreto Milleproroghe con riguardo ad alcuni provvedimenti dell'Università. Dove se non all'Università è più necessario recuperare comportamenti meritocratici? In tal senso, il ministro Mussi aveva fatto approvare dal governo il Patto per l'Università e la ricerca dell'agosto scorso, che prevedeva di distribuire un terzo dei finanziamenti con criteri meritocratici definiti dai risultati della ricerca scientifica e successivamente aveva accompagnato il provvedimento con ulteriori proposte di riforma dei concorsi universitari nella stessa direzione. Ma queste norme, inserite nel decreto Milleproroghe, sono state stralciate dal Parlamento in sede di approvazione definitiva.
Dopo l'uso di 92 milioni destinati all'Università per chiudere nel dicembre scorso la vicenda dell'autotrasporto, occorre ora dire addio anche ai nuovi criteri meritocratici. Al loro posto, invece, di fatto nelle università italiane dilaga l'invasione della politica, a cominciare dall'elezione dei rettori che si svolge troppo spesso con schieramenti che, invece dei meriti e delle scuole di pensiero scientifiche, rispecchiano più semplicemente gli schieramenti partitici di riferimento dei candidati. Il disconoscimento del merito scientifico e la sua sostituzione col merito politico è il nuovo male oscuro dell'Università italiana.
 
3 – L’Unione Sarda
Iglesias Pagina 25
istituto magistrale
Gli studenti a lezione nel Consiglio regionale
 
Studenti delle Magistrali a lezione in Consiglio regionale. Sarà una giornata speciale quella di oggi per le ragazze e i ragazzi del Baudi di Vesme, i quali faranno una visita guidata nel palazzo di via Roma per riflettere sui temi dello Statuto sardo.
È l'iniziativa organizzata nell'ambito delle celebrazioni per il 60° anniversario dello Statuto speciale della Sardegna dalla Società operaia di mutuo soccorso di Iglesias. La giornata degli studenti in Consiglio regionale si svolgerà oggi. Alle 10.15 è in programma la relazione di Andrea Pubusa, docente di Diritto amministrativo all'Università di Cagliari il quale si soffermerà sullo Statuto; alle 10.45 il presidente del Consiglio regionale, Giacomo Spissu, risponderà alle domande degli studenti e alle 11.30 visita guidata nelle sale del Consiglio regionale. Nel corso della mattinata verrà illustrato ai ragazzi il funzionamento del Consiglio regionale e analizzato anche l'iter di formazione delle leggi regionali. (c. s.) 
 
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari Pagina 48
Sassari
L'antica caserma rivista dagli artisti
 
L'antica caserma "Ciancilla", reperto urbanistico del ventennio fascista, su piazza Conte di Moriana, sarà abbellita da opere di artisti locali e nazionali. Da anni, dopo aver ospitato i militi dell'esercito del regime, è diventata sede della facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Sassari, senza tuttavia acquistare una più decente immagine, che ne cancellasse la sua originaria funzione. Sono state realizzate alcune strutture interne, che si allungano da piazza Conte di Moriana a via Zanfarino e che ne hanno aumentato la funzionalità, senza tuttavia apportare al complesso alcun miglioramento estetico. Ora ci provano i responsabili dell'Accademia di Belle arti, ospitata in un edificio di fronte. Da un accordo con l'Università, l'Accademia ha presentato un progetto che è stato chiamato "zebra crossing", in riferimento alle strisce pedonali che segnano i pochi metri del percorso e della distanza fra i due istituti.
«Siamo partiti da un concetto semplice - ha spiegato il preside della facoltà di Lettere, Aldo Maria Morace -: la nostra sede universitaria è brutta». Quindi occorre abbellirla. Ed ecco l'idea: a concepirla ci ha pensato Giuliana Altea, docente di Storia dell'arte contemporanea, che ha chiamato a raccolta 11 artisti. Sono stati coinvolti Leonardo Boscani, Paola Dessy, Greta Frau, Pinuccia Marras, Narcisa Monni, Igino Panzino, Pastorello, Giulia Sale, Josephine Sassu, Stefania Serusi e Y Liver. Le opere realizzate da questi artisti saranno date in proprietà od in comodato d'uso decennale o ventennale alla facoltà. Per alcuni giorni gli artisti si incontreranno con docenti ed esperti d'arte, per la definizione del progetto, mentre a settembre, a conclusione dell'iniziativa, sarà proiettato al Teatro civico un filmato sull'intera operazione artistica, realizzato da Antonio Bisaccia e Lucia Cardone, durante un laboratorio audiovisivo,
Giuseppe Florenzano

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Cagliari
UNIVERSITÀ 
Dipartimento a Monteponi 
 
IGLESIAS. Nei prossimi giorni il rettore dell’Università di Cagliari Pasquale Mistretta porterà al Senato accademico la delibera con la quale l’Ateneo, primo caso in Sardegna, entrerà a far parte del consorzio Ausi dell’università del Sulcis-iglesiente.
 «Non faremo facoltà gemmate che non servono né agli studenti né al territorio, ma renderemo il polo di Monteponi centro di eccellenza per settori specifici. il rettore - hanno detto gli amministratori - ritiene praticabile in tempi brevi il trasferimento a Monteponi del dipartimento di Scienze della Terra, quando l’area mineraria verrà ristrutturata e sistemata ex novo. A Monteponi non saranno solo allargati i locali dell’attuale sede distaccata, ma si costruiranno qui a fianco nuovi locali, e saranno demoliti quegli immobili non più recuperabili. La disponibilità di Mistretta è di buon auspicio e i fondi messi a disposizione dalla Regione ci fanno avviare l’opera». Le dichiarazioni dei sindaco Carta lasciano però intuire che non sarà centro tra uno o due anni che Scienze della Terra si trasferirà a Iglesias. «Ma noi contiamo di avviare subito i lavori di ampliamento. L’Università ci ha detto di procedere spediti».
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
La conferenza 
Stasera si parla di malaria 
 
 SASSARI. «La malaria in Sardegna tra passato e presente. Antico fragello o nuova minaccia?». E’ il titolo della conferenza organizzata dall’Inner Wheel club di Sassari che si terrà oggi dalle 17 alla Camera di commercio. A sviluppare il tema saranno Antonio Vodret. e Eugenia Tognotti, autrice di un libro sulla malaria e professore di Storia della medicina all’Università di Sassari. La malaria continua a essere uno dei grandi problemi di sanità pubblica a livello mondiale con 200-300 milioni di nuovi casi l’anno e 1-2 milioni di morti specie nella popolazione infantile al di sotto dei 5 anni. Per quanto riguarda l’Italia, la malaria è la malattia più comunemente importata. I casi di malaria sono aumentati negli ultimi vent’anni in cui sono cresciuti i flussi migratori, i viaggi per turismo, per lavoro, per motivi umanitari. Ma esiste la possibilità di un ritorno della malaria? Eradicata a metà del secolo scorso, dopo una campagna quasi militare dell’Erlaas, con l’arma del Ddt, la malaria è una malattia “importata”: negli ultimi anni si sono verificati diversi casi di malattia e uno di morte: un commerciante di ritorno da uno dei tanti paesi a rischio. Nel corso dell’incontro di stasera verrà proiettato un filmato sulla guerra alle zanzare condotta tra il 1946 e il 1950.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 34 - Nazionale
Progetto di rilancio dell’ateneo: l’Isre si candida 
L’Etnografico bussa all’università 
Il presidente Asproni: «Siamo disponibili a entrare» 
«Anche il nostro istituto è nato dalle conclusioni della commissione Medici» 
 
 NUORO. Toc, toc: «Ci siamo anche noi». E’ l’ Etnografico a bussare a grandi colpi alla porta dell’università, deciso a dare il suo contributo al progetto di rilancio nella Conferenza di servizi entro 90 giorni. A partire dalla formula organizzativa, consorzio o Fondazione che sia.
 La novità è importante per diverse ragioni. Innanzitutto perchè si tratta di un vero istituto di ricerca, di livello regionale, automo, ma superiore, quindi riconosciuto anche dallo Stato. E poi perchè, il suo ingresso nell’area di governo dell’ateneo barbaricino, garantirebbe una logistica eccellente e una struttura con servizi ben collaudati proprio sul piano culturale e della ricerca scientifica nel campo dell’etnografia, antropologia e tradizioni popolari. Infine, perchè si aprirebbe una breccia per proposte del tutto nuove: come quella di eventuali corsi, unici ed esclusivi in campo nazionale ed europeo, legati ai Beni culturali e in particolare all’Etnografia.
 La provincia di Nuoro nel campo delle tradizioni risulta infatti essere una delle più «conservative», non soltanto in Sardegna, ma in tutta Europa. Insomma, il campo della ricerca ce l’abbiamo in casa, con tutto ciò che comporta a livello di attrazione e speculazione scientifica. Detto in parole povere, l’università nuorese, con l’ingresso dell’Isre nella stanza dei bottoni, potrebbe assumere una dimensione davvero «esclusiva» se non addirittura «eccellente» a livello nazionale ed europeo. Alla luce di queste cose, dunque, risulta alquanto strano il mancato coinvolgimento dell’Etnografico nella grande operazione di «allargamento» promossa dalla Provincia qualche settimana fa. Anche perchè l’Irse aveva manifestato la sua disponibilità a entrare, già da qualche anno, senza che Comune e Provincia (i due enti del consorzio universitario) abbiano però dato corso al cambiamento. Per dimenticanza o altro?
 «Toc, toc...». Ed ecco allora che l’Istituto superiore etnografico a distnaza di anni oggi a bussare alla porta dell’ateneo e a grandi colpi. E lo fa ai massimi livelli, con il presidente dell’Istituto Emilio Asproni e il direttore Paolo Piquereddu.
 Comincia Asproni. «Tengo a precisare - dice il presidente - la nostra totale disponibilità ad entrare nel discorso di un allargamento dell’organismo sia esso consorzio o fondazione, ma con una premessa, che è questa: la nostra iniziativa è quella di un Istituto regionale, che ha sede a Nuoro, e che tale rimane». Insomma, l’Irse con l’ingresso nella stanza dei bottoni non perde di livello, non scade nel localismo, ma entra con tutto il suo peso regionale. Paolo Piquereddu invece parte da lontano. E in poche battute ricorda una cosa importante. «Anche l’Isre come l’università nuorese è nato dalle conclusioni della Commissione parlamentare (Medici) di indagine sul banditismo in Sardegna. In particolare ricordo che fu il professor Giovanni Lilliu allora a seguire sin dalle origini la legge regionale che portò alla nascita dell’Istituto che, sottolineo, è di livello superiore e riconosciuto dallo Stato». Il fatto dunque che si tratti di Istituto superiore, questo la dice lunga anche sul ruolo che potrebbe svolgere, una volta dentro l’università nuorese, non solo nella proposta, ma anche nel campo delle proposte e della stessa ricerca.
 Ancora Emilio Asproni: «E’ da mettere in evidenza inoltre - continua il presidente - che nel nostro Isituto esiste una biblioteca eccezionale, di cui altre università sarde e italiane non dispongono. Poi conta anche su un patrimonio immobiliare di valore enorme sul piano culturale, con sale e ambienti di valore identitario».
 Come dire, l’Irse è ben dotato di una logistica già di livello universitario, che abbinata al futuro Campus, potrebbe contribuire all’eccellenza del posto. E quindi alla sua stessa capacità attrativa.
 «Noi dunque - continua Asproni - oltre che disponibili a entrare nei nuovi organismi allargati, siamo anche pronti a discutere nel merito del progetto di rilancio dell’ateneo nuorese, in vista della Conferenza servizi». D’accordo con lui anche Piquereddu, che esplicita cosa potrebbe significare l’entrare nel merito: «Il nuovo progetto - conferma - - potrebbe prevedere indirizzi e scelte attinenti al nostro campo». Il direttore sottolinea ancora che da diversi anni arrivano all’Istituto etnografico da diverse università italiane richiesta di corsi di formazione per management su Beni culturali. Insomma, molte università italiane, tra queste anche quella della Sapienza di Roma, riconoscono all’Irse la capacità di formare dei «manager culturali e amministrativi» per la gestione di musei e centri di studio e ricerca etnografica. Una capacità questa, che potrebbe essere utilizzata in loco, in modo collegato all’ateno barbaricino, con gli sviluppi “esclusivi” che si possono immaginare. Compreso quello di una vera facoltà di tipo antropologico-etnografico. Oltre all’indirizzo ambientale e di governance, l’ateneo potrebbe contare su quello etnografico, antropologico, e delle tradizioni popolari. Detto questo resta aperto il discorso delle finanze. L’Irse sarebbe disposto a versare, eventualmente, una sua quota? Asproni e Piquereddu non hanno dubbi: «C’è anche questa disponibilità - rispondono - anche perchè in parte già questo facciamo, quando finanziamo ricerche di livello universitario».
Nino Bandinu

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