Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
02 February 2008
Rassegna stampa a cura dell’Ufficio stampa e web
Segnalati 9 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna
 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 24
Università. La novità
Il Senato accademico fissa il tetto minimo di sei appelli all'anno
 
 Il Senato accademico mette la parola fine al far west dei calendari degli appelli all'Università. Fino all'anno scorso ogni docente decideva in modo autonomo, e in alcune facoltà si poteva arrivare anche ad avere soltanto tre appelli in dodici mesi. Con il voto dell'altro giorno i componenti del Senato hanno stabilito il tetto minimo di sei.
«È un risultato importante - commenta Maurizio Deiana, rappresentante degli studenti - perché si mette la parola fine ad alcune situazioni che erano diventate insopportabili. C'erano docenti che facevano penare gli studenti con pochi appelli. Questo era possibile perché non c'era un regolamento. Ora finalmente c'è una regola precisa». La novità è stata inserita nell'articolo 20 del regolamento didattico, dopo le numerose proteste degli universitari, in particolare delle facoltà di Economia e Giurisprudenza, dove gli appelli erano troppo pochi. La modifica è stata predisposta da una commissione didattica formata da cinque componenti: uno studente (Deiana), tre docenti e uno del personale tecnico amministrativo. Ai lavori ha partecipato anche il pro rettore alla Didattica.
Ma il tetto minimo degli appelli non è l'unica novità emersa in una delle ultime sedute del Senato accademico. Si è discusso anche di riorganizzazione e razionalizzazione dei corsi di laurea. L'offerta formativa 2008/2009 prevederà una riduzione dei corsi che scenderanno da 103 a 96. Il rappresentante degli studenti, Alessandra Frau, ricorda un'altra situazione paradossale che è stata risolta: «C'erano dei corsi di laurea triennale, come quello di Psicologia, che prevedeva 49 esami. Anche in Biologia si arrivava a superare le trenta prove prima di arrivare alla conclusione del percorso di studi. Questo perché esistevano esami che assegnavano un numero di crediti bassissimo. Anche in questo caso il Senato accademico ha deciso di introdurre delle modifiche stabilendo in 20 il numero massimo di esami per i corsi di laurea triennali e in 12 per le specialistiche. Variazioni anche per le lauree a ciclo unico di cinque anni, con un massimo di 30 esami, e per quelle della durata di sei anni, con un tetto di 36 prove».
L'Università cagliaritana inizia a seguire le linee dettate dal decreto Mussi che puntano a una riduzione dei corsi e a frenare l'eccessiva frammentazione didattica. (m. v.)
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 22
Università. Ieri la cerimonia all'ex clinica Aresu
Omaggio all'anglista Vittoria Sanna
 
Un omaggio doveroso in ricordo di Vittoria Sanna, illustre docente di Letteratura inglese e preside dell'allora facoltà di Magistero, scomparsa nell'aprile del 2003. Il dipartimento di Linguistica, in una cerimonia che si è tenuta ieri mattina, le ha intitolato una sala dove è stato conservato anche il suo importante patrimonio librario.
Al piano terra dell'ex clinica Aresu, sede della facoltà di Lingue e Letterature straniere, c'erano tutti. A cominciare dal rettore Pasquale Mistretta che, negli anni del liceo, è stato allievo proprio della professoressa Sanna quando insegnava al Dettori. Con lui, a fare gli onori di casa, la direttrice del dipartimento di Linguistica, Antonietta Dettori, la preside della facoltà di Lingue, Ines Loi Corvetto e la docente Irene Meloni, erede della cattedra di Letteratura inglese. Una cerimonia a cui hanno partecipato anche i tre nipoti della professoressa, che hanno attuato la volontà della zia donando al dipartimento i libri che presto saranno a disposizione degli studiosi nella sala da ieri intitolata a una delle più grandi studiose della letteratura inglese. 
 
