Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
03 February 2008
Rassegna stampa a cura dell’Ufficio stampa e web
Segnalati 7 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna
 
1 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro Pagina 57


L’economista cagliaritano incontra in città gli studenti dell’Istituto tecnico “Satta”
Il sogno di continuare gli studi a Nuoro
Savona: «Trasferiamo qui le università di Cagliari e Sassari»
Paolo Savona tra i difensori dell’Università di Nuoro. Le opinioni dei futuri diplomati.

Chi pensa che i giovani nuoresi preferiscano costruirsi un futuro lontano da casa, si sbaglia di grosso. Al contrario sognano una città “giovane” dove poter prepararsi alle sfide del domani, senza essere costretti ad emigrare. La platea di studenti che si è presentata all’economista Paolo Savona in occasione del seminario promosso dal Lions club era composta di maturandi consapevoli e preoccupati per il futuro della città capoluogo. Le quarte e le quinte classi dell’istituto tecnico “Satta” hanno ascoltato con attenzione la lunga relazione fatta del professionista cagliaritano senza perdere di vista ciò che, nel contingente, sta loro più a cuore: il futuro dell’università nuorese.
LA PROVOCAZIONE Argomento a cui non si sottrae Savona: «Chiudiamo Sassari e Cagliari e apriamo a Nuoro. La Barbagia di Grazia Deledda e di Salvatore Niffoi ha una cultura forte, radicata sotto molti punti di vista - sottolinea l’economista - si sta concentrando tutto nella città capoluogo di Regione e la politica deve fermare questo accentramento: l’università è la base, non la soluzione per cogliere gli effetti positivi del sistema». Idealmente erano al fianco degli universitari che venerdì scorso hanno sfilato per il centro di Nuoro, reclamando il diritto allo sviluppo e allo studio. «Credo che chiudere l’università sia una grossa stupidaggine - lamenta Sebastiano, studente della quinta D - ci sono tanti ragazzi che non possono permettersi di vivere lontano da casa. Inoltre Nuoro non offre niente a noi giovani, ha un’economia chiusa, ci sono già pochi servizi e uffici e stanno chiudendo tutto. Così non si crea sviluppo, per invertire la tendenza ci dovrebbero essere turismo, fabbriche e innovazione tecnologica. Questa scuola ci sta dando una buona preparazione, ma non credo che fuori da qui si possa trovare una realtà dove mettere a frutto ciò che stiamo imparando».
LE CRITICHE Agli occhi dei giovani Nuoro appare come una città poco vitale, ai margini del dibattito internazionale sul mondo globale. «Che si stia chiudendo l’università è un fatto gravissimo - sbraita Andrea Pulloni, della quinta D - spero che almeno diano la possibilità a chi sta frequentando di ultimare i corsi. Non c’è interesse da parte degli amministratori a far diventare questa una città universitaria, si sta solo favorendo il potenziamento di Cagliari. È però vero anche che la laurea presa a Cagliari vale più di quella presa a Nuoro. Chi ha le possibilità sceglie addirittura di fare i primi tre anni a Cagliari e gli altri due a Roma». Insomma a potersi permettere di diventare dottore in passato erano in pochi, oggi che il numero dei laureati supera la domanda, c’è una corsa generale ad acquisire priorità e punteggi per conquistare un posto di lavoro.
I PROBLEMI «Non è giusto neppure che chi ha iniziato gli studi qua a Nuoro, non debba portarli a termine: a mia cugina mancano quattro esami ed ora sarà costretta a trasferirsi a Cagliari per avere un pezzo di carta che si è sudata con tanti sacrifici», aggiunge Andrea Pulloni. «Ho due sorelle che lavorano e studiano - interviene Giusy Ganga - ora dopo tanti sacrifici rischiano di dover interrompere gli studi, io stessa avrei preferito rimanere in città invece la facoltà che voglio frequentare non c’è e purtroppo dovrò andare a Sassari».
LE SPERANZE Non è solo una questione di possibilità economiche, alcuni giovani difendono il diritto di poter restare nella città dove sono nati e cresciuti, dove hanno i loro punti di riferimento. «Non abbiamo ancora scelto cosa fare dopo il diploma - dichiarano Andrea Secchi e Giuseppe Goddi - staremo a vedere cosa succede con l’università nuorese, sicuramente se le cose dovessero cambiare, sceglieremo di restare in città».
MARIA BONARIA DI GAETANO

