Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 January 2008
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 6 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 23
ersu
Assegni e contributi per gli studenti
 
L’Ersu (Ente regionale per il diritto allo studio) ha assegnato agli studenti universitari le borse di studio e affisso il bando di concorso dei contributi per l’affitto della casa.
L’elenco degli aventi diritto è consultabile alla sezione “pagamenti” del sito www.ersucagliarionline.it, dove sono pubblicati i dati sulle somme. I diversamente abili possono informarsi nella propria area riservata. I beneficiari potranno riscuotere l’importo nelle filiali del Banco di Sardegna, muniti di documento d’identità e codice fiscale.
Per Fitto Casa, invece, le domande dovranno essere compilate sul sito dell’Ersu. Il numero verde 800568100 fornirà ogni chiarimento dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13.00, il martedì, dalle 16 alle 18. 
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 21
Convegno al T- Hotel di pediatri su infezioni, allergie e asma nei bambini
Malattie dell’infanzia, esperti a confronto
 
Pediatri sardi a convegno sabato 26 gennaio al T-Hotel. Si parlerà di “Infezioni, allergie e asma nei bambini dai zero ai 14 anni: dalla basi scientifiche fino alla pratica clinica”.
Il meeting si aprirà alle 8,30 e sarà presieduto dal professore emerito di pediatria e neonatologia Umberto Pelosi. I lavori saranno introdotti dalla relazione di Basilio Mostallino, segretario regionale della Federazione italiana medici pediatri (Fimp). Seguiranno gli interventi di Umberto Pelosi (La marcia atopica), Giulio Gaspardini, dirigente medico dell’Asl 8 di Cagliari (Le infezioni respiratorie recidivanti del bambino: quando e come intervenire), di nuovo Pelosi (che porrà l’interrogativo “La bronchiolite è l’esordio per l’asma nel bambino?”), Giovanni Battista Corona, dirigente della Clinica pediatrica universitaria dell’ospedale San Giovanni di Dio (Utilità degli steroidi per via inalatoria nel wheezing dei primi anni di vita) e infine Paolo Rosas, pediatra di famiglia (Dalle linee guida alla pratica: discussione e presentazione dei casi clinici).
Il convegno si concluderà con un dibattito. Per acquisire ogni ulteriore informazione contattare la segreteria organizzativa telefonando al numero 055/795421. ( p. l. )

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Fatto del giorno
L’emergenza si può superare ma servono misure definitive 
Raffaello Cossu, docente d’Ingegneria all’università di Padova, è convinto che le moderne tecnologie consentano di conciliare salvaguardia naturalistica e smaltimento dei rifiuti 
di Pier Giorgio Pinna
 
