Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 February 2008
Rassegna stampa a cura dell’Ufficio stampa e web
Segnalati 5 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna
 
1 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro Pagina 50

No del centrodestra all’emendamento-sintesi annunciato da Cucca
Università, decide la Regione


Nessun accordo tra maggioranza e opposizione in Consiglio regionale per assicurare i fondi e, soprattutto, garantire un percorso autonomo per Nuoro. La questione rischia anche di ingenerare una curiosa commedia degli equivoci che coinvolge gli stessi rappresentanti degli studenti (Sara Mattu, Laura Piras e Massimo Pusceddu) che dopo un incontro con il presidente della Commissione Bilancio Giuseppe Luigi Cucca, hanno diramato una nota sostenendo di aver avuto assicurazioni che «i corsi verranno regolarmente conclusi». A parte le garanzie sulle «risorse che verranno sistematicamente messe in bilancio», Cucca avrebbe parlato anche di un emendamento di sintesi «dove si metteranno tutti i fondi sufficienti» e di lavorare per «impegnare la Giunta a costruire un percorso che delinei il futuro dell’università diffusa e in particolare di quella nuorese».
Sono gli stessi rappresentanti degli studenti però a dire che Nuoro ha una storia diversa da non confondere nel calderone del fondo indistinto per tutti aperti dalle università nei paesi sardi. Un aspetto non secondario sottolineato da Silvestro Ladu che, pur confermando, «l’orientamento comune che mira a garantire la conclusione degli studi e il ripristino dei due corsi cancellati», sostiene che in commissione Bilancio solo la maggioranza «è d’accordo sull’emendamento di sintesi che vuole portare il finanziamento da 4 a 6 milioni di euro da destinare alle università diffuse, cifra comunque inferiore a quella degli anni passati. L’opposizione, e il sottoscritto in particolare - scrive il consigliere regionale di Fortza paris - continuerà a sostenere la necessità di un finanziamento specifico per Nuoro. La proposta della maggioranza, presidente Cucca compreso, è un compromesso al ribasso che non risolve il problema, ma mira a posticipare il certificato di una morte annunciata».


2 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 15

Il caso Stipendi quasi dimezzati
«Un master beffa»: cresce la protesta di trenta ricercatori



La promessa fatta dal governatore Soru, secondo gli studenti, era chiara: il loro stipendio, cioè quello dei circa 30 ricercatori sardi che per primi avevano sfruttato il programma master and back per accrescere le loro professionalità e metterle a disposizione dell’Università sarda, sarebbe passato da 1.200 euro lordi a 1.600 entro poche settimane «a partire da settembre», così da adeguare la cifra a quella percepita dai colleghi partiti successivamente.
Quattro mesi dopo quelle assicurazioni, invece, della cifra «non si è ancora vista l’ombra». E così, dopo le proteste della scorsa estate, l’iniziativa regionale nata nel 2005 e che, nelle intenzioni, deve favorire l’inserimento lavorativo degli studenti nell’Isola dopo una specializzazione effettuata all’estero (i posti annuali sono 3 mila), torna al centro delle polemiche, con annessa minaccia dei dieci firmatari di un documento indirizzato all’assessore regionale alla Programmazione e bilancio Eliseo Secci di «mollare tutto e portare altrove le conoscenze acquisite all’estero».
Nell’agosto 2007, infatti, i 30 ragazzi tornati in Sardegna dopo una specializzazione in diversi campi durata dai 6 mesi a un anno, avevano trovato tre brutte sorprese ad attenderli: uno stipendio più basso di quanto gli era stato garantito, un grande ritardo nei pagamenti mensili e un contratto che, come cifra prevista, era la metà di quello concesso al bando 2007-2008. In sostanza, i ricercatori avevano firmato un contratto co.co.co con l’Università da 1.200 euro lordi al mese: invece avevano scoperto che «da quella cifra si dovevano togliere i contributi a nostro carico e pure quelli che deve versare il datore di lavoro». Quindi, 960 euro lordi e 800 netti. A questo si aggiungeva il ritardo nei pagamenti, con due/tre stipendi accorpati in un’unica busta paga e conseguente aumento delle tasse. Infine, la differenza di stipendio con i colleghi del master and back successivo: «Il loro contratto è doppio».
A settembre, dopo le proteste, la promessa: «Gli stipendi saranno adeguati». Invece, stando alle lamentele dei ricercatori, «la situazione non è cambiata». Inutile, a quanto pare, anche cercare di capire a chi rivolgersi: «Il Centro regionale di programmazione dice di aver adempiuto a tutte le pratiche necessarie», dicono i dieci giovani, «mentre all’Agenzia regionale del lavoro affermano che il problema è dovuto al mancato arrivo dei fondi». Di chi la responsabilità allora? «Ci hanno indicato l’assessorato al Bilancio».
Ecco allora che, «esausti dal contattare in vari modi i responsabili del progetto e frustrati da uno stipendio che supera di poco gli 800 euro», il documento arriva all’assessore Secci: «Crediamo che lei possa fornirci maggiori dettagli e spiegazioni», confidando ovviamente almeno «in un cenno di riscontro».

