Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 November 2008
Rassegna quotidiani locali
A cura dell'Ufficio Stampa
L'UNIONE SARDA
2 - Così fan tutti... (nelle nostre università), un commento di Leonardo Tondo
 
LA NUOVA SARDEGNA

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 15 – cronaca italiana
Università Primo sì al decreto Gelmini
Blitz alla Sapienza, l'Onda costringe il rettore alla fuga
   
ROMA Da una parte il senato accademico della Sapienza, ermellini sulle spalle, il professore designato pronto a tenere la sua lectio magistralis, tutto nel più rigoroso rispetto del cerimoniale. Dall'altra l'Onda che preme alle porte, gli studenti chiedono di entrare e partecipare all'inaugurazione dell'anno accademico «della loro Università». È durata il tempo della prolusione del rettore Luigi Frati la cerimonia per l'inaugurazione dell'anno accademico nel 706/mo anno dalla fondazione dell'ateneo romano. Poi lo spazio se lo sono preso gli studenti. Intanto il Senato ha dato il via libera al decreto Gelmini sull'università che passa ora all'esame della Camera. Il provvedimento, che contiene norme sul diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema, è stato salutato dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini come «il primo passo verso la rivoluzione di un sistema paralizzato».
LA SAPIENZA Il blitz, al grido «non c'è nulla da inaugurare», ha costretto alla ritirata rettore e senato accademico. Non prima però che Frati avesse apostrofato come «fascisti» gli studenti che gli hanno risposto in coro «buffone». Poi la decisione del rettore di traslocare la cerimonia nell'aula del senato accademico davanti ai soli giornalisti mentre fuori gli studenti scandivano slogan dando vita ad un corteo. Fuori dalla città universitaria intanto altri cortei attraversavano Roma e un gruppo di studenti del liceo Visconti in un mini-blitz si spingeva nelle vicinanze di Palazzo Grazioli per ricordare la tragedia del liceo di Rivoli. «Volevo offrire due spaccati dell'università sulla ricerca e la didattica - ha spiegato poi Frati - ma in aula magna non è stato possibile, così ho deciso di farlo altrove». Eppure nella sua prolusione Frati, finito anche lui nella contestazione anti Gelmini, non era stato tenero col governo. «Spero che Tremonti allenti i quattrini - aveva chiesto - perché lo scalone finanziario del 2010 è un dramma per tutta l'università. Tremonti taglia perché l'Europa glielo chiede ma il mio compito è chiedere che si tagli da un'altra parte e che non rompa le palle a me». La situazione alla Sapienza rischia di diventare incandescente. L'elezione delle rappresentanze studentesche negli organi collegiali vede la destra in vantaggio ma i collettivi adombrano brogli.
2 – L’Unione Sarda
Pagina 47 - Commenti
Concorsi con unico concorrente (prescelto?)
Così fan tutti... (nelle nostre università)
   
