Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 February 2008
Rassegna stampa a cura dell’Ufficio stampa e web
Segnalati 6 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna
 
1 – L’Unione Sarda
Prov Medio Camp Pagina 40
Il convegno organizzato dal gruppo Neapolis in collaborazione con Provincia e Università
«Così era Guspini nel Neolitico»
Un ciclo di incontri per valorizzare il gioiello archeologico
 Quattro dibattiti con le relazioni di esperti per fare il punto sulle ultime scoperte archeologiche in Sardegna. Organizza Neapolis
 
"Il neolitico in Sardegna". È il tema del ventunesimo convegno di archeologia, organizzato dal gruppo archeologico "Neapolis" di Guspini in collaborazione con l’amministrazione comunale, la Provincia del Medio Campidano e le università di Cagliari e Sassari. L’appuntamento è ogni sabato dal 15 marzo al 12 aprile nella sala consiliare di Guspini con inizio alle 17,30. Terranno le conferenze quattro relatori di prestigio provenienti dalle università di Cagliari e di Sassari.
IL PROGRAMMA Aprirà il ciclo degli incontri Giuseppa Tanda, docente dell’Università di Sassari, ricercatrice di Preistoria e Protostoria. Il 15 marzo terrà la relazione "Origine e articolazione del Neolitico in Sardegna". La seconda conferenza, in programma il 29 marzo, sarà tenuta da Paola Basoli, docente dell’Università di Sassari, direttore archeologico soprintendenza dei Beni Culturali di Sassari. Parlerà di "Le grotte di san Michele e la cultura di Ozieri". Il 5 aprile sarà la volta di Luisanna Usai, docente dell’Università di Sassari, soprintendenza dei Beni Culturali di Sassari-Nuoro. La sua relazione verterà su "Testimonianze di età Neolitica nelle grotte della Sardegna". Il 12 aprile il ricercatore dell’Università di Cagliari Carlo Lugliè concluderà il ciclo di conferenze con una relazione sul tema: "Risorse litiche e strategie di produzione nella Sardegna Neolitica (VI-IV millennio a.c.): variabilità e significato". Anche per quest’anno sono state programmate delle escursioni per la visita dei luoghi presentati nelle varie conferenze.
L’OBIETTIVO È dal 1984, anno della sua costituzione, che il gruppo archeologico "Neapolis" organizza importanti seminari di formazione, di riflessione e sensibilizzazione sui temi di archeologia, etnografia, antropologia, storia e lingua sarda. «Il nostro obiettivo - afferma il presidente Iride Peis -è quello di far conoscere, salvaguardare e valorizzare il grande patrimonio archeologico del Guspinese- Arburese». «Il gruppo Neapolis - aggiunge Tarcisio Agus, primo presidente dell’associazione - ha il merito di essere riuscito a diventare un veicolo culturale importante per il territorio sia per i numerosi convegni e dibattiti, tenuti da autorevoli professori delle Università sarde e delle Soprintendenze, sia per escursioni in tutta l’Isola, sempre guidate da studiosi di chiara fama».
Gian Paolo Pusceddu
 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Fatto del giorno
Le sedi decentrate hanno un senso solo se formano davvero laureati di qualità 
Occorre stabilire in tempi brevi, fuori dai localismi, quali poli accreditare, investendo su di essi
risorse adeguate 
di Gian Luigi Gessa 
 
Le sedi universitarie decentrate, la cosiddetta università del territorio, sono molto preoccupate perché i finanziamenti stanziati nella finanziaria regionale non sono sufficienti per la loro sopravvivenza e tanto meno per progetti più ambiziosi. In effetti, la Regione ha assegnato la somma complessiva di quattro milioni di euro per finanziare sia le numerose sedi universitarie decentrate che l’Ailun, che non è una università ma un’associazione per la istituzione a Nuoro di una libera università.
 L’anno scorso l’assessore aveva temperato le vivaci proteste dei più sfortunati beneficiari dichiarando che il finanziamento (il doppio di quello attuale) e la sua distribuzione tra le sedi erano «in attesa di ripensare il rapporto tra l’università e il territorio».
 Poiché questa è la quarta finanziaria a cui partecipo che assegna fondi all’università del territorio «in attesa di ripensare...» mi chiedo quali insuperabili resistenze politiche impediscano il «ripensare» o se l’attesa dipenda da difficoltà organizzative nell’assessorato che pure si avvale di preziose consulenze.
 Infatti, l’assessore Elisabetta Pilia nel 2005 aveva commissionato al professor Golzio di Modena uno studio sulla situazione didattica (corsi di laurea, docenti, studenti, laureati) di ciascuna delle sedi decentrate in Sardegna. Questo studio è disponibile da quasi due anni così come l’analisi elaborata dal CRENOS, Centro Ricerche Economiche Nord Sud, la quale confronta la situazione didattica con quella finanziaria, cioè chiarisce quanto costa ciascuna sede universitaria decentrata rispetto al suo prodotto in laureati. Inoltre, nel maggio del 2005 è stata istituita la Commissione per il monitoraggio delle sedi decentrate «che dovrà effettuare l’analisi e la valutazione del funzionamento, dei costi e dei risultati raggiunti, con il supporto dei Nuclei di valutazione delle università e della Regione». Nello stesso giorno si proclamava anche l’istituzione della Commissione per il sistema universitario integrato della Sardegna, «il cui primo impegno sarà fare in tempi stretti il monitoraggio e la valutazione degli atenei e dell’università diffusa, attraverso un nucleo di valutazione formato da rappresentati della Regione e delle università, che utilizzerà i parametri fissati dalla Commissione di valutazione nazionale».
 Non mancano pertanto gli organismi, i consulenti, le commissioni e i nuclei di valutazione (qualcuno riceve emolumenti per la sua intensa attività?) per decidere «in tempi stretti» quale sede decentrata meriti di essere sostenuta e potenziata, quale modificata, quale soppressa non solo in considerazione del prestigio del Comune che la ospita, del suo sindaco e del politico di riferimento, quanto del fatto che fornisca un titolo vero, che abbia valore di mercato.
 In un recente articolo Francesco Pigliaru ha sostenuto che la diffusione di università sul territorio è importante per formare «in tempi brevi» quei laureati di cui la Sardegna ha bisogno: in Sardegna ha la laurea solo il 10% della popolazione di età compresa tra i 25 e 44 anni, mentre in altri paesi più avanzati queste percentuali variano dal 23 al 46%, in essi il numero dei laureati è legato positivamente al numero delle università e al progresso del paese. Tuttavia, perché l’equazione più università più laureati più progresso sia valida è necessario che i laureati prodotti abbiano reale qualità, altrimenti sarà come stampare banconote che non hanno corso legale in Europa.
 Pigliaru obiettivamente riconosce che il modello di università diffusa prevalente in Sardegna è mal disegnato, malissimo gestito, basato su scelte sbagliate e talvolta assurde; «In oltre quindici anni di presenza a Nuoro, l’Università di Cagliari non ha creato neanche un posto di ricercatore a sostegno dei corsi lì localizzati. Una situazione che sarebbe inconcepibile anche per il più modesto college americano, perché ogni seria università ha bisogno di infrastrutture adeguate e soprattutto di un corpo docente formato da persone che lavorano e vivono in loco». A differenza di quello di Pigliaru, molti interventi a favore o contro l’università diffusa non si basano su dati obiettivi ma sono distorti da pregiudizi e luoghi comuni rivelando una scarsa conoscenza della materia.
 Ritengo utile, a costo di risultare pedante, ribadire alcuni concetti. Le sedi distaccate non sono università ma corsi di laurea attivati dalle università di Cagliari e Sassari. L’università di Cagliari ha istituito corsi di laurea a Oristano, Nuoro, Iglesias, Ilbono, Sorgono e Sanluri. L’università di Sassari ha sedi decentrate ad Alghero, Tempio, Olbia, Nuoro, Oristano, Ozieri.
 Le sedi decentrate svolgono prevalentemente corsi triennali (laurea breve) di cui alcuni sono duplicazioni di quelli presenti nelle sedi di Cagliari e Sassari, altri sono di nuova istituzione. I docenti delle sedi decentrate sono in ruolo presso le sedi di Cagliari e Sassari dove dovrebbero svolgere la loro attività di insegnamento e ricerca. Essi ricevono uno stipendio supplementare per insegnare nella sede decentrata dove si recano per le lezioni e per gli esami. Il corpo docente è costituito prevalentemente da ricercatori e professori associati. Nessun ricercatore o professore è stato mai promosso in un concorso finalizzato a ricoprire un posto nella sede decentrata, che evidentemente non forma docenti, una delle missioni dell’università.
 Purtroppo le informazioni disponibili non offrono alcuna indicazione sulla qualità dell’insegnamento, dei docenti, sull’indice di gradimento da parte degli studenti e soprattutto non indicano se il titolo erogato ha valore di mercato nel senso che serva veramente nel lavoro e nella vita. Eppure esistono metodi obiettivi per misurare e verificare queste cose. Da qualche anno le sedi decentrate della Toscana sono impegnate in un processo di accreditamento al fine di ottenere un riconoscimento europeo, che nel futuro sarà la condizione per ottenere finanziamenti pubblici. Occorre decidere «in tempi brevi» quali sedi accreditare, dedicando a queste risorse adeguate. La Corea del Sud ha investito, per il potenziamento delle sedial di fuori dell’area metropolitana di Seoul, 130 miliardi di dollari in 5 anni! Occorre risolvere «in tempi brevi” questi problemi concreti prima di pensare a programmi ambiziosi quali quelli di accogliere esperti di fama internazionale, costituire un centro congressi permanente o costituire un laboratorio d’avanguardia in campo aerospaziale collegato con la Nasa per le missioni degli Shuttle.
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Oristano
OLIENA 
«Università, no allo smantellamento» 
Il Psd’Az scende in campo per sostenere la protesta degli studenti 
 
 OLIENA. Nel dibattito sulle sorti dell’università di Nuoro, interviene anche il direttivo del Psd’Az di Oliena sempre attento alle problematiche del Nuorese che in questi ultimi dieci anni ha assistito impotente allo smantellamento sistematico di servizi, «in nome di una politica di rigore economico e di tagli, che è stata applicata con uno zelo raramente manifestato in altre e più appropriate occasioni».
 «Le tristi sorti dell’università di Nuoro - si legge in un documento -, che si appresta a chiudere i battenti addirittura ad anno accademico iniziato e ad esami in corso, sono l’ultimo tassello e forse il colpo di grazia per un territorio, afflitto da ben noti problemi di spopolamento e a basso tasso di laureati, che guardava alla neonata università come una concreta occasione di sviluppo e come una fondata speranza di trattenere i propri giovani, farli crescere culturalmente e renderli partecipi di una possibile rinascita».
 «L’Università di Nuoro - continua la nota stampa - rappresenta non solo la possibilità di studiare per chi non può trasferirsi in un altra città per motivi economici o familiari, ma anche una scelta coraggiosa di rimanere e costruire in questo territorio un presente e un futuro».
 Per il Psd’Az olienese, oggi, grazie alle nuove tecnologie e alla potenzialità dei mezzi di comunicazione molte barriere sono cadute «insieme all’isolamento che ci tagliava fuori dai circuiti della conoscenza, ma la politica non sembra accorgersi che per colmare il divario che ci separa da zone più fortunate ed uscire dall’angolo periferico in spesso siamo stati relegati, il Nuorese ha bisogno, anzi ha il diritto di avere le stesse opportunità di altre città anche più piccole per dimensioni. Ecco perchè esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla protesta studentesca e chiediamo che il polo universitario nuorese non solo sia preservato e difeso, ma soprattutto potenziato, con un impegno che al di la delle parole e dei proclami, si traduca in un investimento economico importante e massiccio».
 È interesse di tutti - conclude il documneto del Psd’Az di Oliena - trasformare l’ateneo nuorese in una vera e propria università del centro Sardegna, con propri docenti e strutture autonome, che abbiano il compito di tessere una rete culturale stabile, adeguata non solo alle esigenze dei giovani universitari nuoresi, olianesi e di tutto il territorio, ma soprattutto qualificata da apporti e collegamenti con le realtà produttive e culturali locali e non, e con le università italiane ed europee. Una università che sarà piccola per dimensioni, ma che trarrà la sua forza dal radicamento nel territorio».
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 34 - Sassari
Sardegna e sviluppo economico
una conferenza di Pigliaru 
 
ALGHERO. Francesco Pigliaru, ordinario di Economia Politica presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari e già assessore alla Programmazione bilancio, credito e assetto del territorio nella giunta Soru, è il relatore della conferenza/dibattito dal titolo: “Quale sviluppo economico per la Sardegna?” che si terrà venerdì prossimo 8 febbraio alle ore 19 nella sala Siotto in via Marconi 10/a. Pigliaru, attraverso l’analisi dello scenario socio-economico dell’Isola, cercherà di individuare i punti di forza che possono rendere competitiva la nostra Regione, anche alla luce delle modifiche al metodo di programmazione regionale e alla introduzione del Programma regionale di sviluppo socio economico.
 L’analisi riguarderà i vari settori di intervento e le modalità di partecipazione popolare al processo di programmazione “dal basso”. Seguiranno il dibattito e le conclusioni.
 L’iniziativa, aperta a tutti, si inserisce nel percorso iniziato lo scorso anno dalla scuola di formazione sociale e politica “Coloriamo il futuro delle nostre città” organizzata dall’associazione un’Isola, con il patrocinio della Fondazione del Banco di Sardegna.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Sassari
«Elezioni all’Ersu, diritto di voto anche per studenti di Conservatorio e Accademia» 
È stata chiesta alla Regione la modifica dell’attuale regolamento 
 
 SASSARI. «Anche gli studenti del Conservatorio di musica e dell’Accademia di belle arti hanno diritto a essere eletti e a votare per la rapprsentanza studentesca nell’Ersu. Sono stati attivati, infatti, i corsi accademici di primo e secondo livello in entrambe le strutture sassaresi». La richiesta del rappresentante degli studenti universitari dell’Ersu e dei componenti delle consulte degli studenti di Conservatorio e Accademia, è rivolta al presidente della regione Renato Soru, all’assessore alla Pubblica istruzione, Maria Antonietta Mongiu e al presidente dell’Ersu Antonello Mattone.
 Vincenzo Cossu e i colleghi della Consulta del Conservatorio, il rappresentante della Consulta dell’Accademia delle Belle Arti di Sassari, Giovanni Pala, e il rappresentante degli studenti dell’Ersu, Simone Campus, si sono riuniti l’altro ieri nei locali Conservatorio. L’atto simbolico e formale più importante è stato la firma del documento comune quale si ufficializza la richiesta alla Regione di attivarsi per modificare i regolamenti per le elezioni delle rappresentanze studentesche. La riunione congiunta è stata anche il primo passo di un processo che porterà in breve tempi alla creazione, prima di una conferenza permanente delle rappresentanze studentesche del Conservatorio dell’Accademia di Belle Arti di Sassari; poi, col coinvolgimento dei rappresentanti degli studenti del Conservatorio di Cagliari, alla creazione di una conferenza permanente delle rappresentanze studentesche di tutta l’Alta Formazione Artistica e Musicale della Sardegna.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 38 - Nazionale
Il caso. Il movimento degli studenti rischia di spaccarsi 
Sei universitari danno gli esami La portavoce del comitato: egoisti 
 
 NUORO. Studenti universitari, e adesso il fronte si spacca. Ieri mattina sei giovani si sono presentati nella sede dell’ateneo nuorese e hanno sostenuti gli esami. Ma la protesta del comitato studenti in lotta non si è fatta attendere. La portavoce Rossella Cambedda ha parlato di «egoismo di pochi» contro la maggioranza.
 Dopo la grande manifestazione studentesca tutto lasciava pensare che la situazione stesse migliorando. Segnali positivi arrivavano sia dalla Regione che dall’ateneo di Cagliari. In Regione si dava quasi per sicuro un emendamento alla Finanziaria che portava da 4 a 6 milioni di euro le risorse per l’università diffusa, compresa quella di Nuoro. Inoltre si dava per certa anche presenza del presidente Renato Soru all’incontro di lunedì prossimo con i sindaci del territorio in posizioni più possibiliste per la difesa e il rialncio dell’università barbaricina. Infine il blitz e le pubbliche dichiarazioni rilasciate due giorni fa dal rettore di Cagliari, Pasquale Mistretta, invitavano a un certo ottimismo.
 «Farò di tutto - aveva infatti detto Mistretta - perchè in autunno il corso di Pubblica amministrazione ritorni a Nuoro». Il rettore naturalmente legava questo punto alle risorse, ma anche su questo piano, le cose si stavano mettendo bene in Regione e (almeno a quanto si dice) pure tra gli enti consorziati, Provincia e Comune.
 La portavoce del comitato studentesco invece non è d’accordo. Per Rossella Cambedda Mistretta «non ha garantito le immatricolazioni entro maggio, ma solo in autunno, quando è già troppo tardi». Si tratterebbe dunque di un «passo indietro». Inoltre secondo lei il rettore di Cagliari «accolla tutti i costi al consorzio», che, a questo punto, non dovrebbe «firmare la nuova convenzione». Un altro messaggio forte parte poi all’indirizzo di Mistretta: «Per noi c’è ancora una interruzione di servizio pubblico» gli manda a dire Cambedda.
 Ma a questo punto una domanda è d’obbligo: non è interruzione di pubblico servizio anche pretendere il blocco degli esami? E poi, in tutta questa vertenza, chi rappresenta veramente gli studenti universitari nuoresi?
 
 
 
 
 
 

 

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