Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 September 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 4 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 21
L’analisi di Nicola Montaldo sugli effetti del ripascimento
Il Pd scende in campo per la rinascita del Poetto
 
Per l’esperto dell’Università cagliaritana la situazione del Poetto a cinque anni dal ripascimento non è così disastrosa.
La novità vera è che il Poetto a cinque anni dal ripascimento non è poi così osceno: la sabbia si è schiarita - non è quella bianchissima di prima, ma è accettabile -, non ci sono più tante pietre e la linea di battigia è stabile, nonostante le previsioni catastrofiche («in poco tempo tornerà tutto come prima»). Una riabilitazione postuma dettata forse dall’abitudine, ma non così lontana dalla realtà. Si è partiti da questa base, ieri, per parlare del futuro del litorale: l’occasione è stato il workshop organizzato al chiosco Palm Beach dal nascituro Partito democratico.
Il dibattito è stato aperto dalla relazione di Nicola Montaldo, dell’università di Cagliari: «La situazione prima del ripascimento era drammatica, c’erano alcune zone in condizioni peggiori rispetto ad adesso. La sabbia ora sta diventando più chiara e le pietre, soprattutto quelle grandi, non ci sono più». Restano però alcuni difetti stabili, come quelli della profondità dell’acqua vicino a riva: «Per arrivare a un metro di profondità, prima bisognava camminare per 60 metri dalla battigia. Ora bisogna percorrerne solo 15», ha specificato Montaldo.
La minaccia è l’erosione: metri cubi su metri cubi ogni anno, con costanza. Montaldo ha anche illustrato due vie possibili per la "manutenzione" del Poetto. La prima ipotesi prevede il mantenimento della sabbia attuale. Al posto della linea dei chioschetti andrebbe una serie di dune, che bloccherebbero l’erosione, mentre per migliorare la qualità dell’arenile sarebbe necessaria un’ulteriore grigliatura. Costi bassi, facile realizzazione, un solo problema: le concessioni di stabilimenti e chioschi, che non scadono certo domani. La seconda accontenterebbe chi proprio non vuole digerire l’attuale sabbia grigia: verrebbe operato un ripascimento con circa 400 mila metri cubi provenienti da due bacini di buona qualità, di fronte a Marina Piccola e all’ospedale Marino. L’alternativa (visto che il prelievo potrebbe alterare pesantemente l’ecosistema, con conseguenze sconosciute e dunque minacciose), sarebbe la sabbia di una cava sassarese, già individuata. I due progetti partirebbero da una certezza: il Poetto è una pocket beach (in altre parole è limitata da due promontori), dunque Cagliari e Quartu devono essere comprese in un unico discorso.
Nel 2002, per la cronaca, successe l’esatto contrario. L’altro problema è quello delle concessioni: le scadenze differenti non permettono una pianificazione certa e unitaria del futuro. Da qui la proposta dell’assessore all’urbanistica Gianni Campus: «Bisogna allineare tutte le concessioni, che al momento scadono in tempi diversi. L’errore di fondo è stato proprio questo: dare tante "mini autorizzazioni". Ecco perché ora non possiamo programmare nulla di serio».
Michele Ruffi

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
«I sindaci diventino padroni del Poetto» 
Comuni e Provincia intorno a un tavolo: «Basta litigare, adesso pensiamo al futuro» 
di Pablo Sole 
 