2 - L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari Pagina 33


Monserrato Concessi i primi finanziamenti
Piano strategico al via: arrivano 40 mila euro



Quarantamila euro per disegnare la città del futuro. Approvato a fine 2007 dal Consiglio comunale, il Piano strategico (strumento che delinea l’espansione di Monserrato) sta per passare alla fase progettuale.
La Regione ha erogato una parte del finanziamento, che servirà a mettere in pratica le linee guida messe a punto dal Comune con l’apporto delle parti sociali. Nelle casse del Municipio sono arrivati poco meno di 40 mila euro, che possono essere impiegati subito.
Tra gli obiettivi del Piano ce n’è uno da centrare a tutti i costi: quello di rafforzare il rapporto con l’Università, considerata la fonte di espansione economica e sociale del territorio. Entro dieci anni Monserrato, divisa dalla Cittadella e dal Policlinico dalla Statale 554, vuole riuscire a promuovere l’accesso al sistema universitario. Ma c’è di più: la conseguenza di questo processo sarà il miglioramento dell’offerta dei servizi di accoglienza e alla persona legati al polo dell’Ateneo. Traguardi ambiziosi, studiati con il concorso di tutta la città, che ci si augura possano essere centrati in tempi ragionevoli.
Monserrato punta a consolidare il suo ruolo all’interno dell’area vasta cagliaritana come fornitore di servizi e come luogo di incontro tra la dimensione urbana e quella ambientale, tra il capoluogo e le realtà circostanti, migliorando allo stesso tempo la qualità della vita e dei servizi.
Non resta che aspettare il progetto, che sarà avviato grazie alla prima tranche dei finanziamenti regionali, e sperare che con la soluzione della crisi l’amministrazione possa sostenere con rinnovato slancio una pianificazione di primaria importanza per lo sviluppo sociale.
SERENA SEQUI
 
 

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
Una nuova sede per la Clinica pediatrica
I programmi di David Harris, neo direttore generale dell’azienda mista
«La guiderò con il punto di vista del paziente»



SASSARI. «Impossibile ristrutturare le cliniche, meglio trovare altre soluzioni». Il nuovo manager dell’azienda mista ospedale-università, l’americano David Harris, parla dei progetti riguardanti la sanità sassarese, fra i quali quello di trasferire temporaneamente pediatria, neonatologia e ostetricia nel padiglione che si trova dall’altra parte di viale San Pietro in attesa di realizzare strutture de completamente nuove. Renato Soru ha garantito: «Se le idee sono valide i soldi li troveremo». Ma gli interventi che richiedono maggiore urgenza sono relativi all’igiene e al decoro degli ospedali cittadini in condizioni, a detta di Harris, inaccettabili da parte degli utenti.

Pagina 23 - Sassari
«Guiderò l’azienda con lo sguardo del paziente»
I progetti di David Harris, nuovo direttore generale della struttura mista
Fra le priorità l’igiene dei locali, il trasferimento di Pediatria e cassa ticket sempre aperta


GABRIELLA GRIMALDI

SASSARI. «Io non sono un medico, sono un paziente. E questo sarà il mio punto di vista fino a che resterò alla guida dell’azienda». Appare determinato David Harris, all’indomani della notizia della sua designazione come nuovo direttore generale dell’azienda mista. Determinato ma anche emozionato: si trova alla cloche di un arnese gigantesco, difficile da manovrare.
Americano dell’Oregon, Harris è arrivato in Sardegna diversi anni fa come consulente del Banco di Sardegna. In seguito ha lavorato per un’industria dell’alta Italia ma ormai il suo destino era indissolubilmente legato all’isola. Qui si è sposato con una donna di Orgosolo e vive a Sassari («nel cuore della città», afferma con orgoglio) dove ha anche tentato (inutilmente) di salvare l’azienda informatica Krenesiel. Forte di un inguaribile ottimismo, comunque, si sta preparando a una sfida non da poco. L’azienda mista ospedale-università è un organismo sanitario del tutto nuovo nato sulla scorta di una legislazione nazionale che vedeva Sassari in fortissimo ritardo nella sua costituzione. L’azienda, gestita dall’università, dovrà fornire assistenza in tutte le cliniche presenti in città e garantire l’attività didattica e di ricerca.
David Harris però, non è totalmente digiuno in materia di sanità visto che già nell’azienda nata ufficialmente il 1º luglio dello scorso anno, svolgeva il ruolo di direttore amministrativo. Era stato nominato da Gianni Cherchi, direttore generale morto a causa di un male incurabile pochi giorni prima di Natale.
«La mia è una testimonianza del suo lavoro e la concretizzazione degli obiettivi che lui aveva chiari in mente. Rappresento la continuità rispetto alla sua impostazione e perciò penso di essere stato scelto dai vertici della Regione». Si parla quindi in primo luogo di dare dignità alle strutture sanitarie, di fare in modo che sia luoghi accettabili dagli utenti. «Ritengo che il personale sanitario sia capace, che non ci siano problemi in ordine alla qualità professionale. Gli sforzi devono essere dunque diretti a dare la possibilità di far lavorare medici e infermieri in maniera decente».
Il primo impegno che David Harris onorerà, dice, riguarda la pulizia. «Non è pensabile che i pazienti vengano accolti in ambienti sporchi e trascurati. Ci sarà molta attenzione affinchè chi arriva in ospedale si senta ben accolto». E che non si perda: «Assieme alla pulizia cureremo la cartellonistica, in modo che le persone non si trovino disorientate in mezzo a un labirinto». Il riferimento è al padiglione bianco di fronte alle cliniche vecchie, in viale San Pietro, un intreccio di corridoi e scale che portano verso il nulla. «Insomma -, dice ancora Harris con il suo forte accento americano - abbiamo un problema nell’ambiente dove viene ricevuto il cittadino. E questo problema sarà risolto».
Molti i progetti anche più grandi, come il futuro delle strutture che oggi ospitano le cliniche, palazzi fatiscenti che sono saliti agli onori della cronaca nazionale per le loro precarie condizioni. «Dobbiamo prendere atto che non esistono ristrutturazioni che possano riportare certe strutture alla normalità. È inutile affrontare spese ingenti che daranno sempre risultati provvisori».
L’idea ambiziosa è quella di spostare tutto il servizio materno infantile (pediatria, neonatologia, l’imminente chirurgia pediatrica e ostetricia) nel padiglione Clemente, dall’altra parte di viale San Pietro, per poi avviare la costruzione di una nuova struttura dedicata a questo delicato settore. C’è da chiedersi se ci saranno i soldi per realizzare tutto questo. «Nell’incontro che abbiamo avuto giovedì, Renato Soru mi ha raccomandato di agire soltanto nell’interesse del cittadino e anche che se la soluzione da noi proposta sarà quella giusta lui si impegnerà a trovare i fondi necessari».
Impossibile evitare di toccare il tema dell’organizzazione del lavoro e delle conseguenti famigerate liste d’attesa: «È un problema che non si può risolvere in tempi brevi. Si tratta di trasformare il concetto stesso di cultura organizzativa. Sui sistemi informatici stiamo già lavorando (in particolare sull’integrazione con il Cup) e vogliamo aprire la cassa ticket dalle 7 alle 5 di pomeriggio».
Adesso comunque i vertici dell’azienda sono impegnati a mettere a punto l’atto aziendale («abbiamo appena ricevuto le linee guida regionali») senza il quale l’organismo è quasi paralizzato.
 
2 - La Nuova Sardegna
Pagina 37 - Cultura e Spettacoli

Ieri sera al Museo delle maschere di Mamoiada la consegna dell’onorificenza allo scienziato cagliaritano
Gessa diventa mamuthone ad honorem
«Tanti anni negli Usa ma amo la mia isola, sono onorato di questo premio»

Il farmacologo e la sua esperienza politica: «Sono passato dal lavoro coi topi a quello con gli squali»