Ho partecipato la settimana scorsa a una commissione di concorso per ricercatore universitario in un'altra regione italiana. Il presidente era locale e il terzo veniva da una città poco distante. I candidati erano cinque e la mattina è passata leggendo il curriculum di tutti, le loro pubblicazioni e scrivendo un riassunto dei loro titoli. Nel pomeriggio, quando deve svolgersi la prima prova scritta, si presenta un solo candidato, quello locale. Kafka avrebbe gioito, ma la macchina va avanti come se fossero in cinque, per la possibilità che anche uno solo possa non vincere.
Viene corretto l'elaborato e si passa al giorno successivo per la seconda prova scritta che si svolge come la prima. La prova orale, con l'accordo dell'ufficio concorso e dell'interessato, viene anticipata e l'esame si conclude con la promozione del candidato, naturalmente senza una valutazione comparativa. La compilazione dei verbali richiede otto ore di lavoro. La mia presenza come commissario costa allo Stato circa 800 euro (aereo, albergo e ristorante non di lusso), quello dell'altro commissario della città vicina circa 400 euro, ma non riesce ad avere il rimborso per l'uso dell'auto che va richiesto anticipatamente (non gli era pervenuta alcuna informazione al riguardo). Un concorso molto economico. Normalmente una commissione si riunisce due o tre volte spesso in sedi lontane; inoltre per i ranghi più elevati, i commissari sono in numero di cinque. Considerando che si svolgono centinaia di selezioni all'anno, un calcolo approssimativo porta a diverse centinaia di migliaia di euro solo di spese vive a cui andrebbe aggiunto il tempo dei commissari sottratto al loro lavoro quotidiano. Tutta questa spesa, nella stragrande maggioranza dei casi, è inutile visto che il vincitore è più o meno deciso anticipatamente, per la semplice ragione che una sede universitaria bandisce un concorso per un candidato locale e fa di tutto (spesso) per difenderlo. L'esito non è sempre scontato perché poteri universitari più forti possono sottrarre il posto. Una logica, ovviamente, più o meno sconosciuta in altri Paesi europei e non, dove il vanto dell'università è quello di poter accaparrare i migliori ricercatori in campo nazionale o internazionale. Si eviterebbe così la manfrina ipocrita - e costosa - dei concorsi dove il lavoro più impegnativo delle commissioni è quello di trovare il modo di promuovere chi non lo merita.
LEONARDO TONDO
3 – L’Unione Sarda
Pagina 23 - Sulcis
Iglesias. Slitta l'elezione del presidente e del direttore dopo le dimissioni di Gaviano e Piccaluga
Università, trasloco a Cagliari
I docenti: va trasferita Scienza dei materiali  
I docenti hanno espresso ieri il proprio parere: Scienza dei materiali, una delle facoltà dell'Università del Sulcis va trasferita a Cagliari perché non può funzionare all'insegna della precarietà. Intanto L'Ausi non ha ancora sostituito il presidente e il direttore
 
I docenti sono ormai decisi: dall'anno prossimo Scienza dei materiali si trasferisce a Cagliari. Tutta colpa dell'incertezza intorno al Polo universitario di Monteponi che potrebbe avviarsi così verso la chiusura, visto che già da quest'anno le matricole di Ingegneria ambientale si sono dovute iscrivere nella facoltà del capoluogo regionale. Il parere degli insegnanti della facoltà non è vincolante, visto che soppressioni e istituzioni di nuovi corsi possono essere decisi solo dal Senato accademico. Il loro, tuttavia, è un segnale forte che ha lo scopo di provocare uno scossone, costringendo le istituzioni (in testa la Regione) a mantenere gli impegni assunti non solo per la sopravvivenza, ma per il potenziamento, dei corsi universitari considerati un'eccellenza.
I TIMORI Da Cagliari, invece, non arrivano segnali (solo nei giorni scorsi la giunta regionale ha deliberato per l'erogazione dei fondi 2008) e tra studenti e docenti cresce la preoccupazione. Se ne è parlato anche ieri sera nel corso di un convegno organizzato dall'associazione culturale Argentaria. A creare preoccupazione è anche il continuo slittamento della riunione del Consiglio di amministrazione del Consorzio Ausi per l'elezione del direttore e del presidente, visto che Giorgio Piccaluga e Pierfranco Gaviano hanno rassegnato le dimissioni già da diverse settimane.
LE RISORSE Poi c'è il nodo dei finanziamenti a sostegno delle attività del polo universitario, visto che vengono costantemente centellinati.
«La nostra Università - ribadisce Cinzia Pateri, rappresentante degli studenti - è stata aperta anche con l'obiettivo di riaccendere l'economia del Sulcis Iglesiente. I docenti ci hanno fatto sapere che la Regione non sta erogando i contributi concordati e per questo hanno deciso di dare uno scossone. Sappiamo bene che la soppressione dei corsi può essere decisa solo dal Senato accademico e il rettore Pasquale Mistretta, nel corso di un recente incontro, ci ha garantito che Monteponi deve continuare a esistere, vista la sua peculiarità e importanza. Ma la Regione non può proseguire con questo atteggiamento, facendo penare ogni anno per l'erogazione dei contributi necessari».
GLI IMPEGNI Aspetti sui quali insiste anche da Tiziana Frongia, assessore provinciale alle Politiche della scuola: «Dobbiamo fare fronte comune per impedire alla Regione di venir meno agli impegni presi. Questi corsi di laurea sono una ricchezza e hanno un valore aggiunto proprio perché si trovano in questo territorio».
Nei giorni scorsi anche il Comune ha inviato un sollecito alla Regione, chiedendo fatti concreti e richiamando l'attenzione sulla sottoscrizione dell'intesa tra Regione e Università di Cagliari e di Sassari finalizzata «alla razionalizzazione dell'offerta formativa del sistema universitario che possa garantire l'apertura a Monteponi di un centro interdipartimentale con la finalità di promuovere lo sviluppo di ricerca e alta formazione nel campo delle Scienze del territorio in coerenza con le attività svolte il loco da Sardegna Ricerche e con quanto previsto nel progetto preliminare di Monteponi che prevede nuovi ampi volumi a disposizione dell'Università».
CINZIA SIMBULA
4 – L’Unione Sarda
Pagina 21 - Oristano
Università. Sospesa la riunione del Cda sulla nomina del presidente
Marras (FI) appeso a un filo
   
