Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 December 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 6 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 22
Tasse: passano gli aumenti
Autocertificazioni: l’Ateneo annuncia controlli più severi
 
Adesso è ufficiale: le tasse aumenteranno. Gli studenti universitari e le loro famiglie si mettano l’anima in pace. Dopo mesi di battaglie ieri mattina il consiglio d’amministrazione dell’Ateneo ha approvato (con sei voti contrari, i cinque rappresentanti degli studenti e Tomaso Demontis, del personale tecnico e amministrativo) il nuovo regolamento tasse. Ma dal cda (che ha dato il via libera anche al bilancio 2008) arriva un monito: maggiori controlli sulle autocertificazioni del reddito.
TASSE Al momento del voto non ci sono state sorprese: così come la settimana prima si sono opposti in sei, mentre gli altri hanno detto sì all’aumento, che ricadrà sulle fasce di reddito fiscale sopra i 43 mila euro. Gli studenti hanno però ottenuto un successo quando si è passati a discutere del bilancio da 340 milioni: Pasquale Mistretta ha garantito che a gennaio verrà firmato un protocollo d’intesa per stabilire come spendere i quattro milioni di euro di entrate in più grazie agli incrementi delle tasse. «Dopo aver sentito la promessa del rettore - spiega Lorenzo Espa, rappresentante degli studenti nel cda - abbiamo deciso di astenerci dal voto sul bilancio». «Abbiamo apprezzato - aggiunge Andrea Zucca, altro membro del consiglio d’amministrazione - anche alcuni fatti concreti, come l’incremento del cinquanta per cento delle risorse per le associazioni e per le collaborazioni studentesche». Il bilancio è passato con il voto favorevole di tutti i consiglieri e con l’astensione dei cinque studenti.
LE RICHIESTE I servizi chiesti dai rappresentanti sono chiari: una biblioteca nella facoltà di Lingue, il potenziamento della mensa alla cittadella di Monserrato e delle aule informatiche (almeno una in ogni facoltà), nuove aule di studio nel polo didattico economico-giuridico, di Medicina e nelle facoltà di Lingue e Sa Duchessa, una biblioteca per polo di studio aperta fino alle 22 e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Tutti i consiglieri hanno rilevato inoltre la necessità di rafforzare i controlli sulle autocertificazioni dei redditi, oggi troppo leggeri, con una più stretta collaborazione con l’Agenzia delle Entrate.
DOTTORANDI Intanto scoppia la polemica dei dottorandi. Fino a due anni fa chi non aveva una borsa di studio pagava venti euro. Dallo scorso anno il contributo è schizzato a 278 euro (non per quelli dei cicli precedenti che continuano a pagare venti euro). Il tutto è avvenuto mentre il ministro Mussi ha chiesto ai rettori di abolire la tassa a carico dei dottorandi. (m.v.) 
 
2 – L’Unione Sarda
Commenti Pagina 16
Ritratto dei giovani italiani
Più debiti che idee per gli uomini di domani
 
Attraversiamo una crisi che coinvolge tutte le istituzioni; ma siamo ancora fortunati! Esistono famiglie che reggono, genitori capaci di amare ed educare. Figli che crescono nel rispetto di persone, cose, regole. Insegnanti che svolgono con dedizione il loro ruolo. Dirigenti preparati, zelanti.
È grazie a questo zoccolo duro che ancora galleggia, pur avvertendosi sempre più, una lenta azione erosiva che mina la nostra società. È il fenomeno delle tasse: pochi pagano per molti. È profondamente ingiusto! Sempre meno sono i ragazzi che decidono di sposarsi o comunque convivere e creare famiglia. Troppo spesso in tarda età. Si fatica ad avere figli. Soldi, maledetti soldi. Ma è tutto qua? No, il problema è ben più complesso e grave. A 12 anni molti ragazzi già sognano un futuro da single, senza figli. E quando a 30-40 anni decidono di sposarsi, passano pochi anni e già sono separati. Siamo i più maleducati d’Europa (fonte Ocse), i ragazzi meridionali ancor più dei settentrionali. E le regole? Emblematico quanto succede per la patente a punti: un fallimento. Sono quasi 4000 i Comuni che non hanno trasferito alle autorità competenti la sanzione comminata che quindi viene regolarmente evasa. E allora si ricomincia a guidare senza cinture, si telefona, non si usa il casco. Quello che forse avrebbe salvato la vita a quei ragazzi che qualche giorno fa si sono schiantati sull’asfalto. Regole sacrosante ma che ancora vengono considerate non salvavita ma coercitive, seccanti. E i controlli? 1 a 10 in Italia rispetto alla restante Europa. Non già per colpa dei rappresentanti delle forze dell’ordine, anche loro, come gli insegnanti, frustrati e mal pagati. Che dire poi dell’ospedale di Vibo Valenzia? Quali i rimedi? Se è vero, come sembra, che a sbagliare sono stati medici accusati di imperizia e negligenza, non sarebbe più opportuno investire in formazione, aggiornamento, professionalità? A che serve un ospedale nuovo se la carenza è nelle persone?
E allora, a fronte del venir meno delle regole, della violenza, inaspriamo quelle pene che poi non verranno scontate: ipocrisia bella e buona. A fronte di un crescente malessere della società tutta, quali i rimedi suggeriti dai politici che, giova ricordare, sono stati imposti dai partiti e non eletti dal popolo? Un ministro della Famiglia senza portafoglio che decurta di 7000 milioni gli investimenti sulla famiglia, tagli alla scuola, alle forze dell’ordine, all’università. Istituzioni che per eccellenza dovrebbero garantire crescita e sviluppo. Nonostante tutto, anche con poco si possono ottenere buoni risultati, basta avere delle idee; forse la crisi vera è non solo degli ideali ma proprio delle idee.
CARLO PINTOR
(Pediatra) 
 
3 – L’Unione Sarda
Lettere & Opinioni Pagina 17
MASTER & BACK? FUNZIONA
Noi, assunte dalla Bracco
 
Vorremmo spezzare una lancia a favore del progetto Master & Back, promosso e finanziato dalla Regione. Per i laureati in Chimica e tecnologia farmaceutiche, come noi, le opportunità di lavoro in Sardegna sono minime. Master & Back ci ha dato la possibilità di svolgere uno stage di un anno presso la Bracco Imaging. Questo ci ha permesso di dimostrare le nostre competenze e acquisire una certa esperienza professionale che ci ha portate ad ottenere, rispettivamente, un contratto a tempo indeterminato e uno a progetto di due anni. Vorremmo ringraziare il professor Gianni Podda, professore ordinario di Chimica Organica all’Università di Cagliari, il Dipartimento Farmaco - chimico tecnologico - per aver realizzato il programma di stage e per aver creduto in noi, il presidente Renato Soru, fautore del programma Master & Back, e le dottoresse Opes e Marongiu di Sardegna Ricerche per la disponibilità e la competenza dimostrata.
Loredana Sini e Valeria Boi - Ivrea

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
La terza missione dell’ateneo: generare imprese e ricchezza 
di Andrea Massidda
 
CAGLIARI. Curare nel miglior modo possibile la ricerca e la formazione. Scopo ovviamente fondamentale, per un ateneo. Ma non sufficiente: ora più che mai la terza missione di un’università - non meno importante delle altre due - dovrebbe essere quella di concentrarsi sullo sviluppo del territorio che la ospita. In altre parole, sia gli studi sia i talenti nati e cresciuti all’interno dell’accademia non possono restare barricati dentro i dipartimenti, bensì collegarsi con la società. E attraverso la trasmissione di tecnologie e conoscenza provare a generare imprese vincenti, competitive. Imprese che poi, a loro volta, dovranno essere in grado di creare ricchezza.
 Tutto giusto, tutto ineccepibile. A parole. Perché poi, manco a dirlo, la questione pare si scontri con la realtà di ogni giorno. Tradotto: gli atenei italiani se proprio non ignorano le imprese, quantomeno le trascurano. Un approccio errato e ormai non più accettabile, ha detto ieri mattina l’economista Francesco Pigliaru aprendo con una relazione piuttosto ficcante il convegno dal titolo «L’università dell’innovazione», voluto dal rettore Pasquale Mistretta e organizzato nell’aula magna della facoltà d’Ingegneria. Un’occasione per far incontrare e mettere a confronto gli attori della ricerca con altrettanti protagonisti e rappresentanti del variegato mondo dell’impresa: dalla Confindustria all’Api sarda, dal Bic (l’Agenzia regionale per lo sviluppo d’impresa) al Consorzio servizi alle imprese artigiane. Obiettivo (ambizioso): tentare l’integrazione tra i due sistemi che spesso hanno difficoltà di comunicazione o addirittura in certi casi non si parlano affatto.
 Cosa gravissima, di cui tutti prima o poi pagheremo le conseguenze in termini economici. A questo proposito l’intervento di Pigliaru - che è stato assessore regionale alla Programmazione e insegna all’università di Cagliari - non ha lasciato adito a interpretazioni di alcun genere: o si cambia tendenza o si rischia di rimanere schiacciati. «È ormai un fatto accertato e inconfutabile - ha detto l’economista - che una delle condizioni indispensabili per lo sviluppo sia quello del trasferimento di risorse umane, tecnologiche e scientifiche dal mondo accademico a quello industriale e artigianale». E se resistenze possono esserci (a volte ci sono), bisogna vincerle subito.
 «L’università, per fortuna, è nonostante tutto ancora una fucina di talenti - ha aggiunto Franco Meloni, coordinatore della tavola rotonda e direttore della rivista “Dirinnova” - dunque è urgente che queste persone si mettano a servizio del territorio». Già, ma come? «Immaginiamo due caselle separate - a spiegato Meloni - in una c’è il mondo accademico, nell’altra quello delle imprenditoriale. Ecco, è esattamente in quel segmento che separa queste due categoria che bisogna agire». Ma siccome tra i due mondi capitano continue difficoltà di comprensione è necessario creare una figura professionale che faccia da interfaccia. Cioè che ai problermi si avvicini si in modo accademico sia in modo manageriale. «Così che sia in grado, come già in certi casi sta avvenendo, di mettere in piedi centri di competenza tecnologica che portino alla costituzione di società consortili pubblico-privato, sia di “spin off”, che invece sono società di capitali partecipate dall’università con lo scopo di sfruttare economicamente le ricerche scientifiche». Cosa che in Sardegna è in parte già avvenuta.
 L’università, quindi, deve in qualche maniera farsi impresa. «Per questo - ha spiegato ancora Meloni - già dalla prossima primavera partirà un master pagato dal ministero del Lavoro e dedicato ai giovani laureati proprio per formarli a svolgere il ruolo di di quella figura professionale che fa da interfaccia». Un figura che oltretutto dovrà conoscere a menadito anche le più piccole possibilità di finanziamento, che per altro non mancano. «A dirla tutta - ha sottolineato ancora il direttore di “Dirinnova” - soldi per certe attività ce n’è una marea, sia in arrivo dall’Unione europea sia in arrivo dal governo». Basti pensare che alla Sardegna, che pure è uscita dal fomoso «Obiettivo 1», nei prossimi sette anni potrebbero arrivare 460 milioni di euro da destinare alla competitività e al trasferimento tecnologico. E altri cento per la formazione. Denaro da non perdere e da far fruttare.
 
Pagina 1 - Cagliari
Francesco Marcheschi, direttore di Sardegna Ricerche 
«Una sinergia utile allo sviluppo ma qui non partiamo da zero» 
 
 CAGLIARI. «Per raccogliere i frutti della collaborazione tra università e mondo delle imprese abbiamo seminato per anni. E chi pensa che si debba partire da zero, sbaglia. Ora dobbiamo soltanto guardare avanti proseguendo su questa strada, che come dimostreremo presto con dati e numeri è quella giusta». Parola di Francesco Marcheschi, direttore di «Sardegna Ricerche», l’ente regionale nato nel 1985 con il nome di «Consorzio 21» con uno scopo che all’epoca poteva anche suonare pomposo e incomprensibile: la promuovere la ricerca, il trasferimento tecnologico e lo sviluppo dell’economia della conoscenza. In termini più chiari: «Sviluppare programmi d’innovazione a favore delle piccole e medie imprese e promuovere la nascita di imprese high tech, valorizzando i risultati della ricerca svolta in Sardegna». Tutto - a partire dal 2003 - nel Parco tecnologico e scientifico «Polaris», a due passi da Pula.
 «È persino ovvio - ha spiegato Marcheschi intervenendo al convegno “L’università dell’innovazione - che noi di “Sardegna Ricerche“ consideriamo imprescindibile e importantissima la collaborazione con l’università. Che infatti abbiamo avviato efficacemente sia sotto il profilo dei progetti sia sotto quello dei programmi. E non è un caso - ha aggiunto - se gli atenei più evoluti sono proprio quelli che si sono indirizzate verso lì’applicazione delle ricerche, strizzando (perché no?) l’occhio al mercato». (and. mass.).
 
Pagina 1 - Cagliari
Alberto Scanu, presidente provinciale di Confindustria 
«Aziende sarde pronte alla sfida dell’innovazione a tutto tondo» 
 
CAGLIARI. I rapporti tra le imprese, i centri di ricerca e le università? Vanno assolutamente incentivati. «Specie se l’obiettivo è quello di diffondere la cultura dell’innovazione e favorire la nascita di nuove sinergie indispensabili per accrescere il livello di competitività del nostro sistema delle imprese». Alberto Scanu, quarant’anni, cagliaritano, presidente di Confindustria nel Sud Sardegna, lo ripete da tempo e ne ha parlato di recente anche nei suoi interventi in alcuni convegni sull’argomento. Per questo ricorda che la sua associazione ha appena costituito un gruppo di lavoro chiamato, guarda caso, «Innovazione, ricerca ed Università», il cui coordinamento è stato affidato all’ amministratore delegato di Tiscali Italia Mario Mariani. «L’obiettivo di questo staff - spiega - è appunto quello di lavorare nei prossimi mesi per favorire le occasioni di incontro e lo scambio di informazioni reciproche tra questi soggetti».
 Ma il termine innovazione, secondo Alberto Scanu, non può essere letto semplicemente nel senso di rinnovamento tecnologico, «bensì anche introduzione di nuovi prodotti o di nuovi processi, nuove strategie, nuove forme di organizzazione aziendale e così via». In quest’ottica l’Associazione degli industriali Province della Sardegna meridionale ha aderito con inaspettato successo al progetto «Imprese per l’innovazione», varato due anni fa dalla Confindustria nazionale. (and. mass.)
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Spese, un patto tra studenti e rettore 
Protocollo d’intesa per stabilire come impiegare le risorse delle tasse 
 
CAGLIARI. Un protocollo d’intesa per definire con gli studenti, senza possibilità di equivoci, come spendere le risorse aggiuntive che l’Università metterà in tasca grazie all’aumento delle tasse. È quasi una svolta storica quella segnata ieri dai rappresentanti degli universitari durante la riunione del Consiglio d’amministrazione dell’ateneo: il rettore ha vinto sull’aumento dei tributi e sul bilancio, ma gli studenti hanno saputo dettare le loro condizioni.
 Se si fa eccezione per questa novità, ieri nel Cda è filato tutto come previsto: il bilancio è stato approvato con 15 voti a favore, perché i cinque rappresentanti degli studenti hanno puntato sull’astensione. Un orientamento prevedibile - dato che da subito gli studenti si sono dichiarati contrari a un bilancio contenente un aumento delle tasse - e confermato una volta in più quando, in apertura di seduta, il presidente del Consiglio degli studenti, Lorenzo Espa, ha illustrato un documento che sottolineava «gli aspetti negativi del bilancio di previsione 2008» per via soprattutto di «entrate provenienti dalla tassazione degli studenti, che non approviamo».
 Pur in una situazione di sofferenza, dato che l’obiettivo di evitare di pagare più tasse è fallito, i rappresentanti degli studenti sono quindi riusciti negli ultimi giorni a mettere insieme il documento con cui si sono giocati il tutto per tutto. E il risultato è stato l’ok di Pasquale Mistretta: a gennaio il rettore si ritroverà con i rappresentanti degli studenti per la firma del documento che stabilirà per quali servizi e obiettivi dovranno essere usati gli introiti aggiuntivi. Spesa sotto controllo, insomma, e non si tratterà solo di parole. Prova ne è stato il fatto che il rettore ha voluto far mettere a verbale la sua promessa agli universitari di rivedersi nei primi giorni del 2008 per firmare il protocollo.
 A questo punto non resta che capire in concreto per cosa saranno impiegate le nuove risorse: le cose da fare sono molte, tanto che non si può pensare di soddisfare tutte le esigenze con un solo bilancio. Di questo gli studenti sono consapevoli. Ed è per questo che hanno presentato a Mistretta una sorta di vademecum. Si va dalla richiesta di una vera biblioteca per la facoltà di Lingue (quella attuale è piccola e molti libri mancano), all’ampliamento della mensa della Cittadella di Monserrato, passando per la creazione di nuove aule studio per il polo economico- giuridico, per quello di Sa Duchessa e per la facoltà di Medicina, senza dimenticare gli interventi d’abbattimento delle barriere architettoniche. Una valanga di necessità, concorda Lorenzo Espa. Che però aggiunge: «Sapremo indicare a Mistretta quelle da cui partire: ad esempio gli interventi per garantire a tutte le facoltà biblioteche dignitose aperte sino a tarda sera o quelli per costruire nuove aule studio». E non finisce qui: «Durante la gestione del bilancio - fa sapere Espa - controlleremo che gli impegni presi vengano rispettati». Resta poi aperta la possibilità che qualche soldo arrivi dalla Regione: se così dovesse essere Mistretta ha già promesso di rivedere alcuni punti del nuovo regolamento sulle tasse.
Sabrina Zedda 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Nuoro
«Università, Soru rispetti il piano per le Barbagie» 
 
 NUORO. Continua il dibattito sull’Università Nuorese. Forze politiche, economiche e sociali ribadiscono, a tutti i livelli, l’imprescindibilità della sopravvivenza e del potenziamento rilancio delle facoltà nuoresi per garantire il riscatto delle zone interne.
 I consiglieri dell’Udeur, Luca Lapia e Ciriaco Mula, chiedono al presidente Renato Soru, il rispetto di quanto previsto dal programma per le Barbagie. Cioè il riequilibrio negli investimenti di tipo economico, formativo e infrastrutturale. Per quanto riguarda la Regione chiedono il decongestionamento, in forma decentrata, delle aree più forti. Da qui la proposta, recependo la disponibilità dell’assessore Mongiu, di mettere a punto un progetto universitario che preveda un ateneo autonomo, in grado di offrire proposte fornative esclusive e di alta qualificazione.
 «Costituendo una commissione tecnico-scientifica di livello si dovrebbe valutare la convenienza delle nuove opportunità di crescita, guardando al Medio Oriente e ai Paesi del Mediterraneo, con i quali - sottolineano Lapia e Mula - son in corso accordi commerciali e d’interesse strategico, per i quali la Sardegna diventa la via d’accesso al continente europeo. L’idea forza nasce da un’analisi storica da cui appare evidente che la capacità di un territorio e direttamente proprozionale alla sua vivacità e intraprendenza culturale. Nuoro e le zone interne devono puntare a un modello di sviluppo ottimale, per evitare soluzioni calate dall’alto, come è già accaduto in passato. Dispersione di opportunità economiche, di competenze di capitale umano, porterebbero solo a un peggioramento della situazione socio-economica che potrebbe diventare insostenibile».
 Per Lapia e Mula occorre ripartire dal concetto di valore, uguale a cultura scolastica e universitaria, ma anche cultura d’impresa, a sostegno delle zone interne. Dunque, l’Università è un indispensabile strumento di crescita e di confronto per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi.(a.b.)
 
 

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