Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 May 2008
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 10 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 - Alunni in scena per combattere i bulli, un’iniziativa voluta e pensata anche dal compianto prof. Rutelli (L’Unione - La Nuova)
2 - Convegno ad Oristano sui percorsi di qualità: organizza il corso di laurea in Economia e Gestione dei servizi turistici
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 23
Alunni in scena per combattere i bulli
Iniziativa dell’Ufficio scolastico che ha coinvolto venti ragazzi della Alagon-Ciusa-Dessì e del Siotto
 
Il giovane dall’identità sessuale ancora incerta emarginato e oltraggiato dal branco dei bulli. E ancora, la ragazza carina e intelligente vittima delle voci infamanti e false fatte circolare dalle compagne di classe invidiose. Sono le storie di bullismo portate in scena ieri dagli stessi studenti nello spettacolo realizzato nell’ambito del progetto "Teatro autobiografico" dell’Ufficio scolastico di Cagliari e dell’Osservatorio provinciale per la legalità e la prevenzione del bullismo, in collaborazione con il Dipartimento di psicologia.
Venti allievi della scuola secondaria di primo grado Alagon-Ciusa-Dessì e del liceo classico Siotto, coordinati dai rispettivi dirigenti scolastici Giancarlo Della Corte e Antonio Loddo, sul palco dell’auditorium del conservatorio si sono insultati, hanno pianto, litigato con genitori e docenti, attori insieme a loro, davanti a una platea attentissima di coetanei. Immortalando insulti e scherzi pesanti con il solito videofonino.
Molto più di uno spettacolo: un vero e proprio viaggio nel cuore di un problema diffuso, per comprendere il disagio di chi viene bersagliato ogni giorno solo perché ritenuto vulnerabile oppure "diverso". Per capire anche lo stato d’animo di genitori e docenti e rendersi conto, osservando il proprio mondo dalla prospettiva dello spettatore e dell’attore, di quanto certi atteggiamenti di bullismo possano essere ridicoli e dannosi. È questo il teatro che vuole contrastare gli episodi di sopraffazione e violenza all’interno e all’esterno della scuola. Un modello didattico lasciato in eredità: «L’idea del progetto sperimentale - ha premesso Pierangela Cocco, direttore dell’Ufficio scolastico provinciale - è del professore Pietro Rutelli, scomparso qualche giorno fa, che sarebbe stato davvero soddisfatto di questo lavoro».
Pierangela Cocco, che ha curato l’iniziativa con il regista Roberto Cajafa e un’équipe di tutor e psicologi, ha ricordato che «in Sardegna, secondo un’indagine del Censis, così come in molte altre regioni, il fenomeno è trasversale, e non è connesso né al livello sociale né alla tipologia di scuola». Tra breve sarà possibile anche quantificare l’entità del bullismo: «La rilevazione è stata affidata all’Università di Roma Tre e proprio i questi giorni i dirigenti scolastici stanno compilando un questionario».
MARIANGELA LAMPIS 
 2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Oristano Pagina 20
Oristano
Consorzio Uno
 
Oggi dalle 9, nell’Auditorium di San Domenico, il corso di laurea di Economia e Gestione dei Servizi Turistici della facoltà di Economia di Cagliari con sede ad Oristano presso il Consorzio Uno ha organizzato un convegno dal titolo “Itinerari turistico-responsabili: strumenti per attivare percorsi di qualità”. L’incontro è dedicato agli studenti del corso di laurea e agli operatori del campo turistico.
3 – L’Unione Sarda
Impresa Oggi Pagina 30
Un albo per i brevetti
Sardegna L’elenco servirà a mettere in collegamento centri di ricerca e aziende
C’è tempo fino al 16 giugno per inviare la domanda di inserimento nell’elenco
 