MARIA GIOVANNA FOSSATI

«Per il rigoroso percorso di ricerca svolto nel campo delle neuroscienze, farmacologia e alcolismo, per cui la comunità scientifica internazionale, lo riconosce come componente prestigioso». Con queste motivazioni il professor Gian Luigi Gessa è stato insignito dell’onorificenza di Mamuthone ad honorem del comune di Mamoiada.
Il suo curriculum da scienziato di fama internazionale, ieri sera, durante la cerimonia di consegna del titolo, è stato illustrato dal sindaco Graziano Deiana. Un’esposizione che dura circa un quarto d’ora, tanto che il primo cittadino di Mamoiada a metà lettura precisa: «Non si diventa mamuthone onorario di questo comune con deboli motivazioni». La quinta edizione del «Mamuthone ad honorem» assegna un’ altra onorificenza riservata «ai sardi che hanno fatto grande il nome dell’isola nel mondo». Dopo i riconoscimenti degli anni scorsi che hanno premiato Giovanni Lilliu (2003), Francesco Cossiga (2004), Don Giovannino Usai (2005), Paolo Fresu (2006) e Maria Giacobbe (2007), stavolta è un esponente di primo piano della comunità scientifica internazionale il destinatario del titolo. Spiega il sindaco Deiana: «Oggi con Gian Luigi Gessa, si parla di scienza, di ricerca e di studi così come gli anni scorsi si è parlato di storia, di musica, di politica e di letteratura. Si discute tanto di fuga dei cervelli dall’Italia: qui abbiamo un esempio di scienziato che è ritornato nella sua terra, per creare e far crescere un centro di ricerca nel campo della farmacologia tra i più importanti del mondo. E’ per questo che abbiamo scelto oggi il professor Gessa come mamuthone onorario. Un sardo che ha lavorato per far crescere il campo della ricerca in Sardegna, costruendo un patrimonio professionale e scientifico di altissimo livello».
Gian Luigi Gessa interviene dopo il sindaco al quale ricambia subito la battuta a proposito dei meriti che gli sono valsi il riconoscimento: «Sarò più breve del mio curriculum - ha detto, quasi scusandosi per i troppi minuti occupati dalla lettura del suoi titoli accademici -. Sono molto onorato di ricevere questo lusinghiero attestato, preceduto da altri due traguardi che mi riempiono di orgoglio: la laurea Honoris causa all’Università di Sassari e la cittadinanza onoraria del comune di Olzai. Sono i riconoscimenti più belli per me che mi sento profondamente sardo. Io amo la mia isola tanto che in passato ho commesso la “pazzia” di rientrare dagli Stati Uniti per mettere in pratica ciò che avevo studiato molti anni prima e realizzare un centro avanzato di ricerca in Sardegna».
Gessa oltre ad essere uno scienziato di fama internazionale, nelle ultime elezioni è stato eletto consigliere regionale nelle liste di Progetto Sardegna. Con molta ironia lo studioso racconta l’esperienza: «Dal lavoro con i topi recentemente sono passato al lavoro con gli squali, in consiglio regionale». Ma poi fa sul serio e spiega la sua dedizione al nuovo impegno: «La legge sulla ricerca scientifica è stata approvata e varata dalla Regione. Se verrà applicata come mi auguro, significa che i nuovi giovani avranno un futuro più semplice di quello che è stato per me: potranno andare fuori, conoscere i salotti buoni della ricerca scientifica per poi tornare nell’isola e applicare ciò che hanno imparato».
La cerimonia si è conclusa con la consegna a Pier Luigi Gessa della maschera e della pergamena sulla quale sono scritte le motivazioni dell’onorificenza. Il sindaco Graziano Deiana chiude la serata con un auspicio: «Che il rapporto di amicizia iniziato oggi dal professor Gessa con Mamoiada, continui nel tempo così come avviene con gli altri mauthones ad honorem delle passate edizioni».
 
3 - La Nuova Sardegna
Università, porte sbarrate e provocazioni

Nuoro, l’economista Savona: chiudete gli atenei di Cagliari e Sassari
Gli studenti ieri mattina non hanno potuto sostenere gli esami



NUORO. Dopo la grande manifestazione arriva la delusione: gli universitari nuoresi che ieri si sono presentati nella sede di via Salaris per sostenere alcuni esami si sono dovuti arrendere perché le porte erano sbarrate. Qualcosa comincia a muoversi, invece, su altri fronti. Sembra quasi certo l’arrivo di Renato Soru a Nuoro, nei prossimi giorni, per discutere con i sindaci del futuro dell’università. La commissione Difesa del Senato sarà a Nuoro domani per fare il punto su campus e caserma. Infine ieri, durante un convegno, l’economista Paolo Savona, ha lanciato una provocazione. «Bisogna chiudere gli atenei di Cagliari e Sassari - ha detto - e trasferire tutto a Nuoro».