3 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 16


Presentato nella Facoltà di Economia il rapporto Unicef 2008: ogni anno muoiono 26 mila bambini
L’interminabile strage degli innocenti


Quanto vale la vita di un bambino? Si apre con questa domanda il Rapporto Unicef 2008 sulla condizione dell’infanzia nel mondo. È difficile dare una risposta. Se è vero infatti che in Occidente la maggior parte delle persone farebbe qualsiasi cosa per salvare anche un solo bambino, su scala globale invece le priorità dei governi sono altre. Il risultato è che in tutto il mondo continuano a morire, ogni giorno, più di 26 mila bambini al di sotto dei cinque anni. Il rapporto, intitolato Nascere e crescere sani , è stato reso pubblico alcuni giorni fa. A Cagliari la presentazione si è svolta nell’aula B della Facoltà di Economia, in occasione della cerimonia d’apertura del 14° corso universitario di Educazione allo sviluppo. Di fronte a circa 250 studenti, hanno preso la parola per prime Rosella Onnis e Paola Manconi (direttrici provinciale e regionale dell’Unicef). A illustrare il contenuto del rapporto ha pensato il direttore generale di Unicef Italia Roberto Salvan, mentre gli onori di casa sono stati fatti dal neo-preside della Facoltà, Aldo Pavan.
«Ogni giorno - rivela Salvan - continuano a morire 26 mila bambini, per lo più per cause evitabili come complicanze neonatali, polmoniti, precarie condizioni igienico-sanitarie, miseria in genere, malnutrizione e infezioni varie. Senza dimenticare dissenteria, morbillo, malaria, colera e Aids». In più, vanno messe in conto guerre e disastri naturali. «L’80 per cento delle piccole vittime - riprende Salvan - si registra nell’Africa sub-sahariana e nell’Asia meridionale: in Sierra Leone si contano 270 morti ogni mille nati vivi; in Angola il numero scende a 260, mentre in Afghanistan sono 237. Esempi positivi arrivano da Cuba: sette decessi ogni 1.000, Sri Lanka (13) e Siria (14); in Italia sono appena cinque. Fra i Paesi che hanno registrato i maggiori progressi spicca la Cina (dove la mortalità è scesa da 45 su 1.000 nel 1990 a 24 su 1.000 nel 2006) e l’India».
Agghiaccianti i dati relativi alle donne che muoiono in gravidanza o durante il parto: una su sette in Niger, una su otto in Sierra Leone, una su 11 in Ciad; nel nostro paese, una sola ogni 8.000. (p. l.)

4 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 17

La zona attorno a Ingegneria continua a essere frequentata dai consumatori di eroina
Droga dietro la Facoltà, video in rete