Se è incerto il futuro dei corsi di laurea oristanesi, ancora più nebulosa è la nomina del presidente del Consorzio Uno. Tutto in alto mare: l'assemblea di ieri si è conclusa con l'ennesimo rinvio. I soci privati, i rappresentanti di Camera di commercio, Ascom, Aymo, Associazione bilaterale del turismo e 3A ancora una volta hanno risposto picche alla proposta della parte politica. Ma ieri, anziché fare obiezioni sul nome del coordinatore provinciale di Forza Italia Giovanni Marras, hanno tirato in ballo un'altra motivazione. «Alla presidenza si sono sempre alternati rappresentanti delle istituzioni - ha riferito il sindaco Angela Nonnis, - e anche stavolta gli altri soci vorrebbero una simile rappresentanza istituzionale». In passato prima il ruolo era stato ricoperto dall'allora presidente della Provincia Gian Valerio Sanna, poi dal sindaco Antonio Barberio ed ora si vorrebbe un assessore o un consigliere provinciale.
Ai privati non importa il colore politico, ma secondo gli accordi stretti tra i partiti di centrodestra questa poltrona spetta a FI. Ieri si è discusso a lungo, ma non si è arrivati a nessun accordo. Sia il presidente della Provincia Pasquale Onida sia il sindaco Angela Nonnis erano arrivati alla riunione determinati sul nome dell'ex parlamentare. A questo punto per i partiti è quasi una questione di principio far valere le proprie scelte. Poi l'obiezione sollevata dai privati ha suggerito un'ulteriore riflessione.
Già una settimana fa, i rappresentanti degli altri componenti del Consorzio Uno si erano opposti al nome di Marras che, secondo qualcuno non sarebbe abbastanza rappresentativo: meglio dare spazio a un esponente di spicco della realtà culturale. In settimana ci sarà un incontro tra le segreterie, mentre il coordinatore azzurro Giovanni Marras sta alla finestra. ( v. p. )

 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 18 - Cagliari
FUMATA NERA AL TERMINE DI UN’ANIMATA ASSEMBLEA DEL CDA 
Università: rinviata a venerdì l’elezione del presidente 
 
ORISTANO. Fumata nera per l’elezione del presidente e riunione aggiornata al prossimo venerdì. Si dovrà attendere ancora una settimana prima di conoscere il nome del nuovo presidente del Consorzio 1 - Studi universitari. La poltrona lasciata libera dall’ex sindaco Antonio Barberio rimane ancora vuota.
 Anche ieri mattina l’assemblea dei soci non ha proposto alcun nome, ma è stato ribadito, soprattutto dai partner privati, che le scelte andrebbero fatte dalla stessa assemblea. Una prassi che si è consolidata in tutti questi anni proprio per evitare le indebite ingerenze dei partiti.
 Sino a oggi gli Enti più rappresentativi del Consorzio 1 - Comune e Provincia - avevano scelto alternativamente sindaco o presidente dell’amministrazione provinciale. L’ultimo era stato proprio Antonio Barberio, a conferma che si privilegiava la carica istituzionale e non l’appartenenza politica del candidato. Ma questa volta la lottizzazione dei partiti di centro destra, che governano i principali enti in provincia, hanno preventivamente inserito, nella spartizione delle poltrone, anche quella della presidenza del Consorzio universitario. L’unica che non prevede, oltretutto, una indennità. Nello Statuto dell’Ente, infatti, venne scritto appositamente che l’incarico di presidente è totalmente gratuito. Così è avvenuto dal 1994 ad oggi e alla carica si sono succeduti presidenti di Provincia e sindaci.
 Le notizie trapelate di recente sulla spartizione degli Enti aveva innescato una polemica tra i soci dell’assemblea, che è composta da rappresentanti di Provincia, Comune, Camera di commercio, Associazione dei commercianti, Associazione degli industriali, Aymo Consulting, Consorzio turistico sardo, Faita, Ente bilaterale del turismo, Biotecne e 3A. Nell’ultimo vertice i partiti del centro destra, oltre a stabilire le presidenze dell’aeroporto e del Consorzio industriale, avevano deciso di proporre quale presidente dell’Università l’ex deputato Giovanni Marras.
 Anche ieri è stato contestato il metodo e non il nome o l’appartenenza ai partiti. Ma è evidente che il nome dell’ex parlamentare azzurro non era piaciuto a molti. Da più parti non sarebbe stato infatti ritenuto idoneo a ricoprire quell’incarico. I soci avrebbero preferito, infatti, votare, in alternativa al sindaco o al presidente della Provincia, un rappresentante che fosse espressione del mondo culturale. Il concetto è emerso anche ieri e così si è deciso di sospendere l’assemblea e rinviarla alla prossima settimana.
 La palla è stata restituita a Pasquale Onida. Spetterà al presidente della Provincia ora informare i partiti sulle decisioni emerse nel corso dell’assemblea di ieri.
Elia Sanna 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 12 - Attualità
UNIVERSITA’ 
I rettori: «Bene il decreto 180 ma ora bisogna fare di più» 
 
ROMA. Bene il via libera del Senato al decreto 180 sull’università, ma ora servono provvedimenti sui punti-chiave della valutazione, della governance, del reclutamento. A sollecitarli è la Conferenza dei rettori (Crui), mentre gli atenei che si riuniscono sotto la sigla di Aquis hanno chiesto al ministro Gelmini che la qualità della ricerca pesi almeno per il 50% nella ripartizione dei fondi.
Così è stata accolta dal mondo accademico l’approvazione in prima lettura da parte del Senato del decreto sull’università, che ha visto la maggioranza soddisfatta per la propria compattezza mentre l’opposizione ha parlato di «testo aspirina» o di «leggina al di sotto delle necessità». La giunta della Crui ritiene che vadano «apprezzati gli elementi di positività del provvedimento, che ha comunque un carattere parziale e circoscritto. E’ quindi indispensabile che a esso seguano al più presto misure più organiche sui punti chiave della valutazione, della revisione della governance, del reclutamento, del dottorato di ricerca, del sostegno e rilancio della ricerca. Questo in un clima di confronto costruttivo nel merito dei singoli interventi e ferma restando la scadenza ineludibile della prossima manovra finanziaria per eliminare i tagli previsti a partire dal 2010, del tutto insostenibili per il sistema universitario italiano, e per riconsiderare globalmente le modalità di finanziamento degli atenei». I rettori Aquis (Associazione per la Qualità delle università italiane statali) riconoscono che nel decreto 180 approvato oggi ci sono «segnali positivi». Apprezzano soprattutto la destinazione del 7% del Fondo di Finanziamento Ordinario (Ffo), da distribuirsi tra gli atenei in base a parametri di qualità delle rispettive performance. Tuttavia, in un documento consegnato al ministro, sottolineano l’esigenza di procedere a una accelerazione del processo di riequilibrio del finanziamento tra le sedi sottofinanziate e «virtuose» sui fondi relativi a questo 7%. I rettori di Aquis chiedono, quindi, che il modello del Comitato Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario (Cnvsu) attribuisca alla qualità della ricerca almeno il 50% in peso percentuale per la ripartizione dei fondi alle università. Una proposta che, secondo gli stessi rettori, il ministro ha detto di condividere.
Da Bologna è invece arrivata una precisazione al ministro: «Soldi ai professori sulla base della produttività scientifica? Noi lo facciamo dal 2001 e dal 1999 abbiamo un’anagrafe dei nostri docenti che, come quella approvata stamattina dal Senato, dà conto del loro lavoro di ricerca».
 
Pagina 12 - Attualità
Contestato il rettore della Sapienza 
Scambio di insulti: «Fascisti», «Buffone» 
Ma nelle piazze e nelle strade la manifestazione si dissolve flagellata dalle ondate di maltempo 
di Annalisa D’Aprile 
 
ROMA. L’onda degli studenti in protesta lascia le strade su cui imperversa il maltempo e irrompe nel cuore delle istituzioni che contesta. E così nella giornata di manifestazioni che sono state organizzate in tutta Italia per protestare contro i tagli all’istruzione, gli studenti universitari della Sapienza interrompono l’inaugurazione dell’anno accademico, mentre quelli di Torino fanno irruzione, dopo aver preso a palle di neve la polizia, in un convegno per parlare con il sindaco Sergio Chiamparino e così gli studenti di Macerata occupano per oltre un’ora gli uffici del Rettorato.
 E a Roma un gruppo di ragazzi sceglie la residenza di Berlusconi, Palazzo Grazioli, per gridare, nelle prime ore del mattino, slogan di protesta.
 Nella capitale, al grido di «Non c’è nulla da inaugurare» duecento studenti sono entrati nell’aula magna del rettorato della Sapienza rivendicando «un’università pubblica» e srotolando striscioni che anticipano l’arrivo di un altro sciopero generale. Luigi Frati, il neo rettore, ha fatto appena in tempo a finire il suo discorso che ha dovuto abbandonare la cerimonia da una porta laterale mentre i ragazzi gli urlavano dietro «buffone».
 Indignato, il rettore accusa i ragazzi di un’azione non democratica e li bolla come «fascisti».
 «Ho detto fascisti agli studenti che hanno fatto il blitz perché per me fascista è uno che non fa parlare gli altri - spiega Frati in una conferenza stampa seguita alla manifestazione - Ed è un termine che posso dire di usare a ragion veduta, visto che mio padre era un partigiano».
 E se la protesta dei 500 studenti della Sapienza contro la legge 133 di riforma dell’università si è svolta tutta all’interno della città universitaria, quella degli altri cortei delle scuole superiori partiti da diversi punti della città si è dissolta tra le strade del centro.
 A metà mattina la manifestazione era già finita: la pioggia ha fatto desistere (quelle poche centinaia di ragazzi) dal progetto di confluire tutti davanti al Ministero dell’Istruzione.
 «Oggi la manifestazione è andata male - ha detto Tito Russo uno degli organizzatori rappresentante dell’Unione degli studenti - «colpa» della pioggia e del poco tempo che hanno avuto alcune parti del movimento per organizzarsi. Ma il 12 dicembre l’Onda degli studenti riempirà nuovamente le piazze».
 Irruzioni anche a Torino, dove un gruppo di studenti aderenti all’«Assemblea no Gelmini» è entrato nel «Centro Congressi Torino Incontra» chiedendo di parlare con il primo cittadino, Chiamaprino.
 Bloccati all’ingresso, dopo qualche palla di neve lanciata contro poliziotti, gli studenti entrano, ma il sindaco li bacchetta.
 «Gli studenti pongono un problema vero, che è quello dei finanziamenti al settore della ricerca, ma pongono le questioni in un modo che mi sembra un po’ troppo semplificato».
 Qualche momento di tensione anche nell’università di Macerata, dove due ragazzi della «Fondazione Onda anomala» hanno occupato simbolicamente per un’ora gli uffici del Rettorato, srotolando dalla finestra uno striscione di otto metri con su scritto «La pagate voi la vostra crisi, reddito per tutti - Onda anomala verso il 12 dicembre». Alternativa la rimostranza degli studenti di Bolzano che durante l’apertura del mercatino di Natale hanno distribuito, solo nel centro storico, 6mila volantini che spiegavano le motivazioni della protesta.
 

Questionnaire and social

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