Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 February 2008
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnaliamo 3 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna

01 - Statistiche e investimenti. Allarme istruzione: la Sardegna sta giù
02 - Sassari. Agraria, assegno di ricerca sul sughero
03 - Sassari. Una settimana per scegliere il nuovo manager

  


L’UNIONE SARDA
  
1 - L’Unione Sarda
Pagina 1
Statistiche e investimenti
Allarme istruzione: la Sardegna sta giù
C’è un dato che, quando lo presentiamo, la gente reagisce incredula. Nel 1861, nel momento dell’Unità d’Italia, la Sardegna aveva il più alto indice di analfabetismo: il 90%.
Poi le cose gradualmente sono cambiate e l’istruzione elementare ha cominciato a diffondersi, ma non dobbiamo dimenticare che l’Italia era un paese in cui, come scrive Tullio De Mauro nella sua Storia linguistica dell’Italia unita, "ancora intorno al 1910 l’istruzione elementare era un bisogno voluttuario, un lusso".
A questo punto i più traggono un sospiro di sollievo: "Ah, sono cose del passato. Oggi tutto e diverso!" Sicuri? Certo, un passo avanti è stato compiuto con l’istituzione della scuola media unificata e l’introduzione del relativo obbligo scolastico, di recente elevato in maniera tale che i giovani italiani dovrebbero frequentare anche un ulteriore ciclo di studi. Lo fanno? Questo è un altro discorso. "Avvenire" ha pubblicato una tabella riferita agli anni 2005/2006 dalla quale risulta che i ragazzi tra i 18 e i 24 anni con solo la licenza media sono in Europa il 14,9% e in Italia il 21,9%. Percentuale elevatissima che fotografa uno dei motivi per il quale l’Italia declina. Il lettore si chiederà: come si colloca la Sardegna in questa classifica?
Per fortuna c’è la Sicilia, dove si raggiunge il 30,4 % altrimenti avremmo un altro record, dopo quello tristissimo del 1861, giacché qui ci fermiamo al 29,7%. Penultimi. E cosa volete che facciano, nella vita, tutti questi giovani che hanno strascicato una licenza media e lì si sono fermati? Ciascuno si dia una risposta da solo, e non sarà lontano dal vero.
Io preferisco fornire ancora qualche dato, questa volta tratto da un ottimo articolo del professor Francesco Pigliaru: "nei paesi avanzati i laureati rappresentano una percentuale della popolazione che va dal 46% al 23%. In Italia siamo al 12, in Sardegna al 10".
Siamo, cioè, penultimi per quel che riguarda gli abbandoni dopo la licenza media e al fondo del bidone per quanto riguarda la laurea. Pigliaru incalza: abbiamo una università ogni 800.000 persone; in Corea ce n’è una ogni 280.000, in Canada, Svezia, Australia e Finlandia il dato oscilla fra una ogni 210.000 e una ogni 115.000 abitanti. Negli Stati Uniti una ogni 71.000 abitanti.
Queste sono le cifre sulle quali ognuno potrà riflettere come meglio crede, a seconda delle sue visioni del mondo. Senza dimenticare, però, di fronte a tanto disastro, quanto spendiamo per pubblicizzare la nostra immagine così compromessa. Circa sessanta milioni in una botta sola: forse buttati al vento. E con una procedura che di per sé mostra quanto ci sarebbe bisogno di investire nell’alfabetizzazione giuridico-amministrativa.
Oltre che in un corso accelerato sui testi degli antichi greci che insegnano i fondamentali della cultura e della democrazia.
Giuseppe Marci  
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
 
2 - La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
Brevi. Facoltà di Agraria
Un assegno di ricerca sul sughero
Sassari. L’Università ha indetto una procedura di valutazione comparativa, per titoli ed esame colloquio, per l’attribuzione di un assegno di ricerca di durata biennale, finanziato dalla Fondazione Banco di Sardegna, alla facoltà di Agraria per il progetto “Caratteri distributivi ed ecologici delle Dehesas o quercia da sughero della Sardegna”. Per la partecipazione al concorso sono richiesti una serie si requisiti disponibili sul bando a disposizione all’ufficio concorsi in via Macao 32 o sul sito www.ammin.uniss.it/concorsi. Le domande devono essere presentate entro il 4 marzo prossimo.