3 – L’Unione Sarda
Sabato Pagina 32
Dopo l'esposizione a Bergamo le Cere anatomiche di Susini di nuovo alla Cittadella
 
 Sono ritornate a casa le "Cere anatomiche" di Clemente Susini, da ieri ricollocate nelle sale della Cittadella dei musei, a Cagliari in piazza Arsenale. Erano state prestate eccezionalmente per una mostra organizzata a Bergamo tra novembre e dicembre dal Circolo degli emigrati sardi, con la collaborazione scientifica del professor Alessandro Riva dell'università di Cagliari, autore di una recente monografia sull'argomento (edita da Ilisso). Oltre quindicimila i visitatori a Bergamo per una mostra che ha avuto un inaspettato successo. Le cere (nella foto) che costituisco una delle sezioni dell'area museale universitaria, furono realizzate dal celebre ceroplasta fiorentino Clemente Susini tra il 1803 e il 1805. Furono commissionate da Francesco Antonio Boi (docente di anatomia) su incarico del viceré Carlo Felice. Appartengono - sottolinea Riva - all'ultima e più matura produzione di Susini, modellatore capo del museo delle Cere La Specola a Firenze, autore di circa 2mila sculture anatomiche.
 
4 – L’Unione Sarda
Carbonia Pagina 25
Convegno
Appuntamento con la civiltà punica che colonizzò il Mediterraneo
 
Si è parlato della Sardegna crocevia di civiltà nel Mediterraneo. Dei nuragici, delle antiche migrazioni e delle genti che affrontavano il mare per espandere i loro commerci. Argomento affascinante che però non ha trovato a Carbonia l'interesse che avrebbe meritato. Giovedì, nella sala convegni del Centro italiano della cultura del carbone, molte erano le poltrone vuote. Ad ascoltare la relazione della giovane archeologa Virginie Bridoux, studiosa della Scuola francese di archeologia di Roma che parlava de “Il commercio di età romana repubblicana tra Africa e penisola iberica”, ci saranno state non più di trenta persone. Davvero un peccato che iniziative di questo spessore (i relatori invitati da Italia Nostra sono tutti di grande preparazione oltre che ottimi divulgatori) vengano disertate. E se Virginie Bridoux ha parlato prevalentemente dello scambio commerciale tra Tunisia, Marocco, Algeria e Spagna, tenendo la Sardegna un po' ai margini della discussione, giovedì prossimo l'Isola tornerà protagonista al cento per cento. A parlare del commercio fenicio nel Mediterraneo sarà Piero Bartoloni, professore dell'Università di Sassari, direttore del Museo archeologico di Sant'Antioco e, soprattutto, esperto mondiale della cultura fenicio punica. Gli incontri si svolgono presso la Grande miniera di Serbariu a partire dalle 17.30. (m. v.)
 
5 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro Pagina 23
«La Regione non uccida l'Università»
Dopo la chiusura dei corsi anche il centrosinistra critica Soru
 
 Ieri la prima grande manifestazione studentesca dopo l'annuncio della smobilitazione: cori contro i politici, costretti nel fondo del corteo.
Gli studenti si sono sforzati di farglielo capire per l'intera durata della manifestazione: «I politici non li vogliamo, se proprio vogliono restare che si mettano in coda al corteo». Così la solidale presenza di parlamentari, consiglieri regionali e provinciali, amministratori locali alla prima maxi-manifestazione studentesca nella storia di Nuoro ha rischiato di provocare un incidente diplomatico. Soprattutto perché a essere presi particolarmente di mira sono stati gli esponenti delle maggioranze che hanno sostenuto e sostengono i governi nazionale e regionale, oltre che i rappresentanti delle istituzioni del territorio. La domanda più ricorrente era: «Questi sono venuti a manifestare contro se stessi?». Tutti sono stati però abili a spostare l'attenzione sul grande assente: il governatore Soru. «Non mi sento per niente a disagio nonostante l'evidente malcontento nei confronti della classe politica - confida il senatore Gianni Nieddu, del Pd - alla situazione di oggi deve dare risposte la giunta regionale, individuando i fondi per rafforzare i corsi e facendo vedere se e quanto tiene allo sviluppo delle zone interne. Perché non si può predicare una cosa in campagna elettorale e farne un'altra quando si hanno responsabilità di governo. Così come non si può pensare di non affiancare agli incentivi per chi si reca a specializzarsi all'estero un'offerta formativa degna di questo nome nel Nuorese. Se non si cambia rotta quando si tornerà al voto a chiedere conto di questo saranno non solo gli elettori di centrodestra ma tutti i cittadini». Critico, anche se con accenti molto più sfumati, il segretario regionale di Rifondazione comunista Michele Piras: «Sostenere una Giunta non significa condividerne per intero l'operato - ammette - per questo stiamo lavorando per cambiare la legge finanziaria regionale, reperendo quanti più fondi possibile per rafforzare la presenza dell'università a Nuoro». Il sindaco di Nuoro Mario Zidda non si tira indietro e accetta il confronto con gli studenti: «Stiamo facendo la nostra parte e dobbiamo stanare chi sembra opporsi al rafforzamento della presenza dell'università in questa città». Le critiche del pro-rettore di Sassari (ex assessore provinciale di Nuoro) sull'immobilismo della classe politica? «Mi ha assicurato che non erano rivolte a noi ma ai responsabili dei ritardi sul progetto per la realizzazione del campus universitario. È possibile individuali? Ce n'è più di uno, lavoriamo per costringere tutti a fare la loro parte». In prima linea anche i sindaci di tutto il territorio: sono arrivati da Olzai, Oliena, Orotelli, Bolotana, Bortigali, Lei, Silanus per ribadire che la lotta deve essere comune, finalizzata a far cambiare idea a chi, dalle parti di Cagliari, sembra aver deciso che non vale la pena di far proseguire e migliorare l'esperienza universitaria in Barbagia.
Anthony Muroni
 
Provincia di Nuoro Pagina 23
La manifestazione. Cronaca della lunga marcia dei ragazzi in lotta per il diritto allo studio: in piazza l'incontro con monsignor Meloni
In corteo, tra slogan e rivendicazioni
 
 A volte basta un cappello da giullare in testa per mandare un messaggio chiaro: «Perché noi non siamo mica dei buffoni». Valentina Mastinu, studentessa del corso di laurea in Pubblica amministrazione, proprio non ne vuol sentire di fare la valigie e dare gli esami in un'altra università. Come lei anche il fronte compatto di studenti, amministratori, politici e sindacalisti che ieri mattina è partito da piazza Sardegna e ha invaso le strade della città per dire no alla chiusura dell'ateneo nuorese: «I buffoni siete voi». La risposta è immediata e chiari sono anche i destinatari: il presidente della Regione Renato Soru e il rettore dell'università di Cagliari Pasquale Mistretta.
Eccoli gli studenti nuoresi: inviperiti, agguerriti e pronti alla lotta. Come mai prima d'ora. Un movimento che finalmente ha deciso di venire allo scoperto e mettersi in gioco per salvare il proprio futuro e quello dello sviluppo culturale del territorio. Il popolo dei giovani barbaricini è un mare di jeans, golf e giubbotti neri, ma non ha nessuna intenzione di assistere al funerale della sua università. Così quando il serpentone inizia a muoversi, alle 9.30, le urla sono davvero coinvolgenti. Fischi, trombette e rotoli di carta igienica buttati ovunque all'insegna di slogan come «L'istruzione: un nostro diritto, un nostro dovere», «Tutti contro l'ignoranza» e «Futuri universitari con una un'università senza futuro». In mezzo anche Nicola Meloni, 18 anni dell'Itc 2 di Nuoro: «E certo che mi preoccupo, voglio rimanere qui. L'anno prossimo devo andare all'università - grida - fuori costa troppo, rischio di non ultimare gli studi». Il corteo attraversa tutta via Lamarmora, di fronte alla chiesa di Nostra Signora delle Grazie ancora un fiume umano di studenti che si accalca, strepita e urla. Rossella Cambedda è in testa, è la portavoce che in questi ultimi giorni, da quando è iniziata la protesta ha traghettato il movimento alla reazione. «Chi non salta con Mistretta è, con Mistretta è..». E giù un altalena di braccia e gambe che fanno davvero rumore. Il fiume umano invade il corso Garibaldi, fino a piazza San Giovanni. Un boato di voci accoglie il vescovo di Nuoro Pietro Meloni che saluta gli studenti e li sostiene. Nel corteo sono tante le autorità religiose. È arrivata anche una rappresentanza dei sindaci da tutta la provincia di Nuoro, in fascia tricolore sfilano insieme al primo cittadino del capoluogo barbaricino Mario Zidda. Dopo via Roma la manifestazione si ferma davanti al palazzo della Provincia e poi a quello del Comune. E lì viene letta la petizione redatta dagli studenti contro la chiusura dell'università. Una petizione che servirà per la raccolta delle firme da spedire in Regione, all'università di Cagliari e anche al Governo nazionale. Nel testo vengono elencate una per una le richieste «Chiediamo che il polo universitario possa uscire dalla precarietà e di incertezza e diventi il volano per lo sviluppo socio-economico del territorio», si legge, «che anche a Nuoro si contempli l'aspetto legato alla ricerca, che sia immediata la riapertura dei corsi e soprattutto che vengano istituiti quelli di laurea specialistica». Ancora una volta proprio lì di fronte al Comune vengono invitati a parlare gli esponenti politici. «Cos'è nessuno adesso si fa avanti», urla la folla studentesca. «Non è vero che abbiamo il diritto allo studio. Non si parla ancora di sessioni di laurea», dice Claudia Carta, al terzo anno di Pubblica amministrazione, «continua a meravigliarci il silenzio della Regione. Nessuna presa di posizione e soprattutto nessuna rassicurazione». Una delegazione degli studenti sale su, nell'aula consiliare, dove li aspettano i sindaci del Nuorese.
Caterina Tatti
 
1 – La Nuova Sardegna
Prima pagina- Nuoro
Università, duemila studenti in piazza 
Corteo a Nuoro per scongiurare la chiusura dell’ateneo barbaricino 
Sotto accusa sono il rettore Mistretta e i politici locali 
 
 NUORO. Corteo affollato per salvare l’università e difendere il diritto allo studio. Circa duemila persone, infatti, sono scese in piazza per manifestare contro la chiusura dell’ateneo barbaricino. Studenti universitari e delle superiori soprattutto, ma anche sindaci dei paesi del Nuorese, rappresentanti politici, sindacali e della Chiesa, che si sono dati appuntamento alle 9,30 davanti al Quadrivio per poi percorrere le strade principali della città, per arrivare fino ai palazzi della Provincia e del Comune. Gli studenti hanno urlato contro il rettore dell’università di Cagliari, Mistretta, ma non sono mancate accuse pesanti ai politici espressione del territorio barbaricino.  
 
Pagina 34 - Cronaca
Duemila in marcia per salvare l’università 
Nel corteo anche i sindaci del territorio, invito a Renato Soru per l’11 febbraio 
di Giuseppe Sanna 
 
 NUORO. Chi non salta Mistretta è! Chi non salta Soru è! E via di questo passo con cori che hanno chiamato in causa i rappresentanti del mondo universitario e delle istituzioni che gli studenti universitari nuoresi considerano i responsabili della chiusura dell’ateneo barbaricino. È iniziata così, con un tifo da stadio, la grande manifestazione organizzata dagli studenti universitari nuoresi in difesa del poco che resta dell’auspicato terzo polo universitario sardo. Gli studenti di Scienze dell’amministrazione, governo e territorio, Scienze sociali e Scienze forestali, sono scesi in piazza per difendere il diritto a una istruzione universitaria degna di questo nome.
 All’appuntamento, fissato per le 9.30 in piazza Sardegna, davanti al Quadrivio, si sono presentate oltre mille persone. Un corteo colorato, allegro, formato da studenti universitari, studenti delle scuole superiori cittadine accompagnati dai docenti, dai sindaci dei comuni del circondario, dai rappresentanti delle istituzioni provinciali, regionali, e nazionali, sindacalisti, genitori e pensionati.
 La Chiesa nuorese ha manifestato il proprio sostegno alla lotta degli studenti con la presenza nel corteo di tanti sacerdoti, mentre il vescovo di Nuoro Monsignor Pietro Meloni, lungo il corso Garibaldi, ha indirizzato un breve discorso di saluto.
 Il consiglio comunale di Nuoro, convocato in seduta straordinaria, ha partecipato alla manifestazione con in testa il sindaco Mario Zidda, mentre l’amministrazione provinciale è stata rappresentata dal vice presidente Peppino Paffi.
 Il corteo, che è andato via via ingrossandosi, fino a superare le duemila persone, ha attraversato il centro cittadino percorrendo via Lamarmora, Corso Garibaldi, via Roma per concludersi davanti alle sedi della Provincia e del Comune.
 Tra le tante manifestazioni di solidarietà arrivate agli studenti anche quella dei dipendenti civili dell’Artiglieria nella cui area dovrebbe sorgere il campus universitario.
 Tantissimi gli slogan lanciati nel corso della manifestazione dagli studenti in favore la salvaguardia dell’università a Nuoro e per il suo potenziamento.
 Tra i bersagli preferiti dei cori di protesta, ovviamente il rettore dell’università di Cagliari Pasquale Mistretta, il preside della facoltà di Scienze politiche Raffaele Paci, e il governatore Renato Soru, anche se gli studenti hanno richiamato alle proprie responsabilità anche i politici espressi dal territorio e il presidente del consorzio universitario nuorese Sergio Russo, che comunque ha partecipato alla manifestazione.
 Lungo il percorso gli studenti hanno ricevuto la solidarietà di tanti nuoresi, segno che il problema dell’università sta uscendo dai soliti circuiti politico-istituzionali. La marcia di avvicinamento ai palazzi di Comune e provincia è durata circa due ore.
 Davanti al municipio, Rossella Cambedda, rappresentante degli studenti, ha illustrato il testo di una petizione da inviare, insieme a una raccolta di firme, tra gli altri, al Governo nazionale e alla giunta regionale. Nel documento si sichiede che il polo universitario nuorese esca dalla situazione di precarietà, che venga immediatamente riaperto il corso di amministrazione e che si preveda l’istituzione di corsi di laurea specialistici.
 Al termine della manifestazione una delegazione di studenti ha partecipato, nella sala consiliare del Comune ad un’assemblea con i sindaci, sindacalisti, amministratori.
 Nella riunione si è deciso di convocare in seduta congiunta, lunedì 11 febbraio, nel teatro Eliseo a Nuoro, i consigli comunali dei paesi del circondario e di invitare all’incontro il governatore Renato Soru.
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
La ricerca locale «conquista» i Balcani 
Un progetto della Provincia per internazionalizzare la cooperazione 
 
CAGLIARI. Lo sviluppo dei Balcani è considerato strategico per l’Italia. Allora perchè non farne il perno per una leva che, aiutando la crescita dei Balcani contribuisca allo sviluppo dell’area di Cagliari? Questo l’obiettivo che ha promosso l’incontro di ieri mattina a palazzo Regio, organizzato dalla Provincia e dall’assessorato alla Programmazione (Carlo Salis) in particolare, con la partecipazione del sottosegretario al ministero degli Esteri Famiano Crucianelli e del consulente del ministro Nicola Manca.
 L’idea parte dalla considerazione che nel Cagliaritano vi sono competenze scientifiche d’eccellenza, spesso sottoutilizzate nella stessa isola. Ma si tratta di un progetto che ha già gambe e una serie di iniziative avviate.
 «Viste queste competenze scientifiche, perchè non esportarle nei Paesi in prossimità del Mediterraneo?», ha domandato l’assessore Salis? «In questo periodo si sta parlando di piano strategico, ma perchè non allargarlo anche verso l’esterno con un processo di internazionalizzazione mirato: con settori precisi e su Paesi specifici?», ha continuato Salis di fronte a una folta platea composta da amministratori e imprenditori, tra cui Alberto Scanu (presidente della Confindustria povinciale) e Tonio Sardu (amministratore de La città del sole), e rappresentanti dell’università, tra cui il filosofo Giancarlo Nonnoi.
 Tradizionalmente quando si parla di internazionalizzazione, si intende il sostegno all’esportazione, ha precisato l’assessore, «che pure va continuato perchè importante, ma oggi è possibile andare oltre ed esportare conoscenze scientifiche e tecnico-imprenditoriali». Partendo dalla constatazione che nel cagliaritano vi sono «notevoli conoscenze» nel settore minerario e agro pastorale, e recenti acquisizioni anche nella chimica, nelle geologia legata al trattamento delle acque, nelle energie alternative e nella società dell’informazione, la Provincia ha impostato un progetto di esportazione del know how nei Balcani. Ovvero in quei Paesi a cui guarda con attenzione la Comunità europea, anche con ampi finanziamenti. Inoltre e visto che «oggi l’Italia ha bisogno di un rapporto coi Balcani, la Sardegna e l’area di Cagliari può essere un tassello importante. In quei Paesi infatti c’è grande necessità di interventi per le miniere, di supporti al settore agro pastorale e di aiuti negli interventi ambientali (dall’energia alla bonifica di aree inquinate). E noi abbiamo le conoscenze scientifiche e imprenditoriali per operare su questi settori». Ma tutto questo è possibile «se si fa sistema tra pubblico e privato, università e imprese. La tradizione storica dell’isola - ha sottolineato Salis - non è solo archeologia e folklore, ma comprende anche il patrimonio di conoscenze scientifiche accumulato in questi ultimi decenni».
 «Noi abbiamo scelto una via diversa da quella tradizionale - ha ribadito il presidente della Provincia Graziano Milia - capire dove intervenire e fare scelte precise. Per questo abbiamo recentemente creato un ufficio per la Comunità europea». Un intervento, questo sui Balcani, «che ha un significato strategico - ha affermato il sottosegretario Crucianelli - e che va oltre la presenza di un governo o di un altro in quanto segue, per i Balcani, la politica della Ce: l’interesse dell’Europa è la stabilizzazione e lo sviluppo economico, e la Provincia di Cagliari si inserisce in questro filone». E già vi sono contatti e rapporti che hanno prodotto (come negli esempi riportati a lato) proficue iniziative. Interventi che possono disporre di ingenti supporti economici, sia nei Balcani, che per via diretta.
Roberto Baracchini
 
