Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 February 2008
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web

 L’UNIONE SARDA
1 - L’Unione Sarda
Birori. Romano Benevole critico sui corsi a distanza: «Non aiutano lo sviluppo»
UNIVERSITÀ, IL SINDACO SOSTIENE LE POSIZIONI DI SORU
Il sindaco di Birori Romano Benevole si differenzia dai suoi colleghi della provincia e sposa la linea enunciata dal presidente Soru sul futuro dell’università nuorese. Il primo cittadino (ex presidente della Comunità montana e dell’Usl, un passato da direttore generale della Provincia) ha così scritto al governatore motiva la sua posizione con un’analisi dei costi e dei benefici delle attività universitarie decentrate nel territorio, evidenziando una situazione da lui definita insostenibile dal punto di vista economico, finanziario e della qualità dei servizi: «Non è più possibile sostenere un sistema che non offre garanzie di qualità in funzione dello sviluppo della Sardegna centrale - dice Benevole - è evidente che questo modello universitario decentrato, sperimentato negativamente, deve essere abbandonato e sostituito da adeguati sostegni che rafforzino le due Università sarde. Occorre garantire agli studenti provenienti dai Comuni dell’interno il diritto allo studio attraverso tutte le agevolazioni possibili».
Per quel che riguarda la sede nuorese Benevole ricorda ritardi e colpe della politica: «Sono stati vanificati infiniti interventi della Regione, che anni fa destinò infinite risorse per lo sviluppo dei corsi - conclude - la classe politica nuorese dovrebbe ora impegnarsi per attuare un progetto di studi universitari nuovo e autonomo sotto l’aspetto istituzionale, con un percorso inserito organicamente in un obiettivo programmatico e di sviluppo. E quest’iniziativa dovrebbe far parte integrante dell’intesa già siglata da Regione, Provincia e Comune di Nuoro».
MANUELA ARCA
2 - L’Unione Sarda
«NIENTE POLITICA, SOLO CINEMA»
Distante dalle polemiche con la Chiesa, distante dal clima pre-elettorale: «Oggi non vorrei parlare di politica». L’unico appunto che Nanni Moretti si è portato appresso per l’incontro di ieri a Cagliari è riservato ai giornalisti. Colpa loro che hanno «enfatizzato» la notizia che la Conferenza episcopale italiana non ha gradito la scena di sesso con Isabella Ferrari. Colpa loro se oggi qualcuno (in patria e all’estero) ha la sensazione che Caos calmo non sia poi andato così bene al Festival di Berlino: «Non dico tanto ma almeno un premietto ci avrebbe fatto piacere».
L’incontro è interessante. L’aula è stracolma con il pubblico assiepato sulle scale. È lo stesso Moretti a spiegare il motivo del successo dell’incontro organizzato dall’associazione “Cinemania” e dall’ateneo cagliaritano nel polo universitario di “Sa Duchessa” (oggi alle 16 è a Sassari con Antonello Grimaldi nella facoltà di Scienze politiche). «Basta incontrare gente normale invece che fare conferenze stampa con i giornalisti», spiega tra il serio e l’ironico. E invece serio e basta quando dice che nel prossimo film curerà la regia.
Insieme a Grimaldi snocciola Caos calmo : il prima, il durante e il dopo. Un dopo che corrisponde all’oggi in cui la pellicola diretta dal regista sassarese si ritrova testa a testa con Parlami d’amore di Silvio Muccino. E, per il momento, il botteghino dà ragione a quest’ultimo.
«Ho letto il libro di Veronesi e ho subito pensato di interpretare il personaggio di Pietro Paladino», racconta il regista del Caimano . L’unica parte che si è concesso, oltre alla recitazione, è quella di co-sceneggiatore. «Non sono voluto entrare nella produzione e ho fatto male perché il film sta andando molto bene». I due, in perfetta sintonia, parlano del romanzo di Sandro Veronesi da cui è tratto Caos calmo : «Alcuni capitoli hanno caratteristiche esclusivamente letterarie e li abbiamo tagliati. Abbiamo semplificato il libro ma non la storia», sottolinea Moretti. Grimaldi spiega le proprie scelte tecniche: «Ho accorpato molti personaggi e ho utilizzato Nanni come one man show : è presente in tutte le scene tranne due. Il libro è triste, mentre il film ogni tanto riesce a regalare qualche sorriso».
Dalle parole dell’attore-regista romano traspare la difficoltà di inquadrare Caos calmo . Di ricondurlo a un filone che possa piacere al «suo pubblico». Una definizione che per lui non esiste. «Il pubblico in generale ti riserva delle sorprese incredibili - sottolinea Moretti - basti pensare a Into the Wild di Sean Penn: chi l’avrebbe mai immaginato che avrebbe avuto tanto successo?».
Il pubblico lo stuzzica e prova a tiragli fuori «qualcosa di sinistra». Il risultato è scontato: «Berlusconismo e Veltronismo non sono paragonabili per diecimila motivi di ordine culturale, economico, giudiziario e mediatico: il primo parte avvantaggiato perché possiede tre reti tv, radio e giornali». È più interessante parlare di cinema. «La scena di sesso? L’ho voluta secca - interviene Grimaldi - sesso e basta. Senza che ci fosse un minimo accenno di sentimento, oppure di rivedersi per costruire qualcosa. Ecco perché la cosa non è piaciuta ai vescovi».
Se Moretti se la prende con la stampa (ma sarà vero?), Grimaldi castiga la recente legge sul cinema («un fallimento totale») e lancia un messaggio ai colleghi. «Sono l’unico regista sardo a girare film che non parlano di Sardegna. Perché non lo fate anche voi? Farebbe bene a tutti. Pitzianti, Pau, Columbu eccetera: siete andati a vedere Caos calmo ? Vi è piaciuto? Com’è, ditemi com’è...».
EMILIANO FARINA

LA NUOVA SARDEGNA 
3 - La Nuova Sardegna
Pagina 34 – Nazionale
Ma il gruppo consiliare del Pd evita una lacerazione interna spostando il dibattito
UNIVERSITÀ, ZIDDA BOCCIA LA FONDAZIONE DI DERIU
La polemica è esplosa ieri sera in aula Il sindaco: «Nessuno mi ha detto nulla»
Attacco dello Sdi a Teresa Pintori «L’assessore alla Cultura spieghi la posizione assunta in Provincia»
NUORO. Si doveva parlare di una città a misura di bambino, invece in consiglio ancora una volta ha tenuto banco la questione università. O meglio, la proposta di una Fondazione al posto del consorzio, avanzata dal presidente della Provincia, Roberto Deriu, e respinta ieri sia dall’assessore alla Cultura Teresa Pintori che dal sindaco Mario Zidda. Il dualismo tra sindaco e Provincia si ripropone. Ma con il Pd quasi tutto sbilanciato sul nuovo modello proposto da Deriu.
In aula sulla Fondazione è guerra aperta da subito. Il capogruppo Sdi Paola Demuro va all’assalto e chiede spiegazioni all’assessore alla Cultura, Teresa Pintori, che aveva avvallato nei giorni scorsi (e poi smentito) la proposta di Deriu sull’ateneo nuorese. Pintori replica in modo imbarazzato. Quindi a rispondere in termini più articolati, stavolta, è lo stesso sindaco che rifiuta la Fondazione in nome dell’Intesa per superare i corsi universitari tagliati.
«Io non sono intervenuto sulla materia in Provincia e a nessun titolo - informa Mario Zidda - perchè non c’è nessuna formalizzazione di alcuna proposta avanzata al Comune di Nuoro su una Fondazione o un consorzio. C’è stata la presentazione di un’idea di progetto in un incontro convocato tra il presidente della Provincia di Nuoro e quello dell’Ogliastra. A nome del Comune ha partecipato l’assessore alla Cultura». Detto questo Mario Zidda esprime un parere personale: «Ma mi pare - sostiene - che questa non sia oggi la questione essenziale: essenziale invece è andare a un protocollo d’Intesa con la Regione che ridefinisca il ruolo del polo nuorese per arrivare poi a un confronto con il ministero, appena ci sarà un nuovo governo». Il sindaco non esclude su questo una «visione condivisa» dai Comuni e dagli enti territoriali e anche una «eventuale definizione» di un nuovo strumento, «sia Fondazione o Consorzio» poco importa. Ciò che conta per Zidda è considerare la Regione «come alleata» anche perché si andrà presto a varare un «sistema regionale: una Università della Sardegna». Che ha implicita l’idea di un forte raccordo tra i due atenei e Nuoro. Sempre a questo proposito il sindaco ricorda poi l’impegno assunto al recente vertice di Cagliari dall’assessore Mongiu quando ha parlato della città capoluogo come «luogo di università». E anche di due corsi ormai sicuri: quello ambientale e di governance. In vista, tra l’altro, dell’istituzione di «specifiche facoltà». La questione sostanziale, dunque, più che nella Fondazione sta per Zidda «nella conclusione dei corsi (calcellati) e nella riapertura delle iscrizioni per le lauree di primo e secondo livello». Un altro aspetto importante in vista dell’intesa è infine quello del «Campus universitario di Nuoro» per il quale la Regione sarebbe disponibile «a entrare nel merito, finanziariamente». Ultima novità: una summer school. Cioè una scuola estiva, sempre su ambiente e governance per «studenti stranieri» e ancorata alle strutture del futuro Campus universitario.
Dopo la lunga comunicazione del primo cittadino si è tenuta una conferenza volante dei capigruppo durante la quale è stato discusso se aprire o meno il dibattito sul tema.
Ma alla fine si è deciso di rinviare prudentemente il punto, anche per impedire l’uscita di un documento del gruppo del Pd, già quasi pronto, in cui i consiglieri democratici si riconoscevano nella proposta di una Fondazione. E quindi nel nuovo corso targato Deriu. Ma sarebbe stata una spaccatura tutta interna al Pd. Meglio il rinvio.
Alla fine il consiglio comunale è passato a discutere la mozione presentata dal consigliere Lapia sulla città a misura di bambini, giovani e anziani.
Insomma, su una città che ancora non è considerata «a misura d’uomo».


4 - La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Cagliari
INTESA ISTITUZIONALE, OGGI VERTICE IN REGIONE 
Presenti Provincia, Comuni maggiori e Geoparco mancheranno, perché non firmatari, i sindacati 
IGLESIAS. Si terrà questo pomeriggio, alle 15 e 30, a Cagliari, nella sede della presidenza della giunta regionale, l’incontro tra Soru, il presidente della Provincia Gaviano, i sindaci di Carbonia e Iglesias Cherchi e Carta e il presidente del geoparco Pinna, per fare il punto sullo stato di attuazione dell’intesa istituzionale siglata lo scorso 28 giugno. Sarà una riunione tutt’altro che semplice.
 L’incontro era stato sollecitato la scorsa settimana dallo stesso Gaviano nel corso di una assemblea nella quale si erano ricordati i troppi, quasi tutti, punti disattesi dell’accordo, a cominciare dalla istituzione di un tavolo tecnico che dovesse monitorare l’applicazione dell’accordo.
 All’incontro di questo pomeriggio mancheranno i sindacati, perché non firmatarie dell’intesa istituzionale. Del resto Cgil, Cisl e Uil avevano chiesto, insieme alle organizzazioni degli imprenditori un altro e separato incontro a Soru, non per discutere dell’intera vertenza Sulcis-iglesiente, ma di soli tre punti: energia, infrastrutture e bonifiche ambientali. Questa distinzione, incomprensibile ai più, testimonia ancora una votla la difficoltà del territorio a parlare con voce univoca rispetto agli interlocutori istituzionali. E se si marcia divisi, su obiettivi diversi, difficilmente si può poi “colpire” uniti e raggiungere i risultati voluti. Ma si sa che la voglia di visibilità è più forte della esigenza di portare a casa i risultati. Nella riunione di oggi la Provincia cercherà di fare il punto sui temi per i quali i passi avanti sono evidenti e su quelli per cui si è fermi al palo.
 Tra i primi rientrano sicuramente i centri intermodali di Carbonia e Iglesias; la copertura della rete Adsl, (è in corso la gara regionale), l’intervento sulla Carbonia-Villamassargia, dove l’analisi è in corso e il progetto è finanziato; la Portovesme-Villamasargia, dove è stato finanziato lo studio di fattibilità; la riduzione dei tempi di percorrenza della linea ferroviaria per Cagliari; l’intervento di Carloforte isola-ecologica, finanziato dal ministero dell’ambiente; gli incentivi alle giovani coppie per la prima casa, dove il bando regionale è in corso, gli incentivi ai piccoli comuni per l’offerta dei servizi in forma associata e il trasferimento ai patrimoni comunali di beni regionali. Infine le azioni di sostegno all’università del Sulcis-iglesiente e i bandi per le aree minerarie dismesse.
 Sugli altri temi lo stato di attuazione dell’intesa non è a buon punto. E tra questi ci sono i temi “caldi” del sistema industriale di Portovesme, giudicato dal sindacato condizione pregiudiziale e necessaria a qualsiasi scenario di sviluppo. Purtroppo proprio questi temi, quello dell’energia e delle bonifiche, meno quello relativo al porto industriale, non dipendono tanto dalla Regione ma delle scelte di Governo e Unione Europea.
 Pensare che in periodo elettorale si possano risolvere con un tocco di bacchetta magica questioni incancrenite da troppi anni è una pura illusione. O forse può far parte dell’armamentario, certo non modernissimo, con il quale si affrontano proprio le competizioni elettorali.
Giuseppe Centore 
5 - La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
SCOMMESSA: I MEDICI DIVENTANO UMANI 
La Facoltà capofila del progetto nazionale per una nuova sanità
CAGLIARI. La facoltà di Medicina di Cagliari è capofila di un progetto nazionale sull’umanizzazione del rapporto medico-paziente, infermiere-paziente insomma tutte le figure che si occupano della salute delle persone, ma con queste, spesso, non sanno stabilire un dialogo. Problema serissimo se, come spiega il preside di Medicina, Gavino Faa, nel settanta per cento dei casi l’apprezzamento dell’attività di un operatore sanitario per il paziente si gioca quasi interamente «sull’interazione umana». «Nella maggior parte dei casi - commenta il preside - le persone non hanno, e non è certo obbligatorio che ce l’abbiano, la competenza necessaria per valutare l’abilità professionale dell’operatore. Ecco perché abbiamo ritenuto necessario ragionare su questo aspetto delle attività sanitarie sempre trascurato dalle scuole di medicina. La capacità di parlare con un paziente doveva nascere dall’indole personale, altrimenti non era scontato che il giovane medico avrebbe incontrato chi, più esperto di lui, gli trasmettesse l’importanza di un buon dialogo con il malato anche ai fini dell’esito terapeutico».
Dalla scelta di Faa è nato un corso universitario (rivolto agli studenti di Medicina del quarto anno) costruito in collaborazione con la facoltà di Psicologia. Di recente Franco Angeli editore ha pubblicato un libro sull’esperienza cagliaritana scritto dai protagonisti, il ministero ha investito 400 mila euro nel progetto affidato alla facoltà cagliaritana cui partecipano le università Cattolica di Roma, Palermo, Napoli e Padova. Per cominciare al policlinico universitario (e in tutti gli ospedali universitari delle altre facoltà) circolano questionari che, attraverso le risposte, hanno lo scopo di esplorare esperienze, immaginario, pregiudizio, giudizio, paure e aspettative dei pazienti rispetto all’universo sanitario e quindi misurare il grado di interazione nella realtà della corsia. L’umanizzazione ha molte facce e anche molte necessità e per continuare il bagno di umanità che il preside e il suo staff ritiene indispensabili nell’armamentario professionale dell’operatore sanitario, la facoltà ha promosso altre iniziative. Secondo il preside è necessario che la Medicina si misuri con altri linguaggi: filosofico, giuridico, psicologico, sociologico. Un notizia che solletica i conoscitori delle inimicizie culturali tra categorie: è la prima volta che la facoltà di Medicina (di Cagliari e ma non solo) lavora in maniera «strutturata» con quella di Psicologia.
«Ma una grande distanza, anzi, direi di più - continua Faa -, esiste storicamente tra Filosofia e Medicina: l’una considera solo la persona, l’altra soltanto la malattia e i malati, in questa divisione tanto netta, spesso non hanno avuto un posto...». L’autunno scorso gli studenti hanno trovato appassionante il dibattito che si è sviluppato tra un medico legale e un filosofo nel ciclo di film con discussione successiva organizzato ancora dall’infaticabile staff della presidenza di Medicina (Ninetta Serreli e Giuseppe Manca), la traccia era «Bioetica e filosofia in medicina». La prossima fatica ha veramente preso spunto dalla cronaca quotidiana: al corso «Il medico e il sistema giudiziario» pensato per 40 studenti di Medicina (40) e di Giurisprudenza (40), si affronteranno argomenti scottanti. La conflittualità «dovute a errata comunicazione con i malati o i loro parenti», la «consapevolezza delle aspettative del malato allo scopo di non ingenerare in loro false aspettative», «il rapporto malattia-malato con particolare attenzione al consenso informato e alla verità al malato». Anche qui si ripeterà in parte lo schema didattico che ha avuto fortuna nel corso ormai strutturato sul dialogo medico-paziente: due processi per altrettanti casi di malasanità verranno simulati e tutte le figure professionali saranno interpretate dagli studenti delle due facoltà.
 Intanto a marzo comincerà il corso «Vivere meglio con più e meno», dove studenti e specializzandi verranno iniziati ai segreti del management sanitario. Lo scopo: far cadere il muro di incomprensioni tra chi tiene la borsa chiusa e chi la vorrebbe sempre e soltanto aperta.
ALESSANDRA SALLEMI 
6 - La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
La Regione: «Accelerate tutte le pratiche» Il Comune: «Molti problemi sono irrisolti» 
IL BETILE A SANT’ELIA, CONFLITTO ISTITUZIONALE 
Maria Antonietta Mongiu: «Per il museo necessita una variante al nuovo Puc» 
CAGLIARI. La posta in gioco sono il museo Betile e il nuovo campus universitario. La Regione chiede maggiore celerità, il Comune domanda, invece, più coinvolgimento e adeguate compensazioni. Ieri mattina c’è stato un incontro tra il sindaco Emilio Floris e l’assessore regionale Maria Antonietta Mongiu (Cultura). Ultimamente le due istituzioni si sono legate a doppio filo per una serie di importanti iniziative che interessano la città. Al di là della vicenda di Tuvixeddu, su cui Regione e Comume si sono affrontati a suon di carte bollate (con un ko tecnico a favore dell’amministrazione municipale, a cui il tar ha dato ragione), molte altre questioni vedono i due enti locali in un rapporto di collaborazione (più o meno costretto).
 Per il Betile potrebbero arrivare 30 milioni di euro attraverso i finanziamenti per i 150 anni dall’Unità d’Italia. Ma, per averli, occorre che il progetto sia cantierabile. E per il momento non lo è: manca la variante urbanistica.
 Il museo dell’arte nuragica e contemporanea, voluto dal presidente della Regione Renato Soru, si sa dovrebbe sorgere a Sant’Elia. Il progetto di massima è pronto ed è firmato da Zaha Hadid (premio Pritzken, il Nobel dell’architettura, nel 2004), la realizzazione ha un costosiche, a seconda delle stime va dai 60-70 ai 120 milioni di euro. «Da parte nostra la volontà di andare avanti esiste - spiega il sindaco Floris - ma il problema richiede una serie di passaggi che coinvolgono anche la Regione». Per la realizzazione del Betile occorrerà fare un accordo di programma tra la Regione, il Comune e gli altri enti territoriali. «Prima, però - continua il primo cittadino - è necessaria una variante al piano urbanistico». La zona di Sant’Elia dove è stato ipotizzato di costrire il museo è, attualmente, cataloga come “S3”, area per parco giochi e sport, e “S4”, zona per parcheggi. Mentre dovrà essere trasforamta in “G”, spazio per servizi che comprende anche la realizzazione di volumetrie (alberghi, musei ecc.).
 «Ogni volta che viene fatta una variante occorre considerare anche gli standard dell’area e fare in modo che vengano rispettati». In geneale il piano regolatore prevede che in ogni zona urbana vi sia anche un certo numero di metri quadrati dedicati ai parcheggi, al verde (i così detti “standard”). Se con una variante questi vengono meno, bisogna recuperarli. «Nella zona di Sant’Elia molti territori sono della Regione - sottolinea Emilio Floris - e una parte di questi potrebbero diventare zone di compensazione: per rispettare gli standard». Ma per fare questo anche il governo dell’isola deve essere d’accordo in quanto significa che il controllo di quelle aree passa, di fatto, al Municipio. «Poi c’è anche il discorso dei finanziamenti - riprende il primo cittadino - non mi sembra che i trenta milioni ipotizzati siano sufficienti. Per un’opera come il Betile occorre un piano preciso e devono esserci fondi aggiuntivi. Non vorrei che, alla fine, si tolgano finanziamenti a Cagliari, alla Pinacoteca o agli altri centri, per incanalarli nel nuovo museo».
 Per il campus universitario, che dovrà sorgere nell’ex semoleria e che è previsto ospiti attorno ai millecinquecento studenti, il discorso è analogo. «In quell’area - spiega il sindaco - vi sono anche proprietà del Comune. E pur volendo, gli immobili non si possono regalare alla Regione, altrimenti si incorre nei rigori della Corte dei conti, occorre quindi una compensazione». Il dialogo Regione-Comune c’è, ma per il momento assomiglia a quello fra due separati in casa.
di Roberto Paracchini 
7 - La Nuova Sardegna
Pagina 37 - Cultura e Spettacoli
Vattimo: «Ma invitare Israele è una provocazione» 
TORINO, DOCENTI IN PIAZZA: «NON BOICOTTATE LA FIERA» 
TORINO. Docenti vestiti con la bandiera israeliana per «non boicottare la Fiera del Libro»: è l’ iniziativa di Daniela Santus e Ugo Volli ieri mattina nell’atrio di Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche dell’Università di Torino. A pochi metri, nello stesso atrio, gli studenti del Collettivo universitario autonomo hanno steso uno striscione con la scritta «Palestina libera e indipendente». «In questi giorni - spiegano i due docenti - si stanno alzando voci che chiedono il boicottaggio della Fiera del libro di Torino che avrà Israele come paese ospite».
 Ribattono gli studenti del Collettivo: «Questi professori rappresentano soltanto se stessi. Volli e Santus si devono mettere in testa che da qui alla Fiera del libro faremo una miriade di iniziative contro la scelta della Fiera».
 Al termine del volantinaggio dei professori Santus e Volli pro Israele il docente di Filosofia Gianni Vattimo, si è presentato nell’atrio indossando una bandiera palestinese. «Essere contro il governo di Israele non significa essere antisemiti - ha spiegato - ma invitare Israele come paese ospite alla Fiera del libro è stato un atto provocatorio. Israele è un paese in guerra, invitarlo vuol dire stare dalla sua parte».
 Intanto il rettore dell’Università di Torino, Ezio Pelizzetti, ha detto no agli studenti del Collettivo Autonomo che oggi gli hanno chiesto di interrompere i rapporti con lo Stato di Israele. Il rettore ha anche difeso la scelta di presidiare con un ingente spiegamento di forze dell’ordine l’atrio di Palazzo Nuovo. Ha confermato, infine, la presenza dell’ateneo alla Fiera del Libro. «Ho il dovere - ha detto Pelizzetti - di garantire la sicurezza di tutti. Ho la responsabilità di 82 mila persone». Agli studenti che definivano «provocatoria» l’iniziativa dei due docenti, Ugo Volli e Daniela Santus che in mattinata hanno distribuito volantini pro-Isreale, il rettore ha risposto che «tutti hanno il diritto di esprimere le proprie opinioni».
 «Quella del sindaco di Torino è stata una posizione morale, prima che politica, molto solida. Per questo l’ho ringraziato». Lo ha detto Gideon Meir, ambasciatore di Israele, durante l’incontro col sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, a Palazzo Civico.
8 - La Nuova Sardegna
UNIVERSITÀ
Oggi laurea honoris causa
Stasera alle 18,15 nell’aula magna dell’Università sarà conferita la laurea honoris causa in archeologia a M’Hamed H. Fantar, senatore della Repubblica tunisina, professore di storia e religione all’università El Manar di Tunisi. Dopo l’introduzione del rettore Alessandro Maida, l’illustrazione del preside della facoltà di Lettere e filosofia, Aldo Morace, e la presentazione del candidato da parte di Piero Bartoloni, docente di Archeologia fenicio-punica, il professor Fantar terrà una lectio doctoralis su “Carthage et la Sardaigne”.

 
 

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