 Al via il portafoglio dei brevetti, una pubblicazione elettronica che raccoglie le invenzioni brevettate da università, centri di ricerca e imprese della Sardegna. L’iniziativa, condotta da Sardegna Ricerche nell’ambito delle attività di sostegno alle politiche d’innovazione della Regione, intende favorire le opportunità di collaborazione scientifica e tecnologica e di partnership industriale. La pubblicazione mira alla creazione di un portafoglio brevettuale della ricerca sarda che evidenzi la capacità innovativa dei centri di ricerca e delle imprese dell’isola. Il portafoglio, aggiornato periodicamente, dovrà contenere le invenzioni brevettate dal 2003 in poi (2001 per i prodotti farmaceutici) da Università, centri di ricerca e imprese della Sardegna. La pubblicazione sarà consultabile sul sito www.sardegnaricerche.it e potrà essere utilizzata per iniziative di promozione del sistema della ricerca e dell’innovazione tecnologica regionale.
DESTINATARI Possono partecipare all’iniziativa le Università, gli enti di ricerca pubblici e privati e le imprese con sede legale in Sardegna. Sono ammesse le persone fisiche se ricercatori strutturati degli atenei ed enti di ricerca pubblici e privati.
DOMANDE Gli interessati devono inviare copia dei brevetti e modulo di domanda (disponibile su www.sardegnaricerche.it) via fax 070.92432203 o e-mail: ossbrevetti@sardegnaricerche.it. La scadenza è lunedì 16 giugno.
INFORMAZIONI Per informazioni e assistenza è possibile rivolgersi a Sardegna Ricerche, telefono. 070.92432204, oppure e-mail ossbrevetti@sardegnaricerche.it. Il regolamento è su www.sardegnaricerche.it. ( al. co. ) 
 4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 1023
Parla Giovanni Maieli (Aegee)
Ecco come si diventa studenti senza frontiere
 
Giovanni Maieli, cagliaritano di 26 anni dallo sguardo attento, come si conviene al figlio di uno psichiatra, è a quattro esami di distanza dalla laurea in Studi Orientali alla Sapienza di Roma, ed è socio dell’Aegee. «Un’organizzazione senza fini di lucro, che da 232 città europee promuove la mobilità di 15.000 studenti, per costruire un’Europa senza confini». Con quante lingue contribuisci all’abbattimento dei confini culturali? «Spagnolo, giapponese e inglese». Livello? «Spagnolo fluente, giapponese e inglese essenziali». Letture? «Poche, preferisco i film». Quanti al mese? «Due al giorno». Anche in lingua originale? «Difficili da reperire»". Urge televisione satellitare. Lavoro ambito? «Critico cinematografico».
Sei stato delegato nella prima metà di maggio, insieme a Ilaria Mereu, Sonia Pietosi e Nicola Siza - Giovanni raccomanda di citarli - a rappresentare Aegee Cagliari alla Springs Agorà (Piazza di Primavera) nella slovena Lubiana, cos’è e che ci facevate? «Due volte all’anno, ogni volta in uno stato diverso, mezzo migliaio di giovani europei discutono sul futuro dell’Europa». Sconfinamento italiano nel 1941 (oltre le Alpi) verso Lubiana, sconfinamento sloveno attuale (oltre le Alpi) verso Trieste, quand’è che torneranno a essere le cime delle Alpi Giulie, come natura comanda, il confine nazionale tra Slovenia e Italia? «In associazione lavoriamo perché i confini nazionali non siano barriere invalicabili». Di cosa avete parlato a Lubiana? «Tra l’altro, di due nuove antenne (sedi), a Rodi (Grecia) e a Las Palmas (Spagna), e delle formalità burocratiche che devono adempiere per poter liberamente circolare in Europa i cittadini di alcune sue nazioni». Qualcuno teme il pericolo di un’Europa nord-centrica. «Ho fiducia che l’Unione Europea tutelerà tutti i suoi stati, e Aegee, poiché crede nello stare uniti nella diversità, pur non dimenticando la storia, guarderà al futuro».
Percentuale di vanità personale soddisfatta con questo incarico? «Ben poca, arricchimento invece molto, grazie alle nuove conoscenze». Quanto manca a un matrimonio o a un fidanzamento lungo? «Matrimonio?, Fidanzamento lungo?, non sono una priorità». Troppo impegnato nell’arricchimento delle conoscenze. Per tutta Europa.
CLAUDIO SUSMEL 

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 36 - Cultura e Spettacoli
Prevenire il crimine, dalle inchieste al reinserimento 
Uno sguardo diverso sulla sicurezza: da oggi esperti a confronto, tra gli ospiti lo psicologo David Canter 
 
SASSARI. Ha per titolo «Prevenire il crimine. Dalle indagini investigative al reinserimento del condannato» l’iniziativa che la facoltà di Scienze politiche dell’università di Sassari organizza per tre giorni a partire da oggi con il coordinamento scientifico di Patrizia Patrizi, ordinario di Psicologia sociale. Incontri e dibattiti, ma anche spettacoli teatrali, come quello della compagnia di detenuti «Stabile assai» che andrà in scena al Verdi.
Si parlerà dunque di sicurezza, tema quanto mai attuale, ma nell’ottica di una sinergia di azioni che sappiano contrastare il crimine dal momento della sua commissione (attraverso una rapida individuazione dell’autore di reato), all’identificazione di adeguate misure sanzionatorie, alla definizione di opportuni interventi di sostegno alla vittima e ai suoi familiari, alla delicata fase del reinserimento sociale del condannato. Sullo sfondo, il coinvolgimento della collettività nel problema. Il Convegno parte da questa premessa per articolarsi intorno a due principali nuclei tematici e concettuali, cui corrispondono le diverse sessioni di lavoro: indagini investigative (domani e giovedì mattina); inclusione e reinserimento sociale (oggi e domani pomeriggio; nonché lo spettacolo teatrale di questa sera). Nella prima sessione (domani mattina, aula magna dell’università), David Canter, docente dell’università di Liverpool, illustrerà origini e sviluppi della Psicologia Investigativa con riferimento alle sue attuali prospettive. Canter è uno dei maggiori esperti internazionali della materia. Interverranno, per l’area psicologica la Mirilia Bonnes, dell’università Sapienza di Roma, per l’area giuridica Gianni Caria, sostituto procuratore della Repubblica di Sassari. La mattina del 29 (aula magna scienze politiche) è, più direttamente, rivolta alle forze dell’ordine. Sempre Canter approfondirà le “narrative” degli autori di crimini, pensando ad alcuni specifici interrogativi. Quanto all’inclusione e al reinserimento sociale, all’interno di questa cornice si collocano la sessione di oggi pomeriggio e quella di domani pomeriggio, sempre nell’aula magna dell’università. Oggi i relatori saranno chiamati a riflettere su questi temi a partire dal libro «Responsabilità partecipate» curato da Patrizia Patrizi in collaborazione con Ettore Cannavera. Domani verrà affrontato il tema delle «Drammaturgie penitenziarie», sull’esperienza del teatro in carcere.
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 31 - Sassari
Scoperta una specie endemica nell’arenile dello Spalmatore 
E nel parco vanno in vendita 18 tori e vitelli 
 