Ripresi per protesta da uno studente mentre si bucano

Due minuti di immagini choc su internet: due tossicodipendenti si iniettano la droga e orinano su un muro della Facoltà di Ingegneria.
Le immagini della disperazione consumata davanti alle finestre delle aule, sotto gli occhi di centinaia di studenti. È finito su Youtube il filmato girato un giovanissimo videoamatore che documenta due tossicodipendenti che, in pieno giorno, si iniettano l’eroina in vena e poi urinano su di un muro, a poche decine di metri da una delle facoltà più affollate della città.
L’ALLARME Un video forte, ripreso da uno studente con una piccola telecamera, sabato mattina è finito su internet. Denuncia, con la forza delle immagini, quello che tanti universitari del Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica vedevano e commentavano ormai da tempo: dietro le finestre della facoltà, alle spalle di Piazza D’Armi e poco oltre il colle di Tuvixeddu, l’emergenza eroina non è mai cessata. Mentre nel resto della città, anche tra i minorenni, cresce e fa paura l’allarme per la cocaina e le nuove droghe, a poche decine di metri dalla culla dell’ingegneria cagliaritana c’è il nuovo ritrovo di chi, nel silenzio della solitudine, continua il tragico rituale del buco.
DUE MINUTI CHOC Non dura nemmeno due minuti (1,57 secondi), il video intitolato «Drogati al Diee». Vi si vedono due tossicodipendenti che urinano contro un muro dopo essersi «fatti in vena in pieno giorno - si legge nella nota che accompagna le immagini - e aver lasciato in giro chiazze di sangue, lacci emostatici e altri ferri del mestiere».
TUVIXEDDU Già in passato, numerosi universitari di Ingegneria e del polo scientifico si erano lamentati per la poca sicurezza della zona alle porte di via Is Maglias, segnalando anche come alcuni edifici abbandonati dietro Tuvixeddu fossero diventati il ritrovo dei tossicodipendenti. Dopo le lamentale, ora è arrivato anche il video a raccontare quello che accade a poche decine di metri dalle aule di informatica e dalle biblioteche.
LETTO DI SIRINGHE Ieri pomeriggio, girando attorno all’edificio che ospita il dipartimento di Ingegneria non è stato difficile scovare il rifugio dei disperati: una vecchia costruzione disseminata di siringhe poco prima di via Castelli. Sino agli anni scorsi, prima che iniziassero i lavori per la nascita del parco archeologico e della lottizzazione, persino le tombe puniche di Tuvixeddu erano state trasformate in piccole stanze del buco. Ieri pomeriggio, poche ore dopo essere stato caricato, il filmato su Youtube era già stato visto e scaricato da una ventina di persone.

FRANCESCO PINNA


1 - La Nuova Sardegna
Pagina 18 - Cronaca

Didattica della Shoah, una nuorese si laurea in Campidoglio

VALERIA GIANOGLIO

NUORO. Tra gli unici sette italiani che qualche giorno fa, in Campidoglio, hanno conquistato il primo master in didattica della Shoah c’era anche la docente di storia e ricercatrice nuorese, Marina Moncelsi. Per ottenere il titolo, il primo del suo genere, per circa un anno e mezzo, facendo la spola tra il capoluogo barbaricino e Roma, ha seguito decine e decine di ore di lezione, ha ascoltato testimonianze e partecipato a seminari sulla storia dell’olocausto. Insieme ai docenti e ai suoi colleghi del resto d’Italia, ha approfondito materie come: il sistema museale della Shoah, storia e cultura ebraica, antisemitismo nazista, l’esperienza dei sopravvissuti, l’elaborazione del lutto della Shoah, la memoria, l’identità europea dopo Auschwitz, l’uso politico della memoria.
E ancora, tra la materie di studio, ci sono state anche il confronto tra antisemitismo e antisionismo, la chiesa e gli ebrei, i conflitti della memoria. È stata, insomma, una vera e propria full immersion in un argomento di cui spesso molto si discute ma poco, in realtà, davvero si conosce. L’obiettivo del master internazionale, organizzato dall’università di Roma 3, in fondo, era proprio quello di preparare, per la prima volta in Italia, alcune persone a insegnare la Shoah, a saperla spiegare, raccontare, illustrare a chiunque.
Il master, patrocinato dal ministero della Pubblica istruzione, da quello dell’Università, dalla conferenza dei rettori della università italiane, dal Comune di Roma, dall’Unione delle comunità ebraiche italiane, come ha spiegato lo stesso direttore David Meghnagi, voleva offrire «una specifica occasione di approfondimento interdisciplinare della didattica della Shoah. La ricercatrice nuorese, Marina Moncelsi (che dirige anche la sede nuorese dell’Issra, l’istituto per la storia della Resistenza e dell’Autonomia), è stata dunque tra gli unici sette italiani a «laurearsi» in didattica della Shoah. La tesi che ha discusso, al termine della master, era intitolata: «Le leggi antiebraiche nella scuola fascista: genesi e attuazione».


















Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie