Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 February 2008
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 11 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna e Il Sardegna  

1 - L’Unione Sarda
Lavoro e Previdenza  Pagina 34
Mape Master in “Progettazione europea” organizzato a Cagliari dall’Università, previsti tirocini in enti pubblici
Iscrizioni entro lunedì 25 febbraio
Le selezioni tre giorni più tardi
Come orientarsi fra le leggi europee
 
La conoscenza delle leggi e disposizioni europee è un’esigenza sentita da amministrazioni pubbliche, da aziende ed enti privati che hanno necessità di professionisti preparati e capaci di affrontare la complicata burocrazia della Comunità europea. “Progettazione europea” è appunto il titolo di un master organizzato dal Crenos della facoltà di Scienze politiche dell’Università di Cagliari che ha aperto le iscrizioni alla seconda edizione del corso di primo livello. L’iniziativa è rivolta ai neolaureati che intendono avviare una carriera con una forte dimensione europea: dalla consulenza sulla compatibilità dell’idea-progetto con i programmi di finanziamento disponibili, alla progettazione, gestione e rendicontazione del progetto. Il master è strutturato per lavoratori che sentono l’esigenza di acquisire professionalità nella progettazione europea: funzionari di società di consulenza, dipendenti di enti locali, agenzie di sviluppo, camere di commercio, organizzazioni di operatori economici, operatori culturali e insegnanti. I posti disponibili sono 28, destinati a laureati (vecchio e nuovo ordinamento) in qualsiasi corso di studi, con familiarità del computer e padronanza della lingua inglese. Le lezioni saranno concentrate il venerdì e il sabato.
L’organizzazione del corso è strutturata su tre moduli, propedeutico, specialistico e di laboratorio, uno stage trimestrale e un progetto finale: le ore di lezione frontale saranno 180, le ore di laboratorio 160, le ore di stage e project-work 560, il numero dei crediti formativi 60. Sono inoltre previsti incontri con professionisti del mondo giuridico ed economico dell’Unione europea, seminari con esperti, viaggi-studio a Bruxelles. Gli enti nei quali saranno svolti i tirocini sono il Centro servizi promozionali per le imprese della Camera di commercio di Cagliari, la Regione, la Provincia di Pisa, il Teatro lirico di Cagliari. Il Mape è inoltre sponsorizzato dalla Provincia di Cagliari. Partners del progetto oltre al Crenos, l’Interforum, società che si occupa di assistenza tecnica e progettazione comunitaria e Poliste, specializzata nei servizi a entità pubbliche e private.
Le informazioni sul master sono scaricabili dal sito www.crenos.it/mape oppure si può contattare la segreteria al numero di telefono 070.6756404, fax 070.6756402, o recarsi negli stessi giorni e orari in via San Giorgio 12, a Cagliari oppure inviare una e-mail a mape@crenos.it . Le iscrizioni al master vanno inoltrate entro lunedì 25 febbraio a www.unica.it , servizi on line. Le selezioni si terranno giovedì 28 febbraio. Inizio delle lezioni l’11 marzo.
MARIA BONARIA DI GAETANO
 
2 - L’Unione Sarda 
Lavoro e Previdenza  Pagina 37
 “Rischio sociale”
 
La facoltà di lettere dell’Università di Cagliari e la provincia di Cagliari hanno organizzato il master in “Rischio sociale della droga in Sardegna: operatore di prevenzione primaria e secondaria”. La durata è di un anno equivalente a 60 crediti formativi universitari. Il numero dei posti è fissato da un minimo di 10 a un massimo di 20. Sono ammessi alla selezione i laureati in lettere, vecchio ordinamento, materie letterarie, filosofia con esperienza di insegnamento, pedagogia, scienze dell’educazione, scienze della formazione primaria, laurea quinquennale in psicologia, laurea quadriennale o specialistica in servizi sociali e operatori delle forze dell’ordine con laurea umanistica. Per iscriversi é obbligatorio utilizzare la procedura on line nel sito www.unica.it, sezione servizi on line, entro venerdì, 22 febbraio prossimo. Sono previste borse di studio. (m.b.d.g.)
 