CAGLIARI. Il Poetto continua a dividere. O forse no, perché dopo le tumultuose polemiche seguite al ripascimento targato centrodestra, può persino capitare di assistere ad un interessante dibattito che ha visto impegnati parecchi volti noti della politica che, malgrado gli opposti schieramenti, si dicono pronti a sposare una linearità d’intenti che porti alla riqualificazione del lungomare. Merito del workshop “Idee per il Poetto” organizzato ieri pomeriggio da Ds e Margherita con l’obiettivo dichiarato di fare il punto della situazione e confrontarsi su problemi e prospettive della spiaggia dei centomila.
 Problema numero uno: chi vuole un ripascimento bis? E se dovesse arrivare l’eventuale via libera, come muoversi? «Le opzioni sono diverse - ha spiegato Nicola Montaldo, dell’università di Cagliari - e tra queste figura anche la possibilità di lasciare tutto com’è. Oppure si può decidere di completare l’intervento con delle dune e migliorare la grigliatura della sabbia. O ricoprire l’attuale rena con una più fine e chiara, sul modello di quella originaria. Di certo, dopo aver effettuato un’analisi sui costi e sugli eventuali benefici di un ulteriore intervento, abbiamo dei dati per niente rassicuranti: se è vero che la linea di riva è tornata ai livelli del 1899, con un eccezionale ampiezza dell’arenile, è anche vero che la sabbia continua a “scappare” seguendo ritmi vertiginosi». Insomma: occorre trovare una soluzione. E il presidente della Provincia Graziano Milia ne ha proposto una tutta sua: «Con tutti i guai che abbiamo combinato negli anni scorsi, del Poetto non occupiamocene più». Archiviata la boutade, si fa sul serio: «Ma di chi è questo lungomare? È un dubbio che avevo anche quando la Regione istituì il Parco di Molentargius. E mi son sempre chiesto, già quand’ero sindaco di Quartu, come mai nel perimetro dell’area protetta non fosse entrato a pieno diritto anche il Poetto, scelta che a parer mio avrebbe rappresentato una buona soluzione. Al contrario, ci troviamo di fronte ad una creatura che non ha ancora conosciuto quella famosa linearità di intenti che dovrebbe caratterizzare una politica per il lungomare. Prova ne sia - ha detto Milia - l’incomprensibile cesura, fisica e istituzionale, che divide la spiaggia: a Quartu ci sono le piste ciclabili e le passeggiate, seppur realizzate alla carlona, ma quando si arriva a Cagliari tutto sparisce». Il problema, come ribadito anche dal sindaco Emilio Floris e dal collega Gigi Ruggeri, primo cittadino di Quartu, riguarda anche i modelli di sviluppo differenti seguiti dalle due città: «Bisognerebbe trovare un tratto urbanistico nel segno della continuità - ha detto Ruggeri - anche se il nostro lungomare è completamente differente da quello del capoluogo». Una tesi sposata anche da Emilio Floris, che rilancia: «È vero, si parla di due modelli urbani differenti, ma possiamo unire le forze per risolvere i problemi dell’arenile». Si diceva: di chi è il Poetto? Dal punto di vista tecnico è in mano alla Regione, che lo “gestisce” per conto del demanio e ne assegna la titolarità ai Comuni. In merito l’assessore all’Urbanistica Gianni Campus ha pochi dubbi: «Questa titolarità noi la rivendichiamo con forza, e con obiettivi chiari: riordinare le questioni “stabilimenti” e concessioni, migliorare la fruibilità, puntare su ciclabilità e zone pedonali. Siamo pronti». Quel che frena, secondo il sindaco Floris, «sono spesso i veti demagogici di alcuni sodalizi ambientalisti. Anche noi siamo per lo sviluppo sostenibile ma non capisco, ad esempio, perché al Poetto non ci possano essere alberghi, visto che la richiesta non manca». Il dibattito è aperto, anche grazie agli sforzi del “quasi nato” Pd: «Abbiamo inaugurato una campagna di ascolto - hanno detto i diessini Efisio Demuru e Luca Mereu - per capire cosa chiede la gente e, sul versante istituzionale, fare in modo che questi bisogni siano soddisfatti»
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Sassari
La scommessa è sulle biotecnologie 
A ottobre parte il nuovo corso di laurea specialistico di secondo livello 
Si studieranno gli Ogm e l’ingegneria genetica nell’agro-alimentare 
 
