Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 February 2008
Rassegna stampa a cura dell’Ufficio stampa e web
Segnalati 7 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna
 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Italiana Pagina 11
Ci sono i nomi di 162 docenti della Sapienza e di altri atenei. La comunità ebraica: si fomenta odio
Sul web “black list” di prof ebrei
Il Viminale oscura il blog, polizia postale indaga
 Condanna unanime dell'iniziativa comparsa su Internet: i responsabili saranno severamente puniti. Caccia all'anonimo blogger.
 
ROMA Dalle 19,30 di ieri la «lista della vergogna» non è più on-line. Ad oscurarla, come spiegano dal Viminale, è stato lo stesso provider. Dopo le rassicurazioni su un pronto intervento fatte dal ministro dell' Interno Giuliano Amato e dopo l'esposto presentato alla polizia postale dalla Comunità ebraica di Roma, i 162 nomi di docenti universitari della Sapienza e di altri atenei, per lo più ebrei, non sono più visibili su internet.
«Il re», così si autodefiniva lo sconosciuto blogger antisemita, per tutto il giorno ha continuato, però, a lanciare accuse contro «la casta ebraica» definendola una «lobby di potere».
Ultimo grave atto in una giornata in cui politici, massime cariche accademiche e rappresentanti delle istituzioni hanno condannato la «disgustosa mascalzonata»: una «black-list», nomi da mettere alla berlina per il solo fatto di essere ebrei.
«La reazione non può rimanere limitata ai diretti interessati come singoli e come comunità - ha affermato Riccardo Pacifici, portavoce della comunità ebraica di Roma - ma deve riguardare tutta la società. Una volta che si saprà chi sono gli estensori del blog, ci deve essere una risposta generale delle istituzioni, va messo un punto fermo». Gli fa eco il ministro dell'università Fabio Mussi annunciando che il «dicastero si costituirà parte civile». «Chi stila oggi la lista dei docenti ebrei è erede legittimo di Eichmann - ha detto - La perdita dei docenti ebrei, cacciati dall'università dopo le leggi razziali del '38 fu uno dei colpi più duri alla scienza e alla cultura italiana». Una condanna forte, condivisa dal vicepresidente del Consiglio Francesco Rutelli e dal sindaco di Roma Walter Veltroni, dai presidenti della Provincia di Roma Enrico Gasbarra e della Regione Lazio Piero Marrazzo, che hanno solidarizzato nei confronti dei docenti. Solidarietà ribadita anche dai ministri delle Comunicazioni Paolo Gentiloni e dell'Istruzione Giuseppe Fioroni, e dai rettori della Sapienza Renato Guarini e di Tor Vergata Alessandro Finazzi Agrò, che chiedono di individuare al più presto l'autore per evitare che il clima d'odio faccia proseliti soprattutto tra i più giovani. A chiedere di tenere alta l'attenzione è chi su quella lista c'è finito, come la docente di Storia moderna alla Sapienza Anna Foa. «Siamo in presenza di un evento inquietante, chi si è reso autore di questa iniziativa delirante ha commesso un reato e va punito».
 
2 – L’Unione Sarda
Nuoro e Provincia Pagina 21
Università. In vista della protesta di lunedì in difesa del polo nuorese dibattito in Comune e Provincia
La Normale di Pisa modello per il rilancio
Appello del presidente del consorzio Russo alla Regione e ai Rettori
 