SASSARI. «A mali estremi, estremi rimedi: la Sardegna può senz’altro sopportare quest’emergenza». Nonostante l’allarme incalzante, Raffaello Cossu è certo che lo smaltimento della spazzatura e la tutela dell’ambiente si possano conciliare con equilibrio. «Naturalmente l’isola non può farsi carico per sempre della situazione venuta a determinarsi in Campania - aggiunge con convinzione - ma nell’immediato ha tutte le risorse per dare il proprio contributo specialistico in maniera ottimale». Tra i maggiori esperti mondiali di eliminazione e riciclaggio dei rifiuti, presidente internazionale dell’Iwwg, l’associazione internazionale costituita per affrontare questi delicatissimi temi, Cossu è un dinamicissimo ingegnere di 59 anni. Nato a Sassari, dopo una lunga esperienza come docente nell’ateneo di Cagliari, oggi insegna all’università di Padova. E in autunno, a Santa Margherita di Pula, ha guidato come responsabile scientifico il simposio che per quasi una settimana ha visto riuniti in Sardegna studiosi di tutto il pianeta per analizzare le prospettive prossime venture in questo settore. Il suo punto di vista, da tecnico super esperto nella materia, appare perciò di particolare interesse.
 - Professor Cossu, quali dunque i suoi giudizi sulle misure adottate nelle ultime ore?
 «I provvedimenti governativi sono l’unico modo per affrontare l’emergenza in queste settimane. Del resto, mi chiedo il perché di tanto stupore. La gente ha la memoria corta».
 - Per quale ragione?
 «Molti, soprattutto al Nord, dimenticano che Milano e Venezia, sino a qualche tempo fa, per l’esattezza sino alla fine degli anni Novanta, mandavano gran parte dei loro rifiuti in Puglia. E che ancora oggi la Serenissima continua a farlo usando aree di smaltimento dislocate a Ravenna».
 - Almeno oggi però si è fatto tutto quel che si poteva per combattere l’emergenza in Campania?
 «Nell’immediato penso di sì. Ma questa non dev’essere una scusa per continuare a non far nulla. Bisogna che ciascuno si assuma le proprie responsabilità, amministrazioni campane per prime. Quando si dice no alle discariche e agli inceneritori, nei fatti si dice no anche al riciclaggio, sì agli immondezzai a ogni angolo di strada e sempre sì ai fuochi negli abitati che alimentano le dispersioni di diossina nell’atmosfera».
 - Che cosa pensa, più nel dettaglio operativo, del ruolo attribuito da Regione e Governo alla Sardegna?
 «La nostra isola è in grado di ricevere e smaltire tranquillamente le quantità di spazzatura fin qui ipotizzate: 50 o anche 100 tonnellate al giorno non sono un ostacolo. Siamo dotati di buoni impianti».
 - Quali?
 «Scala Erre a Sassari, il Casic a Cagliari, l’Ecoserdiana, quelli di Villacidro. Insomma, l’isola non fa certo una cattiva figura rispetto alla situazione di altre aree».
 - Sempre sul piano tecnico si sollevano però perplessità per la mancanza di un centro di stoccaggio idoneo in prossimità di inceneritori e discariche.
 «È sicuramente una questione da studiare a fondo nei minimi particolari. Ma non si deve drammatizzare. I rifiuti sono materiali da trattare come altri: e - lo ripeto - noi sardi siamo assolutamente in grado di farlo».
 - In concreto, di fronte al nuovo impegno di smaltimento, quali provvedimenti integrativi andrebbero realizzati nell’isola?
 «Beh, bisogna innanzitutto lavorare per superare la stasi dovuta alle ostilità registrate nel centro Sardegna per la pianificazione degli interventi. In ogni caso nessuno ipotizza uno smaltimento prolungato nel tempo o a regime: siamo soltanto di fronte a un quadro transitorio. Se anche le altre Regioni faranno la loro parte, non dobbiamo avere timori. Poi la Sardegna dovrà fare da sé scelte per evitare che allarmi del genere in futuro la possano riguardare in maniera diretta. Si tratta semplicemente di programmare gli interventi in modo organico e razionale».
 - Qual è la sua opinione sulle proteste e sulle riserve avanzate da molte parti sul trasferimento di una parte dei rifiuti campani in Sardegna?
 «C’è un discorso sulla solidarietà nazionale a cui l’isola non può sottrarsi».
 - Come si colloca in graduatoria l’isola rispetto alle altre regioni italiane?
 «Bene. La Sardegna è stata la prima zona in tutto il Mediterraneo a cominciare la raccoltà differenziata dell’umido. A Serdiana la si faceva già dal 1989».
 - Che cosa pensa dei termovalorizzatori?
 «Paesi come la Grecia e l’Australia hanno messo al bando questi sistemi in maniera radicale. Invece altri Stati virtuosi verso l’ambiente - come l’Olanda, la Danimarca e la Svezia - li usano senza che il fatto alimenti contrasti. In Spagna e in altre regioni italiane s’inceneriscono i rifiuti solidi seguendo criteri rigorosi e precisi accorgimenti».
 - A Santa Margherita di Pula, durante il simposio internazionale, lei era intervenuto sulla vicenda di Ottana: è sempre dello stesso parere?
 «Certo: la questione rimane ferma in tutta la sua complessità. Ogni scelta deve tener conto delle caratteristiche territoriali. Ci sono situazioni derivanti dalla mancanza di spazio nelle quali certe decisioni sono inevitabili. Però voglio aggiungere un punto che mi sta a cuore».
 - Quale?
 «Spesso supposti pericoli sono alimentati da estremisti dell’ambientalismo che puntano a suscitare sensazionalismi: sono ciarlatani sempre pronti a sfuggire qualsiasi confronto sui dati scientifici. Non faccio di ogni erba un fascio, naturalmente. Le posizioni di molti ecologisti, primi fra tutti i dirigenti di Legambiente, sono rispettabilissime. Mi chiedo però per quale motivo gli stessi problemi non si agitino altrove in maniera tanto scomposta».
 - A che cosa si riferisce?
 «Al Giappone, per esempio. Ci vado spesso per ragioni di lavoro. Ci sono stato anche poche settimane fa. Bene, Tokyo non può fare a meno dei suoi 15 maxi-impianti d’incenerimento. Ma bisogna vedere come sono gestiti: lindi, pulitissimi, con un igiene a prova di qualsiasi controllo, all’interno ospitano persino gli asili e i bambini dei dipendenti. Per entrarci è prima necessario togliersi le scarpe».
 - E i pericoli per la salute legati alla dispersione di nano-particelle nocive nell’ambiente circostante?
 «Anche qui ci si deve intendere sino in fondo. Persino nell’ultimo simposio di Santa Margherita molti esperti nella materia hanno fornito analisi che dimostrano come le nano-particelle nell’aria attorno ai termovalorizzatori non siano superiori a quelle nella normale atmosfera. Non ci sono insomma dati epidemiologici che attestino una maggiore incidenza di tumori o di altre patologie vicino agli impianti. In ogni caso sono medici specializzati nella materia a dover di volta in volta dire se sussistono davvero rischi. Quel che io so per la parte che mi compete è un aspetto preciso: come dimostra l’esempio nipponico la tecnologia è divenuta sempre più sofisticata e porta i pericoli eventuali a un livello prossimo allo zero».
 - Che cosa dicono in proposito le ultime ricerche?
 «Fra le altre, posso citare un recente studio del Politecnico di Milano: mi è apparso confortante sul piano della salvaguardia della salute. Contro le sparate di certi movimenti oltranzisti, vorrei invitare l’opinione pubblica a non lasciarsi fuorviare da informazioni scorrette e provocazioni massimaliste. Se ci fosse un rischio, credete che la Scandinavia, da sempre attentissima alla tutela della salute e al patrimonio naturalistico, lascerebbe costruire tanti termovalorizzatori?».
 - In Sardegna, comunque, si trascinano ancora gravi ostacoli e antiche disfunzioni.
 «È vero. Le vecchie discariche, per esempio, soffrono di guai collegati alle impermeabilizzazioni: le grandi guaine installate prima del deposito delle immondizie non hanno una resistenza infinita. Ecco perché è opportuno pre-trattare i rifiuti prima del loro deposito e controllare la sostenibilità ambientale di ogni area: nello spazio di ogni generazione, se le verifiche sono positive, ogni residuo finale dev’essere stato del tutto eliminato».
 - Nell’isola ci sono ancora ritardi per la raccolta differenziata?
 «Rispetto a diverse realtà del Meridione sono stati fatti passi da gigante. Noi sardi siamo magari partiti in ritardo, ma abbiamo recuperato in fretta. Sassari è stata addirittura premiata per la raccolta del cartone, piazzandosi prima in Italia. Ma non è tanto il quantitativo che interessa quanto ciò che si fa dei materiali raccolti».
 - Si potrebbe incentivare di più questo sistema di raccolta, magari con «premi» fiscali sui tributi per la nettezza urbana?
 «Certo. I modi sono tanti. E in altre realtà li praticano da tempo. Bisogna da una parte evitare il blocco del riciclo. E dall’altra parte incrementare l’organizzazione industriale collegata a questo scopo. Parlo di cartiere, vetrerie e così via. Insomma, l’importante è porre le premesse per un ciclo virtuoso».
 - Sempre su scala sarda, per lo smaltimento finale, è preferibile un sistema integrato o tanti poli differenziati?
 «Non esiste una risposta univoca. Il caso va studiato, analizzato. In generale si può dire che, ai fini di una gestione corretta e funzionale, gli impianti d’incenerimento devono essere di grosse dimensioni, quelli di gassificazione di proporzioni più piccole».
 - L’allarme di oggi affonda le radici nel tempo: che cosa si poteva fare e invece non si è fatto?
 «È mancata la capacità della classe dirigente di fare scelte indipendenti dalla ricerca di riscontri elettorali. Ed è mancato il concerto tra tecnici e amministratori. Per di più solo di recente si è acquisita una mentalità scientifica in campo ambientale».
 - Quale esempio andrebbe seguito a suo avviso?
 «Una delle situazioni migliori si registra in Gran Bretagna: prima, durante e dopo i provvedimenti legislativi sulla questione rifiuti restano aperti tavoli tecnici permanenti di confronto che permettono ai politici e agli specialisti come operare in modo ottimale».
 - In ultima analisi, professor Cossu, la Sardegna e l’Italia ce la faranno a smaltire queste nuove colossali montagne di spazzatura?
 «Ritengo proprio di sì. In fin dei conti le quantità di rifiuti non sono così ingenti come può apparire a prima vista. Ma l’importante è che la classe politica non si lasci condizionare né dalla camorra né da estremismi ambientali né da logiche fondate sul facile consenso popolare».
 
Pagina 5 - Fatto del giorno
CHI È 
Presidente internazionale del Waste Working Group 
 
RAFFAELLO COSSU è uno degli studiosi più accreditati sulla questione del recupero di risorse dalle scorie urbane e sullo smaltimento dei rifiuti. Laurea in ingegneria al Politecnico di Milano alla fine degli anni Settanta, esperienze in diverse capitali europee e in altre aree del Mediterraneo, a cominciare da rapporti scientifici di collaborazione con Israele per corsi di aggiornamento su problematiche ambientali, ha operato per anni anche in Sardegna e quindi conosce bene il sistema operativo isolano. Nel capoluogo lombardo, da professore universitario, ha istituito nel 1984 il primo corso accademico in Italia su questi temi. Ha poi insegnato nell’ateneo di Cagliari dal 1987 al 1997. Dall’inizio del ’98 è docente d’Ingegneria ambientale a Padova. Consulente di enti e istituzioni, è inoltre il presidente dell’International Waste Working Group, associazione scientifica che stampa la più importante rivista internazionale sull’argomento, Waste Management. (pgp)
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Oristano
Tinnura. È organizzato dai Comuni di Suni e Flussio 
Un convegno sulla limba cancella il campanilismo 
 
TINNURA. Sarà il Centro polivalente del paese della Planargia a ospitare il convegno dibattito sulla lingua sarda - organizzato dai Comuni di Suni e Flussio - che si terrà sabato 19 gennaio.
 “Su sardu: limba de brullas e brigas o rier e brigare pro sa limba”, è l’articolato tema dell’incontro, che prevede interventi dalla mattinata fino al tardo pomeriggio, quando a tracciare le conclusioni sarà il pro Rettore dell’Università di Sassari, Attilio Mastino.
 Tra i relatori figurano Maria Antonietta Piga e Tore Cubeddu, rispettivamente responsabili dell’Ufficio della lingua sarda per Nuoro e Oristano; i docenti universitari Antonio Corda e Daniele Morante; il ricercatore Piertonio Pinna; Pierpaolo Piludu di Cada die teatro; l’esperto di cinema Simone Contu; il dirigente dei Servizi Economia e Turismo della Provincia di Nuoro, Giuseppe Zucca; i sacerdoti Giuseppe Pisanu e Michele Fiorentino.
 È prevista inoltre la partecipazione del Coro di Suni. Ma la segretaria organizzativa, curata dalle responsabili dell’Ufficio della lingua sarda di Suni (Maria Giovanna Serchisu) e Flussio (Maria Giovanna Carta), preannuncia anche l’arrivo di altre eminenti personalità. Al centro dell’attenzione le relazioni, quindi, tra il sardo e la religione, la scuola, le arti figurative, la poesia e l’amministrazione pubblica. Una giornata di confronto che regala alla Planargia un’altra novità: il rapporto di collaborazione che si è instaurato fra i tre Comuni limitrofi. Ottimo segnale per quella unità della Planargia che dalla parole sembra finalmente passare ai fatti. Superando ataviche barriere di campanile finora solo dannose. (al.fa.)
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
UN DIBATTITO LUNEDÌ 
Lo sguardo del popolo sardo sui paesaggi costieri 
 
SASSARI. Lunedì 14 alle 16,30 nell’Aula Rossa della Facoltà di Scienze Politiche - Centro Didattico di Viale Mancini 1 -, si terrà un incontro-dibattito intitolato «Sguardi sul mare da vicino e da lontano». Saranno messe a confronto esperienze e opinioni dei sindaci di Mamoiada Graziano Deiana, di Orosei Gino Derosas e di Seulo Dionigi Murgia e parteciperà anche l’attore Sante Maurizi. Si tratta del secondo incontro che si colloca all’interno dell’attività didattica del corso avanzato di Sociologia Urbana delle classi magistrali in Scienze Politiche e in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo, tenuto dalla professoressa Antonietta Mazzette, nonché dell’attività didattica della Scuola di Dottorato in Scienze Sociali, indirizzo in Scienze della Governance e dei sistemi complessi. Quest’incontro segue quello svolto il 4 dicembre, sul paesaggio e sull’uso-consumo del territorio sardo - a partire dal libro di Sandro Roggio, «C’è di mezzo il mare» - e che ha visto dibattere gli studenti con Giorgio Todde, Costantino Cossu e Sante Maurizi.
 Con l’incontro del 14 ci si propone un duplice obiettivo: capire quale debba essere il ruolo delle amministrazioni locali nel governare le trasformazioni del territorio, in relazione alle aspettative delle diverse comunità e al coinvolgimento delle popolazioni interessate a queste trasformazioni; capire se e come lo sguardo dei sardi sugli ambienti costieri sia condizionato da distanze culturali, oltre che fisiche ed economiche.
 Questo ciclo di incontri si concluderà il 21 gennaio nell’aula magna dell’Università di Sassari con il presidente della Regione Renato Soru. Il titolo di questo confronto - moderato da Giacomo Mameli - è «Mappe della Sardegna. Quali paesaggi per quali abitanti» e allude, tra l’altro, al dibattito in corso sui temi del governo dei territori di pregio della Sardegna. In questa occasione il presidente Soru dialogherà con gli studenti della facoltà di Scienze Politiche, a partire da interrogativi sui modi di guardare il territorio, sui processi decisionali e partecipativi, sul consenso e sul dissenso. L’incontro tra il presidente Soru e gli studenti è teso a costituire un confronto finalizzato a dialogare sulle speranze progettuali di chi governa e sulle speranze di chi ha iniziato a costruire il proprio progetto di vita.
 
4 - La Nuova Sardegna
Cronaca di Cagliari - pagina 28
Astrofisici e Agenzia spaziale lavorano insieme

SAN BASILIO. L’Istituto nazionale di astrofisica e l’Agenzia spaziale italiana hanno siglato l’accordo che definisce le modalità e gli oneri economici di competenza per il completamento, la gestione operativa, la manutenzione, l’utilizzazione e la valorizzazione del “Sardinia radio telescope”. È il radiotelescopio più tecnologicamente avanzato in Europa e da tempo in fase di realizzazione a San Basilio, nell’altopiano di Planu sanguni.  Il Sardinia radiotelescope che avrà un’altezza di settanta metri e un peso di 3.100 tonnellate sarà utilizzato dall’Istituto nazionale di astrofisica per telecomunicazione interplanetaria, sperimentazione e servirà di supporto anche l’attività dell’Agenzia spaziale italiana.  La realizzazione del Sardinia radiotelescope sarà gestita da un board di indirizzo, controllo e gestione che sarà composto da un numero massimo di dieci membri, di cui due designati dall’Agenzia spaziale italiana e otto già nominati dall’Istituto nazionale di astrofisica.  Il direttore del progetto Sardinia radiotelescope Nicolò D’Amico, nominato dall’Istituto nazionale di astrofisica, mantiene la responsabilità generale del progetto e la sua direzione. Jacopo Bulla
 
 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie