Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
31 January 2008
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 7 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro Pagina 15
Cagliari non risponde agli studenti
I ragazzi riuniti in assemblea: «Noi, snobbati dall’Ateneo»
Università. Domani è in programma una grande manifestazione di protesta
La Procura ha aperto un’inchiesta mentre il pool di legali che assiste gli studenti sta vagliando la possibilità di un risarcimento danni
 
«Sono venuti i carabinieri e la Digos, il nucleo investigativo della Questura, da giorni urliamo che il corso nuorese di Pubblica amministrazione è chiuso, e dall’Università di Cagliari non arriva nessun segnale, nessuna smentita sulla chiusura». Tra gli studenti, riuniti in assemblea permanente nella facoltà di via Salaris, serpeggia lo sconcerto. Gli universitari preparano la manifestazione di domani mattina (partenza alle 9.30 da piazza Sardegna), mentre la portavoce del movimento studentesco Rossella Cambedda attacca l’ateneo cagliaritano. «Continua a valere l’email che annunciava il trasferimento dei segretari e la chiusura delle attività didattiche - tuona -. Corre voce che già a marzo si chiuderà tutto e chi si deve laureare non potrà farlo. Salterà la sessione di laurea. Continueremo la battaglia anche sul fronte giudiziario».
L’INCHIESTA L’indagine della magistratura è già stata avviata: si dovrà accertare se sussiste il reato di interruzione di pubblico servizio, mentre il pool di legali, a cui si sono rivolti gli studenti, dovrà vagliare la possibilità di un cospicuo risarcimento danni. Sul silenzio della Regione, interviene invece la Confederazione sindacale sarda: «Non è ammissibile che si smantelli, dopo dieci anni, il Consorzio nuorese con una riduzione drastica delle risorse, quando l’anno accademico è già iniziato e gli esami sono in corso». Un fiume di dichiarazioni e di prese di posizione che formano un fronte compatto per dire no alla chiusura del terzo polo universitario della Sardegna. Scende in campo anche l’assessore comunale alla Cultura di Nuoro Teresa Pintori che chiede «un’adesione compatta degli studenti alla manifestazione di protesta», e dichiara di essere «allarmata per lo smantellamento progressivo del polo nuorese». Un sostegno forte alla protesta studentesca arriva anche dalla Federazione lavoratori della conoscenza Cgil che ha inviato il documento degli universitari a tutte le scuole della provincia.
GLI APPUNTAMENTI In programma anche il consiglio comunale convocato proprio per domani mattina in contemporanea con la manifestazione “L’Università è il futuro di tutti”. L’audizione dei rappresentanti del Consorzio universitario nuorese è prevista invece per l’8 febbraio. Ieri sera, anche i rappresentanti degli studenti Sara Mattu, Laura Piras e Massimo Pusceddu hanno chiesto di partecipare ai consigli comunali e provinciali. «Le gravi novità sulla gestione dei corsi di laurea - dice il presidente del consiglio Leonardo Moro - anticipano con urgenza l’audizione dei rappresentanti, prevista per il 28». È possibile anche una convocazione dei consigli comunali e provinciali a Cagliari. Si riparlerà di campus universitario il 4 febbraio, quando la Commissione Difesa farà un sopralluogo in città.
Caterina Tatti
 
 2 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 50
Vittoria Sanna, una sala tutta per lei
L’Università ricorda l’anglista
 
Una sala tutta per lei. Per la “Signorina Sanna”, l’illustre anglista che per decenni ha segnato la storia dell’Università cagliaritana con la sua cultura, i modi regali, l’intelligenza. A cinque anni dalla morte, avvenuta nell’aprile del 2003, il Dipartimento di linguistica e stilistica dell’Università degli studi, diretto da Antonietta Dettori, la ricorda intitolandole la nuova sala del Dipartimento (che custodisce il suo prezioso fondo librario), al piano terra della Facoltà di Lingue e Letterature straniere di via San Giorgio 12. La cerimonia domani alle 11 alla presenza del Rettore, del direttore del Dipartimento e delle autorità accademiche. Ci saranno i tre nipoti della professoressa, che hanno generosamente attuato la volontà della zia, donando al Dipartimento i libri che presto saranno a disposizione degli studiosi.
Laurea in Lingue a Napoli, Vittoria Sanna insegna al Dettori prima di passare all’Università, lettrice e poi titolare di cattedra, prima donna in Italia a diventare ordinario di Lingua e letteratura inglese. Nel 1951 presenta in Italia Virginia Woolf, allora semisconosciuta. L’opus magnum che le merita il “Rose Mary Crawshay Prize” della British Academy di Londra è l’edizione critica della Religio Medici di Thomas Browne. Preside negli anni caldi della Facoltà di Magistero, dirige l’Istituto di Lingue e Letterature Straniere fino all’80, l’anno del ritiro. «Ebbe inizio allora la splendida “Indian Summer” della sua vita, fervida di attività di studio e di ricerca, segnata di riconoscimenti al suo lavoro e alla sua dignità di intellettuale e docente», scrive nella bella introduzione al volume dedicato all’anglista dalla facoltà di lingue Laura Sanna, professore ordinario di Lingua e Letteratura inglese e sua antica allieva. 
 
3 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 49
Con Collotti e Natoli si parla di Shoa
Storia Università, Issra, scuole di Cagliari
 
“Memoria e silenzi della Shoah”: è il titolo dell’ incontro di riflessione storica e di dibattito, rivolto a docenti e a studenti delle scuole e dell’Università e a tutta la città, che si terrà a Cagliari domani alle 15,30 nell’aula magna del corpo aggiunto delle Facoltà Umanistiche in via Is Mirrionis 1. A promuoverlo, l’Università di Cagliari, Dipartimento di Studi storici, geografici e artistici, l’Istituto sardo per la storia della Resistenza e dell’Autonomia (Issra), l’Istituto tecnico industriale Dionigi Scano, l’ERSU di Cagliari, l’Ufficio scolastico regionale, in collaborazione con Archivio di Stato di Cagliari, Istituto magistrale Eleonora D’Arborea, Istituto magistrale De Sanctis, Liceo-ginnasio Dettori, Liceo-ginnasio Siotto Pintor, Liceo scientifico e classico Brotzu di Quartu.
Durante la serata Enzo Collotti, tra i massimi studiosi a livello europeo del nazismo, del fascismo e dell’Olocausto, nella sua relazione “Il fascismo italiano dalle leggi razziali alla Shoah”, affronterà un tema di particolare rilevanza, quest’anno, in cui ricorre il settantesimo anniversario delle leggi antiebraiche che sanciscono in Italia l’avvio del razzismo di Stato. Claudio Natoli, docente di Storia contemporanea presso l’Università di Cagliari, svolgerà una relazione dal titolo “Persecuzione e sterminio dei Sinti e Rom” durante la seconda guerra mondiale; un episodio della guerra di sterminio nazista ancora oggi poco conosciuto al di fuori di ristrette cerchie di studiosi. Nel corso dell’incontro saranno proiettati brani dal video “A forza di essere vento. Lo sterminio nazista degli Zingari”, curato ed edito dalla rivista anarchica online A. “A forza di essere vento” (Khorakhané) è il testo di una poesia/canzone di Fabrizio De André e Ivano Fossati dedicata agli Zingari. La presentazione sarà a cura di Donatella Picciau. Coordina la serata Luisa Maria Plaisant, direttrice dell’Issra. 
 
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 16
Università. Fuori uso anche le biblioteche e la connessione gratuita a internet
Tranciato un cavo, Magistero senza computer
 
Un banale incidente e va in tilt l’intero sistema informatico del polo umanistico del Magistero. Da martedì tutti i computer della facoltà di lettere e filosofia, della sala lettura e della biblioteca dell’Interfacoltà sono fuori uso: il cavo generale che collega le reti informatiche e wi-fi (per la connessione senza fili) è stato tranciato da una ditta che sta lavorando all’interno dell’università. «Da due giorni - racconta Giorgia Cau, studentessa di filosofia - possiamo prendere in prestito soltanto i libri che ci troviamo davanti. Impossibile, invece, cercare i testi di cui abbiamo bisogno attraverso il catalogo on line. Un problema soprattutto per i libri di testo che vengono utilizzati soprattutto in periodo d’esami, proprio come accade adesso».
Anche il sistema wi-fi per la connessione gratuita è fuori uso. «Da quando è stato attivato il servizio internet - aggiunge Elisabetta Cambedda - utilizzo il computer per studiare. Con questo stop, ho perso le ultime due mattinate perché sono andata in facoltà sperando inutilmente di trovare la connessione».
Impossibile sapere quando verrà risolto il problema: al rettorato nessuno ne conosce l’esistenza mentre al servizio reti informatiche gli addetti preferiscono tacere.
Francesca Musanti

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Università, l’ora dei precari 
Divisione tra la Cgil e la Rsu sulla strada da seguire 
Oggi il consiglio d’amministrazione dell’ateneo discuterà dei lavoratori a tempo 
 
CAGLIARI. Chissà se oggi sarà la giornata della resa dei conti per i precari dell’università? Questa mattina il Consiglio d’amministrazione dell’ateneo si riunirà per discutere anche delle politiche del personale. Ma i sindacati si presenteranno divisi: con la Cgil, da una parte, che insiste perché ai 300 lavoratori atipici sia rinnovato il contratto in attesa di un piano per la stabilizzazione, e le Rsu che guardano fiduciosi la proposta presentata la scorsa settimana dal rettore, Pasquale Mistretta, di stabilizzare subito 30 lavoratori equamente divisi tra precari e idonei ai concorsi pubblici.
 La rottura s’è consumata nei giorni scorsi, quando i cinque rappresentanti della Cgil (i componenti della Rappresentanza sindacale unitaria sono in tutto 15) hanno detto “no” al piano illustrato dal Rettore. In sintesi, racconta Giorgio Mancosu, della Rsu, per evitare discriminazioni tra i diversi lavoratori in attesa di una stabilizzazione, Mistretta avrebbe presentato una proposta che possa armonizzare le diverse esigenze riconducibili a tre profili di lavoratori: i precari (il 27 gennaio è scaduto il contratto di una quarantina di essi che così da lunedì non sono più in servizio), gli idonei ai concorsi pubblici, coloro che aspettano una progressione di carriera. «Per il momento - racconta Mancosu - Mistretta ha proposto di far entrare subito trenta lavoratori: quindici precari e quindici pescati dalle liste degli idonei ai concorsi». Per arrivare a questo si rende però necessaria una cernita dei precari, che dovrebbe avvenire in base a una selezione da cui far scaturire una graduatoria. «In questo modo - va avanti Giorgio Mancosu - il rettore non aiuterebbe solo i precari, ma anche gli altri lavoratori che comunque hanno diritto di accedere al posto». Per la Rsu via libera dunque alla proposta di Pasquale Mistretta. Questa posizione è ben espressa in un documento ufficiale delle Rappresentanze sindacali unitarie in cui si riconosce al rettore di aver «negli ultimi concorsi, e ancor prima della Finanziaria 2008, lautamente valutato in termini di punteggio il lavoro svolto dai precari». Contestualmente alle stabilizzazioni, le Rsu chiedono però che si attivino «le progressioni di carriera per i lavoratori strutturati, con numeri, criteri di selezione e tempi che non li discrimino rispetto agli stabilizzandi». Una posizione distante dalla Cigl, contraria a una soluzione solo per 15 precari. E oggi manifesterà per salvare tutti i 300 lavoratori atipici. (s.z.)
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Nuoro
Università, si mobilita anche Orani 
Proposta una seduta straordinaria del Consiglio domani nel capoluogo 
Gli studenti iscritti all’ateneo hanno chiesto una presa di posizione agli amministratori locali 
 
ORANI. È approdata in consiglio comunale ad Orani, la complessa vicenda legata alla possibile chiusura dell’università nuorese. Un nutrita rappresentanza dei numerosi studenti oranesi iscritti all’ateneo ha partecipato alla seduta di martedì sera, durante la quale il capogruppo del Pd, Lorena Succu, ha chiesto il sostegno dell’intero consiglio e una presa di posizione decisa sulla questione.
 «La negligenza e l’irresponsabilità delle forze politiche regionali e locali - ha precisato quest’ultima - hanno fatto sì, che si arrivasse alla profonda crisi che colpisce l’ateneo nuorese». Il capogruppo ha quindi proposto la convocazione del consiglio in seduta straordinaria per domani mattina, a Nuoro, in occasione della manifestazione che partirà da Piazza Sardegna alle 9:30, per dare il proprio sostegno agli studenti. La richiesta è stata accolta all’unanimità dall’assemblea, che ha ribadito la piena solidarietà alla lotta intrapresa per evitare la chiusura delle sede nuorese.
 «Siamo di fronte all’ennesimo affronto alle comunità dell’interno - ha dichiarato il sindaco Franco Pinna - di cui si continua ad ignorare le problematiche di carattere culturale e sociale, eliminando le poche cose che funzionano. Tutti noi abbiamo condiviso l’atto di responsabilità del presidente Soru, nell’esprimere solidarietà alla Campania in merito alla questione dei rifiuti - continua Pinna - e vorremmo che tale incondizionata solidarietà fosse espressa anche per l’università di Nuoro, affinché non venga abbandonata, ma sia salvaguardata e incentivata, divenendo così un centro di eccellenza». Altrettanto dura e decisa appare anche la posizione della minoranza. «Non c’è un ragionamento politico a livello regionale e provinciale per sostenere l’ateneo - sottolinea il capogruppo, Peppino Sini - perché da parte dei politici non c’è interesse a difendere e sostenere il territorio, mentre i consiglieri regionali eletti nella provincia di Nuoro dovrebbero farsi portavoci di queste istanze». Sini invita quindi tutti i consigli comunali della provincia, a riunirsi domani in seduta straordinaria durante la manifestazione. «Questa situazione ci preclude la possibilità di studiare, gettando un’ombra sul nostro futuro - commentano gli studenti, decisi a proseguire la loro battaglia -. Le decisioni vengono prese dall’alto e comunicate all’ultimo momento, senza alcuna considerazione per le nostre istanze, peraltro segnalate già da tempo».
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Fatto del giorno
Dal matriarcato all’emancipazione Orgosolo diventi la città delle donne 
Ora spetta a loro mettere a frutto il primato conquistato nella comunità, dove il 90% dei laureati è di sesso femminile 
di Anna Saderi 
 
«Orgosolo, pro mene èr bella gasi/ li auguro solu piùs fortuna». Questi sono i primi versi della poesia «Sa vidda mea» di Peppino Marotto. In essi vi è tutto l’amore per il paese, sentito “bello” nell’insieme del suo patrimonio geo-territoriale, storico- culturale e sociale, unito però alla coscienza della necessità del cambiamento, da lui definito poeticamente “fortuna” sia nell’accezione antica che pone il fato al di sopra degli eventi, sia anche in quella che prevede la volontà d’intervento degli uomini.
 L’augurio di Peppino Marotto suona oggi come un monito alle generazioni future, un richiamo alla responsabilità di ciascuno ad aiutare la “fortuna” affinché il cambiamento si possa verificare. Dopo quel terribile 29 dicembre scorso, con l’assassinio brutale ed arrogantemente ostentato del poeta, e i successivi omicidi dei due fratelli Mattana, l’idea che il cambiamento fosse già in atto sembra essersi allontanata. Quanto si sta facendo non è sufficiente o non è orientato nella giusta direzione? Magari la spinta al cambiamento deve essere cercata altrove.
 In quella parte della comunità che della gestione della cosa pubblica ha avuto finora poca responsabilità? Questo aiuto può venire magari dalle donne? Se condividiamo quanto sostiene nel suo libro “Il secolo breve” lo storico Hobsbawm, cioè, che nel secolo appena trascorso tutte le rivoluzioni sono fallite tranne la più importante, quella femminile, anche se ancora incompleta, e che con essa bisogna necessariamente fare i conti se si vuole un mondo diverso e migliore, allora, anche in una piccola e tormentata comunità come Orgosolo, dalle donne bisogna ripartire. Ma la politica dei partiti continua imperterrita nella sua vecchia tradizione, a negare cioè pari diritto di cittadinanza e condivisione delle responsabilità e del potere alle donne. Non è qui il caso di analizzarne le cause, cosa peraltro già fatta tante volte, ma di sottolinearne ancora una volta l’assurdità. Evidentemente, anche in Sardegna, a dispetto persino del presunto matriarcato sardo e a dispetto del fatto che già dalla fine degli anni ‘80 la nostra è stata la prima regione in Italia in cui il numero delle donne laureate ha superato quello dei maschi, l’orgoglio dell’identità dei sardi non passa proprio attraverso la rappresentanza politica della sua metà femminile! Orgosolo rientra perfettamente nella statistica, anzi la rinforza. La percentuale della presenza femminile è di due donne su 17 consiglieri e un assessore su sette. Eppure le donne ad Orgosolo hanno sempre dimostrato di “valere”, sono sempre state protagoniste, mai relegate, secondo la nota frase sattiana, “a stare al mondo solo perché c’è posto”, ma in prima linea, “a fàchere deòmines”, contro la miseria nel lavoro duro dei campi, quando i “prinzipales” offrivano a mezzadria appezzamenti di terra difficili da dissodare e lavorare, oppure indomite a marciare su Pratobello per difendere i pascoli, oppure ancora, punti di riferimento immancabili perché detentrici di antica saggezza e cultura, a curare e guarire, nutrire e provvedere, perché capaci di mediazione e negoziazione a sancire i patti tra le famiglie o, come altrove, cantate e descritte nella loro bellezza ed altera fierezza, desiderabili ammaliatrici. Donne, insomma, a tutto tondo, di chiara e definita identità, capaci di autonomia e riconosciuta autorevolezza privata e sociale (non a caso la madre di Farouk Kassam rivolse la sua preghiera alle donne di Orgosolo). Certo prima il livello di coesione era superiore, il dissenso sociale più facile da compattare e indirizzare. Oggi, la società è più complessa, frammentata, edonista e individualista. E’ cambiata la tipologia della criminalità perché è cambiata la configurazione socio-economica del territorio. E’ diversa anche la gioventù, la sua percezione del mondo, del proprio ruolo, della relazione con l’altro sesso, della moralità, della solidarietà. Sono necessarie dunque altre metodologie ed un rinnovamento capillare del pensare e dell’agire. Un ruolo più incisivo delle donne nella comunità potrebbe essere una prima buona risposta. Non solo, quindi, a livello familiare o di consenso e legittimazione sociale (questo forse non è mai venuto meno), ma soprattutto nella concreta gestione della cosa pubblica. Se si confrontano i dati sopra citati, della partecipazione delle donne al potere nel paese di Orgosolo, con quelli dei livelli di scolarità si resta ancora più sconcertati: dei 180 che hanno conseguito il diploma di scuola media superiore, le donne sono 137, gli uomini 43; dei 22 laureati, 19 sono di sesso femminile: dunque oltre il 90% (dati dell’ufficio di collocamento del 2007). La logica vorrebbe che quindi ci fosse almeno parità di rappresentanza, se non il rispetto delle proporzioni. La mancanza di riconoscimento del diritto di cittadinanza politica alle donne è nei fatti, qui come altrove. C’è da chiedersi quale dimensione d’inaffidabilità, di mancanza di autorevolezza, d’impossibilità di rappresentanza, persista nel sentire comune per continuare ad offuscare l’immagine di credibilità femminile e annebbiarne la sua forza propositiva alternativa.
 Ora, forse, da parte delle donne di Orgosolo, se vogliono vedere realmente attuarsi un cambiamento, la partecipazione non è più solo un diritto da rivendicare a parole ma da tentare di perseguire con forza e persino un dovere da sentire profondamente e diffusamente. Da parte di tutta la comunità. A meno che non si sia interessati a portare avanti l’immagine stereotipata del paese dei banditi, quella che fa giungere ogni estate tanti turisti (tra settantamila e centomila dicono le statistiche) a vedere, sperando magari di provare qualche brivido in più, “l’effetto che fa”.
 Le donne di Orgosolo, dunque, considerate sempre un pilastro delle comunità, nella quale hanno espresso anche vivace e consapevole sensibilità politica negli anni ’70-80, tanto da giustificare la tesi del persistere di un moderno matriarcato barba ricino, devono ora condividere responsabilità e potere decisionale; devono “abitare” realmente il luogo della politica, nel senso più ampio o anche più restrittivo del termine, nelle forme, cioè, del partecipazione diretta, per poter, con mentalità differente, elaborare nuove idee, progettare interventi capillari, cercare di costruire nuovi rapporti, fuori dall’omologazione consumistica che su vecchi disvalori sta innestandone di nuovi ben peggiori.
 
 

Questionnaire and social

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