A pochi giorni dalla riunione dei consigli comunali dell'intera provincia, lunedì all'Eliseo, con la partecipazione del governatore Renato Soru, Sergio Russo, presidente del consorzio per l'università nuorese, propone il modello della Normale di Pisa per strappare il polo nuorese alla crisi attuale. Corsi integrativi rispetto a quelli della statale, che danno lustro alla Normale, potrebbero rilanciare l'ateneo moribondo. «È un modello replicabile che ci consente autonomia didattica. Prepariamo un progetto di medio periodo. Non è fuori dalla nostra portata, non richiede interventi legislativi. Servono condizioni politiche», dice Russo. Ne parla ieri davanti al consiglio comunale di Nuoro, poi all'assemblea provinciale nella prima audizione degli amministratori del consorzio, chiamati a raccontare le pene di un'università che perde le immatricolazioni al primo anno di Scienze dell'amministrazione e Scienze sociali, gli uffici di segreteria e soprattutto lo slancio per crescere oltre gli attuale mille iscritti. «Dobbiamo adoperarci in tutti i modi non solo per mantenere l'esistente - dice - ma per proiettare l'università in un futuro più stabile con ambizioni maggiori che non la rendano comparabile alla moltitudine dei corsi gemmati». Per tenere in piedi le opzioni attuali servono nove docenti per corso. L'università di Cagliari che, ha deciso i tagli in città, è sotto accusa: dopo una politica espansiva ora tenta di ridimensionare la presenza. «Nuoro non è comparabile con altre realtà». Il consorzio è il primo nato in Sardegna, ha una storia di vent'anni, è polo regionale per volontà dello Stato che ha recepito le indicazioni della commissione Medici. I problemi sono legati anche alla Regione che finanzia l'università, ma mette in un fondo indistinto le risorse destinate a Nuoro come ad altre realtà. «Il messaggio è che la Regione smobilita. E i rettori non si sentono responsabili di una scelta impopolare, sanno che non pagheranno un grande prezzo», dice Russo. Non è tenero con il rettore di Cagliari Pasquale Mistretta, venuto a sorpresa in città, ma solo per incontrare gli studenti. Con Sassari - spiega - i rapporti sono meno problematici. Così la fusione delle due facoltà in Scienze ambientali e in Scienze forestali è accettata di buon grado. «Il rettore di Cagliari dice che si possono bandire le cattedre per Nuoro, ma serve certezza di risorse per 12 anni. Un ragionamento da fare con il ministero e con la Regione». Aggiunge Russo: «Se non vogliamo un'università per i soli nuoresi dobbiamo chiedere che i corsi fatti qui non siano duplicati in Sardegna. Serve una programmazione interateneo». L'audizione di ieri è occasione per porre quesiti: «Dove sono stati spesi i 18 milioni di euro avuti?», chiede qualche consigliere. O per estremizzare la protesta: «Sfiducia a Soru e dimissioni di massa dei consigli comunali», dice l'Udeur.Il sindaco Mario Zidda è netto: «L'università deve diventare oggetto di una legge. È fondamentale che la Regione e lo Stato definiscano se vogliono o no il polo nuorese. Non possiamo essere trattati come uno sportello di cassa».
 
3 – L’Unione Sarda
Commenti Pagina 18
Il futuro delle università
Un serbatoio di voti tra le aule
di Paolo Pani*
 