Pagina 2 - Cagliari
Due iniziative studiate per l’Albania e il Kosovo 
Informatica e ambiente 
 
 CAGLIARI. Inserire le biblioteche nella rete europea di ricerca e un piano di bonifica di migliaia di ettari: questi due tra i diversi progetti portati avanti da imprese sarde sui Balcani. La Provincia ha iniziato a lavorare su quest’area a partire dal piano strategico del Cagliaritano: documento che dovrebbe tracciare le linee di sviluppo per i possimi dieci-quindici anni. Da qui una riflessione anche sulle scienze e sulla «ricerca e sviluppo»: l’utilizzo delle conoscenze per la produzione e i servizi avanzati. Quindi si è proceduto a una cernita dei settori e poi a un’ulteriore scelta in rapporto alle esigenze dei Balcani. Da qui sono nate diverse iniziative. Tra queste, ad esempio, una della Memoria storica: per l’informatizzazione del sistema bibliotecario dell’Albania. Progetto che si è sviluppato sino a coinvolgere anche la Macedonia, la Serbia, la Bulgaria e il Kosovo in un piano che prevede l’inserimento nella rete europea della ricerca dei sistema universitari e bibliotecari dei Paesi accennati. Un’altra iniziativa vede un gruppo di imprese che, assieme alla Saras ricerche e tecnologie, sta progettanto un intervento di bonifica su oltre mille ettari inquinati, in Albania.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
LA SENTENZA 
Troppi libri in fotocopia: Ersu assolto 
 
 SASSARI. I vertici dell’Ersu non hanno alcuna colpa se gli studenti utilizzano le fotocopiatrici dell’ente per riprodurre integralmente i testi universitari, violando così la legge sul diritto d’autore.
 Lo ha stabilito il giudice monocratico Guido Vecchione che ieri, con contestuali motivazioni di sentenza, ha assolto «per non avere commesso il fatto» Maria Paola Pasella, nel 2003 presidente dell’Ente regionale per il diritto allo studio universitario.
 L’assoluzione era stata sollecitata sia dal difensore dell’imputata, l’avvocato Bachisio Basoli, sia dal pubblico ministero Andrea Giganti.
 I guai giudiziari per la presidente dell’Ersu erano derivati da una verifica fatta il 29 ottobre 2003 dalla Finanza nella copisteria messa a disposizione dall’ente nella sede di via Rolando. Le Fiamme Gialle avevano trovato le fotocopie integrali di otto opere letterarie. Da qui, per Pasella, l’incriminazione. La difesa ha dimostrato che, oltre a non poter vigilare negli uffici, Maria Paola Pasella aveva formalmente incaricato il personale di vigilare per porre fine all’abitudine degli studenti di fotocopiare integralmente i testi universitari. Il giudice ha disposto la confisca e la distruzione delle fotocopie sequestrate dalla Guardia di Finanza.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
Designato il successore di Gianni Cherchi. Gli uffici trasferiti a Cortesantamaria 
David Harris alla guida dell’azienda mista 
Il manager americano è stato nominato direttore generale della nuova struttura  
Da luglio aveva ricoperto la carica di responsabile amministrativo nello stesso organismo 
 
