Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 November 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 7 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 19
Laurea. Corsi triennali
Obiettivo raggiunto, 26 infermieri diventano dottori
   
Da ieri anche l’Università di Cagliari ha i suoi primi infermieri laureati. Sono 26 e hanno discusso la tesi nell’aula Boscolo della Cittadella universitaria di Monserrato. Una giornata di festa per i neo laureati e le loro famiglie. Ma anche un momento di riflessione su una professione ancora oggi non valorizzata e che non ha il giusto riconoscimento professionale e sociale nel mondo sanitario.
Gli infermieri ricevono dal ’92 -’93 una formazione universitaria che per dodici anni è andata avanti con un diploma. Dal 2004-2005 la trasformazione in corso di laurea in Infermieristica nella facoltà di Medicina, sotto la guida del presidente del corso, Alessandro Riva, della responsabile della commissione didattica, Diletta Peretti, e della coordinatrice dell’attività, Maria Rita Pinna. Ieri i primi 26 studenti hanno tagliato il traguardo della fine del percorso universitario illustrando la loro tesi. Il giorno prima invece hanno sostenuto la prova pratica. Un doppio test che ha valore di esame di stato abilitante: da oggi dunque i 26 infermieri possono lavorare. «Troveranno un posto in ventiquattro ore - spiega Riva - perché c’è molta richiesta di infermieri preparati. Riceviamo tante offerte soprattutto dagli ospedali della Penisola, ma anche da presìdi ospedalieri in Europa, a conferma della bontà della formazione che viene data. Una formazione che però va avanti tra mille difficoltà e problemi».
Il corso di laurea infatti deve superare ostacoli di ogni genere. «Uno di questi - evidenzia Diletta Peretti - è il complicato dialogo con la politica e il mondo degli ospedali. Per formare nuovi infermieri serve molta pratica nelle corsie. Per fare questo è importante avere degli infermieri che svolgano il ruolo di tutor all’interno degli ospedali. Ma non esistono incentivi, economici e non, per i formatori: non c’è la volontà di investire. Così dobbiamo affidarci unicamente alla buona volontà dei docenti del corso e di alcuni infermieri». Stesso discorso per i professori universitari che insegnano nel corso di laurea in Infermieristica: sono titolari di altre cattedre e fanno i salti mortali, senza alcun incentivo, per garantire la didattica ai circa 250 iscritti (120 le nuove matricole). Anche per ottenere le aule dove far lezione o per la pratica è una battaglia quotidiana. «Senza contare - ricorda Riva - che non ci sono cattedre infermieristiche. Insomma bisogna investire di più sulla formazione perché la società e il sistema sanitario hanno bisogno di infermieri professionisti, indispensabili quanto i medici».
Matteo Vercelli
 
2 – L’Unione Sarda
Primo Piano Pagina 2
Finanziaria, sindacati in chiaroscuro
Cgil fiduciosa, giudizi negativi dalla Uil e soprattutto dalla Cisl
Sentite le “parti sociali” in commissione Bilancio. Protestano sindacati, agricoltori e mondo accademico
 
Il dialogo saltato due settimane fa con la Giunta non poteva che lasciare il segno e i sindacati si sono presentati ieri in commissione Bilancio con arco e frecce. Audizione e polemiche, «per quello che non si è fatto e si poteva fare». La Finanziaria del 2008 però accende passioni diverse tra i confederali ancora in cerca di un’unita che non c’è.
SINDACATI DIVISI L’apertura della Cgil è cauta ma netta. Il metodo è una cosa («dialogo mancato, occasione persa»), la sostanza un’altra: «Questa manovra si muove sulle linee individuate dal piano strategico regionale», osserva il segretario regionale Giampaolo Diana. La Cisl, invece, mette in mostra un dossier sull’azione politica insufficiente del governo regionale e il leader Mario Medde è lapidario: «Il giudizio è negativo». Un tantino più possibilista la Uil, anche se la segretaria Francesca Ticca vede «troppe lacune in una manovra che si rivolge a un mondo diverso rispetto a quello rappresentato dai sindacati». L’unità confederale resta salva sulla formazione. Le tre organizzazioni battono il colpo nella stessa direzione sul rifinanziamento della legge per l’insegnamento professionale. Per il resto ognuno vede il suo film. Diana apprezza «le scelte per ridurre il disagio giovanile» e si limita a chiedere aggiustamenti negli «interventi strutturali sulle politiche del lavoro, dello sviluppo e quelle sociale». Medde vuole rivedere un po’ tutto: «Serve un piano del lavoro, serve un piano delle zone interne, servono risposte sulle dispersione scolastica». Anche la Ticca calca l’accento sull’emergenza lavoro: «C’è bisogno di un monitoraggio continuo sulla situazione occupazionale, per contrastare una crisi evidente».
GIORNATA DI AUDIZIONI Superlavoro per la Terza commissione del Consiglio regionale, impegnata da mattina a notte nelle audizioni delle parti sociali . Nella sala al terzo piano di via Roma sfilano anche le organizzazioni dell’artigianato, del commercio e dell’agricoltura, il consiglio delle autonomie locali e l’Università. A tarda sera il presidente della commissione Giuseppe Luigi Cucca parla di giornata frenetica, «con qualche difficoltà» ma anche «con risultati proficui» per il futuro della manovra. «Tutti i nostri interlocutori hanno puntato il dito contro la capacità di spesa ridotta, apprezzando però la riduzione del disavanzo». L’esponente del Pd riconosce l’importanza di un giudizio negativo come quello della Cisl, ma fa prevalere l’ottimismo per l’esercizio provvisorio che potrebbe essere quasi scongiurato: «Dico quasi, perché alla fine la manovra è entrata in Consiglio con un po’ di ritardo. Serve un tour de force per chiudere entro fine dicembre. In ogni caso verrà fatto un passo avanti notevole rispetto all’anno scorso».
MALUMORE DEGLI AGRICOLTORI Nel frattempo, però, dalle associazioni degli agricoltori parte l’attacco agli istituti di credito: «La questione dei mutui crea malessere generale», spiega Cucca, «e questo dito sulla piaga» sarà al centro del confronto con le banche previsto per oggi. Rassicurazioni sono arrivate nel frattempo dall’assessore Francesco Foddis, sentito in Quinta commissione.
LE UNIVERSITÀ PROTESTANO
I tagli ai finanziamenti hanno messo il malumore alle Università sarde, che chiedono un passo indietro della Giunta rispetto alle indicazioni nel ddl finanziario. Grandi perplessità sugli atenei diffusi, per le risorse dimezzate (da 8 a 4 milioni). Contestata «la dotazione esagerata» per i programmi di internazionalizzazione (da 2 a 6 milioni). Si sollecita poi un aumento di fondi per ricerca, biblioteche e premio di produttività.
ENTI LOCALI Anche il Consiglio delle autonomie bacchetta l’impostazione della manovra. «Le risorse previste nella finanziaria regionale non sono sufficienti per consentire agli enti locali di rispondere alle esigenze del territorio e vanno aumentate», sostiene il presidente Graziano Milia. «Province e Comuni hanno bisogno di fondi per fare il proprio mestiere».
Giulio Zasso
 
3 – L’Unione Sarda
Lettere e Opinioni – pagina 15
Università di Cagliari
No alle tasse sui fuori corso
   
Il Rettore dell’Università di Cagliari - il più longevo in Italia - ha aumentato le tasse caricando fino al 30 per cento in più sugli studenti fuori corso. Se è vero che l’università è il luogo in cui si compie la formazione culturale e professionale di una persona, affinché un domani sia in grado di lavorare e contribuire al Pil nazionale, è altrettanto vero che uno studente deve essere messo nelle condizioni di studiare nel migliore dei modi, perché consegua la laurea nel più breve tempo possibile. Questo significa che i circa 38 mila studenti di Cagliari devono poter disporre di aule capienti, di docenti presenti ogni giorno, di tutor che li seguono costantemente nella preparazione e di esami almeno una volta al mese. Domando: perché a Cagliari ci sono 11.300 fuori corso, cioè più di uno su tre del totale? L’Università di Cagliari ha evidenti carenze strutturali. È vero che le tasse universitarie servono per garantire i servizi, ma trovo ingiusto che a fornire i 4 milioni di euro mancanti alle casse dell’Università di Cagliari, siano coloro che risentono maggiormente della carenza di servizi, vittime di un sistema che non funziona.
Alessio Pinna - Rappresentante Studenti nel Consiglio di Facoltà di Ingegneria - Cagliari
 
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 20
Convegno. Il Fondo per l’ambiente italiano celebra l’urbanista che ha disegnato Cagliari moderna
Ricordo di Cima, l’architetto della città
   
Gaetano Cima, l’architetto di Cagliari. La sua figura sarà ricordata sabato prossimo dal Fai (Fondo per l’ambiente italiano) con una conferenza sull’attività svolta in città e in Sardegna e con una mostra di documenti e disegni custoditi nell’Archivio storico del Comune.
La figura dell’urbanista sarà rievocata nella rassegna "Dietro le quinte della tua città", che il Fai organizza nella maggiori città italiane. Cagliari vi partecipa per la prima volta e ha scelto di onorare la figura dello studioso che col piano regolatore tracciato nell’Ottocento ha delineato un profilo della città ancora oggi riconoscibile nelle sue linee più importanti. Ed ha segnato la trasformazione da presidio militare, in qualche misura soffocato dalle fortificazioni, in città sul mare, proiettata verso lo sviluppo commerciale.
Cima fu architetto, urbanista, docente universitario e funzionario del Genio civile. Sulla sua versatile attività, per lo più ignorata dalle giovani generazioni e dai cagliaritani di importazione, si soffermeranno (sabato, alle 9,30, nell’aula magna del Rettorato, in via Università) gli studiosi chiamati a parlare sul tema: "L’originalità in Cima, Architettura e urbanistica d’innovazione".
In programma interventi di Antonella Del Panta (Gaetano Cima, un architetto e la sua città), Giorgio Pellegrini (Gaetano Cima e l’antico), Antonello Sanna (Gaetano Cima e le rivoluzione del neoclassico), Mario Cadinu (Gaetano Cima e il Piano regolatore di Cagliari), Serafino Casu (Gaetano Cima docente di architettura, disegno e ornato).
Alla conferenza seguirà la visita della mostra, allestita al Teatro civico, in Castello, sui documenti e disegni del Cima custoditi nell’Archivio storico del Comune. Per domenica, invece, il Fai ha organizzato la visita ad alcune opere create dal Cima in altre zone dell’Isola. In particolare, la casa Aymerich, a Laconi, e la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, a Guasila. (Per informazioni e prenotazioni, Agenzia Nautilus, via Gianturco, tel. 070-344194. La partenza, in pullman, è prevista per le 9.

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Nuoro
«Madonna delle Grazie, salva l’Università» 
Alla festa più amata dai nuoresi il vescovo Meloni si appella a Nostra Signora 
 
 NUORO. A distanza di 355 anni, data in cui dal 1652 al 1656 scoppiò in Barbagia e nel Goceano una grave epidemia di peste, ieri i nuoresi, insieme a molti devoti del comprensorio, hanno celebrato la festa di Nostra Signora delle Grazie. A renderle omaggio, insieme al sindaco Mario Zidda e alla giunta, i rappresentanti in costume dei 19 quartieri cittadini, che hanno offerto alla Madonna, come accade da tre secoli e mezzo, i tradizionali ceri per ringraziarla della protezione data alla popolazione.
 Nella chiesa di via Lamarmora, fin dalle prime ore del mattino, i fedeli e i pellegrini che si sono alternati in preghiera sino alla Messa solenne officiata dal vescovo monsignor Pietro Meloni, assistito dal Capitolo della Cattedrale, sono stati molte centinaia. Per i nuoresi si è sempre trattato di una festa speciale, vissuta con grande trasporto religioso e profonda partecipazione. Forse per la suggestione dell’intervento celeste, che viene legato al 21 novembre di ogni anno.
 Nella omelia il prelato ha ripercorso la nascita dell’antico santuario, caratterizzato sul frontespizio da uno straordinario rosone di trachite rosa, che molti fanno risalire alla chiesetta di Sant’Emiliano sul Monte Ortobene, quando i nuoresi abitavano in quella zona, poi trasferitisi sul versante Sud-Est di Nuoro, che abbondava d’acqua, e si rivelava più fertile. Sito che poi prese il nome di “Seuna”, legato al rione di “Santu Predu” attraverso il cordone ombelicale di Bia Majore. Insediamenti abitativi intorno ai quali è cresciuta e si è sviluppata la città.
 Il vescovo Meloni, profittando della presenza delle massime autorità, ha colto l’occasione, durante l’omelia, per invocare la Grazia alla Madonna e agli uomini di buona volontà per salvaguardare e favorire lo sviluppo dell’Università Nuorese. Oltre ad incoraggiare la nascita di una generazione di giovani che devono crescere nella sapienza, perchè assetati di un mondo migliore. È giusto, per questi motivi, che gli enti istituzionali vadano controcorrente rispetto alla ingiusta decisione di decretare la chiusura delle facoltà barbaricine.
 L’altra invocazione va riservata alle famiglie, per le quali l’accensione degli omaggiati ceri portati dalla rappresentanza di altrettanti giovani nuoresi in costume, si pone, simbolicamente, come il pane dell’amore dei 19 quartieri della città. Monsignor Meloni, a proposito dei giovani, ha ricordato Silverio Di Meglio, cantore del gruppo folk “Amici del folclore”, recentemente scomparso.
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 37 - Cultura e Spettacoli
La rassegnazione non abita qui 
Arlacchi parla del suo libro: «Perché non c’è la mafia in Sardegna» 
 
SASSARI. La Sardegna della vendetta e la Sicilia della mafia nei dibattiti sul nuovo libro di Pino Arlacchi domani alle 17,30 a Sassari (nel palazzo ducale del Comune, con Gianfranco Ganau, Agostinangelo Marras e Gabriele Satta). Sabato 24 l’autore sarà la mattina a Tonara e la sera ad Orgosolo. «Perché non c’è la mafia in Sardegna, le radici di un’ anarchia ordinata», è pubblicato dalle Edizioni Am&d.
 Partecipano alle presentazioni i sindaci di decine di comuni sardi, molti dei quali hanno aiutato l’autore a svolgere la ricerca che riguarda il rapporto tra la violenza, le istituzioni e i codici non scritti delle comunità d’appartenenza. L’autore Pino Arlacchi, docente di sociologia nell’università di Sassari, è uno dei più profondi studiosi della mafia e della criminalità organizzata. E’ stato deputato e senatore, ha ricoperto l’incarico di vice segretario dell’Onu con la delega alla lotta agli stupefacenti. Ha scritto numerosi libri, tradotti in diverse lingue.
 Il libro di Arlacchi parte dalla considerazione che l’isola è l’unica regione italiana nella quale la cultura mafiosa non è riuscita a mettere radici a causa del profondo senso di auto-giustizia dei sardi.
 La cultura pastorale, guidata dal senso dell’onore e dalla necessità della vendetta anche violenta, ha permeato i villaggi delle montagne sarde: storicamente la giustizia, in buona parte dell’isola, è sempre stata un fatto personale, che non poteva essere delegato né allo Stato, né a qualsiasi gruppo di potere, compreso quello mafioso.
 Arlacchi stabilisce un parallelismo con marcate differenze tra la cultura sarda della vendetta e quella siciliana della mafia. I sardi, anche individualmente, hanno rivendicato il diritto di ribellione ad ogni potere che si presenti con le caratteristiche della sopraffazione. «E’ estranea perciò, ancora oggi, alla mentalità sarda - scrive Pino Arlacchi - la passività, l’accettazione rassegnata del torto e dell’umiliazione grave che hanno afflitto i territori della mafia».
 La Sardegna come luogo per eccellenza di una cultura pastorale, onorifica e violenta, considerata nel passato incline all’aggressione e all’omicidio, è stata inserita da Pino Arlacchi in un dibattito internazionale in corso negli ultimi dieci anni sulle società che praticano l’istituto giuridico della vendetta.
 L’isola esce in questo modo dallo stereotipo di mondo arcaico e fuori dalla storia. La matrice pastorale, la debolezza dello Stato, la bassa densità demografica, l’esasperata sensibilità alle offese personali e infine la tendenza alla vendetta, che produce un numero sproporzionato di omicidi, caratterizzando un territorio molto specifico, sono fenomeni riscontrati anche in vasti territori del Sud degli Stati Uniti, eppure la descrizione sembra essere ritagliata perfettamente sulla Sardegna pastorale.
 Lo fa notare con lucidità Pino Arlacchi citando Nisbett e Cohen e il loro fondamentale studio del 1996 sulla cultura dell’onore e la psicologia della violenza appunto nel Sud degli Stati Uniti.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Sardegna
LE DATE 
 
 La commissione Bilancio ha ripreso le audizioni con l’intento di chiudere LA prima fase entro domani. Si cerca di accelerare i tempi in modo da lasciare al Consiglio lo spazio sufficiente per approvare la manovra entro fine anno.
Industria. Oggi ci sarà l’audizione in commissione dei rappresentanti di Confindustria e Api sarda e, in incontri successivi, dei rappresenanti delle banche sarde, del terzo settore e del Coni. È previsto anche un incontro con le altre sigle sindacali (ieri era stata la volta dei sindacati confederali), Css, Ugl, Cisal e Confsal.
Università. Infine per domani sono state programmate le audizioni con i rappresentanti delle Università diffuse e degli studenti universitari
 
 

Questionnaire and social

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