 È luogo comune che le elezioni siano sinonimo di democrazia, dai grandi scenari internazionali a quelli nazionali, dalle grandi alle piccole istituzioni. È in parte vero, ma non sempre. L'Università è un'istituzione che è strutturata attraverso meccanismi elettorali, in ogni sua parte. È la prima contraddizione di un sistema in crisi. Le scelte dovrebbero avvenire rigorosamente per merito e qualità curriculari, non per consenso elettorale. Il consenso elettorale avviene, infatti, attraverso meccanismi che spesso prescindono dal merito, ma trovano le loro ragioni d'essere nell'interesse particolare di singoli e/o di gruppi, oltre gli interessi generali. Il consenso elettorale è diventato strumento dei "nuovi padroni" dell'Università, in modo gattopardesco dall'Università dei baroni.
Questi comportamenti sono tanto peggiori in un'istituzione autonoma (l'Università è costituzionalmente legittimo che lo sia) che deve risolvere i suoi problemi amministrativi e istituzionali al suo interno, senza confronti. Rispetto ai modi attuali, l'Università dovrebbe essere invece strutturata in raggruppamenti associati per affinità scientifica e disciplinare (gli insegnamenti). Tale struttura rappresenterebbe la ricchezza e il valore aggiunto dell'istituzione universitaria, un continuo e fecondo confronto dialettico fra "pensieri diversi" e "diverse visioni del mondo", dalla filosofia alla medicina e biologia, dalle lettere alle scienze politiche ed economiche e alla giurisprudenza, dalle scienze naturali alle scienze fisiche e chimiche, all'ingegneria. Sarebbe la funzione "alta", la "cultura" dell'Università. Ne siamo molto distanti: non succede, tutt'altro.
L'associazione per affinità scientifiche e disciplinari regge ancora, ma solamente sul piano formale. In realtà, i raggruppamenti, le stesse facoltà e i corsi di laurea sono oramai diventati gruppi di pressione elettorale, esercitata in virtù della consistenza "numerica" del proprio bacino elettorale. A livello nazionale non sono più scuole scientifiche, ma cordate elettorali che gestiscono i concorsi, oltre i meriti dei singoli, dai commissari ai candidati. È anche pletora dei corpi elettorali, dalle Facoltà al Senato accademico, allo stesso Rettorato. È "democrazia", ma non democrazia "funzionale", è diventata frammentazione, clientela, e insieme stallo per lo sviluppo dell'Università, se non regressione. Nella pletora elettorale si disperdono le reali funzioni e valori dell'istituzione, nella ricerca di un consenso a ogni costo, in modo "paritario" (ma negli eccessi di una democrazia "malata"), dagli studenti, al personale tecnico-amministrativo, a tutto il corpo docente, allo stesso sindacato, oltre la reale funzione e discrezionalità dei propri ruoli.
In queste condizioni, il sistema universitario italiano diventa difficilmente riformabile. È difficile in una situazione di un consenso di "a ciascuno il suo", secondo "democrazia". La crisi sarà progressiva, a vantaggio dei centri d'eccellenza delle Università private e del sistema universitario europeo. Il precario sistema universitario italiano difficilmente reggerà il confronto. Di questo vi è piena consapevolezza nel mondo universitario italiano, ma, anche, strenua difesa dell'attuale modello da parte dei massimi livelli organizzativi (la Conferenza dei Rettori). Sarà difficile anche qualsiasi modello riformatore del Governo se non vi sarà la piena collaborazione degli Atenei. Montano, però, anche le proteste e le denunce, ma raramente in senso propositivo. Soprattutto mancano atti concreti, perifericamente, negli Atenei.
Uno dei momenti decisivi della vita universitaria è l'elezione del Rettore, il terminale, nel bene e nel male, dell'organizzazione accademica. È stato già detto dei grandi numeri dell'elettorato, della loro dispersione e frammentazione. Gli argomenti sono principalmente la conta dei propri elettori, le possibili alleanze, le promesse per la ricerca del consenso: sono le credenziali dei candidati, quelle della "falsa" democrazia, quella stessa con cui è stato possibile aggiustare le regole per il proprio tornaconto. A Cagliari, la campagna per le elezioni del Rettore è imminente. Molti aspettano un segnale di discontinuità, contro la deriva della roulette elettorale e la precarietà istituzionale. Sono percepite, anche se ancora timidamente, le voci d'alcuni autorevoli docenti fuori ruolo, "super partes". È questione non eludibile: un candidato che abbia la capacità per quel ruolo, non solamente i voti. In attesa.
*Università di Cagliari
 
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano Pagina 23
Arborea. Convegno
Doping e cibo Le scuole dell'Isola a confronto
 