Pagina 21 - Sassari
Una settimana per scegliere il nuovo manager 
Confusione dopo la scoperta della non idoneità di David Harris a ricoprire l’incarico 
Il 21 scade il termine per nominare il direttore generale dell’azienda mista 
Attività paralizzata: non c’è neppure l’atto aziendale 
Sassari. Dopo l’imbarazzo arriva l’emergenza. Scade il 21 il termine ultimo per nominare il successore di Gianni Cherchi alla direzione generale dell’azienda mista ospedale-università e, se venisse confermata la non idoneità di David Harris a ricoprire l’incarico, la Regione avrà pochissimo tempo per decidere chi guiderà un organismo nato (a luglio dello scorso anno) con grande ritardo e che sembra essere segnato da una cattiva stella.
La «bomba» che ha mandato per aria i piani dell’assessore Dirindin è scoppiata mercoledì in seguito alla mozione presentata in consiglio regionale da Roberto Capelli dell’Udc.
Il consigliere ha infatti chiesto l’immediato ritiro dell’incarico a David Harris perchè il manager non è cittadino italiano. In effetti Harris, americano dell’Oregon, pur essendo residente in Italia da vent’anni e avendo sposato 15 anni fa una donna di Orgosolo, non ha mai richiesto la cittadinanza italiana. Probabilmente, avendo anche il passaporto inglese, pensava di non avere reale necessità del riconoscimento formale da parte dello Stato italiano. Invece, secondo un decreto legislativo del 2001, per ricoprire incarichi che implichino l’esercizio di poteri pubblici, è necessario essere cittadini italiani.
L’assessorato, che pure avrebbe a disposizione un parere legale che afferma la legittimità della nomina del manager in quanto “cittadino europeo”, preferisce «non forzare la mano» e, se non sarà possibile per Harris ottenere la cittadinanza entro il termine del 21 febbraio, si penserà a un’alternativa.
A questo punto potrebbero tornare a galla i nomi dei candidati che venivano considerati in buona posizione prima della nomina di Harris: e cioè l’emiliano Bruno Zanaroli, già direttore generale della Asl e oggi consulente della Regione sarda e Sergio Lenzotti, attualmente direttore generale della Asl di Olbia.
Di sicuro l’assessore dovrà decidere molto in fretta perchè l’azienda si trova in una situazione di grave difficoltà: ancora è da predisporre l’atto aziendale, il piano con il quale si delinea l’organizzazione della struttura e i suoi obiettivi. Obiettivi che, secondo la legge nazionale, sono quelli di garantire l’assistenza agli utenti e di portare avanti progetti di ricerca, formazione e didattica. L’azienda è infatti il frutto di un protocollo d’intesa fra l’università di Sassari e la Regione firmato ormai quattro anni fa. Soltanto a luglio dello scorso anno però il progetto si è concretizzato con l’istituzione formale dell’azienda e la nomina di Gianni Cherchi come direttore generale. Un’esperienza durata poco perchè l’ex manager della Asl di Olbia è scomparso il 21 dicembre a causa di una malattia. Da allora l’ordinaria amministrazione è stata portata avanti dal direttore sanitario, il cardiologo Antonello Ganau, e da David Harris a cui Cherchi aveva affidato il ruolo di direttore amministrativo.
Proprio lui, quindi, dopo la morte del manager, era sembrato l’erede naturale e l’assessore Dirindin, con il beneplacito del governatore Soru che in seguito ha anche emanato l’apposito decreto, si era orientato sul suo nome.
Si trattava di mettere in moto un meccanismo molto complesso e delicato che vede le cliniche universitarie svolgere un ruolo strategico nella sanità del territorio e l’università potersi accreditare per mantenere in piedi i corsi di laurea e di specializzazione.
Ora tutto quel meccanismo è nuovamente inceppato e ci vorrà tutto l’impegno della Regione per sbrogliare la matassa. Con la speranza che il prossimo direttore generale abbia tutte le carte in regola per mettersi alla guida della potente macchina sanitaria.

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