 SASSARI. David Harris è il nuovo direttore generale dell’azienda mista. Una nomina attesa dopo la scomparsa di Gianni Cherchi, il manager chiamato nel luglio scorso ad avviare la nuova struttura ospedaliero universitaria. A porre l’ultima parola sulla designazione di Harris, nell’aria da settimane, sarebbe stato il presidente Renato Soru, che avrebbe gestito di persona una delicata mediazione con i vertici dell’università di Sassari. L’assessore alla Sanita Nerina Dirindin dovrebbe ufficializzare la scelta firmando la nomina nelle prossime ore. David Harris, erede naturale di Gianni Cherchi, che lo aveva voluto al suo fianco come direttore amministrativo, avrà ora un compito difficile e con non pochi problemi, in una fase delicatissima per il futuro dell’azienda.
 L’assessore regionale alla Sanità Nerina Dirindin due settimane fa lo aveva annunciato: in tempi brevi la nomina sarebbe stata fatta. La richiesta di una soluzione rapida era stata avanzata più volte dagli uffici di Cortesantamaria, dove di recente è stata trasferita la Direzione. A spingere per una soluzione rapida, in particolare, era stato Antonello Ganau, direttore sanitario dell’azienda ospedaliero universitaria, all’indomani della scomparsa di Gianni Cherchi, che aveva avviato la struttura con un’azione ad alti livelli. Da dicembre, di fatto, l’azienda aveva navigato a vista, alle prese con decisioni importanti e con l’avvio di servizi nuovi che richiedono il lavoro di uno staff al completo. Il nome di David Harris era subito stato dato tra i favoriti, garanzia di continuità rispetto all’operato di Cherchi, che aveva tenuto particolarmente a presentare come scelta personale e autonoma la nomina di Harris a direttore amministrativo nella sua squadra.
 David Harris, 53 anni, oroginario dello Stato dell’Oregon, negli Stati Uniti, si definisce sardo di adozione perché vive nell’isola da vent’anni, quando venne chiamato come consulente dal Banco di Sardegna e dove si è sposato con una donna di Orgosolo. Per anni ha fatto la spola da Milano, dove ha lavorato fino a quando è stato chiamato, circa due anni fa, per tentare di risollevare da una crisi profonda la Krenesiel, la società di servizi informatici del Banco di Sardegna. Azienda in cui, aveva affermato dopo il passaggio all’azienda mista, «penso di aver salvato il salvabile». Manager stimato e di riconosciuta esperienza e competenza, Harris dovrà ora governare una struttura strategica per il livello di servizi sanitari da erogare ai cittadini. Prendendo in mano l’agenda lasciata da Gianni Cherchi, già fitta di appuntamenti importanti. Sul tavolo, le basi per gran parte dell’attività che riguarda le cliniche universitarie, di cui proprio in questi giorni è stato reso noto il poco incoraggiante rapporto del Nas. Ma manca ancora l’atto aziendale, il provvedimento, non ancora perfezionato, che determina gli obiettivi dell’azienda e delinea il percorso da seguire per raggiungerli.
 Un documento fondamentale, senza il quale la struttura non ha né può esercitare le proprie facoltà. Nelle mani del nuovo manager sarà poi affidato il programma avviato dalla Regione che riguarda la costituzione del Dipartimento di Radioterapia, che vede l’università di Sassari, insieme con l’ospedale Busincu di Cagliari e il San Francesco di Nuoro, fra i centri scelti dall’assessorato alla Sanità per la creazione della rete di terapia contro i tumori. Altro elemento che ha sollecitato la nomina di un nuovo direttore generale, è l’imminente arrivo di una sofisticata apparecchiatura per la diagnostica tramite radiazioni, la Pet, per l’installazione e il funzionamento della quale occorre mettere in moto una serie di procedure, anche di natura burocratico-amministrativa, che deve poter contare sul lavoro della squadra di vertice al completo. E in più, a David Harris spetterà ora il compito di indicare il proprio successore come responsabile della direzione amministrativa. Una nomina sulla quale è già aperto il toto-favoriti.
 

 

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