Ha riscosso un grande successo il tanto atteso convegno “Educare a crescere in salute: sport e alimentazione, una formula vincente” organizzato dalla coop agroalimentare 3 A di Arborea. Il convegno, che ha trattato temi sul doping e sulle abitudini alimentari corrette, ha avuto come relatori Antonio Dal Monte (componente fra l'altro della commissione medica del Comitato Olimpico internazionale), dei docenti Marco Guicciardi e Anna Maria Carcassi dell'Università di Cagliari, mentre la moderatrice è stata la giornalista di Sky Veronica Baldaccini. All'iniziativa della 3 A hanno partecipato numerosi dirigenti scolastici di tutta la Sardegna, nonché i docenti referenti per l'Educazione alla salute e per le Scienze motorie e sportive di ogni istituto isolano.
L'intervento di Marco Guicciardi è stato soprattutto riferito al coping :«Le attività sportive possono contribuire positivamente allo sviluppo generale delle persone e delle loro capacità sociali, favorendo l'integrazione, lo spirito di collaborazione, il confronto rafforzando perfino l'orgoglio, la determinazione e la perseveranza - ha detto in sintesi Guicciardi nel suo intervento - Tali obiettivi, però, difficilmente possono essere sviluppati all'interno di un progetto che veda nello sport soltanto un mezzo per raggiungere il successo e la vittoria a tutti i costi, trascurando le sue potenzialità di strumento per la formazione e lo sviluppo umano».
La docente Anna Maria Carcassi ha parlato soprattutto dell'importanza di una alimentazione corretta nello sviluppo dei giovani. «La corretta alimentazione assume un ruolo di primaria importanza nella promozione della salute e nella prevenzione delle malattie. Ed una dieta può essere definita salutare, e quindi corretta, quando è valida sotto due aspetti: quello quantitativo e quello qualitativo», ha riferito la professoressa Carcassi.
Il doping nello sport è stato trattato da Antonio Dal Monte che ha collaborato alla preparazione della squadra azzurra in ben 13 olimpiadi estive e 9 invernali. «Oggi vengono somministrate agli atleti sostanze che medicine non sono, ma che sono state inventate solamente allo scopo di doparli. Si infrange così non soltanto la normativa antidoping, ma si somministrano delle formule chimicamente non sperimentate e quindi potenzialmente tossiche e perciò pericolose». Dal Monte ha parlato poi dell'importanza nello sport di una alimentazione corretta :«A questo proposito una citazione la merita il latte, alimento tanto utile quanto completo», ha sottolineato il professor Dal Monte. ( a. l. )
 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Nuoro
Università. Un Consiglio straordinario per salvare l’ateneo 
«A Nuoro il modello della Normale» 
Russo ribadisce l’importanza del progetto per tutto il territorio 
 
 NUORO. «La prima necessità è il radicamento del convincimento della strategicità dell’università nelle teste della nostra gente». È iniziato con la presa di posizione netta l’intervento del sindaco Mario Zidda nel corso del Consiglio convocato in seduta straordinaria sul tema dell’università.
 L’incontro che si è tenuto ieri mattina ha visto l’audizione dell’architetto Sergio Russo, presidente del Consorzio universitario.
 I lavori sono stati aperti da una breve introduzione del presidente del consiglio Leonardo Moro e dell’assessore alla cultura Teresa Pintori. Quindi è toccato a Sergio Russo fare il punto della situazione. Il presidente ha ripercorso la storia del consorzio universitario e ricostruito le ultime vicende che hanno portato l’università di Cagliari a chiudere, dall’anno prossimo, i corsi di Scienze dell’amministrazione e Scienze sociali. Una crisi iniziata, a seguito delle norme contenute nella Finanziaria 2006 e nel decreto Mussi. Nel suo intervento Russo ha definito l’università come come «uno dei progetti più ambiziosi e strategicamente importanti mai elaborati in questo territorio» e sottolineato la necessità di rilanciare il progetto di università non per salvare l’esistente, ma per fare in modo che quanto si fa a Nuoro non si confonda con quanto viene fatto altrove, con corsi universitari non gemmati, esclusivi da istituire magari col concorso dei due atenei sardi.
 Russo, che non ha mancato di bacchettare il rettore dell’università di Cagliari Pasquale Mistretta per il suo blitz di lunedì scorso, ha parlato della possibilità di attivare il corso di Ingegneria gestionale, previsto dalla programmazione ministeriale del triennio 1991-94, e della proposta avanzata da Mistretta alle amministrazioni locali di garantire le risorse per l’assunzione dei docenti. Russo, infine, ha presentato, come possibile modello di sviluppo possibile dell’università nuorese, quello definito “Normale di Pisa”, con corsi integrativi che qualifichino la formazione di chi si laurea a Nuoro. Qualche parola Russo l’ha spesa anche sul futuro modello gestionale (consorzio, fondazione), che dipenderà dal tipo di soggetti che ne faranno parte. Il sindaco Zidda ha criticato l’atteggiamento degli atenei sardi che hanno utilizzato quello nuorese per fare cassa. Per il sindaco occorre dire prima di tutto se lo Stato e la Regione vogliono l’università a Nuoro. Se la risposta è affermativa allora l’università deve nascere attraverso una legge che definisca la questione una volta per tutte. Zidda ha ribadito il fatto che in Sardegna, con solo il 10% di laureati sul totale della popolazione e con le università sarde gonfie di studenti, ci sia lo spazio per un terzo polo universitario. Un progetto, ha precisato Zidda che ha una sua storia e che non va confuso con quell’università diffusa che gli atenei sardi hanno promosso come una sorta di marketing territoriale per attirare studenti. «Dobbiamo affermare con forza quello che considero un diritto e su questo dovremo impegnarci con forza» ha concluso Zidda. Laura Piras, rappresentante degli studenti, ha chiesto alle istituzioni non solo di salvare il presente, ma di rilanciare l’università potenziandola e permettendo che si radichi a Nuoro.
 Dopo l’audizione di Russo si è aperto il dibattito cui sono intervenuti consiglieri di tutti i gruppi. Angioi (Pd), nel ha proposto di destinare i soldi del campus per acquistare l’ex Inam e la Banca d’Italia per farne la sede dell’università. Lapia (Udeur) ha chiesto, in caso di mancate risposte, di sfiduciare Soru e le dimissioni in massa di tutti i rappresentanti delle istituzioni locali. Per Alessandro Bianchi (Pd), invece, occorre far uscire l’università nuorese dalla tutela di Cagliari e Sassari.
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
Come scegliere la facoltà più giusta: all’Università lezione per i maturandi 
L’INIZIATIVA Nel complesso di Scienze 
 
 SASSARI. Dall’11 al 15 febbraio l’Università organizza la Vª edizione della manifestazione “Studiare a Sassari: informazione e orientamento all’università”. L’evento, che si terrà nel complesso didattico della facoltà di scienze Matematiche, fisiche e naturali in via Vienna 2, coinvolgerà gli studenti degli istituti secondari superiori della Sardegna iscritti all’ultimo anno.
 L’obiettivo è fornire loro una visione complessiva dell’offerta formativa dell’Ateneo e dei servizi a esso correlati. Anche quest’anno, inoltre, sono stati invitati a partecipare la Provincia e il comune di Sassari e, in maniera innovativa, anche tutte le forze dell’ordine (esercito, polizia, carabinieri e finanza). L’iniziativa si colloca nell’ambito di un sempre costante dialogo fra l’università e il settore dell’istruzione secondaria superiore. La manifestazione prevede, nel corso del suo svolgimento, diverse fasi. Preliminarmente saranno somministrati agli studenti partecipanti specifici test psico-attitudinali elaborati dagli psicologi del Centro Orientamento che curano il servizio Counseling, al fine di evidenziare gli ambiti accademici più affini e quelli invece meno attinenti in relazione alla forma mentis del singolo studente. La manifestazione vera e propria prevede una presentazione iniziale generale relativa all’Ateneo e ai servizi dei quali gli studenti possono usufruire; al termine, ciascuno di loro, liberamente, potrà assistere all’esposizione dell’offerta formativa delle 11 facoltà che, reiteratamente tramite docenti e studenti evidenzieranno le possibilità curriculari presenti nel loro ambito e risponderanno a ogni richiesta di informazione. Tutti gli studenti, inoltre, riceveranno gratuitamente dei gadgets realizzati per l’occasione. Al fine di favorire l’interazione tra i futuri immatricolandi, spesso intimiditi dalla nuova realtà, e il mondo accademico, sarà come sempre prevista una massiccia presenza di studenti tutor, prossimi al conseguimento della laurea e perciò ben consapevoli delle diversità tra la vita universitaria e la scuola secondaria superiore. Per quanto riguarda la calendarizzazione delle 5 giornate previste, tutti gli istituti sono stati singolarmente contattati dal personale del Centro orientamento al fine di essere inseriti in uno dei due turni mattutini, previsti dalle 9 alle 11. Infine, grazie alla disponibilità dell’Ersu gli studenti e i docenti accompagnatori che provengono dai centri più distanti da Sassari, potranno usufruire gratuitamente del servizio mensa. Per qualunque informazione in merito il personale del Centro orientamento può essere contattato al numero 079.2010650, tutti i giorni sabato escluso, dalle 8,30 alle 13,30.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
Università, sei milioni per le facoltà gemmate 
 
CAGLIARI. Sei milioni all’Università per le facoltà gemmate ma la ripartizione sarà decisa da una conferenza dei servizi. Il Consiglio ha raggiunto un compromesso con un emendamento di sintesi. I rettori chiedevano più risorse e nel 2007 il fondo era di otto milioni. In origine la legge ne prevedeva solo 4.
 
Pagina 2 - Fatto del giorno
Compromesso sull’Università 
Alle facoltà «gemmate» 6 milioni, ne chiedevano 8 
 
CAGLIARI. Il «parlamento» sardo ha approvato una serie di misure sull’istruzione e sulle Università, due punti che stanno a cuore al governatore. Il dibattito è stato incentrato sui finanziamenti alle università «gemmate» per le quali saranno disponibili sei milioni. Ma c’è voluto un emendamento di sintesi per poter andare avanti; l’emendamento è stato approvato a larghissima maggioranza con 65 voti a favore e solo 4 contrari.
 Entro 90 giorni dall’approvazione della Finanziaria si terrà una conferenza di servizi e la giunta sottoscriverà un’intesa con le Università storiche (Sassari e Cagliari) diretta «alla razionalizzazione dell’offerta formativa del sistema universitario».
 Questo è il contenuto dell’emendamento di sintesi messo a punto dalle diplomazie interne per sbloccare una situazione nel quale il Coniglio era precipitato. Sei milioni dovrebbero essere sufficienti - hanno detto diversi consiglieri - anche se nel corso delle audizioni i rettori dei due atenei storici chiedevano un incremento di risorse soprattutto per Olbia. Nel 2007 il finanziamento era stato di otto milioni. La previsione per il 2008 era di quattro milioni ed è quindi stata migliorata. Tra gli altri provvedimenti, con 10 milioni saranno potenziate le case dello studente di Cagliari e Sassari ed è stato cancellato il tetto massimo di 8 milioni del valore del patrimonio immobiliare regionale da trasferire all’Ersu di Cagliari e da destinare alla vendita o alla permuta Cinque milioni saranno spesi per proseguire il programma «Sardegna speaks english» per l’insegnamento della lingua inglese, mentre 400.000 euro serviranno per assegnare borse di studio agli insegnanti delle scuole superiori per la frequenza della scuola speciale di formazione. Venti milioni di euro vanno alle scuole pubbliche per la lotta alla dispersione e per il miglioramento della qualità dell’insegnamento, mentre tre milioni sono destinati agli istituti superiori pubblici per il prestito di libri di testo agli studenti appartenenti a famiglie svantaggiate. Con 10 milioni si favorirà il diritto allo studio dei portatori di disabilità. Con sei milioni di euro sarà assicurata la prosecuzione e il completamento dei corsi avviati nelle sedi universitarie decentrate. La Regione inoltre premierà gli studenti universitari meritevoli con la concessione di assegni di 6.000 euro per tutta la durata del corso di laurea. Ulteriori cinque milioni serviranno per assegnare borse di studio agli studenti di famiglie svantaggiate per frequentare le scuole superiori. Aumenta da 1,5 a 6 milioni la dotazione per i contributi destinati ad abbattere i costi di affitto per gli universitari fuori sede, in Italia e all’estero. L’articolo, rispetto a quanto stabilito dalla Finanziaria 2007, accresce da 2,4 a 3,8 milioni la quota regionale per il Piano dell’edilizia scolastica. Per provvedimenti urgenti, in caso di situazioni di emergenza certificate, si stanziano 800.000 euro.
 Il controllo sulla corretta spesa dei finanziamenti sul diritto allo studio, con rendicontazione obbligatoria per le amministrazioni locali e per le istituzioni scolastiche, si estende anche, in materia di formazione, ai consorzi e associazioni universitarie e a tutti gli organismi riconosciuti dal Ministero dell’università.
 Infine, la Regione allarga a tutte le scuole il finanziamento per la formazione degli insegnanti di lingua sarda.
 
 
 
 
 
 
 

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