Pagina 23 - Cagliari

L’economista ed ex ministro a confronto con gli allievi e gli insegnanti dell’istituto tecnico Salvatore Satta
«Chiudete gli atenei di Cagliari e Sassari»
La provocazione di Paolo Savona: bisogna trasferire tutto in Barbagia



ANTONIO BASSU

NUORO. «La città capoluogo delle zone interne avrebbe dovuto diventare già da tempo il centro della cultura forte. E male ha fatto, anni fa, a non puntare tutto sulla dell’Università. Anzi, dico che si dovrebbero chiudere i due atenei sardi e trasferire tutto a Nuoro». Sono le affermazioni dell’economista Paolo Savona, che ieri ha parlato di “Sviluppo dell’economia globale e i riflessi sulla Sardegna”.
Si è trattato, ovviamente, di una provocazione. Ma lo ha ripetuto con forza per sottolineare l’importanza del ruolo che Nuoro ha sempre avuto con l’impegno di una cultura forte, che l’ha contraddistinta rispetto alle altre aree dell’isola. Insieme all’Università - Savona è stato uno dei fondatori dell’Ailun, la scuola nuorese di alta specializzazione - la città e la Sardegna devono puntare sul turismo, l’agropastorizia, che continua a restare il perno dell’economia isolana, e i prodotti tipici di qualità. Tutto ciò quando il villaggio globale è soggetto ad evoluzioni continue, mentre Cina, India e Africa sono già saliti sui rispettivi ascensori sociali: quali Paesi emergenti, hanno già messo a punto nuovi modelli di sviluppo economico e di vita, guardando con sempre maggiore interesse alle molteplici innovazioni.
Savona, che è stato invitato dai soci del Lions Club Nuoro Host a tenere la conversazione nell’auditorim del tecnico commerciale “Salvatore Satta”, gremito di docenti e studenti, ha svolto una dotta relazione sugli effetti del conflitto fra modelli economici nello sviluppo globale, suscitando grandissimo interesse tra i giovani, che durante il dibattito hanno posto una serie di domande sull’esatto funzionamento del meccanismo che presiede al grande sviluppo economico.
L’economista, già ministro dell’industria col governo Ciampi, ex presidente del Cis e alto dirigente della Banca d’Italia, ha spaziato, nella sua analisi, dall’Europa all’America, all’India e soprattutto alla Cina, sottolineando come l’evolversi della crescita italiana insegna qualcosa che la Cina sembra aver già capito. Un basso livello del costo del lavoro non è una caratteristica su cui basare i progressi di qualsiasi modello di sviluppo, mentre lo è, specie di questi tempi, la capacità di saper introdurre continue innovazioni tecnologiche.
«Ed è su queste basi - ha detto Savona - che la Cina muove la sfida al mondo sviluppato e usa il basso costo del lavoro per indurre gli investimenti, soprattutto esteri, verso le aree arretrate. Contrariamente a quanto ha fatto l’Italia con l’imposizione delle gabbie salariali nel Mezzogiorno e l’imposizione di contratti che avevano la loro ratio nelle condizioni dell’economia settentrionale».
Agli studenti ha rivolto l’invito ad attivarsi per promuovere coraggiosamente nuove iniziative, contando, per quanto riguarda la Sardegna, sulla forza della cultura, sullo sviluppo del turismo intelligente e produttivo, e facendo scelte serie, senza prescindere dal coinvolgimento sociale di tutti i soggetti, compresi gli anziani. Se non altro per l’esperienza di vita e di lavoro già maturata.






Pagina 23 - Cagliari

di Nino Bandinu

Porte sbarrate e studenti senza esami
Ieri mancavano docenti e impiegati, grande delusione dei giovani
Il presidente Soru incontrerà in città i sindaci barbaricini


NUORO. Porte sprangate: niente esami. Se prima della manifestazione gli universitari hanno rinunciato a dare esami in segno di solidarietà, dopo la grande manifestazione, invece, un gruppetto di studenti ha bussato alla porta, ma senza ottenere risposta. Nella sede dell’ateneo non c’erano professori nè impiegati. Un vero deserto. Intanto dal versante politico due notizie: quella di un accordo sull’emendamento alla Finaziaria e che Soru incontrerà i sindaci a Nuoro.
Sabato all’ora stabilità dal calendario esami, puntuali, alcuni studenti con i libri di testo sotto il braccio, si sono presentati in sede. Ma qui neppure l’ombra di un docente e di un amministrativo. L’ateneo nuorese era quasi vuoto. Dietrofront, quindi, e tutti a casa, a riflettere sull’improvvisa situazione di stallo.
Intanto su altri fronti, dopo la grande manifestazione di venerdì, qualcosa comincia a muoversi. Dagli ambienti della Regione si assicura che il governatore Renato Soru verrà sicuramente a Nuoro per incontrare i sindaci del territorio e gli studenti.
Nient’altro di particolare, se non l’indiscrezione che il presidente stavolta sembrerebbe meglio orientato nei confronti dell’università nuorese.
L’altra novità invece arriva dal fronte degli emendamenti alla Finanziaria. In commisione regionale Bilancio, presideuta da Giuseppe Luigi Cucca, due venerdì sera è stato raggiunto un accordo importante su un emendamento di sintesi da portare direttamente in aula e nel quale i fondi per l’università diffusa vengono portati da 4 a 6 milioni di euro. Inoltre nello stesso emendamento sia la maggioranza che l’opposizione “impegnano” la giunta regionale a sostenere l’ateneo nuorese, non solo garantendo a chi è già iscritto di concludere gli studi, ma anche il ripristino dei due corsi cancellati a Nuoro. Questo passaggio, naturalmente, dipenderà dalla disponibilità del rettore di Cagliari che attualmente però viene dato in posizioni rigide. La manovra politica comunque si fa sempre più avvolgente, con il consenso di maggioranza e opposizioni. E non è escluso, quindi, che si riesca a ripristinare anche i corsi cancellati. Tutto è in fieri, insomma. Ma i segnali che arrivano dopo la manifestazione sembrano buoni. Anche se resta oggettivamente molto difficile colmare il grande vuoto che si è creato negli ultimi due anni: con il passaggio da 6 corsi più vari master a soli due corsi nell’ateneo nuorese. Un colpo terribile, e difficile da assorbire, perchè tra l’altro si costringe tutti a intervenire quando gran parte dei buoi sono già usciti dalla stalla.
Intanto dopo la grande manifestazione degli studenti di venerdì continuano ad arrivare gli attestati di solidarietà e le reazioni. Anche il consiglio comunale di Ovodda ha approvato un ordine del giorno in difesa dell’università nuorese e per chiedere un impegno diretto della Regione. Solidali con gli studenti nuoresi poi anche i Verdi che si pronunciano contro lo smantellamento dell’ateneo barbaricino. Infine una nota del coordinatore provinciale di Forza Italia, Bruno Murgia, in cui si oppone all’«ennesimo scippo» ai danni del Nuorese, e denuncia i limiti e gli errori della classe politica locale e regionale del centrosinistra che «non è stata capace di opporsi decreto Mussi».
Il forzista Bruno Murgia conclude auspicando che l’università resti ancora un «volano» per questo territorio, e capace di «attrarre studenti e investimenti».
Tra le tante iniziative mirate a smuovere la situazione di stallo, inoltre, c’è da registrare il sopralluogo di domani da parte del Commissione parlamentare Difesa all’Artiglieria per verificare lo stato delle cose a Pratosardo, dove in base agli accordi firmati tra Comune, Regione e Stato, si doveva cominciare a costruire la nuova caserma, in cambio del Campus universitario nell’area dell’Artiglieria. A Pratosardo sono stati conclusi da poco i lavori della bonifica voluti dalla Difesa, ma l’impresa Pellegrini che ha vinto da un anno l’appalto non pare abbia ancora ripreso i lavori della nuova struttura. Un’altra situazione di stallo che si protrae da tempo e che, se non viene sbloccata, rischia di portare a gravi «penalità» da pagare alla Pellegrini, e alla paralisi sul fronte del Campus.










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