 PORTO TORRES. La ricercatrice Stefania Pisanu ha rinvenuto una specie endemica dell’Asinara, Anchusa crispa, che faceva bella mostra nella spiaggia di Spalmatore. Il ritrovamento è avvenuto nell’ambito del monitoraggio che l’Ente Parco svolge sulle specie vegetali, in particolare sulle specie prioritarie della direttiva Habitat, in collaborazione con il dipartimento di Botanica dell’università di Sassari.
 «L’Anchusa crispa è una specie perenne - spiega il biologo del Parco, Vittorio Gazale -, endemica della Corsica e del nord Sardegna, presente su sabbie sciolte o parzialmente consolidate e fino ad oggi piccole popolazioni della specie vegetale sono state segnalate nel territorio sardo nelle zone di Porticciolo, Porto Palmas, La Pelosa, Stagno di Pilo, foce di Fiume Santo, Porto Torres e l’Isola Rossa». L’importanza della specie è notevole: definita minacciata dalla Iucn, International union of nature conservation, è presente nell’Appendice I della Convenzione di Berna sulla conservazione della flora e della fauna selvatiche, ed è considerata specie prioritaria dalla direttiva Habitat 92/43 della Cee relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. Il numero delle specie endemiche nell’isola si eleva a trentuno, e i ricercatori del dipartimento di Botanica ed Ecologia vegetale dell’Università di Sassari sottolineano la notevole importanza che questa nuova segnalazione riveste dal punto di vista biogeografico.
 In primis si tratta della prima popolazione microinsulare di questa specie, sinora nota solo per le isole maggiori di Sardegna e Corsica, e poi la popolazione dell’Asinara è quella più vicina alla Corsica, tra le popolazioni sarde, e acquisisce dunque un notevole significato di collegamento tra le popolazioni delle due isole. Gli stessi ricercatori affermano inoltre che la presenza dell’Anchusa crispa nell’isola dell’Asinara mette in risalto l’importanza dell’area Parco, e il funzionamento della sua gestione dal punto di vista conservazionistico.
 «Questo ritrovamento conferma il ruolo strategico del Parco dell’Asinara nella Rete ecologica della Sardegna settentrionale e della Corsica - sottolinea Gazale -, nel sostenere la connettività biologica delle popolazioni. La popolazione recentemente individuata è costituita da poche decine di individui e merita assoluta attenzione e strategie di conservazione adeguate». E a proposito di conservazione e riequilibro ambientale, l’Ente Parco ha deciso di vendere 18 bovini, fra tori e vitelli. Il bando è reperibile sul sito www.parcoasinara.org e all’albo pretorio dell’ente.
  Gavino Masia 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Teatro autobiografico e disagio scolastico 
Applausi al Conservatorio, studenti, docenti e genitori in scena contro il bullismo 
 
 CAGLIARI. Applausi a scena aperta e ovazione finale per gli studenti, i professori e i genitori della scuola di istruzione secondaria di primo grado Alagon-Ciusa-Dessì e del liceo ginnasio Siotto Pintor che ieri mattina hanno messo in scena nell’auditorium del Conservatorio “Ritrovarsi” uno spettacolo di teatro autobiografico sul fenomeno del bullismo. I ventotto attori dilettanti (venti studenti, dieci ragazzi e dieci ragazze, quattro docenti e quattro genitori) delle due scuole dirette dai dirigenti scolastici Giancarlo Della Corte e Antonio Loddo hanno portato in scena le problematiche inerenti il disagio scolastico e il bullismo attraverso la narrazione di vissuti diretti e indiretti.
 Il progetto sperimentale di teatro autobiografico progettato per la promozione della cultura dell’accoglienza e del benessere dell’organizzazione scolastica è stato realizzato dall’Ufficio scolastico provinciale di Cagliari, dall’Osservatorio provinciale per la legalità e la prevenzione del bullismo in collaborazione col Dipartimento di psicologia dell’Università di Cagliari. Lo spettacolo che mira a integrare le generazioni per prevenire le degenerazioni è stato ideato e curato da Pietro Rutelli professore straordinario di psicologia del lavoro e delle organizzazioni dell’Università di Cagliari, da Roberto Cajafa attore, regista e trainer di laboratori treatrali e Pierangela Cocco responsabile dell’Ufficio scolastico provinciale di Cagliari, referente regionale per la prevenzione del bullismo, supportati da un’equipe di tutor e psicologi.
 Lo spettacolo è suddiviso in quattro scene che sono state interpretate dagli studenti, dai genitori e dai docenti delle due scuole cagliaritane coinvolti nel progetto. La prima: la storia di Maria (Domani è un’altro giorno ma some sempre sola) e la seconda la storia di Andrea (Tranquillità ritrovata) sono state realizzate dalla scuola Alagon-Ciusa-Dessì. La terza la storia di Milena (Le parole fanno male) e la quarta la storia di Alfonso (Il teste di cooperino) sono state realizzate dal liceo classico.
 Ognuna delle quattro scene rappresenta una specifica dinamica del disagio scolastico, sia dal punto di vista maschile che da quello femminile, nelle sue molteplici manifestazioni individuali, interpersonali, di gruppo e organizzative. Alla fine della rappresentanzione teatrale è seguito un dibattito che è stato introdotto da Giorgio Marracini presidente del Rotary Sud.
Jacopo Bulla 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 36 - Cultura e Spettacoli
Da venerdì a domenica la terza edizione del festival, dedicato quest’anno a emergenza clima ed energie alternative 
Orgosolo, tre giorni dedicati alla scienza 
Spettacoli e seminari per bambini, convegni, mostre e proiezioni per tutti 
 
ORGOSOLO. Cosa accadrebbe se il sole finisse i suoi raggi? Se le mucche mangiassero mosche? E se il mondo finisse tutta l’energia? Ai bimbi il compito di sviluppare ipotesi fantastiche e interrogarsi sulle possibili conseguenze. In concomitanza con l’anno mondiale del Pianeta Terra, la terza edizione del Festival della scienza di Orgosolo ha come tema «Energie alternative ed emergenza climatica». La manifestazione, promossa dall’associazione Viche Viche, parte venerdì 30 maggio alle ore 21.00 con la proiezione del film «Koyaanissqatsi-Life out of Bilance» di Godfrey Reggio, preceduto all’auditorium comunale dai saluti del sindaco Francesco Meloni. Sabato 31 in piazza Don Muntoni laboratori con i piccoli: «Ludobus facondo» di Pietro Olla al quale seguirà lo spettacolo di giocoleria comica di prof. «Pietrosky e il coniglio nel cappello». Nell’aula magna della scuola media si terranno laboratori sull’energia, curati da Andrea Mameli e Marco Cogoni (ricercatori Crs4), seguirà la presentazione dei pannelli solari di Michele Saba (Università di Cagliari), si assisterà poi alla conferenza spettacolo con Roberta Mazzoni e Stefania Melley dell’associazione Googol di Parma.
 Dalle ore 10 alle 12 sarà la volta del convegno dal titolo «Risparmio energetico e consumo critico» con Franco Meloni, Maurizio Pallante, Gianni Tamino, coordina Andrea Vico. Il pomeriggio di sabato proseguirà in piazza Caduti con i laboratori e giochi scientifici curati alla scienziate dell’associazione Googol, Pietro Ollla e Andrea vico. Dalle 17,30 alle 20.00 nell’auditorimu comunale un altro interessante convegno per parlare di «Il sole: la fonte principale di energia». Partecipano Luciano Burberi (Università di Cagliari), Bruno D’Aguanno (Crs4) e Michele Saba. In serata una conclusione poetica con la gara il linguina sarda: presenta la serata Paolo Pillonca.
 Domenica tutta la giornata sarà dedicata oltre ai convegni e caffè scientifici, alla realizzazione di un murale alla cui opera parteciperanno adulti e bambini. Dalle 10 alle 12 si discuterà di cambiamenti climatici e desertificazione in Sardegna al cui convegno interverranno Giuseppe Bianco del Sar, Guido Coraddu Ingegnere, Pierpaolo Duce, presidente del Cnr di Sassari e Piero Pili del Crs4; coordina il giornalista della Nuova Sardegna Roberto Morini. Il pomeriggio dell’ultimo giorno del festival apre ancora con i laboratori e giochi scientifici. Dalle 17,30 alle 20 si potrà assistere al convegno dal titolo «Risparmio energetico e consumo critico», partecipano Tommaso Fattori, Maurizio Pallante e Gianni Tamino. Alle 21.00 chiuderà la serata lo spettacolo teatrale «Cata Prisma» della compagnia Tascusì di Cagliari. Dal 29 maggio e per tutta la durata del Festival, sarà possibile visitare con il supporto della guide la «Casa eco-logica», la mostra itinerante più grande e completa in Europa sugli stile di vita sostenibili.
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Sardegna
Dalla Tunisia inizia il viaggio per il gemellaggio a cinque 
Seminario nell’isola africana
Nascerà un Centro della memoria tra Carloforte, Calasetta, Pegli 
Duecento anni di storia comune dal 1541 al 1741 
Si riunisce il popolo di Tabarka 
 
TABARKA (TUNISI). «Sono chiamati tabarkini, non sono integrati, sono spioni, cristiani e pericolosi». Non se ne era fatta una buona impressione il console di Sardegna che dava informazioni al re sabaudo su quella comunità insediata a Tunisi.
«A dire il vero si trattava di un popolo laborioso, abile nella pesca del corallo, furbo e attento come chi viene dal mare», precisa Sadok Boubaker, il docente dell’Università di Tunisi che ha scovato quel documento. Da lì germogliarono Carloforte e Calasetta. Gente con un carattere dominante che si identifica nella religione e assume importanza quando una donna locale sposa loro, cristiani.
Fu Giovanni De Corso, di Castelsardo, nel 1788, il primo testimone in due matrimoni celebrati a Tunisi tra maschi tabarkini cristiani e donne tunisine.
 LA PARTENZA. Arrivavano sulla costa d’Africa dall’occidente ligure, oggi Municipio settimo di Ponente (una grande circoscrizione) di Genova, area che conta 73 mila abitanti. Tutto cominciò una mattina del 1541. «Partirono da Pegli...», racconta il presidente dell’area amministrativa Mauro Avvenente, emozionato come l’assessore comunale della Cultura Antonio Marani.
 Con i sindaci di Carloforte Agostino Stefanelli, di Calasetta Remigio Scopelliti, il vicesindaco della spagnola Nueva Tabarca (isola di Alicante) Assuncion Sanchez Daplana, e del primo cittadino di Tabarka Jilani Daboussi, lavorano per recuperare, potenziare e consolidare i legami unitari della loro comune origine tabarkina. Un progetto di cui hanno parlato per una settimana intera, in questa terra spazzolata dal maestrale che ha appena investito il sudovest sardo, ricca d’acqua benchè priva da dieci anni di un inverno rigido e che nel periodo più freddo registra 12 gradi. Sono loro, i sindaci, i rappresentanti del popolo che discende da quelle vicende e che ha prodotto personaggi di rilievo, come ha ricordato lo storico di Carloforte Onorato Strina. E salderanno i legami con un gemellaggio a cinque (Genova-Pegli compresa) che sarà la piattaforma di uno sviluppo comune con in vetta il turismo.
 LA REGIA. Il progetto prende forma con l’infaticabile regia di una donna elegante, cordiale, vulcanica nei movimenti e nelle idee, madame Monique Longerstay, una signora francese con casa a Parigi ma anche cittadina di questa terra, essendo stata first lady di Tunisi. Presiede l’associazione “Le pays vent”, motore della riunificazione dei tabarkini insieme a Tonino Cipollina, animatore una ventina d’anni fa del primo gemellaggio con Nuova Tabarka e poi con Tabarka, allora da amministratore comunale di Carloforte, insieme all’attuale sindaco e il primo cittadino di Calasetta che nel ’79 avviò una corrispondenza con l’allora sindaco di Tabarka.
 LA MEMORIA. «Il convegno segna la nostra grande aspirazione», spiega la signora Longerstay. Unisce specialisti e istituzioni. Dalle origini alle prospettive.
L’agenda si arricchisce. Alcune tappe sono già chiare. La prima darà forma al “Centro mediterraneo delle memorie tabarchine”. Sarà il depositario dell’associazione, prenderà in carico la ricerca storica e produrrà libri, dvd, persino cartoline e un tomo ufficiale della storia tabarhina che Chedjy Rais, rappresentante del Centro internazionale per la selta delle Riserve marine, vuole pubblicato in quattro lingue per fare conoscere al mondo radici e cultura di questo popolo. Ci sarà una Carta per la difesa del paesaggio, scambi culturali, una rete dei siti archeologoci e tant’altro da costruire.
 LE FORTEZZE. Le cinque Tabarka saranno collegate come una ideale struttura fortilizia mediterranea estesa ad altre località che hanno vecchie torri e castelli da ristrutturare. È il progetto “I guardini di pietra” al quale ha lavora come referente europea Laura Canale, direttore generale delle relazioni internazionali della Regione Liguria. Sono comprese Tabarka, Nueva Tabarka, Saint Paul de Vence (Francia), altre località liguri, Cipro, Chios, Carloforte e Castelsardo che verranno organizzati con una rete di sistema e contano su un considerevole finanzimento europeo.
 LE RADICI. Gli antenati degli abitanti di Tabarka, Carloforte, Calasetta e Nuova Tabarka hanno condiviso duecento anni di rischi, angherie e glorie. Dal 1541 al 1741 una colonia di genovesi si insediò nell’isola tunisina, oggi collegata alla terra ferma da un istmo di poco più di cento metri. Fondarono una cittadina che mai superò i duemila abitanti. I resti dell’imponente fortezza costruita per volere dell’imperatore Carlo V testimoniano quelle radici. Luisa Piccino, dell’Università di Genova, ha curiosato da storica nelle carte fornite dagli archivi familiari liguri è ha ricostruito con precisione la nascita della vicenda tabarkina. La famiglia di imprenditori Lomellini, capostipite Francesco, mise piede in Tunisia nel 1542: pesca e commerci, soprattutto corallo. L’isola diventa un possedimento. Le vicende della società ligure si fanno sempre più complesse e difficili da gestire, le controversie politiche locali, il commercio degli schiavi, i riscatti s’intrecciano. Nel 1738, d’accordo il Re di Sardegna, tanti di quei tabarkini emigrano nell’isola di San Pietro in Sardegna e fondano Carloforte, altri raggiungono l’isola di Sant’Antioco e a fondano Calasetta. «Al primo sbarco a Cagliari nelle informative del regno vengono descritti come “civili”», nota Philippe Gourdin dell’università di Picardie.
 LA VISITA. «Siamo in terra d’Africa per rivivere quelle emozioni d’intraprendenza e coraggio che ci distinsero, fanno parte della nostra storia e cultura e ci tengono legati da sempre». Alle parole del sindaco Stefanelli si accompagna lo scioglimento emotivo del vicino di municipio Scopelliti: «Vivo questo luogo come un pellegrinaggio, un luogo per me finora immaginario nel quale abbiamo le radici».
 La memoria di questi legami è forte. Le quattro Tabarka oggi sono ben altro. «Siamo diventati una meta turistica internazionale», spiega il sindaco Da Boussi. Ben orgolioso del festival jazz annuale che si è imposto tra i santuari della musica e che ha sottolienato l’evento con un sax monumento di colore oro alto quanto una casa a due piani al centro di una rotatoria nel cuore della città.
«Chigago - sentenzia il sindaco - ne ha uno di 33 metri ma il nostro è più bello». Trentacinque anni fa c’erano 500 abitanti. Ora, d’estate, se ne contano 35 mila e gli abitanti sono 1500. Tanta agricoltura, tre nuove dighe in costruzione, beauty center, alberghi enormi.
 Con l’Isola degli sparvieri, nome di cui è fiera Carloforte, c’è tanto da costruire. Quindicimila persone d’estate, 6500 abitanti. «Una storia di lavoro e sofferenze - sintetizza Cesare Napoli, presaidente del Consorzio turistico -: siamo gente di mare e la nautica conta tanto nel nostro sistema economico». Calasetta ha messo su un’imprenditoria turistica robusta ma imbastita in versione seconde case.
 IMMIGRAZIONE. Lavoro fatto e lavoro da fare, è la prospettiva della comunità. Il sindaco di Tabarka spiega dove portano le strade dello sviluppo comune: «Non dimenticate che un lavoro qui è un clandestino in meno dall’altra parte del Mediterraneo». Fenomeno tuttavia sotto controllo anche sulle coste, conferma l’ambasciatore d’Italia a Tunisi Antonio D’Andria: «La Guardia nazionale vigila, sono state disposte venti motovedette sulla costa. Ma non dimentichiamo che qui la disoccupazione è al 14 per cento e che già si fa sentire la disoccupazione intellettuale».
 
Pagina 4 - Sardegna
Una mozione per tutelare la lingua minoritaria 
 
FIORENZO Toso è ligure naturalizzato tabarkino (ci tiene a precisarlo). È un linguista, docente all’Università di Sassari. È stato lui a mettere nero su bianco il testo di una mozione che prevede la tutela della “lingua tabarkina” nell’ambito delle minoranze linguistiche. Dalla proposta dei sindaci scaturisce l’iniziativa che verrà presentata al governo nazionale e regionale della Sardegna. «In rapporto al territorio è la lingua minoritaria più parlata d’Italia», precisa il professore. Anche se parzialmente contaminata dai tempi: «Il tabarkino di oggi è il genovese moderno non quello del ’500». Ragione di più per sancire la tutela. Anche perchè Carloforte e Calasetta conservano ancora nell’immaginario locale ma anche ligure la dimensione della periferia meridionale di Genova. Nelle comunità tabarkine la lingua d’origine è parlata dall’86,7 per cento della popolazione, il 13 per cento la capisce ma non la parla. «Vuol dire che c’è la volontà di mantenere viva la lingua», spiega Fiorenzo Toso. Lo conferma ancor più il fatto che la diffusione dell’idioma tra i giovani è decisamente alta: a Carloforte il 60 per cento lo usa. Indice più basso a Calasetta. «Ecco perchè è anche importante utilizzare la lingua minoritaria anche nella scuola, nella toponomastica e anche in alcune forme istituzionali». Del resto, dice il professore, molti elementi linguistici confermano della presenza del tabarkino in un contesto mediterraneo ben più vasto dei luoghi d’origine.
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
PRESENTATO IL LIBRO DI GESSA 
Il fascino discreto della “coca” 
 
CAGLIARI. Sigmund Freud è stato uno dei maggiori estimatori della cocaina, che a suo tempo prescriveva per una gamma molto vasta di disturbi e anche come speciale antidoto per la dipendenza da eroina. Freud, suggerendola a un suo collega, lo trasformò nel primo caso di doppia dipendenza. La cocaina, infatti, contrariamente a quel che pensano in molti crea dipendenza. Lo ha ribadito ieri sera il neuroscienziato Gian Luigi Gessa, fondatore della scuola sarda di neurofarmacologia, durante la presentazione del suo libro Cocaina (Rubbettino editore). Un volume non solo utilissimo per capire come funziona questa sostanza e per la sua storia, ma anche godibile e divertente per gli aneddoti che contiene sui personaggi famosi che la utilizzavano: da illustri cantanti a uomini di Stato. Di questi problemi e della diffusione della cocaina, che sta diventando sempre più orizzontale (consumata da ricchi e poveri), ha parlato Gessa nella sala Cosseddu della casa dello studente di via Trentino. Presentato dall’allievo psichiatra e neurofarmacologo Pier Paolo Pani, il neuroscienzato ha messo in guardia dalle false illusioni che vorrebbero la cocaina come una sostanza che si può controllare.

Questionnaire and social

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