Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
21 February 2008

Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnaliamo 12 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda,  La Nuova Sardegna e Il Sardegna.

 
IN EVIDENZA
“Il vincolo era legittimo”: dopo i professori sassaresi, anche tra i i docenti dell’università di Cagliari c’è chi si schiera contro la sentenza del Tar sul caso di Tuvixeddu. Tra gli argomenti in primo piano ancora la questione dell’università a Nuoro, in rassegna un articolo sulle agitazioni studentesche e l’intervento di Fabio Carboni intitolato “L’esperienza nuorese è al capolinea”. A Sassari rientra il trasferimento alla Asl di quattro dottoresse del reparto universitario di chirurgia plastica.
 
 
01 - Sassari. Tasse a sorpresa per gli studenti universitari
02 - Chirurgia plastica: rientro camici alle cliniche universitarie
03 - Schermi memoria. A Sassari rassegna della facoltà di Lettere
04 - Nuoro, studenti universitari in agitazione
05 - Fabio Carboni: "L’esperienza nuorese è al capolinea"
06 - Tuvixeddu, appello firmato da professori dell’ateneo di Cagliari
07 - Sassari. Master per futuri manager degli ospedali
08 - Valledoria. Premio Unicef "Infanzia negata" agli studenti
09 - Chirurgia plastica: "Le dottoresse torneranno subito in reparto"
10 - Sassari. Laurea honoris causa a Mario Consorte
11 - Scienze Formazione: Moretti in sala per vedere il suo film
12 - Tuvixeddu. Dopo Sassari si mobilitano anche i docenti cagliaritani 
 


   
L’UNIONE SARDA 
 

 

1 - L’Unione Sarda
Provincia di Sassari - Pagina 48
Sassari. L’ammontare si conosce solo al momento del pagamento in cassa
TASSE A SORPRESA PER GLI STUDENTI UNIVERSITARI
Tasse a sorpresa per gli studenti dell’Università di Sassari. Per gli iscritti all’Ateneo sassarese è impossibile sapere in anticipo quanti soldi versare nelle casse dell’università: l’ammontare della gabella si può conoscere solamente allo sportello bancario, al momento del versamento.
Tutta colpa della funzione Bertotto, o meglio del totale riserbo con cui viene applicata. La funzione Bertotto (dal nome dello studente che la ha elaborata) doveva essere una semplice formuletta matematica per calcolare l’ammontare delle tasse universitarie e semplificare la vita agli studenti. Invece sta rendendo tutto più complicato. Sì, perché quella funzione inventata e voluta a tutti i costi proprio dagli studenti per rendere più equo il compito delle tasse (ha mandato in pensione le fasce di reddito), è diventata un mistero. Quasi un segreto di Ateneo. «È un sistema che rende più democratica l’imposizione delle tasse, le riduce per i redditi più alti e consentirà, dall’anno prossimo, premialità per i più meritevoli», spiega Simone Campus, rappresentante degli studenti presso l’Ersu. «Purtroppo questo importante risultato rischia di essere messo in ombra dall’amministrazione universitaria», denuncia Campus in una lettera inviata direttamente al rettore, chiedendo una soluzione immediata.
«Il problema è che non è dato sapere agli studenti quanto dovranno pagare, poiché non sono noti gli strumenti di calcolo delle nuove tasse. A fronte delle nuove regole, infatti, nessuno è in grado di calcolare da solo l’importo dovuto. Gli studenti si trovano direttamente in banca a pagare a scatola chiusa e stanno affollando gli uffici dell’amministrazione per le verifiche di rito». Il riserbo sul metodo di calcolo delle tasse sarebbe in netto contrasto con quanto stabilito a suo tempo dalla Commissione tasse dell’ateneo sassarese, che approvando l’utilizzo della "funzione Bertotto", aveva chiaramente indicato la necessità di pubblicizzare al massimo il nuovo metodo, così da renderlo comprensibile a tutti.
V. G. 
 
2 - L’Unione Sarda
Provincia di Sassari - Pagina 48
Sassari. Dopo la denuncia
Chirurgia plastica: il rientro dei camici alle cliniche universitarie
Definita la collocazione dei quattro chirurghi plastici ospedalieri presso la cattedra di Chirurgia plastica dell’Azienda mista di Sassari, dove dovranno prendere immediato servizio. Le perplessità nascevano dal trasferimento dei quattro medici ospedalieri alla struttura della Cattedra di chirurgia plastica, mancando tuttavia le assicurazioni sulla certezza del provvedimento, tanto che vi era il sospetto della carenza della copertura assicurativa in caso di passaggio all’Azienda ospedaliera universitaria.
I vertici dell’Azienda sanitaria n. 1 e dell’azienda ospedaliera universitaria, con una nota inviata alle dottoresse Maria Alma Posadinu, Enrica Pancrazi, Emanuela Sanna e Germana Angela Sini, assicurano la loro collocazione definitiva presso l’unità operativa di chirurgia plastica dell’Azienda mista, con la certezza della dovuta copertura assicurativa. Allo strano passaggio dei quattro chirurghi aveva fatto seguito, fra l’altro, la lamentela del direttore della Cattedra di chirurgia plastica sulla riduzione delle attività ambulatoriali.
Con la stessa nota, perciò, le due aziende invitano il direttore della Cattedra di chirurgia plastica «a predisporre i relativi turni di servizio; mentre i quattro medici dovranno continuare a «garantire i turni di reperibilità anche presso il centro delle Grandi ustioni per tutto il periodo concordato per la loro sostituzione».
Il trasloco dei camici bianchi da una struttura ad un’altra, rappresentava un indebolimento della funzionalità di un reparto altamente significativo per la sanità sassarese.
Allo stato attuale, infatti, pur con tutte le assicurazione date dalle due aziende, non tutto viene chiarito nella vicenda: il passaggio delle quattro dottoresse pur ufficializzato dai responsabili al vertice dei due enti, lascia ancora qualche dubbio sulla concretezza della loro collocazione.
«Ciò che è attualmente in discussione tra le due aziende - si sostiene nella nota inviata ai quattro medici - è la modalità di assegnazione della quattro unità mediche alla Cattedra di cardiologia, se ciò dovrà avvenire per conferimento diretto o per mobilità». Il centro Ustioni di Sassari rappresenta un riferimento regionale. Dovrà essere perciò l’assessorato regionale a definire la dotazione organica del Centro ustioni dell’Asl e della Cattedra di chirurgia plastica dell’Azienda ospedaliero-universitaria.
Giuseppe Florenzano 
  
3 - L’Unione Sarda
Spettacoli e Società - Pagina 59
Sassari, rassegna Schermi memoria
Via alla rassegna “Schermi della memoria. Sguardi sull’Italia del dopoguerra dalla Resistenza agli anni del boom”. Una serie di proiezioni, spettacoli, discussioni organizzata dall’Ersu di Sassari e dalla facoltà di Lettere dell’Università di Sassari, in collaborazione con l’Umanitaria di Alghero e l’Istituto sardo per la storia della Resistenza e dell’Autonomia. Da oggi al 15 maggio. Apertura stasera (ore 21, ingresso libero) al Quattro Colonne di Sassari col film “Roma città aperta” (foto) di Roberto Rossellini.   
    

  
LA NUOVA SARDEGNA 
  
4 - La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Nuoro
Sul fronte politico continua la polemica sulla Fondazione 
UNIVERSITÀ, GLI STUDENTI IN AGITAZIONE 
I giovani chiedono chiarezza a Mistretta su corsi, servizi ed esami 
Nuoro. Università, lo stato di agitazione continua. Gli universitari nuoresi anche oggi hanno presidiato le postazioni sul fronte degli esami in attesa di schiarite da parte dell’ateneo di Cagliari e, in particolare, da parte del rettore Mistretta. Insomma, mentre i politici studiano le nuove formule di gestione (Fondazione e altro) gli studenti difendono ancora l’esistente.
La battaglia continua su due fronti: quello degli studenti universitari che chiedono il ripristino dei corsi tagliati insieme a tutti i servizi e quello politico istituzionale. Anche ieri mattina gli universitari presiadavano la sede dell’ateneo barbaricino e promuovevano assemblee e incontri continui con il presidente del Consorzio, Sergio Russo. I giovani insomma seguono da vicino l’evolversi del quadro generale sempre attenti alle novità che possono interessare lo status della loro università entrata a rischio.
Sul fronte politico invece esplode la polemica sulla questione della nuova gestione dell’ateneo e in particolare sulla formula della “Fondazione” proposta dal presidente della Provincia di Nuoro, Roberto Deriu, e accolta positivamente da diversi Comuni e da tanti altri soggetti. Stando alle ultime tensioni all’interno della giunta comunale di Nuoro e alla recente autosmentita dell’assessore vicina al sindaco, Teresa Pintori (prima favorevole alla Fondazione e poi piuttosto critica) si capisce che intorno alla proposta di deriu non c’è consenso unanime. Quantomeno non c’è ancora il consenso del primo cittadino di Nuoro, ente consortile di valore paritario con quello della Provincia. Il nodo dunque è ancora tutto da sciogliere. Intanto arriva anche qualche dissenso dal fronte dei sindaci del territorio. In una lettera aperta indirizzata al presidente della Regione, Renato Soru, il primo cittadino di Biriori, Romano Benevole, dice di «condividere pienamente» la posizione del governatore. Per Banevole infatti basta una «semplice analisi dei costi e dei benefici delle attività universitarie decentrate nel territorio regionale per evidenziare una situazione insostenibile sul piano economico, finanziario e della qualità dei servizi». Pertanto risulta chiaro che il «modello sperimentato» deve essere abbandonato e sostituito con «adeguati sostegni» che rafforzino le «due università sarde».(n.b.) 
 
5 - La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Nuoro
Corsi scientifici e rapporti con l’industria per rifondare l’università 
L’ESPERIENZA NUORESE È AL CAPOLINEA
servono uno sforzo straordinario e uno stile diverso 
Uno spettacolo discutibilmente costruttivo è andato in scena al teatro Eliseo. Titolo: “Università: siamo al solito piagnisteo nuorese - Idee poche, pessime e confuse - Regione pensaci tu”.
Insomma la storia è quella di sempre: una situazione dell’università giunta al capolinea e che una ottusa e miope classe dirigente, priva di fantasia e della capacità di progettare, pur consapevole si ostina a non riconoscere. Sotto vi è il solito alitare propagandistico che ha come bersaglio la solita Regione, il cui costume è indossato oggi da Soru e ieri da altri.
Tenterò di gettare un sasso nello stagno su questo tema, in particolare sullo stretto legame che potrebbe innescarsi tra la presenza di imprese industriali multinazionali e un sistema universitario/ricerca centrato su materie e studi di forte valenza scientifica non altrove sfruttati quali la matematica, la fisica, la chimica, le scienze naturali, che costituiscono la base per lo sviluppo e la diffusione della cultura tecnologica.
Valore che l’Italia ha abbandonato e perso, contrariamente a comunità più accorte: Finlandia, Svezia, Spagna, Cina, che lo hanno invece rafforzato proprio nel periodo di congiuntura negativa. Capitalizzando oggi i benefici di scelte coraggiose. Altra gente ed altra classe dirigente.
Mi rendo conto che dopo il teatrino propagandistico dell’Eliseo la suddetta affermazione rischia di essere paradossale. Non ha la forza di vincere una emergenza: quella del Consorzio universitario nuorese. Ma che cosa ha prodotto la deriva universitaria intrapresa a Nuoro da oltre 10 anni?
Le dichiarazioni programmatiche dell’attuale giunta regionale a proposito della ricerca applicata, affermano che “occorre prevedere un programma di finanziamenti per progetti presentati da aziende che chiedono di essere affiancate o servite da ricercatori su specifiche linee di ricerca e sviluppo tecnologico. Le imprese devono essere aiutate a individuare i partner scientifici e le piattaforme tecnologiche su cui fare riferimento nel contesto degli enti di ricerca sardi”. Finora Soru è stato conseguente e coerente con le sue dichiarazioni programmatiche.
Sul territorio operano il Consorzio studi universitari e una scuola di alta formazione: l’Ailun. Soggetti entrambi slegati strutturalmente dalla realtà industriale locale e della economia della provincia, ai quali va assegnata una nuova mission: quella di integrarsi nel sistema universitario sardo e trasformarsi in centri ricerche stabilmente presenti sul territorio, stabilmente collegati all’industria locale, funzionali allo sviluppo tecnologico degli impianti e dei prodotti industriali, collegati alle università ed alla rete dei centri di ricerca nazionali e mondiali.
Con una buona dose di responsabilità, l’assessore Mongiu e lo stesso governatore hanno affermato di volere aprire un tavolo tecnico per la soluzione dell’emergenza. A quel tavolo non dovrà mancare anche una proposta di medio-lungo periodo. Ecco alcuni focus-topic sui quali costruire gli elementi di coerenza interna.
1) Diffusione della cultura tecnologica all’interno delle scuole superiori di Nuoro e provincia. Vi invito a visitare la pagina internet seguente: http://www.pubblica.istruzione.it/argomenti/gst/allegati/conferenza-stampa271107.pdf.
2) Verificare la fattibilità, in un tempo ragionevole dello spostamento a Nuoro, da Cagliari e Sassari, delle facoltà scientifiche (Matematica, Fisica, Chimica, Scienze naturali, ecc.), ove il numero di iscritti è compatibile con una piccola città.
3) Consolidare la presenza di soggetti industrialmente rilevanti nel territorio, attraverso un allargamento degli interessi non solo al campo della produzione, ma anche a quello delle applicazioni di risultati della ricerca.
4) Creazione di un organismo di orientamento strategico di cui facciano parte non solo i promotori “politico-istituzionali”, ma anche partner finanziari ed industriali interessati a sviluppare linee di ricerca finalizzata alla brevettazione, soggetti che ovviamente sono da individuare e che potrebbero contribuire non poco alla veicolazione di risorse finanziarie.
La realizzazione di queste azioni prevede uno sforzo straordinario, un colpo di reni, che il territorio deve pretendere da se stesso e dai suoi rappresentanti, con uno stile diverso dal passato.
Fabio Carboni
Componente del comitato tecnico di gestione del Consorzio 21 (oggi Sardegna Ricerche) dal 1998 al 2001 
 
6 - La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Fatto del giorno
APPELLO PER TUVIXEDDU 
La collina dei Fenici patrimonio archeologico che merita di essere tutelato 
Docenti universitari a sostegno della Commissione regionale
Il sito fenicio-punico ha un rilevante interesse pubblico 
All’indomani della sentenza del Tar Sardegna che ha annullato la dichiarazione di notevole interesse pubblico della collina di Tuvixeddu in Cagliari, i sottoscritti professori e ricercatori dell’Università di Sassari, intendono ribadire il proprio impegno a favore della tutela del patrimonio archeologico, storico e monumentale di un luogo che ha conservato una delle più grandi necropoli puniche e romane del Mediterraneo nonostante le devastazioni degli anni ‘60.
Il colle di Tuvixeddu-Tuvumannu-Is Mirrionis rappresenta un elemento di fondamentale importanza per il paesaggio storico di Karalis, se veramente la percezione paesaggistica originaria del “luogo” è legata al “sistema dei colli”, a tal segno da essere generatrice del nome stesso di Cagliari, in età preistorica o protostorica.
Il perno paesaggistico-culturale dell’area sottoposta dalla Regione sarda a dichiarazione di notevole interesse pubblico è costituita essenzialmente da Tuvixeddu, sede di una vastissima necropoli connessa all’insediamento urbano di Krly esteso sulla costa orientale della laguna di Santa Gilla e sede al piede occidentale di una necropoli romana monumentale, disposta su terrazze e gravitante sulla sezione finale della via a Turre Karales.
Con tutta evidenza appaiono insufficienti i vincoli archeologici finora definiti, a partire dal 1962 quando fu vincolata un’area di poco superiore ad un ettaro di superficie; tale ambito fu poi esteso a dodici ettari nel 1996, mentre l’opportuna decisione della Commissione provinciale per la tutela delle Bellezze naturali della provincia di Cagliari adottata nel 1997 non arrivò a definire la normativa sulle singole aree del vasto complesso areale vincolato, esteso tra Viale Sant’ Avendrace, Via Is Maglias, Piazza d’ Armi, Via Vittorio Veneto, Viale Trento.
Nel rispetto dovuto a tutte le sentenze della magistratura, i sottoscritti intendono esprimere una totale condivisione delle motivazioni in primis etiche, ma anche scientifiche che hanno guidato la Commissione regionale prevista dall’articolo 137 del decreto legislativo 22 Gennaio 2004, numero 42, competente a svolgere il compito di suggerire proposte in riferimento alla Dichiarazione di notevole interesse pubblico degli immobili e delle aree.
Tale Commissione è stata costituita dalla giunta regionale alla fine del 2006, chiamando a farne parte personalità di alto rilievo scientifico, dotate di un adeguato curriculum per poter partecipare alla formulazione di proposte per la Dichiarazione di notevole interesse pubblico di Beni paesaggistici.
A sostegno del lavoro scientifico portato avanti dalla Commissione hanno speso la propria parola e il proprio impegno studiosi di altissima caratura che hanno trovato una significativa sintonia con l’intera comunità scientifica.
I sottoscritti intendono unire la propria voce a quella dei molti che difendono un patrimonio paesaggistico e culturale di straordinario valore e si preoccupano soprattutto per il possibile sviluppo di iniziative imprenditoriali nelle aree più delicate e più significative sul piano identitario, accanto al degrado del patrimonio archeologico.
Piero Bartoloni, professore ordinario di Archeologia fenicia e punica Antonello Mattone, direttore del Dipartimento di storia Marco Milanese, professore ordinario di Archeologia medievale Alberto Moravetti, professore ordinario di preistoria e protostoria Aldo Maria Morace, preside della facoltà di Lettere e Filosofia.
Hanno aderito: Giuliana Altea, Donatella Carboni, Luciano Cicu, Filippo Dettori, M. Francesca Dettori, Giuseppina Fois, Sebastiano Ghisu, Giuseppina Manca, Marco Manotta, Attilio Mastino, Carmelo Meazza, Giuseppe Mele, Giuseppe Meloni, Alberto Merler, Alberto M. Mura, Maria Lucia Piga, Giovanna Pintus, Marco Rendeli, Paola Ruggeri, Giuseppe Serpillo, Gianfranco Sias, Fausto Telleri, Arcangelo Uccula, Andrea Vargiu, Barbara Wilkens 
 
7 - La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
Brevi
Master. Futuri manager per gli ospedali
Le facoltà di Economia e di Medicina e Chirurgia dell’Università di Sassari organizzano la prima edizione del Ma.Di.S.S., master universitario di secondo livello in direzione delle strutture sanitarie. Il master trova la sua principale motivazione nell’offrire delle risposte efficaci alla crescente domanda di alta formazione manageriale che proviene dalle strutture sanitarie, per migliorarne il funzionamento e la capacità di raggiungere la propria missione di promozione e tutela della salute.
I principi e le tecniche di management vengono infatti riferite alle rilevanti specificità delle strutture sanitarie. Il master sarà concentrato nel periodo fra aprile e dicembre del 2008, il venerdì ed il sabato, con una pausa estiva, e si avvarrà della collaborazione di docenti universitari italiani e stranieri. L’iniziativa è riservata a 30 allievi. Le domande per l’adesione devono essere presentate entro il 7 marzo 2008. Per ulteriori informazioni si può consultare il sito http://www.ammin.uniss.it/scuole-specializzazione/master.php. (f.f.) 
 
8 - La Nuova Sardegna
Pagina 31 - Sassari
Per il lavoro svolto a Valledoria 
«Infanzia negata», l’Unicef premia gli studenti 
Valledoria. In occasione dell’inaugurazione del corso universitario multidisciplinare di Educazione allo sviluppo: “Infanzia negata”, organizzato dall’Unicef e dall’Università di Sassari, una delegazione di studenti dell’Istituto Comprensivo di Valledoria ha ricevuto il premio: “Scuola amica dell’Unicef”. Alla cerimonia di consegna del titolo (avvenuta nell’aula magna dell’Università di Sassari) gli studenti erano accompagnati dal consigliere comunale Maria Milia, che coadiuva l’assessorato alla Pubblica istruzione, e ha la delega per occuparsi in maniera particolare dei diritti dell’infanzia. Giacomo Guerrera, dell’Unicef Italia ha consegnato il premio agli studenti di Valledoria che sono impegnati nel progetto denominato “La Valle dei bambini” realizzato in collaborazione tra l’Unicef, l’Istituto comprensivo e il Comune. Il progetto, che si è aperto con una campagna di sensibilizzazione nelle scuole per rendere concreta la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, terminerà con l’elezione del consiglio comunale dei ragazzi.
Giulio Favini 
 
9 - La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Sassari
I problemi della sanità 
SALVATAGGIO PER CHIRURGIA PLASTICA 
Asl: «Le quattro dottoresse torneranno subito in reparto» 
Sassari. Si è risolto improvvisamente ieri, con l’invio di un fax chiarificatore, il problema che da mesi attanagliava la Chirurgia plastica, e che rischiava di bloccarne del tutto l’attività. La direzione sanitaria della Asl e quella dell’azienda mista, infatti, hanno scritto al direttore dell’unità universitaria Nanni Campus e alle quattro dottoresse che erano state destinate in esclusiva al Centro Ustioni dell’ospedale civile.
Nel fax è specificato che i quattro medici ospedalieri «prenderanno servizio immediato presso la Cattedra di Chirurgia plastica dell’azienda ospedaliero universitaria».
Cioè ritorneranno dov’erano prima che venisse istituita l’azienda mista e che chirurgia plastica venisse separata dal Centro Ustioni. In seguito a quella operazione le dottoresse che lavoravano prevalentemente in chirurgia plastica erano state trasferite d’ufficio all’ospedale civile lasciando di fatto sguarnito il reparto delle cliniche che non avrebbe più potuto reggere il carico di lavoro. Un danno grave per le migliaia di pazienti che alla struttura si rivolgono da tutto il Nord Sardegna.
La nota delle due aziende ha fatto seguito a quella del direttore della cattedra di Chirurgia plastica, con la quale si comunicava la riduzione delle attività ambulatoriali del servizio. Le infermiere erano già state incaricate di comunicare ai pazienti che non sarebbero stati più presi nuovi appuntamenti.
Le due aziende inoltre hanno anche invitato il direttore della Clinica di viale San Pietro «a predisporre i relativi turni di servizio, concordando che i quattro medici continueranno a garantire i turni di reperibilità anche presso il Centro Ustioni e con la dovuta copertura assicurativa».
Secondo quanto chiarito dalle aziende il problema è nato perchè le amministrazioni sono in attesa di stabilire le modalità di assegnazione delle quattro unità mediche alla Chirurgia plastica, o per conferimento diretto o per mobilità. Il Centro Ustioni di Sassari infatti rappresenta un centro di riferimento regionale. «In attesa quindi che l’assessorato regionale alla Sanità definisca la dotazione organica del Centro Ustioni dell’Asl e della Cattedra di Chirurgia plastica dell’Aou, la Asl deve mettere insieme la funzionalità della struttura del quinto piano del “SS. Annunziata” con le legittime aspettative dei medici, nell’interesse più generale della salute dei cittadini». (g.g.) 
 
10 - La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Sardegna
Premiato Consorte
UNA LAUREA PER IL PRINCIPE DEI VINI SARDI 
L’uomo che ha cambiato i vini sardi 
Dall’università di Sassari laurea honoris causa a Mario Consorte 
Dalle trasformazioni nelle tenute algheresi alle acquisizioni all’estero 
Sassari. Domani alle 17 la Facoltà di Agraria dell’Università di Sassari conferirà la laurea honoris causa in «Produzioni vegetali e difesa in ambiente mediterraneo» a Mario Consorte, uno dei padri dell’enologia moderna. La solenne cerimonia, che si svolgerà nell’Aula magna, in piazza Università, verrà introdotta dal magnifico rettore, Sandro Maida, e dal preside di Agraria, Pietro Luciano.
La lectio doctoralis del laureando avrà per tema «La viticultura della Sardegna tra le produzioni del nuovo mondo, le tentazioni del mercato globalizzato, i valori e le resistenze della tradizione». Un tema complesso e articolato che spazia dalla storia all’economia, dalle tendenze del mercato alle sfide che giorno dopo giorno devono affrontare i vini sardi per trovare una adeguata collocazione in un mondo affollato di concorrenti agguerriti e spregiudicati.
Mario Consorte, amministratore delegato della Sella&Mosca, a lungo presidente nazionale dell’Associazione Enologi ed Enotecnici, è veneto di nascita ma ormai sardo d’adozione. Il suo nome è strettamente legato alle vicende che hanno segnato l’evoluzione della azienda dei Piani di Alghero per la quale lavora da quasi mezzo secolo. Un’opera competente e appassionato, quella di Consorte, che ha introdotto un modello rigoroso nel lavoro che ha prodotto effetti positivi non solo in Sella & Mosca ma (e questo è un riconoscimento che arriva unanimemente da tutto il mondo del vino) per tutta il comparto enologico.
Tanto che non riusciamo a immaginare una storia del vino sardo degli ultimi decenni senza Consorte.
E’ stato il tecnico di origine trevigiana a tracciare il percorso che, per molti aspetti, ha segnato l’evoluzione della moderna viticoltura ed enologia, con grandi intuizioni e soprattutto con l’equilibrio che deve possedere chi progetta nuovi vini con un occhio alla tradizione e uno all’innovazione. Ma anche senza perdere di vista le bizze e le tendenze del mercato.
A Mario Consorte, uomo di rigore calvinista ma di temperamento mediterraneo, si può applicare la formula a suo tempo usata per definire la politica di Enrico Berlinguer: metà rivoluzionario e metà conservatore. Enologo di larghe vedute disposto a puntare su vitigni internazionali acclimatati in Sardegna, ma anche uomo capace di difendere a oltranza un vitigno capriccioso e difficile da lavorare, come il Torbato, arrivato dalla Spagna e affermatosi nel sud della Francia ma prodotto, nell’area mediterranea, ormai quasi esclusivamente alla Sella & Mosca.
E che dire della ostinata determinazione a volere vini come l’Anghelu Ruju, le cui uve vengono essicate in artigianali cannicci esposti al sole al mattino e ritirati in cantina la sera, con una passione che qualche hezbollah bocconiano potrebbe trovare antieconomica?
Ma Consorte sa bene come si conduce un’azienda agraria e sa che i criteri adottati in campagna, talvolta, sono differenti da quelli con i quali si dirige un’impresa hi-tech. Sa che un vino prima di tutto si fa in vigna ma prima di arrivare in campagna occorre una minuziosa pianificazione che può richiedere 6-7 anni prima che si possa immettere sul mercato la nuova etichetta. E una volta che si segue la lavorazione tra i filari si sa che bisogna trattare con uomini in carne e ossa. Non ci sono i robot o anonimi lavoratori di mondi lontani: solo vignaioli che per fare bene il loro lavoro hanno bisogno di perizia nelle potature ma anche di tutte le gratificazioni che vengono dal rapporto umano diretto con chi li guida.
Altrimenti, nonostante l’altissimo apporto tecnico che può venire dalle moderne tecnologie di cantina, sarebbe difficile riuscire a mantenere altissimi standard di produzione per una gamma assai vasta di vini diversi tra loro: dal dolce nasco del Monteluce all’elegante complessità del Medeus, fino alla declinazione in chiave sarda del Cabernet Sauvignon. E tutti sanno che Consorte ha fatto di quel vino dal nome francese ne ha fatto quel capolavoro che ha ipnotizzato la severa giuria internazionale dell’Wine London Challenge che all’assaggio lo confuse con un Supertuscan.
Senza trascurare i mai troppo lodati sauvignon (il bianco austero delle Arenarie) e il possente cannonau per arrivare al nobile uvaggio di torbato e sauvignon del Parallelo 41 (uno degli eloquenti segni di maturità e innovazione dell’enologia sarda). Senza trascurare il vermentino di Sardegna e quello di Gallura docg (nel Monteoro).
Ed proprio nei bianchi, riconosceranno gli storici dell’enologia, Mario Consorte ha saputo dare una svolta decisa all’enologia nazionale. E’ stata l’azienda di Alghero a cavallo degli anni Sessanta e Settanta a svecchiare le produzioni del comparto, passando da bianchi pesanti, ossidati, color oro a vini leggeri, fruttati, armonici e di buona acidità. Vini da usare come aperitivi, ideali compagni per i piatti di pesce apprezzati anche da coloro che non amano i vini.
Quella, però, non fu solo una svolta enologica, fu anche una straordinaria intuizione sulla imminente evoluzione dei costumi e dell’industria turistica. Ricordate? Siamo negli anni della nascita della Costa Smeralda. Si afferma un nuovo modo di fare le vacanze al mare fatta in maniera diversa: non più famigliole in ferie con la Seicento e pasti consumati nella pensioncina al mare a base di minestrina e pollo alla diavola. Siamo nel boom degli spaghetti alle vongole e delle spigole in forno da consumare nei ristoranti alla moda. Intanto al bar tramonta il consumo di vermouth e Punt e Mes e si afferma quello del vino.
I tempi sono maturi per il Vermentino messo a punto da Consorte, ben presto imitato dal Galestro dei toscani e dai vini galluresi. Cambiano le tecniche di cantina ma anche quelle in vigna, non più raccolta indifferenziata delle uve, ma selezione accurata e anticipata. Si cercano profumi freschi, non alti gradi alcolici. Calano le produzioni per ettaro mentre l’alberello cede il passo al guyot e alla spalliera.
Ma Consorte è anche l’enologo che ha creato dei rossi memorabili. E’ stato il primo a togliere la «berritta» al Cannonau, grazie a un azzeccato matrimonio del più famoso vino sardo con il Cabernet Sauvignon facendo un vino (il Tanca Farrà) che ha avvicinato la Sardegna al resto del mondo e i consumatori internazionali al vino sardo.
 Poi (siamo nel 1989) ecco un’altra scommessa vinta dall’enologia sarda: stavolta è il Cabernet Sauvignon in purezza a misurarsi con bottiglie che hanno i nomi dei casati celebri o che portano le firme dei guru dell’enologia nazionale e internazionale. Da allora non c’è manifestazione importante dove non ci sia il Marchese di Villamarina a rappresentare al meglio l’enologia sarda (insieme al Turriga degli Argiolas e al Terre Brune di Santadi). Poi arriva un altro cavallo di razza firmato Consorte: Medeus, formidabile uvaggio congegnato con due uve autoctone (Cannonau e Carignano) in sensuale abbraccio con due uve internazionali (Merlot e Cabernet Sauvignon). Un vino che parla la lingua degli enofili internazionali ma anche quella dei consumatori amanti della più nobile tradizione isolana.
L’attività di Consorte ha contribuito notevolmente a far capire alle aziende sarde i problemi della vitivinicoltura sarda ed italiana. L’uomo della Sella&Mosca ha incarichi nelle organizzazioni nazionali del vino e viaggia molto: Francia, Gran Bretagna, Canada, Cina, Sudamerica. Acquisisce una esperienza che scambia con i colleghi delle altre aziende. Gli operatori convinti di stare in un’isola felice ben presto comprendono che nel futiro dell’enologia sarda pesa come una montagna la progressiva riduzione della superficie vitata isolana. Dai circa 70 mila ettari si è passato nel giro di un paio di decenni a circa 30 mila ettari (contro i 3 milioni e mezzo di ettari di vigneto in Europa e oltre 4 milioni di ettari dei cosiddetti paesi emergenti): addio ai sogni di chi grandi produzioni, le nostre carte, dunque, potevamo e possiamo giocarle solo su quantità che sono addirittura inferiori al consumo regionale. Ben poca cosa rispetto ai 160 milioni di ettolitri di vino prodotto in Europa e assai di meno dei 280 milioni di ettorilitri prodotti a livello mondiale.
Il vino, come ricorda Consorte, è ubiquatario e viene da «estese superfici di vigneto nelle estreme province cinesi dello Xinjiang e del Gansu ai margini dell’infuocato deserto di Gobi, alle falde della montagna sacra per giapponesi del Fujiama, intorno al lago Ontario, in Canada dove l’apparente handicap delle basse temperature che portano al totale congelamento dell’uva sulla pianta è stata utilizzato per l’ottenimento di una innovativa categoria di vini passiti: quella degli ice wines».
Ormai, insomma, puoi trovare Cabernet Sauvignon anche in Usa, Cile, Libano, Argentina e Australia. Trovi Grenache (parente stretto del nostro Cannonau) in Francia, Stati Uniti e Spagna. E lo Shiraz, un tempo fiore all’occhiello dell’enologia francese, sbalordisce nei paesi che puoi trovare nel Nuovo Mondo enologico. Intanto si affacciano sulla scena realtà molto interessanti e competitive: dalla Cina al lago Balaton.
Sarà interessante e ricca di spunti, domani, la lectio doctoralis di Consorte anche perchè spiegherà quali strategie potrà adottare la Sardegna per agire in una realtà globalizzata.
In che maniera possiamo giocare le nostre carte nelle quali le parole chiave sono «vitigni autoctoni», «cultura», «territorio», «Mediterraneo» nel mercato globalizzato? Ha senso proporli in una situazione di piena deregulation come l’Australia? Che ruolo potrà avere la meccanizzazione per ridurre il costo della manodopera?
E chissà che dopo le risposte a queste domande, Consorte non meriti anche una laurea in economia.
Pasquale Porcu 
   

  
 
E Polis / Il Sardegna
 
11 - E Polis / Il Sardegna
Grande Cagliari - Pagina 26
Viale Trieste
Nanni Moretti in sala per vedere il suo film
Nanni Moretti e il regista Antonello Grimaldi saranno stasera ospiti del cinema Odissea di viale Trieste in occasione della presentazione di “Caos calmo”. Incontreranno il pubblico alle 17.30 all’aula Magna della facoltà di Scienze della formazione, poi in sala alla fine delle proiezioni delle 18 e delle 21.30. 
 
12 - E Polis / Il Sardegna
Grande Cagliari - Pagina 26 
La protesta. Dopo Sassari si mobilitano anche i docenti cagliaritani
ANCHE I PROF SI ARRABBIANO
«Tuvixeddu, così non va»
L’amaro in bocca
Il documento dei professori si chiude con una considerazione: "Riteniamo che una società che voglia definirsi autenticamente civile non possa esimersi dal riconoscere un tributo, di qualunque natura esso debba essere, alla cultura, e che proprio la consapevolezza del valore di questo tributo rappresenti il più alto segno di civiltà".
L’unità ambientale sul colle rimanga o torni a essere patrimonio della collettività»
L’ università si schiera con la Commissione per i fatti di Tuvixeddu. Avevano temporeggiato un pò. Volevano valutare, documenti alla mano, il contenuto della sentenza del Tar. Ora da Cagliari prendono posizione, allineandosi a quanto espresso qualche giorno fa dai colleghi sassaresi. Una quarantina di professori hanno sottoscritto il documento col quale si esprime totale sostegno alla decisione della Commissione regionale del paesaggio. Lontani dall’esprimere un giudizio tecnico sull’operato del Tribunale, nell’atto, evidenziano alcune valutazioni sul concetto di “bene ambientale e culturale”. La sentenza del Tar che annulla il provvedimento con cui la Regione aveva esteso il vincolo paesaggistico all’area di Tuvixeddu, non tiene conto di «un fatto realmente nuovo che imponeva e impone una revisione della situazione precedente». La novità è intervenuta nel 2004 quando, col cosiddetto Codice Urbani (codice dei beni culturali e del paesaggio) è stato introdotto “il concetto radicalmente innovativo del bene paesaggistico come unità ambientale” all’interno della quale si trovano diverse categorie di beni culturali: naturalistici, storici, archeologici....». Fatta questa premessa la posizione dei giudici che si basa sulla «mancanza di nuovi ritrovamenti archeologici che giustifichino il vincolo, privilegia la vecchia idea del bene culturale così come prevista prima della Urbani». In base alla nuova legge, proseguono: «deriva la possibilità di restaurare il paesaggio con il ripristino della sua unità ambientale». Questo significa non un ritorno alle origini, che sarebbe impossibile.
Piuttosto una restituzione alla condizione precedente «a una serie di interventi più o meno recenti che l’ hanno compromessa pur non cancellandone la memoria». Se quegli interventi danneggiano l’unità ambientale, così come definita dal codice Urbani, è illogico pensare che la situazione sia irreversibile. Soprattutto se - proseguono i professori - quell’area destinata al pubblico viene consegnata ad un uso totalmente privato.
«Questo va contro l’obiettivo fondamentale: l’unità ambientale Tuvixeddu - Tuvumannu - Is Mirrionis rimanga o ritorni a essere patrimonio della collettività ». La Commissione nell’aver riconosciuto l’unità di notevole interesse pubblico, ha bene interpretato il senso del codice Urbani. Su questa base sostengono che da una parte l’imposizione di quel vincolo fosse legittima e contemporaneamente che i privati che su quell’area hanno avviato legittimamente dei lavori possano aver diritto ad un risarcimento. «La sentenza pecca di lungimiranza, perché si limita a ribadire la legittimità di quanto programmato e intrapreso prima della modifica, viceversa recepita e fatta propria dalla Commissione.
Valentina Lo Bianco 
 

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