SASSARI. La facoltà di Agraria punta sulla specializzazione. Per offrire la possibilità ai nuovi laureati di acquisire strumenti e competenze nell’ambito delle biotecnologie, ha attivato dal 1 ottobre un corso di secondo livello concentrato sull’ingegneria genetica, e sulle biotecnologie applicate alle colture vegetali e alla tutela dell’ambiente. «E’ una chance preziosa per i laureandi e i neo-laureati del corso di primo livello di biotecnologie - spiega il preside di Agraria Pietro Luciano - con questo corso di secondo livello offriamo loro la possibilità di proseguire i propri studi e approfondire le conoscenze sulle biotecnologie». I campi di applicazione di questa disciplina sono molto ampi, il settore agricolo ormai attinge dal ramo delle biotecnologie per il miglioramento delle produzioni, per il risanamento ambientale, per la difesa delle colture con i metodi biologici, per preservare e reintrodurre specie vegetali autoctone e in via di estinzione. Chi si specializza in questo ambito potrebbe trovare sbocchi lavorativi nell’agro-industriale, nelle aziende alimentari, e nelle agenzie di controllo. «L’impostazione del corso di laurea specialistica in Biotecnologie agrarie e ambientali - spiega uno dei docenti Quirico Migheli - è totalmente innovativa e concepita in modo da evitare che gli studenti restino indietro con gli esami». Il corso prevede un carico didattico limitato a 76 crediti formativi e concentrato del tutto al primo anno. «In questo modo lasciamo agli iscritti la possibilità di sostenere le sessioni di esami durante il secondo anno, e non rallentare nella loro tabella di marcia». Una parte consistente dell’attività didattica si svolgerà all’interno dei laboratori. «A questo proposito abbiamo delle importanti strutture di campo - dice il preside - come il centro di biodiversità vegetale a Surigheddu, più gli altri campi collezione». Si tratta di campi all’interno dei quali vengono coltivate piante rare, semi, genotipi, in modo da recuperare le qualità tipiche del territorio sardo che via via vanno scomparendo.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Sassari
La ricerca senza confini
Convegno ad Alghero 
L’obiettivo è costituire un grande Campus virtuale che unisce le università 
 
ALGHERO. L’alta formazione e la ricerca ormai lavorano sulla sinergia. Il convegno che si terrà domani e dopodomani nella Sala San Francesco, in via Carlo Alberto ne è un chiaro esempio. L’incontro ha lo scopo di avviare un’iniziativa comune tra la Facoltà di Architettura, il Consorzio per l’Università telematica (costituito dagli atenei di Sassari e Cagliari) e le Università aderenti a Fisecforo.
 Il Convegno si articolerà in due sessioni, la prima dedicata all’internazionalizzazione della formazione, la seconda all’internazionalizzazione della ricerca. Per quanto riguarda il primo progetto la proposta operativa è quella di costituire un Consorzio di Università associate che possano offrire, sulla base della realizzazione di un Campus virtuale, corsi on-line di I livello e specialistici con reciproco riconoscimento dei crediti didattici. Il progetto potrebbe prevedere l’accesso, per tutti gli studenti delle università associate, a corsi on-line affiancati da seminari residenziali, organizzati all’interno delle Università di origine, e da momenti di incontro tra docenti e studenti dei Corsi di studio aderenti a progetti comuni.
Il Consorzio cercherà anche di dare vita a dottorati di ricerca internazionali su temi scelti e concordati in comune dalle Università aderenti e a corsi di formazione avanzata rivolti a esperti dei paesi dell’Africa, della Cina e dell’Est Europa, al fine di assicurare l’empowerment formativo di questi paesi. Le basi del consorzio saranno gettate proprio durante il convegno, attraverso
 un’ipotesi iniziale di Statuto e profilo organizzativo, cercando di individuare le prime iniziative comuni tra le Università aderenti e di selezionare i temi dei dottorati di ricerca internazionali e dei corsi di formazione avanzata.
 La seconda giornata del Convegno (prevista il 20 settembre) sarà dedicata da una parte all’analisi dei progetti europei di ricerca già in fase di realizzazione o proposti da parte delle Università partner, e, dall’altra, all’individuazione di temi di ricerca comune per i prossimi Programmi-quadro. Verranno perciò presentati i progetti in corso, e analizzati i nuovi temi di ricerca da proporre in comune.
 
 
 
 

 

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