3 - L’Unione Sarda 
Lavoro e Previdenza  Pagina 37
Saperi e competenze
 
La Direzione orientamento e occupazione dell’Università di Cagliari ha organizzato un corso su “Saperi aggiuntivi e competenze trasversali”. Sono previste quattro edizioni: dal 18 al 22 febbraio, dal 25 al 29 febbraio, dal 3 al 7 marzo e dal 10 al 14 marzo. Le domande devono pervenire entro le 12 di giovedì 14 febbraio (non farà fede il timbro postale). Il bando e il modulo della domanda sono disponibili nel sito www.unica.it. Informazioni agli uffici del Centro orientamento di Ateneo, in via Ospedale 121, Cagliari, telefono 070.6758406.
 
4 - L’Unione Sarda 
Lavoro e Previdenza  Pagina 37
Medicina, quattro posti
 
L’Università di Cagliari ha indetto un concorso per l’ammissione al corso (quattro posti) di dottorato di ricerca in scienze cardiovascolari, per l’area disciplinare di scienze mediche. La sede del corso, la cui durata è di 3 anni, è il Dipartimento di scienze cardiovascolari e neurologiche dell’Ateneo cagliaritano. Per iscriversi è obbligatorio utilizzare la procedura on line, disponibile nel sito www.unica.it fino a giovedì 6 marzo. Le istruzioni per la registrazione on line sono disponibili sul sito www.unica.it. Le prove si svolgeranno giovedì 13 marzo, alle 9,30 lo scritto, alle 16 l’orale. L’avviso è consultabile nella Gazzetta ufficiale 10 di martedì 5 febbraio.
 
5 - L’Unione Sarda 
Prov Medio Camp      Pagina 26
Scavo archeologico a S’omu e S’orcu
Sanluri
 
A conclusione dei lavori di scavo dei resti umani ricoperti di ocra nel sito archeologico S’omu e S’orcu (comune di Arbus), lunedì 18 febbraio alle 11, nella sala Giunta della Provincia del Medio Campidano, gli studiosi dell’Università di Cagliari illustreranno i risultati scientifici che arricchiscono le informazioni su l’uomo che abitava la Sardegna 8.500 anni fa. (g.p.p.)
 
6 - L’Unione Sarda 
Nuoro e Provincia      Pagina 18
La parola ai ragazzi
«Senza noi giovani in Barbagia si uccide il futuro»
 
Ciò che emerge nell’universo studentesco nuorese è il sospetto che l’università barbaricina, decreto Mussi a parte, non la si voglia più. Eppure nonostante ciò il Senato accademico cagliaritano ha chiuso le immatricolazioni per i due corsi di laurea in Amministrazione e Scienze sociali. «È penoso che in tre settimane non si siano fatte cose concrete - commenta Rossella Cambedda , del comitato studentesco del corso di laurea in Amministrazione -. Noi studenti pretendiamo che l’università resti aperta e che la Regione stanzi dei finanziamenti per l’assunzione di nuovi docenti e che subito vengano riattivate le immatricolazioni».
«Sono di Nuoro, ho scelto questa facoltà perché mi piace, non perchè è a Nuoro - precisa Luciano Sanna , laureando in Scienze dei servizi sociali -. Noi studenti crediamo nell’università, il fatto che con un colpo di spugna stiano cancellando tutto mi fa dubitare che non si sia fatto abbastanza: il decreto Mussi poteva essere rinviato, bastava bandire i concorsi per i ricercatori e i docenti, come ha fatto l’università di Sassari. A Nuoro c’era anche la laurea specialistica e due anni fa l’hanno smantellata, senza che nessuno se ne accorgesse. Dall’anno prossimo probabilmente diventerà obbligatorio frequentare le lezioni, quindi saremo costretti a stabilirci a Cagliari».
«Ho scelto di non pagare la rata di gennaio in segno di protesta - dichiara Giuseppina Onali , studentessa lavoratrice di Nuoro - per ragioni economiche mi sono trasferita dalla facoltà di architettura di Firenze al corso di Amministrazione nella mia città. Nel frattempo ho trovato un lavoro anche grazie alla mia preparazione, ma se la chiusura del mio corso di laurea fosse irrevocabile perderei l’opportunità di concludere i miei studi perché mi resta poco tempo per studiare e mi dispiacerebbe anche per tutti quelli che si trovano nella mia stessa situazione».
«Nuoro non vuole togliere studenti a Cagliari e Sassari, ma si rivolge ad un’altra utenza, che non ha le possibilità di andare fuori - rimarca Andrea Denti , di Ottana studente lavoratore nella facoltà di Amministrazione - grazie all’università nuorese ho avuto la possibilità si studiare e contemporaneamente lavorare nell’azienda di famiglia. Noi giovani non possiamo andare tutti via, altrimenti questa città muore. Io non condanno i ragazzi che vanno a studiare fuori e non tornano: cosa tornano a fare se non c’è lavoro, la fame? Pur di non creare un’università solida e forte qui nel Nuorese, e magari creare nuovi posti di lavoro assumendo docenti del posto, hanno preferito pagare trasferte, vitto e alloggio ai professori di Cagliari».
Anche gli studenti di Scienze forestali e di altre facoltà dell’università di Sassari sono scesi in campo per sostenere i colleghi delle “gemmate” cagliaritane. «È un problema che tocca tutta la Sardegna - sostiene Anna Chiara Sale di Bitti, iscritta al terzo anno di Chimica - conosco diverse persone che studiano a Nuoro, sono persone valide e quando si sono iscritte non hanno mai pensato che fosse un’università di serie B, anzi al contrario è un’università che vale e che merita di essere sostenuta e difesa».
Simona Tidu , di Teti, studentessa in Scienze forestali, assicura sostegno alla battaglia dei colleghi. «Abbiamo sostenuto fin dall’inizio la battaglia dei colleghi di via Salaris. In un prossimo futuro potrebbe toccare a noi la stessa sorte, bisogna sostenersi a vicenda, questa è una battaglia di civiltà. A Nuoro non si iscrivono solo i figli dei pastori e di chi non ha possibilità: non ci sentiamo inferiori agli studenti di Cagliari e Sassari. La maggior parte di coloro che hanno vinto i concorsi alla Forestale sono ex studenti del corso di laurea in scienze forestali, il che la dice lunga sulla qualità della preparazione».
MARIA BONARIA DI GAETANO
 
Nuoro e Provincia      Pagina 18
Imponente manifestazione al teatro Eliseo con gli amministratori di 52 Comuni e della Provincia
Soru contestato dagli studenti
I sindaci: «Stato e Regione salvino l’università»
 
Nella riorganizzazione degli atenei sardi il governatore non indica Nuoro. Finito il suo intervento Soru non aspetta e i giovani lo fischiano.
Il coro unanime dell’Eliseo che invoca la salvezza dell’università nuorese non basta a far cambiare idea al governatore Renato Soru. Nella riorganizzazione del sistema sardo il presidente della Regione indica le sedi storiche, Cagliari e Sassari, ma non Nuoro. Il suo intervento gela la platea e finisce tra i fischi degli studenti. Finisce così un’intensa mattinata che riunisce per la prima volta gli amministratori dei 52 Comuni del Nuorese e della Provincia, iniziata con una dose di fiducia.
L’ASSESSORE L’assessore regionale alla Pubblica istruzione Maria Antonietta Mongiu è rassicurante: «Per noi il destino legato a scienze ambientali e forestali e al corso di governance è la linea di non ritorno, su questo diamo garanzie». Spiega che per l’università nuorese la Regione ha investito 32 milioni di euro, di cui il 56 per cento è servito per il funzionamento. «Avremmo voluto che l’80 per cento fosse riservato alla didattica. Bisogna qualificare la spesa. Senza ledere l’autonomia, vogliamo andare a un’intesa con i senati accademici». I 158 corsi disseminati ovunque vanno ridotti di un terzo, via anche quelli duplicati o con pochi studenti. Nuoro conserverebbe i corsi attuali: «L’ambito forestale-ambientale non si svuota, merita ulteriori investimenti. Tutto quello che riguarda il governo locale deve avere Nuoro come luogo esclusivo». Parole apprezzate da amministratori e studenti che si alternano al microfono in attesa del governatore.
IL PRESIDENTE Arriva alle 13.25. Ascolta una manciata di interventi, compreso quello lucido del preside della facoltà di Agraria di Sassari Pietro Luciano: «L’università di Cagliari ha chiuso, secondo le leggi nazionali. A Nuoro non c’è l’università, ma due corsi gemmati dall’ateneo di Sassari. Se volete l’università di Nuoro dovete farla istituire dal ministero. È una battaglia locale e regionale che deve avere risonanza nazionale perché solo Roma può dare certezze». La platea torna con i piedi per terra. Soru delinea il suo modello come università della Sardegna, non di Cagliari e di Sassari. «Bisogna unificare l’offerta formativa e presentarla integralmente ai giovani». Evoca l’università della Catalogna per proiettare i docenti all’estero, come succede per gli studenti che possono beneficiare di contributi regionali per esperienze fuori. «Rendiamo forti le sedi di Cagliari e Sassari, piene di laboratori, docenti, assegni di studio». La platea preme, attende parole su Nuoro. E arrivano le bacchettate alla mancata coerenza delle scelte barbaricine. «Nella proposta della Regione ci sono due aree, ambiente e governance, dentro un disegno complessivo con Cagliari e Sassari. Dobbiamo essere coerenti», dice aggiungendo che scienze forestali e ambientali sono nate perché collegate al parco del Gennargentu, bocciato dal territorio. «Trovo giusto e possibile che ci si occupi di governance, ma ci devono credere i territori, tutti assieme». Delineato il suo modello Soru se ne va. Dal microfono la socialista Paola Demuro gli chiede pochi minuti d’attenzione. Ma lui non aspetta. Gli studenti fischiano. «Quello che è successo è grave, il governatore ha smentito il proprio assessore e si è rifiutato di ascoltare amministratori e studenti», denuncia Demuro. In serata la presidenza della Regione smentisce la contestazione.
MARILENA ORUNESU
1 – La Nuova Sardegna
Prima di tutto viene la vita 
Il vero significato della decisione dei ginecologi romani 
Né abbandono, né accanimento: la scelta difficile dei medici 
di Benedetto Arru * 
 
Né abbandono, né accanimento: l’opzione del medico deve sempre essere per la vita. Ogni qual volta si parla di tutela della vita umana si accendono polemiche e si inaspriscono dibattiti mai sopiti. Sebbene non tutti riconoscano dignità di persona umana al neoconcepito, nessuno può contestare che dal momento della nascita, ai sensi dell’art. 32 della Costituzione, il nuovo nato ha diritto alle cure al pari di tutti i cittadini.
 Il recente documento dei docenti di Ginecologia delle Università romane, affermando che un neonato vitale, anche se in condizioni di estrema prematurità, va trattato come qualsiasi persona in condizioni di rischio, e quindi assistito in modo adeguato, si inserisce pienamente non solo in un corretto profilo giuridico (la stessa 194, all’art. 7, prevede l’assistenza, se il neonato da segni di vita), ma pone l’accento sul suo essere paziente a tutti gli effetti.
 Questa posizione non configura affatto un accanimento terapeutico, in quanto l’attività rianimatoria esercitata alla nascita consente una corretta valutazione delle condizioni cliniche e delle possibilità di sopravvivenza, in una situazione nella quale anche pochi secondi di ritardo andrebbero a svantaggio del piccolo paziente.
 Se poi l’assistenza si dimostrasse inefficace, la stessa deontologia imporrebbe la sospensione di ogni inutile ostinazione e il passaggio alle cosiddette «cure compassionevoli».
 Purtroppo il problema che sta dietro queste scelte è spesso quello della potenziale disabilità del piccolo assistito. Ma non è tale paura che può fungere da criterio per una scelta di assistenza.
 Penso sia doveroso interrogarci sull’identità di quel bambino e su che significato abbia la sua vita.
 Stiamo attenti a non scivolare da un giudizio medico a un giudizio di valore. Mai il medico può dire che una vita vale o non vale. E non lo possono affermare nemmeno i genitori.
 Dove allora lo scandalo? Ciò che ha destato fastidio è stato forse aver fatto saltare un paletto, quello della 25ª settimana come limite entro il quale non rianimare, proposto dalla cosiddetta «Carta di Firenze» o aver affermato (in modo peraltro corretto) che davanti al parere negativo della madre, prevale l’interesse del bambino.
 Quanto ai casi dei neonati, non feti!, sopravvissuti ad aborto volontario, ritenuti ancora meno degni di essere assistiti perché «non voluti», essi non solo hanno diritto al trattamento dovuto agli altri prematuri, ma necessitano di maggior tutela.
 Considerare il prematuro come paziente, svincolato da ogni controllo esterno, significa anche proporre una medicina di speranza, che continua senza accanimento a scegliere vie scientifiche per tutelare il vero bene dell’individuo.
 Come non condividere allora le parole del Papa pronunciate la scorsa domenica: «Ognuno, secondo le proprie possibilità, professionalità e competenze, si senta sempre spinto ad amare e servire la vita, ancor più quando essa è fragile e bisognosa di attenzioni e di cure».
 Rimango convinto che tante volte la volontà di lasciar morire i prematuri non cura la loro sofferenza, ma la nostra.
* presidente Associazione Medici cattolici italiani sezione di Sassari
 
2 – La Nuova Sardegna
Prima pagina
Università di Nuoro, contestato Soru 
Il governatore: meglio assegni di studio che corsi decentrati 
 
NUORO. Il presidente della Regione, Renato Soru, conferma il suo no ai corsi di laurea decentrati, definiti «punti di debolezza» invece che scelte di eccellenza. Una doccia gelida per la platea di amministratori e studenti che lo ha atteso per quattro ore al teatro Eliseo di Nuoro sperando di avere buone notizie sul futuro dell’ateneo barbaricino. «Sono pronti assegni di studio per chi va fuori dall’isola», ha detto invece Soru, ma gli universitari non hanno gradito e lo hanno fischiato. Il presidente della Regione ha detto che avrebbe senso un’università centrata su studi ambientali e forestali di alto livello: «Ma allora nessuno - ha concluso polemicamente il Governatore - scenda in piazza contro il parco del Gennargentu».
 
Pagina 34 - Nazionale
«Volete studiare? Vi mando a Londra» 
Soru dice no ai corsi di laurea decentrati, gli universitari fischiano 
«Il polo ambientale è possibile ma poi dite no al parco» 
Il presidente: assegni della Regione per andare fuori dall’isola 
 
 NUORO. E’ suonato come un requiem il discorso di Renato Soru all’Eliseo. Così, mentre andava via, gli universitari lo hanno fischiato. Il governatore aveva appena finito di dire no all’università decentrata, e che erano pronti assegni di studio per chi andava fuori. Anche a Londra.
 Le lancette degli orologi segnavano quasi le 14 quando sulla scena del cinema Eliseo è apparso il governatore. Il pubblico, però, era già dimezzato. Tanti, in attesa dalle 10,30, erano andati via piuttosto delusi.
 Il clima era questo, un po’ freddino, quando Renato Soru ha preso la parola e chiesto a chi era rimasto in sala «un piccolo applauso di incoraggiamento». Segno evidente, questo, di un disagio palpabile, che il governatore ha tentato di esorcizzare chiedendo poi scusa a tutti. «Mi scuso per il ritardo - ha detto - ma un impegno con il ministro Di Pietro mi ha trattenuto a Cagliari». Quindi ha parlato di università. Un discorso lungo e articolato in tre parti distinte.
 La prima tutta dedicata alle ultime accuse contro la «Regione assente» sentite appena arrivato. «Ma noi siamo attenti al problema dell’università nuorese - ha replicato Soru - e quindi non siamo la controparte, e non c’è neppure una battaglia da fare, perchè la Regione tenterà una sintesi». Previo ragionamento, ha aggiunto poi il governatore, che ha posto subito il dilemma: Quale università per quale sviluppo? Tenendo conto che l’obiettivo fondamentale è basato sulla «crescita del livello di conoscenza» senza il quale si rimane tagliati fuori. Quindi Soru è passato al «diritto allo studio», rivendicato da sindaci e studenti, presentando i conti del bilancio. «Su questo in Finanziaria abbiamo speso tre volte tanto - ha precisato - passando a 50 a 150 milioni di euro. E in altri casi addirittura quintuplicando le risorse».
 Il problema vero dunque non è il diritto allo studio, ma «questa università» nel suo complesso e «difficile da capire». Difficile per i «concorsi duplicati», per la concorrenza tra i due atenei «nell’aprire nuovi corsi», mentre si diventa sempre «più deboli» in Italia e nel mondo.
 «Cosa vogliamo - ha chiesto a questo punto il governatore - più punti di debolezza con università diffuse a Ozieri, Tempio, Iglesias e Pimentel, oppure vogliamo un’unica università accentrata: l’Università della Sardegna?».
 A Soru questa «pletora decentrata» non va proprio, pertanto propone un «manifesto nuovo»: quello dell’offerta formativa pensata in modo unitario. Andando se è possibile a superare la tradizione umanistica per un orientamento più scientifico. E qui il governatore entra nella seconda parte del discorso e parla di atenei che devono fare i conti con le docenze e i costi dell’università diffusa, che lui non vuole. Meglio, allora, «concentrare tutto sui due atenei di Cagliari e Sassari»: creando «nuovi posti letto» e predispondendo «assegni di studio» per gli universitari più meritevoli. Ma anche per quanti vogliono uscire fuori dall’isola.
Ed eccoci, dopo un lungo percorso, arrivati a Nuoro, tersa parte del discorso. «Per tutti gli studenti nuoresi - afferma Soru - c’è pronto un assegno per andare a Londra, se vogliono». Ma se poi quelli non tornano più? «I talenti bisogna tenerseli stretti nel pugno - risponde - e noi faremo di tutto per farli tornare».
 E l’università nuorese? Che dice il governatore, che fine farà? Soru a questo problema dedica poche parole, quelle finali, per accennare a un corso di «governance» sullo Sviluppo locale (ma solo se i «due atenei saranno d’accordo») e anche sulle «eccellenze» di Ambientale e forestale ma se «motore» dell’università barbaricina. «Ma in questo caso - ammonisce Soru - nessuno scenda più in piazza contro il parco del Gennargentu». Il governatore lascia qualche porticina aperta e chiude qui il suo discorso. Ma agli studenti non basta. E dai primi posti parte la protesta. Una protesta che degenera un po’ quando il capogruppo comunale dello Sdi, Paola Demuro, prende la parola e invita il governatore a non andar via e ad ascoltare i sindaci. Cosa che Renato Soru non fa. Ed è a questo punto che son partiti i fischi.
 Una volta uscito il governatore, escono anche gli studenti, e nella platea degli amminitratori scende il grande gelo. L’imbarazzo è palpabile. I due presidenti, Leonardo Moro e Tore Ghissu, tentano di gestire ancora il dibattito e richiamano all’ordine. Ma c’è poco da fare. Sono le 15,13 e la gente è stanca e comincia a uscire dall’Eliseo. Eppoi il governatore ha già parlato senza lasciare molte chance.
 Una lingua diversa la sua anche da quella usata dall’assessore regionale alla Cultura, Maria Antomnietta Mongiu, che invece ha lanciato una nuova «Intesa entro 90 giorni» e una «Conferenza di servizi» sull’università nuorese. Sulla base anche di «dati e tendenze rilevate statisticamente» e che danno il Nuorese come «luogo di cultura» su cui si può e si deve investire. Ma stavolta non si può sbagliare sui corsi e gli indirizzi: per questo l’assessore regionale alla Cultura ha proposto un corso speciale di «governance e sviluppo locale» a Nuoro. Una proposta accolta con attenzione dai sindaci presenti del Nuorese e dai politici, che hanno poi calibrato i loro interventi su quest’onda in termini costruttivi. Fino a quando il dibattito non è stato interrotto dal discorso del governatore, che sì, ha anche ripreso questi passaggi, ma senza soffermarvisi troppo. E creando così un certo imbarazzo nel pubblico.
Nino Bandinu
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
PREPARAZIONE
Test universitari
 
 CAGLIARI. Al centro giovani di via Dante 11 si terrà un corso di preparazione ai test di ammissione alle facoltà universitarie, organizzato dall’assessorato comunale alle politiche giovanili. Oggi alle 10 l’assessore Daniela Noli illustrerà le finalità della nuova iniziativa, che si propone di offrire un concreto aiuto agli studenti delle ultime classi delle scuole superiori che intendono frequentare corsi di laurea a numero chiuso.
 
UNIVERSITA’, CORSO
Saperi aggiuntivi
 
 CAGLIARI. Giovedì è il termine ultimo per le iscrizioni al corso «Saperi aggiuntivi e competenze trasversali» organizzato dalla direzione orientamento e comunicazione dell’università di Cagliari. Del corso è responsabile scientifico Pietro Rutelli, docente di psicologia del lavoro. Si svolgerà in 5 giornate, informazioni allo 070/67.58.406.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
L’Ateneo si mette in vetrina 
Oltre 5000 studenti alle prese con l’offerta formativa 
UNIVERSITÀ Undici stand sino al 15 febbraio 
 
 SASSARI. Si è aperta questa mattina alle 9 la quinta edizione della manifestazione “Studiare a Sassari: informazione e orientamento all’università”, organizzata dal Centro orientamento e servizi agli studenti dell’Ateneo sassarese, che solo questa mattina ha ospitato oltre 700 studenti. La formula è quella degli scorsi anni: 11 stand realizzati all’interno di uno degli edifici del complesso universitario di via Vienna, dove i rappresentanti delle singole facoltà presenteranno agli studenti le loro offerte formative. Le novità della manifestazione sono rappresentate dalla presenza della questura, dei carabinieri, dell’esercito italiano e della cappellania universitaria di Santa Caterina che si propone di diventare un punto di riferimento per gli studenti, con incontri su temi di attualità e di catechesi meditata. «Lo scopo principale che si siamo prefissi - spiega il pro-rettore dell’Universtià di Sassari, professor Attilio Mastino - è quello di fornire agli studenti le informazioni necessarie a renderli consapevoli sulle scelte di studio più congeniali da intraprendere. In questo modo, possiamo pensare di ridurre il tasso di abbandono o i cambi di facoltà anche in corso». Il Centro di Orientamento dell’Università da tempo ha avviato un dialogo con le scuole superiori dell’isola al fine di stringere rapporti duraturi che permettano scambi di informazioni utili per l’orientamento nello studio: servizi di counseling e test psico-attitudinali. «Attendiamo la visita di oltre 5mila studenti - dice il professor Vittorio Anania - questo a dimostrazione dell’interesse attorno alla nostra Università. Inoltre siamo riusciti a creare una maggiore integrazione sul territorio e lo dimostra la presenza di tutte le forze dell’ordine». Alla manifestazione erano presenti anche il Comune di Sassari e la Provincia, con loro stand. «Pensiamo di aumentare l’offerta di posti per le residenze universitarie, portandoli da 550 a 1000 - afferma il presidente dell’Ersu Antonello Mattone - Abbiamo già attivato le borse di studio, mentre per migliorare l’offerta ai giovani è già stato avviato il progetto di sopraelevazione della mensa universitaria di Via dei Mille». Circa cento tutor, rappresentati da studenti universitari, erano a disposizione dei visitatori per fornire loro informazioni e scambi di esperienze. “Studiare a Sassari” resterà aperta sino al 15 febbraio.
1 – Il Sardegna
Grande Cagliari – pagina 30
Nuoro. Il governatore contestato nella riunione sul polo universitario: ma l’ufficio stampa smentisce
Studenti imbufaliti
fischi e insulti a Soru
 
È finito fra i fischi l’intervento di Renato Soru all’assemblea straordinaria del Consiglio provinciale, del Consiglio comunale di Nuoro e di tutti i Consigli comunali della provincia convocati ieri per la mobilitazione in difesa del polo universitario. In un discorso breve Soru ha ribadito la volontà di rafforzare Sassari e Cagliari e di volere usare tutte le risorse a favore delle sedi storiche, anche se non mancheranno risorse per il personale, per gli studenti meno abbienti e per coloro che vorranno frequentare altrove. “Regaleremo - ha aggiunto -l’ex albergo Esit a chi vorrà ristrutturarlo. Subito dopo è arrivato quello che per molti amministratori del nuorese è stato un vero siluro: “Se vogliamo le facoltà ambientali, ha detto il governatore, dobbiamo essere conseguenti e parlare di parco”. Sono poi volati fischi e insulti, anche fuori dal teatro, sino a quando il presidente non è salito sulla sua auto. Una circostanza, quella della contestazione, smentita dall’ufficio stampa del presidente che in serata ha messo in Rete sul sito della Regione il video con il discorso integrale del presidente. L��assemblea è stata un coro unanime a sostegno della presenza universitaria nella Sardegna centrale considerata presenza indispensabile per un qualsiasi progetto di rilancio economico e sociale del territorio. L’hanno ribadito anche gli studenti, attraverso la portavoce Laura Piras, i quali ancora una volta hanno chiesto il trasferimento a Nuoro di un’intera facoltà che garantisca qualità formativa e ricerca e che abbia docenti propri e qui residenti. Vogliamo che Nuoro diventi una sede universitaria capace di attrarre una popolazione studentesca ogni anno maggiore, proveniente da tutto il territorio regionale, dalla penisola italiana e dalle sedi universitarie del Mediterraneo che vorranno intrattenere rapporti e scambi culturali con la nostra sede.
 
 

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